10 marzo 2016 - Praga (Repubblica Ceca), stadio Letná - Europa League - Ottavi di finale, gara d'andata - inizio ore 21.05
SPARTA PRAGA: Bicik, Zahustel, Brabec, Holek, Costa, Marecek, Vacha, Dockal (59' Fatai), Frydek, Krejci, Lafata (62' Julis). A disposizione: Miller, Mazuch, Matejovsky, Jiracek, Konaté. Allenatore: Scasny.
LAZIO: Marchetti, Konko (46' Basta, 66' Mauricio), Bisevac, Hoedt, Radu, Milinkovic Savic, Biglia, Parolo, Candreva, Matri (55' Lulic), Keita. A disposizione: Berisha, Onazi, Felipe Anderson, Klose. Allenatore: Pioli.
Arbitro: Sig. Mallenco (ESP) - Assistenti Sigg. del Palomar e Cabanero (ESP) - Assistenti arbitrali aggiunti Sigg. Gómez e Estrada (ESP) - Quarto arbitro Sig. Martínez (ESP) - Delegato Uefa Sig. Ilyich (BLR).
Marcatori: 13' Frydek, 39' Parolo.
Note: partita momentaneamente sospesa al 26' per cori razzisti. Ammoniti Zahustel, Krejci e Matri. Angoli 3-7. Recuperi: 1' p.t., 2' s.t.
Spettatori: 17.500 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "Parolo e parole: Lazio ok però i tifosi la inguaiano. A Praga gli uomini di Pioli impongono un 1-1 di speranza: partono male, poi reagiscono. Ma i buu razzisti rischiano di provocare la sanzione dell'Uefa".
Continua la "rosea": Se e quando la Lazio si deciderà a giocare novanta minuti, invece che un tempo solo, gli orizzonti europei potranno allargarsi a panorami interessanti. Già così, la squadra di Pioli intravede i quarti di finale, perché sopravvive nella tana dello Sparta Praga, imbattuto fin qui in Europa League come i biancocelesti, pur regalando praticamente tutto l'avvio di partita - vizio che ha appesantito il cammino in campionato - e pur soffrendo di improvvisi blackout. Concentrazione e determinazione sono le voci mancanti di questa Lazio, ambiziosa nelle idee iniziali e invece scombiccherata quando il progetto deve trasferirsi dalla lavagna al campo. Meno male che in panchina Pioli si stia dimostrando uno dei più abili lettori in circolazione: vede gli errori, corregge, migliora. Era successo a Torino domenica, succede di nuovo a Praga: non basta per la vittoria - che sbatte sulla traversa colpita da Candreva dopo il botta e risposta Frydek-Parolo del primo tempo -, ma aumenta la fiducia per il ritorno all'Olimpico. Le insidie non mancheranno comunque, perché i cechi sono squadra "gasperiniana", che aggredisce forte sull'uomo, corre tanto, gioca un calcio semplice ma organizzato.
E la Lazio iniziale soffre: perché è troppo lunga, estremizza all'eccesso gli inserimenti dei quattro dietro Matri, che cercano troppo la profondità e sempre con troppo anticipo, complicando il disimpegno da dietro. Così si crea un buco di trenta metri che Biglia da solo fatica a coprire, costringendo uno dei due centrali - non proprio mobilissimi - a uscire sulle frecce centrali dello Sparta e lasciare ulteriore spazio dietro. È lì che si inserisce Frydek per colpire quasi a freddo: primo tiro in porta, ma anticipato da un diagonale fuori di Lafata su dormita biancoceleste da fallo laterale (a proposito di distrazioni). La serata rischia di rovinarsi, ancora di più quando la curva dei 1.500 laziali urla buu razzisti al terzino colored Costa, che richiama l'attenzione dell'arbitro: partita sospesa per un minuto e adesso saranno rischi davanti al tribunale Uefa. La Lazio tuttavia non perde la testa, guidata dalla saggezza centrale di Biglia. Candreva chiama alla deviazione Bicik inventandosi un destro al volo, e sul corner successivo Parolo infila in mischia l'1-1. Pioli fa il resto. I cambi - subito Basta per Konko a inizio ripresa, poi soprattutto Lulic per Matri - accorciano la Lazio.
Keita, spostato centravanti, arretra e aiuta, la cintura di centrocampo - fin lì troppo larga - così stringe meglio. I laziali sono più vicini tra loro, assorbiscono meglio il fraseggio stretto e gli inserimenti dello Sparta (che cala, un solo tiro nella ripresa) e ripartono con più scioltezza. Peccato che il pallone della vittoria sbatta sulla traversa (Candreva al 13') e lo sforzo produca danni assortiti che impediscono un finale più produttivo: Basta esce dopo 20 minuti ed esaurisce i cambi, il generoso e utile Keita gioca un quarto d'ora coi crampi, che fiaccano la sua pericolosa brillantezza, e Radu finisce inseguendo avversari su una gamba sola. Uno a uno fuori casa regalando un tempo e col finale in nove: a pieni giri, i quarti non sono utopia.
Il Corriere dello Sport online titola: "Europa League, Sparta Praga-Lazio 1-1: Parolo trova un pareggio fondamentale. Prima il gol di Frydek, poi la zampata del centrocampista che fa ben sperare per il ritorno all'Olimpico. Brutto episodio nel corso della gara: ululati razzisti da parte dei tifosi biancocelesti nei confronti di Costa".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Resta tutto aperto per il passaggio ai quarti di finale di Europa League. Lo Sparta Praga passa in vantaggio con Frydek prima del quarto d’ora dopo un buon inizio della Lazio, poi ci pensa Parolo ad acciuffare il pari e a salvare il risultato. La squadra di Pioli è ancora imbattuta. Candreva va per ben due volte vicino al vantaggio con due straordinarie occasioni. Brutto episodio nel corso della prima frazione di gioco, quando lo stadio ha assistito agli ululati razzisti nei confronti di Costa, giocatore di colore della squadra di Scasny. Il ritorno è in programma tra sette giorni all’Olimpico. Pioli recupera Basta e Radu, ma a partire dal 1’ è solo il rumeno che compone il quartetto difensivo con Konko, Bisevac e Hoedt. In mezzo al campo agiscono Milinkovic, Biglia e Parolo. Davanti, un po’ a sorpresa, c’è Keita insieme a Candreva e Matri. Lo Sparta si presenta con il tridente composto da Dockal, il bomber Lafata e Krejci. La squadra biancoceleste, unica superstite delle italiane in Europa League, parte con il piede sull’acceleratore: al 5’ il tiro a botta sicura di Parolo è murato da Brabec.
Ne consegue un calcio d’angolo, che permette a Milinkovic-Savic di staccare più in alto di tutti ma non di centrare lo specchio della porta. Una disattenzione di Hoedt regala a Lafata la possibilità di trovarsi a tu per tu con Marchetti, ma il capitano si divora l’1-0 che arriva, però, sessanta secondi più tardi (13’) con Frydek, bravo a eludere la marcatura di Bisevac e a sparare alle spalle del portiere della Lazio. Brutto episodio nel prosieguo del match. Il direttore di gara sospende il gioco (26’) su richiesta di Costa per cori e ululati razzisti dal settore ospiti, chiedendo l'intervento dello speaker. La gara riprende dopo un breve colloquio tra Mallenco e Pioli. La Lazio sfiora prima il pareggio con Candreva (volée dalla destra) e lo trova subito dopo con Parolo (39’), che ribatte in rete la respinta di Bicik sul colpo di testa di Hoedt, violando la porta europea dello Sparta dopo 303 minuti di imbattibilità. Il centrocampista biancoceleste si porta così a quota tre in questa Europa League, avendo già fatto esultare i tifosi contro Dnipro e Galatasaray, entrambe le volte all’Olimpico. A inizio ripresa Pioli è costretto a rimpiazzare Konko con Basta, a causa di problemi muscolari.
Le squadre faticano a creare occasioni e il tecnico biancoceleste decide che è il momento giusto per spostare Keita al centro dell’attacco, togliendo Matri e facendo entrare Lulic (55’). Soltanto la traversa nega alla geniale invenzione di Candreva (destro a incrociare sul secondo palo) il possibile 2-1. Altro problema fisico per la Lazio, a uscire è il neoentrato Basta che viene sostituito da Mauricio. Il contropiede biancoceleste, giocato sull’asse Candreva-Keita, si conclude con il diagonale di quest’ultimo che non impensierisce più di tanto il portiere ceco (72’). Stesso copione, ma dalla parte opposta: Marchetti non ha problemi sul tentativo di Marecek. Nei minuti finali non succede nulla di eclatante, l’appuntamento per il ritorno è in programma giovedì prossimo. Stavolta all’Olimpico.
Il Messaggero titola: "Lazio, il pari è stretto. Europa League, nell'andata degli "ottavi" Parolo segna dopo la rete del vantaggio dello Sparta firmata da Frydek. Gara sospesa per 1 minuto nel primo tempo per i "buu" razzisti verso Costa, ma l'Uefa accusa gli ultrà del Wisla".
Prosegue il quotidiano romano: La rabbia c'è, anche il giusto atteggiamento. Ancora una volta si compie la metamorfosi a cui la Lazio ha abituato quando gioca in Europa League. Non poteva essere altrimenti anche nella terra di Kafka. Tutta un'altra squadra rispetto a quelle vista in campionato contro il Sassuolo e contro il Torino. Un 1-1, quello conquistato nell'ottavo d'andata contro lo Sparta Praga, che va decisamente stretto agli uomini di Pioli. Il pallino del gioco è stato sempre dalla parte dei biancocelesti che meritavano decisamente qualcosa in più. Colpita come al solito ad inizio primo tempo, la Lazio ha saputo ben reagire mostrando grande carattere. Il gruppo ha giocato da squadra coprendo bene il campo e mettendo quella giusta determinazione che le ha permesso di pareggiare e di legittimare il risultato. Stavolta la Dea bendata non è stata complice visti il miracolo del portiere ceco e la traversa che hanno negato la gioia del gol a Candreva. Non c'è niente da fare, se la Lazio non subisce gol non è contenta. E' stato così anche a Praga. Nonostante l'inizio spumeggiante, gli uomini di Pioli si fanno punire. Sempre quel maledetto primo quart'ora durante i quali i biancocelesti hanno già incassato 10 gol tra Europa e campionato. Un problema che non si riesce a risolvere. Stavolta la voragine la crea Bisevac che si fa scavalcare da un lancio di un centrocampista e si fa scappare colpevolmente da dietro Frydek che inventa una magnifica rete. E pensare che poco prima si era verificata una situazione molto simile, se non più grave.
L'intera linea difensiva porta pigiama e cuscino e si lascia scappare il capitano Lafata innescato addirittura da una rimessa laterale. Fortuna per gli uomini di Pioli che la mira non è stata delle migliori. Continua ad essere il tallone d'Achille di questa squadra, il tecnico biancoceleste non riesce proprio a metterci mano. Un grave problema che continua a penalizzare la squadra. Colpa anche del centrocampo che non fa il giusto filtro. Parolo, gol a parte, corre male e praticamente sempre a vuoto. Non aiuta né Radu in fase difensiva, né Keita in avanti. Galleggia in modo statico. Biglia si sobbarca il doppio ruolo cercando di dettare i giusti tempi a tutta la squadra ma da solo può fare poco. Milinkovic è pericoloso quando prende palla e in fase difensiva calamita sulla sua testa tutte le palle alte. Pioli ha mostrato molto coraggio schierando una formazione molto sbilanciata in avanti. Keita, Candreva e Matri insieme garantiscono alto potenziale offensivo ma meno copertura. Una scelta che però non ha dato proprio i frutti che il tecnico si aspettava. Sperava in qualche gol in più per giocarsi una gara di ritorno senza patemi d'animo. Il suo coraggio dura però 45 minuti visto che nella ripresa toglie il centravanti inserendo proprio Lulic. Il bosniaco sfoga la rabbia di non essere partito dal primo minuto correndo per due in attacco e dando una mano in fase di copertura.
Pioli commette però anche l'errore d'inserire Basta al posto dell'infortunato Konko. Peccato che il serbo non abbia recuperato dal problema muscolare e chiami anche lui il cambio dopo appena venti minuti. Alla fine però il tecnico laziale tira un sospiro di sollievo perché il pareggio è un buon risultato in vista della sfida di ritorno di giovedì prossimo. Se il corteo in città dei tifosi della Lazio prima della partita è stato bello e assolutamente pacifico, certo non si può dire lo stesso per quel che è successo all'interno del Generali Arena. Ancora dei cori razzisti, stavolta nei confronti di Costa, terzino sinistro dello Zimbabwe. L'arbitro ha fermato il gioco per circa un minuto e ha riferito al guardalinee. Immediato l'annuncio dello speaker che in italiano ha comunicato che al prossimo episodio la partita sarebbe stata sospesa. Secondo quanto riferito dall'Uefa a fine gara, però, i cori sarebbero partiti dagli ultrà del Wisla. Non dovrebbe rischiare sanzioni, dunque, la Lazio, ma la brutta figura - per via del gemellaggio tra le tifoserie - comunque resta.
Il sito web Uefa.com commenta così la gara:
La Lazio torna dalla Repubblica Ceca con un prezioso pareggio. Allo Stadion Letná, nell'andata degli ottavi di UEFA Europa League, i Biancocelesti inchiodano sull'1-1 lo Sparta Praga. Succede tutto nel primo tempo: Martin Frýdek porta avanti i padroni di casa, prima che Marco Parolo trovi un gol dal peso specifico elevatissimo per la squadra di Stefano Pioli. La Lazio parte forte e sfiora subito il vantaggio. Keita, schierato un po' a sorpresa titolare al posto di Senad Lulic, inventa un colpo di tacco in area, Alessandro Matri sfiora il pallone che finisce a Parolo: sul destro a colpo sicuro del centrocampista, è provvidenziale per i padroni di casa la deviazione di Ondrej Zahustel. Sull'angolo di Lucas Biglia, ha immediatamente un'altra occasione Sergej Milinkovic-Savic che però non imprime forza al pallone. Al 13', con una fiammata, lo Sparta Praga passa in vantaggio. Sull'assist di David Lafata, Martin Frýdek anticipa secco Milan Biševac e dopo un ottimo controllo lascia partire un destro che non dà scampo a Federico Marchetti: 1-0.
La squadra di Pioli accusa il colpo e fatica un po' a riorganizzarsi, dalla parte opposta Ladislav Krejcí ha un ottimo spunto ma il suo sinistro è neutralizzato dal portiere biancoceleste. La Lazio torna convincente come nei primi minuti nella fase finale del primo tempo. Antonio Candreva arpiona un pallone di destro sul lancio di Keita e costringe David Bicík a un grande intervento, ma al 39' il pareggio è cosa fatta. Sull'angolo di Lucas Biglia, il portiere dello Sparta Praga si oppone alla grande al colpo di testa di Wesley Hoedt, ma non può nulla sul tap-in ravvicinato di Parolo: 1-1. Nella ripresa, Pioli ridisegna la Lazio. Prima Dušan Basta prende il posto di Abdoulay Konko, poi Matri lascia il posto a Lulic: il 4-3-3, da "pesante", diventa "leggero". Ma la Lazio quando attacca è sempre pericolosa, come al 58' quando Candreva centra una clamorosa traversa con un bolide di destro. Ordina due cambi anche Zdenek Šcasný, che getta nella mischia il nigeriano Kehinde Fatai e Lukáš Juliš al posto di Borek Dockal e di capitan Lafata; ma sono sempre i biancocelesti a pungere, con Keita che non riesce a imprimere forza al diagonale dopo l'ottimo lavoro di Candreva.
Dall'altra parte ci prova Lukáš Marecek dalla distanza, ma Marchetti è sicuro sul suo destro. L'ultima chance arriva a un minuto dal 90' ancora con Candreva, che calcia alto dopo una buona azione dei Biancocelesti. La squadra di Pioli porta via da Praga un prezioso 1-1, che la lascia imbattuta nella competizione come lo Sparta: giovedì prossimo potrà completare l'opera allo Stadio Olimpico.
Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Grande soddisfazione e anche un pizzico di rammarico. Perché il risultato è positivo, ma poteva essere migliore. Perché il gol in trasferta è arrivato, ma ce ne poteva essere anche un altro. Alla fine comunque Stefano Pioli vede il bicchiere mezzo pieno, anche se preferisce non esaltarsi più di tanto: "Ottima prestazione, buon risultato. Certo potevamo fare anche meglio, ma va benissimo pure così. Le chance di qualificazione restano però sostanzialmente invariate. Prima della gara avevamo il 50 per cento a testa, dopo questo 1-1 noi siamo saliti al 51 e loro scesi al 49. A Roma ci sarà da soffrire, anche perché lo Sparta è una squadra che fuori casa gioca meglio che in casa. Dovremo stare molto attenti e cercare di ripetere la gara disputata contro il Galatasaray nel turno precedente". La nota stonata della serata sono stati i nuovi infortuni (prima Konko, poi Basta e Radu) che hanno condizionato i cambi e creato una nuova situazione di emergenza nel reparto arretrato. "Adesso - ancora Pioli - dobbiamo recuperare energie e pensare al ritorno. Spero che qualcuno dei nuovi infortunati sia recuperabile". Soddisfatti anche i giocatori. "Si poteva fare anche di più - dice il capitano Biglia - ma il risultato non è male. Adesso dobbiamo fare altrettanto bene a Roma. Abbiamo dimostrato ancora una volta di essere una squadra compatta quando giochiamo in Europa, mentre in campionato non sempre riusciamo ad esprimerci su questi livelli. Forse non siamo ancora pronti a giocare tre volte a settimana, ma stiamo crescendo grazie all'esperienza. Dobbiamo guardare a squadre come la Juventus che gioca ogni tre giorni a grandissimi livelli, dobbiamo imparare da loro". Esulta anche Keita: "Sì, siamo soddisfatti per la prova e per il risultato, però meritavamo di vincere. Vorrà dire che lo faremo al ritorno". Infine il goleador Marco Parolo: "Sono contento di aver segnato, in campionato ci sto andando vicino, ma la palla non vuole entrare. L'importante è esserci sottoporta, poi qualche occasione la concretizzi. L'1-1 è un buon risultato, se giocheremo così a Roma passeremo il turno".
Da Il Messaggero:
I pugni chiusi e quell'urlo di gioia fotografano perfettamente la serata vissuta da Stefano Pioli. La tensione accumulata nelle ultime settimane era salita a livelli altissimi dopo il vantaggio dello Sparta. Ecco perché al gol di Parolo si è sfogato in quella maniera. Voleva una reazione dai suoi, aveva chiesto un gol in trasferta per approcciare al meglio il ritorno e così è stato. La nave ha sbandato solo un attimo poi ha affrontato i gelidi mari cechi con coraggio e senza sussulti. Alla fine l'uno a uno va anche stretto per quello che i suoi ragazzi hanno messo in campo. Dopo il buio del campionato riecco puntuale riaccendersi la luce in Europa. Soddisfatto il tecnico biancoceleste: "Abbiamo giocato per vincere, abbiamo lottato e stretto i denti. Abbiamo creato più noi degli avversari, ci siamo riusciti. Volevamo portarci a casa un vantaggio, ci siamo riusciti. Ma l'avversario è di buon valore, ci sarà da lavorare tanto nel ritorno". E' stato coraggioso Pioli nelle scelte, si è un po' ricreduto a gara in corso inserendo Lulic e coprendosi un po'. Una Lazio che però ha dato ottime risposte, ma per la qualificazione la strada è ancora lunga: "Tutto da giocare e conquistare, prima eravamo al 50%, ora abbiamo il 51%. E' un vantaggio che non è facile da gestire, non ti permette di fare strategie. Bisogna giocare con spirito e fare dei gol per passare il turno. Sono avversari che fuori casa hanno fatto bene". Niente più solisti, ma un coro unanime. Questo è l'atteggiamento che l'allenatore biancoceleste chiede ai suoi per ritrovare la retta via: "Mi auguro di rivedere lo stesso spirito visto con il Galatasaray".
Non certo un esempio casuale quello fatto da Pioli. Impossibile poi non parlare dei buu razzisti ascoltati alla Generali Arena e provenienti dal settore dei tifosi della Lazio. Il tecnico però ammette: "Onestamente durante la partita faccio fatica, non sento il caldo e il freddo, io non ho sentito nulla di particolare. Sono rimasto sorpreso, credo sia stato Costa a dire qualcosa all'arbitro, che quando ha parlato con me era tranquillo". Il sorriso pieno s'incrina leggermente quando parla degli infortuni dei suoi. Konko ha alzato bandiera bianca alla fine del primo tempo, peccato che anche Basta, entrato al suo posto, si sia arresto dopo appena venti minuti. La Lazio ha finito praticamente in 10. Negli ultimi 15 minuti Radu ha lamentato un problema muscolare e Pioli lo ha spostato in posizione avanzata perché il romeno non riusciva praticamente a correre. "Due cambi su tre sono stati dettati da infortuni, è l'aspetto negativo della partita. Per Konko dovrebbe essere affaticamento, Basta e Radu sono da valutare. Alla fine eravamo stanchi, il terreno era difficile. Dei cambi potevano darci dei vantaggi" spiega lo stesso allenatore. La squadra ha preferito dormire a Praga e non rientrare nella notte. In mattinata leggero scioglimento nella palestra dell'hotel Savoy che ospita i biancocelesti. Nel primo pomeriggio il ritorno a Formello e nuova seduta di scarico. Non c'è sosta: da domani si comincerà a preparare la sfida di domenica sera contro l'Atalanta.
La Lazio vola sulle sue ali. Candreva e Keita giocano una prestazione da applausi. L'azzurro e il senegalese si dividono l'Oscar come miglior attore protagonista. Applausi. Eccoli i due esclusi e immalinconiti ritrovare il sorriso nella gara più importante della stagione. Keita gioca un po' a sorpresa al posto di Lulic e si prende subito tutto il palcoscenico. Corre in lungo ed in largo squarciando la difesa dello Sparta. Un tacco illumina Parolo, poi sventaglia per Candreva. Incendia l'erba del Generali Arena, peccato solo che non riesca a trovare il gol. Il giovane talento sorride un po' amaro: "Sono contento per la mia prestazione, ma credo che potevamo vincere e di questo sono dispiaciuto". Ora però la testa è immediatamente alla gara di ritorno: "Da domani dobbiamo pensare al ritorno e alla vittoria per dare una soddisfazione ai tifosi e a noi stessi". Riflettori accesi anche su Candreva finito nel mirino della critica e di Pioli che lo aveva più volte escluso. Antonio voleva tornare bello e ieri sera ci è riuscito alla grande. Voleva dimostrare di essere importante per questa squadra e lo ha fatto nel migliore dei modi. Una spaccata al volo che il portiere Bicik ha fermato con un tuffo da 10, poi una girata al volo che si è stampa sulla traversa. Ali che fanno sognare e che soprattutto fanno tornare il sorriso a Pioli. Un bel coro quello di ieri sera ben diretto dal maestro Biglia. L'argentino si è sobbarcato il centrocampo mettendo spesso una pezza anche in fase difensiva. Il capitano laziale resta con i piedi per terra in vista del ritorno di giovedì e indica la via da seguire: "Per essere grandi, mantenere sempre lo stesso atteggiamento vincente, spesso ci rilassiamo dopo un risultato positivo. Dobbiamo crescere. Dobbiamo imparare dalla Juventus".