31 gennaio 2021 – Bergamo, stadio Gewiss - Campionato di Serie A, XX giornata - inizio ore 15.00
ATALANTA: Gollini, Toloi, Palomino, Djimsiti, Maehle, Freuler (78' Caldara), De Roon, Ruggeri (46' Malinovskyi), Miranchuk (54' Pasalic), Ilicic (67' Lammers), Zapata (54' Muriel). A disposizione: Sportiello, Rossi, Scalvini, Gyabuaa, Pessina. Allenatore: Gasperini.
LAZIO: Reina, Patric (38' Musacchio), Acerbi, Radu, Lazzari, Milinkovic-Savic, Leiva (80' Escalante), Luis Alberto (59' Akpa Akpro), Marusic, Correa (80' A. Pereira), Immobile (80' Muriqi). A disposizione: Alia, G. Pereira, Hoedt, Parolo, Lulic, Fares. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Chiffi (Padova) - Assistenti Sigg. Meli e Vivenzi - Quarto uomo Sig. Sacchi - V.A.R. Sig. Manganiello - A.V.A.R. Sig. Peretti.
Marcatori: 3' Marusic, 51' Correa, 79' Pasalic, 82' Muriqi.
Note: esordio in una competizione ufficiale con la maglia della Lazio per Musacchio. Ammonito al 23' Patric ed al 58' Musacchio entrambi per gioco falloso. Angoli 2-2. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.
Spettatori: partita a porte chiuse per emergenza Covid 19.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Ora ride la Lazio. Le mosse di Inzaghi. Vendica la Coppa e scavalca la Dea. Quinta vittoria di fila dei biancocelesti. Atalanta senza intensità : così non gira".
Continua la "rosea": Chi ha detto che le vendette vanno consumate fredde? Alla fine della sfida i giocatori della Lazio festeggiano come se avessero vinto lo scudetto. Se ne stanno dieci minuti buoni sul terreno del Gewiss Stadium a saltare, abbracciarsi, darsi pacche sulle spalle. Nasce persino qualche battibecco coi giocatori dell’Atalanta. Simone Inzaghi deve correre a riacciuffare Acerbi preso in mezzo. Nessuna scena tipo Ibra-Lukaku, intendiamoci. Finisce tutto in fumo e presto. Con gli uomini del Gasp che se ne vanno a testa bassa mentre gli altri fanno addirittura finta di avere dei tifosi sugli spalti e corrono verso la curva per quello che, in tempi normali, era il classico saluto finale con tuffo sull’erba. Esagerati? Beh, la Lazio non batteva la Dea dal gennaio 2017, all’andata aveva prese 4 sberle all’Olimpico e mercoledì scorso, si sa, era stata buttata fuori dalla coppa Italia che è la manifestazione "amica". La gioia ci sta, anche perché questi 3 punti - meritati, diciamolo subito - significano sorpasso in classifica proprio all’Atalanta e quinto posto in compagnia del Napoli. Come dire, zona Champions, arriviamo.
Le chiavi della sfida. Non tarpate le ali alla Dea. Non sarà più lei. Senza Gosens (squalificato) e Hateboer (acciaccato) Gasperini ha perso una delle sue armi letali. E si è capito quanto Romero (a casa col Covid) sia fondamentale per la difesa. Buoni alibi, ai quali si aggiunge un certo turn over (Pessina in panca) causa semifinale di coppa col Napoli. La Lazio ne ha approfittato, certo, e il vantaggio immediato di Marusic, che ha sorpreso Gollini col sole in faccia, le ha facilitato le cose. Ma la squadra di Inzaghi si è presentata determinata e agguerrita, l’Atalanta invece, appunto, non era la solita. Basta un dato: appena otto tiri (due in porta), record negativo stagionale. Ci si aspettavano i numeri di Ilicic e Luis Alberto, invece il primo ha deluso e il secondo, reduce dall’operazione di appendicite, si è limitato al piccolo cabotaggio. Sono saliti in cattedra Lazzari, incontenibile in fascia (povero baby Ruggeri), Milinkovic e Immobile. Quest’ultimo è stato una delle mosse vincenti di Inzaghi, che ha azzeccato tutto. Ciro ha giocato più basso, lasciando spesso Correa a fare il centravanti. Così portava fuori zona Palomino e la difesa della Dea si è trovata spesso scoperta. Come sul secondo gol, arrivato addirittura su rinvio di Reina: Immobile, poco più in là del centrocampo, ha spizzato per Correa che tutto solo è arrivato in buca.
Gasp nella ripresa ha speso tutta la cavalleria (subito Malinovoskyi, poco dopo Pasalic al rientro e Muriel) e alla mezzora un guizzo del colombiano con un tiro sul palo su cui Pasalic è andato in tap in, ha riacceso le speranze. Ma è stato un’episodio sporadico. La Dea attaccava senza un piano preciso, forse anche un po’ in confusione per i troppi cambi. La Lazio era più quadrata, più pulita nelle azioni: dava sempre l’idea di sapere cosa fare. E quattro minuti dopo ha chiuso la sfida sfruttando il poco equilibrio dei rivali. Milinkovic, che ha giocato una gara quasi perfetta, ha pescato Pereira che ha regalato un assist "basta spingere" a Muriqi per il primo gol kosovaro in Serie A. I due erano entrati da poco. Antichi difetti. L’Atalanta aveva messo in conto di rischiare, perché ha la testa anche alla semifinale di coppa Italia col Napoli. Altrimenti non si spiega quel Pessina, l’uomo più in forma della Dea, lasciato in panca. Ma ha pagato i soliti difetti, le disattenzioni difensive. Detto di Palomino, anche Toloi, messo a sinistra per fare da guardiano a Milinkovic, è stato portato in giro per il campo. Senza intensità , perché la Dea ieri non l’ha avuta, e pressing è più difficile coprire i varchi quando giochi uomo contro uomo. E Inzaghi ne ha approfittato.