Domenica 2 marzo 2014 - Firenze, stadio Artemio Franchi - Fiorentina-Lazio 0-1 2 marzo 2014 - Campionato di Serie A - XXVI giornata - inizio ore 20.45
FIORENTINA: Neto, Tomovic, Gonzalo Rodriguez, Savic, Pasqual, Mati Fernandez, Aquilani, Ambrosini (57' Anderson), Joaquin (57' Gomez), Matri (73' Wolski), Cuadrado. A disposizione: Rosati, Lupatelli, Roncaglia, Compper, Bakic, Vargas, Ilicic, Matos. Allenatore: Montella - in panchina Russo per squalifica del tecnico titolare.
LAZIO: Marchetti, Konko (63' Novaretti), Ciani, Cana, Radu, A. Gonzalez, Ledesma (46' Onazi), Biglia, Candreva, Lulic, Perea (89' Keita). A disposizione: Berisha, Strakosha, Biava, Cavanda, Pereirinha, Mauri, Felipe Anderson, Kakuta, Lombardi. Allenatore: Reja.
Arbitro: Sig. Banti (Livorno) - Assistenti Sigg. Vuoto e Padoan - Quarto uomo Sig. Barbirati - Assistenti di porta Sigg. Massa e Giacomelli.
Marcatori: 5' Cana.
Note: ammonito Ambrosini per simulazione, Ciani, Lulic, Tomovic e Pasqual per gioco falloso. Angoli: 7-6. Recuperi: 2' p.t. e 3' s.t. .
Spettatori: 4.656 paganti per un incasso di euri 87.957 e 23.832 abbonati per una quota di euri 371.012.
La Gazzetta dello Sport titola: "Fiorentina-Lazio 0-1, curve vuote per i primi 10', intanto Cana segna. Finisce male la giornata dell'orgoglio Viola: colpaccio di Reja contro una squadra priva di Pizarro e Borja Valero, riscattata la brutta figura di Sofia".
Continua la "rosea": Finisce male la giornata dell'orgoglio Viola. La Fiorentina, priva di Pizarro, Borja Valero e dell'allenatore Montella in panchina viene piegata in casa da una Lazio che riscatta così immediatamente la delusione di Europa League patita giovedì scorso a Sofia. Vittoria di misura, ma tutto sommato meritata quella degli ospiti. Che aggrediscono la partita con maggiore concentrazione rispetto a i padroni di casa e non mollano un centimetro neppure nel finale quando le forze vengono meno per lo sforzo compiuto appena 72 ore in Bulgaria (sono solo tre i cambi operati da Reja rispetto alla gara con il Ludogorets). La Fiorentina paga invece una giornata storta in cui la volontà mostrata dai suoi giocatori è stata pari alla confusione che hanno fatto nello sviluppare la manovra. Si parte con la protesta dei tifosi di casa che decidono di entrare allo stadio con dieci minuti di ritardo per manifestare il loro dissenso nei confronti della classe arbitrale. Rea, secondo loro, di aver penalizzato ripetutamente la propria squadra. E così il silenzio del Franchi finisce con l'anestetizzare l'inizio di gara dei padroni di casa. La Lazio ne approfitta e va subito in vantaggio con un gol da cineteca di Lorik Cana. Angolo di Candreva, Gonzalo Rodriguez prova a rinviare di testa, ma riesce solo a sfiorare la palla che finisce dalle parti del difensore albanese. Cana non ci pensa su due volte e si esibisce in una sforbiciata alla Carlo Parola con cui annichilisce Neto. E' l'1-0 per gli ospiti dopo appena cinque minuti di gioco.
Al 10' i tifosi di casa entrano sugli spalti e la Fiorentina comincia a giocare. E tanto per alimentare ancor di più le polemiche ecco subito un episodio da moviola nell'area laziale. Ambrosini finisce a terra dopo un presunto contatto con Biglia, l'arbitro Banti che è a pochi passi opta per la simulazione ed ammonisce l'ex milanista che si scusa con il direttore di gara. La squadra di casa insiste alla ricerca del pareggio, ma non trova sbocchi. Pesano le assenze delle due fonti di gioco Pizarro e Borja Valero, ma pesa anche il pressing a tutto campo della Lazio. Qualcosa comunque la squadra viola produce. L'occasione migliore per il pareggio capita sulla testa di Rodriguez, ma la sua pronta girata finisce di poco sulla traversa. La palla-gol più ghiotta del primo tempo è però ancora della Lazio a pochi minuti dall'intervallo. [Candreva Antonio|Candreva]] guadagna l'out sinistro da dove scodella in mezzo all'area per Konko la cui deviazione si stampa sulla traversa. La ripresa comincia con un cambio nelle file della Lazio. Ledesma, reduce da due duri scontri, non rientra in campo, al suo posto c'è Onazi. L'allenatore della Fiorentina Russo (Montella è squalificato) aspetta invece 12 minuti per effettuare i primi cambi. Escono Aquilani e Joaquin ed entrano Anderson e Gomez. Chiaro l'intento del tecnico di dare maggiore peso offensivo alla sua squadra. Prima di uscire Joaquin sfiora il pareggio con una conclusione che finisce di poco alta al termine di una bella iniziativa sulla fascia di Cuadrado.
La Fiorentina si butta in avanti più con il cuore che con la testa, si rende pericolosa solo con tiri dalla distanza e lascia il campo aperto alle ripartenze della Lazio. Onazi va vicinissimo al raddoppio in un paio di circostanze: nella prima tira debolmente e Neto neutralizza, nella seconda il nigeriano s'impappina al momento della finalizzazione. Scampato il pericolo la Fiorentina si rituffa in avanti. E sfiora il pareggio in due occasioni. Prima con un tiro di Anderson che Marchetti alza sopra la traversa, poi è Aquilani ad avere sulla testa la palla giusta per l'1-1, ma Marchetti si supera e manda in angolo. Le speranze dei viola di agguantare la Lazio si spengono qui.
Il Corriere dello Sport titola: "Grande Lazio oltre l’Europa. A Firenze una prodezza di Cana regala subito a Reja il riscatto dopo l’incredibile eliminazione di Sofia".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: La Fiorentina ha giocato una delle sue più brutte partite della stagione e la Lazio l’ha giustamente punita, aprendo non una crisi ma una fase di attenta riflessione a Firenze: nelle ultime sei partite ha vinto solo una volta, mentre in casa, nelle ultime tre gare ufficiali, i viola hanno fatto un pareggio con i modesti danesi dell’Esbjerg, hanno perso con l’Inter (sempre più vicina in classifica) e ieri sera con la Lazio. Che ha meritato i 3 punti senza discussione, per come ha giocato nel primo tempo (grazie alla guida di Ledesma), per il capolavoro sul gol di Cana, per la traversa di Konko e per le occasioni nitide e ripetute in contropiede nella ripresa. La Fiorentina ha giocato male sul piano tecnico, sommando errori nei lanci e negli appoggi. La Lazio invece ha cancellato l’eliminazione in Coppa: se serviva una risposta, è arrivata con grande puntualità . Cinque minuti e la partita è scappata dalle mani della Fiorentina, così morbida e involuta da consegnarsi in fretta alla Lazio. Il gol è stato un capolavoro tecnico, una rovesciata del difensore Cana dopo un...assist di testa di Gonzalo Rodriguez e un angolo di Candreva. Un gol così lo possono segnare Cristiano Ronaldo e Messi, l’ha fatto Cana fra la sorpresa generale e lo ricorderà per tutta la carriera. Quando la Lazio è passata in vantaggio, lo stadio era quasi deserto, la gente s’era annidata sotto le tribune per dare vita alla protesta contro la classe arbitrale; c’era un’atmosfera strana, non da partita di calcio, non da Franchi di queste stagioni. Vuote le tribune, vuota la squadra, ma quando la gente è tornata a tifare, la Fiorentina non è tornata a giocare. La Lazio era messa bene in campo, diretta da Ledesma il cui primo errore risaliva al 33' del primo tempo. Il regista stava facendo tutto bene, aiutato da Biglia e soprattutto da Candreva che a destra perforava il perforabilissimo Pasqual.
Era dietro che la Fiorentina sbandava alla prima leggera pressione. Gli attacchi laziali non erano furiosi, ma bastava poco per far tentennare Gonzalo, Savic, Tomovic e Pasqual. Certo, era mezza Fiorentina, l’assenza di Pizarro e Borja Valero (per la prima volta fuori tutt’e due contemporaneamente), oltre a quella di Rossi (con Gomez in panchina) aveva abbassato il livello di gioco dei viola, però anche a Reja mancavano una certezza come Dias in difesa e un bomber come Klose in attacco. La Fiorentina era guidata da Aquilani, ma ai suoi fianchi Ambrosini e Mati Fernandez faticavano a saltare il centrocampo laziale. Montella, in tribuna per squalifica, aveva scelto il fianco sinistro per attaccare Reja, o almeno questa era la sua intenzione visto che su quella fascia era partito con Pasqual-Mati Fernandez-Cuadrado, il trenino più veloce della squadra, ma Konko e Gonzalez hanno retto senza problemi. La stanchezza del giovedì di Coppa pesava meno sulla Lazio che sulla Fiorentina, il cui primo e unico tiro nello specchio del primo tempo è arrivato al 37' su punizione centrale di Pasqual. Ma quando la squadra di Reja aveva un po’ di spazio e spingeva, la difesa viola continuava a barcollare. Come al 43', quando Candreva ha fatto secco Tomovic a sinistra, piazzato in area la palla che ha superato la testa di Perea ma non il destro di Konko che l’ha stampata sulla traversa. Quello che restava negli occhi del primo tempo viola erano gli errori continui e talvolta incredibili (visti i protagonisti) nei passaggi, nei lanci e nelle uscite dei difensori. Non c’era mai la misura giusta. In pratica, quello che è sempre stato il vanto, il pregio della Fiorentina di Montella ieri sera era il suo difetto, la sua condanna.
Reja ha perso Ledesma per infortunio ed è stato un brutto colpo sul piano della manovra perché era lui a gestirla. Con Onazi non era la stessa cosa, nel senso che il giovane nigeriano avrebbe portato corsa e ripartenze, anche a ritmo sostenuto, ma non l’equilibrio e il calcio di Ledesma, ovviamente. Alla guida della Lazio è passato Biglia. Dalla tribuna Montella ha cambiato la squadra dopo quasi un’ora, con Anderson al posto di Ambrosini e Gomez per Joaquin. La Fiorentina giocava col doppio centravanti, Matri al fianco di Gomez. Reja ha risposto con Novaretti per Konko e la difesa a tre, Ciani, Novaretti e Cana per le due punte viola. La partita si è spostata tutta nel centrocampo della Lazio, dove ce la spingevano la forza e la rabbia di Aquilani, ma la squadra di Reja ripartiva rapida in contropiede con Candreva e un paio di volte si è avvicinata al raddoppio. Gonzalo ha fatto finalmente il difensore e per tre volte ha stoppato i tiri laziali nella sua area. Ci ha messo una pezza Neto su Onazi e nel finale, per due volte, il resuscitato Marchetti ha tolto dalla porta i palloni di Anderson e Aquilani.
Il Messaggero titola: "Lazio, impresa a Firenze per riprendersi l’Europa".
Prosegue il quotidiano romano: La Lazio è viva e la risposta forte arriva da Firenze. La squadra riparte, dopo la delusione in Bulgaria, con una vittoria limpida e meritata ben oltre il punteggio, al culmine di una gara dominata per lunghi tratti. Nessuno ha voglia di andare in vacanza e la rabbia diventa spinta positiva, che demolisce un avversario mai in partita costretto ad arrendersi alla superiorità tecnica e fisica. Reja perde Klose, ma recupera Konko e questo gli consente di confermare la difesa a 4 con Marchetti in porta. Fiducia al titolare, anche dopo la serataccia di Sofia, scelta condivisibile sotto il profilo psicologico. Marchetti, per tutto il primo tempo, non viene impegnato e vede davanti a sè qualche mischia e qualche pallone finire alto sulla traversa di Joaquin e Rodriguez. Ma nel finale è presente e reattivo a salvare il successo. La Lazio vuole dare un senso concreto al finale di stagione e allora impugna subito la partita con massima determinazione. La Fiorentina, che sconta assenze pesanti, è alle corde, annichillita dall’aggressività dei biancocelesti, subito in rete con una bella acrobazia di Cana, svelto a sfruttare una dormita generale della difesa viola su azione di calcio d’angolo. Per almeno un quarto d’ora, fino a quando i tifosi della curva non prendono posto nello stadio, dopo la protesta contro il sistema arbitrale, non c’è traccia della squadra di Montella. La Lazio, ben disposta in campo e incisiva sulle fasce, detta legge e sfiora il raddoppio con Candreva.
Aquilani prova a svegliare i compagni che, però, si muovono poco senza palla e soffrono l’assetto tattico della Lazio, pronta a difendere a pieno organico. Non ci sono spazi, dove affondare la manovra, non c’è linea di passaggio e le azioni si sviluppano o per vie orizzontali, o con lanci lunghi. La Lazio si difende con ordine e riparte in velocità , sempre con Lulic e Candreva, che mettono in costante difficoltà Tomovic e Pasqual che, giocando troppo alto, finisce per dare troppa libertà al diretto avversario. Candreva, quando può affondare la falcata, diventa inarrestabile e costringe Savic a uscire per il raddoppio, una situazione alla quale Montella non riesce a porre rimedio. Da un cross dell’esterno romano nasce l’azione più importante per il raddoppio ma il tiro di Konko si stampa contro la traversa. La Fiorentina rumina calcio lento e prevedibile e, in attacco, Matri è evanescente e sempre bloccato dal ruvido ma efficace Ciani. Il centrocampista argentino Ledesma, toccato duro un paio di volte, è costretto a restare negli spogliatoi e Reja lo sostituisce con Onazi che entra subito nel vivo della sfida. La Lazio si conferma più squadra, per organizzazione, applicazione, capacità di difendersi e ripartire. Purtroppo sciupa calcio a volontà e tiene a galla una Fiorentina senza costrutto, che affida a Matias le uniche possibilità di creare qualche pericolo. Candreva, Gonzalez e Onazi sprecano solari opportunità per chiudere il conto. Quando Montella getta nella mischia anche Gomez, Reja inserisce Novaretti e passa alla difesa a 3 che, con Radu a sinistra e Lulic a destra, diventa spesso a 5 quando l’esterno bosniaco deve fronteggiare le incursioni di Pasqual che attacca la profondità con maggior continuità . Nel finale la Fiorentina (una vittoria nelle ultime 6 giornate) tira fuori tutto l’orgoglio e Marchetti è superlativo su Anderson e Aquilani, giustificando la scelta del tecnico. Due parate che mettono in cassaforte la terza vittoria esterna della gestione Reja e che tiene in corsa la Lazio per l’Europa.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
E’ già un poster a grandezza naturale. Il pallone che scende, Cana che s’alza in cielo, lo raggiunge e lo colpisce. Una frustata, un gol, un capolavoro. Una sforbiciata, un colpo da bomber vero, alla Piola tanto per citare un grande laziale. Grazie del fiore, Lorik: "Da piccolo facevo l’attaccante, mi sono rimasti alcuni riflessi, è frutto dell’istinto. In quei casi non devi pensare, se pensi è già troppo tardi". Non ha pensato, ha spiccato il volo, è stato un decollo, che bellezza. Quella perla va vista e rivista al rallentatore, va gustata: "Un gol simile l’avevo segnato in Francia, a Marsiglia. Sono contento perché il gol è servito per la vittoria, i tre punti sono meritati, ci danno fiducia. Ora dobbiamo vincere contro l’Atalanta in casa altrimenti questi punti saranno persi, dobbiamo valorizzarli, cerchiamo continuità ". Solo gol belli quelli firmati da Lorik Cana, il difensore-goleador, ex attaccante ai tempi delle giovanili, delle partitelle amatoriali. La prodezza di ieri richiama quella di Mauri siglata contro il Napoli in passato. Cana certi colpi li tiene in canna, sia concesso il gioco di parole. A Genova, contro la Sampdoria, s’era lanciato in volata, aveva dribblato mezza difesa blucerchiata, aveva infilato il pallone nell’angolino giusto. Quella rete aveva regalato un punto prezioso, all’ultimo soffio, sembrava finita la partita, invece non lo era. La dedica di Firenze è speciale: "Credo che la mia famiglia abbia visto la partita in televisione, non lo so. Loro sono a Marsiglia, in contemporanea c’era la partita tra Marsiglia e Paris Saint Germain. Mio papà stava malissimo con la schiena, chissà se avrà saltato al mio gol (risata, ndi). Dedico questo gol ai miei genitori, a tutti i miei parenti".
Klose? No, Cana. Il guerriero ha trascinato la Lazio: "E’ stata una vittoria importante per il nostro cammino, bellissima. La Fiorentina è un’avversaria forte, aveva qualche assenza, ma pratica un calcio fluido e sa rendersi sempre pericolosa. La Lazio ci ha messo la mentalità giusta, peccato non aver raddoppiato, avremmo potuto chiudere la partita prima. Siamo stati più vicini noi al 2-0 che loro all’1-1". Cana s’è complimentato con la squadra, ma c’è ancora qualcosa da migliorare: "Siamo stati molto bravi, abbiamo parlato molto in campo, comunicavamo tra di noi. Dobbiamo migliorare dal punto di vista del gioco, ci manca ancora qualcosa nella fase di finalizzazione, creiamo tante occasioni, a volte le sprechiamo". Dopo il gol-capolavoro ha raggiunto la panchina, ha abbracciato l’amico Berisha, il secondo portiere. Ma Cana, a Lazio Style Radio, ha abbracciato idealmente Marchetti dopo la prova di Sofia: "Marchetti lo conosciamo, il suo valore non è in dubbio. Al di là delle parate, delle opportunità in cui si è messo in mostra, è sempre presente, conosce benissimo la squadra, ci sta vicino, è una presenza importante per noi. Magari questo in televisione non si vede, ma lui parla, ci guida. Siamo contenti che abbia giocato e che abbia fatto benissimo. Non abbiamo concesso molte occasioni alla Fiorentina, quelle poche che hanno avuto sono state bloccate da Federico". Il gol di Cana e una prova maiuscola di tutti, questa è la Lazio che vogliamo vedere, fatta di gente dai modi spicci, capace di tirare fuori dal cilindro colpi memorabili e vittorie preziosissime. I complimenti, Cana, li ha fatti anche a Biglia: "Biglia è un giocatore molto forte, siamo contenti che sia arrivato, dà tanto alla squadra. Può giocare in vari ruoli, ha fatto anche il regista davanti alla difesa ad un certo punto, la sua è stata una grande prestazione".
No, non è ancora finita la stagione della Lazio. Terzo colpo in trasferta, 18 punti in 9 giornate, alla media di due a partita, meno 3 dal quinto posto dell’Inter. Orgogliosa, indomabile e infinita la squadra di Reja. Stava già correndo. Ora viaggia a velocità irresistibile. Ci voleva la contestazione dell’Olimpico a Lotito per trasferirle altro carattere e piegare il Sassuolo nella notte più complicata. Non è bastata la delusione di Sofia per mandarla al tappeto. La Lazio si è rialzata subito e ha sbancato Firenze. Un’impresa vera, perché all’assenza di Dias si erano aggiunti gli infortuni di Biava e Klose. E tutti sarebbero stati pronti a processare il generale friulano per la fiducia accordata a Marchetti dopo la notte bulgara. E invece Edy ha fatto bingo. Viola al tappeto, il portiere ritrovato, il gol decisivo di Cana, le prove brillanti di Perea e Onazi. "Ho dei bravi ragazzi, li conoscevo. Marchetti è stato lapidato, non mi aspettavo succedesse a un personaggio così, era stato lontano dai campi per due mesi, qualche errore può capitare. Le ho sentito io le critiche, le ha sentite lui. Ma bisogna avere forza delle proprie convinzioni. Gli ho detto: Andiamo avanti sino a quando non ritrovi la condizione. Ho piacere per lui, per la squadra. Venivamo dalla sconfitta di Ludogorets che non meritavamo e che è maturata in circostanze particolari e anche per nostre colpe" ha raccontato il friulano, euforico e rilassato.
Questa potrebbe essere davvero la svolta per la Lazio. "La vittoria ci dà serenità e convinzione. Ho un gruppo di ragazzi straordinario. Abbiamo vinto 1-0 ma ci sono state quattro o cinque occasioni per raddoppiare e Konko ha colpito una traversa. La Fiorentina ha combinato poco, a parte un colpo di testa di Aquilani con una bella parata di Marchetti. Dovremmo essere più cinici. Potevamo chiudere prima la partita, ma va bene così. Prendiamoci i tre punti". Ha messo forze fresche e ha avuto ragione. "I giovani sono bravi, bisogna crederci quando è il momento. Lavoriamo sui ventenni per un discorso di prospettiva, ma devono entrare in un impianto collaudato". Benissimo Perea, che aveva stupito anche a Sofia in Europa League. "Sul piano del movimento lavora il doppio di Klose. Brayan in queste due partite ha fatto un lavoro straordinario. Ha impegnato i due difensori centrali della Fiorentina e ha continuato anche quando sono diventati tre. Veniva da una prova intensa di Sofia. Ora dovrò farlo riposare per una settimana". Reja ha sorriso prima di dare un consiglio a Lotito e ai tifosi. Messaggi diplomatici. La Lazio domenica tornerà in un Olimpico deserto. "Il presidente, lo sa chi lo conosce bene, è abituato al dialogo. Gli ho detto di chiudere il passato, di avvicinarsi ai tifosi, di sotterrare l’ascia di guerra. La Lazio senza i tifosi non può esistere. Sono la forza di società , presidente, squadra. Solo dei cori contro Lotito, situazione irreale, così non si può giocare. Questa squadra va aiutata. Tutti abbiamo dei difetti. Da qui alla fine, poi magari contesteremo". E’ stata una prova d’orgoglio. "I ragazzi hanno voluto veramente vincere, erano rimasti male per le critiche feroci. La Fiorentina era motivata, mancavano giocatori importanti, ma è lo stesso una grande squadra. Si vede da come palleggia. Dev’essere destino. Da qui vado via spesso contento. Quando è entrato Gomez, siamo passati a tre dietro". E’ in corsa per l’Europa. "Viviamo alla giornata, ci sono squadre di grande valore, cercheremo di fare il massimo".