18 febbraio 2016 - Istanbul (Turchia), Spor Kompleksi Ali Sami Yen - Europa League - Sedicesimi di finale, gara d'andata - inizio ore 21.05
GALATASARAY: Muslera, Denayer, Koray Günter, Hakan Balta, Carole (71' Adin Olçan), Donk, Chedjou, Sabri Sarioglu (78' Umut Bulut), Selçuk Inan, Sneijder (90' Oztekin), Podolski. A disposizione: Gonen, Rodriguez, Bilal Kisa, Semih Kaya. Allenatore: Denizli.
LAZIO: Marchetti, Konko, Mauricio, Hoedt, Radu, Milinkovic-Savic, Biglia, Parolo, Felipe Anderson (58' Candreva), Matri (70' Klose), Lulic (90' Mauri). A disposizione: Berisha, Bisevac, Cataldi, Djordjevic. Allenatore: Pioli.
Arbitro: Sig. Oliver (ENG) - Assistenti Sigg. Burt e Beswick (ENG) - Assistenti arbitrali aggiunti Sigg. Pawson e Madley (ENG) - Quarto arbitro Sig. Brooks (ENG) - Delegato Uefa Sig. Findlay (SCO).
Marcatori: 12' Sabri Sarioglu, 21' Milinkovic-Savic.
Note: osservato un minuto di silenzio e le due squadre hanno giocato con il lutto al braccio in memoria delle vittime dell'attentato ad Ankara del giorno precedente. Ammonito al 20' Donk e al 60' Parolo per gioco falloso, al 77' Biglia per proteste. Angoli 3-8. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 40.000 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "Un Gala che non fa paura. Il pari è poco per la Lazio. La squadra di Pioli gioca meglio dei turchi e meriterebbe di vincere. Va sotto per l'unico errore della difesa, poi rimedia con Milinkovic".
Continua la "rosea": L'ostacolo più temuto è superato senza danni e anzi con qualche rimpianto. La Lazio avrebbe meritato la vittoria, ma il pareggio che la squadra di Pioli porta via da Istanbul è comunque un mezzo passo verso gli ottavi, perché era qui che il Galatasaray faceva paura. Ma l'inferno non è più quello di una volta - anche perché il leggendario Ali Sami Yen è stato demolito - e anche il Diavolo giallorosso, in crisi in campionato, non si sente poi così bene. Il temuto ambiente della Turk Telekom Arena, dove l'ultima volta sotto la neve era caduta rovinosamente l'ultima Juventus contiana di Champions, alza il volume ma non a piena voce. Le seggioline vuote sono tante, effetto - forse - degli attentati di Ankara e Diyarbakir. Le vittime all'interno dello stadio vengono ricordate con un minuto di silenzio interrotto solo dal coro "i martiri non muoiono" mentre fuori Istanbul dissimula la preoccupazione con il solito caos metropolitano, senza controlli particolari da parte delle forze dell'ordine. Il Galatasaray fa poco per alzare la temperatura, che l'allenatore Denizli tiene bassa con una formazione di poco senso. Tutti a dipingere il Gala come squadra forte in attacco e vulnerabile in difesa, e allora il tecnico turco rinforza gli ormeggi: Inan a uomo su Biglia, Chedjou a centrocampo, Podolski punta centrale in un ruolo che non gli appartiene (Burak Yilmaz se n'è andato in Cina) e Sneijder immalinconito a sinistra e sostituito poco prima della fine per un cambio disapprovato dai fischi dei tifosi.
Ma è la fase difensiva a non funzionare. Il Galatasaray non viene aiutato dall'unica distrazione commessa dalla Lazio - con annesso errore millimetrico del guardalinee - che porta al vantaggio (immeritato) dei turchi con Sarioglu, liberato dal taglio di Donk. Il tifo del pubblico giallorosso si anima, ma l'onda vocale che rimbalza da una parte all'altra delle ripidissime tribune non agita l'animo di una Lazio stretta e dalle idee chiare, che pareggia quasi subito sfruttando uno dei sette calci d'angolo del primo tempo grazie a una testata solitaria di Milinkovic. È il sesto gol laziale da calcio piazzato, nessuno ha fatto meglio in questa Europa League. E il bottino potrebbe migliorare ulteriormente se l'ex Muslera non piazzasse un paio di paratone (su Mauricio e Parolo) o se Milinkovic non peccasse di superficialità cercando il tacco davanti al portiere. È una delle non poche occasioni - compresi un paio di rigorini invocati - che provocano i rimpianti: un peccato distillare il solo golletto del pareggio a fronte di una supremazia netta. La Lazio fatica un po' soltanto quando deve salire da dietro. Non per il pressing turco che non c'è ma solamente per oggettive mancanze tecniche dei centrali di difesa in costruzione, ai quali un Biglia più lento del solito nel cucito corto non dà una grande mano. Ma una volta superata la prima linea di opposizione i giocatori biancocelesti si muovono compatti con una linea di quattro verso la porta avversaria e raddoppiano sulle fasce dove gli esterni turchi non tornano. Mancano la precisione, i guizzi di Felipe Anderson, un po' di cinismo di Milinkovic: nemmeno gli ingressi dei califfi Candreva e Klose rimediano, nonostante l'impegno. L'impressione del dominio è confermato dai numeri: per la Lazio il bilancio è di 7 tiri in porta e 3 fuori, per il Gala 3 nello specchio e appena uno fuori, Umut Bulut di testa all'89', ultimo brivido di una serata meno torrida del previsto.
Il Corriere dello Sport titola: "Milinkovic gol pesante. La Lazio c'è. Pari in rimonta, con l'arbitraggio a sfavore: passo verso gli ottavi".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: L'arbitro ingese Oliver tiene in corsa il Galatasaray. Un gol viziato da fuorigioco, due rigori clamorosi non concessi alla Lazio. E' finita in pareggio: non si sa come considerando episodi e occasioni fallite sotto porta. Un film già visto a Istanbul con la solita regia dell'Uefa: il club biancoceleste è nel mirino da tempo. Tre anni fa lo soozzese Collum condannò Petkovic nei quarti con il Fenerbahce. Questa volta Pioli ha anoora ampie possibilità di eliminare i turchi e volare agli ottavi, ma ci sarà da soffrire giovedì prossimo all'Olimpico. Rabbia e rimpianti, perché nonostante l'arbitraggio casalingo, la Lazio avrebbe potuto e dovuto vincere. Un eccesso di frenesia e di imprecisione nell'ultimo passaggio ha vani?cato un volume di gioco che avrebbe meritato almeno un altro gol. La Lazio resta imbattuta in Europa ed esce a testa altissima da un campo difficile: battere fuori casa il Galatasaray, anche se non è più lo squadrone di due anni fa, sarebbe stata un'impresa. Denizli si è coperto rispetto alle previsione. Ha tolto un centravanti (Bulut) e ha inserito un altro difensore centrale (Hakan Balta) nel blocco dei titolari, ruotando diverse posizioni. Atteggiamento intelligente, perché voleva togliere i riferimenti nelle marcature alla Lazio. Podolski attaccante di movimento, Sneijder vero e proprio regista ma defilato a sinistra, dove saliva Carole e il capitano Inan su Biglia con Chedjou avanzato a centrocampo.
La Lazio ha faticato qualche minuto a prendere le misure. Parolo e Milinkovic non sapevano chi andare a marcare, Biglia non aveva libertà e il giro-palla lento del Galatasaray teneva in costante apprensione. Così, alla prima occasione, i turchi sono passati in vantaggio. Donk si è inserito in profondità. Inan si era abhasato a prendere palla e nessuno lo aveva seguito. Il capitano del Galatasaray ha alzato lo sguardo e ha sorpreso Mauricio e Hoedt con un lancio a scavalcare l'intera linea difensiva della Lazio. Donk si è ritrovato, scattando in posizione di leggero fuorigioco, davanti a Marchetti. L'olandese ha appoggiato a Sarioglu, libero di appoggiare in rete. Colossale ingenuità, un altro gol preso a "palla scoperta". Poteva essere l'inizio della fine, invece la Lazio non si è scomposta, lasciava il possesao ai turchi (all'intervallo 6l% contro 39%), ma era decisamente più pericolosa quando verticalizzava. Matri ha protestato due volte, reclamando il rigore, prima perché è stato travolto da Muslera in uscita (Olivera ha ingnorato) e due minuti dopo, lanciato da Lulic, quando lo ha anticipato in spaccata Denayer, bravo a intervenire sulla palla. Al2l' la Lazio è riuscita a pareggiare. Break di Radu, palla recuperata e poi Donk lo ha steso. Sul calcio di punizione di Biglia, Milinkovic era solo sul secondo palo e ha colpito di testa, battendo Muslera.
Il Galatasaray ha accusato il colpo, la Lazio avrebbe potuto trovare il raddoppio. Felipe, ancora troppo timido, quando allungava il passo, riusciva a trovare spazio, ma non concludeva. Poi sono state le prodezze di Muslera a negare il gol a Parolo (da fuori) e Mauricio (di testa su angolo). Milinkovic, invece di tirare, ha tentato un improbabile colpo di tacco. Trpppa grazia e qualche rimpianto: all'intervallo 4 occasioni nitide per la Lazio, 7 tiri di cui 5 nello specchio, 6 angoli. Nella ripresa la Lazio ha accentuato la pressione, il Gala si era chiuso dietro e tentava solo di ripartire. Aveva allentato la pressione su Biglia, che ha cominciato a far girare palla senza disturbo. Controllo pieno della partita, buon fraseggio, mancava l'assist giusto. Pioli ha tolto Felipe per Candreva e poi ha inserito Klose al posto di Matri, che si era divorato un'occasione limpida cercando il passaggio lungo invece dell'appoggio facile a Parolo. L'ingresso del tedesco ha dato un'altra pericolosità alla Lazio. Olcan Adin ha intercettato con il braocio (altro possibile rigore) un suo servizio a Candreva, Milinkovic ha messo fuori di testa da posizione ravvicinata e poi di sinistro ha appogato in bocca a Muslera. L'ultimo sussulto, in pieno recupero, con il cross di Candreva troppo lungo per Klose. Il Galatasaray ha ringraziato.
Il Messaggero titola: "Lazio, l'Europa regala sorrisi. A Istanbul una prova di personalità. Milinkovic risponde al gol di Sabri. Contro il Galatasaray i biancocelesti reclamano anche due calci di rigore".
Prosegue il quotidiano romano: La Lazio d'Europa non ha tradito le attese e così ha conquistato un prezioso pareggio in Turchia, che renderà meno problematico il ritorno di giovedì prossimo all'Olimpico, un risultato che potrebbe spalancare le porte della qualificazione. Un pareggio più imposto che subito, grazie a una prova di spessore che ha evidenziato anche una bella risposta al vantaggio dei turchi, annullato nello spazio di otto minuti. Ha affrontato il Galatasaray a viso aperto, senza tatticismi e decisa a giocarsi la partita nell'intento di segnare quel gol pesante. La sfida diventava quindi subito vivace e combattuta con i biancocelesti in grado di ribattere colpo su colpo e, per lunghi tratti della prima frazione, anche capace di comandare la manovra. Una Lazio tonica e determinata, aggressiva sulle fasce con Lulic a sinistra e Anderson a destra. I giallorossi hanno quindi stentato a imporre l'iniziativa perché hanno trovato Parolo, Milinkovic e Biglia pronti sia al pressing, che a chiudere i varchi con continui raddoppi e grandi sacrifici tattici. Purtroppo la solita amnesia difensiva, di Radu in particolare, offriva al Galatasaray l'opportunità per il vantaggio e Sabri non sbagliava l'uno a zero da sotto misura.
Il gol inacassato non demoralizzava la formazione di Pioli, sempre in partita, che trovava subito la reazione. Matri esitava troppo davanti a Muslera e si lasciava anticipare da un difensore, con il sospetto di un intervento da rigore. Ma, dopo appena un minuto, una discesa di Radu veniva stroncata fallosamente (giallo per il turco) e Milinkovic capitalizzava di testa, con la complicità di Muslera, la punizione scodellata da Biglia. L'ex portiere laziale, però, si riscattava con due interventi importanti su Mauricio (di testa) e, soprattutto, su un velenoso destro basso e angolato di Parolo, deviato in corner. Una bella Lazio che dimostrava di saper tenere testa alla blasonata squadra turca e che chiudeva con qualche rimpianto ma sicuramente dando una bella impressione di forza. Nel secondo tempo la gara diventava più chiusa, con il Galatasaray che costringeva l'avversario nella propria metà campo per alcuni minuti. La Lazio pensava soprattutto a tenere il campo con ordine chiudendo i varchi e puntando su alcune giocate di rimessa. Anderson, ancora una prova senza squilli, spegneva il suo furore e veniva sostituito da Candreva per garantire maggiore freschezza. La sfida viaggiava comunque su binari di equilibrio anche se i turchi gettavano in campo ogni risorsa per provare a vincere.
L'incontro, pur conservando intatti i contenuti atletici, finiva per mettere in sordina gli aspetti più tecnici ed emozionanti con i portieri mai chiamati a interventi di particolare rilievo. Il Galatasaray si affidava soprattutto alla fantasia di Snejider, per armare il veloce contropiede, ma l'ex interista non trovava quasi mai la misura nei passaggi filtranti mentre Pioli gettava nella mischia anche Klose. Superato il periodo più sofferto i biancocelesti tornavano ad aggredire la metà campo giallorossa e la partita riprendeva quota. Insomma la Lazio non ha mai rinunciato all'idea di poter vincere il primo round e ipotecare il passaggio del turno e Milinkovic, ancora di testa, sfiorava il gol del successo. Klose reclamava il rigore, per un tocco di mano sulla scivolata di un difensore, la difesa turca era chiamata a un super lavoro per tenere a bada le offensive laziali mentre Marchetti vedeva sfilare di poco alto sulla traversa un pericoloso colpo di testa sul quale si chiudeva la serata.
Il sito web Uefa.com commenta così la gara:
La Lazio resta imbattuta in UEFA Europa League e si avvicina alla qualificazione agli ottavi. All'Ali Sami Yen i Biancocelesti inchiodano sull'1-1 il Galatasaray, un risultato più che positivo in vista del ritorno: è Sergej Milinkovic-Savic a rispondere al vantaggio di Sabri Sarioglu. La squadra di Stefano Pioli ha tenuto ottimamente il campo nell'andata dei sedicesimi e per larghi tratti è stata superiore ai campioni di Turchia, "retrocessi" dalla UEFA Champions League. Anzi, la sensazione è che con un pizzico di convinzione in più avrebbe potuto portare a casa anche una vittoria: giovedì prossimo, per completare l'opera all'Olimpico, sarà comunque sufficiente anche un pareggio 0-0. I Biancocelesti partono bene. Felipe Anderson impegna dopo appena tre minuti l'ex Fernando Muslera, al 10' ha una grande occasione Marco Parolo che però calcia troppo debolmente e non impensierisce il portiere uruguaiano. Al 12', con una fiammata, è il Galatasaray a passare. Un lancio pesca sul filo del fuorigioco Ryan Donk, l'assist dell'olandese per Sabri Sarioglu è perfetto e il numero 55 in maglia Giallorossa insacca l'1-0. La Lazio invoca il rigore in due occasioni, per altrettanti interventi su Alessandro Matri, ma dopo nove minuti trova il pareggio. Sulla punizione dalla sinistra di Lucas Biglia, Sergej Milinkovic-Savic svetta più in alto di tutti e beffa Muslera, che non riesce a trattenere il pallone. Il pareggio rincuora la squadra di Pioli, che si rende ancora pericolosa con un colpo di testa di Maurício e con una conclusione di destro di Felipe Anderson.
Prima dell'intervallo il portiere del Galatasaray si esalta ancora su un destro di Parolo, deviato in angolo. Nella ripresa Pioli decide il primo cambio, inserendo Antonio Candreva al posto di Felipe Anderson; i ritmi sono più bassi e le occasioni latitano. Wesley Sneijder inventa un gran colpo di tacco per Lionel Carole, ma sul cross del francese la difesa dei Biancocelesti si salva. Al 68' si accende anche Matri. L'attaccante vince un rimpallo ed entra in area dalla sinistra, ma il suo cross basso non riesce a trovare l'accorrente Milinkovic-Savic: è l'ultima azione per l'ex di Cagliari, Juventus, Milan, Fiorentina e Genoa, che lascia il posto a Miroslav Klose. Cambia anche Mustafa Denizli, tecnico del Galatasaray, che getta nella mischia Olcan Adin al posto di Carole. Federico Marchetti blocca a terra la conclusione dalla distanza di Donk, poi si fa notare ancora Milinkovic-Savic, forse il migliore della Lazio: il suo colpo di testa, però, termina a lato di un soffio. I padroni di casa irrobustiscono l'attacco, inserendo Umut Bulut al posto dell'autore del gol Sabri. Il finale è emozionante. Candreva ci prova invano con il sinistro, mentre due colpi di testa di Umut Bulut mettono i brividi ai tifosi Biancocelesti. Finisce 1-1, la squadra di Pioli torna a Roma con un preziso gol realizzato.
Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Sarebbe stata un'impresa, perché da queste parti alle italiane non è mai andata troppo bene, anzi: solo il Milan nel 1963 è riuscito a vincere a Istanbul a casa del Galatasaray. La Lazio ci è andata vicinissima e non riuscire a toccare quel successo che avrebbe indirizzato definitivamente il passaggio del turno lascia un po' di rammarico. "Meritavamo la vittoria, sì - ammette Stefano Pioli - è stato un peccato non aver sfruttato tante situazioni soprattutto nel secondo tempo". Rimpianti ma anche soddisfazione perché s'è vista una Lazio ritrovata: "La cosa importante è aver provato a vincere dall'inizio alla fine, avevamo cominciato bene e abbiamo preso gol ma non abbiamo smesso di giocare, a grandissimi ritmi, cercando di dettare il gioco e di ribaltare il fronte. Sapevo che loro portano uomini tra le linee e attaccano, ma per farlo concedono anche qualcosa". E ancora, sull'approccio: "In casa il Galatasaray vuole mettere sotto l'avversaria usando intensità e corsa, ma ha trovato noi che volevamo fare lo stesso, con la volontà di non farci schiacciare e anzi di fare la partita. Ci siamo riusciti". Però la qualificazione non è ancora raggiunta: "Abbiamo un piccolissimo vantaggio per il ritorno, ma gli ottavi sono ancora da conquistare. L'Europa League sta diventando una competizione prestigiosa, ci sono squadre di altissimo livello e noi vogliamo arrivare più avanti possibile".
La Lazio c'è. Sarà anche discontinua, a volte un po' psicopatica, ma nelle occasioni importanti non tradisce. L'1-1 di Istanbul è un ottimo risultato, poteva essere ancora migliore e in ogni caso tiene aperto il discorso qualificazione. Ma la notizia più importante che arriva dal Bosforo è che la squadra di Pioli ha dimostrato carattere e forza mentale nel momento cruciale e più difficile della sua annata. Tra una settimana a Roma ci sarà comunque da sudare, ma intanto l'ostacolo più complicato di questa doppia sfida con il Galatasaray è stato superato bene. Alla vigilia un risultato di 1-1 sarebbe stato sottoscritto senza tentennamenti da tutto il clan laziale. E invece alla fine questo risultato sta stretto alla banda di Pioli. Perché dopo lo spavento iniziale per il vantaggio dei padroni di casa, la Lazio ha subito riequilibrato la gara ed è andata più volte vicina al 2-1 che avrebbe meritato. "Bene così - dichiara alla fine Lucas Biglia - questo è un ottimo risultato, però avremmo potuto fare anche meglio. Comunque abbiamo disputato una buona gara ed è la cosa che conta di più. Il discorso qualificazione resta apertissimo, a Roma dovremo essere molto attenti e non concedere nulla ai nostri avversari". L'analisi del capitano è condivisa da un altro senatore dello spogliatoio, Marco Parolo: "Abbiamo dimostrato una grande personalità. Dopo lo svantaggio iniziale e in un clima così caldo non era facile rimediare. Invece siamo subito rientrati in partita ed abbiamo anche sfiorato la vittoria. Potevamo portare a casa un successo, ma se giochiamo come abbiamo fatto qui a Istanbul anche al ritorno abbiamo buone chance di qualificarci. Però dobbiamo restare con i piedi per terra. Ancora non abbiamo fatto nulla. Ora testa alla trasferta di Frosinone, poi ci concentreremo sulla gara di ritorno con i turchi". Anche l'olandese Wesley Hoedt la pensa allo stesso modo: "Abbiamo lottato alla grande, fatto una grande partita, ma alla fine raccolto meno di quanto meritavamo. Siamo stati perfetti, ci è mancato solo il secondo gol. Però continuiamo e sono sicuro che i risultati arriveranno. In campionato dobbiamo rimontare, vogliamo arrivare tra le prime cinque e in Europa League dobbiamo andare lontano: questa squadra lo merita". Infine, l'amarezza di Matri. "A me il fallo di Denayer sembrava rigore, però poi non so se lui abbia toccato la palla. Quello di Muslera? Li ne sono certo, lui mi ha proprio buttato giù quando la palla era ancora in cielo".