24 gennaio 2018 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XII giornata (recupero) - inizio ore 18.30
LAZIO: Strakosha, Wallace, de Vrij, Radu, Basta, Parolo (85' Murgia), Leiva, Milinkovic-Savic (65' Lulic), Lukaku, Felipe Anderson, Nani (71' Luis Alberto). A disposizione: Vargic, Guerrieri, Patric, Caceres, Bastos, Luiz Felipe, Marusic, Jordao, Caicedo. Allenatore: S. Inzaghi.
UDINESE: Bizzarri, Nuytinck, Danilo, Samir, Larsen, Fofana, Hallfredsson (79' Balic), Barak (55' De Paul), Pezzella, Perica (64' Jankto), Maxi Lopez. A disposizione: Scuffet, Pizzignacco, Angella, Caiazza, Donadello, Ingelsson, Pontisso, Jaadi. Allenatore: Oddo.
Arbitro: Sig Banti (Livorno). - Assistenti Sigg. Del Giovane e Gori - Quarto uomo Sig. Nasca - V.A.R. Sig. Guida - A.V.A.R. Sig. Costanzo.
Marcatori: 22' Samir (aut), 47' Nani, 87' Felipe Anderson.
Note: ammonito al 15' Perica, al 45'+2' Samir entrambi per gioco falloso. Angoli 3-6. Recuperi: 2' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 25.000 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "La Lazio-2 non rallenta. Nani-Anderson, che show. Inzaghi cambia mezza squadra e liquida l’Udinese: apre l’autogol di Samir, tris col portoghese e Felipe. I biancocelesti già a 56 reti".
Continua la "rosea": Non c'è Immobile? Luis Alberto ha bisogno di rifiatare un po'? Niente paura, a far proseguire il volo sorprendente e meraviglioso dell’aquila biancoceleste provvedono i "rincalzi" Nani e Felipe Anderson. Nel recupero con l’Udinese la Lazio centra il terzo successo consecutivo e si isola al terzo posto in classifica staccando al quinto posto di 5 punti la Roma. Quella zona Champions che a inizio stagione era un’utopia e che col passare delle settimane è diventato un sogno sempre più concreto, si sta ora trasformando quasi in un obbligo. La squadra di Inzaghi viaggia col pilota automatico. Gioca in scioltezza e trova sempre e comunque la via del gol (con i 3 di ieri il totale sale a 56, sempre di più miglior attacco della A). Ci riesce anche contro avversari, come l’Udinese di Oddo, che le chiudono tenacemente tutti gli spazi, soffocando la manovra sul nascere. E ci riesce la banda di Inzaghi, anche se in campo vanno interpreti diversi da quelli abituali. Rispetto alla goleada di domenica con il Chievo il tecnico cambia cinque uomini, mezza squadra in pratica. Ripropone Radu in difesa, cambia gli esterni (dentro Basta e Lukaku). E tira fuori il colpo a sorpresa in attacco. Non potendo disporre di Immobile e non essendo ancora pronto Caicedo, punta sull’inedita coppia di giocolieri Anderson-Nani, concedendo un turno di riposo a Luis Alberto (entrerà solo nel finale). La mossa pare azzardata fino all’intervallo, anche se la Lazio chiude in vantaggio.
Ma solo grazie ad un’autorete, causata dallo sciagurato Samir che, nel tentativo di stoppare il cross teso di Milinkovic, beffa Bizzarri. Anderson e Nani salgono però in cattedra nella ripresa. L’Udinese granitica del primo tempo un po’ si allarga (anche perché si riversa nella metà campo avversaria) ed ecco che i due funamboli mettono il timbro sulla partita. Felipe vola come ai bei tempi e rifinisce il 2-0 per Nani a inizio ripresa, poi nel finale si prende la scena con l’assolo del 3-0. Le due riserve (ma lo saranno ancora?) si trovano e si divertono. Anche perché dietro c’è una squadra tosta e intelligente. Come il suo play Leiva, uno delle risorse più utili e meno reclamizzate di Inzaghi. È l’ex Liverpool a dettare i ritmi di gioco, è lui che sa come sottrarsi al pressing degli attaccanti friulani (Maxi Lopez e Perica sono deputati quasi unicamente a questo) per far comunque partire l’azione. È lui a suggerire nuove vie d’uscita per la manovra quando l’Udinese chiude tutti i varchi. Una vittoria, quella degli Inzaghiani, meno roboante di altre (anche se il punteggio è comunque tondo), ma proprio per questo ancora più importante. Perché i biancocelesti (che chiudono così il girone di andata a quota 40 punti, record societario per i tornei a 20 squadre) mostrano una maturità tattica e una solidità mentale degne della classifica che occupano.
E sì che Oddo la partita l’affronta nel migliore dei modi. Attingendo a piene mani dalla fisicità che gli garantisce il suo organico, il tecnico dei friulani (applaudito dai suoi ex tifosi) cambia quattro uomini rispetto a domenica e si presenta con un 3-5-2 d’acciaio sul quale la formazione di casa va spesso a sbattere. Questa però è una Lazio che ora è capace anche di cogliere l’attimo, così il progetto tattico degli ospiti si squaglia con l’autogol di Samir. E non decolla nella ripresa quando i friulani fanno parecchio possesso, ma si perdono al momento di concretizzare, come succede nel finale ai vari De Paul, Jankto e Fofana. L’esatto contrario di quei due che guidano l’attacco laziale. Felipe e Nani. E pensare che sono solo delle riserve.
Il Corriere dello Sport titola: "Com'è bella questa Lazio. Inzaghi domina anche Oddo. Terza vittoria consecutiva e 3º posto solitario: Inter a -3. Samir fa gol nella sua porta poi è una sinfonia tutta biancoceleste. A segno nella ripresa Nani e Felipe".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: È una galoppata fantastica, un’emozione senza fine. La Lazio fa sognare e corre verso la Champions. Altri tre gol, schiantata anche l’Udinese. Il miglior attacco del campionato, senza Immobile, non s’è inceppato. Maturità, concretezza da grande squadra, attenzione difensiva e panchina ricchissima, perché se ti manca il capocannoniere della Serie A e metti due fuoriclasse come Felipe Anderson e Nani per la prima volta in campo da titolari, lasciando in panchina persino il fenomeno Luis Alberto, significa che questo è il gruppo più forte costruito da Lotito negli ultimi 14 anni. Inzaghi ha gestito benissimo il turnover e ha consolidato il terzo posto, stracciando altri record: la Lazio nella propria storia non aveva mai totalizzato 46 punti in 21 giornate e neppure 40 nel girone d’andata, formalmente completato ieri. Battendo l’Udinese nel recupero, Simone ha superato il primato di Petkovic che nel 2013 aveva "girato" a quota 39. Conta di più aver allungato sull’Inter e trovato le risposte di Nani e Felipe Anderson, a segno entrambi e in grado di fare la differenza. Si ferma l’Udinese di Oddo dopo 7 giornate. Merito della Lazio, capace di concederle pochissimo nell’arco dei 90 minuti. Inzaghi aveva cambiato cinque titolari rispetto al Chievo, la Lazio ha mantenuto la solita fisionomia, in realtà palleggiava e impostava bene, ma negli ultimi metri mancavano le coordinate abituali del suo gioco verticale.
Nani cercava di collegare i reparti e lo ha fatto in modo discreto, anche se spesso veniva toccato duro dai difensori dell’Udinese. Felipe Anderson nel primo tempo si accendeva e non manteneva, sembrava triste e poco convinto, ha sprecato due o tre azioni in cui la Lazio era riuscita a creare i presupposti per farlo scattare palla al piede (specialità preferita) in tandem con Nani. Mancava la profondità di Immobile, si cercavano i duetti e la velocità dei due piccoletti. L’Udinese ha chiuso all’intervallo con un possesso palla appena superiore (quasi 52%) ed era in vantaggio nei duelli. A centrocampo la fisicità di Barak, Fofana e Hallfredsson si faceva sentire nonostante la prova mostruosa di Leiva. Parolo era in partita, Milinkovic sembrava frenato dalla diffida. Si sarebbe sciolto alla distanza. La Lazio ha avuto la pazienza di aspettare il momento giusto. Quando Basta ha trovato il corridoio libero per la prima volta a destra è arrivato il gol. Il cross del serbo ha sorvolato l’area, Lukaku ha lasciato sfilare la palla, Milinkovic l’ha rispedita con cattiveria davanti alla linea. Bizzarri era tagliato fuori, Samir di testa e sotto la pressione di Parolo l’ha messa dentro. L’autogol non ha smontato l’Udinese.
Una sola occasione, però, è riuscita a costruire la squadra di Oddo. Strakosha in tutto ha smanacciato il diagonale di Barak e l’intervento prodigioso di Radu ha evitato il tap-in di Perica. Il romeno ha toccato prima con la pancia e poi con la mano: regolare. In avvio di ripresa s’è sbloccato Felipe. Milinkovic è stato bravissimo ad arpionare un pallone quasi perso e lanciarlo in profondità. Il brasiliano finalmente è scattato con cattiveria, ha lasciato sul posto Danilo e ha messo in area un pallone giusto ma non semplicissimo da sbattere in rete. Nani si era smarcato e ha colpito di piatto, in modo perfetto: bruciato Bizzarri. Sul raddoppio la Lazio ha costruito la partita perfetta. Oddo ha sganciato De Paul e Barak, Inzaghi ha risposto con Lulic e Luis Alberto. Una sola palla gol concessa (e poi sventata) da Strakosha. A un sospiro dal novantesimo è arrivato il terzo gol della Lazio, firmato da Felipe Anderson, in crescita esponenziale nell’ultima mezz’ora. Contropiede classico: lancio di Lulic, difesa dell’Udinese scoperta, il brasiliano ha seminato Danilo e ha centrato il bersaglio. Primo break Champions e festa grande all’Olimpico.
Il Messaggero titola: "C'è solo la Lazio dietro Napoli e Juve. Missione compiuta: i biancocelesti battono l’Udinese con l’autorete di Samir e i gol di Nani e Felipe, in classifica sono terzi con 3 punti di vantaggio sull’Inter".
Prosegue il quotidiano romano: Terzo posto solitario in classifica con tre punti di vantaggio sull’Inter. La Lazio batte 3-0 l’Udinese nel recupero della dodicesima giornata e manda un segnale forte al campionato. Il Napoli e la Juventus, prima e seconda della classe, sono distanti rispettivamente otto e sette lunghezze. Quarantasei punti in classifica per i biancocelesti, che ora non si pongono più limiti. Inzaghi batte anche il record stabilito da Petkovic nel 2012, che chiuse il girone d’andata a 39. Uno in più per Simone. C’è voglia di volare sempre più in alto. E la Lazio lo fa da squadra. Vera. Il turn over del tecnico laziale non destabilizza gli equilibri perché in rosa ha degli eccezionali solisti che in gruppo si esaltano ancor di più. Cambi di livello che gli consentono di ovviare all’infortunio d’Immobile senza grandi affanni. Ci pensano Nani e Anderson. A proposito, con i tre di ieri, la Lazio ha messo a segno 56 reti, consolidando il primato come miglior attacco della serie A. Niente da fare per l’ex applauditissimo Oddo, che non riesce a far ripartire la sua squadra: due punti nelle ultime tre gare.
La Lazio prende subito il controllo della gara. I biancocelesti sono padroni del gioco, producono tanto, ma concludono poco a rete. Felipe Anderson va a fasi alterne, soprattutto nel primo tempo. Rimproveri e applausi. La coppia con Nani all’inizio è prosa, nella ripresa però diventa poesia. Milinkovic domina a centrocampo, di testa la spunta su ogni pallone e con il fisico si fa spazio tra le linee strette e intrecciate da Oddo. È lui a propiziare l’autogol di Samir con un rasoterra potente. L’episodio sblocca di fatto una gara bloccata. L’Udinese gioca di rimessa, provando a sfruttare i pochi errori dei laziali. Per poco non ci riesce il talentuoso Barak, che sulla sua strada trova però un grandissimo Strakosha. E l’occasione dell’Udinese per assurdo esalta lo spirito biancoceleste: da vedere il tuffo di Radu per chiudere il tap-in di Perica. La Lazio fa viaggiare molto gli esterni e cerca gli strappi di Anderson. Una trama che fa divertire il pubblico. E gli applausi se li prende anche Ciro Immobile, che non è voluto mancare allo stadio.
Nello spogliatoio Inzaghi batte sui tasti giusti: cattiveria e divertimento. In particolar modo chiede ad Anderson di dare maggiore profondità alla squadra e di essere più determinato nelle giocate. Detto, fatto. La ripresa inizia con il turbo. Anderson s’invola a mille all’ora sulla sinistra e pesca Nani, che di piatto firma il 2-0. Terza rete stagionale per il portoghese, che segna sotto gli occhi del suo procuratore, Jorge Mendes. L’Udinese fa fatica a contenere il talento dei biancocelesti, che quando spingono sull’acceleratore sono straripanti. Inzaghi ha anche la necessità di dosare le forze e i cartellini e così concede a Milinkovic, diffidato, la standing ovation. Oddo prova qualche sostituzione, ma i suoi sono contratti e non riescono a giocare come sanno. Merito anche di una Lazio meno scintillante, ma decisamente concreta. Rischiano qualcosina nel corso della gara, ma più per proprie distrazioni che per meriti dell’Udinese. Strakosha vola a mettere una pezza su un suo precedente errore di rinvio. Per la sesta volta in campionato la sua porta resta inviolata. Poco dopo, Anderson mette nuovamente il turbo e firma il tris con un bel tiro a giro. Esplode l’Olimpico, che coccola così il suo talento ritrovato. Cori e bandiere al vento in una notte d’amore, dove il profumo della vittoria inebria le menti e ispira sogni ora meno proibiti.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Giocare sotto pressione, con l’obbligo di vincere, è diverso. Brava Lazio. Missione compiuta con la maturità, la pazienza, il cinismo della grande squadra. Mica era semplice fare tre gol all’Udinese e rischiare così poco. Un altro passo nella corsa Champions. Contano rendimento e regolarità, ecco perché Inzaghi era euforico. "Sono orgoglioso dei miei ragazzi. Siamo stati bravi, abbiamo vinto contro una squadra organizzata che darà fastidio a tanti. Temevo questa partita, ma l'abbiamo preparata nel migliore dei modi. Dovevamo vincere. Abbiamo segnato tre gol di ottima fattura, di fronte non avevamo gli Allievi ma la squadra più fisica del campionato con Maxi Lopez e Perica davanti. Siamo stati bravi a soffrire e colpire al momento giusto". E’ stata la notte di Felipe e Nani, finalmente protagonisti. Simone ha esaltato i suoi due fantasisti. "Sono stati bravissimi, hanno fatto esattamente quello che gli avevo chiesto. Al gol di Felipe ero contento perché abbiamo chiuso la partita, l’Udinese poteva ancora riaprirla. Sono contento che abbia segnato perché se lo meritava. Davanti ho giocatori di qualità. Felipe e Nani erano già pronti per giocare da qualche settimana, ma togliere Luis Alberto e Immobile, che sinora avevano fatto cose straordinarie, non era opportuno. L’avevo detto, con tante partite ci sarebbe stato spazio per tutti. Mettere due attaccanti così è un piacere visto come giocano".
Il terzo posto ora è tutto della Lazio, una splendida realtà di questo campionato. "Sorpresa? Adesso siamo lì e se ne parla di più, probabilmente all’inizio nessuno ci avrebbe visto lassù, qualcuno ci dava al decimo posto... Siamo in corsa in tutte le competizioni, cercheremo di onorarle al massimo. Io non sono sorpreso, a inizio stagione abbiamo battuto anche la Juve vincendo la Supercoppa, sapevo di allenare una buona squadra. Non ci dimentichiamo da dove siamo partiti due anni fa, però nella passata stagione eravamo quinti. Possiamo crescere: la squadra è giovane, ora dobbiamo interpretare al meglio ogni partita". Inzaghi è apparso tranquillo sul tema De Vrij, tutti sono ancora in attesa dell’annuncio. "Parlo quotidianamente con i ragazzi, pensano tutti alla Lazio. Sto aspettando la firma di De Vrij come tutti, penso che arriverà". Il pensiero è poi volato al doppio confronto in arrivo con il Milan. "Sono in salute, hanno qualità, stanno facendo bene con Gattuso, li ho visti in grande ripresa. In queste due partite saremo lontani dal nostro pubblico e loro saranno avvantaggiati, ma noi giocheremo per andare avanti sia in campionato che in Coppa Italia. Sono due partite ravvicinate, andranno interpretate bene. Dovremo essere bravi a recuperare in fretta le forze e la freschezza atletica avendo una partita in più sulle gambe".
Da Il Messaggero:
Inzaghi si prende qualche rivincita. La Lazio allunga su Inter e Roma sulla corsa Champions. In più, con la vittoria sull’Udinese, conquista un altro record, arrivando a 40 punti nel girone d’andata, una cosa che in casa biancoceleste, non era ancora capitata. "Sono contento per i ragazzi e mi fa piacere che adesso tutti parlano di noi, quando in estate ci davano decimi", la frecciatina a chi non considerava molto la formazione biancoceleste durante l’estate. La Lazio non è più una sorpresa, ma una realtà che secondo l’allenatore può ancora crescere e stupire: "Il nostro compito è restare lì, vogliamo la Champions e non sarà facile, ma credetemi, lo dicevo già ad inizio stagione e adesso ne sono ancora più convinto, possiamo crescere e fare meglio perché abbiamo ampi margini di miglioramento. Con l’Udinese non era facile per niente, loro ci hanno messo in difficoltà, ma alla fine abbiamo meritato". Anche senza Immobile la squadra vince lo stesso e segna senza sosta, mettendo in evidenza una qualità di giocatori, vedi Nani e Felipe Anderson. "Hanno giocato benissimo, sono calciatori di qualità e di classe, ho la fortuna di allenarli e non è sempre facile scegliere. Ma le partite sono tante e tutte difficili, più gente ho a disposizione, meglio è per me e per la Lazio. Se continuiamo così, restando umili, ma consapevoli della nostra forza, andremo davvero lontano". Il prossimo sarà un doppio impegno ravvicinato col Milan a San Siro, prima in campionato e dopo tre giorni in coppa Italia: "Sarà dura, loro sono una grande squadra con ottimi giocatori e sono in ripresa, dovremmo fare due partite perfette". Prima della partita ci ha pensato il ds Tare a fare due semi annunci. Il primo riguarda de Vrij: "Rinnoverà, fare i contratti con gli olandesi non è mai facile, sono un po’ rigidi, ma tutto si sistemerà. Poi firmerà anche Luis Alberto. Se lo merita".