21 gennaio 2018 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XXI giornata - inizio ore 15.00
LAZIO: Strakosha, Bastos, de Vrij, Wallace, Marusic, Parolo, Leiva, Milinkovic-Savic (76' Nani), Lulic (64' Lukaku), Luis Alberto, Immobile (34' Felipe Anderson). A disposizione: Vargic, Guerrieri, Caceres, Patric, Luiz Felipe, Basta, Murgia, Jordao, Neto. Allenatore: S. Inzaghi.
CHIEVO: Sorrentino, Cacciatore, Bani, Tomovic, Gobbi, Bastien (85' Garritano), Radovanovic, Hetemaj, Birsa (75' Leris), Pucciarelli, Stepinski (61' Pellissier). A disposizione: Seculin, Confente, Jaroszynski, Dainelli, Cesar, Depaoli, Rigoni, Vignato. Allenatore: Maran.
Arbitro: Sig Abisso (Palermo) - Assistenti Sigg. Alassio e Zappatore - Quarto uomo Sig. Giua - V.A.R. Sig. Manganiello - A.V.A.R. Sig. Paganessi.
Marcatori: 23' Luis Alberto, 25' Pucciarelli, 32' Milinkovic-Savic, 68' Milinkovic-Savic, 83' Bastos, 87' Nani.
Note: ammonito al 53' Lulic per gioco falloso. Angoli: 2-2. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 25.000 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio, esce Immobile ma è goleada da 3° posto. Il Chievo ribatte subito con l’1-1, poi i ragazzi di Inzaghi dilagano con un sontuoso Milinkovic, anche se il capocannoniere si fa male".
Continua la "rosea": Benvenuti alla giostra del gol. La Lazio non sa ancora se realizzerà il suo grande sogno, la qualificazione in Champions, ma ha deciso come tentarci: divertendosi a suon di reti. La temuta sosta invernale non cambia nulla. La squadra di Inzaghi era andata allo stop con i 5 gol segnati alla Spal ed altri 5 li riserva al Chievo. Che, peraltro, proprio come la squadra emiliana il giorno della Befana, resta in partita molto più di quanto dica il punteggio finale. Ma questo è un ulteriore merito degli Inzaghiani, inesorabili nel bucare gli avversari sia quando dominano sia quando soffrono. Così l’aggancio al terzo posto matura grazie ai dieci gol segnati negli ultimi 180 minuti di campionato. Con un totale che sale a 53 reti in 20 partite. Nessuno in A ha fatto altrettanto, neppure la Juve che insegue a quota 49 e che stasera può accorciare le distanze contro il Genoa. Ma la Lazio mercoledì avrà l’occasione di allungare nel recupero con l'Udinese (e isolarsi pure al terzo posto in classifica, staccando l’Inter).
Una banda del gol che non si ferma neppure nel giorno in cui il suo grande solista deve fermarsi. Immobile si blocca dopo appena sei minuti per un risentimento muscolare alla coscia (lo stop non dovrebbe essere lunghissimo), gioca fino alla mezzora e poi si arrende. Ma nessun problema per Inzaghi, perché a segnare ci pensano Luis Alberto (che la sblocca dopo 23 minuti) e poi Milinkovic con la terza doppietta della sua straordinaria stagione. E alla fine arrivano pure i gol di Bastos e del redivivo Nani, alla prima marcatura all’Olimpico. Qualità che sgorga in ogni zona del campo. Grazie alla bravura dei singoli, d’accordo, ma anche ad un’organizzazione di gioco che non lascia nulla al caso. La Lazio recita a memoria, con il suo fraseggio corto nella propria metà campo in attesa del momento giusto per l’imbucata che metta in azione gli uomini più ispirati. Luis Alberto e Milinkovic, innanzitutto. Ma anche Felipe Anderson che, subentrato a Immobile, agisce (bene) da falso nueve, scambiandosi di continuo di posizione con gli altri due. E il tourbillon diventa ancora più letale quando alla fine entra pure Nani. Un’orchestra che funziona alla perfezione, nella quale si isolano i virtuosismi di Milinkovic. Sì, perché il bel gioco va anche concretizzato. E il serbo lo fa al momento giusto con due giocate d’autore.
La prima alla mezzora quando riporta in vantaggio i biancocelesti dopo il pari di Pucciarelli. E poi a metà ripresa quando chiude i conti con un colpo di classe nel momento di maggiore sofferenza per la Lazio. Quarta sconfitta esterna consecutiva e la miseria di 2 punti nelle ultime sette partite. Continua la crisi del Chievo che in campionato non vince dal 25 novembre (2-1 alla Spal). I segnali di risveglio mostrati con l’Udinese prima della sosta sono già svaniti, anche se all'Olimpico, sia pure solo a tratti, i veneti qualcosa di buono lo fanno. Soprattutto sul 2-1, quando vanno vicino al 2-2 con Pucciarelli e Stepinski, dopo aver pensato di farlo dagli 11 metri (ma Abisso giustamente si rimangia il rigore inizialmente concesso prima dell’intervallo). La pancia piena per l’ottima partenza ormai non regge più come motivazione. Anche perché il margine di sicurezza in classifica continua sempre più ad assottigliarsi. Le assenze di Inglese, Castro e Meggiorini non sono poca cosa, d’accordo. Ma l’interpretazione del 4-3-1-2 è scolastica. E soprattutto manca la foga agonistica propria delle squadre che devono salvarsi. Va ritrovata prima che sia tardi.
Il Corriere dello Sport titola: "Un'altra manita. E la Lazio vola. Dopo i 5 gol alla Spal, eccone altrettanti contro il Chievo: i biancocelesti a valanga tengono il ritmo da Champions. Luis Alberto, doppietta di Milinkovic, poi Bastos e Nani: grande show all’Olimpico. Per il Chievo solo l’acuto di Pucciarelli e il Var toglie giustamente un rigore ai gialloblù".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Un’altra cinquina, il miglior attacco del campionato: 53 gol in 20 partite, le stesse della Juve. Nel giorno dell’infortunio di Immobile, Inzaghi ha scoperto la velocità di Felipe Anderson versione centravanti di movimento e il veleno di Nani, un assist e un gol nell’ultimo quarto d’ora per dimostrare di non essere venuto alla Lazio a svernare: il gemello di Cristiano Ronaldo punta il Mondiale in Russia con il Portogallo e ha ancora tanta voglia di divertirsi. Chissà non si trasformi nella vera sorpresa del girone di ritorno. Vedere quei due in panchina e i disastri di Bastos e Wallace qualche dubbio sul modulo lo fa venire: non saranno troppi tre difensori centrali? Soprattutto all’Olimpico, nelle partite "chiuse" e con pochi spazi, ci sarebbe bisogno di fantasia e di giocate. I risultati, però, sono totalmente dalla parte di Inzaghi, che continua a tenere il passo Champions e con questo tipo di assetto ha costruito una macchina da gol. Quarta vittoria con almeno cinque reti in questo campionato. Si passa da una "manita" all’altra. Prima della sosta era toccata alla Spal, ieri ha pagato il Chievo, perdendo distanze e misure dopo un’ora abbondante in cui aveva tenuto in bilico il risultato. Vero è che l’attacco della Lazio diventa atomico in campo aperto grazie alla capacità di cambiare passo e verticalizzare il gioco attraverso velocisti imprendibili.
Marusic ha travolto e creato apprensioni per novanta minuti a Gobbi. Lukaku (ancora troppo poco utilizzato) ha allungato la Lazio e dato un’altra spinta sulla corsia sinistra nell’ultima mezz’ora, Felipe Anderson scattava a ripetizione nei corridoi centrali. Inzaghi non osa e mantiene un assetto equilibratissimo anche perché ha due centrocampisti straordinari come Milinkovic e Luis Alberto, assistiti in copertura da Leiva, vero top player e dall’equilibrio di Parolo. Il serbo, alla centesima partita con la Lazio, ha orientato la partita con una doppietta. Lo spagnolo aveva sbloccato il risultato e ricamato gioco tra le linee nel traffico organizzato dal Chievo. In tandem hanno segnato 14 gol in serie A (7 a testa) e si capisce perché Simone non abbia avuto sinora bisogno di creare soluzioni diverse a ridosso di Immobile. Mancava Caicedo, il centravanti di riserva, ma la Lazio non ha patito l’infortunio del capocannienere del campionato, che si è fatto male in avvio tirando da fuori. Era il sesto minuto. Sarebbe dovuto uscire subito, ma Ciro è un generoso e Inzaghi ha accettato la sua richiesta di restare in campo, pagata al trentacinquesimo, quando ha avvertito un’altra fitta alla coscia destra (dopo un contrasto) e si è dovuto arrendere. In quella mezz’ora, a parte un colpo di testa (da fermo) respinto da Sorrentino, non aveva inciso e si era mosso pochissimo. La Lazio tuttavia era riuscita a trovare il gol per sbloccare l’equilibrio con Luis Alberto (destro toccato da Bani), innescato da uno slalom in area di Marusic. Vantaggio durato appena un minuto e sedici secondi.
Radovanovic, con un lancio lungo, ha sorpreso la linea difensiva, troppo scoperta. Beffato Bastos, destro di Pucciarelli e pareggio. Sono bastati sette minuti alla Lazio per trovare il raddoppio, inventato da Milinkovic, rapidissimo a sparare in rete di destro sull’appoggio di Parolo. In ritardo Sorrentino. Felipe e Marusic hanno sprecato le occasioni per allungare, ma la prima svolta è arrivata a un sospiro dall’intervallo, quando il Var (Manganiello) ha corretto la decisione di Abisso, che aveva concesso un rigore inesistente al Chievo: era stato Stepinski a schiacciare il piede di Lulic e non il contrario. Brutta la Lazio dopo l’intervallo. Per venti minuti si è rintanata e non riusciva a ripartire, il Chievo aveva preso in pugno la manovra, sfiorando il pareggio con Pucciarelli (gran parata di Strakosha) e con Stepinski, lanciato dal solito assist involontario di Wallace. Maran ha pagato le assenze di Inglese e Meggiorini. Inzaghi si è salvato con de Vrij, uno e trino. L’Olimpico è esploso e la partita si è chiusa con il 3-1 di Milinkovic: da standing ovation la mezza rovesciata in corsa sull’invito al bacio di Leiva. Posizione regolare confermata dal Var. Poi, la festa si sarebbe completata con i gol di Bastos (destro toccato dalla schiena di Tomovic) e di Nani. Squilli Champions.
Il Messaggero titola: "Sergej da sogno. La Lazio è terza. Col Chievo sorrisi, spettacolo e gol: biancocelesti a quota 43 con l’Inter. Milinkovic trascinatore: doppietta. A segno Luis Alberto, Bastos e Nani".
Prosegue il quotidiano romano: La Lazio è una squadra vera. Un gruppo solido e forte. E così, anche quando il condottiero Immobile è costretto ad alzare bandiera bianca, l’esercito biancoceleste non si sfalda, anzi si compatta ancora di più. Chievo battuto 5-1 tra gli olè del pubblico laziale. Un piacere che diventa godimento puro in serata grazie al pari tra Inter e Roma che regala ai biancocelesti il terzo posto in classifica a quota 43, in coabitazione proprio con i nerazzurri di Spalletti. Al festival del gol partecipano tutti: titolari, riserve, attaccanti e difensori. Una peculiarità che vale il titolo di miglior attacco della serie A, con 53 reti(e una gara in meno rispetto alle altre). Inzaghi ha costruito una macchina perfetta, che viaggia sempre più spedita verso la Champions. I biancocelesti hanno un numero elevato di giocatori con grandissime qualità. Perfetti come al solito, da sogno quando si esibiscono in coro. L’impressione è che i calciatori biancocelesti quando scendano in campo si divertano: giocano un calcio pulito e bello da vedere. Immobile parte forte, ma quella maledetta coscia gli fa uno sgambetto. Ciro resiste in campo, ma è costretto a mordere il freno. Ha voglia di fare gol per vincere una gara fondamentale e consolidare la sua vetta solitaria tra i bomber del campionato. Ci prova in ogni modo,anche di testa, ma è costretto ad arrendersi. La Lazio, già in vantaggioper 2-1, all’inizio abbassa il ritmo per ritrovare il giusto equilibrio.
Non è facile senza Immobile che svaria su tutto il fronte d’attacco. E allora sale in cattedra Milinkovic. Il Sergente mette tutti sull’attenti il giorno della sua centesima presenza con la maglia della Lazio. I tifosi laziali impazziscono di gioia, gli altri sgranano gli occhi per cotanta bravura. Zittiti anche tutti quelli che additavano la Lazio come Immobile dipendente. Sulle ali del gigante serbo spiccano il volo anche tutti gli altri. Luis Alberto apre le marcature con un piattone deviato da Bani. Chiude Nani alla sua prima marcatura all’Olimpico, la seconda con la maglia laziale. Il portoghese entra subito con il giusto piglio e si candida ad un posto da vice-Immobile. In mezzo, oltre alle due reti di Milinkovic, come detto, anche un gol di Bastos (assist di Nani). L’angolano si fa così perdonare lo svarione che aveva portato al pareggio immediato di Pucciarelli. Curiosità, l’attaccante gialloblù aveva segnato anche nella gara d’andata. Se la Lazio ha il miglior attacco del campionato, non si può dire lo stesso della difesa. Bastos e Wallace danno sempre l’idea di essere svagati, trasmettendo insicurezza un po’ a tutti. Il primo regala un gol, il secondo quasi lo imita con un retropassaggio sgraziato, che mette Stepinski solo davanti a Strakosha, fortuna per lui che l’attaccante del Chievo fa peggio calciando fuori.
L’assenza di Radu si è fatta sentire, ma il reparto arretrato va registrato meglio. All’Olimpico protagonista anche il Var, che prima salva l’arbitro Abisso, che aveva assegnato un rigore inesistente per un "fallo" di Lulic su Stepinski, poi convalida la semirovesciata di Milinkovic, smentendo i dubbi su un possibile fuorigioco del serbo. La Lazio stravince e continua a sognare non ponendosi più limiti. Ora mercoledì il recupero contro l’Udinese. Intanto sembra essere giunta al termine la telenovelas Marchetti. Il portiere, ormai fuori squadra, ha un contratto in scadenza a giugno 2018. La Lazio pare abbia trovato un accordo con il Bolton già per gennaio.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Inzaghi a Formello aveva provato a riaprire il mercato invernale della Lazio chiedendo un mediano in alternativa a Lucas Leiva. Il ds Tare all’Olimpico lo ha subito chiuso. "Centrocampista? Abbiamo Bruno Jordao. E’ molto bravo e di prospettiva, può ricoprire quel ruolo molto bene. Deve ancora esordire". Come dire, i giocatori ci sono ed è inutile andare a cercarne altri. E’ il punto di vista della società, ferma anche sul tema portiere. Guerrieri e Vargic sono le alternative di Strakosha. Inzaghi ha dovuto ingoiare. Il messaggio doveva essergli arrivato prima della partita. Sul tema mercato ieri è stato prudente. "E’ arrivato Caceres, siamo felici per questo colpo. Saremo vigili sino alla fine, ma abbiamo anche qualche giovane, vedremo di farlo giocare di più". Più di Bruno Jordao, in attesa di esordio, sarebbe pronto Alessandro Murgia, ma viene utilizzato poco. Ieri Simone, sostituendo Milinkovic, ha dato spazio a Nani, preteso alla fine di agosto per sostituire Keita e tenuto sinora in panchina. "Con Nani mi sento un po’ in torto, davanti ha Luis Alberto e Felipe, ma cercherò di trovargli uno spazio, perché se lo merita. E’ un giocatore prezioso, ha grandissima esperienza e l’ha dimostrato. In estate le società hanno lasciato andare via lui e Caicedo volentieri, ma credo si siano sbagliate. E’ andata molto bene a noi, ci stanno dando una mano".
Cinque gol nella domenica in cui si è fatto male Immobile, forse tenuto troppo a lungo in campo. "Sono stato giocatore e non riuscivo a muovermi con problemi muscolari. Pentito per non averlo tolto prima? No. Conosco le dinamiche, Ciro è un generoso e poteva fare ancora quel quarto d’ora, altrimenti non avrebbe sfiorato il gol di testa. Poi ha chiesto il cambio. Di solito recupera in fretta, sono fiducioso, speriamo di riaverlo presto". La Lazio è diventata una macchina da gol e ha il miglior attacco del campionato. "La squadra si diverte, gioca bene. Già nella passata stagione avevamo segnato tanto. La Lazio è una squadra votata all’attacco. Quando riusciamo ad andare in vantaggio facciamo tanti gol: questo è un grandissimo pregio della mia squadra. Fortunatamente in attacco ho scelta. Ci sono Felipe Anderson, Nani e lo stesso Caicedo, pronto a tornare. In questa situazione di entusiasmo dovremmo trovare le cose che non vanno. Sul gol abbiamo commesso un errore individuale. I ragazzi sono stati bravi. Questo Chievo era quello che aveva giocato benissimo con Napoli e Roma e si erano ritrovati con tre giorni di anticipo dopo la sosta. Abbiamo sbagliato qualche uscita iniziale, ma abbiamo anche creato molto. Difetti? Questa Lazio ha margini di miglioramento. Gioca e si diverte, è tranquilla e consapevole. Abbiamo varietà nella rosa. Anche i sostituti. Stiamo maturando, adesso continuiamo con questo ciclo interminabile di partite".
Continua la corsa Champions. "E’ normale pensarci, siamo in un buon momento, la classifica è buona. Avremmo potuto avere qualche punto in più ma non dobbiamo guardarci indietro. In alto con noi ci sono grandi squadre costruite per stare lì. Speriamo di rimanerci". Il Var, questa volta, ha salvato la Lazio. Inzaghi è stato tagliente con Abisso. "Il mio pensiero lo sapete. Nella riunione a Milano ho ribadito la mia posizione. E’ una tecnologia a cui dobbiamo abituarci, andiamo avanti su questa strada. Oggi ha fatto tornare indietro l’arbitro". Dietro, meno male, c’è de Vrij. "Stiamo aspettando gli eventi, il rinnovo dovrebbe arrivare, ma quello che più mi soddisfa è di averlo visto giocare con sicurezza nonostante le voci".
È un campione esemplare: "Se gioco o meno il mio comportamento è lo stesso. Voglio sempre giocare, ma non dipende da me. Posso provare a fare il centravanti, se Inzaghi mi schiererà in questa posizione farò del mio meglio. Adesso non ci penso, spero che Immobile possa scendere in campo presto. Siamo come una famiglia. Dobbiamo rimanere unitiW. A questo super Nani la panchina sta strettissima, ma non lo dice. Uno come lui dovrebbe giocare sempre, non è nato per fare la riserva. Eppure parla sempre in nome del gruppo e dei compagni, ieri non ha speculato neppure sull’infortunio di Immobile che può dargli più spazio. E’ entrato fortissimamente. E’ in grande forma, si vede. Si è scatenato subito. Ha prodotto l’azione del gol di Bastos, difendendo il pallone ferocemente. Non pago, ha segnato il suo primo gol all’Olimpico, il secondo stagionale dopo quello rifilato al Benevento fuori casa. Nani è pronto a scatenarsi, aspetta solo di giocare da titolare: "E’ stato molto bello, direi fantastico, segnare davanti ai nostri tifosi. Sono molto soddisfatto del lavoro che stiamo facendo e della strada che stiamo percorrendo. Ho lavorato tanto aspettando il mio momento. Ho avuto un’opportunità e l’ho sfruttata al massimo".
Non sarà facile tenerlo in panchina d’ora in poi. Da centravanti si allena tutta la settimana ed è prontissimo per sostituire Immobile. Tocca a Inzaghi sceglierlo. Con lui, ha detto Simone, si sente in torto. Nani c’è: "Sono in una buona condizione, devo aspettare che Inzaghi mi dia qualche opportunità. La Champions nel mirino? Sì. Questo è il nostro obiettivo, è frutto del lavoro della squadra e dell’allenatore". Nani ha stravinto in carriera, ha giocato con i fenomeni e se questa Lazio lo stupisce c’è da ben sperare: "Giochiamo bene, quasi ad occhi chiusi. Che bello". Ha dedicato la rete ai tifosi, è stato un ringraziamento: "Il gol è importante perché ci ha permesso di vincere in modo più largo. I tifosi da me si aspettavano qualcosa da tanto tempo. Volevo segnare per loro e ringraziarli per l’affetto. Sono molto felice, voglio continuare a lavorare per dare sempre di più a questa squadra. Immobile è il nostro giocatore più importante. Senza di lui sembrava difficile segnare, ma siamo riusciti a vincere alla grande. Questo dimostra che siamo un ottimo gruppo, tutti remiamo nella stessa direzione. Quando la Lazio gioca al meglio è una squadra da Champions, ambiziosa, questo mi piace".