19 settembre 2023 – Roma, stadio Olimpico - Champions League – Fase a gironi gruppo E, gara 1 - inizio ore 21.00
LAZIO: Provedel, Marusic, Patric, Romagnoli, Pellegrini (37' Lazzari), Kamada (61' Guendouzi), Vecino (76' Cataldi), Luis Alberto, Felipe Anderson (61' Isaksen), Immobile, Zaccagni (76' Pedro). A disposizione: Sepe, Renzetti, Casale, Hysaj, Gila, Rovella, Castellanos. Allenatore: Sarri.
ATLETICO MADRID: Oblak, Molina, Witsel (74' Correa), Savic, Lino (79' Riquelme), Hermoso, Barrios (46' Gimenez), Saul Ninguez, Marcos Llorente, Griezmann, Morata. A disposizione: Grbic, Antonio Gomis, Azpilicueta, Galan, Kostis, El Jebari, Calatrava, Guerrero. Allenatore: Simeone.
Arbitro: Sig. Vincic (Slovenia) - Assistenti Sigg. Klancnik e Kovacic - Quarto uomo Sig. Obrenovic - V.A.R. Sig. Kajtazovic - A.V.A.R. Sig. Dankert (Germania) - Delegato UEFA Sig. Fisketjonn (Norvegia) - Osservatore arbitro Sig. .
Marcatori: 24' Barrios, 90'+4' Provedel.
Note: ammonito 21' Simeone, 26' Griezmann, 29' Barrios, 36' Sarri, 67' Lino, 83' Patric, 84' Immobile, 90'+4' Correa. Angoli . Recuperi: 2' p.t., 5' s.t.
• Il Corriere dello Sport titola: "Provedel l'uomo con le ali. Dopo aver detto no al raddoppio il portiere all’ultimo secondo va all’attacco ed evita la beffa. Un tiro di Barrios deviato da Kamada stava per regalare all’Atletico una vittoria immeritata. Ma la Lazio anche in Champions ha mille vite e un jolly".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Un gol da favola. Che finimondo per quel portiere biondo. All’ultimo respiro, dentro la bolgia dell’Olimpico, è sbucato Provedel, versione centravanti Champions. Era già scaduto il quarto e ultimo minuto di recupero. L’arbitro sloveno Vincic ha fatto battere l’angolo, da Cataldi a Luis Alberto. Il Mago ha pennellato un cross al bacio, pieno di effetto. Ivan si era catapultato in avanti, lo ha guardato e si è infilato in area con i tempi giusti ed è andato a colpire di testa, come un ariete, anticipando Oblak. Una roba da urlo per il friulano di Pordenone, mamma russa, i nonni vicini di casa di Yascin, sino all’età di quindici anni centravanti negli Allievi del Treviso. Qualche anno fa era riuscito a segnare anche in B con la Juve Stabia. Ieri sera ha fatto bingo, regalando la rimonta alla Lazio e un punto pesantissimo nel girone di Champions. Solo così, con un eversore a sorpresa, sarebbe potuto crollare il muro dell’Atletico Madrid. Provedel ha fatto quello che sino a qualche mese fa toccava a Milinkovic, cioè salire in area, con una differenza fondamentale: non può cambiare mestiere. L’interpretazione autentica del Cholismo, difesa super e un gol sporco di Barrios, complice la deviazione decisiva di Kamada, si è dissolta dopo 95 minuti. Giusto così.
La sconfitta per Sarri sarebbe stata una punizione eccessiva. Restano i dubbi sull’architettura della nuova Lazio, mancano i centimetri di Sergej quando serve sfondare, Felipe non ingrana, Ciro è isolato, Kamada sembra un ottimo giocatore limitato da un ruolo che non gli appartiene, la carrozzeria e l’energia di Guendouzi servono a un centrocampo troppo leggero. Sarri ha preferito confermare il giapponese accanto a Luis Alberto inserendo un play più fisico e difensivo come Vecino. La Lazio ha impattato bene, mezz’ora di palleggio e di propensione offensiva, cercava il corridoio giusto o l’aggiramento sulle corsie esterne. Zaccagni metteva sotto pressione Molina e Savic, molto meno Felipe sul versante opposto, mai capace di creare superiorità, a disagio nel tenere Lino. Non era semplice sfondare. Ciro, recependo l’input di Sarri, non è quasi mai andato incontro alla palla. Restava alto e in attesa, ma era preda di Witsel. Il Cholo si era sistemato dietro. Linea difensiva a cinque, gioco verticale appena si aprivano gli spazi. La Lazio manteneva il controllo e dava buone sensazioni. Quattro angoli, i tentativi da fuori di Kamada e Luis Alberto, la punizione a giro di Zaccagni. Quando stava crescendo in convinzione e pericolosità, ha beccato il gol.
Griezmann, solo una volta e in contropiede, aveva spaventato l’Olimpico, intercettato da Romagnoli. Cattiva sorte e il solito difetto: la Lazio si è fatta sorprendere di nuovo con un tiro dal limite. Molina ha appoggiato all’indietro, destro di Barrios e il rimpallo di Kamada ha spiazzato Provedel. Sotto di un gol, Sarri ha perso Pellegrini per infortunio e ha scelto Lazzari, spostando Marusic. L’Atletico si è chiuso ancora di più. Ciro era imbottigliato. Sino a qualche mese fa, saliva la torre Milinkovic. Oggi, in questo tipo di partite, è inutile alzare la palla. Immobile, però, ha fallito l’occasione più facile davanti a Oblak. Simeone, dopo l’intervallo, aveva inserito Gimenez restituendo la regia a Witsel. È aumentato il possesso dei Colchoneros. Griezmann ha fallito il raddoppio, Morata ha scheggiato il palo, la Lazio alternava lampi a faticosi rientri, si stava allungando, ma non ha mai mollato. Sarri ha saccheggiato la panchina. Dentro Guendouzi e Isaksen, poi Pedro e Cataldi, pericoloso da fuori, ma il doppio miracolo lo ha confezionato Provedel. Prima è uscito a valanga evitando il raddoppio di Lino e poi è saltato più in alto di tutti, come un angelo biondo, regalando un sogno al popolo della Lazio.
? Il sito web Uefa.com commenta così la gara:
Termina in parità la sfida dell’Olimpico: l’estremo difensore dei Biancocelesti trova un incredibile gol all’ultimo secondo, rispondendo al vantaggio siglato da Barrios nella prima frazione.
Lazio e Atlético Madrid si spartiscono la posta in palio nella prima giornata del Gruppo E di UEFA Champions League. La formazione di Diego Simeone sblocca la sfida grazie a una sfortunata deviazione di Daichi Kamada sulla conclusione di Pablo Barrios, ma viene poi beffata nel finale, all'ultimo secondo di recupero, da Ivan Provedel, autore del definitivo 1-1. Il copione del match è chiaro fin dai primi minuti: i Biancocelesti fanno la partita, mentre gli spagnoli attendono, lasciando, come di consueto, il pallino del gioco in mano agli avversari. In campo si vede una buona Lazio, che tornava dopo due anni nella competizione più prestigiosa, ma i padroni di casa faticano a concretizzare il netto predominio territoriale. La formazione di Maurizio Sarri non sfonda e, anzi, al 29’ viene punita in maniera rocambolesca da Barrios. Determinante, sul destro tutt’altro che irresistibile del centrocampista (all’esordio da titolare in UEFA Champions League), la deviazione di Kamada, che spiazza completamente l’incolpevole Provedel e regala il vantaggio ai Colchoneros. Il centrocampista classe 2003 diventa il più giovane marcatore della storia dell'Atlético nella competizione, a 20 anni e 96 giorni, battendo il primato di Saúl Ñíguez, che ad Astana nel 2015 segnò quando aveva 20 anni e 334 giorni.
Nella ripresa l’Atlético sembra partire meglio, ma un errato rinvio di Jan Oblak concede a Ciro Immobile, servito di testa da Felipe Anderson, la palla dell’1-1: l’attaccante, però, spreca incredibilmente, tirando proprio addosso al portiere sloveno. Dall’altra parte Antoine Griezmann calcia alto da ottima posizione, graziando la difesa biancoceleste. Secondo tempo sicuramente più vivo, con continui ribaltamenti di fronte. I ragazzi di Simeone cercano il colpo del k.o., sfiorando il 2-0 con una conclusione di Alvaro Morata che sbatte sulla parte esterna del palo dopo un’evidente deviazione di Alessio Romagnoli. Uno strepitoso intervento di Provedel su Samuel Lino tiene in vita la Lazio, che torna a spingere alla ricerca del pareggio. I Biancocelesti ci provano fino alla fine, costringendo Oblak a un grande riflesso sul tiro da fuori di Danilo Cataldi. Quando tutto appare ormai deciso, arriva il gol del definitivo 1-1. All’ultimo respiro, con la firma probabilmente meno attesa: è, infatti, un colpo di testa di Provedel, salito nell’area avversaria per l’ultimo disperato assalto, a ristabilire, al 95’, la parità. Provedel, che in carriera aveva già segnato un gol contro l'Ascoli quando indossava la maglia della Juve Stabia in Serie B, diventa il quarto portiere a togliersi la soddisfazione di segnare in UEFA Champions League. E scatena la festa, ormai insperata, dell'Olimpico.
• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Sarri è esploso insieme all’Olimpico e poi ha ruggito: "Tutti ci dicono che siamo in difficoltà, ma noi nelle ultime tre partite abbiamo affrontato Napoli, Juve e Atletico Madrid, vincendone una, perdendone una e pareggiando questa. Ce la siamo giocata alla pari con tutte e tre le squadre, tra le più forti d’Europa". La voce di Mau è risonante, questo pareggio-batticuore può dare ancora più forza alla Lazio: "Ci dà fiducia la prestazione, se c’era una squadra che meritava la vittoria era la nostra. Meritavamo il gol molto prima. In questo momento le cose non girano bene, non ci siamo arresi alla convinzione di essere sfortunati". Sarri beatificherà Provedel: "A metà traiettoria ho avuto la sensazione che la potesse prendere Provedel. La soluzione ce la siamo cercata. Essere sotto a fine primo tempo, con l’espressione di gioco mostrata dalle due squadre, non era giusto. La squadra non si è arresa, è stata premiata. E’ un punto che può essere importante, è stato conquistato contro la favorita del girone".
Il rammarico. Sarri, ripensando a questo inizio di stagione, ha un rammarico: "Le prime due partite, ci hanno messo in una situazione difficile". Spera che la Lazio concretizzi di più: "Dispiace per la clamorosa palla gol intorno al 20', se pareggiamo in quella situazione c’è la possibilità di portarla a casa. Per quello che abbiamo prodotto davanti potevamo fare qualcosa in più. Per un anno e mezzo abbiamo lottato con la problematica psicologica, quest’anno abbiamo fatto fatica nelle prime due, ora siamo cresciuti, anche a livello di gioco e di rendimento stiamo facendo meglio". Mau è tornato più volte sull’analisi: "Buona partita, non semplice. Loro sono fortissimi nel palleggio e nelle ripartenze. C’erano i presupposti per andare in difficoltà. Nel primo tempo non abbiamo mai subito il contropiede, nel secondo solo negli ultimi venti minuti. C’era la necessità del risultato, era enorme. I numeri della partita sono a nostro favore". Ecco cosa manca: "Qualcuno deve crescere e creiamo meno rispetto al gioco espresso". Sarri è preoccupato per Pellegrini, uscito per un infortunio ad un ginocchio: "Aspettiamo l’esito della risonanza, c’è la speranza che il problema al ginocchio non sia gravissimo".
Simeone. E’ uscito scioccato Simone: "Ho visto tante cose nella mia carriera, mai una così. Prima del gol, però, c’era un fallo su Correa. La Lazio si è giocata tutte le carte e Provedel ha fatto un grande gol". Il Cholo aveva assaporato la vittoria: "Abbiamo fatto un ottimo secondo tempo, ma non abbiamo chiuso la partita. La storia della Lazio si basa sul "non mollare mai" e hanno fatto così, fino all’ultima azione". L’accoglienza è stata emozionante: "Una carezza al cuore. Ho provato una grande emozione nell’entrare in uno stadio incredibile, da pelle d’oca. Mi vengono in mente i tanti compagni e le impressioni di quegli anni. Ringrazio per questa notte". Simeone, in conferenza, ha confessato che "mi piacerebbe provare la sensazione di allenare la Lazio che ha un grandissimo allenatore come Sarri".
Mancava la cattiveria nell'area avversaria, un guizzo risolutivo, di nuovo. Invece è spuntato lui, il portiere-bomber, regalando una serata storica alla Lazio e al calcio intero. "Che finimondo" all'ultimo minuto di recupero, riprendendo il ritornello che i tifosi gli hanno dedicato. Nel mucchio è sbucato il testone di Provedel: terzo tempo perfetto quando stava finendo il secondo contro l'Atletico Madrid, materializzando la quarta sconfitta della Lazio in 5 partite. Ci ha pensato Ivan, diventato terribile a un passo da Oblak, anticipando l'uscita dello slovacco con una deviazione che ha fatto esplodere l'Olimpico e forse dato una scossa determinante alla stagione della Lazio. Una rete pazzesca, mancava un respiro al triplice fischio, è stato una boccata d'ossigeno per la squadra di Sarri. Ci ha messo il coraggio e la tempia giusta, Provedel: ha tirato fuori dal cassetto i ricordi da bambino, fino a 15 anni giocava in attacco, soltanto da adolescente decise di cambiare ruolo, convinto di poter sfondare tra i pali. Reminiscenze speciali nella serata più attesa, quella del ritorno in Champions League.
Coraggio. E non è nemmeno la prima volta. Un'impresa simile, meno suggestiva per palcoscenico, Provedel l'aveva già compiuta in Serie B con la maglia della Juve Stabia. Era il 7 febbraio 2020, anche in quel caso il 95' di gioco, si fiondò cattivo sulla punizione di Calò, bucando Leali. Ieri sera l'occasione d'oro, creata con la fame di chi si è sudato ogni passo in carriera, è arrivata sul cross teso di Luis Alberto. Provedel si è fiondato in area senza chiedere il permesso, in certe serate vince più l'audacia che ogni altra tattica: "C’era tanta confusione, non siamo riusciti a comunicare. Mi hanno detto quanto mancava al penultimo angolo, soltanto 30 secondi... Allora sono salito su quello successivo". A fine partita nessuno poteva credere a quanto visto: "Posso dire di aver studiato Immobile", ha scherzato con gli occhi gonfi di gioia. "Ancora non me ne rendo conto, forse ci riuscirò più avanti. Mi godo la serata anche se non abbiamo vinto. Luis di solito la mette sul secondo palo, eravamo disperati e mi sono buttato. L'arbitro avrebbe fischiato la fine, valeva la pena restare lì. Ho sentito un gran casino. Ma l'importante è il punto centrato, siamo rimasti in partita e non era facile. Avremmo meritato di segnare prima, sono felicissimo".
Testata. Il gol e almeno un altro miracolo. Il numero 1 della Lazio - altro che 94 - si era già messo il mantello da supereroe per tenere in piedi il risultato sulla conclusione da due passi di Lino. Un tiro a botta sicura, diventata incerta solo per la sua parata faccia in avanti, rischiando di rimetterci i connotati. Si è rifatto con gli interessi nei confronti della sfortuna e della deviazione di Kamada. La serata si è trasformata da beffarda a magica all'improvviso: "È la mia seconda rete, tutte e due hanno un grande significato per me. Il calcio è rapido nelle cose belle e in quelle brutte. Ora pensiamo al campionato, giochiamo tra pochi giorni. Abbiamo fatto troppi pochi punti, dobbiamo ripartire". Una testata alle delusioni di inizio stagione. Questa diventerà leggenda.
La solita dolce carezza al pallone. Anche nel bel mezzo del caos più totale, anche con la caviglia destra dolorante per una lieve distorsione, anche con gli schemi saltati, anche con il cronometro che correva inesorabilmente verso il triplice fischio. Luis Alberto non ha perso la calma, ha controllato la sfera e l'ha spedita lì, nello spazio perfetto, il più invitante. Quello dove generalmente trova Immobile, o fino all'anno scorso Milinkovic, ma che stavolta ha accolto l'inserimento di Provedel. Un eroe per caso, ma neanche troppo: "Mi conosce bene - ha detto lo spagnolo - e quando mi ha visto caricare è andato subito in quello spazio. Poi ha fatto una bellissima rete. Sono contento, se lo merita, ha fatto anche delle grandi parate". Ed è felice per la Lazio, perché questa partita riacciuffata all'ultimo respiro può rappresentare uno spartiacque per la stagione: "Quando le cose vanno male puoi pensare che questo non sia il tuo momento e arrenderti alla sfortuna. Ma noi ne abbiamo parlato anche alla vigilia. Il calcio è veloce e cambia tutto in modo rapido". Il Mago è in prima fila per aiutarla: "A questo match ci tenevo, perché meritiamo di stare in Champions. Da due anni che ci siamo fatti un mazzo così per essere qui. La squadra ha fatto benissimo, dobbiamo aggiustare certe cose. Questa deve essere la partita della ripartenza, per crescere, per arrivare con la testa giusta e vincere. E dobbiamo farlo da sabato, perché ci servono punti".
Entusiasmo. Entusiasmo e determinazione, sentimenti condivisi da Zaccagni e Pedro: "Provedel - ha sottolineato l'esterno azzurro - ci ha regalato una grande emozione. Quando ha segnato è venuto giù lo stadio, ero incredulo. Abbiamo fatto una grandissima partita, sia per l’atteggiamento, che tecnicamente". "Sono impazzito - ha detto Pedro - quando ho visto il gol, anche per come era andata la partita. Meritavamo un punto". Stesso discorso per Romagnoli: "Siamo stati bravi a non mollare fino all'ultimo. Ora faremo di tutto per mettere le cose a posto".
Infermeria. Un po' di ansia per le condizioni di Pellegrini, uscito nel primo tempo per infortunio al ginocchio: "Ha riportato una distorsione al ginocchio destro, l'abbiamo valutato, dobbiamo aspettare che passino 24 ore per gli esami strumentali, anche se siamo abbastanza fiduciosi". Non dovrebbero essere interessati i legamenti, si attendono i risultati della risonanza. Non preoccupano invece le condizioni di Romagnoli e Luis Alberto, anche loro usciti acciaccati.