28 aprile 2019 – Genova, stadio Luigi Ferraris - Campionato di Serie A, XXXIV giornata - inizio ore 18.00
SAMPDORIA: Audero, Sala (82' Gabbiadini), Ferrari, Colley (16' Tonelli), Murru, Praet, Ekdal, Linetty (46' Jankto), Ramirez, Defrel, Quagliarella. A disposizione: Rafel, Belec, Bereszyinski, Tavares, Barreto, Vieira, Saponara, Caprari, Sau. Allenatore: Giampaolo.
LAZIO: Strakosha, Wallace, Acerbi, Bastos, Romulo (68' Marusic), Parolo, Leiva, Cataldi (77' Badelj), Lulic, Correa, Caicedo (63' Immobile). A disposizione: Proto, Guerrieri, Patric, Luiz Felipe, Armini, Zitelli, Jordao, Neto. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Maresca (Napoli) - Assistenti Sigg. Di Liberatore e Tonolini - Quarto uomo Sig. Aureliano - V.A.R. Sig. Calvarese - A.V.A.R. Sig. Tegoni.
Marcatori: 3' Caicedo, 20' Caicedo, 57' Quagliarella.
Note: espulso al 45' Ramirez per doppia ammonizione. Ammonito al 22' Ferrari, al 23' Ramirez, al 32' Acerbi, al 74' Tonelli, al 90' Murru, al 90'+2' Lulic tutti per gioco scorretto, al 71' Wallace per comportamento non regolamentare, al 90'+2' Sala (in panchina) per proteste. Angoli 1-4. Recuperi: 2' p.t., 4' s.t.
Spettatori: paganti 1.393 per un incasso di Euro 32.310, abbonati 17.057 per una quota di euro 170.851.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Caicedo lancia la Lazio. Sampdoria, solo Quaglia. A Marassi è decisiva la doppietta dell’ecuadoriano. Rosso per Ramirez, gol n.150 per Fabio, palo di Murru e Defrel spreca".
Continua la "rosea": Il sogno Champions League è vivo e la Lazio lotta insieme a lui: mercoledì si è rialzata e stavolta non si butta via, non cade di nuovo. Al massimo inciampa, ma poi colora il suo aprile di campionato tendente al nero: ora può sperare, anche se forse non dipenderà solo da lei. Alla Samp, sedotta da un pensiero europeo definitivamente abbandonato, resta solo la "missione re del gol" per Quagliarella, che ieri ha messo il 23° mattoncino, e da onorare il campionato come non ha fatto nel primo tempo. Per 45’ non è stata una partita ma un’esecuzione, con la vittima autoconsegnata al patibolo già dopo 3’. Colley ha immolato la Samp sull’altare dell’impostazione da dietro: palla persa su pressione di Caicedo e fuga dell’ecuadoriano verso Audero, per il gol più veloce della Lazio in questo campionato. Da lì errori tecnici e mentali in serie, una faticosa ricerca della leggerezza e degli automatismi di gioco che furono: come a Bologna, dunque non era stato un caso. Impossibile permetterselo contro una Lazio cattiva e cinica: idee Samp spaccate sul nascere e ripartenze.
Ma impossibile anche non chiedersi dove iniziassero i suoi meriti a fronte di tanti demeriti avversari. Una risposta è arrivata con il 2-0, azione rifinita dal cross di Romulo e dallo stacco di testa con torsione perfetta ancora di Caicedo: tutto bello, da manuale biancoceleste, ma anche fin troppo facile. Come il riconoscere i meriti di Inzaghi, che pur rinunciando a Immobile ha disegnato l’attacco giusto: senza la qualità di Milinkovic e Luis Alberto alle spalle delle punte, l’ha cercata e trovata nella coppia sudamericana. Nella ripresa, giocata dalla Samp da "7" dopo 45’ da "4", la reazione e la rivoluzione anche tattica: Ramirez espulso per un secondo giallo esagerato, dunque Giampaolo ha studiato (bene) con Jankto un 4-4-1 che ha disteso la sua squadra, allargando e sfilacciando la Lazio. Dignità , gambe e il calcio che ha dentro: così diversa da far rabbia.
E da far riflettere la Lazio, che dopo un palo di Romulo ha perso il governo del gioco, con amnesie difficili da decifrare solo con il possibile calo fisico dovuto alle fatiche di Coppa Italia. Fatto sta che preso il gol di Quagliarella ha rischiato il 2-2 almeno due volte: palo di Murru fragoroso quanto una successiva punizione di Immobile sulla traversa e chance inghiottita da Defrel su invito di Jankto. Per il terzo anno di fila finisce 1-2, da inizio febbraio è l’ottava sconfitta per la Samp: un peccato, il rischio è che restino vivi i ricordi più recenti, nel giudicare la sua stagione. Ma forse ora si capirà meglio perché a Giampaolo la Samp non era piaciuta fino in fondo neanche dopo il derby vinto. Quello che aveva fatto fare progetti (europei) forse ancora troppo grandi.
? Il Corriere dello Sport online titola: "Sampdoria-Lazio 1-2: Caicedo show, che doppietta! Le due reti dell'attaccante ecuadoriano permettono a Inzaghi di espugnare Marassi e puntare ancora al quarto posto. Inutile per i padroni di casa la rete di Quagliarella, sempre piĂą capocannoniere di A".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Inzaghi si aggrappa a bomber Caicedo per sognare ancora la Champions League. Lo straordinario stato di forma dell'attaccante permette alla Lazio di espugnare Marassi e puntare ancora ad un posto in paradiso, distante solo tre punti (in attesa di Milan e Atalanta). La doppietta dell'ecuadoriano (la sua prima in serie A) e i legni colpiti da Romulo e Immobile sono un bel segnale per il tecnico che ha avuto le risposte che chiedeva dalla sua squadra dopo l'esaltante successo di San Siro in coppa Italia contro il Milan. Alla Samp - in dieci uomini per tutto il secondo tempo dopo il rosso a Ramirez - non è bastato l'ennesimo gol di Quagliarella, sempre più capocannoniere di serie A. Per la squadra di Giampaolo questo ko vuol dire addio ai sogni europei. L'inizio della Lazio è da urlo. I biancocelesti schiacciano la Samp nella propria metà campo mostrando una ritrovata compattezza Mercoledì 24 aprile 2019 - Milano, stadio Giuseppe Meazza - Milan-Lazio 0-1|dopo la benefica vittoria]] di San Siro in coppa Italia. Protagonista assoluto dello strepitoso inizio laziale è Caicedo, l'attaccante più in forma della squadra di Inzaghi.
Il bomber ecuadoriano ci mette tre minuti a sbloccare il match sfruttando al meglio un clamoroso errore di Colley che perde palla al limite dell'area doriana permettendo al laziale di infilare Audero con un preciso rasoterra. Il forcing ospite è impressionante, la Samp semplicemente non c'è. Nel primo quarto d'ora Correa e Romulo sfiorano il raddoppio che arriva al 19'. Protagonista, nemmeno a dirlo, Caicedo che di testa su un cross perfetto di Romulo dalla destra, infila Audero con uno stacco impressionante. La Lazio è già avanti di due reti. Per la Samp sembrano già arrivare i titoli di coda. Caicedo va vicino alla tripletta in altre due circostanze mentre la risposta dei padroni di casa arriva solo con un tiraccio di Quagliarella e una punizione ben calibrata di Ramirez che trova Strakosha attento alla deviazione in tuffo. Finito? Macché. A rendere il pomeriggio di Giampaolo ancora più tetro è il rosso per doppia ammonizione rimediato da Ramirez in chiusura di frazione per un pestone rifilato a Leiva a centrocampo. La ripresa sembra seguire lo spartito suonato nel primo tempo. La Lazio continua a tambureggiare, la Samp è alle corde. Romulo al 54' colpisce un palo con un pregevole tiro in diagonale dal limite al termine di una veloce ripartenza. Poco dopo è ancora Caicedo a non trovare il tempo per concludere da buona posizione. Proprio nel momento migliore della Lazio, ecco arrivare la svolta del match: siamo al 57' quando su un lancio di Ekdal, Wallace sbaglia l'intervento lasciando Quagliarella libero di battere Strakosha e infilare a due metri dalla porta il suo 23° centro in campionato.
La rete doriana cambia letteralmente il match. I padroni di casa trovano il coraggio e nuove energie nelle gambe per tentare l'incredibile rimonta. Al 61' è Murru a colpire in pieno il palo con una cannonata dal limite imprendibile per Strakosha. La Samp, sotto di un uomo, avanza senza paura e sfiora il pari di nuovo con Quagliarella. La Lazio però non sta a guardare e al 75' sfiora il gol vittoria con una potentissima conclusione dal limite di Immobile su punizione che quasi spezza in due la traversa di Audero. Il secondo legno biancoceleste della partita suona come una maledizione per la squadra di Inzaghi che un minuto dopo rischia di vedersi raggiunta dalla Samp: Jankto se ne va sulla sinistra e mette in area un pallone che Defrel deve solo spingere in rete. Peccato che, a due metri dalla porta, l'attaccante si impappini calciando incredibilmente a lato. E' questa l'ultima, clamorosa palla gol costruita dalla Samp che esaurisce la riserva e non riesce più ad impensierire Strakosha. La Lazio conquista tre punti fondamentali nella corsa alla zona Champions. In attesa del Milan, il quarto posto dista solo tre punti. Decisivo per Immobile e compagni sarà il match della prossima settimana all'Olimpico contro l'Atalanta. Una sfida che vale l'Europa.
? Il Messaggero titola: .
Prosegue il quotidiano romano:
? Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Un altro ribaltone e, voilà , nel giro di quattro giorni la Lazio passa da una situazione di crisi (quasi) conclamata a essere di nuovo in corsa su tutto. Mercoledì la qualificazione alla finale di Coppa Italia grazie al successo di San Siro col Milan, ieri il successo di Marassi sulla Sampdoria che rilancia le ambizioni Champions dei biancocelesti e che, se anche le prime dovessero restare lettera morta, accresce le chance di conquistare quanto meno un posto in Europa League attraverso il campionato. Dalle stelle alle stalle e ritorno, insomma, come già accaduto varie volte nel corso di questa bizzarra stagione. Che tuttavia, a 5 partite dalla fine (4 di campionato più la finale di Coppa) può riservare alla Lazio ancora soddisfazioni grandissime. Inzaghi aveva chiesto alla sua squadra di non mollare un centimetro e i suoi giocatori lo hanno ascoltato. A Genova hanno tirato fuori una prestazione pressoché perfetta fino all’intervallo, nonostante le assenze di Milinkovic e Luis Alberto e hanno poi un po’ sofferto nella ripresa (considerando anche l’uomo in più) ma hanno comunque portato a casa tre punti fondamentali. "A Marassi non è mai facile vincere — dice l’allenatore —. Abbiamo fatto un ottimo primo tempo e rallentato nella ripresa. Probabilmente se avessimo fatto il 3-0 con Romulo (il brasiliano ha colpito il palo prima della rete di Quagliarella, ndr) la partita sarebbe finita lì. Ai ragazzi però non rimprovero nulla. Abbiamo preso gol in una situazione singolare. Il tocco di Acerbi ha annullato il fuorigioco di Quagliarella. Continuiamo a fare scuola, a essere i primi a sperimentare sulla nostra pelle i cambi di regolamento... Ma va benissimo così".
Anche perché quella Champions che appena una settimana fa sembra diventata una chimera è ora di nuovo a portata di mano. "Ma non dobbiamo commettere l’erore di guardare la classifica — ancora Inzaghi —. La vedremo alla fine. Adesso dobbiamo solo affrontare ogni gara come fosse una finale: le quattro di campionato che restano e poi quella di Coppa Italia con l’Atalanta. Ci sono 12 punti a disposizione, siamo indietro, ma possiamo ancora sperare, pur avendo un calendario difficile. Ma se giochiamo sempre con lo spirito con cui abbiamo affrontato la Sampdoria possiamo giocarci le nostre carte fino alla fine". A rendere fiducioso Inzaghi è pure la nuova abbondanza di scelte che si ritrova innanzitutto in attacco, ma non solo in quel reparto. Caicedo è un giocatore straordinario - attacca l’allenatore -. Io già l’anno scorso l’ho sempre difeso perché avevo capito il suo valore. Sono stato contento sia rimasto e sono felicissimo che finalmente tutti stiano scoprendo quanto sia forte. Dà sostanza alla squadra, è bravo a farci salire, è amato da tutti nello spogliatoio. Si sta ritagliando uno spazio sempre maggiore accanto a Immobile e Correa. Non è facile scegliere tra loro, non è bello lasciarne uno fuori. Avevo anche pensato di farli giocare tutti e tre, sarà per un’altra volta". E poi la Lazio è diventata extra large pure in altri settori. "A centrocampo ci mancavano Luis Alberto e Milinkovic, ma non se n’è accorto nessuno. Cataldi è andato molto bene e pure Badelj è stato prezioso. Meriterebbero tutti di giocare titolari. Ma in ogni caso da qui alla fine ci sarà bisogno di ognuno di loro". Per centrare traguardi che, solo una settimana fa, sembravamo irrimediabilmente compromessi.
E adesso anche la prima doppietta. Felipe Caicedo non si ferma più. Nella Lazio che fa e disfa, che un giorno sembra la più seria candidata al quarto posto e che, poche settimane dopo, è fuori anche dall’Europa League, una delle poche certezze è il suo (ex) attaccante meno reclamizzato. Ancora una volta è lui a spingere la Lazio oltre l’ostacolo e rilanciarla (mai dire mai) nella corsa per la Champions League. E’ lui ad aprire la partita con un uno-due nei primi venti minuti con il quale mette in mostra un repertorio da attaccante completo: un gol di forza ed uno da opportunista d’area, uno di piede e uno di testa. E’ ancora lui, insomma, a decidere. Come aveva già fatto con Frosinone ed Empoli a febbraio, nel derby a marzo, con l’Udinese dieci giorni fa. C’è, nell’ultimo periodo, anche il gol inutile al Chievo, ma utilissimo a far sì che sia andato costantemente in rete nelle ultime tre partite di campionato. Con un totale che, grazie alla sua prima doppietta italiana, è salito a 8 reti in campionato e 9 stagionali, col gol segnato in Europa League a Marsiglia. Il Panterone mette così nel mirino la doppia cifra, un traguardo impensabile a inizio stagione e comunque raro nel corso della sua variegata carriera che lo ha portato a giocare in sette campionati diversi. Una sola volta, col Levante nel 2010-11, è riuscito a raggiungerla in campionato, e altre due (entrambe con l’Espanyol) allargando il computo alle marcature stagionali. Numeri e prestazioni che lo riempiono di gioia e che lo fanno definitivamente entrare nel cuore dei tifosi laziali. Con cui ha voluto festeggiare la seconda marcatura dopo aver dedicato la prima, come sempre, alla moglie Maria. "Realizzare una doppietta non è mai facile, figuriamoci nel campionato italiano che è il più difficile in cui io abbia giocato (ed è stato pure in Inghilterra e Spagna, oltre a Russia, Portogallo, Svizzera ed Emirati, ndr). Sono davvero orgoglioso di quanto fatto, anche perché tutto lo spogliatoio mi ha festeggiato". Una felicità resa ancora maggiore dall’utilità dei suoi gol. "Non era semplice vincere contro la Sampdoria. Abbiamo fatto un gran primo tempo, poi nella ripresa siamo un po’ calati. Ma abbiamo portato a casa tre punti importantissimi. La Champions è ancora possibile, anche se abbiamo purtroppo perso terreno nelle precedenti partite. Noi comunque non vogliamo mollare. E lotteremo fino alla fine per farcela. L’importante è restare uniti come abbiamo fatto contro la Sampdoria".