Lunedì 3 novembre 2014 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Cagliari 4-2 Campionato di Serie A - X giornata - inizio ore 21.00
LAZIO: Marchetti, Pereirinha, de Vrij, Ciani, Braafheid, Parolo, Biglia, Lulic (79' Onazi), Candreva, Klose (62' Djordjevic), Mauri (88' Ederson). A disposizione: Berisha, Strakosha, Cana, Konko, Novaretti, A. Gonzalez, Cataldi, Ledesma, Felipe Anderson. Allenatore: Pioli.
CAGLIARI: Cragno, Pisano (58' Balzano), Ceppitelli (58' Bendetti), Rossettini, Murru, Crisetig (79' Joao Pedro), Conti, Ekdal, Ibarbo, Sau, Cossu. A disposizione: Colombi, Capuano, Capello, Dessena, Donsah, Longo, Farias. Allenatore: Zeman.
Arbitro: Sig. Di Bello (Brindisi) - Assistenti Sigg. Vuoto e Passeri - Quarto uomo Sig. Stallone - Assistenti di porta Sigg. Russo e Roca.
Marcatori: 7' Mauri, 25' Klose, 26' Klose, 47' Braafheid (aut), 84' Joao Pedro, 92' Ederson.
Note: espulso Ibarbo al 72' per comportamento non regolamentare. Ammoniti: de Vrij, Ceppitelli, Crisetig, Conti e Lulic per gioco scorretto. Angoli: 4-7. Recuperi: 0' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 32.569 di cui 15.283 paganti e 17.286 abbonati.
La Gazzetta dello Sport titola: "Poker Champions. Una Lazio da urlo, Zeman al tappeto".
Continua la "rosea": Come in un romanzo. Il ri-aggancio della Lazio al terzo posto arriva al termine di una partita in cui succede tutto e il contrario di tutto. Alla fine, però, pur con qualche sofferenza di troppo (Pioli farà bene a riflettere sull'argomento) i biancocelesti ottengono tre punti che li confermano al terzo posto, ora però in coabitazione con la sola Sampdoria, e soprattutto li proiettano ad appena tre punti dalla Roma. Impensabile appena un mese fa. Gol, ben sei, emozioni, capovolgimenti improvvisi. E' il classico match zemaniano. Per merito, ovviamente, di colui che detiene il copyright di questo calcio, ma anche di chi lo affronta. Perché, spesso e volentieri, la Lazio di Pioli sembra più zemaniana del Cagliari. Che, pur perdendo, esce comunque dall'Olimpico molto meglio di come fece quaranta giorni fa, quando contro la Roma il Cagliari restò in partita solo per 15 minuti e poi andò in vacanza. Eppure l'inizio del match, con il gol di Mauri e l'uno-due di Klose poco prima della mezzora, sembra ricalcare esattamente quella partita. Solo che, per dirla alla Benitez, stavolta il Cagliari ci mette la cazzimma, cioè la cattivera. Sotto di tre gol all'intervallo, i sardi tornano in campo come se si fosse ancora sullo 0-0. Poche squadre sarebbero state capace di farlo. Accorciano subito le distanze, gli ospiti, grazie ad un autogol di Braafheid su cross di Ekdal e sfiorano più volte il secondo gol. Che arriva solo a sei minuti dal termine, grazie al nuovo entrato Joao Pedro, perché nel frattempo Ibarbo ha pensato bene di farsi cacciare (inspiegabile reazione dopo un fallo commesso da lui stesso su Lulic). La squadra di Zeman, però, non si arrende neppure in dieci e dopo essersi portata sul 3-2 "rischia" di completare una rimonta che sarebbe epica. Il gol della sicurezza del redivivo Ederson arriva infatti solo in pieno recupero.
Buono, anzi ottimo, il risultato per la formazione di casa. Difficile invece la valutazione della prova. Lazio perfetta nella prima mezzora, quando segna tre gol, gioca a tratti un calcio spettacolare, annichilisce il Cagliari. Molto peggio nella ripresa, quando sembra non esserci prima con la testa e poi anche con le gambe. Facile che il 3-0 dei primi 45 minuti possa aver indotto i biancocelesti a ritenere la pratica chiusa. Ma come insegna il famoso Milan-Liverpool del 2005, nessuna partita è mai finita anche quando il vantaggio è largo. La tenuta mentale della formazione di Pioli resta dunque ancora un'incognita, a maggior ragione perché la ripresa da brividi col Cagliari arriva quattro giorni dopo l'occasione sprecata a Verona. Quella del primo tempo è però una squadra che può puntare alla Champions. Specie ora che ha ritrovato pure il miglior Klose: titolare dopo 40 giorni, segna la doppietta che spiana la strada al successo e che consente, grazie ai gol di Mauri in apertura e di Ederson in chiusura, di fare della Lazio la squadra col miglior attacco (20 gol). Niente male per Pioli. Anche Zeman apprezzerà.
Il Corriere dello Sport titola: "Klose vola sempre più in alto. Due gol del tedesco nel bel poker della Lazio al Cagliari vivo anche in dieci. Biancocelesti terzi a -3 dalla Roma".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Una notte pazzesca di calcio, una partita bellissima, forse la più divertente del campionato. Ci voleva Zeman per scatenare il festival del gol all'Olimpico, ma Pioli è l'evoluzione migliore del gioco offensivo. Non sempre si sbilancia. E ha rischiato la rimonta perché nella ripresa era finita la benzina. Ha vinto la Lazio ed è salita a 19 punti, mantenendo il terzo posto accanto alla sorpresa Sampdoria. Vittoria pesantissima. Onore al Cagliari, perché gioca benissimo e fuori casa è ancora più pericoloso. Ha avuto la forza di riaprire la partita, sotto di tre gol all'intervallo, e ha cercato il pareggio in inferiorità sino al recupero, quando la Lazio ha calato il poker con Ederson, al rientro dopo un intervento chirurgico e uno stop di otto mesi. Un altro segnale chiaro. Questo può essere l'anno di Pioli, trascinato da Klose, autore di una doppietta e motivato come se stesse giocando la finale del Mondiale. Cos'è la difesa? E che significa mettersi dietro la linea della palla? Roba preistorica, da campionato italiano. Zeman non tradirà mai il suo calcio e anche ieri sera, come fa da più di vent'anni, ha iniziato la partita con otto giocatori sulla linea di centrocampo e solo due dietro. Il Cagliari si è rovesciato subito in avanti, ha conquistato un angolo e ha provato a esercitare pressione. Gioco in verticale, buon fraseggio e lanci ad aprire la manovra su Ibarbo e Cossu, larghi sulle fasce.
Non aveva fatto i conti con Pioli, abilissimo a preparare la partita. L'esaltazione del 4-3-3 senza freni di Zeman, l'aggressione della Lazio. Già, perché gli accorgimenti studiati dal tecnico biancoceleste hanno avuto subito effetto, provocando mezz'ora da fantascienza, come raramente si vede in Serie A. Corsa, tantissima corsa. Ritmo altissimo e un pressing esasperato. Pioli, nella fase di non possesso, ha arretrato i due esterni, sembrava 4-5-1 con Candreva e Mauri quasi sulla linea dei centrocampisti. Ma la Lazio riusciva a riguadagnare la posizione solo quando saltava il pressing al limite dell'area di rigore, guidato da Klose, il primo ad andare a contrastare Cragno, Rossettini e Ceppitelli sull'avvio dell'azione. Alle sue spalle Lulic, Parolo e Biglia asfaltavano tutti a metà campo. Si è trasformato presto in un combattimento feroce, colpo su colpo, e il tedesco ha incantato. Correva come al Maracana nella finale del Mondiale, era il regista offensivo e il terminale di qualsiasi azione della Lazio, l'altro accorgimento legato al continuo scambio tra Lulic e Mauri nel ruolo di mezz'ala sinistra. Quando toccava ai biancocelesti impostare, era il capitano ad abbassarsi per dialogare con Biglia.
Zeman all'attacco e per la Lazio è stato un gioco da ragazzi esaltarsi negli spazi concessi dal Cagliari. Sull'angolo conquistato da Candreva, è nato il primo gol. Tiro di Biglia dal limite dell'area, carambola nella mischia, Mauri ha anticipato Rossettini e con un tocco ravvicinato ha depositato in rete. Rispetto ad altre partite, la squadra di Pioli ha gestito con intelligenza e senza rinunciare a ribaltarsi in avanti. Pereirinha ha preso in fretta le misure a Cossu, Braafheid contrastava Ibarbo, de Vrij e Ciani non sono mai entrati in apprensione con Sau, anzi lo soffocavano. Il Cagliari attaccava, la Lazio teneva i ritmi alti e prima della mezz'ora ha triplicato il vantaggio con una doppietta da urlo di Klose. Gol bellissimi, da vedere e rivedere per lo sviluppo. Al 25' è stato proprio il tedesco ad avviare l'azione. Palla a destra per Candreva. Rapido il cross, telecomandato per Lulic. Appoggio di testa del bosniaco per Klose, che stava arrivando in corsa, piatto destro e rete. Un altro minuto ed è arrivato il secondo gol del tedesco. Lulic ha rubato palla a Conti e ha avviato il contropiede, scaricando il pallone su Klose. La difesa del Cagliari non c'era più. Miro ha stoppato prima di angolare il suo tiro, leggermente toccato da Ceppitelli in scivolata.
Dopo l'intervallo il copione è cambiato, perché la squadra di Zeman ha continuato a correre e la Lazio invece era quasi scoppiata. Ritmo, passo e pressing non potevano più avere la stessa intensità del primo tempo. Sono bastati tre minuti al Cagliari per riaprire la partia. Ibarbo ha spaventato Marchetti con una sventola, ma sugli sviluppi della stessa azione il pallone è finito in rete. Cossu si è ritrovato vicino al palo, non è riuscito a centrare lo specchio, ma il suo tiro è rimpallato su Braafheid ed è finito dentro. Ibarbo ha avuto la palla buona per raddoppiare, Marchetti ha respinto e Crisetig ha sparato alto. La Lazio non riusciva più a tenere palla, ad addormentare il gioco, era in chiara difficoltà. Pioli ha inserito Djordjevic per Klose, ma non è bastata neppure l'espulsione di Ibarbo (reazione alla trattenuta di Lulic) per respirare. La partita è rimasta nel controllo del Cagliari, che ha segnato anche il secondo con Joao Pedro, rapidissimo nel tocco sotto porta sul colpo di testa di Benedetti. Sofferenza sino al recupero, quando il solito Candreva in contropiede ha seminato tutti e ha messo al centro per Ederson, pronto a far scattare la festa dell'Olimpico.
Il Messaggero titola: "Un poker da Champions".
Prosegue il quotidiano romano: La Lazio è tornata a volare sulle ali di Miroslav Klose, rientrando prepotentemente in zona Champions League. E' stata una vittoria fortemente voluta, facile nel punteggio, messa in cassaforte nel primo tempo, caratterizzata da una prova tonica, solida, sviluppata con pervicacia e ottimo senso tattico al cospetto di un Cagliari vivo soltanto nella ripresa, tutto zemaniano nel suo atteggiamento. La formazione isolana, infatti, ha affrontato la sfida con sussiego e una presuzione eccessiva, puntualmente punita dai biancocelesti, bravi ad attaccare gli spazi, a sfruttare l'inattesa libertà di movimento del quale hanno goduto gli attaccanti. Quando lasci metri a un calciatore della classe del tedesco che, all'occorrenza, sa anche essere un micidiale rapace d'area, non hai scampo. E la Lazio ha sbranato un Cagliari con la difesa molto alta, senza filtro a centrocampo, che ha trascurato la fase di non possesso. Il raddoppio del bomber è arrivato al culmine dell'azione più spettacolare: Candreva-Lulic-Klose. Roba da applausi. L'improbabile retroguardia rossoblu ha regalato continui capolavori d'ignavia davanti all'impassibile Zeman, una sfinge. L'ultima da titolare di Klose risaliva alla gara contro l'Udinese, poi tanta panchina e qualche spezzone. Era tornato protagonista contro il Torino, entrando e decidendo il match nella ripresa.
Il tedesco, pur senza mai polemizzare, si è sentito un po' trascurato e ha aspettato il momento del grande ritorno. Dopo il successo nel Mondiale voleva chiudere la carriera alla Lazio e sta dimostrando di essere ancora competitivo e goleador. Ha finalizzato, in bello stile, il lavoro della squadra, rubando la scena, mandando in archivio la pratica dopo neppure mezzora e riportando la Lazio al terzo posto, insieme alla Sampdoria. Un Klose così può diventare un valore aggiunto importantissimo. Considerato chiuso il discorso la Lazio ha mollato un po' gli ormeggi nella ripresa, consentendo agli avversari di rientrare in partita e di minacciare più volte Marchetti. Il portiere, incerto sull'autogol di Braafheid, ha salvato su Ibarbo e visto sfilare di giustezza fuori un diagonale di Murru. Il Cagliari, rinvigorito, ha alzato il pressing recuperando spesso la palla già nella trequarti laziale. Anche i ritmi sono diventati più vivaci e le ripartenze più veloci, con Braafheid che ha dovuto sudare contro Ibarbo, dimostrando comunque una discreta affidabilità e non facendo rimpiangere Radu. Per una ventina di minuti sono stati gli ospiti a fare la partita, almeno fino a quando l'arbitro, con un decisione che ha lasciato perplessi, ha cacciato Ibarbo. L'attaccante, fermato con un fallo da Lulic, sanguinante al ginocchio destro, si è svincolato in maniera troppo energica, allargando troppo il braccio destro. La formazione di Pioli ha continuato a stentare perché il Cagliari, seppure in inferiorità numerica, non si è mai arreso realizzando persino la rete del 3-2. I biancocelesti sono stati costretti a soffrire anche in una serata che sembrava potesse diventare una passeggiata. Ederson ha poi scacciato le paure, alla fine è arrivato il quinto successo nelle ultime 6 giornate. La scalata può continuare, in fondo la Roma è sopra di appena 3 punti...
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Vola la Lazio. Quattro gol al Cagliari, terzo posto in classifica. Una notte fantastica. Pioli ha messo in trappola Zeman. "Avevamo preparato diverse situazioni. Non dico perfetto, ma il primo tempo è stato di altissimo livello. Un'altra lezione da tenere a mente quella della ripresa. Siamo entrati in difficoltà giocando con meno attenzione". Calo fisiologico, è finita la benzina, tanti giocatori della Lazio non ne avevano più. "Avevamo quasi del tutto ostacolato il gioco in verticale del Cagliari. Poi c'è stato da soffrire. Non è facile tenere certi ritmi, la squadra sta correndo tanto. Dobbiamo stringere i denti e pensare alla prossima partita, poi tireremo il fiato durante la sosta". Logico chiedere della corsa Champions. Un muro, Pioli. "La classifica la guarderò più avanti. Pochi sono stati chiari come la Lazio riguardo agli obiettivi. Vogliamo tornare in Europa, lo abbiamo sempre detto. I grandi obiettivi si raggiungono a piccoli passi. La mentalità deve essere questa, i conti si faranno alla fine". Ha tanto da studiare. "Passerò la notte a riguardare la nostra partita. Ci sono state situazioni positive e altre da migliorare. Dobbiamo recuperare energie e pensare all'Empoli. I campionati non si decidono a novembre. Vedremo come staremo a Natale. Conta il lavoro, i ragazzi lo hanno capito, dobbiamo insistere su questa strada. Abbiamo dei grandi mezzi".
Pioli ha avuto un'ottima risposta da Braafheid e Pereirinha, pronti sui tagli di Ibarbo e Cossu. "Conoscendo i movimenti degli esterni del Cagliari, ci abbiamo lavorato. Pereirinha e Braafheid sono stati bravi a non farsi quasi mai a sorprendere sui tagli". Il tecnico emiliano ha assolto la Lazio per la flessione della ripresa. "Le partite possono cambiare e complicarsi. A Verona avevamo gestito meglio la palla, il Cagliari ci ha messo sotto pressione, ci veniva a prendere. Potevamo avere una manovra migliore, ma anche chiudere in anticipo la partita. Prima del gol di Ederson, ci sono state due opportunità con Candreva e Lulic. Cercheremo di crescere. La strada è quella giusta". Dopo l'espulsione di Ibarbo, Pioli ha tolto Lulic e non Mauri. "Serviva brillantezza per tenere i ritmi alti del Cagliari. Senad era ammonito. Non volevo correre il pericolo di restare in dieci". E' stata la notte del ritorno di Klose. Pioli non è spaventato dal gestire la concorrenza con Djordjevic. "Le gerarchie non ci sono, sono momentanee, dipendono dalla condizione, dai risultati, dagli atteggiamenti. Miro è un valore aggiunto, in campo e fuori. L'ho trovato motivato dal primo giorno di lavoro in Germania. Ha fatto più fatica, ed era normale, a trovare la condizione. L'ultima sosta gli è servita molto per entrare in forma. Djordjevic sta facendo benissimo". Ederson e Pereirinha dopo Cavanda e Ciani. Tutti protagonisti nella Lazio, anche chi doveva andare via in estate. "Il merito è dei giocatori che hanno sposato il lavoro con grande disponibilità, le porte sono aperte per tutti, non sono chiuse per nessuno. Basta farsi trovare pronti".
Un paio di minuti alla fine, uno di quei cambi che servono per far ritrovare il campo a chi entra e per guadagnare tempo in caso di risultato positivo. Così è tornato in campo Ederson, che mancava dallo scorso gennaio. Timido, fino a un doppio passo terminato sul fondo. Sembrava essere lì quasi per caso. Invece ha chiuso lui: sull'iniziativa di Candreva ha trovato il destro che ha messo in cassaforte tre punti che significano terzo posto. Ederson ora è di nuovo felice, così come tutta la Lazio: "Dopo l'infortunio non ho fatto altro che aspettare un'opportunità". E' arrivata ieri sera contro il Cagliari, il brasiliano l'ha sfruttata alla grande: "La prima cosa che bisogna fare è ringraziare le persone che mi sono state vicino, che mi hanno dato forza nei momenti difficili, la mia famiglia, la mia moglie. Mio fratello Alessandro non mi ha mai lasciato solo. Ma anche i compagni e i medici che hanno lavorato per me. In tanti mi hanno dato la forza per affrontare questi mesi senza calcio". La Lazio ora è lassù, al terzo posto che vorrebbe dire Champions. La crescita è continua, la squadra ora gira e i risultati si vedono. Ederson è parte del gruppo e ora ha la serenità e la lucidità per tirare giù la sua analisi: "Il gruppo è unito e guarda sempre avanti. E' solo così che riusciremo a mantenere la concentrazione giusta per fare bene e continuare su questa strada. Secondo me siamo una squadra di qualità, lo spogliatoio è composto da ragazzi che lavorano benissimo, dobbiamo fare di tutto per cercare di fare sempre il meglio". La vittoria sul Cagliari permette ai biancocelesti di compiere un gran bel passo avanti: "Volevamo vincere assolutamente, se continuiamo così possiamo toglierci qualche bella soddisfazione". Il centrocampista, di nuovo abile e arruolabile, ha l'aria serena, di chi sa di aver dato tutto. Ora è il suo momento, sapeva che sarebbe arrivato: "Sì, perché il tecnico con il passare del tempo sta dando opportunità a tutti. Poi è anche vero che ognuno di noi se la deve andare a cercare la propria occasione". Una convinzione: "La Lazio è una grande". La conseguenza: "Per forza dobbiamo porci grandi obiettivi".
Ederson si concentra anche sul compagno Pereirinha, che insieme a lui ha trovato ieri sera la giusta occasione: "Bruno (Pereirinha) ha fatto una grandissima partita, non era facile. Ma tutta la squadra ha giocato bene. Quando un gruppo lavora bene, tutto diventa più facile. Dobbiamo continuare così e avere sempre consapevolezza delle nostre qualità". Proprio vero che questa Lazio va avanti anche grazie alla forza del gruppo. Ne è la prova il messaggio del giovane Keita, lanciato via social network proprio a Ederson: "Grande fratello, te lo meriti!". A questo punto Ederson avrà tempo e modo di ristabilirsi al cento per cento senza fretta. Con un gol come quello di ieri diventa ancora più facile mettersi al servizio di compagni e allenatore. "E' importante – conferma il brasiliano – avere una conoscenza ampia della parte tattica della squadra. Sono fondamentali i movimenti, non tanto il ruolo che uno ricopre. Io sono sempre a disposizione e potete stare sicuri che ogni volta che scenderò in campo cercherò di dare il mille per mille. Il gol è una gioia, ovviamente. Ma vi confesso che è ancora più grande la felicità del gruppo dopo un successo così, è una cosa che non ha prezzo".