1 aprile 2017 - Reggio Emilia, Mapei Stadium - Campionato di Serie A, XXX giornata - inizio ore 18.00
SASSUOLO: Consigli, Lirola, Acerbi, Cannavaro, Dell’Orco, Pellegrini, Aquilani, Missiroli (64' Duncan), Berardi, Defrel (70' Matri), Politano. A disposizione: Pomini, Pegolo, Letschert, Peluso, Antei, Adjapong, Sensi, Mazzitelli, Iemmello, Ragusa. Allenatore: Di Francesco.
LAZIO: Strakosha, Patric, de Vrij, Hoedt (58' Lukaku), Radu, Parolo, Biglia, Milinkovic, Felipe Anderson (79' Lombardi), Immobile, Lulic (58' Keita). A disposizione: Vargic, Borrelli, Basta, Wallace, Bastos, Crecco, Murgia, Luis Alberto, Djordjevic. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Giacomelli (Trieste) - Assistenti Sigg. Valeriani e Peretti - Quarto uomo Sig. Crispo - Assistenti d'area Sigg. Pairetto e Abisso.
Marcatori: 26' Berardi (rig), 42' Immobile, 83' Acerbi (aut).
Note: ammonito al 5' Lulic, al 26' Strakosha, al 32' Pellegrini, al 33' Hoedt, all'89' Lirola e Keita. Angoli 2-3. Recuperi: 1' p.t., 4' s.t.
Spettatori: paganti 6.235 per un incasso di € 85.793, abbonati 6.502 per una quota di € 71.611.
La Gazzetta dello Sport titola: "Immobile e pure fortuna: la Lazio continua a volare. Sassuolo k.o. nel finale per un’autorete di Acerbi. Torna al gol Berardi, mentre Ciro arriva a quota 20 gol: il migliore con Lotito".
Continua la "rosea": La vittoria della Lazio non è semplice ma piuttosto fortunosa, basti pensare all’autogol che decide all’83’ e al palo interno del Sassuolo quando si sta per inaugurare il recupero. Il derby pesa, nelle teste e nelle gambe, anche se si deve ancora giocare. Il derby incide anche i nervi, perchĂ© i sostituti si arrabbiano (Hoedt e Anderson), però chi entra consegna le azioni del 2Â-1. Ma non si può dire che la Lazio arrivi a una settimana fondamentale con il morale in disordine e l’autostima floscia. I conti sono così in ordine che rispecchiano quelli della societĂ , in attivo di 9,5 milioni nel bilancio semestrale. Questo è l’ottavo successo nelle ultime dieci uscite, tutto compreso, e i due risultati mancanti sono pareggi, non sconfitte. Martedì i laziali vivranno il ritorno con la Roma, che assegna la finale di Coppa Italia; domenica incroceranno il Napoli, a portata di aggancio se stasera perderĂ con la Juve. Nella tensione c’è molto benessere, forse inatteso. Inatteso è anche il 2Â-1 innescato da un cross di Lombardi respinto male, verso la porta, da Acerbi. E Consigli tocca ma non evita la rete. E’ soltanto la quarta occasione per i laziali, la seconda della ripresa e dall’altra parte il raccolto è simile.
Ecco perchĂ© il pareggio sarebbe stato piĂą corretto. Il Sassuolo potrebbe tranciare ogni rimonta se segnasse appena dopo l’1Â-0 di Berardi: Defrel ha l’opportunitĂ del raddoppio, niente. La Lazio potrebbe capovolgere il campo giĂ prima dell’intervallo, quando ancora Immobile si fa deviare da Acerbi la sponda, ma è prodigioso Cannavaro a togliere il gol dalla porta con una rovesciata. Questi sono gli unici boati provocati, reti a parte. Le quali raccontano di come si possa bucare in due maniere una difesa schierata. Sul rigore di Berardi, basta un lancio dietro la linea per far scattare in ritardo Radu e Strakosha. Sul pareggio di Immobile invece c’è la confusione tattica di Lirola, che si fa incantare da Anderson e non chiude il varco sull’assist. Immobile sarebbe anche sul limite del fuorigioco, un millimetro di qua e uno di lĂ , secondo le diverse moviole, però la chiamata è sovraumana. Ciro sale così a quota 20 nell’annata laziale (record dell’era Lotito) e strappa il bonus di 200 mila euro. E’ anche il numero 50 in Serie A e il nono nelle ultime 11 presenze in campionato. Quando si dice essere decisivo. Berardi si rivede dopo un’annata nata bene e interrotta dagli infortuni.
Non è una partita da sfracelli, la sua, però porta fiducia l’esultanza: gli mancava in A da 216 giorni. Cinque sconfitte consecutive interne sono una serie da primato per il Sassuolo che non riesce a gustarsi gli ultimi mesi di un’annata aperta dall’avventura europea e proseguita tra fatiche e fratture. Comunque la squadra dispersa si sta ritrovando e anche senza Di Francesco, molto vicino alla Fiorentina, potrà rimodellarsi con la saggezza di sempre. Il trionfo al torneo di Viareggio, festeggiato con i ragazzi nell’intervallo, fa parte di questa programmazione sensata. Dalle radici ai frutti. E pazienza per l’autogol.
Il Corriere dello Sport titola: "Fiammate di super Lazio. Sassuolo avanti, i biancocelesti reagiscono da grande. E Immobile segna il 50Âş gol in A".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: A guardare la Lazio dei primi 40 minuti, sembrava proprio la partita di vigilia del derby. In campo c’erano i titolari, ma con la testa già all’Olimpico. La sensazione è cambiata dal 40’ in poi, quando il Sassuolo era avanti nel gioco e nel punteggio. Allora è scomparsa l’ombra della Roma e la Lazio ha preso a giocare una partita sola, non più doppia. Ha pareggiato e costruito l’occasione buona per ribaltare subito, nel primo tempo. Nel secondo ha conquistato campo, tenuto l’iniziativa (oltre il 54 per cento di possesso palla), attaccato e concluso. Le sostituzioni di Inzaghi hanno spinto la squadra a crederci davvero, a non accontentarsi del pari: Lukaku, Keita e Lombardi hanno alzato il livello del ritmo e della pericolosità e, forse non è un caso, sono stati i protagonisti dell’azione sfociata nel 2-1. Alla fine ha rischiato di incassare il gol del pareggio (palo di Pellegrini e occasione di Berardi), ma da Reggio Emilia non ha portato via niente che non avesse meritato. Sassuolo e Lazio hanno fatto a pezzetti il primo tempo, per 25 minuti piuttosto vuoto, per gli altri 15’ pieno di Sassuolo, per gli ultimi 5’ straripante di Lazio. Tralasciando la prima parte, la svolta è arrivata al 26’, col rigore giusto che Giacomelli ha fischiato a favore del Sassuolo. La difesa della Lazio ha dormito (e non era la prima volta), a cominciare da Radu, che ha perso il taglio di Berardi sul lancio da centrocampo di Missiroli: uscendo, Strakosha ha steso l’attaccante, che poi ha segnato l’1-0 su rigore.
Prima di quel gol, la Lazio era rimasta in partita pur con evidenti imperfezioni in ogni zona del campo, una su tutte la posizione di trequartista di Milinkovic per controllare Aquilani: non ha convinto. Preso il gol, il buio. Il Sassuolo ha avuto altre due possibilità per segnare con Defrel (si è appisolato de Vrij) e Lirola. Al 40’ è iniziata la terza partita del primo tempo e la Lazio l’ha incenerita segnando il pari con Immobile (assist di Felipe Anderson con Lirola preso in mezzo) e sempre con Immobile avrebbe segnato anche il 2-1 senza la prima deviazione di Acerbi e la seconda respinta, in rovesciata, di Cannavaro con palla sulla traversa. C’è voluto un bel po’ prima che la squadra di Simone prendesse questa gara dalla parte giusta, ma nella ripresa ha cominciato Biglia a salire di tono e con lui tutta la Lazio ha preso vigore. Il Sassuolo si limitava a controllare, ma non era facile con Immobile che si spostava di continuo su tutto il fronte d’attacco. I cambi di Inzaghi hanno fatto il resto: fuori Hoedt e Lulic, dentro Lukaku (che a sinistra ha attaccato con i tempi e i modi giusti) e Keita, il cui ingresso ha rimesso le cose a posto sul piano tattico, visto che Milinkovic ha fatto un passo indietro ed è tornato a giocare nel 4-3-3. Lombardi è stato l’ultimo cambio, Inzaghi l’ha messo a destra e il ragazzino è entrato con voglia e rabbia, ha strappato un paio di palloni in mezzo al campo e puntato la porta avversaria. Al momento decisivo, era libero sulla destra (Dell’Orco se n’era dimenticato), scatto, cross potente a pelo d’erba e deviazione di Acerbi, stavolta senza il miracolo di un’altra respinta, visto che l’intervento di Consigli non è bastato.
Era il 38’, la Lazio ha commesso un errore di leggerezza: indotta da un dato statistico relativo al Sassuolo, capace di perdere 21 punti da situazione di vantaggio, ha pensato che fosse già finita. E invece, con l’orgoglio la squadra di Di Francesco ha costruito due grandi occasioni per pareggiare. Era la quinta sconfitta consecutiva per il Sassuolo sul suo campo. Un momentaccio molto, troppo lungo. Ma dall’altra parte c’era la Lazio, che ha proseguito nella sua serie positiva, con 6 vittorie e 2 pareggi nelle ultime 8 gare, con 16 punti sui possibili 18 nelle ultime 6, e col 50° gol in A dello scatenato Immobile. Il terzo posto, almeno fino a stasera, è un po’ più vicino, ma soprattutto ieri in casa Lazio c’era tutto, o quasi tutto, per presentarsi al derby di Coppa Italia come si deve.
Il Messaggero titola: "Lazio, rimonta d'autorità . Vince in casa del Sassuolo che era passato in vantaggio: decisiva un’autorete di Acerbi dopo il gol di Immobile. La squadra di Inzaghi centra il decimo risultato utile consecutivo e sale a tre punti dal terzo posto del Napoli".
Prosegue il quotidiano romano: Ci è voluto un ragazzino senza pesi sulle spalle, un ventunenne scanzonato che aveva solo voglia di bruciare il campo. Sette minuti prima del fischio finale, Lombardi, entrato pochi minuti prima, s’incunea in area e calcia ad occhi chiusi in porta. Acerbi devia beffando Consigli: è il gol che vale la vittoria e scaccia gli incubi. La Lazio batte il Sassuolo per 2-1 e conserva il quarto posto in classifica. Ma quanta fatica al Mapei Stadium per i biancocelesti. Fino alla rete del sorpasso il derby ha prevalso su tutto. Sulle raccomandazioni d’Inzaghi alla vigilia, sui suoi urli nel corso della gara e sul gioco di Biglia e compagni, che hanno sofferto più del dovuto per avere ragione degli emiliani. Un ringraziamento anche alla fortuna, visto che il colpo di Pellegrini di testa, nei minuti finali, s’infrange sull’incrocio dei pali a Strakosha battuto. Sarà l’aria primaverile di Reggio Emilia, sarà che il derby è lì al centro dei pensieri di tutti, sarà per questo che l’inizio è di quelli da sbadigli. I ragazzi di Simone non hanno la bava alla bocca (come chiesto dal tecnico in conferenza), probabilmente gestiscono le energie mentali. Molti errori d’impostazione e appoggi facili sbagliati stupidamente. Prevedibile anche la manovra.
Gli applausi se li prendono i tifosi della Lazio che hanno riempito il settore ospiti cantando dall’inizio alla fine. Felipe Anderson si sposta di continuo da destra a sinistra per trovare il corridoio giusto dove infilarsi, ma i terzini neroverdi tamponano bene le sue discese. Il brasiliano ripiega spesso per dare più sostanza al reparto arretrato. L’altro incursore è Lulic, che rimedia subito un giallo e gioca tutta la gara sul chi va là . Il bosniaco comunque non risparmia fiato e corre per due. Ad Inzaghi non piace l’approccio e lo sottolinea con continui urli. Fa bene, visto che da una dormita nasce il rigore per il Sassuolo, fallo di Strakosha su Berardi che era sfuggito alla marcatura di tutti. Penalty che il bomber neroverde non sbaglia. Poco dopo la Lazio deve anche ringraziare la buona sorte, visto che il lob di Defrel esce di pochissimo. Assente il centrocampo. Biglia e Milinkovic danno poca sostanza e così i biancocelesti si affidano a lanci lunghi, che quasi sempre finiscono nel nulla. Sale un po’ di nervosismo e la Lazio rimedia una serie di gialli. La scossa arriva giocando palla a terra. Anderson vede un corridoio impossibile per Immobile e Ciro firma la rete numero 18 in campionato. Un minuto dopo gli si presenta anche la palla del sorpasso, ma Cannavaro in rovesciata la leva dalla porta. Nella ripresa i biancocelesti ci provano con più convinzione e protestano anche per un rigore nettissimo su Milinkovic, non fischiato.
Inzaghi mette dentro Keita e Lukaku, quest’ultimo ha il compito di spingere molto a sinistra, tanto che in fase di possesso palla il modulo diventa un 3-4-3. Ma la mossa vincente arriva, come detto, dal ragazzino che regala il guizzo vincente. Archiviato il Sassuolo, ora la testa può andare al derby. Un orecchio libero per aspettare buone notizie questa sera, perché un passo falso del Napoli potrebbe aprire scenari che ad inizio stagione sembravano pura utopia. E domenica prossima c’è lo scontro diretto all’Olimpico. Dita incrociate nella speranza che anche l’Atalanta, oggi pomeriggio, e l’Inter, domani sera, possano fare un passo falso, scavando un solco più grande. A fine gara i biancocelesti vanno a prendersi gli applausi dei tifosi laziali. La carica derby è iniziata.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Erano quasi duemila, cantavano di "volere questa vittoria", ma anche per loro, per i tifosi della Lazio, la partita vera è quella di martedì. Erano tanti qui a Reggio Emilia perché la squadra capisse che ora la Lazio è un blocco unico, ma non solo: dopo il 2-0 dell’andata, se farà fuori la Roma, sarà festa fino alla fine dell’anno. Una riedizione del 26 maggio. E’ per questa ragione che a fine partita Inzaghi ha portato la squadra sotto la curva. Era un abbraccio e insieme una promessa: daremo tutto nel derby. "Devo ringraziare i nostri tifosi, ci hanno aiutato a vincere questa partita, soprattutto quando eravamo sotto", dice l’allenatore. Tutti insieme verso il grande derby dell’anno. La vittoria di Reggio Emilia dà forza e morale alla Lazio, ma anche questi tre punti vanno visti in prospettiva del ritorno di Coppa Italia. Non a caso, quando Inzaghi comincia a raccontare il suo tardo pomeriggio emiliano lo fa pensando subito alla Roma: "Mi dite che il terzo posto ora è più vicino, ma al Napoli penseremo solo da mercoledì perché il giorno prima giocheremo una partita che per noi è fondamentale e difficilissima, contro una grande squadra". A questa partita, la Lazio arriva nelle condizioni migliori, sia fisiche che psicologiche. Il pareggio di Cagliari è già dimenticato, resta l’unico mezzo passo falso nelle ultime 6 gare con 5 vittorie. Anche Inzaghi conferma: "Il momento è positivo, al derby arriviamo dopo un secondo tempo giocato in crescendo. Dovremo però evitare certi errori in uscita che hanno frenato la prima parte di questa partita. Questa vittoria mi fa stare sereno".
La Lazio ha vinto quando Simone è entrato in partita con i cambi. Che, lui giura, sono nati da considerazioni legate a questa gara, non a quella che si giocherà all’Olimpico martedì sera. Peraltro, sono stati cambi che hanno fatto arrabbiare sia Hoedt che Felipe Anderson. La spiegazione del tecnico laziale racchiude una bella, giusta e meritata stoccata al brasiliano. "Se si sono arrabbiati per la sostituzione sono contento. Nemmeno a me, quando giocavo, piaceva uscire dal campo. Ho tolto Hoedt e Lulic perché erano ammoniti e perché noi avevamo il controllo della gara: il Sassuolo poteva solo ripartire e così, su una ripartenza, avremmo rischiato una seconda ammonizione. Siccome pensavo di vincerla, volevo cancellare quel pericolo. Quanto a Felipe Anderson, ha sbagliato a rientrare subito negli spogliatoi: Lombardi è stato tutto il campionato a guardarlo giocare e stavolta avrebbe fatto bene a rimanere anche lui a guardare Lombardi in campo. Il brasiliano ha giocato 70 minuti di sacrificio, ma Lombardi ha lavorato bene in settimana. E ha meritato di giocare. Quando si vedranno alla tv, capiranno l’errore". Poi però, per evitare polemiche e polemicuzze in vista del derby, chiusura dolce: "Negli spogliatoi, a fine partita, c’erano tutti a festeggiare, anche Hoedt e Felipe Anderson". Lukaku, Keita e Lombardi sono stati decisivi e questa storia della mano fatata di Simone sarà utile alla Lazio anche nel derby. "Voglio fare complimenti pubblici ai ragazzi che sono entrati nel secondo tempo. Lo ripeto di continuo: con le risorse in panchina potremo risolvere tante partite".
Sembra una previsione per il derby, quando giocherà ancora Strakosha che Inzaghi tiene sulla corda con un pizzicotto: "Sul fallo da rigore, ha avuto una leggera indecisione", partendo, fermandosi e ripartendo sullo scatto di Berardi. Ma derby e Coppa Italia a parte, per un allenatore al primo anno vero di Serie A resta una grande stagione. "Abbiamo fatto 60 punti dopo 30 partite, questo è un campionato strano, altrimenti saremmo al secondo o al terzo posto. Sono contento perché stiamo facendo un bel lavoro". Che diventerebbe sensazionale con la qualificazione alla finale di Coppa Italia eliminando la Roma.
Il golden gol da 2 milioni di euro lo ha segnato al Mapei Stadium, così si è lanciato verso la Roma. Ciro l’instancabile ha vinto il bonus di Lotito e pagherà la cena alla Lazio per celebrare il traguardo, ma il ventunesimo gol della stagione nel derby di ritorno gli interessa meno. "Va bene se segna anche Strakosha... L’importante è portare a casa la finale di Coppa Italia" ha raccontato ai microfoni di Premium Mediaset quando era ancora a bordo campo e dopo aver ricevuto l’abbraccio dei tifosi in estasi. Sincero, concreto e cattivo sotto porta, sempre più legato alla maglia della Lazio. Immobile è andato a raccogliere applausi sotto la tribuna del Mapei, popolata da 1.500 tifosi biancocelesti. Al re del gol hanno chiesto un’altra prodezza per stendere la Roma. "Lavoro per fare gol, ma come ho detto anche quando non segnavo conta soltanto che la squadra riesca a vincere. Martedì va bene se fa gol Strakosha, conta passare il turno". La cena è stata promessa, un debito da saldare. "Sì, quella ci scapperà con i compagni". Ha sorriso quando gli è stato chiesto del bonus che lo porterà a guadagnare lo stipendio massimo promesso dalla Lazio. Acquisto indovinato? Colpo vero nel rapporto qualità -prezzo. E’ costato poco più di 10 milioni di euro, come ha svelato la semestrale. Immobile ha ripagato la Lazio con il suo ventesimo gol tra campionato (18) e Coppa Italia (altri 2). Sono 25 contando gli altri 5 segnati con la Nazionale. Ciro ha cancellato il ricordo di Klose e si è messo nella scia dei suoi predecessori. "La storia della Lazio è fatta da grandi campioni. Penso a Rocchi (ieri opinionista Sky al Mapei), Crespo e in precedenza ad altri grandissimi attaccanti come Chinaglia e Giordano. Io volevo continuare questa tradizione con l’aiuto dei compagni, dei tifosi e del mister. Al bonus non penso. Mi fa piacere, ma questo gol è servito alla squadra per pareggiare una partita che si era messa male. Il resto viene in un secondo momento".
Il suo pensiero è volato subito alla semifinale di Coppa Italia. "Ora dobbiamo fare bene, servono gli occhi cattivi, al 90% se scendi in campo così vinci. La Roma ce la metterà tutta per ribaltare la situazione". Immobile non si illude. Sa benissimo quanto ci sarà da soffrire per respingere l’assalto. "Testa alla Roma, sappiamo che è una partita importantissima, abbiamo un piccolo vantaggio ma non ci pensiamo. Giocheremo come se stessimo sullo 0-0, dobbiamo prepararla con la mentalità giusta. Ci vorrà una Lazio compatta, quella che ha lavorato per sei o sette mesi. Servono uomini veri, dovremo giocare da squadra, solo così si può vincere". Ha sofferto la Lazio, non era la solita squadra nel primo tempo, Inzaghi ha rimontato con i cambi. Ciro è stato uno dei trascinatori. Ha firmato un gol pesantissimo prima dell’intervallo. "Bisogna vincere anche queste partite, tante squadre hanno fatto fatica al Mapei. Nel primo tempo non è stata la solita Lazio, colpa del derby forse. Anche con l’Udinese accadde prima della semifinale d’andata. La squadra non era corta, appena ci ricompattiamo però giochiamo da Lazio". Vittoria pesantissima. "Vale più di tre punti perché non si era messa bene, ma poi è tornata sui binari giusti con caparbietà e con il lavoro di squadra. All’inizio non siamo stati la solita Lazio, non per colpa delle Nazionali ma perché eravamo troppi lunghi, non eravamo compatti. Alla fine però lo spirito di squadra si è visto. Abbiamo portato questa vittoria a casa da squadra".