Domenica 25 agosto 2013 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Udinese 2-1 25 agosto 2013 - Campionato di Serie A - I giornata - inizio ore 20.45
LAZIO: Marchetti, Cavanda, Novaretti, Cana (46' Dias), Radu, A. Gonzalez (78' Onazi), Biglia, Hernanes, Lulic, Candreva, Klose (83' Floccari). A disposizione: Bizzarri, Strakosha, Ciani, Biava, Pereirinha, Ledesma, Ederson, Kozak, Rozzi. Allenatore: Petkovic.
UDINESE: Kelava, Naldo, Danilo, Domizzi, Basta, Pereyra (59' Lazzari), Pinzi (69' Zielinski), Badu, Pasquale, Maicosuel, Di Natale (46' Muriel). A disposizione: Benussi, Scuffet, Heurtaux, Coda, Widmer, Gabriel Silva, Jadson, Allan, Lopez. Allenatore: Guidolin.
Arbitro: Sig. Gervasoni (Mantova) - Assistenti Sigg. Vivenzi e Di Pinto - Quarto uomo Sig. Petrella - Assistenti di porta Sigg. Russo e Cervellera.
Marcatori: 13' Hernanes, 16' Candreva (rig), 60' Muriel.
Note: ammoniti Naldo, Novaretti, Kelava, Hernanes, Biglia e Cavanda per gioco scorretto, Domizzi per comportamento non regolamentare. Esordio in serie A per Lucas Biglia. Angoli 4-4. Recuperi: 0' p.t., 6' s.t.
Spettatori: 25.000 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "Hernanes dilaga. Ma l’Udinese sfiora il pareggio".
Continua la "rosea": Risorge la Lazio dopo il tonfo di Supercoppa, ispirata da un Candreva formato Nazionale e illuminata da un Hernanes in vena di prodezze. Affonda di nuovo l’Udinese dopo il k.o. di Europa League, ma come giovedì con lo Slovan non mancano le recriminazioni per Guidolin. Verdetto giusto, comunque, quello dell’Olimpico, perché per un’ora in campo c’è solo la Lazio. Nell’ultima mezzora, però, i biancocelesti si fermano e i friulani sfiorano la rimontona. Fino al 2-1 di Muriel, tuttavia, la partita è un monologo biancoceleste. Petkovic cambia uomini e modulo e i risultati si vedono (a fine gara Lotito sottolinea gli errori commessi dal tecnico contro la Juve). Il 4-4-1-1 proposto dal tecnico di Sarajevo piace e funziona. Grazie ad un Hernanes che, arretrato di nuovo sulla linea di centrocampo, torna a spadroneggiare. E grazie a un Candreva che, agendo da trequartista dietro l’unica punta Klose, manda letteralmente in crisi la difesa bianconera. Sono proprio loro due a indirizzare la gara dopo appena un quarto d’ora. Sblocca il Profeta con una prodezza: discesa sull’out sinistro e tiro che fulmina Kelava.
Il raddoppio è di Candreva dagli undici metri per un rigore (giusto) concesso per fallo di Kelava su Klose. Per la Lazio è tutto fin troppo facile. Gira il centrocampo impostato sulla regia del nuovo acquisto Biglia (in panchina finisce Ledesma), non corre alcun rischio la difesa che presenta l’inedita coppia di centrali Novaretti-Cana. Un po’ meno bene davanti dove le occasioni fioccano, ma le reti restano soltanto le due iniziali. Sotto porta sbagliano in maniera clamorosa prima Klose, poi Lulic, quindi Hernanes. E come sempre accade in casi del genere (il calcio in questo è una scienza quasi esatta) la mancata chiusura della partita da parte della Lazio rimette in carreggiata l’Udinese. Il merito, ovviamente, è anche dei friulani che nella ripresa abbandonano l’atteggiamento remissivo del primo tempo e provano a fare qualcosa. Decisivi pure i cambi di Guidolin. Muriel è più incisivo di un Di Natale visibilmente menomato e Lazzari ci si mette di buzzo buono. E’ il colombiano, dopo un’ora di gioco, a riaprire la gara con un tocco morbido a tu per tu con Marchetti.
E i friulani non si fermano, vanno anzi vicinissimi al 2-2 prima con Lazzari (bravo Marchetti), quindi con l’altro subentrato Zielinski che si divora un gol incredibile. Ma poi nel finale alla squadra di Guidolin mancano le gambe. Tutta un’altra atmosfera anche sugli spalti rispetto alla Supercoppa. Dai deplorevoli buu razzisti ai giocatori di colore della Juve si passa ad una serata che è un apprezzabile spot contro il razzismo. La curva nord resta chiusa, la squadra biancoceleste scende in campo indossando una maglia con una scritta eloquente ("We love football, we fight racism") scelta dagli stessi tifosi via web. All’ingresso in campo, inoltre, le due formazioni sono state accompagnate da bimbi di colore.
Il Corriere dello Sport titola: "Ecco la Lazio ad altezza Juve".
Continua il quotidiano sportivo romano: Un’ora di ottima Lazio, vittima, poi, di un contropiede troppo generosamente concesso agli avversari e di una paura che ha improvvisamente tagliato le gambe, facendo sentire la fatica di una preparazione ancora non del tutto smaltita. Ma sino alla rete di Muriel, l’Udinese aveva fatto ben poco anche per un atteggiamento troppo prudente di Guidolin che ha "rischiato" di pareggiare quando ha deciso di giocare con due vere punte (Muriel e Maicosuel che per un tempo, invece, aveva fatto il trequartista) e due centrocampisti offensivi (Lazzari e Zielinski). Ha commesso un errore, però, la Lazio: a un certo punto si è innamorata di se stessa, ha sprecato alcune facili occasioni per ampliare il vantaggio, ha perso (più per una questione mentale che fisica) le distanze per una mezzoretta finendo per soffrire più del dovuto (Zielinski ha sbagliato clamorosamente il pari, dopo che Maicosuel aveva soffiato la palla a uno "sventato" Dias). Da questo punto di vista, la Lazio deve crescere: una grande squadra non può concedere nulla dal punto di vista del cinismo. Con le sue scelte, Petkovic ha sorpreso non solo i tifosi ma anche Guidolin. Perché al di là dei gol, si è capito immediatamente che l’Udinese faticava a comprendere il mutamento di copione laziale.
Tanto per cominciare, Candreva faceva praticamente la seconda punta. Certo, alla sua maniera: cioè partendo, da lontano, ora da destra e ora da sinistra; Lulic, a sua volta stava molto alto costringendo Basta a non eccedere nei raid offensivi, con la conseguenza che Pereyra non riusciva ad allargarsi nello spazio che il compagno avrebbe dovuto aprirgli sulla fascia accentrandosi. Tenendo larghe le due punte, poi, i tre difensori dell’Udinese finivano per aprirsi molto consentendo gli inserimenti offensivi dei centrocampisti della Lazio. Guidolin aveva immaginato di controllare Hernanes con Pereyra, di tenere sotto pressione Biglia (che giocava da regista qualche metro dietro Hernanes) abbassando Maicosuel, di frenare Gonzalez contrapponendogli Badu. Ma proprio la posizione molto mobile di Candreva consentiva a Gonzalez di allargarsi quando Candreva si abbassava e si accentrava con la conseguenza che Badu ne smarriva le tracce. E più o meno la stessa sorte capitava a Pereyra. L’arma vincente di Petkovic è stato proprio il dominio assoluto del centrocampo. Poi l’Udinese ci mette, in questo momento molto di suo perché l’assenza di Brkic si avverte notevolmente ma più ancora si sente la partenza di Benatia perché in questo momento difensivamente la squadra friulana manifesta qualche deficit di velocità , un deficit emerso con chiara evidenza in occasione del gol di Hernanes che si è fatto mezzo campo di corsa obbligando alla resa il povero Danilo che non ha lo stesso passo del brasiliano della Lazio.
Se i tecnici si attendevano conferme, nel bene e nel male le hanno avute. Biglia è un buon giocatore, ha senso tattico, qualità tecnica, sa "cucire" la squadra. Gonzalez è già in splendida forma e del suo dinamismo, della sua capacità di trasformare in velocità l’azione da difensiva a offensiva, la squadra di Petkovic non può fare a meno. Candreva, poi, avanzato e ulteriormente alleggerito di compiti in fase difensiva, è un valore aggiunto che va sfruttato. Klose ha sbagliato un gol semplice ma ha costretto Kelava ad abbatterlo in area per il rigore del raddoppio. E poi c’è Hernanes che ha la maturità e i piedi del leader. Certo, c’è anche un aspetto negativo: quella palla perduta che Naldo ha trasformato nel contropiede vincente di Muriel (nell’occasione Novaretti ha mostrato di non essere proprio un fulmine di guerra). L’Udinese al momento ha molti problemi: fisici, di qualità perché a furia di vendere in continuazione, alla fine qualche problema di assemblaggio nasce. Guidolin produrrà il solito miracolo, cosa che ha dimostrato anche ieri sera di poter fare quando con l’inserimento di un Muriel più fresco al posto di un affaticatissimo Di Natale (e un avanzamento ulteriore di Maicosuel) ha creato qualche problema in più alla Lazio rimettendo in bilico il risultato.
Il Messaggero titola: "Lazio-Udinese 2-1, Hernanes e Candreva si riprendono l'Olimpico. La Lazio batte l'Udinese 2-1 all'Olimpico. I biancocelesti dominano nel primo tempo, poi soffrono nella ripresa, ma riescono a mantenereil vantaggio e a scacciare l'incubo del 4-0 rimediato dalla Juventus la settimana scorsa".
L'articolo prosegue: I biancocelesti si rendono artefici, nella prima passerella di campionato, di una prestazione diligente, ordinata e determinata, anche se non proprio ineccepibile sul piano dell'attenzione, lasciando scarsissimi margini per un tempo e mezzo a un'Udinese in gran parte da rivedere, evidentemente anche scioccata dal pesante ko rimediato giovedì sera in Europa League, a opera dei cechi dello Slovan Liberec. Poi a metà ripresa un contropiede vincente di Muriel riapre la gara e i friulani sfiorano persino il pari. In avvio Petkovic cambia (quasi) tutto, rispetto alla sfida contro la Juve, affidando le chiavi del centrocampo a Biglia e lasciando in panchina Ledesma. Difesa rivoluzionata, con Biava e Dias fuori, segno che i quattro ceffoni bianconeri hanno lasciato il segno. Idem per l'Udinese che di schiaffi ne ha presi tre e che Guidolin presenta, rinunciando a Muriel, non a Di Natale. Una volta le squadre dell'allenatore veneto partivano bene e arrivavano male, adesso sembra accadere il contrario. Anche nell'arco dei 90'. Già dopo pochi minuti s'intuisce che sarà una serata avara di soddisfazioni, per i friulani e per il portiere croato Kelava, sostituto di Brkic, che forse resta ipnotizzato dal clima dell'Olimpico, nonostante l'assenza del tifo organizzato, a causa della chiusura della curva nord per i cori razzisti in Supercoppa. Passano solo 5' e Candreva, schierato più in appoggio a Klose che sulla fascia destra, colpisce il palo, con un tiro sporcato da Naldo. Al 6' Cavanda crossa da destra e Gonzalez di testa manda il pallone a sfiorare il secondo palo. Al 13' Lazio in vantaggio con Hernanes che fulmina Kelava sul suo palo, con un tiro da sinistra verso destra.
Passano altri 3' e la Lazio chiude il match, con un rigore trasformato da Candreva e concesso per un fallo del portiere dell'Udinese, uscito in ritardo su Klose. La squadra di Guidolin, che appare particolarmente sconsolato in panchina, si vede solo al 25', quando Basta conclude fuori dalla lunga distanza. Al 29' la Lazio potrebbe chiudere i conti, ma questa volta Kelava è bravo su Hernanes, mentre al 33' Radu sfiora il palo di testa. Al 38' bella combinazione Candreva-Gonzalez che finta per Klose, la cui conclusione si perde sul fondo. Nella ripresa Guidolin toglie Di Natale e mette Muriel, la Lazio risponde con Dias, ma cambia poco, perché sono i biancocelesti continuano a cercare il 3-0 più di quanto i bianconeri non vadano a caccia del gol che dimezzerebbe lo svantaggio. Al 2' Lulic raccoglie una respinta di Kelava - su punizione di Hernanes - e manda fuori. Poco dopo Lulic è ancora impreciso, ma il pubblico laziale gli perdona tutto dopo il gol nell'ultimo derby. Il forcing della Lazio, che fa di tutto per complicarsi la vita, schiaccia l'Udinese; ma gli ospiti, proprio nel momento in cui il crollo sembra a un passo, accorciano le distanze con un contropiede concluso da Muriel con un pallonetto che infila Marchetti. Non basta per evitare la seconda sconfitta in pochi giorni. Anche se Guidolin si morde le mani quando al 30' vede Zielinski - servito benissimo da Maicosuel e solo davanti a Marchetti - scaraventare altissima la palla del possibile pareggio. Finisce 2-1 e la Lazio può tornare a sorridere. "Dobbiamo lavorare e tenere stretto questo risultato - commenta alla fine Petkovic -. Sono contento di aver battuto una buona Udinese, con un po' di difficoltà che abbiamo provocato noi. Sul 2-0 abbiamo sbagliato troppe occasioni - aggiunge il tecnico -. Negli ultimi venti minuti mancava un po' di freschezza ma è normale in questo periodo della stagione".
Al momento con Ledesma in panchina sembra accantonata l'ipotesi del doppio regista, ma Petkovic è possibilista. "L'obiettivo è fare giocare i migliori - le sue parole -, per questo ci sono tante possibilità per tutti di giocare insieme". "Il mister dice che siamo tutti importanti - rileva proprio Biglia, preferito al connazionale argentino -. Sono convinto che possiamo puntare alla Champions League". Prima del match i due patron Lotito e Pozzo hanno parlato di mercato: sul piatto Kozak per l'altra metà di Candreva. Ma Guidolin glissa: "Kozak è un ottimo giocatore, ma il mercato lo fa la società ". Petkovic spera invece nell'arrivo di un attaccante: "Spero sempre di ricevere i migliori giocatori possibili, ora dovremo fare delle valutazioni e vedere anche il mercato in uscita prima di quello in entrata". "Faremo di tutto per accrescere il potenziale offensivo - promette Lotito a Sky - Yilmaz o non Yilmaz, spero che i tifosi apprezzino". "Del mio contratto parleremo con più tranquillità e più approfonditamente a mercato chiuso: ho ancora due anni, non c'è fretta", ha detto Hernanes, dopo la vittoria sull'Udinese. Poi, ai microfoni di Sky, il centrocampista brasiliano ha rivelato un trucco del suo allenamento: "Ho provato a scrivere con i piedi per migliorare la sensibilità il tiro col destro e col sinistro: poi mi sono reso conto che ogni funzione ha la sua specificità ...".
Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
L’obiettivo era uno: dimenticare la Supercoppa. E per farlo c’era un solo modo: vincere. Sia Petkovic che i suoi giocatori si godono i tre punti arrivati contro l’Udinese e il bel gioco messo in mostra per oltre un’ora: "Siamo stati molto più brillanti e molto più sicuri, facendo tanto movimento", spiega l’allenatore. "Reagire dopo la sconfitta con la Juve? No, non abbiamo reagito. Abbiamo agito, che è diverso". Un concetto che evidenzia anche Lotito, con una tiratina d’orecchi al suo allenatore: "Se avesse avuto lo stesso atteggiamento pure in Supercoppa sarebbe finita in altro modo". Al fischio d’inizio, Petkovic rivoluziona la squadra. Soprattutto in regia, dove Ledesma va in panchina e il pallino del gioco è affidato a Biglia: "Abbiamo tante partite davanti, ci sono tante possibilità di giocare per tutti. Per qualcuno magari ho preso un rischio, ma era un rischio calcolato". Tra le mosse di Petkovic anche quella di avanzare Candreva. Alla squadra che detiene ancora metà del suo cartellino non aveva mai segnato, ieri lo ha fatto su rigore: "Volevamo dare una scossa dopo la Supercoppa. Ci siamo riusciti". Soprattutto nel primo tempo, visto che nella ripresa l’Udinese ha spinto e anche tanto.
Fondamentale per i friulani, dopo l’uscita di Cana (affaticamento muscolare alla coscia sinistra, da verificare domani) anche l’ingresso di Muriel. Nonostante la buona prova dell’attaccante, Guidolin continua a chiedere una punta: per questo le due società hanno riparlato di Kozak, che piace ai bianconeri e che Lotito potrebbe dare in cambio proprio di Candreva. Mercato in uscita, ma anche in entrata visto che Lotito assicura che "faremo di tutto per accrescere il nostro potenziale offensivo". Yilmaz è in pole ma "indipendentemente da lui, spero che i tifosi apprezzeranno". "E io – replica Petkovic – spero di ricevere i migliori giocatori". Alla seconda partita ufficiale con la maglia della Lazio, Lucas Biglia si gode la prima vittoria: "Possiamo puntare alla Champions League". Soddisfatto anche Radu: "Siamo sulla strada giusta". Sabato c’è di nuovo la Juve: "E il morale è buono, siamo tutti fiduciosi". Soprattutto Sergio Floccari, diventato papà per la prima volta.
Dal Corriere dello Sport:
Buona la prima, come lo scorso anno. Vlado Petkovic può festeggiare ma avrebbe potuto festeggiare ancora di più se la squadra non si fosse concessa quella "vacanza" di una trentina di minuti nel corso dei quali la Lazio ha rischiato di pareggiare una gara sino a quel momento ampiamente vinta. Poi c’è l’aspetto psicologico perché il gol di Muriel ha tolto sicurezza, improvvisamente tutto è diventato difficile. "Abbiamo avuto qualche difficoltà . Alcune ce le siamo create da soli". Lo sottolinea Vlado Petkovic. Era una partita importante e non solo perché era la prima del campionato ma perché arrivava dopo quella sconfitta troppo larga contro la Juventus. Voleva vedere la vera Lazio, il tecnico. Voleva vedere un’altra Lazio. L’ha vista anche perché lui l’ha cambiata. "Abbiamo giocato in maniera un po’ diversa rispetto al solito". Conseguenza rispetto alla sfida di Supercoppa? "Siamo stati più brillanti, abbiamo fatto più movimento, siamo stati più disciplinati. Insomma, per mezz’ora ho visto in campo una buona squadra. La Lazio non ha reagito alla sconfitta di Supercoppa, ha agito". Ha sorpreso Vlado con le sue scelte (fuori Ledesma, dentro Biglia e soprattutto una coppia inedita di centrali, Novaretti e Cana): "Se avessimo perso, ora sarei già in croce. Ma un allenatore deve prendere dei rischi, calcolati ovviamente. Dobbiamo crescere, ma siamo andati meglio dal punto di vista della personalità ".
E’ una Lazio che ha più alternative rispetto allo scorso anno. Ma si trattava di valutarle contro un avversario difficile. Novaretti ha pagato pegno, in compenso è apparso sicuro di sé Biglia. Soprattutto ha consentito alla squadra di giocare, appunto, in maniera diversa, con Candreva che ha supportato Klose e in mezzo al campo il metodista (l’argentino) e la mezz’ala (Hernanes). Le risposte sono state soddisfacenti, sia a livello collettivo che individuale. Dice Petkovic: "Biglia ha fatto bene ma nessuno dei miei giocatori è al massimo ed è positivo perché siamo appena all’inzio della stagione. Ora dobbiamo lavorare, tenerci stretti questo risultato. Era importantissimo conquistare questi primi tre punti perché il nostro avvio di stagione è veramente molto duro, difficile. Aver battuto l’Udinese è positivo, certo nel finale abbiamo avuto delle difficolta, molte ce le siamo create da soli". Insomma, clima euforico, decisamente diverso da quello che si respirava dopo la sconfitta con la Juventus, una iniezione di entusiasmo, necessaria in questo avvio di stagione, con tanti impegni da onorare. La vittoria serviva, per eliminare le tossine psicologiche accumulate in Supercoppa. E poi c’è il conforto di una rosa che può dare soddisfazioni.
Ieri sera il tecnico ha rinunciato a Ledesma che lo scorso anno era un punto di riferimento imprescindibile. A questo punto l’interrogativo è: giocheranno insieme Biglia e l’italo-argentino? Risponde Petkovic: "Il mio obiettivo è far giocare i calciatori più in forma, abbiamo tante partite davanti, tutti avranno la possibilità di andare in campo". Non tutto gli è piaciuto: "Dopo il due a zero abbiamo sbagliato diverse occasioni, la partita dopo un’ora doveva essere già chiusa. Dobbiamo imparare a restare con i piedi per terra, dobbiamo concentrarci sull’obiettivo. Invece siamo andati in affanno. Per fortuna ci siamo un po’ ripresi. Dobbiamo concretizzare le occasioni perché se non lo facciamo poi le cose si complicano. Li abbiamo messi in difficoltà con gli inserimenti e con il possesso-palla". Assolve i difensori: "Hanno fatto bene nel primo tempo, hanno creato gioco da dietro, negli ultimi venti minuti si sono ripresi". Ripensando al gol: "Dobbiamo essere sempre in superiorità numerica in possesso di palla". Non sembra attendersi granché dall’ultima settimana di mercato: "Spero sempre che arrivino grandi giocatori ma dobbiamo vedere anche chi va via".
Nota: prima della gara la formazione Primavera Campione d'Italia è stata festeggiata con un giro di campo. Dalla Gazzetta dello Sport il racconto dell'evento:
Molti dei campioni d’Italia Primavera, sulla pista di atletica dell’Olimpico, erano stati lì al massimo da raccattapalle. Qualcuno si è seduto in panchina, uno solo (Luca Crecco) è arrivato fino in campo, più Rozzi e Strakosha che, mentre gli altri sfilavano, facevano riscaldamento. Ieri, passerella per tutti con Keita e la coppa in testa al gruppo: lo stadio ha tributato il giusto applauso ai ragazzi di Alberto Bollini, che sabato hanno ricominciato da dove avevano lasciato, vincendo. C’erano anche alcuni dei protagonisti che quest’anno non vestono la maglia biancoceleste, compreso Cataldi, ora al Crotone. Dopo il giro d’onore, e la foto sotto la tribuna Tevere, i giocatori hanno seguito il ritmo di "chi non salta è giallorosso" sotto i Distinti e assistito al volo di Olimpia a centrocampo, prima di consegnare la coppa nelle mani del presidente Lotito, con relativi fischi dagli spalti. Unico neo: le curve chiuse, soprattutto la Nord. Qualcuno, per questo motivo, avrebbe preferito rinviare la passerella al 15 settembre, prima di Lazio-Chievo. Forse sarebbe stato meglio.