3 novembre 2023 – Bologna, stadio Renato Dall'Ara - Campionato di Serie A, XI giornata - inizio ore 20.45
BOLOGNA: Skorupski; Posch, Beukema, Calafiori, Lykogiannis (80` Kristiansen); Freuler, Aebischer (72` Moro); Ferguson, Orsolini, Saelemaekers (80` Ndoye); Zirkzee (90`+2` Fabbian). A disposizione: Bagnolini, Ravaglia, Bonifazi, Corazza, Lucumi, Urbanski, Van Hooijdonk, Jarlsson. Allenatore: Thiago Motta.
LAZIO: Provedel; Lazzari, Patric, Romagnoli, Marusic (48` Pellegrini); Guendouzi, Rovella, Luis Alberto (80` Kamada), Felipe Anderson (80` Isaksen), Castellanos (57` Immobile), Pedro (57` Zaccagni). A disposizione: Sepe, Mandas, Gila, Hysaj, Cataldi, Vecino, Basic. Allenatore: Sarri.
Arbitro: Sig. La Penna (Roma) - Assistenti Sigg. Rossi e Moro - Quarto uomo Sig. Ghersini - V.A.R. Sig. Serra - A.V.A.R. Sig. Di Vuolo
Marcatori: 46` Ferguson.
Note: ammonito al 35' Pedro ed al 90'+6' Isaksen per proteste, al 50' Ferguson e Romagnoli per comportamento non regolamentare, al 56' Beukema, al 64' Luis Alberto ed all'80' Zaccagni tutti per gioco falloso. Angoli 2-7. Recuperi: 0' p.t., 7' s.t.
Spettatori: 24.178 per un incasso di Euro 493.235,00.
• Il Corriere dello Sport titola: "A duecento va Zirkzee. L’olandese incanta, manda in rete Ferguson e lancia il Bologna al quinto posto con il Napoli. La Lazio cade, Immobile entra solo nella ripresa ma il 200° gol non arriva. Motta supera Sarri e ora può davvero sognare".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Bologna sogna l’Europa. Un’azione e un gol per issarsi, anche solo per qualche ora, al quinto posto a quota 18 punti, accanto al Napoli. Lampo di Ferguson, imbeccato da Zirkzee. La Lazio esce tra rabbia e rimpianti, l’ha persa da polli, infilata quando la ripresa era cominciata da neppure trenta secondi. Motta l’ha legittimata alla distanza. Difesa super e una volta in vantaggio i rossoblù si sono distesi bene. Si ferma, dopo tre successi di fila, la rincorsa di Sarri. Primo tempo dominato, secondo nevrotico. È una botta pesante per la classifica. Forse ci poteva stare il pari, ma la Lazio paga un eccesso di ansia, figlio del ritardo accumulato ad agosto. Alla fine, dentro una partita spigolosa, sono saltati anche i nervi. Urla e spintoni nel sottopassaggio dopo che in campo si era arrivati al limite della tensione. Un solo pallone concesso sino al gol di Ferguson, ma poi ai biancocelesti è totalmente mancata la lucidità per tentare la rimonta. Ora, però, diventa fondamentale recuperare Immobile, di nuovo condannato alla panchina. Taty è bravo, ma non segna.
Pressione. I principi sarriani sono durati 45 minuti. Personalità, palleggio, aggressione. La Lazio, così furiosa nel pressing, si era vista forse solo a Reggio Emilia. Questa volta ha messo alle corde il Bologna e non l’ha fatto uscire dal guscio. La scelta inattesa di rinunciare a Ciro bilanciata nei primi 25 minuti dall’impatto di Castellanos, una furia nelle pressioni e nei contrasti, illuminato negli scambi. Da un raid di Lazzari, il Taty ha colpito l’incrocio dei pali di testa, ma La Penna aveva fischiato una spinta su Beukema. L’argentino ci ha riprovato di testa (parata senza difficoltà di Skorupski) e di controbalzo ha sparato alto da distanza ravvicinata dopo un angolo pieno di effetto di Luis Alberto. La Lazio attaccava a destra, sfruttando le combinazioni di Lazzari e Felipe, più l’energia di Guendouzi. Il Bologna ha resistito, grazie al senso tattico di Calafiori e ai rientri di Saelemaekers. Il belga combinava poco davanti, ma era presente nella fase di contenimento. Aebischer controllava il Mago, in luna calante come era apparso con la Fiorentina. Pedro, avvertendo la fisicità di Posch, faticava a scappare.
Gol. Lazio bella, ma poco concreta. Il volume di gioco sviluppato e la supremazia territoriale avrebbero meritato uno sfogo diverso negli ultimi venti metri. Motta ne aveva cambiati otto rispetto ai sedicesimi di Coppa Italia, il Bologna non ha mai smarrito ordine tattico e lucidità, aspettando il momento giusto. Sono serviti 39 minuti per il primo tentativo, un colpo di testa fuori misura di Zirkzee. Elegante e di categoria superiore l’olandese, il riassunto dell’attaccante totale, perché viene fuori a giocare, tratta il pallone da trequartista, possiede il fisico per girarsi e la velocità per puntare la porta. Patric e Romagnoli, con le coperture di Rovella, lo avevano tenuto distante sino al momento in cui ha piegato la partita. Per la Lazio il modo peggiore di uscire dallo spogliatoio, per il Bologna l’ideale per ricominciare. Palla al centro e sono bastati 28-29 secondi per passare. I rossoblù hanno trovato la profondità a sinistra con Saelemaekers, Zirzkee era solo e libero, un vuoto al limite dell’area. Fuori posizione Rovella e Patric, Romagnoli è stato saltato da un tocco e Ferguson ha fulminato Provedel.
Dieci di fila. Sarri ha sganciato Pellegrini, Zaccagni e Immobile. La Lazio si è buttata avanti senza creare, il Bologna si era chiuso bene e ripartiva. Luis Alberto ha rischiato nel contatto con Orsolini al limite dell’area. La partita è diventata un caos, si sono moltiplicati errori, passaggi sbagliati e nervosismo. Mau ha speso gli ultimi due cambi inserendo Isaksen e Kamada, ma il Dall’Ara cantava, accompagnando i rossoblù verso un sogno. Decimo risultato utile di fila, come non succedeva dal 1980. Motta si era inchinato solo al Milan, era l’alba del campionato. Ora vede l’Europa.
• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Tre vittorie di fila, le possibilità della quarta buttate via per una dormita di 24 secondi. La Lazio gioca un buon primo tempo, resta negli spogliatoi all'intervallo e riattacca la spina quando ha già compromesso la partita. Un passo indietro rispetto alle ultime prestazioni in campionato, quanti ne verranno fatti in classifica si capirà solo una volta consumato il weekend lungo della Serie A. Squadra poco pungente, imbambolata a inizio ripresa e poi incapace di creare i presupposti per rimetterla in carreggiata. Il Bologna ha protetto la porta di Skorupski senza particolari patemi. Sarri ha modificato l'intero tridente (più l'inserimento di Kamada e Pellegrini), eppure non sono cambiati minimamente gli effetti.
Reset. L'inefficacia ha regnato sovrana nella metà campo offensiva: "Abbiamo fatto un buon primo tempo, meritavamo il vantaggio. Abbiamo preso il gol in maniera leggera. Non so se sia casuale o meno, a volte abbiamo approcci brutti di 10-15 minuti. Dopo 25 secondi è una rete banale, veramente troppo facile. Poi abbiamo reagito discretamente a livello di palleggio, ma non nell’area di rigore avversaria". Imperdonabile e pesantissimo, il timbro incassato. Il tecnico l'ha voluto rivedere immediatamente, tempi e movimenti sbagliati almeno da parte di due pedine, è crollato l'intero scacchiere. Non è la prima volta che la Lazio mostra lacune di questo tipo: "È un dato, come tutti i numeri sono poco discutibili e vanno presi in considerazione. Bisogna rifletterci. Il modo di giocare è simile a quello dell’anno scorso, quindi è strano che ci sia una differenza così netta nelle percentuali dei giocatori tra le due stagioni".
Approccio. La zona-Europa rischia di allontanarsi, a Bologna si è materializzata la quinta sconfitta in 11 giornate. Così non si può sognare in grande: "Nel secondo tempo non ho visto 4-5 occasioni da gol a favore del Bologna. Il primo tempo mi ha soddisfatto, poi mi sembra evidente che abbiamo più difficoltà a segnare rispetto all’anno scorso. Non capitalizzare è una nostra responsabilità. Ci siamo fatti prendere dalla bramosia, abbiamo allungato troppo la squadra. Il gol inatteso ci ha frastornato e l'abbiamo accusato. Non so se sia stato un problema d'approccio o una casualità. Un conto è prendere gol dopo 10 minuti di sofferenza, un altro su una singola azione".
Scelte. Sarri ha confermato Castellanos dall'inizio e Immobile a gara in corsa. Stessa scelta anti-Fiorentina, risultato opposto. "Il Taty è cresciuto, Ciro viene da un periodo con tante problematiche, non è al massimo fisicamente. La scelta viene fatta per questo". Mancano due partite alla chiusura del secondo tour de force stagionale, il ritorno con il Feyenoord e il derby del 12 novembre. "In Champions troveremo una squadra forte, a questi livelli è difficile pensare il contrario. A Rotterdam abbiamo sempre trovato un inferno, spero che sia la stessa cosa da noi, che i tifosi ci trascinino".