11 maggio 2019 – Cagliari, Sardegna Arena - Campionato di Serie A, XXXVI giornata - inizio ore 18.00
CAGLIARI: Cragno, Cacciatore, Klavan, Romagna, Pellegrini, Padoin (57' Cerri), Cigarini (57' Bradaric), Deiola, Barella, Joao Pedro (77' Castro), Pavoletti. A disposizione: Rafael, Aresti, Srna, Pisacane, Lykogiannis, Oliva, Théréau, Birsa, Despodov. Allenatore: Maran (in panchina Maraner causa squalifica tecnico titolare).
LAZIO: Proto, Luiz Felipe, Acerbi, Radu (74' Bastos), Marusic, Parolo, Badelj (62' Cataldi), Luis Alberto (84' Immobile), Lulic, Correa, Caicedo. A disposizione: Guerrieri, Furlanetto, Wallace, Durmisi, Romulo, Leiva, Jordao, Neto. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Fabbri (Ravenna) - Assistenti Sigg. Costanzo e Cecconi - Quarto uomo Sig. Di Paolo - V.A.R. Sig. Calvarese - A.V.A.R. Sig. Lo Cicero.
Marcatori: 31' Luis Alberto, 53' Correa, 90'+1' Pavoletti.
Note: esordio in serie A per Silvio Proto. Ammonito al 13' Radu, al 24' Badelj, all'85' Barella tutti per gioco falloso, al 64' Proto, al 90'+4' Cacciatore, al 90'+4' Luiz Felipe tutti per comportamento non regolamentare. Angoli 4-2. Recuperi: 0' p.t., 5' s.t.
Spettatori: 16.179 di cui 10.570 abbonati e 5.609 paganti per un incasso di giornata di Euro 87.300,00.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Una Lazio formato Europa. Il Cagliari sta a guardare. La squadra di Inzaghi domina: in finale di coppa Italia con piĂą certezze. Tra i sardi lotta soltanto Barella".
Continua la "rosea": Il pensiero all'Atalanta scatta soltanto a fine partita, non durante. La Lazio di avvicina alla finale di Coppa Italia recuperando certezze e le idee migliori dei suoi piedi buoni, e intanto firma una specie di assicurazione sulle coppe continentali. Il trofeo nazionale assegna un posto in Europa League, ma se chi la vince dovesse andare in Champions — e la Dea ce la sta mettendo tutta per riuscirci... — scatta il bonus preliminari per chi arriva al settimo posto. E con i tre punti di Cagliari lì si piazza per il momento la squadra di Simone Inzaghi, almeno fino al pranzo di oggi quando l’agguerritissimo Torino potrà riprendersi un posto al sole. Il successo con prestazione vivace restituisce fiducia ai biancocelesti, anche se mercoledì manovrare con la fluidità vista alla Sardegna Arena sarà meno semplice: il Cagliari, che non è salvo solo per l’aritmetica, non è stato esattamente impeccabile. E poi ci sarà quel problemino con l’Olimpico: le trasferte tengono viva la classifica, ma in casa il successo manca da quasi due mesi. E la Coppa Italia si assegna proprio a Roma.
S’è vista però la Lazio dei tempi migliori, pur senza tanti titolari, come Immobile – solo pochi minuti nel finale – o Lucas Leiva, risparmiati da Inzaghi. Merito principalmente dei piedi ispirati di Luis Alberto e Correa, non a caso entrambi a segno, e del continuo movimento nella metà campo avversaria, dominata nel primo tempo, con cui è stata scardinata la tenuta del Cagliari. I sardi hanno faticato a capire chi doveva occuparsi di chi. Correa usciva dal traffico dell’area portandosi dietro un centrale difensivo, Parolo si inseriva facendosi seguire da Padoin, Luis Alberto si muoveva quasi a tutto campo, con variazioni d’inventiva sull’arco appena fuori dall’area. Con tanti uomini vicini proprio in quella zona, la Lazio ha perforato ripetutamente la difesa: la gara si è stappata con un’azione di aggiramento che ha manipolato il Cagliari da una parte all’altra fino a liberare la solitudine di Luis Alberto.
Il secondo tempo biancoceleste è stato più di controllo che di spinta, con il possesso palla sceso dal 57% al 46,2%, ma la squadra di Inzaghi non è mai andata realmente in difficoltà anche quando il campo si è allungato. Anzi, proprio in ripartenza verticale, Luis Alberto per Correa e diagonale vincente, ha costruito il raddoppio della sicurezza. Anche perché il Cagliari è stato a lungo "Barella y diez mas". Il gioiellino sardo si è ritrovato a fare tutto con la solita generosità , finendo a volte per strafare. Teorico trequartista, in realtà ha indietreggiato spesso nello spazio di Cigarini, escludendone le geometrie. I sardi hanno così accentuato la ricerca delle torri nella ripresa, ancora di più dopo l’ingresso di Cerri e di Castro, al rientro dopo sei mesi di stop. Il gol di Pavoletti, di testa ma stavolta senza staccare i piedi da terra, ha solo costretto la Lazio a un po’ di attenzione in più nel recupero.
? Il Corriere dello Sport titola: "Luis-Correa prove di Coppa per la Lazio. Un bel gol di piatto e un assist il marchio dello spagnolo. Pavoletti gol, sale a quota 14. Uno-due biancoceleste alla Sardegna Arena. Inzaghi risale in classifica dentro l’Europa. Il Cagliari può solo accorciare".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Un Mago per la Coppa Italia. La buona notizia, pensando alla f?inale con l’Atalanta, si chiama Luis Alberto. Quando lo spagnolo si accende, la lazio si trasforma e sale di categoria, riuscendo ad alternare il fraseggio a centrocampo alla capacità di attaccare in profondità . Una differenza abissale legata in larga parte al suo modo di ricamare e di vedere il gioco, ancora di più se riesce anche a f?inalizzarlo, come è successo ieri alla Sardegna Arena. Il fantasista andaluso merita la copertina perché dentro un’interpretazione sublime, da regista avanzato e da stoccatore, ha infilato due perle da fuoriclasse. Un gol di piatto, tenendo la palla rasoterra dal limite sull’invito di Marusic e indovinando l’angolo alla sinistra di Cragno. E poi l’assist per il raddoppio di Correa, forse ancora più bello per la capacità di suggerire all’argentino dove andare a correre per ricevere il pallone e f?ilare verso la porta. Un altro passo e il Tucu sarebbe andato a destra, incrociando la corsa di Romagna, invece lo spagnolo con un cenno lo ha spinto a proseguire sulla verticale, perché si sarebbe liberato meglio al tiro. E così è andata. Diagonale a incrociare e vittoria in ghiaccio in apertura di ripresa, mica male considerando l’anticipo d’estate. Tecnica, intelligenza e visione calcistica da top player, ecco le doti di Luis Alberto: con il sedere basso, peraltro, a volte ricorda (in lontananza e parliamo solo di postura, altrimenti scatterebbero le querele) le movenze di Gianni Rivera.
La speranza, per la lazio, è che lo spagnolo riesca a ripetersi mercoledì, illuminando la notte dell’Olimpico, perché sarà durissima battere l’Atalanta. E se vuole salire di livello, visto il paragone illustre, lo spagnolo deve dimostrarlo nelle partite che contano e che regalano un trofeo. Qualche brivido, nonostante i due gol di vantaggio, Inzaghi lo ha corso anche ieri, limitandosi ai sudori freddi nei cinque minuti di recupero, pieni di affanni. L'incornata di Pavoletti, imbeccato da Castro, ha riaperto al novantesimo una partita già morta e sepolta. Il Cagliari, con l’ingresso di Cerri e la formula del doppio centravanti, stava provando a imitare il Tottenham modello Champions. Livelli diversi, ovvio. Stesso tentativo tattico di rimonta. Palla lunga per tagliare fuori Parolo, Badelj e Luis Alberto e cercare le sponde, arrivando primi sui rimbalzi con Barella, Deiola e Bradaric, subentrato a Cigarini. Lo strapotere f?isico e di palleggio dei biancocelesti nel primo tempo si era rovesciato nella ripresa a favore della squadra di Maran, squalif?icato e costretto alla tribuna dopo le furiose proteste di Napoli. La Sardegna Arena aveva chiesto rispetto e sventolare i fazzoletti bianchi, prendendo di mira l’arbitro Fabbri solo in avvio, perché poi non ci sono stati episodi eclatanti da moviola. Un dato è illuminante e dovrebbe far preoccupare Inzaghi pensando alla condizione straripante dell’Atalanta: 30 duelli vinti contro 20 all’intervallo, 49 a 45 a f?ine partita con un gap accusato di fronte al Cagliari nella ripresa, come al solito in evidente f?lessione atletica. Poca benzina nel serbatoio.
Ecco perché la Lazio, con Milinkovic ai box, deve augurarsi che i suoi big diventino decisivi nella f?inale di Coppa Italia. Correa è tornato al gol in campionato dopo cinque mesi, Immobile ha giocato pochi minuti, Caicedo ha confermato di essere un riferimento preziosissirno per l’attacco, ma tira poco in porta. Leiva è rimasto a riposo. Qualche ombra in difesa: Luiz Felipe svagato e impreciso, Radu non ancora al top, Bastos in ritardo sul gol di Pavoletti. Servirà altro mercoledì, anche se la Lazio del primo tempo ha convinto in pieno e avrebbe potuto chiudere in anticipo la partita. Va bene presentarsi alla finale di Coppa Italia con un successo e (in attesa del Torino) tenendo viva l’ipotesi di arrivare in Europa League anche attraverso il campionato. Non è invece arrivato il punto che avrebbe certificato la salvezza per il Cagliari, ma la buona notizia è che non ci sono allarmi e servirebbe un cataclisma per retrocedere. Se l’Empoli non dovesse vincere a Marassi con la Samp, Maran oggi raggiungerebbe matematicamente il traguardo. Così la quarta sconf?itta in campionato alla Sardegna Arena, con il sole a splendere sul mare del Poetto, non poteva avere un retrogusto amaro.
? Il Messaggero titola: .
Prosegue il quotidiano romano:
? Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Inzaghi si, Inzaghi no? Il futuro di Simone è racchiuso dentro la Coppa Italia. L'allenatore, alla vigilia di Cagliari, aveva rinviato ogni discorso a f?ine stagione aprendo una crepa. Ieri s’è fatto sentire il diesse Tare, ha parlato del tema Inzaghi per la prima volta, incoraggiando e sostenendo il tecnico nel momento verità : "Insieme al presidente Lotito abbiamo parlato con Inzaghi e sa di avere il supporto della società . Serve concentrazione f?ino in fondo, non siamo in diff?icoltà e se dovessimo vincere mercoledì conquisteremmo un trofeo che tante squadre sognano e non vincono da anni". Tare non ha fatto nomi di squadre, si può immaginare un riferimento (sottinteso) alla Roma, a secco da tempo. Stando alle parole del diesse, Simone ha ricevuto sostegno dal presidente, ma i bilanci e i progetti futuri possono essere condizionati dai risultati f?inali, dunque dalla fatidica Coppa. Inzaghi, vago nelle risposte pre-Cagliari, nel post-partita ha rivendicato il suo lavoro e non pensa di dover essere giudicato dalla Coppa, f?inora non ha mai detto ai quattro venti "io resto qui": "Non penso che dipenda tutto dalla f?inale. Il giudizio sul lavoro svolto - ha spiegato Simone - va espresso valutando i tre anni vissuti, ciò che è stato costruito, come si è giocato, la mentalità data alla squadra e tante altre cose. Sappiamo bene che le partite a volte possono essere decise da episodi che non si possono controllare. Mercoledì dovremo essere bravi, dovremo giocare nel modo migliore davanti ai nostri tifosi. Ci aiuteranno dal primo all’ultimo minuto e noi cercheremo di trascinarli". Ad oggi, né la società né l’allenatore, hanno sgombrato chiaramente il campo dai dubbi. Dopo la Coppa servirà chiarezza.
Inzaghi s’è complimentato per la prova di Cagliari, è benaugurante: "Abbiamo offerto giocate di grandissima qualità . A f?ine primo tempo ho fatto i complimenti alla squadra, è stato un piacere vederla giocare". I rimpianti restano fortissimi: "Siamo in tante ad avere dei rimpianti, noi abbiamo pagato gli infortuni e in qualche partita ci è mancato l’episodo a favore. Ma siamo qui, a metà maggio, e per il terzo anno di f?ila ci giochiamo traguardi importanti come l’Europa e una f?inale di Coppa Italia. Va giudicato il lavoro dei ragazzi, io posso solo ringraziarli, mi seguono sempre, danno tutto, cerco di coinvolgerli". Simone ha fatto partire il conto alla rovescia: "Mancano tre f?inalissime, la prima è mercoledì, la più importante. Sarà una partita aperta, dovremo essere bravi a far girare gli episodi dalla nostra parte e non dalla loro". A Inzaghi sono piaciute le parole di Correa, ha invitato i compagni a giocare la f?inale come "fratelli": "Correa ha detto bene — ha aggiunto Simone - siamo tanti in rosa e bisogna accettare le scelte. Per me sono più importanti i giocatori che entrano rispetto a quelli che iniziano. Abbiamo tre attaccanti che meriterebbero sempre di giocare, uno resta f?uori. A Genova è toccato al Tucu, a Cagliari a Ciro. Se guardiamo alcune delle nostre partite migliori, il derby o le vittorie di Milano, anche chi è subentrato è stato decisivo. Invece, quando qualcuno si sente vittima di un’ingiustizia, inizia qualche problema". Per la f?inale è bagarre in avanti. Simone, a parole, ha coinvolto Immobile nel ballottaggio: "Ciro, Caicedo e Correa partono alla pari, sceglierò chi sarà ideale per la partita. Il segreto, però, sarà un altro. Chi rimarrà fuori mi darà una mano in corsa e se mi aiuterà avremo chance di vincere".