20 maggio 2019 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XXXVII giornata - inizio ore 20.30
LAZIO: Guerrieri, Bastos, Luiz Felipe (53' Armini), Acerbi, Romulo, Parolo, Leiva (73' Milinkovic), Badelj (64' Cataldi), Lulic, Correa, Immobile. A disposizione: Proto, Furlanetto, Patric, Wallace, Marusic, Durmisi, Jordao, Mohamed, Capanni. Allenatore: S. Inzaghi.
BOLOGNA: Skorupski, Mbaye, Danilo, Lyanco, Dijks, Pulgar, Poli (80' Dzemaili), Orsolini, Soriano, Palacio (90' Krejci), Destro (71' Santander). A disposizione: Da Costa, Calabresi, Helander, Paz, Donsah, Nagy, Svanberg, Edera, Falcinelli. Allenatore: Mihajlovic.
Arbitro: Sig. Pasqua (Tivoli - RM) - Assistenti Sigg. Santoro e Del Giovane - Quarto uomo Sig. Di Paolo - V.A.R. Sig. Nasca - A.V.A.R. Sig. De Meo.
Marcatori: 14' Correa, 50' Poli, 51' Destro, 59' Bastos, 63' Orsolini, 80' Milinkovic.
Note: esordio in serie A per Guido Guerrieri e Nicolò Armini. Ammonito al 67' Leiva per gioco falloso, al 51' Destro ed al 63' Correa entrambi per comportamento non regolamentare. Angoli 4-6. Recuperi: 0' p.t., 4' s.t.
Spettatori: 25.000 circa.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Bologna salvo ed è festa. Simone e Sinisa che fate? La Lazio celebra la Coppa, gli emiliani conquistano il pari decisivo. Ora tiene banco il futuro degli allenatori".
Continua la "rosea": Quando M-S, eroe di coppa, infila una punizione alla Mihajlovic (quella del 3-3), la curva Nord ha appena finito di cantare "...e se tira Sinisa è gol" ricordando i suoi bei tempi laziali. È la doppia immagine conclusiva che mette insieme due da... statua in piazza: Milinkovic-Savic perché ristabilisce l’attualità dopo aver piegato l’Atalanta in finale di Coppa Italia e Sinisa Mihajlovic perché prendendosi il punto numero 27 in 16 gare salva un Bologna che fino a fine gennaio pareva creatura indifesa e indifendibile. Ora, sia Inzaghi che Mihajlovic dovranno giocare un’altra gara: quella con i rispettivi club, se restare o no. E la gara? Bologna inizialmente ingolfato dalla paura, Lazio sciolta. Simone Inzaghi mette il 23enne Guerrieri in porta, Badelj regista, Leiva interno e il solito 3-5-2 che manca di almeno 4 titolari. Sinisa deve fare a meno di Sansone e allarga Palacio a sinistra infilando ancora una volta Destro in cima al 4-2-3-1. La Lazio va in automatico e sviluppa i soliti contropiede creando situazioni che mettono il Bologna in ambasce anche se poi il gol del vantaggio arriva a Bologna schierato, con Leiva che infila per Correa (Danilo guarda).
In sintesi: Lazio non schiumante ma efficace con un filo di gas; Bologna pauroso, spesso in inferiorità numerica in mezzo e con Palacio e Poli che accartocciano inspiegabilmente due stelle filanti. Il Lato B sembra un disco nuovo, almeno in base al primo tempo bolognese. Sinisa deve aver ribaltato le anime nello spogliatoio, così il Bologna entra con una rabbia che la Lazio non ha. Il tentativo di gestire porta ad abbassare l’adrenalina, così Parolo fa inserire con facilità Poli per l’1-1 e dopo Destro fa l’1-2 andando ad abbracciare Sinisa come suo Totem della rinascita. Finito? Macché: la Lazio ricomincia a battere sul tasto dell’orgoglio, Bastos s’inventa un gol a giro e poi è Orsolini a mettere il 2-3 convalidato dal Var. Ma non è finita nemmeno qui: è ripresa giocosa e giocata, schemi saltati, squadre slacciate, avanti tutta ed ecco la "mortifera" di Milinkovic-Savic, 3-3 abbracci per tutti con festa finale doppia. Inzaghi e Mihajlovic hanno legami con Lazio e Bologna ma sullo sfondo c’è la Juve che potrebbe spaccare le catene. Questa sarà la settimana dei tavoli sui quali mettere carte da proporre, firmare o stracciare. Simone e Lotito, Sinisa e Saputo (che atterrerà a Bologna giovedì): avanti ancora, addio con lacrime o senza, rinnovo automatico oppure no? Altro giro, altra gara: ammessi i dribbling.
? Il Corriere dello Sport titola: "Show e salvezza è festa per due. La Lazio esulta per la coppa appena vinta e il Bologna trova il punto per restare in A. Prima Correa, poi uno-due Poli-Destro. Quindi Bastos, Orsolini e Milinkovic".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: La festa di Simone Inzaghi per il giro d’onore della Lazio con la Coppa Italia. Il capolavoro di Mihajlovic: ha firmato la salvezza del Bologna, subentrando a Pippo, con un girone di ritorno pazzesco. Traguardo raggiunto, per il vecchio Sinisa, proprio all’Olimpico. E’ finita 3-3 in una notte piena di emozioni, rimpianti, gol da applausi e dolci pensieri. I due allenatori, difensore centrale e centravanti della Lazio scudettata di Eriksson, si sono abbracciati in mezzo al campo. Chissà se nelle prossime ore si contenderanno la panchina della Juve: sono due candidati forti, non gli unici, al posto di Allegri. Serviva un punto ai rossoblù. Missione compiuta e non poteva andare diversamente, ma è stata partita vera, combattuta e spigolosa. La Lazio, già in vacanza, si è concessa novanta minuti di divertimento, di calcio piacevole e spensierato, arricchito dalle perle di Correa, Bastos e Milinkovic. Qualche rimpianto pensando, esattamente un anno dopo il 20 maggio con l’Inter, alla Champions distante pochi punti. Bisognerà riprovarci nella prossima stagione. Il Bologna, per come era conciato a gennaio, ha centrato un’impresa vera, trascinato dall’eterno Palacio e dalle impennate di Orsolini, il talento di proprietà Juve. Suo il gol della sicurezza. Sinisa ha ripristinato la logica, aggiunto ardore e sfruttato i suoi attaccanti, per ripartire di slancio.
E’ servito un guizzo di Correa per dare la sveglia ai rossoblù, troppo molli in avvio. Squadra lunghissima, campo aperto, marcature lente. La Lazio va a nozze se concedi le praterie, ancora di più dopo aver scoperto la vena realizzativa del Tucu, eroe della finale di Coppa Italia e autore di un finale di stagione pazzesco. Se n’è accorto anche Scaloni, il ct della Seleccion: lo ha messo in preallarme per la Coppa America. L’argentino avrebbe trovato subito il gol senza il muro casuale di Lulic sul suo destro diretto all’incrocio. Niente da fare per Skorupski, quando Leiva lo ha pescato in profondità. Nono gol stagionale per il Tucu, sempre più protagonista. Sotto di un gol, è cominciata la partita del Bologna, sorretto dalle iniziative di Palacio, molto più vivace e presente di Soriano. L’ex interista si abbassava e poi cambiava gioco a cercare sul versante opposto Orsolini, tamponato da Acerbi. Inzaghi, senza Radu, aveva dirottato il leader della difesa sul centro-sinistra con Luiz Felipe in mezzo e Bastos a destra. L’ampiezza imposta dal 4-2-3-1 di Mihajlovic aveva suggerito l’accorgimento. Romulo più basso, quasi terzino destro. Modulo ibrido, il classico 3-5-2 della Lazio tendente al 4-4-2 con Badelj e Leiva mediani, Parolo decentrato, Correa e Immobile davanti. Il Bologna pressava e attaccava ma non ha ricavato occasioni pulite, tolto il pallone tirato fuori da Poli. La Lazio si chiudeva bene e ha avuto due chances per il raddoppio, fallito da Immobile.
Come al solito la squadra di Inzaghi torna su distratta dopo l’intervallo. Il Bologna non poteva mica continuare così e ha piazzato il sorpasso con una doppietta nel giro di un minuto. Palacio ha creato i presupposti per il pareggio di Poli. L’esordiente Guerrieri si aspettava il cross ed è stato sorpreso sul primo palo. Simone ha lanciato al debutto anche Armini, classe 2001, quando si è rotto Luiz Felipe. Il brasiliano si è fatto male sull’allungo irresistibile di Orsolini. Cross corretto di testa da Palacio, un altro assist dell’argentino, zampata sotto porta di Destro e raddoppio. Sotto la pioggia battente dell’Olimpico, tutto il Bologna è corso ad abbracciare Mihajlovic, ma la partita non era ancora finita, piena di emozioni, di contrasti e divertimento. Come il 2-2 trovato da Bastos. L’angolano, servito da Immobile, si è destreggiato e ha trovato una traiettoria pazzesca sul palo più lontano scavalcando Skorupski: gol "alla Del Piero", da vero trequartista. Orsolini ha riportato in vantaggio il Bologna sugli sviluppi di un angolo. Girata volante dopo il colpo di testa e il contrasto tra Destro e Armini. Gol viziato da un fallo dell’ex romanista e convalidato da Pasqua dopo il controllo al Var. Inzaghi aveva inserito Cataldi e Milinkovic. Proprio il serbo, con una punizione a scavalcare la barriera, ha firmato il pareggio. L’ultima perla per incorniciare la festa dell’Olimpico.
? Il Messaggero titola: .
Prosegue il quotidiano romano:
? Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
In silenzio. Inzaghi blindato e silenziato, nascosto dalla Lazio, "allontanato" dalla Juve, un po’ ha perso le parole, un po’ gli sono state tolte. Niente conferenza alla vigilia di Lazio-Bologna, niente conferenza nel post-partita. Valgono le parole del diesse Tare, pronunciate nell’anteprima della gara. L’antifona non è cambiata, per la società Simone è il futuro, si continuerà con lui, a Formello non hanno dubbi. Tare s’è accodato a Lotito, pensa alla nuova Lazio con Inzaghi alla guida, senza curarsi dell’ombra juventina, del pressing di Agnelli, Paratici e Nedved, dei corteggiamenti: "Per noi non c’è nessun dubbio sul futuro di Inzaghi. Siamo stati chiari sia io, sia il presidente Lotito. Penso che anche Simone voglia la stessa cosa. Ci incontreremo nei prossimi giorni - ha annunciato Tare parlando a Sky - ci siederemo con Inzaghi per fare un bel passo in avanti". Il diesse della Lazio ha rinviato tutto al vertice di fine stagione in programma con l’allenatore, parla con sicurezza, è convinto che Simone sia del suo stesso avviso, l’ha coinvolto negli auspici di proseguimento. Tare ha annunciato l’incontro nei prossimi giorni, fosse per la società andrebbe in onda subito, il tecnico forse preferisce aspettare. Un pre-vertice c’è stato domenica a Formello, durante il pranzo organizzato con le famiglie dei dirigenti, degli allenatori, dei giocatori. Lotito s’è avvicinato a Simone, è stato un primo approccio, non si sa quanto effetto abbia avuto. Tare ha raccontanto l’atmosfera conviviale vissuta due giorni fa: "Non c’è nessuna discussione da fare, ci sono momenti di riflessione come è giusto che sia. Alla vigilia di Lazio-Bologna abbiamo pranzato insieme, siamo stati tutti molto bene, c’era anche il presidente".
Gli scenari. Alla domanda "cosa fareste se la Juve chiedesse Inzaghi?", il diesse biancoceleste ha dribblato il problema: "Se la Juve è su Inzaghi? Non posso rispondere io (risata, ndr). Se ce lo chiedessero? Non ho mai fatto le cose con i se e con i ma né mi sono posto questa domanda". Tare non pensa ad altro allenatore che non sia Simone Inzaghi: "Se ho in mente profili alternativi? Insistete sulla stessa cosa - ha detto a chi lo incalzava da Sky - magari volete voi che Inzaghi vada via, per noi deve restare, perché è un laziale dalla testa ai piedi". Tare ha dato un voto alla stagione, cambiata con la conquista della Coppa Italia: "A questa stagione do un bel 7, con la qualificazione in Champions sarebbe stata da 9". Lotito e Tare ci credono, rilanceranno il progetto Champions, un passo alla volta sono convinti di arrivarci, già quest’anno ci speravano fortemente: "Ci vuole tempo per arrivare dove vogliamo, con la pianificazione e con il lavoro ci riusciremo, siamo in crescita". La Lazio vuole ripartire da Inzaghi, non s’aspetta sgarbi dal suo allenatore. Un figlioccio per Lotito, un fratello per Tare. Così lo considerano, così vogliono continuare a chiamarlo. Il progetto. Aspettando il vertice con Simone, il diesse Tare è già in movimento sul mercato. Da un mese ha chiuso per Adekanye a parametro zero, è il baby su cui la società scommette per il futuro. E sta ritrattando Wesley, il gigante brasiliano, centravanti del Bruges, sedotto e abbandonato un anno fa. L’offerta è pronta, 16 milioni più bonus. L’assalto è in corso, si stringerà in settimana con i dirigenti del club belga. Si cerca un nuovo vice Immobile perché Caicedo lascerà la Lazio. E’ in scadenza nel 2020, non rinnoverà. Il Panterone cerca un ultimo contratto dorato, una nuova avventura. E la Lazio è a caccia di rinforzi in ogni reparto.
L’hanno richiamato da bordo campo e ha interrotto il riscaldamento: "Ehi Sergente, c’è qualcosa per te". Sergej Milinkovic ha lasciato lì i compagni, subito dopo ha ricevuto il premio della Lega Calcio: miglior centrocampista della stagione. In considerazione tutte le competizioni: Serie A, Supercoppa e Coppa Italia. Una settimana speciale: iniziata con il dubbio forfait con l’Atalanta, proseguita con il gol spacca-partita e conclusa con il riconoscimento di ieri sera. Nella ripresa si è tolto pure la soddisfazione del 3-3 su punizione: 22a rete in A, la prima su calcio piazzato. A inizio 2019 aveva colpito così il Novara negli ottavi di Coppa Italia. Nelle interviste ha pensato più agli ultimi giorni che al futuro: "Si è sempre parlato del mio addio, ho rinnovato il contratto (fino al 2023, ndr). Sto qui, vedremo...". Il tormentone ripartirà in estate, nonostante il prolungamento e l’adeguamento dello scorso ottobre. Milinkovic, l’uomo copertina, ha sottolineato i traguardi raggiunti: "Per me e per tutta la squadra si chiude una grande settimana. Abbiamo salutato l’Olimpico con un pareggio. Un bilancio? Non sono molto soddisfatto rispetto allo scorso anno, ho avuto qualche infortunio di troppo. Però sono tornato a disposizione cercando di farmi trovare pronto e di dare sempre il massimo. In generale non è stata una grande stagione, ma con la Coppa conquistata è cambiato tutto in positivo".
Milinkovic si è dimostrato un gigante nel momento clou, quando erano rimasti 90' per salvare un’annata. Ha trascinato da acciaccato, si era fermato a San Siro con il Milan per un doppio infortunio (ginocchio e caviglia). Titoli di coda? No, colpo di coda. E di testa... Gioia inaspettata per Bastos, autore di un tiro a giro da trequartista: "Sono felice, gli applausi sono stati bellissimi. Ora pensiamo all’ultima col Torino". Non staccherà la spina, ma parteciperà alla Coppa d’Africa con l’Angola. È stata la partita dei traguardi: Cataldi ha toccato quota 100 in A. "Sono contento di aver raggiunto il traguardo con questa maglia, ho lavorato tanto dal ritiro per convincere società e mister. Il derby il coronamento, ripartirò con ancora più voglia". Guerrieri è riuscito a esordire: "Che emozione, ho rotto il ghiaccio, però pretendo molto di più da me stesso. Sono cresciuto qui, ci tenevo. Pensavo di debuttare prima, ho avuto pazienza, il giorno è finalmente arrivato". Armini, capitano della Primavera, è stato battesimato anche in A dopo la presenza in Europa con l'Apollon Limassol: "Un sogno, i miei genitori fanno tanti sacrifici, 50 km al giorno dai Castelli. La dedica è per loro. Un periodo fantastico: la Coppa Italia, la promozione in Primavera 1, la vittoria degli U-14 di mio fratello Yuri". Dna di famiglia. Se il buongiorno si vede dal mattino...