17 ottobre 2020 - Genova, stadio L. Ferraris - Campionato di Serie A, IV giornata - inizio ore 18.00
SAMPDORIA: Audero, Bereszynski, Tonelli, Yoshida, Augello, Candreva (79' Keita), Jankto (67' Damsgaard), Ekdal (57' Silva), Thorsby, Ramirez (57' Verre), Quagliarella (79' Léris). A disposizione: Letica, Ravaglia, Ferrari, Regini, Colley, Askildsen, La Gumina. Allenatore: Ranieri.
LAZIO: Strakosha, Patric, Acerbi, Hoedt (59' Vavro), Parolo (46' Marusic), Milinkovic, Leiva (75' Cataldi), Luis Alberto, D. Anderson (46' Fares), Correa, Caicedo (59' Muriqi). A disposizione: Reina, Alia, Armini, Novella, Czyz, Akpa Akpro, Moro. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Orsato (Schio - VI) - Assistenti Sigg. Meli e Bresmes - Quarto uomo Sig. Giua - V.A.R. Sig. Massa - A.V.A.R. Sig. Alassio.
Marcatori: 34' Quagliarella, 41' Augello, 74' Damsgaard.
Note: esordio in Serie A e in una partita ufficiale con la maglia della Lazio per Vedat Muriqi. Ammonito al 2' Parolo, al 44' Caicedo entrambi per gioco falloso, al 64' Thorsby per fallo di mano, al 43' Ramirez per proteste. Angoli 4-3. Recuperi: 0' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 1.000 circa in ragione delle vigenti norme anti-Covid 19.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Troppa Sampdoria. Ranieri è un mago. Lazio schiantata. Gol di Quagliarella, Augello e Damsgaard. Inzaghi paga le assenze e sbaglia tutto".
Continua la "rosea": Fa quasi tenerezza Ranieri che al 92' sul 3-0 per i suoi, urla ancora come un ossesso, chiedendo di chiudere un laziale a metà campo. Ma è questo il segreto del più bel successo stagionale della Sampdoria. Un dominio totale, da grande, che ha fame e gioco, contro una Lazio che non c’è più, dal lockdown è un’altra squadra se si esclude l’illusione di Cagliari, e potrebbe cominciare a preoccuparsi. Presto per dire crisi, o profetizzare che il giocattolo si sia rotto, qui c’era anche una lista d’assenti troppo lunga e importante per essere sottovalutata. Però niente gioco, zero reazione, cambi modesti. E sempre l’amara impressione che Inzaghi, oltre ad aver sbagliato formazione, questo succede, non abbia mai il piano alternativo. Nel calcio di oggi, un solo sistema e una sola manovra non puoi permetterteli. Infatti Ranieri l’ha schiantato anche con una novità. Ranieri comanda. Ranieri è stato il top player di una Samp mai messa così bene. Il tuo avversario è nei guai? Il tecnico non sorseggia il famoso brandy d’un tempo, ma organizza un meccanismo che inchioda la Lazio, cominciando dalla fasce dove Parolo a destra è improponibile e il deb Anderson a sinistra può poco. Ecco allora che il 4-4-2 diventa un 4-2-3-1 più offensivo: Jankto a sinistra si offre per il primo pressing altissimo, Ramirez dà il meglio da "10", Candreva garantisce equilibrio sull’altra fascia. La Samp se lo può permettere perché l’asse centrale è d’acciaio: Yoshida-Tonelli sono una coppia di bodyguard da paura, Thorsby in mezzo è scatenato, e davanti Quagliarella, alla prima palla, schiaccia in gol dopo mezzora di dominio.
Un paragrafo importante del manuale di "come non ci si difende": Parolo alto sulla fascia a concedere l’autostrada ad Augello, i tre centrali che perdono tutte le posizioni. E sarà così anche avanti. Inzaghi: le alternative? Quelli della Lazio sono alibi fino a un certo punto. Radu e Luiz Felipe garantiscono di più, Lazzari spinge nel "suo" ruolo, Immobile almeno nella Lazio è Immobile. Ma non basta. Con Milinkovic e Leiva giù, con Caicedo inesistente, la Lazio si concede al dominio della Samp che le lascia anche un po’ di possesso (alla fine 52-48 per i padroni di casa), tanto le azioni non hanno sbocco. Zero tiri in porta. Un paio di pericoli per due tiri a lato. Mentre la Samp si diverte, raddoppia con un gran tiro da fuori di Augello e, nella ripresa, chiude il conto – mai aperto per la verità – con l’entrata vincente di Damsgaard, da poco in campo. Potevano essere anche cinque, senza Strakosha. Minaccia Borussia. Anche nei cambi si vede la differenza. Come se la Lazio volesse convincersi di non avere sostituti. Non si spiega perché non si possa dare un’occasione a Cataldi. O perché Muriqi non potesse cominciare da subito, visto Caicedo. Mentre Ranieri può godersi Ramirez e poi Verre. Può sognare con il nuovo Adrien Silva che sembra il regista "vero" che dà idee e sostanza. Difficile che Thorsby giochi sempre così, non ci sarà ancora una Lazio stralunata, ma la Samp sta crescendo. Dopo due k.o., due successi con Fiorentina e Lazio e tanta curiosità per la prossima contro l’Atalanta appena umiliata a Napoli. La Lazio invece deve raccogliere forze e idee per il Borussia, per non raccogliere i cocci. E cambiare. Sì, cambiare.
? Il Corriere dello Sport titola: "Lazio dominata. Scatta l'allarme. Troppe lacune tattiche e atletiche alla vigilia del ritorno in Champions. La Samp si regala la partita perfetta firmata da Quagliarella, Augello e Damsgaard".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Altro che Champions. È f?inita con il torello di Keita, a caccia del poker; e la Samp scatenata. Non c’è stata partita. Una f?iguraccia per la Lazio, impresentabile nel disegno tattico del primo tempo e dominata sotto il prof?ilo atletico. Capolavoro f?irmato da Ranieri alla lavagna e dai blucherchiati nell’interpretazione in campo. Erano assatanati, più cattivi, pronti a correre e combattere come se si trattasse di una f?inale. Sbranavano il pallone. Ecco l’aspetto più preoccupante per Inzaghi a tre giorni dal debutto nei gironi con il Borussia Dortmund. L'emergenza e il colpevole ritardo nelle operazioni di mercato non suonino come unico alibi. A Marassi non si è visto l’atteggiamento giusto, mancava lo spirito di una squadra che avrebbe dovuto, anche senza Immobile e Lazzari, più Marusic e Fares in panchina sino all’intervallo, tirare fuori un’altra prestazione. Passi per la copia sbiadita di Milinkovic e Correa, appena rientrati dai furori con Serbia e Argentina. Ci si aspettava altra concretezza da uno come Luis Alberto. Leiva arrancava, senza riuscire proprio a intercettare Ramirez (e poi Verre). Caicedo sembrava un fantasma e Inzaghi, in chiara diff?icoltà sulle fasce, aveva preparato il copione sapendo di poter sbagliare perché senza esterni non si può mica giocare 3-5-2. Ora, dopo cinque anni, dovrebbe forse studiare un piano tattico alternativo.
Doppietta. Ranieri l’ha vinta conoscendo alla perfezione i riferimenti del gioco laziale e puntando sulle discese di Augello per mettere alle corde Parolo, inadatto per mancanza di passo e dopo aver lavorato due settimane da difensore centrale. Samp disposta con il 4—2-3-1: Ramirez non faceva ragionare Leiva, Candreva e Jankto tenevano sotto pressione Hoedt e Patric. Per mezz’ora la partita è rimasta in equilibrio, ma di fronte al niente della Lazio i blucerchiati ringhiavano, dando la sensazione di poter creare pericoli. Così l’ha sbloccata la discesa di Augello. Patric era uscito oltre la linea di centrocampo nel tentativo (sbagliato) di pressing e Parolo è stato saltato dal lancio di Tonelli. Acerbi ha provato ad accorciare e Hoedt si è perso la marcatura di Quagliarella. Cross al bacio, colpo di testa e gol. Pensare che un club come la Lazio, tolto Fares, da anni non riesca a prendere un esterno sinistro aff?idabile ingigantisce i dubbi relativi al mercato molto più di certe fragilità difensive. Djavan Anderson è impresentabile e Inzaghi il primo tempo ha scelto di giocarlo in 9 più Parolo a tenere la posizione: impossibile attaccare senza appoggi sulle fasce. E il raddoppio, sugli sviluppi di un angolo, lo ha f?irmato Augello (ex Spezia) con un sinistro volante dal limite. La dimostrazione: non è necessario andare all’estero per trovare giocatori decenti.
Sigillo. Dopo l’intervallo Simone ha tolto Parolo e Anderson sganciando Marusic e Fares, poi è entrato anche Muriqi per Caicedo. La Lazio ha ritrovato la propria f?isionomia e ha ripreso ad attaccare, creando qualcosa a sinistra, dove Acerbi stava dando gli impulsi giusti in combinazione con Fares. Il kosovaro al debutto ha liberato Correa e Milinkovic per le uniche due vere occasioni della partita. Niente da fare. Solo un brivido per Audero, altri due tiri senza inquadrare lo specchio (nel totale 10 conclusioni, tutte fuori) e l’ennesima rif?lessione legata alla dipendenza dai gol di Immobile. L'ultima volta in cui era mancato, inizio luglio, il Milan si era imposto 3-0 all’Olimpico. A un sospiro dalla mezz’ora è arrivato così il terzo gol della Samp. Destro di Quagliarella, respinta di Strakosha, dormita di Patric, palla recuperata dal danese Damsgaard e sbattuta in rete. La cattiveria di un ventenne, la mollezza laziale. Fotograf?ia precisa di una serata da dimenticare.
? Il Messaggero titola: .
Prosegue il quotidiano romano:
? Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Niente di niente. Niente ragioni di comodo o alibi patetici, solo torti e ammissioni di colpevolezza. Non s’era mai visto né sentito un Inzaghi così. Le sue interviste sono state un rito espiatorio: "Nell'intervallo avrei dovuto cambiare tutta la squadra. Me compreso che sono l’allenatore". Con lo sguardo basso e vitreo del peccatore, a muso duro, ha stracciato il copione del vittimismo e ha messo se stesso e la Lazio al muro: "Al di là delle assenze sono mancati spirito e atteggiamento, cosa mai accaduta in questi 4 anni e mezzo, ci deve servire da lezione. Dobbiamo resettare subito, martedì avremo la possibilità di ripartire contro un avversario importante come il Borussia". Simone ha fustigato la squadra senza remore, è stata incapace di esalare un colpo, di confezionare lo straccio di un tiro nello specchio: "E’ stata una bruttissima sconf?itta. Non ci sono scusanti, sono l’allenatore e quindi il primo responsabie. Cercare alibi sarebbe facile. Al di là dell’emergenza, del rientro ritardato dei nazionali, la prova della mia squadra è da condannare, è inaccettabile. Si può perdere, non così. La Samp ci ha messo sotto dal primo al 90’ minuto per spirito, è una cosa grave. Dobbiamo analizzare questo aspetto. Abbiamo perso meritatamente e li abbiamo agevolati. C’era già successo di essere numericamente in emergenza, ma abbiamo fatto prestazioni differenti. E’ una delle più brutte partite da quando alleno la Lazio".
Una Lazio da Maalox. L'inevitabilità delle colpe non ha permesso a Inzaghi di sottrarsi al fuoco delle critiche, ma certe sue dichiarazioni sono state contrastanti, soprattutto quando ha detto "rifarei le scelte che ho fatto, le ho ponderate nel migliore dei modi. Eravamo in emergenza a destra. Fares era rientrato dalla nazionale, giocherà martedì, non poteva fare due partite di f?ila. Cercheremo di recuperare qualcuno per fare meglio in Champions". Si boccia, ma rigiocherebbe con Parolo a destra: "Ha fatto la sua partita, era ammonito, l’ho sostituito e ho voluto dare minutaggio a Fares. Conoscevamo certe defezioni e le abbiamo pagate" Simone, sempre parole sue, avrebbe meritato la sostituzione (in partita) eppure si è assolto tatticamente: "La partita non è stata persa dal punto di vista tattico, la Samp ci è stata superiore a livello di f?isico e spirito". Il futuro. Inzaghi, da inizio anno, non s’è mai pronundato sugli obiettivi stagionali e continua ad essere prudente: "Quali sono i propositi? Fare bene come in questi anni". Simone è apparso preoccupato: "Non per il Borussia, perché la squadra non è stata la stessa di questi anni. Dobbiamo capire i perché con freddezza". Si era ipotizzato il ritorno al modulo a 4 vista l’emergenza, Inzaghi insiste sull’inestirpabile 3-5-2: "Penso di non cambiare, la squadra ha certazze. Martedì oonteranno le motivazioni, le abbiamo sempre trovate". Otto gol subiti in quattro partire, la Lazio è senza difesa: "Dobbiamo analizzare i numeri, ma anche vedere le prestazioni. Nelle prime tre partite c’erano state, la sconfitta dovrà esserci di grandissimo aiuto". Nessun giudizio sui singoli: "Hoedt? Penso abbia fatto la sua partita, valutare le prestazioni mi è difficile". E’ un no comment.