3 dicembre 2017 – Genova, stadio Luigi Ferraris - Campionato di Serie A, XV giornata - inizio ore 20.45
SAMPDORIA: Viviano, Bereszynski, Silvestre, Ferrari, Murru, Barreto, Torreira, Praet (84' Verre), Ramirez (76' Alvarez), Quagliarella (69' Kownacki), Zapata. A disposizione: Puggioni, Tozzo, Andersen, Sala, Dodò, Regini, Capezzi, Djuricic, Caprari. Allenatore: Giampaolo.
LAZIO: Strakosha, Bastos (61' Patric), de Vrij, Radu, Marusic, Parolo, Leiva (75' Caicedo), Milinkovic, Lulic (75' Lukaku), Luis Alberto, Immobile. A disposizione: Vargic, Guerrieri, Luiz Felipe, Basta, Murgia, Neto, Palombi. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Mazzoleni (Bergamo) - Assistenti Sigg. Tegoni – Di Vuolo e Quarto uomo Sig. Manganiello - V.A.R. Sig. Giacomelli - A.V.A.R. Sig. Vuoto.
Marcatori: 56' Zapata, 80' Milinkovic, 90'+1' Caicedo.
Note: ammonito al 90'+4' Immobile per gioco falloso. Angoli: 4-6. Recuperi: 1' p.t., 4' s.t.
Spettatori: paganti 1.537 per un incasso di euro 34.395,00, abbonati 16.513 per un rateo di euro 166.955,44.
La Gazzetta dello Sport titola: "La Lazio ribalta la Samp. Caicedo all’ultimo respiro. Liguri in vantaggio con Zapata. Nel finale la squadra di Inzaghi si scatena e sorpassa con Milinkovic e la Pantera. Palo di Parolo".
Continua la "rosea": I maestri della pirateria colpiscono ancora. E in un modo che più piratesco non si può. Con l’ultimo assalto che fa abbassare il ponte levatoio e espugnare il fortino che fin qui aveva respinto al mittente tutti i predatori. Tra la maestra della pirateria Lazio, che continua la serie record delle vittorie lontano da Roma, e gli ormai ex imbattibili della Samp tra le mura di casa, sarebbe stato forse più equo un pareggio. Ma Caicedo ha infranto l’equilibrio su quel passaggio filtrante di Milinkovic. Si è fermato pensando di essere in fuorigioco e ha lasciato che ci provasse Immobile, partito dietro di lui e libero. Poi, sulla respinta così così di Viviano, Caicedo è stato pronto a colpire. La Var ha confermato: tutto regolare. Lazio più vicina al paradiso, Samp a letto coi rimpianti e Caicedo che si libera dal senso di colpa. Anche domenica scorsa è stato protagonista, ma in negativo, sempre nel recupero e con il suggello della Var, quando ha atterrato Pezzella e ha consentito alla Fiorentina di pareggiare.
Due punti li ha fatti perdere, due punti li ha fatti guadagnare. E adesso bisognerà pur dare ancor più credito a questa Lazio che nella sua storia non aveva mai fatto 32 punti in 14 partite di A (deve recuperare una gara, ricordiamolo). Bisognerà darle più credito in tema Champions di sicuro ma anche, perché no, in tema scudetto visto che in fondo, se dovesse vincere la gara da recuperare, sarebbe soltanto a due punti dalla Juve. Contro una buona Sampdoria, ottima per metà partita, ha dimostrato solidità , nervi saldi e capacità di reazione, oltre che qualità . Solidità quando la Samp ha preso campo in avvio, ha costruito la partita ma non è stata precisa sotto porta, anche per la sua buona disposizione. Anzi, la Samp ha rischiato di subire il gol quando sul tiro di Luis Alberto ha salvato sulla linea Bereszynski. Poi la Lazio ha dimostrato nervi saldi quando è andata sotto (al solito nel primi 15 minuti della ripresa) grazie alla bellissima azione Torreira (lancio)-Quagliarella (sponda di testa)-Zapata (stop e tiro nell’angolino, indisturbato).
Non si è scomposta, ha pian piano guadagnato metri e il resto lo ha fatto Inzaghi con i cambi: dentro Patric per il colpevole Bastos (sul gol), Lukaku e Caicedo per Lulic e Leiva. Aggiungendo una punta e togliendo un centrocampista nella formazione d’assalto, i pirati hanno cominciato l’arrembaggio. Prima con Milinkovic, il migliore dei suoi, e alla fine con Caicedo, appunto. La Samp, che aveva giocato bene, non è stata altrettanto efficace coi cambi e nell’ultima parte non si è mai resa pericolosa. E alla fine ha ceduto sul lato sinistro. Ma per la Samp non è stato un passo indietro: ha affrontato una signora squadra.
Il Corriere dello Sport titola: "Genio Milinkovic. Lazio in orbita. A Marassi impresa della squadra di Inzaghi che nel concitato fnale di partita riesce a ribaltare con merito il risultato e impone alla Samp la prima sconfitta in casa. Segna Zapata, poi sale in cattedra il serbo che realizza l’1-1 e inventa un assist per Immobile, sfruttato da Caicedo".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Un urlo a Marassi. Sì, questa Lazio è da Champions. Resta in corsa con le prime quattro. Bellissima, infinita e orgogliosa, capace di far cantare i suoi mille tifosi a notte fonda e dopo una partita pazzesca, una delle più belle e vibranti di questo campionato, due gol (Milinkovic-Caicedo) per rovesciare negli ultimi dieci minuti l’acuto di Zapata. Primo ko interno per Giampaolo dopo sei vittorie di fila. La squadra biancoceleste si è rialzata nella notte più complicata, quando si stava materializzando la discesa al sesto posto: sarebbe stata una beffa il pari, figuriamoci una sconfitta. E’ successo tutto nella ripresa. Capolavoro di Inzaghi, bravo a incidere con le mosse giuste, ma è stata soprattutto la notte di Milinkovic, fuoriclasse assoluto. Ora alla Lazio manca di ritrovare i gol di Immobile, poco servito e sfortunato, ma sempre dentro la partita, pronto a rincorrere e scuotere la squadra. Un leader vero in attesa del recupero di Felipe. Di Francesco e la Roma hanno fornito la chiave d’accesso per provare a disinnescare la squadra di Inzaghi. La Fiorentina all’Olimpico e ancora di più ieri sera la Samp hanno ripetuto quel tipo di copione tattico, alzando la pressione sui tre difensori centrali. La Lazio faticava a "uscire" e impostare l’azione, si rifugiava nel rinvio di Strakosha.
I blucerchiati arrivavano primi sulla seconda palla, approfittavano delle imprecisioni di Lulic e della rapidità di Ramirez. Bravo l’uruguaiano, non solo per qualità e cambio di passo, ma per il suo lavoro sporco. L’ordine e la disciplina difensiva di Leiva, Radu e de Vrij hanno permesso alla Lazio di assorbire la pressione iniziale e superare indenne i primi 20 minuti. Inzaghi aveva alzato Milinkovic, chiedeva ai suoi fantasisti di non concedere libertà a Torreira e dietro ne aveva quattro per controllare Zapata, Quagliarella e Ramirez. La Lazio, prese le misure, ha cominciato a vincere i duelli, rovesciando l’inerzia del gioco. Strakosha, ma anche Leiva e de Vrij, si appoggiavano a Milinkovic. Il serbo difendeva palla e faceva ripartire l’azione. Così è venuta fuori di prepotenza e di fisico la Lazio. L’unica vera occasione era stata concessa a Zapata, ma il suo destro in diagonale è stato respinto da Strakosha. Un blitz dentro 25 minuti pieni di Lazio e di rimpianti per la scarsa concretezza di Luis Alberto. Lo spagnolo si è divorato tre occasioni. Clamoroso il contropiede in cui ha tentato di saltare Murru. In precedenza il suo sinistro era finito a lato e poi il suo destro, dopo la prodezza di Viviano su Immobile, è stato salvato sulla linea da Bereszynski. Altre due volte, con Parolo e Immobile, la Lazio era andata vicina al gol di testa. Cinque o sei occasioni nitide senza segnare. La ripresa si è aperta con il palo colpito da Parolo, Viviano si è ritrovato la palla tra le braccia. La Lazio attaccava, alla ricerca del gol, ma si è ritrovata sotto. Imbucata di Torreira, de Vrij era dietro a Quagliarella, seguito da Bastos. Colossale ingenuità dell’angolano. Assist di testa del napoletano e Zapata, completamente solo, ha battuto Strakosha.
Inzaghi, infuriato, ha subito tolto Bastos (già decisivo in negativo nel derby) e ha inserito Patric, entrato alla grande. La Lazio così ha avuto la forza di crederci e di non arrendersi. Sono entrati Lukaku per Lulic e Caicedo per Leiva, Milinkovic è arretrato in regia. Fa tutto il serbo, tocca di classe, sfrutta il suo fisico. Per primo è arrivato sul rimpallo in mischia originato dalla punizione di Luis Alberto e di prepotenza ha scaraventato in rete il pallone del pareggio. Un minuto dopo Marusic ha fallito il possibile raddoppio. La Lazio non si è fermata, voleva vincere. Immobile ha protestato per il fallo di mano di Bereszynski, ci stava il rigore, non concesso da Mazzoleni e il Var non è intervenuto. Al primo minuto di recupero ci ha pensato ancora Milinkovic, entrando in percussione. Viviano ha stoppato Immobile, ma non Caicedo al primo gol in campionato. E quel gol ha reso giustizia alla Lazio, che altrimenti sarebbe stata scippata di altri due punti.
Il Messaggero titola: "Lazio, una notte da sogno. Impresa dei biancocelesti a Marassi, dove la Samp aveva sempre vinto: Milinkovic-Caicedo ribaltano il gol di Zapata. Settimo successo in trasferta degli uomini di Inzaghi che tornano a ridosso del quartetto di Champions League".
Prosegue il quotidiano romano: La Lazio c’è. Serviva una vittoria sporca per ritrovare morale e così è stato. I biancocelesti vincono in rimonta a Genova contro la Sampdoria per 2-1. Tre punti che lasciano i ragazzi di Inzaghi al quinto posto in classifica a quota 32 punti e in piena corsa per la Champions. Meno due dalla Roma. Apre Zapata, pari di Milinkovic e gol vittoria di Caicedo al minuto 91. Lo sfortunato protagonista del rigore contestatissimo di domenica scorsa. E a dire il vero anche la rete di ieri, confermata dal var, scatena le polemiche dei blucerchiati. Una gara ricca di emozioni e occasioni. Alla fine ha prevalso la voglia di riscatto della Lazio che sembrava aver perso il suo fluido. L’ha ritrovato nella gelida notte di Marassi, un campo difficilissimo. Espugnato il fortino blucerchiato: prima sconfitta casalinga per gli uomini di Giampaolo. La Sampdoria inizia a mille mettendo in grande difficoltà la Lazio. I blucerchiati viaggiano per vie centrali trovandosi spesso in superiorità numerica. Sull’orologio non è ancora scoccato il decimo minuto e i ragazzi di Giampaolo hanno già tirato in porta tre volte. Provvidenziale Radu che anticipa in scivolata Zapata.
I biancocelesti appaiono meno fluidi del solido e fanno fatica a portare la palla nell’area avversaria. La sensazione è che la Samp arrivi sempre prima sul pallone. Quando la Lazio riesce a giocar alla sua maniera diventa pericolosissima: Parolo di testa manca la porta di pochi centimetri. Così come Immobile pochi minuti più tardi. L’inerzia della gara non varia, i blucerchiati hanno più energie mentali e fisiche da spendere e così de Vrij e soci devono fare gli straordinari per arginare gli avanti doriani. Strakosha usa mani e piedi per evitare il gol. La Lazio soffre molto il pressing alto che non gli permette di ragionare. Ma come detto quando ci riesce mette paura. Ci vogliono due miracoli ai blucerchiati per salvare il risultato: Viviano su Immobile e poi Bereszynski sulla linea di porta. Emozioni a ripetizione contrastano il gelo di Marassi. Ago della bilancia è Milinkovic che quando ci mette la testa non ce n’è per nessuno, il problema è quando si specchia troppo. Inzaghi urla nello spogliatoio laziale pretendendo più cattiveria.
Pronti via e la ripresa si apre con un palo clamoroso di Parolo. Ma l’effetto dura poco perché è la Sampdoria a passare in vantaggio sfruttando l’assist di testa di Quagliarella. Il tecnico laziale scuote la testa in panchina. La squadra non si abbatte e prova a rimettere in piedi una gara che sembra stregata. I biancocelesti, si vede, accusano stanchezza fisica e sono inevitabilmente meno lucidi sotto porta. Come già sottolineato è Milinkovic a fare la differenza: rapace a scaraventare sotto la traversa la palla del pareggio. Nel finale il destino ci mette lo zampino. Il gol vittoria è di Caicedo, proprio lui che domenica scorsa era stato protagonista del rigore del pari della Fiorentina. Una storia bellissima che solo il calcio nelle sue più romantiche declinazioni riesce a regalare.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
E’ tornata la Lazio. Ha rimontato la Samp restando agganciata al treno Champions e ha cancellato le ombre del novembre nero. Novantacinque minuti ad altissima intensità . La squadra di Inzaghi non ha mollato dall’inizio alla fine, superando le perplessità nate in ordine alla condizione fisica. Nelle ultime partite era calata durante la ripresa, a Marassi l’ha vinta uscendo di prepotenza alla distanza e rispondendo con due gol di Milinkovic e Caicedo al guizzo di Zapata. Una partita complicata dall’ingenuità di Bastos. "Ottima prestazione. Meritavamo di stare avanti già nel primo tempo, ma non l’abbiamo sbloccata. Poi è stato commesso un errore, ma siamo rimasti concentrati e abbiamo rimontato, vincendo una partita difficile". Il gol di Caicedo ha reso giustizia alla Lazio dopo una settimana complicata dal Var e ieri è mancato il rigore del possibile raddoppio per un fallo di mano di Bereszynski. Inzaghi è andato giù duro. La squadra biancoceleste continua a essere penalizzata e la tecnologia televisiva non interviene. "Il Var? Bisognava controllare il fuorigioco sul gol di Caicedo, ma non c’era. Mi dispiace si rallenti l’esultanza, ho giocato tanti anni e si guardava velocemente il guardalinee. Ora non è più così. Il rigore doveva essere concesso e sarebbe stato importante, è un periodo che gira storta, va migliorato il Var. Ancora non ho capito perché non ci hanno dato quello su Parolo contro la Fiorentina". Vittoria pesantissima in chiave Champions, respinto l’aggancio della Samp. "Abbiamo preso un buon vantaggio ma il campionato è ancora lungo. L’obiettivo è rimanere in Europa, il desiderio è restare con le prime. Ho un gruppo che non molla, sta sul pezzo e si diverte".
Giusta l’intuizione dell’inserimento di Patric. Lo spagnolo si è messo a fare a sportellate con Zapata. "Bastos aveva un problema fisico a fine primo tempo, ma i medici mi avevano rassicurato. Dopo il gol di Zapata, ho inserito Patric che sta crescendo sempre di più ed è giusto alternare i miei giocatori. Nelle ultime partite ho mantenuto la stessa formazione, ma anche chi gioca meno mi sta dando soddisfazione, è linfa vitale. Bravi tutti, i tre subentrati ci hanno dato una bella mano". E’ stata una notte da sogno. "Mi prendo tutto. Abbiamo giocato benissimo. Un salvataggio sulla linea, un palo, se non concretizzi con la Samp puoi andare sotto, ma siamo stati bravi a restare compatti. Di partite belle ne abbiamo giocate tante, penso alla Juve e anche qui a Marassi l’anno scorso. Questa valeva tanto, venivamo da due settimane in cui eravamo stati danneggiati, perdendo due punti con la Fiorentina a partita già finita. Non era semplice, abbiamo concesso poco alla Samp, dimostrando di essere una squadra matura". Milinkovic stratosferico. "E’ stato bravissimo, in fase di non possesso eravamo disposti con il 3-4-1-2, doveva disturbare Torreira. Leiva stava facendo la sua buona partita, ma è diffidato, lo volevo tenere per il Toro. Quando è entrato Caicedo, Milinkovic è scivolato in posizione più arretrata". Ha risolto l’ecuadoriano, è stata la notte del suo riscatto. "Se lo meritava per come lavora ogni giorno, è molto serio".
Ha scatenato il tripudio, un uragano di passione. Ha fatto cadere lo stadio inviolato, ha fatto esplodere l’urlo dei mille laziali di Marassi, andati via per ultimi, hanno spento loro le luci dopo aver cantato oltre il 90', oltre il recupero, quando lo stadio era già vuoto. Si sentivano solo i loro inni, le loro voci. Serviva la loro allegria. Felipao "meravigliao" Caicedo ha segnato un gol fragoroso quanto il boato della gente laziale. E’ stato il suo primo in serie A, l’ha firmato al primo di recupero di Samp-Lazio. Era invocato, era attesissimo. Ha deciso tutto Caicedo. Lui, proprio lui che in Lazio-Fiorentina era finito sotto la lente d’ingrandimento del Var. Lui che aveva giurato e spergiurato di non aver toccato Pezzella, di aver solo rinviato quel pallone. Caicedo s’è preso la rivincita più bella, ha scatenato la festa dei tifosi biancocelesti accorsi a Genova per la riscossa, ha rilanciato la Lazio, le ha regalato tre punti pesantissimi. Il gol è stato validissimo, a prova di moviolone: "Avevamo fame di vittorie, volevamo tornare la squadra che voleva vincerle tutte. Il Var? Dobbiamo essere più forti, non mi piace parlarne: per me non è calcio. Dobbiamo essere più forti per non essere penalizzati". Più forti anche del Var, delle moviole che vanno e non vanno. Il calcio è una ruota che gira. Il Var no. Anche ieri c’era un rigore non visto. Caicedo era scattato coi tempi giusti, non è mai finito in fuorigioco. Ha avuto il dubbio che fosse pescato in off-side, ha rallentato, poi è scattato come una molla e ha bucato Viviano sfruttando un rimpallo.
Il Panterone Felipao ha dedicato il gol alla sua famiglia. S’è inginocchiato e ha fatto il segno del cuore: "C’è grande soddisfazione perché i nostri avversari hanno giocato bene, sono contento per questi tre punti e per la squadra. Stiamo facendo un buon campionato, avevamo rallentato nelle ultime due gare, ma a Genova abbiamo lottato e giocato bene. Avevamo fame di vincere, di tornare la squadra che voleva vincerle tutte. Abbiamo messo in difficoltà la Samp negli ultimi dieci minuti, poi ho fatto gol. La squadra aveva sempre giocato bene. Dobbiamo continuare con questa intensità . L’esultanza? Ho fatto un cuoricino per mia figlia e per mia moglie". Il capitano Lulic ha consacrato la Lazio da trasferta, sempre vincente tranne una volta: "I numeri in trasferta ci premiano. Era importante vincere e ripartire, era il nostro obiettivo. Ci abbiamo sempre creduto, segnare all’ultimo minuto è più bello. Loro avevano sempre vinto in casa, volevamo per forza di cose portare a casa i tre punti. Anche in svantaggio ci abbiamo creduto. Stavolta, allo scadere, ci siamo presi qualcosa a nostro favore. Rimane l’amaro in bocca per il pari con la Fiorentina, ma guardiamo avanti. Non si poteva parlare di crisi solo per una sconfitta e un pareggio. Adesso pensiamo al futuro, a dicembre avremo tante partite da giocare, dovremo farci trovare pronti. Dobbiamo chiudere quest’anno solare vincendole tutte da qui alla fine! Abbiamo accorciato la classifica e ci manca la gara con l’Udinese, siamo tornati sulla strada giusta. Vincere così dà tanto morale, ora pronti per il prossimo tour de force. Siamo motivati, giocheremo tutti".