13 settembre 2015 - Campionato di Serie A - III giornata - inizio ore 18.00
LAZIO: Marchetti, Basta, Mauricio, Hoedt, Radu, Parolo, Cataldi, Candreva (56' Matri), Mauri (83' Milinkovic Savic), Lulic (56' Felipe Anderson), Keita. A disposizione: Berisha, Guerrieri, Gentiletti, Braafheid, Konko, Onazi, Morrison, Kishna, Oikonomidis. Allenatore: Pioli.
UDINESE: Karnezis, Heurtaux, Danilo, Piris, Edenilson, Kone (78' Aguirre), Iturra, Fernandes (56' Badu), Adnan, Thereau (71' Di Natale), Zapata. A disposizione: Romo, Wague, Felipe, Domizzi, Insua, Pasquale, Merkel, Marquinho, Perica. Allenatore: Colantuono.
Arbitro: Sig. Calvarese (Teramo) - Assistenti Sigg. Fiorito e La Rocca - Quarto uomo Sig. Carbone - Assistenti d'area Sigg. Giacomelli e Pezzuto.
Marcatori: 64' Matri, 73' Matri.
Note: ammonito Iturra per gioco falloso. Esordio in Serie A per Wesley Hoedt. Angoli 7-5. Recuperi: 2' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 13.716 abbonati, paganti 10.634.
La Gazzetta dello Sport titola: "Matri-show in 10': 2 gol e la Lazio è viva. Udinese al tappeto. L'ex Juve, al debutto, entra al 56' insieme a Felipe Anderson e cambia la partita. Friulani troppo timidi".
Continua la "rosea": Stesso stadio, stessa porta. Quattro mesi dopo. Con una maglia diversa, però. Ad Alessandro Matri bastano 8 minuti per prendersi la Lazio. Entra, debutta, segna e risolve una partita maledettamente complicata. Può bastare? Sì, anzi no. Meglio metterlo al sicuro quel risultato perché non si sa mai. E allora altri 9 minuti ed ecco servita la prima doppietta. Da opportunista la prima marcatura, da attaccante di classe la seconda, sotto gli occhi della fidanzata Federica Nargi, pure lei al debutto (in tribuna) all'Olimpico. Una doppietta davanti a quella Curva Nord che il 20 maggio scorso aveva fatto piangere (rete decisiva nei supplementari della finale di Coppa Italia vinta dalla Juve sulla Lazio) e che stavolta fa esplodere di gioia. Due reti all'esordio per mandare subito un messaggio forte e chiaro all'ambiente. Ma anche per acuire i rimpianti dello stesso ambiente laziale per un acquisto che, se fosse stato fatto all'inizio invece che alla fine di agosto, avrebbe forse cambiato la deludente estate biancoceleste. Meglio tardi che mai, però, penserà Pioli. Intanto questo Matri basta e avanza per farlo uscire indenne dal primo delicato tornante di una stagione partita in salita. Il primo tempo della sua Lazio (anche se condizionato dal temporale che si scatena sull'Olimpico) conferma infatti impacci e limiti di una squadra incerottata e col morale sotto i tacchi dopo le sberle ricevute in Supercoppa, Champions e campionato.
A tirarla su e farla tornare alla vittoria provvede appunto il nuovo centravanti. Che entra nella ripresa perché non ancora al meglio e sfrutta la prima palla utile per sbloccare la gara. E poi la chiude una manciata di minuti più tardi. Uomo giusto al momento giusto. Anzi, uomini giusti al momento giusto. Perché oltre a quello di Matri, è decisivo pure l'ingresso di Felipe Anderson. Il genietto brasiliano si sveglia dal letargo in cui è caduto dalla fine della scorsa stagione con uno slalom dei suoi che si trasforma nell'assist dell'1-0 dell'ex juventino. E (grazie anche allo spostamento di Keita da attaccante centrale ad esterno) trasforma il poco produttivo 4-2-3-1 di Pioli in un'orchestra di nuovo convincente, anche se ancora lontana da quella della scorsa stagione. Presto per dire che la crisi sia alle spalle, ma in attesa dei rientri degli uomini chiave (gli infortunati Biglia, de Vrij, Klose e Djordjevic) questi sono tre punti d'oro per Pioli. Che può gioire pure per il buon debutto di Hoedt e per il rientro di Mauri (che si riprende la fascia di capitano), anche se il brianzolo denota una condizione ancora insufficiente.
Ha poco di che gioire invece Colantuono. Che colleziona la seconda sconfitta consecutiva dopo l'impresa allo Stadium alla prima di campionato che aveva illuso un po' tutti. La tattica è la stessa usata contro la Juve. E potrebbe pure dare gli stessi frutti se, a inizio ripresa sullo 0-0, Adnan e Thereau fossero più precisi sottoporta. O, anche, se Kone non trovasse un super Marchetti subito dopo l'1-0. Ma i rimpianti sono relativi quando giochi con un 3-5-2 che in realtà è un abbottonatissimo 5-3-2 con nove uomini costantemente sotto la palla (il solo Zapata viene lasciato libero di provare a fare qualcosa davanti). È vero anche che l'assenza di Guilherme in cabina di regia è pesante e si fa sentire (Iturra non si rivela all'altezza del compito affidatogli), ma magari con un atteggiamento un po' più propositivo l'Udinese avrebbe potuto ottenere di più contro la Lazio abbacchiata di questo periodo.
Il Corriere dello Sport titola: "Matri stende l'Udinese. Lazio fuori dal pantano. Il neoacquisto entra nella ripresa e realizza una doppietta micidiale".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Il calcio è semplice. Per trovare i gol servono un centravanti in grado di occupare l'area di rigore e ali che sappiano creare la superiorità nell'uno contro uno per mettere la palla in mezzo. La Lazio non ha avuto un centravanti per tutta l'estate e spesso, soprattutto in casa, non sfrutta come dovrebbe i suoi esterni offensivi, tra i migliori del campionato. Quando Pioli, dopo quasi un'ora di partita bloccata, ha deciso di inserire Matri, piazzando Keita e Felipe Anderson sulle corsie esterne, ha schienato l'Udinese con due gol nel cuore della ripresa e ha allontanato la crisi, cominciando a riconquistare l'Olimpico, attraversato dal malumori e vicino alla contestazione. Ha deciso una doppietta del centravanti arrivato in prestito (con diritta di riscatto) dal Milan all'ultimo giorno di mercato, acquisto tardivo ma indovinato, perché completa una buonissima squadra, piena di qualità e tuttora decimata dagli infortuni. Peccato per la Champions, ma se il gruppo ritroverà l'entusiasmo perduto potrà ancora regalarsi una stagione esaltante. Male l'Udinese. Ha accettato troppo tardi, e in modo incomprensibile, la sfida sul piano del gioco, diventando pericolosa un attimo prima che la Lazio sbloccasse il risultato. Il diluvio ha condizionato e reso complicata la partita della Lazio, costretta in avvio ad alzare la palla per trovare profondità.
L'Udinese era arroocata dietro, Colantuono ne aveva piazzati cinque in difesa affidandosi agli scatti dell'iracheno Adnan a sinistra e alle sgroppate di Zapata per ripartire. Il colombiano faceva reparto da solo con Thereau, più mediano che seconda punta, dedito a contrastare Cataldi, l'unico dei centrocampisti di Pioli con il piede buono per trovare il lancio. Spazi chiusi, anche perché la Lazio è abituata a mettere pressione dalla linea di centrocampo in su cercando l'ampiezza con Basta e Radu. I due terzini sbattevanno sul muro. Candreva non era quasi mai nella posizione giusta per creare superiorità e allora ha cercato la soluzione con il tiro da fuori. Pioli ha confermato Keita centravanti e lo spagnolo non ha tradito, ma spesso era costretto a cercare il pallone sulle oorsie esterne. Ha creato l'occasione più nitida, sul finire del primo tempo, appena l'Udinese gli ha concesso lo spazio per attaccare con la palla al piede. Un contropiede concluso con l'assist per Candreva. L'azzurro, da posizione defilata, ha angolato troppo il suo diagonale. I friulani hanno creato quasi niente. Dietro l'olandeae Hoedt, al debutto, reggeva e solo una volta si è fallo sorprendere in velocità (il suo punto debole) da Zapata. Mauricio lo aiutava nelle coperture, combattendo colpo su colpo. La Lazio teneva palla, ma non riusciva ad alzare i ritmi, davanti mancava il movimento richiesto da Pioli. Troppo statico Mauri, preso in consegna da Iturra. A sinistra Edenilson non concedeva campo a Lulic.
La Lazio ha avuto pazienza e un briciolo di buona sorte nel momento decisivo. L'Udinese è rientrata dopo l'intervallo con molta più intraprendenza. Due occasioni divorate da Adnan (tiro alto) e Thereau (tocco debole] per passare in vantaggio. Pioli ha svoltato con il doppio cambio. Dentro Matri e Felipe per Lulic e Candreva, che non aveva affatto demeritato. Forse era più logico sostituire Mauri, il capitano appena reintegrato, eppure il tecnico ha avuto ragione. Keita a sinistra si è scatenato. Ha innescato Felipe, dribbling e cross del brasiliano, corretto in rete da Matri con la deviazione ulteriore di Piris. Doppia prodezza di Marchetti su Kone, poi il raddoppio con un altro gol da vero centravanti. Percussione e botta di Keita, respinta da Karnezis, stop sbagliato di Kone, pallone artigliato con il destro e girata di sinistro in rete di Matri, subito in trionfo sotto la Nord. Meglio tardi che mai. La Lazio ha il suo nuovo bomber.
Il Messaggero titola: "Doppio Matri. Addio problemi. La Lazio supera l'Udinese con due reti dell'ultimo arrivato a Formello. Il nuovo centravanti entra in campo e in 9 minuti decide l'esito della gara".
Prosegue il quotidiano romano: Il gioco del calcio è di una semplicità spaventosa quando hai gli uomini giusti al posto giusto. E' bastato inserire un attaccante di ruolo per vincere la partita. Anderson s'illumina per un secondo e sulla sinistra va via mettendo una comoda palla al centro, Matri, bomber di razza, fa il movimento corretto sul primo palo e la Lazio vola. Non servivano certo santoni o stregoni per capire che ai biancocelesti, senza gli infortunati Klose e Djordjevic, servisse un giocatore che sapesse interpretare quel ruolo. Niente di piu semplice il movimento che fa il numero 17, cose che Keita, esterno d'attacco, non ha nelle sue corde tanto che nella ripresa Pioli lo sposta sul lato e la musica cambia. Matri è una punta vecchio stampo e i gol sa anche crearseli, come fa nell'azione del raddoppio arpionando un pallone vagante in area, movimento interno e palla sotto le gambe di Karnezis. Doppietta per il neo arrivato. Alessandro corre con le braccia spalancate sotto la Nord, i tifosi impazziscono già per lui e lo sommergono perdonandogli addirittura quel gol in finale di Coppa Italia con la Juventus. Due reti che in qualche modo aumentano i rimpianti per una operazione di mercato che doveva essere fatta assolutamente prima. Chissà come sarebbe andato il preliminare con Matri in campo. Un boato liberatorio quello dei sostenitori laziali ad ogni gol di Matri, esultanze che scacciano le paure e i fantasmi che nel primo tempo erano piombati sull'Olimpico insieme al nubifragio.
Pioli lascia l'ex del Milan in panchina perché a suo dire non sta ancora bene (chissà cosa è in grado di fare quando avrà raggiunto la forma) preferendogli il giovane Keita. La Lazio non gira e non riesce quasi mai a fare gioco, complice anche un terreno pesantissimo. L'assenza di Biglia si sente parecchio, in mezzo al campo manca l'uomo che fa ragionare la squadra e che si carica sulle spalle i compagni. Parolo e Cataldi sembrano l'ombra di se stessi. Il primo corre tanto ma a vuoto e sembra non trovare la giusta collocazione, si vede solo con un tiro dalla distanza nella ripresa. Danilo invece ha piedi buoni ma sbaglia sempre il passaggio decisivo. E così la manovra biancoceleste ne risente. Pioli chiede ai suoi di giocare molto sugli esterni dove la catena di destra è ben oliata: Basta corre e difende e sembra essere tornato quello dei vecchi tempi, Candreva galvanizzato dalla nazionale e liberato della fascia di capitano si prende molte responsabilità. E' decisamente lui il più pericoloso della Lazio nel primo tempo, vedi la punizione e quell'inserimento che per poco non porta in vantaggio i suoi. Mauri da trequartista fa quello che può, è in ritardo di condizione ma l'intelligenza tattica lo aiuta quando le gambe lo mollano un po'. Dopo i primi dieci minuti che ricalcano il penoso spartito della prima frazione Pioli finalmente capisce che serve la semplicità e così posiziona gli uomini nei giusti ruoli. Anderson prende il posto di un Lulic inguardabile e si piazza sull'out così come Keita.
Basta poi mettere Matri al posto di Candreva, ed il gioco è fatto: nello spazio di 9 minuti dal diciannovesimo al ventottesimo il bomber laziale mette a segno la sua personale doppietta regalando 3 punti preziosissimi alla Lazio che ritrova il sorriso in un pomeriggio decisamente grigio. Bene soprattutto la difesa che torna a non subire gol, da inizio stagione sono già 10 le reti subite compresa la super coppa italiana. L'unica volta era accaduto nell'andata del preliminare di Champions contro il Leverkusen. Il giovane Hoedt lanciato nella mischia ha retto l'impatto di Zapata e compagni, disciplinato e senza sbavature ha aiutato anche Mauricio che è sembrato più sicuro. Al resto ci ha pensato un super Marchetti che è volato più volte a sventare i tiri dei friulani. L'unica nota stonata è Radu che sull'out di sinistra fa una fatica micidiale a contenere le sgroppate di Zapata. Non a caso l'Udinese quando attacca lo fa sempre e solo dal suo lato. Fortuna per la Lazio che l'Udinese ha le polveri bagnate.
Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
In gol, sotto la Curva Nord, alla prima gara con la maglia biancoceleste. Anzi, al primo tiro in porta, dopo esser subentrato a Candreva all'11' della ripresa. Appena otto minuti dopo il trentunenne ex milanista può esplodere tutta la sua gioia. Ed al 28' raddoppia sigillando i tre punti della Lazio contro l'Udinese, ora vittima previlegiata (sei gol segnati ai friulani) dell'attaccante arrivato a Roma due settimane fa. E nel dopo partita svela le sue emozioni. "Esordio, due gol e una bella vittoria: non potevo chiedere di più". Adesso, vuol guardare solo avanti. "Rivincite? Non mi interessano. Vado per la mia strada. Sono contento della mia carriera. Non ho rimpianti e rimorsi". Una doppietta che ha il senso di una rincorsa anche sul piano della condizione. "Mi sono allenato prima di arrivare alla Lazio, ma non ho ancora il ritmo partita. Ora voglio solo continuare a segnare". Entusiasta dei nuovi compagni. "Un gruppo unito, tutti bravi ragazzi e ottimi giocatori. C'è voglia di far bene. Un ottimo spogliatoio". Pensa già a giovedì. In Europa League a Dnipro. "Un impegno da non sottovalutare". Alla vigilia della partita con l'Udinese Stefano Pioli aveva puntualizzato che le condizioni di Matri non erano ancora "ottime".
Il tecnico spiega con la serenità della vittoria ritrovata: "Non ho detto una bugia. Deve ancora trovare la giusta condizione, ma è normale avendo giocato pochissimo nel precampionato. Ha tuttavia le qualità giuste e può soltanto migliorare. Si è messo subito a disposizione del gruppo". Pioli inquadra anche le peculiarità di Matri in una fase in cui pesano le assenze di Klose e Djordjevic. "È un giocatore d'area, sicuramente più di Keita". Contento il presidente Lotito: "Questa vittoria costituisce un'importante iniezione di fiducia, ma soprattutto certifica le indiscutibili qualità di un team che merita considerazione. Siamo una grande squadra, con dei grandi calciatori e uno staff tecnico altamente qualificato". Elogi al nuovo goleador biancoceleste anche dai compagni. Federico Marchetti ha twittato: "Bella vittoria. Complimenti al bomber Matri". Stefano Mauri, capitano al rientro, ha anche lui mandato un messaggio via twitter: "E ora torniamo a correre. Bella vittoria, ci voleva. Grande doppietta di Matri". E l'ex laziale Brocchi: "Si è presentato bene il mio fratellino Matri. Grande!". Infine, la fidanzata Federica Nargi ha twittato: "Esordio grandioso con le tue tre portafortuna. Daje". Con foto postata in cui la Nargi è all'Olimpico con la sorella e un'amica.
Un esordio al top della felicità per Alessandro Matri. "Non me l'aspettavo neanche io, ma ci voleva anche per me. Una vittoria importante per cominciare". Una doppietta al debutto per l'ex milanista partito dalla panchina. "Vengo da un precampionato in cui ho giocato poco. Sono contento per oggi, devo solo lavorare". Ritrova il sorriso anche il tecnico laziale Stefano Pioli. "Abbiamo giocato una partita attenta e lucida per trovare il guizzo giusto per segnare". Hanno inciso gli ingressi di Matri e Felipe Anderson. "Ma è riduttivo spiegare la partita solo con i cambi? - spiega il tecnico biancoceleste - Nella ripresa bisognava creare superiorità numerica sulle fasce. E ho messo giocatori più freschi. Ma è stata tutta la squadra a saper interpretare la partita. Abbiamo dimostrato di voler voltare pagina. Ora a testa bassa sull'incontro di giovedì (in Europa League col Dnipro, ndr) perché è quello che conta". Amareggiato il tecnico dell'Udinese, Stefano Colantuono: "Non abbiamo sfruttato due occasioni prima del vantaggio della Lazio e abbiamo commesso qualche errore su entrambi i loro gol. E tutto questo ha fatto la differenza. Meglio nella ripresa: troppo timidi nel primo tempo".