4 luglio 2020 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XXX giornata - inizio ore 21.45
LAZIO: Strakosha, Patric, Acerbi, Radu (55' Vavro), Lazzari, Parolo, Leiva (46' Adekanye), Milinkovic (67' D. Anderson), Jony (55' Lukaku), Luis Alberto, Correa (64' Cataldi). A disposizione: Proto, Guerrieri, Jorge Silva, Armini, Bastos, Falbo, A. Anderson. Allenatore: S. Inzaghi
MILAN: G. Donnarumma, Conti (71' Calabria), Kjaer, Romagnoli, Hernandez, Kessie (86' Biglia), Bennacer, Saelemaekers, Bonaventura (71' Krunic), Calhanoglu (37' Paqueta); Ibrahimovic (46' Rebic). A disposizione: Begovic, A. Donnarumma, Gabbia, Laxalt, Brescianini, Maldini, Leao . Allenatore: Pioli
Arbitro: Sig. Calvarese (Teramo) - Assistenti Sigg. Peretti e Bindoni - Quarto uomo Sig. Giua - V.A.R. Sig. Rocchi - A.V.A.R. Sig. Carbone.
Marcatori: 23' Calhanoglu, 34' Ibrahimovic (rig.), 59' Rebic.
Note: ammonito al 78' Lukaku. Angoli . Recuperi: 2' p.t., 2' s.t.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Il Diavolo è Ibra. A Zlatan bastano 45' per lanciare il Milan. La Lazio affonda e va a -7 dalla Juve. Rossoneri da padroni all’Olimpico e passo importante per l’Europa League. Apre Calhanoglu, poi lo svedese su rigore e Rebic. La squadra di Inzaghi stanca e senza idee".
Continua la "rosea": Decide il Milan, la Lazio non ha scampo, la Juve gode e vola a più sette. All’Olimpico i rossoneri incidono in maniera pesante nella corsa scudetto: martedì continueranno a fare da arbitri per il primato contro i bianconeri. Ma prima si prendono tre punti per niente scontati, che a loro volta sono prezioso carburante per la lotta Europa League. I ragazzi di Pioli sono pratici e disinvolti, il gruppo di Inzaghi stavolta teme di averla combinata grossa. La Lazio, a corto di attaccanti, in pratica con il solo Correa di ruolo, si è arrangiata, ma alla lunga risente di una rosa molto più corta rispetto alla corazzata di Sarri. Per il resto Inzaghi ha fatto ricorso ai suoi incursori più efficaci, da Luis Alberto tra le linee a Milinkovic-Savic con licenza di colpire. Appello lanciato nel vuoto. Nella linea mediana biancoceleste si rivede Leiva, che però ha autonomia ridotta. A Lazzari, sulla destra, viene chiesto di tenere basso Hernandez. Saelemaekers spinge. Il Milan ripropone Bonaventura nel trio a cerniera tra i mediani e il solito tuttofare Ibrahimovic. Non può essere un caso che, quando lo svedese si insedia al comando delle operazioni offensive, i rossoneri abbiano un altro atteggiamento. Si è già notato lo stesso effetto nel finale di Ferrara, quando la sprecona banda milanista ha raggiunto il pareggio col batticuore. Con Hernandez costretto a fare il difensore puro più spesso del solito, Pioli cerca e trova spinta sia con Conti, sia soprattutto con Saelemaekers. Il ragazzo belga si era messo in mostra contro la Roma, è evidente che le rivali della Capitale lo ispirano.
Partita impastata dai due affollati centrocampo, il primo vero brivido arriva su un rasoterra in area di Jony che nessuno intercetta. Il Milan gestisce bene la palla, Pioli sente che la macchina risponde ai comandi. Ibra va a cercarsi palloni da smistare come un playmaker, smista in attesa di inserimenti dei tre dietro a lui. La pressione rossonera è costante, ma non schiacciante. Per cambiare marcia ci vuole l’aiutino, anzi l’aiutone: Ibra imbecca al limite Calhanoglu. Il turco alza la testa, vede la porta e da fuori area spara: Parolo devia di quel poco che mette fuori causa Strakosha. Alberto e Correa isolati. Un bel regalo per i rossoneri, che hanno il merito di non arretrare e di non rinunciare a doppiare il colpo. Saelemaekers ci prende gusto e si concede diverse libertà. È lui a spingersi in contropiede, con Ibra che aspetta a centro area: il cross incoccia il braccio di Radu, è rigore senza se e senza ma. Sul dischetto va Zlatan, che rompe il digiuno: tiro fortissimo, Strakosha intuisce ma è tradito da una doppia carambola: è il raddoppio dopo 34’. La Lazio si smarrisce: Luis Alberto e Correa sono lasciati soli come due cani in chiesa, qualsiasi proiezione in avanti è frutto di spunti individuali, folate sporadiche prima del riposo. Correa tenta il blitz, ma Hernandez si lancia in una diagonale da manuale.
Difesa balneare. Inzaghi cerca di rialzare la testa con due cambi sulla corsia sinistra, troppo fragile e arrendevole. Pioli fa rifiatare Ibra in panchina e inserisce Rebic, che magari toccherà meno palloni, ma riesce a tenere un po’ più lunga la retroguardia avversaria. La Lazio mantiene più possesso, però il Milan è ordinato, non si sfrangia mai e non concede quasi nulla. Giusto uno spunto di Correa per giustificare la paga a Donnarumma, poi poco. Kessie spreca una buona pallagol, allo stesso tempo non ha nessun imbarazzo a chiudere a doppia mandata al centro quando Conti o Hernandez si lanciano all’assalto. Luis Alberto sfreccia in contropiede, ma tutto viene buttato alle ortiche: Lazzari è servito fuori tempo, gol in fuorigioco. Bonaventura pesca in area Rebic, che timbra ancora il cartellino, grazie a una difesa balneare, per il 3-0. L’unico sussulto arriva dopo il finale, quando si accende una mezza zuffa, sedata a fatica. Il Milan continua la rincorsa, la Lazio rischia di ricordarsi a lungo la serataccia. Con tanti saluti dalla Juve.