28 gennaio 2018 – Milano, stadio Giuseppe Meazza - Campionato di Serie A, XXII giornata - inizio ore 18.00
MILAN: G. Donnarumma, Calabria, Bonucci, Romagnoli, Antonelli (71' Abate), Kessié, Biglia, Bonaventura, Suso (80' Borini), Cutrone (70' André Silva), Calhanoglu. A disposizione: A. Donnarumma, Gabriel, Musacchio, Paletta, Zapata, Locatelli, Montolivo, Kalinic. Allenatore: Gattuso.
LAZIO: Strakosha, Bastos, de Vrij (74' Luiz Felipe), Radu, Marusic (83' Nani), Parolo, Leiva (52' Felipe Anderson), Milinkovic-Savic, Lulic, Luis Alberto, Caicedo. A disposizione: Vargic, Guerrieri, Patric, Lukaku, Wallace, Caceres, Basta, Jordao, Murgia. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig Irrati (Pistoia) - Assistenti Sigg. Ranghetti e Passeri - Quarto uomo Sig. Pinzani - V.A.R. Sig. Rocchi - A.V.A.R. Sig. Di Liberatore.
Marcatori: 15' Cutrone, 21' Marusic, 44' Bonaventura.
Note: ammonito al 25' Radu, al 28’ Marusic, al 41’ Milinkovic-Savic, al 51' Lulic, all'85' Bastos, all'86' Abate, al 90' Parolo tutti per gioco falloso, al 65' Antonelli per comportamento non regolamentare. Angoli: 4-3. Recuperi: 1' p.t., 5' s.t.
Spettatori: 50.822 per una quota di euro 1.184.367,74.
La Gazzetta dello Sport titola: "Che Milan! Punti e gioco. Con la gara migliore supera la Lazio. Ma Inzaghi s’infuria. Ottimo primo tempo della squadra di Gattuso, ma nessuno s’accorge che l’1-0 di Cutrone è viziato da un netto fallo di mano. Pari di Marusic, poi 2-1 di Bonaventura".
Continua la "rosea": Meglio tardi che mai, il vecchio Milan ha imboccato la retta via. Tutta un'altra squadra, rispetto alle tristezze d’autunno. La vittoria sulla Lazio, la terza di fila in campionato, certifica il cambio di passo e i miglioramenti tecnico-tattici. Rino Gattuso ha raddrizzato piedi e mentalità , ha ridato nerbo e un’idea di manovra a un gruppo che giocava a mosca cieca. Successo che vale doppio perché ottenuto contro la Lazio rivelazione del campionato. Fin qui il Milan aveva sempre perso contro le prime della classifica. Accorciata la distanza dal quarto posto, oggi a meno dieci: è utopistico che il Milan si riscriva alla corsa per la Champions? Forse sì, meglio volare bassi. Forse no, visto il rallentamento dell’Inter, che in ogni caso deve ringraziare i cugini perché la sconfitta della Lazio permette ai nerazzurri di rivalutare il deludente pari di Ferrara (rosicchiato un punto alla terza). Leviamoci subito il dente: l’1-0 del Milan è irregolare, Cutrone ha deviato il pallone con un gomito, però la svista dell’arbitro Irrati, del guardalinee Passeri e in particolare dei loro colleghi alla Var – sul momento gli ufficiali di gara addetti al video non hanno visto le immagini giuste, dal basso – va confinata alla voce "episodi sfortunati". Il successo del Milan resta meritato, perché i "gattusiani" più della Lazio si sono spesi per vincere. Il gomito di Cutrone non passerà alla storia come la "mano de Dios" di Maradona, ma il giorno in cui Diego segnò col pugno chiuso nessuno dubitò della vittoria dell’Argentina sull’Inghilterra a Messico ’86. Fatte le debite proporzioni, vale più o meno lo stesso discorso.
Nella prima frazione Milan superbo per intensità , ritmo e presenza scenica. Come se la squadra si fosse liberata di paure, tensioni, insicurezze. Notati grossi miglioramenti nello sviluppo dell’azione. Il pallone circolava bene e veniva alzato soltanto se necessario, per un cambio di gioco o per un cross. Giro-palla mirato alla verticalità oppure all’allargamento sui lati. La ricerca dell’essenzialità , non il trastullo fine a se stesso. Di rado quest’anno la Lazio si è ritrovata all’angolo come nel primo quarto d’ora di ieri sera, coi tre difensori centrali costretti a uscire e a perdersi perché il Milan concedeva loro un unico riferimento avanzato, il giovane Cutrone, per giunta movimentista, poco incline a star fermo in mezzo all’area. Suso da una parte e Calhanoglu hanno creato superiorità sulle corsie laterali. Esterni difficili da prendere, perché bravi nel rientrare verso l’interno coi loro piedi preferiti, il sinistro per l’ala destra Suso e il destro per l’ala sinistra/trequartista Calhanoglu. Su queste inversioni la Lazio è andata in affanno e prova ne è stata il fallo di frustrazione di Milinkovic su Suso, colpevole di aver inflitto un tunnel a Lucas Leiva. Al serbo la scorrettezza è costata l’ammonizione. Milinkovic era diffidato e sarà squalificato, come Lulic. Sei gialli per la Lazio, troppi. La partita fuggiva via e i laziali si innervosivano.
Nella ripresa ha preso forma un altro match. La Lazio è uscita dal letargo e non ha più permesso al Milan di fare, ma soltanto di disfare e ripartire. Sotto l’aspetto tecnico, incomprensibile al 50% il primo cambio di Inzaghi. Dentro Anderson: giusto, il brasiliano servirà un paio di palloni notevoli e terrà in apprensione il Milan sui fianchi. Fuori Lucas Leiva, però: scelta illogica perché il regista dettava tempi e modi, ricuciva e smistava. Bellissimo ad esempio il suo assist per Marusic, da cui il temporaneo 1-1 del primo tempo. Inzaghi ha spiegato che temeva un’ammonizione: Leiva, come Lulic e Milinkovic, è diffidato e se avesse preso un giallo, la Lazio avrebbe affrontato il Genoa senza tre centrocampisti titolari. Sono calcoli sbagliati, a nostro parere. Non si può smontare un congegno per paura di quel che potrebbe essere. Senza Leiva, e con Parolo simil playmaker, la Lazio ha perso "centralità " e pulizia di passaggio. Con Anderson ha acquisito migliore lateralità , casomai c’è da chiedersi perché il brasiliano non sia partito titolare. L’impressione è che Inzaghi abbia puntato sui giocatori e ripudiato un po’ la sua idea di gioco. Il Milan bene o male ha resistito e il destino si è compiuto, complici gli errori di mira dei laziali al tiro. Mercoledì in Coppa Italia sarà subito rivincita e si capirà se il Milan è davvero diventato il Milan che molti in estate pronosticavano.
Il Corriere dello Sport titola: "C'è la mano del Diavolo. Furia Lazio. Cutrone sblocca la gara con un gol irregolare: in campo nessuno l’ha visto. Terza vittoria consecutiva per Gattuso, rossoneri con più rabbia. Inzaghi finisce ko dopo sei partite".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Fra il Var e la Lazio è guerra continua. Ieri pomeriggio, nell’umidità nebbiosa di San Siro, ne è capitata un’altra clamorosa: Cutrone ha segnato col braccio il gol dell’uno a zero. Immagini chiarissime, Irrati sul campo e Rocchi e Di Liberatore ai monitor non se ne sono accorti, ma è perfino più clamoroso che non se ne sia accorto nemmeno Strakosha. Nessun laziale ha protestato e solo quando le tv hanno mandato in onda un’ultima immagine è apparso chiaro che il gol era da annullare. La Lazio ha cominciato a giocare dopo quel gol, dopo un quarto d’ora, ma per tutto il primo tempo l’ha fatto male, senza sbocchi, senza fantasia, senza crederci troppo. Non era la solita Lazio e, per sua sfortuna, non era nemmeno il solito Milan. Nel senso che ieri la squadra di Gattuso ha preso non solo le sembianze ma anche l’anima di una squadra vera, come sta accadendo solo da un paio di partite. Non si trattava di una squadra entusiasmante, ha mostrato ancora le sue imperfezioni, però aveva una logica e buone idee, semplici ma anche efficaci e soprattutto giocava con una voglia, una rabbia decisamente superiori a quelle della Lazio. Anche le scelte di Rino erano giuste, a cominciare da Cutrone al centro dell’attacco. Lo stesso non si può dire delle mosse di Inzaghi, tradito forse per la prima volta in stagione dal fiuto.
Nonostante i gol freschi segnati nel recupero contro l’Udinese, ha deciso di mettere fuori sia Nani che Felipe Anderson per schierare da centravanti Caicedo, al rientro dopo oltre un mese. Dietro, Luis Alberto nella versione più grigia dell’annata. Nessuna delle due scelte è sembrata azzeccata. Così come non si è capita la sostituzione di Leiva (che stava giocando bene, da leader) dopo 7' del secondo tempo, col risultato da recuperare. Inzaghi ha detto che, temendo un’ammonizione per il brasiliano, voleva preservarlo per il Genoa, quando non avrà in mezzo al campo lo squalificato Milinkovic, ma la spiegazione era debole. Prima del Genoa, c’era il Milan... Il Milan non saliva mai a pressare quando la Lazio iniziava la sua manovra e la buona predisposizione dei due esterni a coprire la linea di centrocampo costringeva i laziali a un ritmo lento. Gattuso non voleva farsi colpire alle spalle e il modo con cui il Milan teneva il campo lo confortava. La Lazio faticava nelle uscite. Quando invece erano i rossoneri a guidare il gioco, arrivavano con più sveltezza nei pressi dell’area avversaria. Il gol è stato un guizzo di Cutrone, con dormita di Bastos, su punizione laterale di Calhanoglu. Il problema è che, come visto, Cutrone ha segnato con l’avambraccio. Alla Lazio sono bastati cinque minuti fatti bene per pareggiare, grazie al cervello rapido e al piede caldo di Leiva che ha messo Marusic sulla pista del gol, dribbling secco in area su Antonelli, palla sul palo lontano.
La partita è rimasta per un po’ nella terra di nessuno, con poco ritmo. Si è svegliato d’improvviso Luis Alberto e da lontano ha centrato la traversa. Ma appena il Milan ha alzato di nuovo la squadra, ha fatto il secondo gol: cross dello scatenato Calabria, Bonaventura (abbandonato da Parolo) si è infilato in area e ha segnato di testa, con Bastos ancora disorientato. Quando è entrato Felipe Anderson, la Lazio ha ripreso colore, anche se l’uscita di Leiva ha portato il già traballante Parolo al centro del gioco. La squadra di Inzaghi ha aumentato il ritmo e la pressione e Milinkovic è salito sulla scena alla sua maniera. Un suo tiro in area è stato respinto quasi sulla linea da Romagnoli, poi Lulic si è mangiato un gol fatto: tutt’e due le occasioni erano nate dagli spunti di Felipe Anderson. Alla fine, il pareggio poteva starci benissimo. E’ la prima volta che il Milan ha battuto una grande in questo campionato ed era da marzo che non infilava 3 vittorie di fila, mentre la Lazio ha perso dopo 6 partite. L’assenza di Immobile ieri si è sentita e non poteva essere diversamente.
Il Messaggero titola: "Lazio in braccio alla sconfitta. I biancocelesti cadono in casa del Milan: il gol del vantaggio di Cutrone è irregolare. Marusic segna il pari, ma è Bonaventura a firmare la rete del successo rossonero".
Prosegue il quotidiano romano: Milano, sponda rossonera, rimane un tabù. Stavolta c’è la mano (il braccio...) di Cutrone a spingere dentro un pallone avvelenato. Grave l’errore del Var (Rocchi) che non se ne accorge. Ma la sconfitta per 2-1 contro l’undici di Gattuso è anche figlia della stanchezza e dell’assenza di Immobile. Nessuna squadra si può permettere di rinunciare al capocannoniere del torneo. Figuriamoci poi se il suo sostituto è in serata decisamente no. Il Milan gioca con una rabbia mai vista fino ad ora. Sintomo che Gattuso qualcosa sta trasmettendo ai suoi: prima big battuta. La Lazio, resta terza da sola, ma riassapora il gusto amaro della sconfitta. Simile a quello dell’ultimo contestatissimo ko dell’11 dicembre: 1-3 contro il Torino. Inzaghi sceglie Caicedo per sostituire l’infortunato Immobile. L’ecuadoregno ha caratteristiche differenti rispetto a Ciro: preferisce la palla sui piedi e non taglia quasi mai per i filtranti di Luis Alberto. Lo spagnolo cuce di più il gioco cercando l’uno due con l’attaccante biancoceleste. Il Milan non è quello dell’andata e si vede fin dalle prime battute quando Calhanoglu, dopo aver superato troppo facilmente Bastos, chiama Strakosha ad un miracolo. Il pressing dei rossoneri è asfissiante e Marusic fatica sugli inserimenti di Bonaventura. Sua la punizione che genera il vantaggio del Milan. Rete da annullare perché Cutrone la butta dentro con il braccio e non con la testa. I giocatori in campo non se ne accorgono, grave l’ennesimo clamoroso errore del Var che non vede. San Siro è una bolgia.
Inzaghi urla ai suoi che si svegliano immediatamente: Leiva inventa per Marusic che con il sinistro si fa perdonare l’ingenuità precedente. I biancocelesti fanno molta fatica sulla destra, non riuscendo mai ad arginare le sgroppate di Antonelli. Biglia ha un conto in sospeso e si vede. Il Milan giostra molto bene il pallone mandando spesso a vuoto i laziali costretti a fare fallo. Milinkovic e Lulic si beccano il giallo, diffidati salteranno la sfida con il Genoa di lunedì. Non è una buona serata per la difesa biancoceleste che si fa beffare nuovamente di testa: Calabria crossa dalla trequarti e Bonaventura brucia tutti infilando Strakosha per la seconda volta. Nella ripresa Inzaghi toglie Leiva, anche lui diffidato, e manda dentro Anderson prima e Lukaku poi per dare più velocità e profondità . Le difficoltà della Lazio restano quelle della prima frazione. Ai biancocelesti manca il riferimento in avanti. Quando riesce ad alzare il baricentro fa paura: strepitoso Donnarumma sulla capocciata di Milinkovic. Felipe Anderson è troppo morbido e non produce la scossa che chiedeva il tecnico laziale. Un paio di assist non posson bastare. Probabilmente la Lazio è mancata molto a centrocampo dove i rossoneri hanno avuto sempre la meglio nei duelli. Una sconfitta che brucia per come è avvenuta ma che al tempo stesso può far bene. Bisogna ripartire dagli errori di San Siro per continuare la galoppata Champions. A fine gara siparietto Inzaghi-Cutrone. Con il tecnico che si complimenta per il gol di mano e l’attaccante che mente dicendo di averla presa di petto.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Così non Var. La Lazio è furiosa, Inzaghi si ribella dopo la partita, quando l’ex arbitro Cesari in diretta su Mediaset gli fa vedere le immagini del primo gol del Milan, ma già in campo aveva raggiunto Cutrone per chiedere spiegazioni. "Gli ho chiesto: hai fatto gol con il braccio? No mister, mi ha risposto. Certo se avessi visto prima le immagini sarei stato meno tenero, ma non c’entra Cutrone". L’amarezza, nel giro delle interviste, sale sempre di più. "Ci hanno fermato di nuovo" sibila Simone e non si riferisce di sicuro al Milan. "Così è inconcepibile, inammissibile. Al Var probabilmente non avranno visto le immagini". In campo neppure la Lazio se n’era accorta. "Dopo il gol stavano parlottando. Credo stessero controllando un eventuale fuorigioco". Il braccio di Cutrone, invece, era sfuggito. "Incredibile, sinceramente non me ne ero accorto, ci spiegheranno anche questa. Me lo hanno detto a bordo campo più tardi. Dispiace. Cercheremo di capire". Poi l’affondo: "Per una volta mi piacerebbe perdere sul campo, non per colpa del Var. L’ultima sconfitta era capitata con il Torino, dopo il rigore non concesso e l’espulsione di Immobile".
Irrati ha estratto sei cartellini gialli: Radu, Milinkovic, Lulic, Parolo, Marusic e Bastos. "Troppi gialli. Eravamo condizionati, sapevo l’andazzo. Leiva l’ho tolto perché erano tutti ammoniti e ci avrebbe ammonito anche Lucas... Era questione di minuti". Inzaghi cerca di trattenere la rabbia. Si era confrontato sul tema nella riunione milanese con gli arbitri durante la sosta. "Siamo abituati... Non so come sarebbe andata a finire, non abbiamo la palla magica, vedi uno dei due gol che hanno indotto la sconfitta irregolare e ti dispiace. Dovremo essere bravi e lucidi ad analizzare anche cosa non è andato". Guarda avanti. "Tutti ci dobbiamo abituare, ci sono dei problemi con il Var, lo sanno gli arbitri, la speranza è che gli errori capitino a tutti. La ruota si ferma solo sulla Lazio... Il mio pensiero lo sapete. Si è stabilito e detto di andare avanti con questo strumento, andiamo avanti. Ora spero non si fermi sempre con noi il Var".
Il Milan ha creato diversi problemi e la Lazio era sulle ginocchia, bisogna riconoscerlo. "De Vrij è uscito perché aveva un affaticamento, Marusic non stava benissimo nell’intervallo, i cambi sono stati forzati, ho dovuto attendere, avrei voluto inserire Lukaku per dare più spinta, avevo anche Nani. Nella mia testa Caicedo al rientro doveva giocare solo 50-60 minuti, ma ci sono stati tanti problemi". Non ha convinto l’impatto della Lazio. Troppo morbida. "Nel primo tempo meglio il Milan, era più reattivo. Vista la ripresa, il pareggio sarebbe stato ampiamente meritato, anzi penso fosse stretto, non ricordo parate di Strakosha. Un gol irregolare. Avremmo dovuto evitare il secondo, bisognava marcare meglio e non far crossare Calabria. Non volevamo perdere. Questo è il calcio. Bravissimo Bonaventura nell’inserimento. Senza quel gol sarebbe finita in pareggio". Rimpianti enormi. "Il primo tempo dovevamo svilupparlo meglio, Luis Alberto ha colpito una traversa, nonostante tutto avevamo tenuto il campo". Rende onore al Milan. "Ha fatto la partita che doveva. Nel secondo tempo ho visto sfortuna e le parate di Donnarumma, bisogna cercare di fare gol. L’approccio doveva e poteva essere migliore, di solito entriamo meglio. Forse la stanchezza, ma non ci sono alibi. Nell’intervallo avevo detto ai ragazzi che stava andando male. Alla fine il pareggio sarebbe stato meritato. E’ un brutto stop". Bruttissimo. E lo sa anche Inzaghi.
"Una sconfitta che ci può servire da lezione". E' questo il primo pensiero di Thomas Strakosha appena uscito dagli spogliatoi. Quel pallone colpito di braccio da Cutrone e trasformato in una traiettoria impossibile da intercettare è difficile da accettare, ma il portiere della Lazio, invece di abbandonarsi alle polemiche, preferisce concentrarsi su quello che in campo non ha funzionato. Del resto, il numero uno non ha difficoltà ad ammettere di "non essersi accorto del tocco. Ma non spettano a me questo tipo di valutazioni. E, sinceramente, ci siamo stufati tutti di parlare di arbitri e Var". E così chiude anche l'argomento. Meglio cercare di capire perché non si è vista la solita Lazio. "Abbiamo perso la partita nel primo tempo. Abbiamo regalato loro l'intera frazione. Forse siamo entrati in campo troppo impauriti, finendo per concedere troppi spazi". L'analisi di Strakosha è secca e onesta. Anche perché certe cadute, alla fine, si possono rivelare salutari. "E' anche giusto perdere in occasioni del genere: può diventare una lezione istruttiva per il futuro. Perché? Così si capiscono meglio gli errori, si impara e poi si migliora. Non siamo felici, quando perdi non puoi esserlo. Ma non abbassiamo la testa per una battuta di arresto". C'è chi ha visto pure stanchezza nella Lazio. Sarebbe un campanello d'allarme, visto che si è trattato del primo dei tre impegni di questa settimana. "Forse non eravamo brillantissimi - riconosce il portiere -. Ma nella ripresa siamo venuti fuori e meritavamo qualcosa di più. Quindi, non eravamo poi così messi male. Piuttosto, è vero che anche loro venivano da buoni risultati".
Insomma, è corretto anche concedere il valore delle armi all'avversario, quando se l'è meritato. E, soprattutto, niente alibi, come quello della mancanza di alternative di spessore. "Questa è una squadra fatta da giocatori fortissimi - sgombra il campo Strakosha -. Non conta chi va in campo, perché chiunque entri da sempre il massimo". Da un certo punto di vista, per assorbire meglio e più rapidamente la delusione, può essere un vantaggio scendere nuovamente in campo già mercoledì contro lo stesso Milan. Peraltro, giocando in trasferta, un risultato positivo varrebbe doppio e renderebbe più agevole il ritorno all'Olimpico, che si disputerà tra un mese. E mercoledì, ovviamente, Strakosha sarà regolarmente in campo, nella speranza che il suo terzo incrocio con il Milan a San Siro finisca in modo diverso rispetto ai primi due. "In questo stadio ho debuttato (20 settembre 2016, ndr), quindi è normale rivivere certe belle emozioni. Certo ho anche sempre perso, dunque speriamo che la prossima volta finisca in modo diverso". Non solo campionato e Coppa Italia, a meno di eventi imprevisti, Strakosha continuerà a essere il titolare anche in Europa League. Simone Inzaghi, per la verità , aveva manifestato il desiderio di avere a disposizione un "vice" più esperto e maturo. Ma la società biancoceleste intende puntare forte sulla crescita di Guido Guerrieri, che ha ormai messo la freccia e, a breve, completerà il sorpasso su Ivan Vargic, divenendo definitivamente il secondo. La curiosità è che in nella Lazio Primavera, Guerrieri faceva il portiere titolare e Strakosha era il suo alter-ego. Tra i grandi, a breve, sarà il contrario.