18 gennaio 2017 - Roma, stadio Olimpico - Coppa Italia, Ottavi di finale - inizio ore 21.00
LAZIO: Strakosha, Patric, Wallace, Hoedt, Lukaku, Parolo (69' Murgia), Biglia, Lulic, Lombardi (59' Milinkovic-Savic), Djordjevic (56' Immobile), Felipe Anderson. A disposizione: Marchetti, Vargic, de Vrij, Bastos, Radu, Leitner, Kishna, Rossi. Allenatore: S. Inzaghi.
GENOA: Lamanna, Munoz, Burdisso, Orban (73' Gentiletti), Lazovic, Cofie, Rigoni (85' Ntcham), Laxalt, Pandev, Ocampos (66' Ninkovic), Pinilla. A disposizione: Rubinho, Zima, Edenilson, Izzo, Brivio, Morosini, Cataldi, Beghetto, Taarabt. Allenatore: Juric.
Arbitro: Sig. Damato (Barletta - BAT) - Assistenti Sigg. Paganessi e Lo Cicero - Quarto uomo Sig. Tagliavento.
Marcatori: 20' Djordjevic, 31' Hoedt, 41' Pinilla, 45' Pandev, 70' Milinkovic-Savic, 75' Immobile.
Note: serata fredda, terreno in buone condizioni. Al 28' Lamanna para un rigore a Felipe Anderson. Ammonito al 55' Rigoni, al 58' Patric, al 76' Gentiletti tutti per gioco falloso, al 59' Lulic per proteste. Angoli: 6-3. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 7.000 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio in altalena. Poker-incubo ancora per il Genoa. Aprono Djordjevic e Hoedt, poi gli acuti di Pinilla e Pandev. Milinkovic e Immobile entrano e decidono".
Continua la "rosea": La Lazio vola anche in Coppa Italia. Altro successo interno (il quarto consecutivo), i quarti di Coppa conquistati (i biancocelesti affronteranno l’Inter a San Siro il 31 gennaio) e la sensazione che la banda Inzaghi cominci ad avere una solidità mentale oltre che una cifra tecnica da squadra di vertice. Finisce invece agli ottavi l’avventura di un Genoa che, dopo il poker rimediato a Cagliari in campionato, incassa altri quattro gol in 90 minuti e dopo non aver demeritato troppo. Segno che i problemi di Juric sono fin troppo facilmente intuibili: stanno tutti in una difesa che, pur cambiando l’ordine degli interpreti, continua a far acqua da tutte le parti. Decisioni opposte da parte dei due allenatori in sede di preparazione della gara. Il tecnico del Genoa Juric limita al massimo il turn over, rinunciando ai soli Simeone, Ninkovic ed Edenilson (oltre agli infortunati Perin e Veloso), mentre Inzaghi stravolge la squadra reduce dai due successi consecutivi in campionato. Solo quattro i titolari in campo: Biglia, Parolo, Lulic e Anderson. Nella prima mezzora la scelta giusta sembra senza ombra di dubbio quella del tecnico di casa. Lazio brillante ed efficace, grazie soprattutto alla spinta e alla "fame" di chi gioca meno.
Sono due di loro a portare subito la squadra sul 2-0: Djordjevic (assist di Anderson, il serbo si sblocca dopo quasi nove mesi) e Hoedt (gran gol con un tiro da 25 metri). In mezzo c’è pure un rigore sbagliato (malissimo) da Anderson e un altro paio di occasioni per il baby Lombardi (ancora positivo). Solo Lazio, insomma. Al punto che, a una decina di minuti dall’intervallo, i biancocelesti tirano i remi in barca pensando che la pratica sia già chiusa. Errore imperdonabile che il Genoa punisce nel giro di 5 minuti, tra il 40’ e il 45’: una perla di Pinilla e un gol da opportunista di Pandev riequilibrano una gara che pareva già in archivio. A quel punto viene fuori il bello del Genoa che, quando riesce a distendersi, è capace di complicare la vita a qualsiasi avversario (come sanno bene Juventus e Milan, per esempio). Il 3-4-3 di Juric, sempre a trazione anteriore, fa passare un brutto quarto d’ora (quello iniziale della ripresa) ad una Lazio che fa fatica a tornare in partita. Pinilla, che pensava di essere in fuorigioco (lo era, ma l’assistente di Damato non se ne accorge) si fa rimontare da Hoedt. Poi Ocampos colpisce addirittura un palo. Ma Inzaghi ha in panchina tante e tali risorse che, passata la buriana, si riprende gara e qualificazione.
Ci pensano proprio i due titolari che il tecnico biancoceleste getta nella mischia a metà ripresa, Milinkovic e Immobile (entranti in campo al posto di Lombardi e Djordjevic), a regalare la vittoria alla squadra di casa. Basta una leggera pigiata sull’acceleratore, quella che appunto garantiscono i due nuovi entrati, per mandare nuovamente in confusione la retroguardia genoana. E trovare le reti che regalano ai biancocelesti una interessante sfida con l’Inter al Meazza.
Il Corriere dello Sport titola: "Spettacolo. Travolgente Lazio trova... Candreva. Spazza via il Genoa con Djordjevic, Hoedt, Milinkovic e Immobile. Nei quarti sfida Pioli e l’Inter degli ex".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Troppo forte. La Lazio è infinita, perché riesce persino a vincere due volte la stessa partita, prima con le riserve piene di rabbia come Djordjevic (in odore di cessione) e Hoedt e poi con la classe dei big Milinkovic e Immobile, sganciati da Inzaghi quando la qualificazione ai quarti di Coppa Italia era tornata in bilico. Schienato il Genoa con quattro gol, spettacolo, divertimento e qualche consueta sbandata, ma alla fine conta il risultato. Simone ha passato il turno e si è regalato un’altra sfida di novanta minuti con l’Inter di Pioli a San Siro tra due settimane: chi vince quasi certamente troverà la Roma nella doppia semifinale. Bravo perché ha indovinato le scelte di partenza e le correzioni utili per vincere dopo la rimonta del Genoa, trascinato da Pandev. Quasi da solo il grande ex ha spaventato la Lazio e riportato in partita i rossoblù sul finire del primo tempo, un assist per Pinilla e una zampata sotto porta per rimontare due gol in quattro minuti. Inzaghi ha avuto buone risposte da un ragazzo affamato come Lombardi, molto meno da Felipe Anderson, apparso molle e svagato. Juric è stato eliminato e ha preso altri quattro gol come a Cagliari, ma il Genoa è sembrato una squadra viva, non spenta e demotivata.
Non era l’annunciato 3-4-3. Juric ha ritoccato il modulo, allargando Munoz su Felipe e abbassando Laxalt. Linea difensiva a quattro e due mediani (Cofie e Rigoni), Pandev in appoggio a Pinilla, più Lazovic e Ocampos esterni. Quasi il miglior Genoa. In panchina Edenilson e Cataldi, in tribuna Simeone, gli altri erano tutti titolari. La Lazio ha impiegato un quarto d’ora a prendere le misure e poi si è scatenata. Cercava la profondità a destra con Lombardi, Parolo e Lulic pressavano i due mediani del Genoa, sulla corsia sinistra sfruttava le percussioni di Lukaku, abile a inserirsi con il tempo giusto dettando il passaggio più avanti di Felipe, risucchiato come al solito dal pallone. Sugli sviluppi di un angolo corto il brasiliano ha sfiorato l’imbucata di Lulic e Djordjevic ha colpito di sinistro. Quel gol ha dato ancora più sprint alla Lazio. Lombardi (due volte) e Patric sono arrivati al tiro davanti a Lamanna, Djordjevic è stato atterrato da Orban, ma Felipe al 28' ha fallito il rigore del raddoppio. Ci ha pensato Hoedt, tre minuti più tardi, a cancellare l’errore del brasiliano con un bolide di sinistro dai 25 metri. La palla radente ha bucato la difesa del Genoa in uscita e si è infilata nell’angolo.
La Lazio, a quel punto, stava giocando sul velluto, dava l’impressione di divertirsi e di controllare la partita, forse si è rilassata troppo. Damato non ha voluto concedere un altro rigore (due ravvicinati si può se ci sono) quando Felipe è stato strattonato da Burdisso e Munoz. Pandev, invece, ha dato la scossa al Genoa. Il macedone ha trasformato un contrasto perso da Biglia nell’azione rifinita a beneficio di Pinilla. Il cileno è stato rapido nel dribbling su Hoedt e ha pescato l’incrocio con un pallonetto morbido su cui Strakosha, forse troppo fuori dai pali, non poteva arrivare. Partita riaperta al 41' e nel giro di altri quattro minuti ecco il pareggio. Troppo superficiale Felipe, si è fatto sfilare il pallone da Munoz, la difesa della Lazio non ha fatto in tempo a riposizionarsi, cross di Lazovic, colpo di testa di Patric, il tiro dal limite di Rigoni è finito sui piedi di Pandev, che ha stoppato, si è girato e ha segnato. Tutto da rifare. Una partita già vinta era stata rimessa in discussione per un eccesso di superficialità di alcuni dei presunti big. Inzaghi si è arrabbiato senza perdersi d’animo e ha sganciato Milinkovic (per Lombardi) e Immobile (al posto di Djordjevic). La buona sorte lo ha aiutato quando il destro di Ocampos si è stampato sul palo, ma poi la Lazio si è ripresa la qualificazione perché il divario tecnico era aumentato, come ha dimostrato la fattura dei gol. Lancio di Hoedt, colpo di testa di Milinkovic, respinta di Orban, il pallone è tornato al serbo, stop di petto e destro volante in rete. Un eurogol doppiato cinque minuti dopo da Immobile: sgroppata di Lukaku, appoggio, Ciro ha preso la mira e ha piazzato il pallone nell’angolo. Ora sotto con l’Inter.
Il Messaggero titola: "Lazio avanti con i brividi. Coppa Italia, eliminato a fatica il Genoa: decisive le reti di Milinkovic e Immobile dopo la doppia rimonta ospite. A segno Djordjevic e Hoedt poi l'uno-due firmato da Pinilla e Pandev. Anderson, errore dal dischetto".
Prosegue il quotidiano romano: Fa tutto la Lazio. Va in vantaggio per 2-0, si fa recuperare, rischia il ko e poi vince. Una luce ad intermittenza la squadra biancoceleste che ieri sera, nel gelo dell'Olimpico, negli ottavi di Coppa Italia, ha eliminato il Genoa battendolo 4-2. Un atteggiamento sclerotico quello degli uomini d'Inzaghi che si sono complicati la vita senza motivo. La cosa non è affatto piaciuta al tecnico laziale. Aveva chiesto una Lazio cinica. Lo è stata solo per alcuni tratti. Per altri si è specchiata troppo finendo per ridare ossigeno ai ragazzi di Juric. Anche troppo, visto che solo per poco non sono riusciti a ribaltare completamente il risultato. Non si può buttare un doppio vantaggio rischiando addirittura di compromettere il passaggio del turno. Il tutto contro un Genoa sempre èiù chiuso nella sua crisi. Simone, alla fine, come ampiamente preventivabile, non ha stravolto la squadra. Qualche piccolo cambio per far rifiatare qualcuno, ma niente turnover totale. Ha ragionato anche in funzione della delicata sfida di domenica a pranzo contro la Juventus. Niente riposo per Lulic visto che lui, squalificato, allo Stadium non ci sarà. Saranno state le 31 candeline spente proprio ieri sera, ma il bosniaco è stato uno dei più attivi del centrocampo biancoceleste.
Sia in fase di recupero che in quella d'attacco quando ha creato spesso superiorità numerica buttandosi nell'area avversaria. Un motorino instancabile. Niente riposo anche per Anderson. Il brasiliano, finalmente libero da compiti difensivi, ha seminato scompiglio sulla fascia sinistra. Peccato duri poco. Suo l'assist per il vantaggio firmato, udite udite, da Djordjevic, preferito ad Immobile. L'attaccante, al centro di voci di mercato e non proprio applaudito dai tifosi alla lettura delle formazioni, è stato veloce ad inserirsi e bruciare Lamanna sulla bella imbucata di Felipe. Gol e niente esultanza. Anzi è sempre lui a procurarsi un calcio di rigore. Goffo Orban ad atterrarlo. Così come Anderson a calciarlo debolmente. Casualità: aveva sbagliato anche l'ultimo calciato, il 20 febbraio 2014 in Europa League contro il Ludogorets. L'errore lo manda in depressione e cala vistosamente. Ci mette la giusta potenza, invece Hoedt che con un missile dalla distanza brucia Lamanna. Gran gol per il difensore che viene sommerso dall'abbraccio di Felipe. Come a dire "grazie". Gara chiusa? Nemmeno per idea. La Lazio si scioglie in appena 4 minuti subendo il pari. Da applausi anche il tiro a giro che Pinilla incastona nell'angolino alto alla destra di Strakosha che fino a quel momento non aveva corso grossi pericoli. Subito dopo è Pandev, l'ex della gara, a fare 2-2. Un black out incredibile per i biancocelesti che hanno completamente spento la testa dopo il doppio vantaggio. Un atteggiamento che ha mandato su tutte le furie Inzaghi.
La ripresa non si è aperta certo meglio, visto che Pinilla ha avuto subito la chance per portare in vantaggio i suoi. Il cileno non sfrutta l'occasione credendo di essere in fuorigioco. Incredibile come la Lazio abbia cambiato atteggiamento dopo aver dominato per 40 minuti avendo ragione di un Genoa non proprio irresistibile. E' diminuito il filtro a centrocampo. Dietro Lukaku ha fatto fatica, il belga e più portato ad attaccare lo spazio che a difendere. Bravi i rossoblu a rimettersi in carreggiata accorciando i reparti. Inzaghi ci ha messo un po' a capire che doveva aggiustare qualcosa. Dentro Immobile per Djordjevic e i centimetri di Milinkovic seppur per un Lombardi tra i migliori in campo. Il giovane biancoceleste ha bruciato la corsia di destra creando costanti pericoli e mettendo in grossa difficoltà Orban e Burdisso. Gli stoici tifosi laziali, presenti ieri, hanno apprezzato la sua applicazione. I cambi danno gli esiti sperati. Immobile serve Milinkovic, il gigante serbo arpiona la palla e con un tiro di rara potenza dall'interno dell'area segna il gol che vale la qualificazione ai quarti. Poi è Ciro a calare il poker. Ad attendere la Lazio ai quarti, il 31 gennaio, a San Siro, ci sarà l'Inter.
Tratte dal Messaggero, alcune dichiarazioni post-gara:
La Lazio convince sempre di più. Batte il Genoa, vola ai quarti di finale di Coppa Italia e se la vedrà con l'Inter tra un paio di settimane. Domenica però ci sarà l'esame più duro, affrontare la Juve e cercare l'impresa. Simone Inzaghi si gode il successo e il passaggio del turno, ma quel che più vuole è andare a Torino e fermare i campioni d'Italia. "Felice per la vittoria e il passaggio ai quarti, ora cerchiamo di andare a Torino concentrati perché ci teniamo a fare una bella figura", le parole del tecnico biancoceleste che appare già proiettato alla sfida dello Juventus Stadium: "Loro sono i più forti e dovremmo stare attenti a non commettere errori come è successo con il Genoa perché loro non ti perdonano. Sono convinto che domenica potremmo fare bene e poi, la Juve l'ho battuta diverse volte da giocatore e mi piacerebbe tanto farlo anche da allenatore. Niente è impossibile". E' convinto del fatto suo l'allenatore della Lazio, ma avvisa i suoi ragazzi di mettersi sotto col lavoro e di restare concentrati: "Per fare bene con i bianconeri dovremo dare il massimo e anche di più. Sono i più forti, non ci sono dubbi, ma per me possiamo andare a Torino e giocarcela con le nostre armi".
Di sicuro, la Lazio contro la Juventus di Allegri non potrà permettersi di sbagliare come ha fatto ieri sera negli ultimi dieci minuti del primo tempo, dando la possibilità al Genoa di recuperare i due gol di svantaggio. "All'intervallo - ha rivelato Inzaghi - non mi sono né arrabbiato né ho alzato la voce, ho solo detto ai miei giocatori che mi dispiaceva per loro perché stavano giocando davvero bene e per quattro minuti di black-out hanno riaperto la gara. Nella ripresa, poi, ci siamo rimessi a giocare, magari soffrendo un pochino all'inizio perché se il loro palo entrava, forse avremmo sofferto di più, ma alla fine abbiamo vinto con merito". Gli ingressi in campo di Immobile e Milinkovic-Savic hanno dato forza e convinzione, ma il tecnico non dimentica chi è uscito per far posto ai due: "Hanno fatto bene, il loro contributo è stato importante, ma Djordjevic e Lombardi hanno fatto la loro parte, disputando un gran primo tempo. Sono contento per Filip che ha segnato e si è procurato il rigore. L'avevo visto bene in questi giorni e si è meritato di giocare". Il pensiero dell'allenatore è proprio su Filip Djordjevic che al gol non ha esultato, facendo ampiamente capire di non passare un gran momento, considerato che il suo nome circola da settimane per il mercato in uscita.
Inzaghi però è pronto a dargli fiducia: "Ribadisco, in questi giorni ho visto che ha lavorato bene e si è meritato la chance di essere titolare. Per me alla ?ne resterà con noi fino al termine della stagione. Non ha passato un gran periodo, è vero, c'è stato l'infortunio poi ultimamente ha avuto una brutta influenza, ma lo vedo coinvolto e lavora bene". Conclude ancora sulla partita e sulla coppa Italia: "Abbiamo fatto una gran gara di qualità e forza, poi a me questa coppa mi è sempre piaciuta e ci tengo da morire a fare bene. L'ho vinta come giocatore e non mi dispiacerebbe alzarla da allenatore, ma il cammino è lungo e difficile. Andremo a Milano a giocarcela, ma adesso testa alla Juve. Si può fare bene".