20 agosto 2023 – Lecce, stadio Via del Mare - Campionato di Serie A, I giornata - inizio ore 20.45
LECCE: Falcone, Gendrey (65' Blin), Pongracic, Baschirotto, Dorgu (65' Gallo); Rafia (65' Kaba), Ramadani, Gonzalez (83' Burnete), Almqvist, Strefezza (76' Di Francesco), Banda. A disposizione: Brancolini, Borbei, Maleh, Helgason, Berisha, Corfitzen, Smajlovic, Voelkerling, Dermaku, Lemmens. Allenatore: D`Aversa.
LAZIO: Provedel, Lazzari (71' Pellegrini), Patric, Romagnoli, Marusic, Kamada (54' Vecino), Cataldi (88' Castellanos), Luis Alberto, Felipe Anderson (54' Isaksen), Immobile, Zaccagni (71' Pedro). A disposizione: Adamonis, Furlanetto, Casale, Gila, Hysaj, Basic, Rovella. Allenatore: Sarri.
Arbitro: Sig. Dionisi (L'Aquila) - Assistenti Sigg. Peretti-Rossi C. - Quarto uomo Sig. Prontera - V.A.R. Sig. Di Bello - A.V.A.R. Sig. Paganessi.
Marcatori: 26` Immobile, 85` Almqvist, 87` Di Francesco.
Note: esordio in serie A e in una partita ufficiale con la maglia della Lazio per Kamada, Isaksen e Castellanos. Ammonito al 68` Strefezza, al 71` Isaksen, all'80` Gonzalez, all'80` Pongracic, al 90'+4' Pellegrini. Angoli . Recuperi: 1' p.t., 6' s.t.
• Il Corriere dello Sport titola: "Lazio, incubo a Lecce. Incredibile ko biancoceleste: crollo nel finale, Almqvist e Di Francesco ribaltano la gara. Sarri parte male: non basta il primo squillo di Immobile. Il Via del Mare continua a essere un campo stregato per la sua squadra".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Da romanzo per D’Aversa, da polli per Sarri. Carletto Mazzone, eroe al Via del Mare verso la fine degli anni Ottanta e anima romanista, chissà cosa avrà pensato lassù. La standing ovation di Lecce dedicata al tecnico appena scomparso, dentro un minuto pieno di applausi, si è trasformata in un tripudio quando stava finendo la partita e si è consumato il sorpasso. Il pareggio di Almqvist e il raddoppio di Di Francesco per ribaltare il gol di Immobile. Alla Lazio, ancora distante da una condizione accettabile in troppi uomini, non sono stati sufficienti 85 minuti di ordine tattico e di applicazione per portarla a casa. Il pallone si tira via, non si lascia danzare al limite dell’area, alla fine il conto si paga. Il Lecce, nel giro di tre minuti, ha segnato due gol passando dalla disperazione al trionfo. Due azioni quasi in fotocopia, senza protezione sulle fasce. Cataldi ha perso il danese, innescato da Gallo: 1-1 al 40'. Patric e Romagnoli non sono riusciti a spazzare l’area e Di Francesco, ancora lui (si scatena ogni volta in cui trova la Lazio), ha indovinato l’angolo, castigando Provedel. Stesso risultato e andamento diverso rispetto a gennaio, quando Sarri era caduto di fronte a Baroni. La cattiva sorte ha contribuito: un attimo prima del pareggio, Falcone ha toccato sulla traversa il destro di Immobile. Dal possibile 0-2 al ko. Pazzesco.
No, partite già vinte non si consegnano, ma può succedere. Hanno deciso gli episodi e non cambiano la sostanza. Il Lecce ha corso per cento minuti, ci ha creduto, non ha rubato niente. La Lazio ha sofferto a lungo, peccando di cattiveria: la modalità gestione non è servita. E’ finita come era cominciata. Ritmo, aggressività e le combinazioni rapide delle tre punte leggere ma veloci scelte da D’Aversa. Dentro un centrocampo pieno di debuttanti, Rafi a s’è incollato a Cataldi, Ramadani presidiava la zona di Luis Alberto e Gonzalez aspettava Kamada. Il giapponese, in ritardo atletico, non ha fatto la differenza ma è stato bravo a non sbandare sotto pressione. Cose semplici, palloni gestiti con intelligenza, tenendo la posizione. E’ diverso da Milinkovic, non ha la stessa forza fisica e l’altezza che permettevano a Provedel di alzare la palla come alternativa alla costruzione dal basso. Ecco la differenza emersa nei primi 25 minuti. Il Lecce era sgusciante. Quattro angoli all’intervallo e la fiammata (destro di Strefezza a lato e diagonale di Banda bloccato da Provedel) che in partenza aveva illuso lo stadio Via del Mare. La Lazio, compassata, ha faticato a prendere le misure ma è riuscita a non smarrire l’ordine tattico. Indovinata la mossa di Sarri, Patric e non Casale (in ritardo di forma) per tenere gli occhi su Strefezza, centravanti di manovra.
E alla prima vera azione, ispirata da un lancio filtrante di Romagnoli, è stato rotto l’equilibrio. Pongracic ha sbagliato l’uscita, Baschirotto in copertura è stato beffato dal tocco geniale di Luis Alberto. Esterno destro per liberare Ciro, abilissimo in scivolata ad anticipare l’uscita di Falcone: 197 gol con la Lazio, 195 in Serie A, a meno 10 da una leggenda come Baggio. Dopo l’intervallo, come era logico, il Lecce ha alzato la pressione. Sono tornati in campo come furie. Apprensione, fiato corto. La Lazio rinculava, faticava a costruire, Marusic e Lazzari presi a sberle da Almqvist e da Banda. Sarri è intervenuto con i cambi. Dentro Vecino e Isaksen, fuori Kamada e Felipe (mai in partita). Il danese ha dato una profondità diversa, invitando D’Aversa a togliere Dorgu (campione d'Italia con la Primavera al debutto: bravo). Gallo ha servito l’assist del pareggio, era in proiezione offensiva anche sul raddoppio. E’ stata la prima svolta in attesa dell’ingresso di Di Francesco. La Lazio ha resistito, mancando il raddoppio che avrebbe chiuso il conto: traversa di Immobile e Falcone ha bloccato Luis Alberto. La beffa era dietro l’angolo.
• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
No, così non si può perdere e allora ci si può aggrappare al precedente di gennaio, quando il Lecce ribaltò il risultato nella ripresa: da 0-1, gol di Ciro, al 2-1. Era la partita d’apertura del 2023 dopo lo stop per il Mondiale. Sarri, alla fine, sarebbe arrivato secondo. Questa, però, è più dura da digerire. "Parlo di superficialità , è l’aspetto più complicato da digerire e da risolvere. Stessa spiegazione dell'anno scorso, nello stesso stadio e giocando la stessa partita. Un brutto segnale, significa che non cresciamo mai. Nel secondo tempo l'abbiamo messa facile. E' vero che abbiamo preso gol al 40’, c'è stata la palla del raddoppio per Ciro, ma dopo l’intervallo hanno giocato solo loro. Avrebbero potuto segnare prima. Non abbiamo alibi, questi errori li abbiamo fatti anche in passato".
Inaccettabile. La Lazio lo ha fatto imbestialire. "Ingenuità ? No, dico che il secondo tempo è stato scadentissimo, inaccettabile, inspiegabile per atteggiamento. Fase difensiva ridicola, abbiamo smesso di lavorare di squadra. Troppo passivi in area e anche fuori. Difendevano in quattro, gli altri sei no. Non abbiamo capito momenti in cui dovevamo palleggiare e tentavamo verticalizzazioni immediate. Male dopo un primo tempo accettabile. La paura che ci sia un pizzico di superficialità l’ho sempre avuta. Non si può pensare sia frutto di un calo fisico, c’è da lottare con questi fantasmi". Troppi uomini distanti dalla forma migliore, ma Sarri ha eliminato l’attenuante della preparazione. "Potrebbe essere una questione fisica se vai in calando con il passare dei minuti, noi invece abbiamo staccato la spina, spero non sia presunzione. Ho visto passività . Male. Non si può pensare sia frutto di un calo fisico". C’è anche un altro tipo di componente. Il Lecce morde, sa prendere e creare difficoltà alla Lazio. E’ successo di nuovo. "Qui non abbiamo mai fatto partite di ottimo livello, trovare ora il Lecce è una brutta cosa, sarebbe stato così per tutti, squadra brillante e rapida, ti possono mettere in difficoltà , ma non c’è stata intelligenza da parte nostra nella gestione, dovevamo cercare di palleggiare".
Campo. Sarri ha chiuso in fretta l’argomento mercato e non ha mai pensato di lasciare la Lazio durante l’estate. "Se volevo fare il furbo, ci avrei pensato il giorno dopo Empoli. La Lazio da venticinque anni non arrivava seconda, non l’ho fatto. A Roma sto bene, a Formello sto bene, mi sento responsabile nei confronti dei tifosi, non solo della società . Da quel momento ho deciso di rimanere e non ho mai avuto il minimo tentennamento". Dopo l’intervallo è venuto meno il palleggio di Kamada, Marusic e Lazzari si sono ritrovati ancora più scoperti, senza supporto sulle fasce. "Chi è entrato, ha fatto male. Chi è rimasto, ha fatto male. Sarebbe riduttivo fare delle differenze. La squadra ha smesso di difendere da squadra: con i nostri movimenti, basta si fermino in due, saltano i collegamenti e va tutto a rotoli". Se la Lazio è migliorata come rosa, ma non negli undici, bisognerà verificarlo. "Ce lo dirà il campo, d’estate sono tutti forti, poi cominciano le partite, qualcuno si conferma forte e qualcun altro no. Se siamo migliorati numericamente e qualitativamente di livello lo vedremo". Napoli, Juve e Milan nelle prime quattro trasferte. Sul calendario, contestato a Formello, ha aggiunto. "Ho dei numeri, non dei sospetti. Può succedere nello 0,4 dei casi quanto è successo a noi. Allo 0,20 è casuale, al 98% no. Chi mette i paletti al calendario ha sbagliato, è un errore umano".