30 giugno 2020 - Torino, stadio Olimpico Grande Torino - Campionato di Serie A, XXIX giornata - inizio ore 19.30
TORINO: Sirigu, Lyanco, Nkolou, Bremer (80' Millico), De Silvestri (59' Ansaldi), Meitè, Rincon, Lukic (80' Djidji), Aina (70' Edera), Verdi (59' Berenguer), Belotti. A disposizione: Ujkani, Rosati, Izzo, Ghazoini, Singo, Greco, Adopo, Zaza. Allenatore: Longo
LAZIO: Strakosha, Patric (89' D. Anderson), Acerbi, Radu, Lazzari (89' Bastos), Milinkovic, Parolo, Luis Alberto, Jony (59' Lukaku), Caicedo (59' Correa), Immobile. A disposizione: Proto, Guerrieri, Vavro, Armini, Marusic, Cataldi, Falbo, A. Anderson. Allenatore: S. Inzaghi - in panchina Farris causa squalifica del tecnico titolare.
Arbitro: Sig Massa (Imperia) - Assistenti Sigg. Schenone e Longo - Quarto uomo Sig. Abisso - V.A.R. Sig. Nasca - A.V.A.R. Sig. Tegoni.
Marcatori: 5' Belotti (rig.), 48' Immobile, 73' Parolo .
Note: ammonito al 4' Immobile, al 29' Caicedo, al 45' Verdi, al 75' Lukaku. Angoli . Recuperi: 3' p.t., 5' s.t.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Belotti lancia subito il Toro. Immobile-Parolo altra rimonta. I granata partono forte, passano su rigore e mettono in difficoltĂ Inzaghi. I biancocelesti crescono nella ripresa, ribaltano tutto e restano a -4 dalla Juve".
Continua la "rosea": Altra rimonta: la Lazio continua a crederci e non molla. Il Toro, scattato in vantaggio, viene scavalcato dall’uno-due piazzato dai biancocelesti nella ripresa. Non è ancora brillante la squadra di Simone Inzaghi che, da squalificato, è riuscito lo stesso a dirigere i suoi grazie allo stadio vuoto: le sue urla si sentivano fino al Lingotto... Non essendo brillante, l’inseguitrice della capolista Juventus deve rivolgersi ai suoi uomini migliori: Luis Alberto lancia nello spazio Immobile abile a sfruttare l’assist e il diagonale mancino supera Sirigu per l’1-1 in avvio di ripresa. Poi, nel cuore del match, ecco il tiro di Parolo da fuori area deviato da Bremer. Un tocco, quello del difensore granata, tanto involontario quanto determinante: et voilà , il sorpasso biancoceleste è fatto. Alla prossima, toccherà alla Juventus misurarsi con questo Toro carente nel fiato ma non nella voglia di battersi. Il canto del Gallo. Il Gallo aveva colpito subito, su rigore determinato da un mani del suo amico-rivale Immobile in una mischia nella quale Nkoulou aveva avuto la palla da battere a rete. Esercizio eseguito bene, ma la mano del cannoniere principe del torneo si era sostituita all’eventuale tentativo di Strakosha. Qui il Toro ha progressivamente arretrato il proprio centrocampo sino a posizionarlo troppo a ridosso della linea difensiva, modificata nell’occasione con il ritorno in campo di Lyanco al posto di Izzo, in panca a rifiatare.
Altra novità , Verdi dall’inizio al posto di Edera con Aina esterno mancino e Berenguer fuori. Un mini turnover, del resto inevitabile, con il ricorso al 3-5-2 in modo da potersi mettere a specchio con gli avversari. Il progetto. Nelle intenzioni dell’allenatore, avvalorate dal precoce vantaggio, il Toro avrebbe dovuto lasciare l’iniziativa agli avversari onde evitare di dare campo agli scattisti biancocelesti, per poi fiondarsi negli spazi con rapidi contropiede. La squadra prova a eseguire ma la seconda parte del piano, cioè la ripartenza, diventa sempre più rara e difficile da attuare. Intanto per il pressing di una Lazio punta sul vivo e quindi molto aggressiva e poi per l’imprecisione con la quale i granata cercavano di uscire dall’assedio: tra stanchezza accumulata nelle precedenti partite e i noti limiti di precisione nei passaggi, ecco che Belotti ben presto veniva abbandonato alle sue sfiancanti corse per tutto il fronte d’attacco granata. Un-due-tre Ciro. Nell’area di Sirigu, intanto, cominciava ad affacciarsi Ciro Immobile, ispirato prima da Milinkovic (23’) e successivamente da Parolo (37’) che va pure alla conclusione aerea, respinta in tuffo dal portiere. Unica parata del primo tempo perché Immobile, stranamente, non era riuscito a inquadrare lo specchio nei due tiri scoccati da distanza e posizione ideali. Ma alla terza occasione, ecco che il bomber di razza colpisce.
Luis Alberto è l’ideatore di una incursione che coglie impreparata la difesa granata. Anche Sirigu non riesce a reagire al diagonale, preciso ma non forte, che frutta il ventinovesimo gol del campionato al centravanti laziale. Poco assistito da un Caicedo in ritardo ma alla fine dei conti decisivo pure stavolta. Convinzione e timore. C’è tutta la ripresa da giocare, la Lazio vede un avversario alle corde, capisce di avere più birra. Nel Toro si distingue il continuo lavoro in tamponamento di Meité, emerge la tenacia di Rincon: due mediani, però. Manca chi innesca Belotti. E allora Longo attinge dalla panchina mettendo Ansaldi e Berenguer al quarto d’ora e poi Edera per un Aina troppo impreciso. La Lazio in questa fase ha la necessità di una pausa. Se il Toro avesse forza fisica e convinzione, sarebbe il momento per attaccare la porta dell’inoperoso Strakosha, ma ammesso che la testa comandi l’attacco, le gambe non obbediscono. Intanto anche Inzaghi ha provveduto a fare due cambi, sfruttando la freschezza di Lukaku e Correa immagina di trovare l’azione vincente. Che infatti arriva su iniziativa proprio dell’esterno mancino. Lukaku salta facilmente Ansaldi e crossa, nel mezzo Milinkovic esplode un destro al volo che sbatte su Sirigu, la respinta vede Lazzari appoggiare indietro e dal limite Parolo, in corsa, prova la botta di destro: sulla traiettoria c’è Bremer che proprio non può scansarsi. La carambola taglia fuori Sirigu: la Lazio prosegue l’inseguimento, il Toro si concentra sul derby.