26 gennaio 2020 - Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XXI giornata - inizio ore 18.00
ROMA: Pau Lopez, Santon (83' Kolarov), Mancini, Smalling, Spinazzola, Cristante, Veretout (90' Pastore), Ăśnder, Pellegrini, Kluivert (81' Perotti), Dzeko. A disposizione: Mirante, Fuzato, Juan Jesus, Fazio, Cetin, Florenzi, Bruno Peres, Pastore, Kalinic. Allenatore: Fonseca.
LAZIO: Strakosha, Luiz Felipe (46' Patric), Acerbi, Radu, Lazzari, Milinkovic, Leiva, Luis Alberto (70' Parolo), Lulic, Correa (75' Caicedo), Immobile. A disposizione: Proto, Guerrieri, Bastos, Silva, Vavro, D. Anderson, Minala, Berisha, Jony, Adekanye. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Calvarese (Teramo) - Assistenti Sigg. Peretti e Alassio - Quarto uomo Sig. Pasqua - V.A.R. Sig. Mazzoleni - A.V.A.R. Sig. Schenone.
Marcatori: 26' Dzeko, 34' Acerbi.
Note: ammonito al 40' Luiz Felipe, al 53' Dzeko, al 64' Milinkovic, all'82' Lulic, all'87' Kolarov tutti per gioco falloso, al 90'+3' Immobile per proteste. Angoli 7-1. Recuperi: 0' p.t., 4' s.t.
Spettatori: paganti 38.127, abbonati 21.775 per un incasso di Euro 2.638.496 (rateo Euro 590.071).
? La Gazzetta dello Sport titola: "La Roma domina ma a Strakosha "risponde" Lopez. La Lazio ringrazia. Dzeko-gol su uscita a vuoto del laziale, l’1-1 di Acerbi dopo un errore-comica del romanista. Il derby paperissima".
Continua la "rosea": Questo derby lo meritava la Roma. Questo derby poteva davvero lanciare la fuga della Juve dopo il mezzogiorno di fuoco dell’Inter. Invece l’1-1 è quasi un successo della Lazio: sfruttando il recupero con il Verona, Inzaghi potrebbe volare al secondo posto, a due punti dai bianconeri caduti a Napoli. La Lazio è rimasta in piedi resistendo alle invenzioni tattiche di Fonseca, al palo (che trema ancora) di Pellegrini, al rigore "contro" negato dalla Var, alla superiorità fisica e psicologica dei giallorossi. Si ferma qui la striscia di undici successi, ma il derby non è un’Eboli, il contrario. La Roma però dà segnali da grande squadra, da tanto non giocava così bene. E chissà senza le papere dei due portieri – una a testa, ma soprattutto quella di Pau Lopez – come sarebbe finita. Due "paperissime". Papere? "Paperissime". La prima (26’) sembrava già abbastanza per un derby: lancione di Cristante e Strakosha esce completamente fuori tempo, facendosi anticipare di testa da Dzeko. Poco dopo (34’) il collega romanista combina di peggio, con la collaborazione di Santon e Smalling, ma l’errore è suo: angolo, la palla gli si impenna sulla linea di porta, lui non la controlla, la "schiaffeggia", e Acerbi lo beffa come in una comica. Strakosha si fa perdonare con almeno una parata decisiva su Dzeko, Lopez non tocca più un pallone: la sua giornata di vacanza è la chiave di lettura del derby. E il merito è di Fonseca che, alla stretta di mano, aveva ricevuto un bel complimento da Simone Inzaghi ("Sei proprio bravo", si capisce dal labiale). Il campo lo confermerà .
L’intuizione di Fonseca. Il 4-2-3-1 della Roma è soltanto nominale: il tecnico portoghese sposta le pedine con creatività e buon senso, sorprendendo Inzaghi che non trova mai contromosse. Alla Lazio non riesce il solito gioco in ripartenza e verticale con pochi tocchi. Fonseca comincia scegliendo bene Spinazzola, inesauribile, per Kolarov. Sposta quindi l’esterno molto avanti sulla fascia, quasi ala, di fatto schierando una difesa a tre e obbligando Lazzari a fare il terzino. Ma non è finita: Kluivert infine si accentra e diventa mezzala. La Roma si potrebbe leggere con un 3-3-1 (Pellegrini)-3. I tre mediani sono piazzati a triangolo: Cristante imposta basso, Veretout a destra si mangia Luis Alberto e Kluivert – che la mezzala sia una prospettiva tattica? – costringe Milinkovic a difendere. Se a tutto questo aggiungiamo il pressing alto che la Lazio fatica a contrastare, si spiegano possesso (66%), i tiri (17-3), le occasioni da gol (alla Lazio quella del pari). Manca solo il risultato. La Lazio subisce. Rispetto alla Coppa Italia con la Juve è tutto un altro spettacolo, e non soltanto perché Fonseca è passato da Kalinic a Dzeko. La Roma domina tatticamente e fisicamente. Ha sempre una soluzione: le discese di Spinazzola a sinistra, le incursioni di Kluivert, i dribbling sudamericani di Under e, al minimo cedimento, quel gigante di Smalling chiude tutto dietro, sempre in anticipo, sempre al doppio della velocità di Immobile e Correa, da tempo mai così male.
La Lazio non ci capisce quasi niente. Subisce senza reagire. E non basta Fonseca a spiegare la giornata-no: esclusa la difesa, gli altri tutti sotto standard. S’era visto in Coppa contro il Napoli che qualcosa non gira a dovere. La salvezza di Inzaghi sono stati Acerbi, insuperabile e goleador, più Luiz Felipe e Radu che hanno chiuso con diagonali e anticipi al millimetro. Inzaghi ha corretto la sua squadra nella ripresa con un’entrata per reparto: Patric, Parolo e Caicedo per Luiz Felipe, Luis Alberto poco ispirato e Correa, ma la manovra è rimasta soffocata e frammentaria. La classifica. Nella Lazio si avverte un comprensibile calo dopo la striscia di undici successi più la Supercoppa. Averla scampata bella in una situazione così è il segnale che il ciclo non è finito: Spal (domenica) e Verona (recupero mercoledì 5) potrebbero disegnare una classifica da favola. Intanto la Roma si è riportata sopra l’Atalanta, un punto che significa quarto posto ma non significa niente, con tutto un girone di ritorno a disposizione. Però questa Roma del derby, corta, veloce, con idee, potrebbe aspirare ad altro: riuscirà a confermarsi?
? Il Corriere dello Sport titola: "Bella Roma ma la Lazio sale ancora. Acerbi replica al vantaggio giallorosso, Pellegrini colpisce un palo. Gli uomini di Fonseca dominano, i biancocelesti si arrampicano a -5 dalla Juve. Derby di errori (Strakosha apre la porta a Dzeko, papera di Pau Lopez). Inzaghi fermato dopo 11 vittorie consecutive".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Roma e Lazio se la vedranno con due emilianoromagnole (Sassuolo e Spal), nel prossimo week end. Questo dopo aver affrontato la loro competizione "elettorale" per la primazia capitolina. Risultato? Nel calcio i punti, o se preferite i gol, come i voti, non si pesano: si contano. Con buona pace del Migliore. Così proprio la migliore Roma di Fonseca per gioco e intensità , in vantaggio dopo un quarto di gara con un colpo di nuca di Dzeko (capace di sfruttare un lancio di Cristante, bruciando Acerbi, Radu e Strakosha), finisce per pareggiare un derby a senso unico. La Lazio dei record infatti riesce a portare a casa il match senza farsi male e anzi scavandosi la strada verso orizzonti di gloria sin qui solo sognati. Complice un errore goffo di Pau Lopez sfruttato da Acerbi, sempre nel primo tempo, nella sua prima uscita offensiva. Un 1-1 che ferma a 11 le vittorie di fila della squadra di Inzaghi, frenata nel giorno del possibile aggancio all’Inter. Ma fa niente, visto quello che succede a Napoli: ora la Lazio è a -5 dalla Juve e col Verona da recuperare. Biancocelesti poi ancora a +7 sui giallorossi, quarti per una lunghezza sull’Atalanta, in virtù del 13º punto ottenuto dopo uno svantaggio. La strada verso la Champions in tandem resta apertissima, e chi ha detto che per i biancocelesti debba poi essere tutto lì?
L’analisi. Se all’andata l’1-1 (Luis Alberto-Kolarov) non premiò una Lazio sicuramente più volitiva, stavolta sono senza dubbio i giallorossi che faranno fatica a spiegarsi l’accaduto. Se il primo settembre furono 22 a 11 i tiri per i laziali (7-3 in porta), ieri le cifre sono state ribaltate, allargando la forbice: 22 conclusioni a 6 per la Roma (3-2), 67% possesso palla (70 dopo 45'), 596 passaggi contro 310, a cui aggiungere un palo colpito da Pellegrini e un rigore "revocato", forzando l’utilizzo del Var, per uno scontro Patric-Kluivert. Questo per dirla con i numeri e con i fatti. Venendo all’inerzia e allo sviluppo del match risulta chiaro come Fonseca abbia preparato benissimo questo incontro, sorprendendo il favorito Inzaghi. Le scelte. Nella soluzione dei ballottaggi la Roma ha trovato la ragione della sua superiorità tattica. Con Spinazzola preferito a Kolarov e Santon per Florenzi, il tecnico portoghese ha schierato le pedine per dare scacco alla Lazio. Il quasi interista (mai affare saltato fu più proficuo) è stato alzato a sinistra sulla trequarti avversaria, schiacciando Lazzari, mentre il compagno sulla destra ha costretto "basso" Lulic. Tolta la spinta laziale sulle fasce, la Roma ha aggiunto Cristante uno e trino (tra la copertura di Milinkovic, la protezione della difesa e l’impostazione), Veretout in marcatura su Luis Alberto e Pellegrini trequartista elastico, sempre bravo a farsi trovare tra le linee, nonostante l’ombra di Leiva. Se questo non bastasse bisogna registrare la grande prestazione di Ünder, non solo incursore inesauribile, ma anche lui, soprattutto nella ripresa, bravo a dare ampiezza e profondità alla Roma, aiutata da Dzeko, e solo in parte da Kluivert (meglio senza palla).
La Lazio, nell’identica formazione della 2ª giornata, per parte sua ha sofferto il gran fraseggio dei giallorossi, non riuscendo mai a contrarlo per ripartire velocemente. Luis Alberto stavolta, stoppato a uomo, non è stato capace di ispirare il gioco. E, al momento della sostituzione ha sfogato la sua rabbia contro Inzaghi. Il tecnico biancoceleste ha provato a cambiare qualcosa nella ripresa, soprattutto in modo conservativo, inserendo subito Patric per l’ammonito Luiz Felipe (fin lì tra i migliori), poi Parolo per il Mago. Solo nel finale c’è stato spazio per Caicedo, in vece di Correa. Tutto inutile. Fonseca ha creduto quasi fino all’ultimo nelle sue scelte iniziali, dando in coda spazio a Perotti, Kolarov (con Spinazzola a destra) e Pastore. Il limite della sua bella Roma? Quello di non creare palle sporche in area, "male" stagionale dei giallorossi. D’altra parte l’impianto di gioco era stato concepito per bloccare le fonti laziali, in lungo e soprattutto in largo. Piano che non poteva portare troppi uomini in area avversaria, a invadere la difesa guidata da Acerbi, reattivo dopo il suo primo gol nel derby.
? Il Messaggero titola: .
Prosegue il quotidiano romano:
? Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Niente "se", niente "ma" stavolta. Inzaghi, da signore, con palese sincerità , ha fatto i complimenti a Fonseca, ha ammesso mancanze e difficoltà dei suoi, le uniche contestazioni le ha fatte alla Lazio: "Mi aspettavo di più, ma va bene così. Mi tengo stretto il pari, è stato sofferto, e la distanza sulla Roma in classifica, i 7 punti di vantaggio con una partita in meno". Simone ha riconosciuto i meriti della Roma: "E’ stata più brava di noi, è giusto ammetterlo, ho fatto i complimenti a Fonseca, a volte bisogna riconoscere i meriti degli avversari". La Lazio aveva fatto strage di vittorie (11), s’è fermata, ma non ha perso, deve interrogarsi sulla presenza-assenza in campo, sull’improvvisa incompiutezza. Simone ha notato un calo, un po’ di preoccupazione l’ha confessata: "Mi viene da pensare che la Roma ha fatto qualcosa di importante, ha organizzato una partita tosta, intensa. Dovrò rivedere la partita con attenzione e capire fin dove arrivano i nostri demeriti e dove iniziano i meriti della Roma. Loro hanno tenuto un grandissimo ritmo per tutta la partita. Potevamo fare meglio, ho visto molti giocatori sottotono e rispetto al solito abbiamo sbagliato molto tecnicamente".
Si è meravigliato anche lui, al contrario: "Era lecito aspettarsi qualcosa di più per come abbiamo abituato tutti, anche i tifosi e i giornalisti. Bisogna sempre considerare che ci sono gli avversari. E’ stato un derby simile a quello dell’andata. La Roma ha fatto una grande partita, nel secondo tempo abbiamo fatto un po’ meglio". Ünder ha tenuto sotto scacco Lulic, non c’è stato modo di organizzare una contromisura: "Ünder ha fatto un’ottima gara, è stato un’insidia dall’inizio alla fine. All’andata Fonseca aveva riconosciuto che avremmo meritato di più noi. La Roma è una squadra attrezzata, si permette 3 cambi in corsa facendo entrare Kolarov, Perotti e Pastore e ha tanti giocatori fuori". Inzaghi ha commentato la scenata fatta da Luis Alberto al momento del cambio, non è stato totalmente comprensivo: "Quando devo fare un cambio non sto tanto a chiedere, a pensare. Non è un problema se Luis è arrabbiato. Farà di tutto per vincere la prossima partita, senz’altro ci aiuterà ". Simone l’ha sostituito perché l’ha visto in difficoltà fisiche: "Siamo arrivati ad una partita così importante con Luis e Correa che non erano al meglio. Lo spagnolo, dopo 5 minuti dall’intervallo si toccava una gamba, avrei voluto cambiare sia lui che Correa contemporaneamente, infatti l’argentino poco dopo ha avuto un affaticamento, ma avevo già fatto un cambio e mancavano 20 minuti, non ho voluto correre rischi in caso di ulteriore infortunio. Gli ultimi due allenamenti li avevano fatti nel migliore dei modi".
La Lazio l’ha deluso nell’atteggiamento: "La Roma ha vinto i duelli individuali. Sapevamo che ci avrebbero pressati alti, che sarebbero venuti a prenderci. Non siamo riusciti ad uscire con la nostra pulizia di passaggio dalla difesa. Speravamo che calassero, invece sono riusciti a mantenere una grandissima aggressività ". Simone ha guardato avanti: "Va bene così, adesso dobbiamo recuperare forze, energie e giocatori sperando che qualcuno non si debba fermare di nuovo. Ci aspettano 18 finalissime". Inzaghi spera di non perdere di nuovo Correa: "Ha accusato un indolenzimento, la speranza è che sia un crampo. Mancava da 20 giorni, aveva giocato una quarantina di minuti a Napoli, non c’erano i pressupposti per un altro infortunio". Dal mercato non avrà regali a quanto sembra, deve accontentarsi: "Sarà un campionato intenso, ogni partita avrà grandi insidie. Il mio augurio è ritrovare tutti i giocatori, ne ho qualcuno fuori che mi può dare qualche rotazione. Juve, Inter, Roma e Atalanta sono grandissime squadre, dovremo stare concentrati sul nostro cammino".