29 ottobre 2017 – Benevento, stadio Ciro Vigorito - Campionato di Serie A, XI giornata - inizio ore 12.30
BENEVENTO: Brignoli, Venuti, Antei, Di Chiara, Lombardi (79' Letizia), Chibsah, Viola, Lazaar, Cataldi, Memushaj (46' Ciciretti), Iemmello (68' Coda). A disposizione: Belec, Gyamfi, Gravillon, Djimsiti, Del Pinto, Kanoute, Puscas, Parigini, Armenteros. Allenatore: De Zerbi.
LAZIO: Strakosha, Bastos, de Vrij, Radu, Marusic, Parolo, Leiva (81' Caicedo), Milinkovic-Savic (58' Lukaku), Lulic (71' Nani), Luis Alberto, Immobile. A disposizione: Vargic, Guerrieri, Mauricio, Luiz Felipe, Patric, Murgia, Jordao, Neto. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Giacomelli (Trieste) - Assistenti Sigg. Costanzo e Longo - Quarto uomo Sig. Illuzzi - V.A.R. Sig. Massa - A.V.A.R. Sig. Pezzuto.
Marcatori: 4' Bastos, 13' Immobile, 24' Marusic, 55' Lazaar, 76' Parolo, 86' Nani.
Note: ammonito al 42' Viola, all'86' Lukaku per gioco falloso. Angoli 2-6. Recuperi: 1' p.t., 2' s.t.
Spettatori: 12.413 di cui 7.763 abbonati e 4.650 paganti.
La Gazzetta dello Sport titola: "Manita da Champions. Lazio, viaggi da sogno. Immobile, leader nella Scarpa d’oro, guida la goleada con un Benevento che si sveglia tardi: 8a vittoria su altrettante trasferte".
Continua la "rosea": Questione di record. Tutti positivi da una parte, tutti negativi dall'altra. E questione di bomber (Immobile da ieri è pure in testa alla Scarpa d’oro). PerchĂ© se ne hai uno che, oltre a segnare, sforna pure assist a ripetizione (due), diventa tutto fin troppo facile. Vincere e poi continuare a mietere record e costringere l’avversario di turno ad allungare il suo di primato, che però è di segno negativo (11 sconfitte su 11 gare: peggiore striscia iniziale in Serie A e peggiore europea, insieme con il Grenoble, in Francia, nel 2009Â-10). La Lazio di Inzaghi e di Immobile coglie l’ottavo successo consecutivo tra coppa e campionato (record eguagliato, ma la migliore striscia in assoluto è di 9 successi, tutti in campionato) e timbra pure l’ottavo successo esterno su otto trasferte stagionali. Mai, nella sua storia, la squadra biancoceleste aveva conquistato 28 punti nelle prime 11 giornate, neppure negli anni scudetto. E mai, sempre nelle prime 11, aveva segnato così tanto (31 gol, terzo miglior attacco della A dopo Juve e Napoli). Superfluo aggiungere che la media punti di Inzaghi sia la migliore in assoluto. Numeri da capogiro che non sono frutto del caso, ma di una capacitĂ tecnica e di una forza mentale che crescono partita dopo partita. La creatura di Inzaghi gioca a memoria e con la leggerezza tipica delle grandi squadre.
Come mercoledì a Bologna, anche a Benevento i biancocelesti mettono l’avversario alle corde sin dai primi minuti. Solo che, a differenza del Dall’Ara, dilagano. Bastos la sblocca giĂ al 4’ su assist aereo di Immobile, il bomber (imbeccato da Milinkovic) raddoppia al 13’ e undici minuti dopo serve il 3Â-0 a Marusic. La Lazio gioca sul velluto: palleggia, nasconde la palla e poi, in un amen, attacca la profonditĂ con precisione chirurgica davvero sorprendente. Luis Alberto e Milinkovic non danno punti di riferimento. Attaccanti aggiunti, rifinitori, ma anche mediani all’occorrenza. E Immobile, lĂ davanti, trasforma ogni palla che tocca in un’occasione. Il resto della squadra è un’orchestra collaudata che non stecca mai. Tutto questo fino all’intervallo, però. PerchĂ© poi nella ripresa, come successo pure a Bologna, i biancocelesti rallentano. Anzi, si fermano proprio. Comprensibile calo di tensione, peccato di presunzione o piccolo campanello d’allarme? Inzaghi è giĂ al lavoro per capirlo. Nel (momentaneo) cambio di spartito c’è anche l’apprezzabile reazione del Benevento. Che dopo un primo tempo da incubo (in cui fa la figura dello sparring partner) nella ripresa, con Ciciretti in campo e dopo la lavata di testa di De Zerbi negli spogliatoi, si toglie di dosso le comprensibili (ma eccessive) titubanze e mette in difficoltĂ la Lazio.
Anche se solo per lo spazio di un attimo. Sufficiente, però, a segnare un gol (Lazaar dopo il miracolo di Strakosha su Ciciretti) e creare un altro paio di grattacapi seri alla difesa romana. Il 3Â-4Â-3 cangiante dell’ex tecnico del Palermo (nella ripresa, con Ciciretti, diventa quasi un 3Â-3Â-4) risulta meno velleitario e molto piĂą efficace. Ma dura poco, come l’illusione di potersi staccare da quel terribile zero alla voce punti in classifica. I cambi di Inzaghi rimettono le cose a posto. Uno in particolare: l’ingresso di Nani (che rileva Lulic dopo che Lukaku era entrato per Milinkovic, mentre nel finale c’è spazio pure per Caicedo al posto di Leiva). Il portoghese, memore della sua carriera ricca di allori, decide che è il tempo di cominciare a fare qualcosa da Nani anche in Italia e nel quarto d’ora finale chiude i conti. Prima con l’assist per il 4Â-1 di Parolo, quindi col primo gol italiano. Che arriva al termine di un gioco da prestigio.
Il Corriere dello Sport titola: "Una nuova goleada biancoceleste. Bastos, Immobile, Marusic, Parolo e Nani firmano il poker".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Un'altra goleada, l'ottavo colpo fuori casa dall'inizio della stagione, il sesto di fila in campionato, come la serie di vittorie avviate dopo il ko con il Napoli, distante appena tre punti. In attesa dell'Inter, la Lazio di Inzaghi è seconda accanto alla Juve, vola e fa sognare i suoi tifosi, arrivati quasi in duemila al vecchio Santa Colomba. Cinque gol al Benevento, alla deriva sino all'intervallo e capace di reagire solo nella ripresa. Non c'è stata partita, tolti quei venti minuti tra il gol di Lazaar (al decimo della ripresa) a riaccendere le speranze e il destro di Parolo, a un quarto d'ora dal termine, per blindare il risultato. Troppo forte e consapevole la Lazio, al punto di sconfinare nell'eccesso di sicurezza: media superiore ai 3 gol a partita, l'attacco biancoceleste nella storia del campionato non aveva mai segnato così tanto come quest'anno. Troppo fragile il Benevento, all'undicesima sconfitta di fila, la seconda per De Zerbi, subentrato da pochi giorni a Baroni. Forse aveva indovinato l'assetto tattico (non tutti gli uomini) provando a contrastare la Lazio con sei centrocampisti, ma è stato sbagliato l'atteggiamento, molle e poco reattivo nei contrasti: per salvarsi o almeno tentare servirebbero uno spirito diverso, una corsa infinita e quella furia agonistica intravista nel secondo tempo, quando i campani erano già sotto di tre gol.
L'ingresso di Ciciretti per Memushaj ha aggiunto cambio di passo tra le linee, facendo pensare che sia stato sbagliato tenerlo fuori. Iemmello per un tempo intero non è mai stato servito. Il Benevento si era consegnato prima ancora di beccare il gol, arrivato al quarto minuto sugli sviluppi del solito angolo pieno di effetto di Luis Alberto. Lazaar lontanissimo da Immobile, colpo di testa e Bastos è sbucato sulla linea bruciando Venuti in anticipo. Al tredicesimo è arrivato il raddoppio del bomber azzurro. Palla recuperata da Leiva e Bastos, tocco in profondità di Milinkovic, Immobile si è bevuto Antei e ha bucato Brignoli in diagonale. Al 24' il terzo gol innescato dalla ripartenza di Lulic: è saltata in blocco la difesa del Benevento, Immobile ha visto Marusic libero sul secondo palo e gol a porta vuota del montenegrino. Sopra di tre gol si è abbassato il ritmo della Lazio. Ciciretti ha avviato e concluso l'azione con un sinistro respinto da Strakosha, la palla è finita a Lazaar il cui destro in diagonale, dopo il dribbling su Parolo, ha infilato l'albanese. Preso il gol, la squadra biancoceleste è entrata in affanno, non riusciva più a palleggiare, almeno sino a quando Inzaghi non ha indovinato la mossa. Il primo cambio (Lukaku per Milinkovic con Lulic interno) non aveva sortito effetto, il secondo è stato decisivo. Simone ha inserito Nani per Lulic e ha arretrato Luis Alberto da trequartista a interno sinistro.
Lo spagnolo ha aiutato Leiva e Parolo a far girare palla, la Lazio si è distesa di nuovo e il portoghese ex United ha griffato la partita: penetrazione in area e assist per il destro di Parolo e poi anche il suo primo gol nel campionato italiano. Immobile lo ha servito (terzo assist), Nani ha sterzato e in dribbling ha saltato Venuti prima di beffare Brignoli per la manita laziale, raccogliendo gli applausi dei tifosi e di Inzaghi, sempre più deciso a inserirlo. In attesa di Felipe Anderson, Basta e Wallace (tre titolari sino a due mesi fa), sta scoprendo un altro asso. E' una Lazio da Champions, forse non solo.
Il Messaggero titola: "Lazio, cinquina d'allenamento. La Lazio vince in scioltezza in casa del Benevento e resta con la Juventus a tre punti dalla capolista Napoli. Apre Bastos, raddoppio di Immobile, poi Marusic e Parolo prima del gol di Nani. Sanniti ancora a 0 punti".
Prosegue il quotidiano romano: Ventiquattro minuti. Tanto impiega la Lazio per chiudere la storia con il Benevento, centrando la sesta vittoria consecutiva in campionato, l’ottava comprese le coppe, proiettandosi già alla sfida di giovedì in Europa League con il Nizza, fondamentale per staccare il pass per i sedicesimi e conquistare il primo posto nel girone. Al Vigorito finisce 5-1, gol di Bastos, Immobile, Marusic, Parolo e Nani. Ciro firma così la rete numero 14 in campionato, consolidando sempre più il suo primo posto solitario da re dei bomber stagionali. Con questa vittoria la Lazio vola a quota 28 punti insieme alla Juventus. Secondo posto, in attesa della sfida dell’Inter di questa sera. Inzaghi non fa cambi rispetto a Bologna. Ha rimproverato tutti per l’atteggiamento visto nel secondo tempo al Dall’Ara e proprio per questo ha riconfermato in blocco l’undici "invincibile". Scelta premiata dopo appena 4 minuti con la rete di Bastos, la terza stagionale. Assist di Immobile, che di testa mette la palla in porta dove l’angolano deve solo spingerla dentro. Ma il digiuno di Ciro si ferma dopo 13 minuti. Sempre solita azione. La stessa con cui la Lazio ha mandato ko diverse squadre. Filtrante di Milinkovic per l’attaccante biancoceleste e della nazionale che chiude di destro battendo Brignoli.
I ragazzi di Inzaghi giocano in scioltezza senza dover mai premere più di tanto sull’acceleratore. Inesistente il Benevento, nemmeno De Zerbi è riuscito a dare la scossa ai giallorossi. Tre tiri e tre gol per la Lazio. Timbra il cartellino anche Marusic, al suo secondo centro in serie A, dopo quello a Verona contro l’Hellas. Altro assist di Immobile, che invece di calciare in porta sul filtrante di Luis Alberto preferisce servire il compagno. Biancocelesti concreti e altruisti. Un gruppo solido che gioca il miglior calcio del campionato insieme al Napoli. De Zerbi si rimbocca le maniche della camicia e urla ai suoi. Ma è evidente la disparità tra le due squadre in campo. Cataldi, da ex, prova a trovare la giocata, ma Milinkovic e Lulic non lo fanno mai muovere. Non ci sono spazi per la manovra dei campani, che soffrono terribilmente. Il primo tiro in porta, di parecchio alto, arriva dopo trentaminuti di gioco. I biancocelesti si divertono e palleggiano in mezzo al campo, letali le giocate in verticale che mettono sempre l’uomo solo davanti al portiere. Sembra di assistere ad un allenamento del giovedì più che ad una partita vera e propria. La Lazio dà spettacolo per la gioia dei 2000 tifosi biancocelesti arrivati a Benevento. Una partita nella partita la loro. Prima del fischio d’inizio inscenano una coreografia per ricordare Vincenzo Paparelli a 38 anni dall’anniversario dell’omicidio. Una serie di cartoni con la sua faccia e la scritta polemica per richiamare l’attenzione "10-100-1000 Paparelli".
Tifo incredibile dei laziali che reagiscono così, nel modo più bello, alla bufera che li ha colpiti nei scorsi giorni. Nessun comportamento scorretto, niente slogan fascisti, ma solo cori per la Lazio. Poi a fine primo tempo il lungo applauso per i bambini del settore giovanile del Benevento che sfilano sotto il loro settore. Alla ripresa qualche battito di mani arriva anche dalla curva del Benevento, che apprezza l’iniziale reazione. De Zerbi manda in campo Ciciretti che è subito pericoloso di sinistro. Poco dopo Laazar firma il 3-1. Altro calo di tensione della Lazio, come già successo a Bologna. Ma stavolta basta un’accelerazione di Nani e un destro di Parolo per scacciare le streghe. Spazio anche per la prima rete di Nani (ancora assist di Immobile). Undici sconfitte di fila per il Benevento che resta a zero. Per la salvezza ci vorrà più di un miracolo. La Lazio invece viaggia sempre più a testa alta verso la vetta della classifica. Ed ora è giusto fare sogni, anche i più proibiti.
Tratte da "Il Messaggero", alcune dichiarazioni post-gara:
E’ una Lazio che vince, diverte e inanella record su record. Una squadra che piace, fa sognare i tifosi che occupa con merito le zone nobili della classifica. Simone Inzaghi, nocchiero della nave biancoceleste, si gode la nuova larga vittoria. "Come a Bologna abbiamo giocato un primo tempo perfetto per applicazione, manovra e concretezza, senza correre rischi. Una prova straordinaria con la quale abbiamo ipotecato il successo". Ma, come a Bologna, nella ripresa, c’è stato il rilassamento che ha rivitalizzato un avversario messo alle corde e quasi rassegnato. "Purtroppo abbiamo avuto un nuovo calo di concentrazione, forse fisiologico in quanto non si può sempre andare a mille e bisogna considerare che esistono anche gli avversari. Però dovremo analizzare questo aspetto per evitare che gli errori si ripetano e riaprire partite che sono già chiuse. Infatti, per almeno un quarto d’ora, c’è stato da soffrire davanti a un Benevento che è rientrato in gara dopo il tre a uno". La Lazio ha trasformato un corner a favore in una ripartenza pericolosa dei giallorossi sventata da Strakosha in extremis. "Abbiamo rischiato perché Marusic ha sbagliato tatticamente, un episodio che non dovrà ripetersi, altrimenti si rischierà di vanificare tutto il buono, che è davvero molto, che la squadra riesce a proporre in fase offensiva".
Inzaghi ha scoperto un Immobile in versione assist man, oltre che goleador. "Ciro non finisce mai di stupire, ha fornito assist a ripetizione, mettendosi a disposizione della squadra. Davvero una crescita importante. Avevo pensato di sostituirlo, per farlo riposare, ma ho rinunciato perché vedevo che stava bene". Tra le note positive della trasferta sannita, il ritorno al ruolo di protagonista di Luis Nani: assist e gran gol nel finale di gara. "Ha dimostrato di essere un professionista serio, lavorando tanto anche da solo. Ha fatto vedere alcuni numeri preziosi, confermando di essere un calciatore di assoluto spessore. Credo che la sua qualità e la sua esperienza ci torneranno molto utili nella seconda parte della stagione e arricchirà ulteriormente il gruppo". Dopo la partita, Inzaghi ha concesso ai suoi un giorno di riposo anche se c’è alle porte l’appuntamento con il Nizza in Europa League, giovedì sera allo stadio Olimpico.
Dal Corriere dello Sport:
Eccolo il campione tanto atteso, eccolo il fuoriclasse in più. Alla superLazio s'è aggiunto Nani. Un assist, il primo gol e paroleda vincente, fanno pensare a paradisi spettacolari: "Lo scudetto? Solo nelle ultime cinque partite potremo dire se sarà possibile vincerlo o meno. Non dobbiamo metterci da soli troppa pressione addosso, non sono io che devo parlare di questo traguardo. Dobbiamo essere intelligenti e capire se saremo in grado di raggiungerlo". Alla carica. Immobile più Nani per un attacco da sogno, atomico, aspettando Felipe Anderson. Immobile più Nani per andare al di là dei sogni. Sprigionano scintille, regalano emozioni. Il portoghese è abituato a vincere, è campione d'Europa in carica, ha collezionato scudetti e Coppe col Manchester United, non ha le vertigini, non ha paura di volare. E se pensi che in questa Lazio fa panchina uno come lui allora sì che si può sperare nell'insperabile: "Possiamo lottare anche con la Juventus, la squadra migliore d'Italia negli ultimi anni. Lo abbiamo dimostrato due volte. Se vinceremo tutte le partite, e ci sarà la possibilità di lottare per qualcosa in più, lo faremo! Dobbiamo continuare così fino alla fine".
Immobile per Nani. E' stato Ciro a fornire l'assist al portoghese per la prima rete laziale e italiana, invocata, attesissima: "Immobile? E' bello giocare con un grande come lui. E' fantastico come lo sono tutti gli altri, sono contento per la qualità di questa Lazio. Il gol è stato frutto di un gioco di squadra, dobbiamo continuare a giocare così. Dobbiamo sempre aumentare il nostro livello di forza. Non sono sorpreso, appena sono arrivato ho visto che la Lazio era una squadra forte, formata da giocatori di qualità . Inzaghi sa farsi capire e noi facciamo bene in campo. In questo modo è facile fare risultato". Nani si è ripreso dall'infortunio al ginocchio sinistro, ha carburato e si è sbloccato: "E' bello vivere in Italia, Roma è fantastica, io e la mia famiglia non potevamo scegliere una città migliore. Mi trovo bene con tutti i compagni, assieme allo staff tecnico, mi hanno accolto alla grande. Voglio continuare così e migliorare ancora. Innanzitutto devo cercare di parlare bene l'italiano (risata)".
Nani ha fornito l'assist a Parolo e poi ha messo la sua firma sul 5-1 al Benevento. Dribbling e gol, un passo di danza calcistica: "Ho provato una grande emozione nel segnare, sono contento per aver aiutato la squadra. E' stato un gol bellissimo, più di tutto conta la vittoria". Per Nani è stata ovazione: "E' bello che i tifosi esultino così tanto ai nostri gol, è bello sentire il loro appoggio quando si gioca. Questo ci rende più uniti e ci aiuta a vincere. Abbiamo una squadra forte, di qualità , sia in difesa che a centrocampo e davanti". Si sente sempre meglio, vuole tornare a volare: "Sto bene, lavoro tutti i giorni aspettando la mia occasione. Quando gioco lo faccio per la squadra, se posso segnare è anche meglio, l'importante è vincere. Devo farmi trovare pronto quando la squadra ha bisogno, devo dimostrare di poterla aiutare a vincere tutte le partite. L'obiettivo dev'essere fare bene sempre, in ogni partita". Parola di campione, di vincente.