Sabato 15 dicembre 2012 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Inter 1-0 15 dicembre 2012 - 3.498 - Campionato di Serie A 2012/13 - XVII giornata - inizio ore 20.45
LAZIO: Marchetti, Konko, Biava, Ciani, Radu, Mauri, A. Gonzalez, Ledesma, Hernanes (87' Dias), Lulic (64' Candreva), Klose (85' Floccari). A disposizione: Bizzarri, Carrizo, Scaloni, Diakite, Cana, Brocchi, Onazi, Rozzi. Allenatore: Petkovic.
INTER: Handanovic, Nagatomo, Ranocchia, Samuel, Pereira (86' Coutinho), Gargano, Zanetti, Cambiasso (60' Palacio), Guarin, Milito, Cassano. A disposizione: Castellazzi, Belec, Silvestre, Juan Jesus, Mbaye, Benassi, Pasa, Duncan, Jonathan, Mariga. Allenatore: Stramaccioni.
Arbitro: Sig. Mazzoleni (Bergamo) - Assistenti Sigg. Di Liberatore e Giordano - Quarto uomo Sig. Musolino - Assistenti di porta Sigg. Banti e Damato.
Marcatori: 81' Klose.
Note: serata umida con terreno scivoloso per la pioggia caduta nella giornata. Ammoniti: Gargano, Samuel, Konko e Candreva tutti per gioco falloso. Calci d'angolo: 7-5. Recuperi: 2' p.t., 4' s.t.
Spettatori: 45.000 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "Festa Lazio con Klose. L'Inter si ferma al palo. La squadra di Petkovic vince 1-0 all'Olimpico grazie a una rete del tedesco all'82'. Nella ripresa due legni colpiti dai nerazzurri con Guarin e Cassano. Biancocelesti terzi a -1 dall'Inter".
Continua la "rosea": Quasi noiosa per un tempo, emozionante nella ripresa, sempre interessante tatticamente, la sfida dell'Olimpico va con merito e un pizzico di fortuna alla Lazio, che per una notte risale al terzo posto a un solo punto dall'Inter di Stramaccioni che non trova quella continuità di risultati cercata, lasciando godere la Juve sempre più sola in vetta. Per troppo tempo i nerazzurri restano sulla difensiva e quando escono per colpire stavolta la fortuna manca: si stampano due volte sul palo i colpi del possibile k.o. prima che sia Klose a essere perentorio: 7 gol su 10 all'Olimpico, dove la Lazio vince per il terzo anno consecutivo la sfida casalinga con l'Inter (mai capitato nella sua storia). Stramaccioni passa alla difesa a 4 per non regalare un uomo dietro alla Lazio. Il sacrificato è Juan Jesus, cui viene preferito Pereira a sinistra che con Nagatomo a destra dovrebbe essere più libero di sganciarsi, bastando i due centrali per Klose, mentre i mastini argentini Zanetti e Cambiasso sono attenti alle incursioni di Hernanes e Mauri. Petkovic da parte sua preferisce Lulic a Candreva e lascia andare a casa il convocato Zarate ormai separato in casa.
Partita bloccata, perché le squadre pensano a difendersi e di conseguenza "alzano" pochi uomini e poi perché chi potrebbe regalare qualità, leggi Cassano, rimane ai margini del gioco non riuscendo mai né a saltare l'uomo né a dare profondità all'azione. Guarin rimane il più in palla ma l'unico che pare assecondarlo è Nagatomo che con un paio di tagli in area crea le situazioni più pericolose. Ma l'unica conclusione verso Marchetti è un colpo di testa fuori misura di Ranocchia su angolo. Più vivace la Lazio che prova più volte con Hernanes dai 20 metri ma il brasiliano appare impreciso, meglio nella rifinitura. Interessante in fase offensiva la terziglia di destra con Mauri, finto esterno che taglia sempre, Gonzalez (forse tatticamente l'uomo più importante per la Lazio) e Konko mettono in crisi Pereira spesso preso in mezzo. I pericoli partono sempre da lì ma Mauri non trova mai il tocco finale. Stramaccioni per sistemare le cose sposta da quel lato il più dinamico Gargano, ma sempre mosse difensive sono. Il tempo finisce con le proteste dei laziali perché su un lancio in profondità di Mauri, Pereira incoccia la gamba di Klose che cade in area: vorrebbero il rigore, il danno procurato ci può stare, ma l'incrocio di gambe è comunque fuori area e Mazzoleni fa segno di aver visto bene e sorvola.
Stramaccioni nella ripresa conferma la squadra ma cambia modulo, abbassa Zanetti a destra, alza a sinistra Nagatomo e passa al 4-2-3-1. Con Cassano accentrato che almeno rientra in partita. L'infortunio di Cambiasso, e l'ingresso di Palacio, rende più offensiva l'Inter per interpretazione dei singoli (Guarin ora è in mediana), ma lascia più spazi alla Lazio che accentra Mauri. Proprio quest'ultimo smarca al limite Hernanes ma il suo destro da ottima posizione è stellare solo in altezza. Le squadre si allungano e la partita diventa finalmente piacevole. In 5' i nerazzurri colpiscono due pali. Cassano trova in profondità Guarin il destro in diagonale supera Marchetti ma incoccia il legno. Poi è lo stesso redivivo Cassano a piazzare sull'angolo più lontano ed è ancora palo, sulla respinta il tap-in di Nagatomo sembra in rete ma Marchetti si salva. Ma c'è il tedesco che sale in cattedra. Prima fallisce clamorosamente l'aggancio davanti ad Handanovic, con Samuel che sbaglia a salire. L'argentino si salva con mestiere poco dopo (spallata) ma alla terza occasione Miro non sbaglia: bello il corridoio inventato da Mauri, preciso il destro che atterra l'Inter, incapace nei restanti minuti di trovare la reazione giusta.
Il Corriere dello Sport titola: "Super Klose, Lazio terza. Inter sconfitta 1-0. Inter battuta 1-0 con una prodezza dell'attaccante tedesco al 37' della ripresa. Per gli uomini di Stramaccioni due pali colpiti da Guarin e Cassano".
Continua il quotidiano sportivo romano: E' la grande notte della Lazio. I biancocelesti superano 1-0 l'Inter grazie ad un gol di Klose e volano al terzo posto in classifica, agganciando il Napoli e avvicinandosi alla vetta, distante cinque punti. Un messaggio chiaro al campionato: la squadra di Petkovic c'è e fa sul serio. Sotto gli occhi di Veron, ospite d'eccezione in tribuna assieme a Cesar, altro indimenticato ex biancoceleste, Klose fa la parte del leone, regalandosi il decimo centro stagionale, forse il più importante perché permette ai capitolini di avvicinare l'Inter, adesso distante solo un punto. Ai nerazzurri di Stramaccioni resta l'amarezza di aver colpito due pali clamorosi e di non aver saputo sfruttare al meglio alcune occasioni da gol piuttosto clamorose arrivate nella seconda frazione di gioco. Più cinica la Lazio, granitica come non mai in difesa e capace in qualsiasi momento di far male all'avversario grazie alle geometrie di Mauri e Hernanes e ai colpi micidiali del fuoriclasse Klose là davanti. L'Inter si presenta in campo con la difesa a quattro e Guarin alle spalle di Cassano e Milito, Palacio in panchina. Petkovic rinuncia a Candreva, inserendo al suo posto Lulic. In casa Lazio scoppia il caso Zarate: l'argentino, nonostante la convocazione, non siede neppure in panchina non essendosi presentato ieri sera al ritiro di Formello. La prima emozione del match la regala un retropassaggio da brividi di Cambiasso che innesca Klose, fermato sul più bello da Ranocchia in scivolata. La Lazio tiene in mano il pallino del gioco, l'Inter pronta a partire di rimessa.
I ritmi sono alti, numerosi i passaggi errati, nemmeno l'ombra di occasioni da gol. Al 23' una mischia in area nerazzurra scalda i tifosi in tribuna ma Klose non riesce a trovare il tempo giusto per battere Handanovic. La manovra dell'Inter è lenta e non riesce a scalfire il muro difensivo eretto da Petkovic. Al 25' è Ledesma a dare la scossa al match con una botta dal limite a lato non di molto. L'Inter prova a scuotersi ma la luce di Cassano resta spenta. I padroni di casa cercano la conclusione dalla distanza, come Hernanes che alla mezz'ora scalda i guantoni di Handanovic, reattivo nella presa a terra. L'unico attacco interista del primo tempo arriva da una conclusione di testa di Ranocchia, terminata decisamente a lato. Klose ha una nuova chance per centrare il decimo gol in campionato: su un pericoloso tiro-cross di Konko, il tedesco si avventa sul pallone a pochi passi da Handanovic ma trova la deviazione decisiva di Nagatomo. Pochi minuti dopo è Samuel a salvare su Mauri, servito da uno splendido assist di Hernanes. Al 42' l'arbitro Mazzoleni manda su tutte le furie Klose, non concedendo un rigore per un contatto in area interista fra l'attaccante tedesco e Pereira. E' questo l'ultimo sussulto di un primo tempo che delude le aspettative della vigilia. Il primo brivido della ripresa è di marca interista: cross di Pereira per Milito che viene anticipato di un niente dall'intervento decisivo di Marchetti. Poco dopo Hernanes e Guarin ci provano con tiri da fuori area ma la mira risulta imprecisa. Stramaccioni si gioca al 15' la carta Palacio al posto di uno stanco Cambiasso: l'Inter passa al tridente. Radu rischia un clamoroso autogol su lancio di Ranocchia un minuto dopo. Le emozioni restano il frutto di casualità o errori dei singoli più che risultati di manovre corali. Petkovic inserisce Candreva, fornendo nuova benzina al reparto avanzato biancoceleste. Al 23' l'Inter arriva ad un passo dal vantaggio con un tiro dal limite di Guarin che termina sul palo. L'azione prosegue e Milito si ritrova sui piedi una palla invitante ma preferisce cercare una conclusione complicata piuttosto che servire Cassano, libero al centro dell'area laziale.
Al 26' la Lazio risponde con una punizione dal limite di Hernanes che Handanovic blocca senza problemi. Cambio di fronte e l'Inter coglie il secondo legno della serata con un piatto angolato di Cassano che fa secco Marchetti; Nagatomo sulla ribattuta cerca il tap in vincente ma calcia addosso al portiere laziale. L'Inter ci crede e va ancora vicina al vantaggio con un tiro dal limite di Palacio a lato di un palmo. La partita finalmente si vivacizza, le emozioni si susseguono con veloci cambi di fronte. Candreva spaventa l'Inter con un tiro dai 25 metri di poco fuori, poi Klose sbaglia un controllo a due passi dalla porta nerazzurra su lancio di Gonzalez. Al 37' la Lazio passa in vantaggio: verticalizzazione al bacio di Mauri per Klose che dal limite si inventa un diagonale da applausi che fa secco Handanovic mandando in estasi l'Olimpico. Stramaccioni tenta la carta della disperazione inserendo Coutinho per Pereira. Proprio il brasiliano ha subito una chance su assist di Cassano ma calcia alto da fuori area. Gli ultimi minuti sono adrenalina pura ma la retroguardia della Lazio resiste senza eccessivi sussulti. Al triplice fischio l'entusiasmo del popolo biancoceleste può esplodere: la Lazio aggancia il Napoli al terzo posto in classifica, a cinque punti dalla Juve capolista.
Il Messaggero titola: "Lazio-Inter 1-0. Kaiser Klose non perdona. Petko, è assalto alla Champions. Il tedesco sblocca il risultato al 36° del secondo tempo. Inter combattiva, ma sfortunata: due pali con Guarin e Cassano".
Continua il quotidiano romano: La Lazio batte l'Inter con super Klose, che segna al 36' del secondo tempo. Nerazzurri combattivi, ma senza fortuna: pali di Guarin e Cassano. Con questa vittoria la Lazio è ad un solo punto dall'Inter. Gli episodi non hanno girato a favore dell'Inter, che resta a -4 dalla Juventus, che domani può andare in fuga, Napoli permettendo. La Lazio ha protestato per un fallo dubbio di Pereira su Klose, iniziato comunque fuori area. Altro episodio: l'interventi di Ciani su Ranocchia in piena area sembra fallo, e l'arbitro ha lasciato correre. La Lazio supera l'esame-verità allo stadio Olimpico. Prima annaspa, poi con il suo uomo-chiave, il sempreterno Milo Klose, supera l'Inter quando già si intravedeva lo striscione dell'ultimo chilometro. Tre punti d'oro per la squadra di Petkovic, che ora bracca ad un solo punto proprio i nerazzurri apparsi la pallida copia della squadra che un settimana fa ha "asfaltato" il Napoli. La seconda e la quarta del campionato, candidate ad essere l'anti Juventus, per quasi un'ora hanno deciso di non farsi del male, più bloccate dalle retroguardie avversarie che da una reale volontà di non offendere. I nerazzurri possono solo lamentare due legni colpiti da Guarin e Cassano a metà del secondo tempo: troppo poco per candidarsi a seconda forza del campionato. Quando c'è la posta in palio che "conta" la Lazio non perde un colpo, confermandosi squadra cinica, tenace, caparbia. Anche all'Olimpico, con i 45 mila supporter gemellati nel tifo, l'undici di Petkovic ha aspettato l'unica vera grande occasione che le è capitata per "matare" gli avversari.
Un strategia che solitamente paga poco ma quando si ha un centravanti che si chiama Milo Klose tutto diventa possibile. Le previsioni della vigilia, con l'Inter in grande spolvero dopo la vittoria contro il Napoli e la Lazio reduce da una striscia positiva di 8 partite (Europa League compresa), restano lettera morta per tutto il primo tempo, con le due squadre che amministrano la palla senza mai portare veri rischi alla porta avversaria. Piccole sorprese a inizio partita con Stramaccioni che rinuncia a Palacio per una maggiore copertura e Petkovic sempre fedele al 4-1-4-1 che opta per Lulic al posto di Candreva. Una scelta che ha alimentato più di un dubbio, legato ad una ventilato diverbio tra il tecnico e l'esterno (poi entrato nel secondo tempo) durante l'ultima Bologna-Lazio. Zarate invece non finisce nemmeno tra le riserve a bordo campo, ennesima riprova di un divorzio ormai imminente. I moduli scelti dai due tecnici (l'inossidabile 4-1-4-1 di Petkovic e il 4-3-1-2 di "Strama") portano all'unico risultato di arginare ogni manovra là in mezzo, con ben 9 giocatori a muoversi in un fazzoletto di campo. Bisogna arrivare quasi al 20mo minuto per vedere una giocata. Col passare ei minuti la Lazio diventa più aggressiva, anche se le geometrie restano sempre le stesse e la retroguardia interista ha spesso buon gioco. A poco serve il continuo alternarsi di Mauri e Lulic sulle fasce. I nerazzurri sembrano distanti anni luce dalla squadra che via via ha battuto tutte le big: timidi, impacciati, molli, con poca verve nei suoi uomini-chiave, Cassano sembra subire la sindrome dell'Olimpico, Milito ci mette solo buona volontà, tocca così a Guarin cercare di verticalizzare la manovra, a conferma di un centrocampo con poca qualità quando tutti i suoi interpreti non girano a mille. Dopo un'ora di gioco Stramaccioni cerca di dare una scossa al match soporifero: fuori un acciaccato Cambiasso per Palacio. Il tridente pesante ha almeno l'effetto di svegliare la gara.
Petkovic risponde inserendo Candreva per Lulic. Quando la gara sembrava finire in uno scontato 0-0, ecco la scossa: ci pensa Guarin a dare un brivido colpendo il palo a Marchetti battuto. Passano pochi minuti e Cassano fa il bis: di nuovo palo ma sulla ribattuta Marchetti è strepitoso a togluere la palla colpita da Nagatomo dalla porta. La partita finalmente si sveglia. Occasionissima per Klose all'80: il tedesco è bravo a incunearsi in area, ma a tu per tu con Handanovic non riesce ad arpionare il pallone. Non sbaglia pochi minuti più tardi, quando imbecato da Mauri, si incunea in area tra i due difensori nerazzurri e mette la palla nell'angolino (82'). Il tedesco segna ma si infortuna: esce e fa posto a Floccari. La Lazio si copre (fuori Hernanes e dentro Dias) l'Inter ci prova (dentro Coutinho per Pereira) ma ormai è tardi. L'Olimpico fa festa, la Lazio allunga la striscia, punta la Juve e Petkovic fa un bel regalo natalizio ai suoi tifosi.
La Repubblica titola: "Lazio-Inter 1-0, Klose stende i nerazzurri. Il tedesco prima spreca e poi, con una splendida rete a 8' dalla fine, regala ai biancocelesti un successo importantissimo in chiave europea. Primo tempo tutto dei capitolini, nel secondo meglio i nerazzurri che colpiscono due pali con Guarin e Cassano, per poi cedere sotto il colpo del bomber ex Bayern".
L'articolo così prosegue: "Chi dava a voi tanta giocondità è per tutto, e non turba mai la gioia dè suoi figli se non per prepararne loro una più certa e più grande". Il paragone è doppiamente blasfemo, per autore e contenuto, ma il Manzoni, forse, lo perdonerà. Miroslav Klose, che prima disfa e poi regala ai suoi tre punti dal peso specifico incalcolabile, è per la Lazio qualcosa di difficilmente descrivibile. È il carisma, la classe innata, la capacità di colpire nei momenti più delicati, il finalizzatore supremo di una manovra volta ad esaltarne le qualità. È l'uomo che stende l'Inter con un gol che è nelle corde solo dei più grandi, dopo averne sprecato uno alla portata di tutti. I padroni di casa recuperano Konko in extremis ma rinunciano a Candreva, al suo posto c'è Lulic. La scelta di Stramaccioni cade invece sulla difesa a 4, con Zanetti inusuale vertice basso del rombo e Guarin a ridosso di Milito e Cassano. Il copione dei 45 minuti è uno e immutabile: Lazio a far la partita, Inter rintanata con lo scopo di negare spazi e provare a ripartire, senza riuscirci. Tanto è netto il dominio territoriale capitolino, quanto è valida la fase difensiva nerazzurra: primo brivido solo al 26', destro a lato di Ledesma. Nei 10 giri d'orologio che chiudono la prima frazione si apre qualche falla. Al 36' un'azione avvolgente, iniziata a destra e chiusasi a sinistra, mette in grossa crisi l'Inter: cross teso di Konko, provvidenziale una doppia opposizione di Nagatomo. Minuto 39, sgroppata centrale di Lulic, il bosniaco perde l'attimo per la conclusione e scarica su Hernanes, letale nella verticalizzazione, una delle rare giocate ispirate della sua serata: Mauri ci pensa un istante di troppo e si fa smorzare il mancino. È il 42' quando Klose si infuria. Il tedesco non raggiunge una sventagliata proprio di Mauri a causa di uno sgambetto di Pereira, apparso involontario: conta poco, il contatto c'è, resta da valutare la zona del misfatto. Punizione dal limite o penalty? Nel dubbio, Mazzoleni fa sparire il fischietto, alimentando la rabbia del centravanti.
Stramaccioni tocca con mano il disagio tattico dei suoi e li ridisegna in avvio di ripresa, spostando Zanetti terzino destro, alzando Nagatomo sull'out di sinistra e "aprendo" Guarin: 4-4-2, un'altra storia, un'altra partita. La Lazio tiene bene un quarto d'ora - in cui Hernanes spara in curva un destro comodo dal limite - e inizia a sbandare definitivamente con l'ingresso di un ispirato Palacio, che si va a mettere sulla fascia destra, con conseguente spostamento di Guarin nel cuore della mediana. La conclusione del colombiano al minuto 22 è un capolavoro di balistica: destro a giro rasoterra, Marchetti fuori causa, il palo lo salva. Il legno è amico dell'ex Cagliari, visto che una sua incerta risposta su un tiro di Cassano viene respinta proprio dallo stesso montante. Sul tap-in si fionda Nagatomo, botta centrale, riflesso dell'estremo a mettere in angolo. Inter in pressione costante, altro destro a effetto, stavolta di Palacio, fuori di un soffio. Petkovic dimostra di essere duttile quanto il collega/avversario: 4-4-1-1, Candreva a martellare l'out sinistro, Mauri a ridosso di Klose. È così che la Lazio, nell'arco di quattro minuti, crea tre palle gol. Dentro-fuori di stampo cestistico sulla destra al 34', cross di un instancabile Gonzalez a punire la linea difensiva interista, Samuel tiene in gioco Klose. Che riceve a centro area, il pallone è di quelli da spingere in rete, lo stop del centravanti è però impreciso e agevola Handanovic. L'operazione riscatto inizia al 35': dribbling al limite, inserimento in area, sinistro che invece di toccare terra impatta contro il suolo. Il tedesco è a terra, l'Inter riparte e si trova in 3 contro 1: Biava anticipa Milito che probabilmente eccede nella foga e mette le mani sul difensore, per Mazzoleni è calcio di punizione, nerazzurri a mangiarsi i gomiti per l'occasione sfumata e a protestare col fischietto bergamasco.
Il ribaltamento decide il match. Mauri legge il posizionamento della retroguardia interista e va con l'imbucata, il taglio di Klose è chirurgico, così come il suo diagonale dal limite dell'area, col corpo in una torsione che non è per comuni mortali. Nell'arrembaggio finale l'Inter crea un pericolo con Coutinho - destro alto da fuori area - e chiede un penalty per un contatto Ciani-Ranocchia, routine da palla inattiva, in attesa di un metro valido per tutti Mazzoleni non assegna il rigore. Vince la Lazio, vince Petkovic, vince Miro Klose. Capitolini a -1 dall'Inter, la Juve si sfrega le mani in vista dell'occasione per la fuga: anche a Torino, almeno per oggi, c'è qualcuno che può sfruttare la gioia più grande e più certa preparata dal tedesco.
Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Roma caput Strama. La sua Roma non gli porta bene. Ha perso all'Olimpico all'ultima giornata dell'anno scorso e con la partita (contro la Lazio) perse anche la Champions. Ha perso contro Zeman al debutto in campionato a San Siro quest'anno. Ha perso ancora contro la Lazio nel match che rappresentava l'ennesima prova del nove per la sua Inter. Che invece viene sconfitta per la terza volta consecutiva in trasferta in A, per la quarta in stagione considerando anche Kazan. Atalanta, Parma e ora la Lazio. Altro stop e Juve che può scappare a +7. "Secondo me la Lazio ha fatto un primo tempo migliore e ci ha messo in difficoltà - spiega Stramaccioni - Noi non siamo mai stati pericolosi pur non subendo palle gol. Nella ripresa l'Inter ha fatto una grande prova e meritava di andare in vantaggio. Il calcio è così: abbiamo avuto episodi molto sfavorevoli, non meritavamo di perdere. Klose ha fatto un gol strepitoso". Il tecnico elogia la prestazione della sua squadra: "Probabilmente ci è mancato qualcosa nel primo tempo, ma l'Inter ridisegnata nel secondo tempo è entrata con uno spirito diverso, abbiamo giocato una ripresa da grande squadra. Forse non siamo ancora più forti degli episodi. Quali? I pali, il rigore non fischiato a Ranocchia, il fallo fischiato a Milito su un contropiede tre contro uno. Tutti". Stramaccioni spiega così i continui cambiamenti di modulo: "Il modulo base non c'era nemmeno nella ripresa e l'Inter ha fatto una grande partita. Contro una squadra come la Lazio giocare con la difesa a tre significa costringere uno dei centrali a fare il terzino. L'ingresso di Palacio per Cambiasso? Questa era una partita con caratteristiche atipiche. Gonzalez era largo, in mezzo al campo c'era Ledesma molto basso, Guarin aveva un margine di campo abbastanza ampio. Io l'ho vista così". E l'Inter se l'è giocata, ma le è andata male.
"Se giochiamo con il ritmo giusto possiamo far male a chiunque - gongola Petkovic alla quarta vittoria consecutiva in casa in campionato e al nono risultato utile complessivo tra Serie A ed Europa League - La squadra lavora per Klose e lui serve sempre. Il gol? Prima aveva rovinato il campo, si è riscattato...". Il tecnico della Lazio ha il sorriso sulle labbra, così anche lo screzio che ha visto protagonista Hernanes con alcuni compagni viene visto in modo positivo: "Preferisco vedere queste cose che una squadra moscia". Dopo gli elogi alla squadra, arriva anche quello a se stesso: "Il cambio di modulo a metà ripresa? Semplicemente ho visto che l'Inter aveva qualche problema al centro, ho spostato Mauri in mezzo e utilizzato il 4-4-1-1 per avere più equilibrio ed essere allo stesso tempo più pericoloso". Così è stato. La Lazio implacabile in casa, però, non lo è ancora altrettanto in trasferta: "Fuori casa è più facile chiudersi e ripartire in contropiede, noi proviamo ad arrivare al risultato attraverso il gioco, non sempre ci riusciamo. Hernanes stanco? È normale, vedendo anche quanti minuti hanno giocato l'anno scorso, molti sono arrivati sovraccarichi. Ci vuole la voglia, la testa. Mancano ancora due partite (una in Coppa Italia, ndr), servono gli ultimi sforzi".
Dal Messaggero: "Se diamo sempre il 100% possiamo anche fare delle gare così ogni settimana. Si è vista una buona squadra che ha sofferto solo per 10 o 15 minuti nel secondo tempo. Un gioco intelligente che ha permesso di creare parecchio". È un Vlado Petkovic decisamente soddisfatto quello che commenta il successo della Lazio sull'Inter. "Klose? Dico sempre che la squadra mette tutto in campo e lavorano anche per Klose - dice il tecnico -, così come lui poi si preoccupa di segnare. Lui è un grande campione e mette a nostra disposizione le sue qualità. Ho visto e sapevo che l'Inter aveva dei centrali a centrocampo - continua Petkovic -: ho messo un semplice 4-4-1-1 per avere più equilibrio ed essere più pericolosi in zona mediana. I nostri risultati in trasferta? Dobbiamo imparare a giocare così come facciamo all'Olimpico, ma ora ci vuole tempo per recuperare le energie".
Da La Repubblica: "La squadra mette tutto quello che ha a disposizione del gruppo e lavora anche per Klose, il tedesco con il suo lavoro li aiuta: è un grande campione per ottenere grandi risultati". Vladimir Petkovic è raggiante al fischio finale di Lazio-Inter: è un successo pesante per i suoi. "Oggi ho visto una buona Lazio, che ha sofferto per 15-20 minuti nella ripresa. Abbiamo creato parecchio, è importante per noi tenere i ritmi alti, solo così possiamo rimanere in zona Champions. Si sbaglia da una parte e dall'altra, loro hanno avuto le occasioni per passare in vantaggio nel secondo tempo ma non ci sono riusciti". Petkovic riconosce e spiega la sofferenza nella prima mezz'ora del secondo tempo. "Fuori casa come in casa noi cerchiamo di condurre il gioco, ogni tanto ci riusciamo, come nel primo tempo a Bologna, ma forse lontano dall'Olimpico ci manca un po' di convinzione. L'attacco è la migliore difesa, quando siamo stati troppo bassi, dopo l'entrata di Palacio, abbiamo faticato. Poi ci siamo ridisegnati e abbiamo sfruttato il loro assetto offensivo. Sapevo dei problemi in mezzo dell'Inter, ci siamo messi 4-4-1-1 per avere più equilibrio e sfruttare Mauri sulla loro mediana, tra le linee". Il tecnico minimizza la discussione fra Hernanes e alcuni compagni per qualche mancato rientro difensivo. "Sono cose di campo, che fanno parte del gioco, non penso sia il caso di parlarne. Preferisco vedere qualche discussione fra giocatori rispetto a una squadra moscia. In queste settimane è un po' stanco, come tutti del resto: siamo in sovraccarico, in partite del genere però servono anche voglia, testa e carattere. Fra due partite ci saranno 8-9 giorni di riposo per tornare più forti. Klose impreciso prima del gol? Aveva un po' rovinato il campo nelle due occasioni precedenti, poi si è ripreso", scherza il mister di Sarajevo. Stasera se lo può permettere. Felice anche il presidente Lotito: "Sarebbe stato un delitto chiudere questa partita con un risultato diverso dalla vittoria". Il numero biancoceleste analizza la partita: "Sapevamo di dover affrontare una partita difficile, combattuta e aperta fino all'ultimo ma la squadra ha espresso qualità di gioco, determinazione e un grande carattere. Abbiamo pressato per novanta minuti, siamo stati quasi sempre nell'area avversaria e per il volume di gioco espresso ritengo giusto questo risultato, al di là dei due pali colpiti dall'Inter con due tiri da fuori area".