14 dicembre 2017 – Roma, stadio Olimpico - Coppa Italia, Ottavi di Finale - inizio ore 21.00
LAZIO: Strakosha, Wallace (86' Luiz Felipe), de Vrij, Patric, Basta, Murgia, Leiva, Lukaku, Milinkovic-Savic (71' Lulic), Felipe Anderson (63' Caicedo), Immobile. A disposizione: Guerrieri, Vargic, Bastos, Radu, Marusic, Parolo, Jordao, Pedro Neto, Palombi. Allenatore: S. Inzaghi.
CITTADELLA: Paleari, Pelagatti, Camigliano (60' Salvi), Adorni, Pezzi, Settembrini, Bartolomei, Lora Chiaretti (64' Schenetti), Arrighini, Fasolo (75' Kouamé). A disposizione: Alfonso, Benedetti, Iori, Litteri, Varnier, Pasa, Maniero, Scaglia. Allenatore: Venturato.
Arbitro: Sig. Pinzani (Empoli - FI) - Assistenti Sigg. Bottegoni e Dei Giudici - Quarto uomo Sig. Saia - V.A.R. Sig Nasca - A.V.A.R. Sig. Aureliano.
Marcatori: 10' Immobile, 25' Felipe Anderson, 37' Camigliano (aut), 41' Bartolomei, 87' Immobile.
Note: la partita con il Cittadella è la trecentesima gara giocata dalla Lazio in Coppa Italia. Ammoniti Fasolo, Salvi e Pezzi tutti per gioco falloso. Angoli 6-10. Recuperi: 0' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 5.000 circa.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Immobile-Felipe. Lazio sul velluto. E adesso c’è Pioli. Cittadella k.o. in mezzora: doppietta della punta, a segno anche Anderson. Il 26 la Fiorentina dell’ex".
Continua la "rosea": Sempre nel segno di Immobile. Dal rosso amarissimo di lunedì sera col Toro alla doppietta (con fascia di capitano al braccio) che apre e chiude la goleada al Cittadella. Il bomber ritrovato (non segnava su azione dal 29 ottobre) spiana alla Lazio l’accesso ai quarti di Coppa Italia (appuntamento con la Fiorentina dell’ex Pioli il 26 dicembre all’Olimpico) e archivia la sua parentesi più brutta da quando è alla Lazio. Quello che ci voleva, per lui ma anche per la sua squadra, per ripartire e mettere da parte le polemiche post-Torino. Partita trappola l’aveva definita Inzaghi alla vigilia e, proprio per questo, il tecnico decide di non esagerare col turn over. I titolari inizialmente in campo sono cinque. La presenza di uno, Immobile, è scontata essendo squalificato per il match di domenica in campionato con l’Atalanta. Straordinari invece per Strakosha, de Vrij, Leiva e Milinkovic. Strategia opposta rispetto alle gare di Europa League, nelle quali Inzaghi ha speso i titolari (tre per volta) nelle parti conclusive dei match. Qui invece punta a chiudere subito la partita. E ci riesce, perché poco dopo la mezzora la Lazio è già sul 3-0 e la pratica è già chiusa. Immobile la sblocca all’11’ (scambia con Milinkovic e punta l’area, superando prima il portiere e poi un difensore).
Al raddoppio provvede il redivivo Anderson che, alla prima stagionale da titolare, ritrova il gol che gli mancava dal 7 maggio (alla Samp su rigore) e su azione addirittura dal 13 marzo (al Toro). Il tris è un autogol di Camigliano che, su angolo di Murgia, nel tentativo di anticipare Wallace beffa Paleari. Tutto facile per la Lazio, cui bastano un po’ di accelerazioni e qualche scambio in velocità per entrare nell’area dei veneti (Anderson ha altre due opportunità , Milinkovic colpisce una traversa di testa, Immobile sfiora un’altra marcatura). Siglato il 3-0, la Lazio decide che la partita può finire lì. Scelta comprensibile, per risparmiare energie a 72 ore dall’Atalanta, ma forse un po’ eccessiva. Fatto sta che il Cittadella, fin lì spaesato e timoroso, comincia a farsi vedere. E anche apprezzare. Bartolomei (grazie alla deviazione di Leiva che spiazza Strakosha) riduce le distanze prima dell’intervallo. E poi lo stesso centrocampista va vicino al 3-2 nel quarto d’ora finale (bravo Strakosha). Chissà come sarebbe andata se Venturato avesse schierato la formazione migliore anziché imbottirla di riserve (Chiaretti e Paleari gli unici confermati rispetto alla squadra che ha pareggiato con l’Avellino nell’ultimo turno di B).
Il tecnico può comunque consolarsi con la bella figura fatta dalla sua formazione nonostante il pesante passivo finale. Che assume i contorni definitivi a tre minuti dal termine grazie al gesto più bello della serata: il tocco sotto di Immobile che annichilisce Paleari (lancio di Leiva, che aveva fornito pure l’assist per il 2-0 di Anderson). Qualificazione e rinascita di Immobile a parte, il ritorno di Felipe è la cosa più importante per Inzaghi. Il tecnico (che, per inciso, vendica pure il fratello Pippo il cui Venezia a ottobre è stato sconfitto 2-1 da Venturato in Serie B) ora ha ufficialmente un titolare in più. Dopo gli incoraggianti spezzoni con Waregem e Toro, Anderson resta in campo 65 minuti mostrando di poter già essere utilissimo. Mica male.
? Il Corriere dello Sport titola: "Il graffio di Ciro. Firma una doppietta e trascina la Lazio ai quarti. In gol anche Felipe, ora la Viola. Squalificato in campionato dopo il caso Var con il Torino, Immobile allevia rabbia e delusione aprendo e chiudendo la sfida di Coppa Italia contro il Cittadella".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Nel segno di Immobile e Felipe, l’acquisto promesso per un inverno da Champions. Quattro gol al Cittadella, Inzaghi ha raggiunto i quarti di Coppa Italia, previsti il giorno di Santo Stefano, quando ritroverà il suo predecessore Pioli e la Fiorentina che aveva aperto in modo fragoroso la polemica della Lazio nei confronti del Var e degli ultimi arbitraggi. Nessuno potrà restituire i punti persi in campionato e anche se l’Olimpico era semi-deserto (appena cinquemila paganti) Simone ha ottenuto le risposte che cercava. La squadra è pronta a reagire e rialzare la testa, trascinata da Immobile, il suo vero leader, ieri sera con la fascia di capitano. Ciro ha interrotto il digiuno e firmato una doppietta, toccando quota 21 gol stagionali, un’enormità in appena quattro mesi. Ha giocato con lo stesso entusiasmo di Leiva, fuoriclasse autentico, migliore in campo, ispiratore di tre gol sui quattro realizzati dalla Lazio. Bene Felipe. Ha retto 65’ con intelligenza, portando avanti il suo rodaggio, senza esagerare con strappi e progressioni. I suoi tocchi sono deliziosi e il gol lo aiuterà sulla strada del pieno recupero. Gli serviranno altre due o tre settimane per tornare al top, ma non è poco averlo ritrovato. Può dare una buona mano alla Lazio, come forse succederà domenica a Bergamo, dove Inzaghi vivrà un’altra tappa delicatissima della stagione.
Gli mancherà Immobile, ma Caicedo ha regalato dei lampi nell’ultima mezz’ora, Murgia e Lukaku sono alternative da sfruttare, così come la Coppa Italia è servita a Wallace per riproporsi. Quattro gol sono arrivati nel primo tempo. Inzaghi l’ha presa sul serio, non voleva stravolgere la Lazio e ha confermato l’intera spina dorsale, limitando il turnover: Strakosha, de Vrij, Leiva, Milinkovic e ovviamente Immobile negli undici di partenza. Venturato, invece, ne ha cambiati nove rispetto all’ultima di campionato con l’Avellino tenendo solo Paleari e Chiaretti dei titolari. Il Cittadella non ha mai dato l’impressione di snobbare l’impegno, il 4-1 lo condanna, ma è rimasto in partita sino al 90’, quando Immobile ha raddoppiato. I veneti pressavano la linea arretrata biancoceleste, abituata a gestire la palla con Strakosha. E’ questa la chiave tattica ricorrente. Impedire alla Lazio di distendersi con i primi passaggi facili e costringerla ad alzare palla lunga, perché altrimenti trova quel gioco verticale buono per esaltare la corsa di Immobile e dei due esterni. Su Milinkovic montavano la guardia Settembrini e Adorni, pronto a salire. E’ bastato saltare la prima volta il pressing del Cittadella per trovare l’autostrada verso la rete. Leiva ha verticalizzato, lo stop di Milinkovic si è trasformato in un dolcissimo assist per Immobile. Ciro di corsa ha saltato Paleari in uscita e ha depositato in rete.
Un minuto dopo Milinkovic ha timbrato la traversa, poi Felipe ha trovato il raddoppio scattando in profondità e beffando Paleari. Primo gol stagionale del brasiliano. Da applausi l’immediatezza del lancio di Leiva, ha servito l’ex numero 10 del Santos con il contagiri. Al 36’ terzo gol della Lazio. Angolo di Murgia, Wallace e Camigliano erano avvinghiati, tocco con la spalla del difensore veneto e autorete. Il Cittadella l’ha riaperta subito con un missile su punizione firmato da Bartolomei. Una sventola di destro verso l’incrocio, favorita da un leggero tocco di Leiva. Strakosha sorpreso, ma la barriera era piazzata male. Nella ripresa la Lazio si è limitata a controllare, Caicedo ha dato il cambio a Felipe, Lulic è entrato per Milinkovic, Strakosha ha evitato la doppietta di Bartolomei. A un sospiro dal novantesimo, invece, ha chiuso i conti Immobile, ancora smarcato da Leiva. Morbido il pallonetto di Ciro abbracciato dalla Curva Nord.
? Il Messaggero titola: "Lazio, il sorriso torna in Coppa. Con il Cittadella i biancocelesti ritrovano la vittoria: doppietta di Immobile, a segno pure Anderson. Il 26 dicembre il quarto di finale contro la Fiorentina".
Prosegue il quotidiano romano: Il sorriso dopo la rabbia contro il Torino. La Coppa Italia riporta un pizzico di serenità , Cittadella battuto 4-1. Inzaghi aveva chiesto di risolvere la pratica nei 90 minuti. Missione compiuta. Ai quarti, il 26 dicembre sfida alla Fiorentina. Vittoria facile e senza affanni. Ma la partita di ieri ha detto molto di più. Eh già , perché oltre il sorriso ha restituito gioia e gol a chi ne aveva assoluto bisogno. In primis a Immobile: doppietta. L’ultima rete su azione risale addirittura alla trasferta di Benevento del 29 ottobre scorso. Un gol lo aveva fatto anche contro la Roma nel derby, ma su rigore. La smania da mancanza da rete ultimamente era diventata molto evidente. Immobile nervoso e poco concreto. Prima del "fattaccio" di lunedì, l’attaccante laziale aveva avuto due grosse chance per sbloccarsi. Entrambe però fallite. Ieri Inzaghi, complici le contemporanee assenze di Lulic e Parolo, gli ha dato la fascia di capitano. Un modo per responsabilizzarlo di più e, se ce ne fosse ancora bisogno, farlo sentire sempre più al centro del progetto.
Sono bastati undici minuti per esultare. Pugno chiuso a scaricare la rabbia. Il gol è la perfetta sintesi di quello che rappresenta Ciro. Scatto in profondità , mezza difesa dribblata e tocco morbido in porta. Lungo applauso del tecnico Inzaghi e di tutta la panchina laziale. Si ripete a pochi minuti dalla fine del match con un tocco sotto da vedere e rivedere. Assist sopraffino di Leiva. Bentornato Immobile. Benvenuto Felipe Anderson. Il brasiliano torna a segnare addirittura a 5 mesi di distanza. Le ultime giocate le aveva regalate in un’amichevole durante la seconda parte del ritiro estivo. Poi l’infortunio e il mondo che perde colore. Ieri finalmente ecco riaccendersi il biancoceleste. Lampi di classe cristallina e un tocco sotto le gambe del portiere per il raddoppio laziale. Sublime il filtrante di Leiva a lanciare il brasiliano sulla corsa. Prima volta da titolare in stagione e subito una gioia. Fondamentale il suo recupero in questo momento così delicato della stagione. Simone lo incita e se lo coccola per tutta l’ora che resta in campo. "Il gol mi serviva. Tornare titolare e segnare subito è un motivo in più per fare meglio in questa stagione" la promessa di Felipe. Ma le belle notizie per Inzaghi non si fermano qui perché a firmare il tris ci ha pensato Wallace. Anche lui al rientro in campo dopo l’infortunio subito lo scorso 10 settembre.
Ad onor di cronaca va detto che la decisione decisiva e sfortunata è di Camigliano. Dopo aver subito il tris il Cittadella trova il gol della bandiera con una bella punizione dalla distanza di Bartolomei. Strakosha non è esente da colpe. Nella ripresa Immobile sigla il poker. Curiosità : Inzaghi nemmeno a risultato acquisito ha mandato dentro i Neto e Jordao, i due portoghesi tanto attesi. Al di là di questo, il tecnico laziale in una sera conquista i quarti, ritrova i gol e soprattutto riabbraccia rinforzi fondamentali per continuare la corsa Champions. "La vittoria col Cittadella non ci farà dimenticare, ma dobbiamo guardare avanti" sottolinea il tecnico laziale. L’inno riempie l’aria e il piccolo Lorenzo, figlio di Simone corre sul prato verde. Un raggio di sole dopo la notte buia.
? Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Un cioccolatino servito da Leiva. L’ha visto libero e nel corridoio, lanciando una palla con il contagiri. Felipe Anderson si è messo a correre, scaraventando in rete paure e timori, davanti aveva la porta del Cittadella e quell’istante atteso per quattro mesi, l’unica cosa che davvero conta e per cui è nato. Pipe ha controllato la palla, ha guardato Paleari in uscita e l’ha infilato con un destro delizioso. Gol. L’Olimpico è esploso, pochi ma buoni, in cinquemila si sono messi ad applaudire, era il raddoppio per sigillare gli ottavi di Coppa Italia. Era soprattutto il gol della liberazione per Felipe. E’ tornato, bisognerà aspettarlo ancora qualche settimana perché raggiunga il massimo della forma, ma è sulla buona strada. Il brasiliano si è inginocchiato e ha ringraziato il Signore, come fa spesso in campo. Tenero l’abbraccio con Inzaghi. "Il gol mi serviva, ma l’importante era andare in vantaggio - ha raccontato ai microfoni della Rai - Sono felice, quest’anno voglio fare bene in attacco. Tornare titolare e segnare subito è un motivo in più per fare meglio in questa stagione". In coppia con Immobile si è divertito e promette di diventare devastante. "La cosa più importante è sentirmi bene, non sono ancora al 100 per cento, ma non ho sentito dolori ed è stato bello scendere in campo dall’inizio. Giocando miglioro. Sono contento del mio gol, spero sia il primo di tanti". A Formello era stato travolto dall’affetto del popolo biancoceleste. "I tifosi sono l’uomo in più". Ieri sera ha condiviso la gioia del ritorno con il suo amico Wallace. "Un pochino di paura, dopo stop così lunghi, c’era. Ci siamo detti di stare attento e di giocare con serenità ". Tra poche ore un’altra partita tiratissima. "Conosciamo l’Atalanta, sappiamo come giocano, sono tosti, ma andiamo a Bergamo per vincere".
La Lazio ha centrato la qualificazione ai quarti. "Sono contento di tutti, del recupero di Felipe e Wallace, poi ne cito due in particolare, Patric e Murgia, perché mi rispondono. Dobbiamo lavorare di gruppo". Soddisfatto Simone, che l’aveva presa sul serio. "Ringrazio i tifosi, ci hanno dato una bella carica a Formello. Dovevamo ripartire. Il Cittadella corre, gioca un buon calcio e aveva eliminato Bologna e Spal, bisognava interpretarla bene, altrimenti avremmo rischiato". Lazio competitiva su tre fronti. "Dobbiamo restare in corsa il più a lungo possibile, occupiamo una buona posizione in campionato, in Europa ci siamo qualificati, in Coppa Italia con la Fiorentina ci vorrà un’ottima partita per entrare in semifinale". Inzaghi ha ritrovato il sorriso, ma servirà tempo per cancellare quanto è successo. "Nonostante la vittoria c’è ancora delusione. Il passato dobbiamo lasciarlo alle spalle, ho martellato i giocatori in questi due giorni, ora penso all’Atalanta. Servirà una partita vera e da Lazio, giocheremo la terza partita in sei giorni". Da applausi Leiva, in campo novanta minuti. "Dovevo mettere una squadra equilibrata, Lucas mi serviva, Chiaretti avrebbe potuto dare fastidio. Con Samp e Torino era uscito solo perché diffidato".
Un muro. Anzi, il solito muro. Stefan de Vrij ha cancellato gli attaccanti del Cittadella. Uno a uno, praticamente non pervenuti all'Olimpico. Ordinaria amministrazione per un leader totale. La solidità della difesa della Lazio passa dai suoi muscoli e dal suo senso della posizione. "Era importante vincere dopo la sconfitta con il Torino - ha detto il centrale a Lazio Style Channel - Il Cittadella è una squadra molto aggressiva che sta facendo bene in Serie B, sapevamo che dovevamo essere concentrati. Siamo entrati subito in partita. Inoltre abbiamo costruito il nostro gioco da dietro, provando a far correre i nostri avversari, siamo stati concentrati e precisi. Così è stato più facile per i nostri attaccanti". de Vrij è contento per Felipe Anderson: "I gol sono importanti per i singoli come per la squadra: Felipe Anderson è tornato alla grande, è un calciatore fortissimo. Vuole sempre la palla, è sempre pronto a riceverla. Così diventa anche più facile per i difensori". Adesso c'è l'ostacolo Atalanta dietro l'angolo: "Ci aspetta una grande squadra come l’Atalanta, sono sempre pericolosi in casa: dovremo stare attenti".
"Siamo forti, insieme possiamo fare grandi cose". A gridarlo è Dusan Basta, uno dei veterani dello spogliatoio. E' tornato a pieno regime, l'infortunio che l'ha tenuto fuori più di un mese ormai è un ricordo chiuso nel cassetto: dopo i novanta minuti pieni giocati contro lo Zulte Waregem, Basta ha portato in fondo la seconda partita da titolare in Coppa Italia. Insomma, promosso. "Abbiamo giocato una bella partita - spiega l'esterno - si è visto che siamo entrati in campo con la testa giusta. Siamo stati bravi a segnare subito due gol, la partita non è mai stata in bilico. L'obiettivo era passare il turno, quindi lo abbiamo centrato. Eravamo arrabbiati". Il Torino non è più nei pensieri dello spogliatoio biancoceleste. Basta lo conferma: "Il calcio è così. Bisogna sempre voltare pagina sia nel bene che nel male. La vicinanza dei tifosi per noi conta tantissimo. Tutti hanno capito che abbiamo perso non per colpa nostra. Il loro apporto è sempre fondamentale. Adesso però ci aspetta una partita importante a Bergamo, Immobile ci mancherà ma chi giocherà farà bene. Fuori casa finora difficilmente sbagliamo, mi auguro di vincere. Timore dell'arbitraggio? No, per niente. Perché non ci riguarda, non dobbiamo pensare a queste cose".