8 dicembre 2018 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XV giornata - inizio ore 20.30
LAZIO: Strakosha, Wallace (76' Luis Alberto), Acerbi, Radu, Patric, Parolo, Badelj (52' Correa), Milinkovic, Lulic, Caicedo (52' Cataldi), Immobile. A disposizione: Proto, Guerrieri, Luiz Felipe, Bastos, Caceres, Durmisi, Lukaku, Berisha, Murgia. Allenatore: S. Inzaghi.
SAMPDORIA: Audero, Bereszynski, Andersen, Colley, Murru, Praet (70' Jankto), Ekdal, Linetty, Ramirez (82' Saponara), Caprari (65' Kownacki), Quagliarella. A disposizione: Rafael, Belec, Ferrari, Tonelli, Rolando, Sala, Tavares, Vieira, Defrel. Allenatore: Giampaolo.
Arbitro: Sig. Massa (Imperia) - Assistenti Sigg. Valeriani e Di Vuolo - Quarto uomo Sig. Illuzzi - V.A.R. Sig. Pairetto - A.V.A.R. Sig. Manganelli.
Marcatori: 21' Quagliarella, 79' Acerbi, 90'+6' Immobile (rig), 90'+9' Saponara.
Note: osservato un minuto di raccoglimento in memoria di Gigi Radice scomparso nella giornata di ieri. Espulso al 90'+2' Bereszynski per doppia ammonizione. Ammonito al 5' Caicedo, al 40' Bereszynski, al 45' Immobile, al 69' Wallace, al 90' Linetty ed al 90'+3' Andersen tutti per gioco falloso, al 57' Audero ed al 90'+11' Saponara per comportamento non regolamentare. Angoli 10-6. Recuperi: 2' p.t., 9' s.t.
Spettatori: 28.000 circa.
? La Gazzetta dello Sport titola: "La Var non basta alla Lazio. Samp, un folle pari al 99’. Immobile su rigore a tempo scaduto completa la rimonta. Poi Giampaolo in dieci uomini trova la perla del 2-2 di Saponara".
Continua la "rosea": La Lazio sembra proprio la Ferrari: non riesce piĂą a vincere. Nemmeno un sorpasso insperato, per un rigore chiamato dal Var Pairetto quando ormai stava finendo il recupero, ha interrotto la serie consecutiva di pareggi (quarto di fila in campionato). PerchĂ© Ciro Immobile scaraventa in rete il 2Â-1, ma mentre tutti festeggiano la fine delle polemiche, della crisi e anche del ritiro, la Sampdoria colpisce in maniera semplice: lancione centrale, tocco di testa di Kownacki, acrobazia del liberissimo Saponara, al 99’: la rete piĂą tardiva in Serie A da quando si raccolgono certe statistiche (2004Â-05). Per dire, Massa fischia la fine dopo 100’ e 30”, in uno stadio gelido e gelato da quanto appena visto. Non si parlava che di auto in casa Lazio da quando, giovedì, Lotito aveva paragonato la sua squadra a una Ferrari ingolfata. Ci ha preso: Formello come Maranello, una delusione dopo l’altra. Il pari sta stretto ai laziali, non soltanto per il finale da film ma anche per la quantitĂ di palle gol: 10Â-2. Però nel dato è incluso anche il senso della partita: molti, troppi errori.
La Samp dopo mezzora quasi smette di pensare e nella ripresa viene sommersa sul piano fisico. Ma è scaltra, due tiri, due gol. Così punisce i magheggi di Inzaghi. L’allenatore prosegue con il 3Â-5Â-2, però parte con il doppio centravanti: Caicedo dovrebbe spalleggiare Immobile, velenoso da sinistra. La coppia viene sciolta nella ripresa e la Lazio chiude a 4Â-3Â-1Â-2, dentro Luis Alberto (sua la punizione che porta al rigore) e Correa. Immobile è il piĂą continuo, quasi tutte le occasioni passano da lui, compreso il palo a fine primo tempo. Le corse di Ciro sembrano a lungo l’unica risorsa degli inzaghiani, poveri di altre idee, limitati nella tecnica. Ma la pressione aumenta nella ripresa e il gol di Acerbi, per l’1Â-1 al 79’, è frutto dell’ennesimo corner e di un delizioso assist di tacco di Parolo. La Sampdoria di solito fa dell’incostanza una regola. Adesso sembra tornato il periodo buono, viene da due successi in pochi giorni, coppa compresa: quando pensi che sia matura per fuoriuscire dalla banalitĂ , la Samp fa di tutto per rientrarci.
Però stavolta può mostrare il carattere della rimonta, quando è in 10 per l’espulsione di Bereszynski. Quagliarella arriva al primato personale di cinque partite con gol consecutive (e con sei tiri nello specchio). Il vantaggio nasce da una sequenza di tocchi e triangoli a sinistra per poi colpire a destra, ma resta delizioso l’esterno di Praet che libera al cross Murru. Però la copertura difensiva è inadeguata, anche perché Praet e Linetty non aiutano gli esterni. Fin che possono, Andersen e Audero salvano, poi cedono. Ma la mossa da arti marziali di Saponara, che Giampaolo non vede perché è negli spogliatoi, chiude una partita strampalata, a suo modo spettacolare.
? Il Corriere dello Sport titola: "Saponara fa Ibra. Lazio gelata. Inzaghi va sotto, poi ribalta tutto con Acerbi e Immobile. Al 99’... La squadra biancoceleste reagisce con orgoglio al gol di Quagliarella, la beffa allo scadere".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Di tutto, di più. Cento minuti con il cuore in gola, gli ultimi venti, compresi i nove di recupero, da f?ilm. La rimonta e il sorpaso f?irmato da Immobile su rigore concesso dopo il controllo al Var. Il colpo di karate di Saponara a gelare l’Olimpico, già in festa. Era destino, scritto. Quasi un suicidio. La Lazio ha gestito male la palla e difeso non bene sull’ultimo disperato assalto dei blucerchiati, rovinando un successo strameritato e una partita bellissima. Difesa scoperta sul lancio di Murru, Kownacki ha spizzato di testa, Acerbi scavalcato e il trequartista della Samp ha inventato un altro pallonetto per beffare Strakosha, troppo fuori dai pali. Quarto pareggio consecutivo per Inzaghi, stordito e attonito. Crisi di risultati, non di gioco e neppure di carattere. La lazio non è ingolfata, ma solo nervosa, sotto pressione, frenetica, altrimenti sarebbe finita in goleada. Non sono bastate 12 occasioni da gol, un palo, 27 tiri in porta (di cui 11 nello specchio), 26 cross nell’area e 10 angoli per battere la Samp. E’ finita 2—2 e Giampaolo ha tirato fuori il massimo da due tiri due. Ha costruito la partita sul guizzo di Quagliarella e ha trovato il pari, quando era stato espulso Bereszynski, con un’azione casuale al novantanovesimo e su cui proprio Acerbi, uno dei trascinatori con Immobile e Parolo, ha dormito. Peccato. Mancano tranquillità , lucidità e il contributo di Luis Alberto e Milinkovic. Ma la reazione c’è stata in fondo a una settimana di chiarimenti durante il ritiro di Formello.
La Lazio ha dato tutto quello che aveva e poteva. E’ stata una serata stregata, in salita, come succede quando giochi con scarsa tranquillità . Un solo tiro, l’unico concesso ai blucerchiati nei primi 45 minuti, e la Lazio si è ritrovata sotto quando stava cominciando a giocare. Il fraseggio corto e rasoterra della Samp è complicato da leggere, serve la scelta giusta negli anticipi. Linetty, Ramirez e Praet hanno dialogato al limite dell’area e il belga ha poi trovato l’appoggio giusto per Murru, scoperto sulla fascia sinistra. Non era marcato, ha alzato lo sguardo e indovinato il cross sul fronte opposto. Palla dietro la linea difensiva biancoceleste, Lulic era distante e Quagliarella ha appoggiato di piatto in rete. L'Olimpico si è spazientito, ma la Lazio ha reagito e continuato a giocare, con i suoi limiti e un eccesso di frenesia. Caicedo ha strappato la palla a Colley e poi non ha avuto il coraggio di battere a rete, Andersen è riuscito a intercettare il passaggio per Immobile, costretto quasi a provarci da solo. E' stato una furia Ciro dall’inizio alla fine. Sinistro fuori sull’assist di testa di Caicedo e un palo (con deviazione di Bererzynski) a un sospiro dall'intervallo. Nervi scoperti. La Samp, non si sa come, ha guadagnato l'intervallo in vantaggio. La Lazio sbatteva sul muro, confermando il difetto di fabbrica. Senza le invenzioni di Luis Alberto e con poca qualità sugli esterni, il 3—5-2 diventa un sistema prevedibile. Caicedo, nonostante le imprecisioni, oggi è indispensabile per avvicinarsi all’area e aiutare Immobile.
Cinque occasioni nel primo tempo, altre quattro nei primi dieci minuti della ripresa. Inzaghi ha tentato la carta del doppio cambio. Fuori Badelj (troppo lento) e Caicedo (ammonito), dentro Correa e Cataldi. Buono l’impatto del centrocampista romano, ha subito velocizzato l’azione, consentendo a Patric e Lulic di affondare con decisione, sono arrivati più volte al tiro, ma sbagliando sempre. Audero ha salvato in uscita su Correa, è entrato anche Luis Alberto per Wallace, Simone ha avanzato Milinkovic (gol divorato di testa) ed è passato alla difesa a quattro. Sugli sviluppi di un angolo, tacco di Parolo e tap-in di Acerbi. L'Olimpico si è scaldato e la Lazio ha continuato a martellare, credendo all’impresa. Samp alle corde. Cique minuti di recupero, punizione di Luis Alberto, Andersen ha colpito con il gomito. Controllo al Var di Massa e rigore, trasformato da Immobile. Lo stop ha prodotto altri quattro minuti di recupero rispetto ai cinque già concessi. Saponara (subentrato a Ramirez) era in agguato. Che beffa.
? Il Messaggero titola: .
Prosegue il quotidiano romano:
? Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
L'incredibile al 99'. Il mai visto. Lo shock f?inale a partita vinta: "Non ho mai visto una cosa simile in 25 anni di calcio! Questo è uno sport strano. Ma prendere un gol del genere è molto grave, abbiamo calciatori esperti ed altri meno. E’ stato un errore di reparto, non si può dare la colpa ad un giocatore solo. Ci servirà da lezione. Analizzeremo questo f?inale". Inzaghi è bianco in faccia, è senza parole, le trova a fatica. La sua compagna, Gaia, al gol di Ciro (il 2-1) è scoppiata in lacrime, l’hanno inquadrata le telecamere. Era fatta, era una liberazione per tutti. Inzaghi è f?inito sotto shock, come tutto l’Olimpico: "Una squadra come la nostra non può farsi segnare così, l'errore ci è costato due punti. Dobbiamo crescere sotto questo punto di vista. I gol erano evitabili, entrambi. Nell’ultimo minuto e mezzo dovevamo tenere palla, non dovevamo lanciare! Mi dispiace per la classif?ica, per il mio staff, per i tifosi, per i miei ragazzi, per tutti. Mi sono disperato anche sul colpo di testa di Milinkovic f?inito fuori, sembrava gol. Anche con queste partite si cresce". Inzaghi prova a trovare un senso a questa notte pazza, inf?inita, assurda: "C’è grande dispiacere, i ragazzi in ritiro avevano lavorato bene, eravamo pronti, siamo stati divinamente. Vederli con la testa bassa nello spogliatoio, per me che sono l’allenatore, è un motivo di grande rammarico. Hanno dato tutto, erano stremati". Nell’intervallo c’era stata contestazione: "Ci hanno detto "fuori gli attributi"? Ma ci hanno sempre incitati. Vogliono di più come la società , come noi stessi".
Inzaghi, shock a parte, s’è portato a casa i dati del match. E ha annunciato l’interruzione del ritiro: "Ritiro f?inito. Abbiamo dominato, lo dicono i dati, parlano chiaramente. A volte non siamo stati lucidi però la prestazione è stata preziosa. Abbiamo giocato una grande partita, i numeri sono schiaccianti. Oltre venti tiri, mi rammarica il fatto che avremmo dovuto vincere, alla prima disattenzione abbiamo preso gol. Siamo stati bravi a raddrizzarla. Siamo anche sfortunati, colpiamo pali. Abbiamo visto com’è la A quest'anno, alla minima titubanza si prende gol". Il gol mangiato da Milinkovic è valso un altro shock: "Ero dispiaciuto perché Sergej è giovane, sente la pressione e il momento. Gli serve una scintilla, il gol sarebbe stato importantissimo. Basterebbe anche a Luis Alberto, entrato col piglio giusto". La vittoria in A manca dal 4 novembre: "Con i pareggi non si va da nessuna parte. Dicevano che non pareggiavamo mai, questo è il quarto di f?ila. In un momento buio non abbiamo perso, guardo al futuro con ottimismo. Ma abbiamo bisogno di una vittoria". Il 3-5-2 va e non va. A 4, la Lazio, aveva trovato la vittoria: "Conta l’interpretazione al di là dei moduli. I subentrati ci hanno aiutato, complimenti! Nel secondo tempo siamo stati frettolosi. Ora l’Europa".