Domenica 19 gennaio 2014 - Udine, stadio Friuli - Udinese-Lazio 2-3 19 gennaio 2014 - Campionato di Serie A - XX giornata - inizio ore 12.30
UDINESE: Brkic, Heurtaux, Danilo, Domizzi, Basta, Pinzi (85' Nico Lopez), Badu, Douglas (77' Lazzari), Pereyra, Maicosuel, Di Natale (58' Muriel). A disposizione: Kelava, Naldo, Bubnjic, Widmer, Mlinar, Jadson, Scuffet, Bruno Fernandes, Zielinski. Allenatore: Guidolin.
LAZIO: Berisha, Biava, Dias, Ciani (60' Hernanes), Cavanda, Onazi, Biglia, Lulic, Candreva, Klose, Floccari (53' Ederson, 86' Cana). A disposizione: Strakosha, Elez, Vinicius, Crecco, Felipe Anderson, Keita, Perea. Allenatore: Reja.
Arbitro: Sig. Rocchi (Firenze) - Assistenti Sigg. Nicoletti e Grilli - Quarto uomo Sig. Bianchi - Assistenti di porta Sigg. Massa e Baracani.
Marcatori: 8' Di Natale (rig), 63' Candreva (rig), 69' Badu, 82' Lazzari (aut), 90' Hernanes.
Note: espulso Onazi per doppia ammonizione. Ammoniti Domizzi per simulazione, Lulic, Cavanda, Klose e Pinzi per gioco falloso. Angoli 3-2. Recuperi: 0' p.t., 4' s.t.
Spettatori: 12.000 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "Magia Hernanes. L’Udinese crolla".
Continua la "rosea": Sarà la Juventus sabato a pesare il Reja-bis, e se alcuni tifosi laziali hanno già gli incubi al pensiero di fare un piacere alla Roma, l’allenatore arriva allo scontro con la capolista con una squadra che sente "più vicina a quella del passato per spirito e volontà ". Tre vittorie e un pareggio, coppa compresa: è questo il bilancio dopo il cambio in panchina e già dall’inizio si era intuito che il 2014 è un anno diverso: la prima uscita, contro l’Inter, era da "mani nei capelli", come ripete adesso il tecnico, però finì con un successo, buon segnale. La Lazio non aveva mai fatto bisboccia in trasferta, in questo torneo: adesso ha cancellato pure questa attesa che durava dall’otto maggio. Quasi Reja, goriziano, si scusa con "gli amici di Udine" perché non pensava di interrompere la serie nera fino al minuto 82, quando perdeva ed aveva pure un uomo in meno da quasi tutta la ripresa, visto il giusto rosso a Onazi (due ammonizioni in cinque minuti). L’Udinese lo ha aiutato, tramite un autogol di Lazzari scaturito da una pessima uscita di Brkic, però l’allenatore si è anche meritato i complimenti. Il gol decisivo, al 90’, è di Hernanes che all’inizio stava in panchina in quanto "spento", secondo l’allenatore che però dice di aver generato la reazione. Entrato dopo un’ora, al posto di un difensore (Ciani), il brasiliano è stato il migliore fra lanci pregiati (a Klose per il rigore dell’ 1-1), sassate velenose e la rete deliziosa.
La Lazio, senza Marchetti, Ledesma, Radu, Konko, Gonzalez, ha provato la difesa a tre, poi è tornata a quattro per l’inferiorità . Ha giocato più "alta", ha tirato in porta di più, ma senza gli errori dei friulani non avrebbe prevalso. Se neppure la tradizione aiuta, povera Udinese. Aveva battuto la Lazio nelle ultime tre sfide qui, e c’era in palio l’Europa. I tifosi hanno aspettato i giocatori dopo la gara: anche Di Natale è andato a parlare con loro per placare la contestazione. Non gli è bastato tornare al gol dopo il 30 ottobre, non gli è bastato segnare il 13o centro ai laziali (il suo maggior bottino, diviso con la Roma) e nemmeno infilare l’undicesimo negli ultimi 9 incroci in casa con la Lazio. Maicosuel ha fallito il 2-0 in contropiede, Domizzi e Brkic hanno regalato il rigore dell’1-1 di Candreva, poi il finale disastroso dopo il nuovo vantaggio di Badu, migliore dei suoi con Pereyra. Terzo k.o. di fila in casa e in generale, a Guidolin è stato chiesto se i suoi hanno la mentalità giusta per lottare per la salvezza: "Dovranno formarsela". L’Udinese è a terra, ma le sconfitte delle concorrenti la tengono sopra la linea della retrocessione. Per ora.
Il Corriere dello Sport titola: "Lazio con il cuore. Il tabù è infranto".
Continua il quotidiano sportivo romano: Non contano i moduli. Esistono solo il calcio e le sue imprevedibili traiettorie. Come la piroetta e il sinistro magico al novantesimo di Hernanes, capace di rovesciare la partita e il destino della Lazio, che stava perdendo ancora in trasferta e di nuovo a Udine, sul campo dove era naufragato per due anni di fila il sogno Champions di Reja. Questa volta ha perso Guidolin tra tanti rimpianti. Doppia rimonta e sorpasso in volata dei biancocelesti, rimasti in dieci per l’espulsione di Onazi all’inizio della ripresa. Cuore e orgoglio per centrare la prima vittoria esterna in campionato 256 giorni dopo l’ultima volta, l’8 maggio del 2013, quando Petkovic era riuscito a battere a San Siro l’Inter sgangherata di Stramaccioni. Ma è servito ripristinare la logica, fuori un difensore e dentro il giocatore di maggior classe, per rovesciare il copione. Quando è entrato il Profeta, è uscita l’Udinese dal campo e s’è svegliata la Lazio, trovando i colpi giusti per finalizzare movimento e gioco sino a quel momento inconcludenti. E’ la terza sconfitta consecutiva al Friuli per Guidolin, in caduta libera e scivolato ancora più giù in classifica: ora dovrà lottare per la salvezza. Vola Reja, sette punti in tre giornate, di nuovo in quota. Ha restituito entusiasmo e spirito a un gruppo agonizzante sino a un mese fa, sta ritrovando il gioco. E’ stato bravo a correggere l’assetto della Lazio, ha indovinato i cambi e raddrizzato una partita in cui aveva rischiato molto anche a causa di scelte iniziali non proprio convincenti.
Preoccupato da una condizione fisica approssimativa e dalle assenze di Konko e Radu, ma deciso a creare maggiore imprevedibilità in attacco, Edy aveva scelto di cambiare modulo, optando per il 3-4-3: Floccari e Candreva accanto a Klose e due soli mediani (Biglia e Onazi) con Hernanes in panchina. La mossa ha prodotto progressi nello sviluppo dell’azione e qualche scompenso nella fase di non possesso. La Lazio, alzando il baricentro, ha tenuto a lungo palla (alla fine chiuderà con il 57%), ha creato tre o quattro occasioni, ha tirato in porta (nel totale 20 conclusioni) come non era mai successo in trasferta. Ma ha scoperto la difesa e ha sofferto le ripartenze dell’Udinese, abilissima a trovare la profondità nei corridoi lasciati liberi. Così è arrivato il gol del vantaggio. Biava è uscito in anticipo su Maicosuel e sul rimpallo Cavanda si è trovato a metà strada. Velocissimo il Mago a scattare in profondità e bravissimo Pereyra a lanciarlo. Cavanda è stato costretto a rincorrere il brasiliano e dentro l’area lo ha messo giù. Rigore inevitabile trasformato da Di Natale, una specie di tassa da pagare ogni anno: tredicesimo gol in carriera alla Lazio, l’undicesimo di fila negli ultimi 9 confronti diretti al Friuli. C’è stata reazione, ma davanti mancava la cattiveria per sbattere la palla in rete (occasioni fallite da Floccari e Lulic) e dietro si ballava. A un soffio dall’intervallo, con un altro contropiede, Maicosuel ha avuto l’occasione buona per raddoppiare e chiudere il conto.
La partita della Lazio si è complicata ancora di più perché Onazi, che stava reggendo da solo il centrocampo, in avvio di ripresa s’è fatto cacciare da Rocchi per un’imperdonabile ingenuità . Doppio cartellino giallo in cinque minuti (al 4’ per un’entrata su Badu, al 9’ su Pereyra dopo un pallone perso) ed espulsione. Sembrava la fine, invece era solo l’inizio. Reja, che aveva già inserito Floccari per Ederson, ha tolto Ciani, tornando alla difesa a quattro, per mettere Hernanes. Il Profeta ha acceso subito la luce: a questi livelli non si vedeva da mesi. La squadra si è disposta con un logico 4-4-1, sfondando sulle corsie esterne. Un lancio del brasiliano per Klose, trattenuto da Domizzi e toccato da Brikic in uscita, ha provocato il rigore del pareggio, firmato da Candreva. La Lazio, nonostante l’inferiorità numerica, ha continuato a spingere. Il tiro a effetto di Ederson ha dato l’illusione del raddoppio, trovato subito dopo in modo quasi casuale dall’Udinese. Palla persa a centrocampo tra Lulic e Biglia, Maicosuel (di petto) in anticipo su Biava, stop e destro al volo di Badu con Berisha forse troppo fuori dai pali: 2-1 a metà ripresa. Questa stessa squadra, sino a poco tempo fa, si sarebbe arresa. Invece ha avuto la forza di crederci e rovesciarsi in avanti. Hernanes ci ha provato due volte da fuori, Klose ha fallito di testa un gol facilissimo. Il pareggio è arrivato al 37’ grazie a un autogol di Lazzari: cross di Lulic, uscita sbilenca di Brkic, il pallone è rimbalzato addosso al centrocampista dell’Udinese ed è finito in rete. Reja ha perso Ederson per un altro infortunio e ha chiesto di entrare a Cana, che non stava benissimo. L’albanese, come mediano, ha fatto scudo davanti alla difesa e ha permesso a Hernanes di avanzare. Il fraseggio tra Klose e Candreva ha liberato il brasiliano al limite dell’area: slalom, palla sul sinistro e bolide nell’angolo. Poi Cana si è sistemato tra Biava e Dias e la Lazio ha resistito nei quattro palpitanti minuti di recupero, rompendo l’incantesimo.
Il Messaggero titola: "La vittorie del cuore, la Lazio c'è".
Prosegue il quotidiano romano: Una partita, a volte, assume connotazioni romanzesche con tutti gli ingredienti che lo scibile calcistico possa offrire. E anche oltre. Come quella che va in scena allo stadio Friuli. Edy Reja deve tornare a casa per sfatare il tabù trasferta, contro una formazione per la quale ha sempre nutrito simpatie ma dalla quale ha avuto molti dispiaceri. Per uno strano scherzo del destino, uno dei tanti che caratterizzano la sfida, la vittoria esterna, attesa da maggio, la firma l’escluso di lusso della giornata: il criticato Hernanes. Il brasiliano, all’ultimo minuto, tira fuori dal cilindro una giocata d’autore, un vocalizzo tecnico d’alta scuola. Giornate di rivincite quindi: Reja si vendica delle due qualificazioni scippate dall’Udinese alla Lazio, il Profeta dello sgarbo ricevuto con l’esclusione. Una giornata importante per i biancocelesti perché, oltre alla vittoria, ritrovano spirito e carattere battagliero. E anche una accettabile condizione atletica. Piace la bella reazione evidenziata nella ripresa, quando la partita, cominciata in salita, per uno sciagurato rigore causato da Cavanda, diventa una montagna difficile da scalare. Mezzora con l’uomo in meno, per una doppia ammonizione di Onazi nello spazio di 3 minuti, e con l’Udinese ancora in vantaggio. Nonostante tutto la squadra lotta fino all’ultimo e, anche con un pizzico di fortuna, per gli errori marchiani dell’inadeguato portiere Brkic, compie il colpaccio. Reja cambia assetto alla formazione e si presenta con una difesa a tre che fa acqua, lasciando fuori Hernanes. In attacco preferisce il tridente Klose-Floccari-Candreva, con quest’ultimo che si accentra per lasciare spazi alle veloci incursioni di Cavanda.
La squadra è propositiva, arriva al tiro in due-tre occasioni, mettendo alla frusta il dispositivo arretrato bianconero, però mostra grossi limiti in fase difensiva, soprattutto in Ciani e Biava che lasciano troppi spazi per le ripartenze friulane. La regia, affidata a Onazi, è lacunosa, Biglia non verticalizza: si vede che l’assetto non convince anche se l’avversario (5 sconfitte nelle ultime 6 giornate), appare comunque di basso profilo. Nella ripresa Reja è bravo a ridisegnare lo schieramento tattico. Costretto a rimontare, in inferiorità numerica, prima manda in campo Ederson e poi toglie il difensore Ciani per Hernanes. Nel momento di rischiare, l’allenatore friulano, non sbaglia le mosse e la squadra risponde alla grande, in particolare con Hernanes che entra subito nel cuore del match. Le sue giocate fanno lievitare la manovra, anche se Klose appare un fantasma e non incide come dovrebbe. La grottesca autorete di Lazzari, appena entrato, su clamoroso errore tecnico del portiere, contribuisce al resto perché la Lazio prova pure a vincere. Lo straordinario gol del Profeta riporta la Lazio su posizioni più consone al suo lignaggio. Dopo il successo allo scadere contro il Parma, arriva il bis di Udine: segnali confortanti e indicativi di come il vento sia cambiato. Il ritorno di Reja restituisce al gruppo solidità e convinzione e si rivede quello spirito combattivo, sparito da tempo. Anche il gioco e la condizione atletica sono apparsi in progresso: ora si può dire che l’emergenza sia finita. Invece è emergenza piena per l’Udinese, contestata alla fine dal pubblico, che adesso deve guardarsi alle spalle, perché la classifica si è fatta pericolosa.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Gode la Lazio. Vola con Reja, 68 anni e l’entusiasmo di un ragazzino. Tre vittorie in quattro partite, sette punti in tre giornate, primo colpo esterno in campionato e la qualificazione ai quarti di Coppa Italia. Il generale friulano ha risollevato la Lazio. Ha rischiato con la difesa a tre, ma se la stava giocando. E ha trovato i gol con l’ingresso di Hernanes, in inferiorità numerica per l’espulsione di Onazi. Una rimonta pazzesca, quasi d’altri tempi. Un gruppo rinato e tornato irriducibile, come nelle stagioni in cui era arrivato a un soffio dalla Champions. Ha qualcosa di magico zio Edy, non solo la competenza e la saggezza del vecchio uomo di calcio. Ha rotto l’incantesimo che durava da 256 giorni. "Era ora di vincere in trasferta, l’avevo detto ai ragazzi prima della partita. Dopo il vantaggio dell’Udinese non pensavo di riuscirci, invece è andata bene. Abbiamo profuso tante energie e poi ci ha pensato Hernanes. Conosco questo Profeta, dal limite dell’area castiga con il tiro" ha raccontato il tecnico di Gorizia, che non si è pentito della scelta iniziale di formazione. "Nelle ripartenze dell’Udinese non eravamo posizionati bene con Cavanda e Lulic, ma sul piano del fraseggio la squadra mi è piaciuta. Il movimento di Candreva e Floccari tra le linee ha creato gioco, ho contato tre o quattro opportunità per segnare nel primo tempo, ma sotto porta è mancata cattiveria. Non esisteva un equilibrio corretto nella fase difensiva, servono visione e tempi giusti per scalare le marcature, abbiamo rischiato di prendere il secondo gol. Ma con i tre dietro questa squadra può giocare. Il sistema è stato interpretato bene nella proposta offensiva. E’ un esperimento da ripetere".
Sarebbe opportuno qualche rinforzo. Forse un terzino, non solo un attaccante. Reja ha incalzato la società . "Con Lotito ho parlato, qualcosa bisognerà fare in difesa e in attacco. Certe trattative sembrano andare in porto, poi ti scappano all’ultimo minuto, mi auguro che quest’anno non succeda come in passato. Bisogna fare prima. Ci sono tante partite importanti, vorrei un organico non dico completo, ma con qualche soluzione in più. Altrimenti è difficile". Lo ha colpito l’atteggiamento da leader del Profeta. "Hernanes sapeva di non giocare. Gli devo fare i complimenti. Quando ho chiuso la riunione tecnica era seduto in prima fila. Ho dato la carica alla squadra. Lui si è alzato e ha stretto i pugni, trasmettendo un’ulteriore carica ai compagni, nonostante non giocasse. Ha motivato tutti, è stata un’esperienza straordinaria. Gli ho dato la mano. Vuole essere importante, ha dimostrato il suo attaccamento alla maglia e l’affetto che possiede nei confronti della Lazio. S’incavola se lo tira fuori, in passato spesso lo sostituivo, è un generoso, ma anche tirarlo fuori può aiutarlo a respirare. E’ un ragazzo molto corretto". S’è arrabbiato con Onazi. "Ha commesso una leggerezza, non tanto per il fallo, ma per il modo in cui ha perso la palla. Se lo giocava prima, senza fare due tocchi, non veniva fuori l’espulsione. Deve stare più attento, è giovane e inesperto, non possiamo finire in dieci una partita come questa".
S’è imposto nella sua terra. "Una vittoria a casa mia, ho simpatia per l’Udinese, ma qui abbiamo perso la Champions per due anni di fila. Mi sono vendicato. Ci voleva, per il momento e per la classifica. La vittoria ci rilancia. Mi dispiace solo per gli infortuni, con la Juve avrei voluto giocarmela in modo diverso". Edy s’è infuriato quando ha visto i suoi non esultare dopo il 2-2 per l’autorete di Lazzari. "Ma che roba è? Mancava una decina di minuti, forse non sapevano chi avesse segnato, ho chiesto se avessero annullato il gol, ci vuole più entusiasmo". E’ ancora troppo presto per controllare la classifica. "Quando sono arrivato, guardavo dietro... Ora abbiamo la Juve, il Napoli in Coppa Italia, poi il Chievo. Se recupero tutti quanti, il gruppo ha valori importanti e ci prenderemo qualche soddisfazione". Il finale è stato entusiasmante. "Hernanes ci ha dato qualcosa, il calcio è strano, in inferiorità abbiamo raddoppiato le energie. Ho visto meno preoccupazione e più sicurezza, lo spirito giusto, ci siamo sbloccati. E’ un passo in avanti, sono soddisfatto. Con l’Inter mi ero messo le mani nei capelli, con il Bologna era una prova da cancellare, qui per 90 minuti ci siamo stati, era viva la Lazio. Anche se non fosse arrivata la vittoria, sarei stato contento lo stesso". Impareggiabile Edy...
L’hanno abbracciato tutti, può essere la svolta per un nuovo matrimonio. E’ un ragazzo d’oro, ha vinto prima di giocare. La riunione tecnica, la lettura della formazione, l’esclusione, la reazione da leader. Si è alzato dalla sedia, ha stretto i pugni, ha incitato i compagni, ha dato il cinque a Reja: "Il tecnico mi ha parlato prima della gara. Io non ho fatto obiezioni, ho accettato la sua decisione, sono rimasto sereno. Quando sono entrato in campo volevo aiutare la squadra, avevo la calma giusta, eravamo in difficoltà , da tanto tempo non vincevamo in trasferta". Ha vinto da uomo e da campione, partecipando e giocando. Un altro se ne sarebbe infischiato, in panchina avrebbe pensato ai fatti suoi e poi avrebbe contattato il procuratore per essere venduto. Hernanes no: "Non ce la facevo più a non vincere e a non segnare. Ringrazio Dio per avermi fatto uscire da questo momento, il gol lo dedico ai tifosi e ai miei amici del "639", chi deve sa di cosa parlo..." . Mistero.
E’ d’oro come ragazzo, è d’oro se gioca da campione. Non ha un prezzo decente uno così, serve un’offerta indecente (ha ridetto Lotito) per averlo: "Mercato? Io non voglio sentire queste voci, voglio solo concentrarmi sul lavoro e aiutare la squadra", ha replicato Hernanes. Un tiro sparato da 20 metri a 89 chilometri orari, un urlo selvaggio, un salto mortale, la sua capriola. Non ce la faceva più lui e non ce la facevamo noi a vederlo sfigurato, irriconoscibile: "Dalla panchina vedevo che la squadra girava, avevo fiducia, sono entrato in forma e la tranquillità mi ha permesso di dare il giusto contributo. Stiamo uscendo da un momento difficile, ho trovato il gol anche se realizzarli non è il mio mestiere. Qui sono abituati a vedermi segnare sempre, mi sono caricato sulle spalle questa responsabilità , grazie a Dio la rete ha aiutato la Lazio". I gol non li sente suoi, ma è in grado di farli. Ha ritrovato la rete con Reja, l’uomo che lo trasformò in attaccante mascherato. Hernanes non vuole starci sulla trequarti eppure quando si trova lì fa partire saette. Doppio passo e tiro, che bellezza, è il suo colpo: "Il movimento del gol? E’ una cosa che faccio spesso, mi viene naturale, a volte faccio centro. Ho vissuto una gioia meravigliosa, sono contento anche per tutti quelli che mi hanno caricato, nel conto sono compresi i tifosi".
Non segnava da undici partite e la Lazio non vinceva fuori casa da maggio. Ha segnato all’Udinese, una sua vittima, ai bianconeri ha rifilato quattro gol in sette partite (è la squadra che ha bucato di più insieme al Chievo): "E’ vero, già sono tre i gol (sono 4, uno gli è scappato) che ho realizzato contro i bianconeri, ma alla Juve non ho ancora segnato, vediamo se la partita di oggi sarà di ispirazione...". Hernanes vede bianconero Juve, il destino s’è inchinato alla sua fede incrollabile. Si è messo la mano sul cuore e ha saldato il conto col fato. Ha trovato un pertugio ed è uscito dal tunnel, lui solo sa come ha fatto. Eccola la sospirata sterzata, le streghe l’avevano preso di mira, le ha dribblate tutte insieme. Non è stato proprio un miracolo, ma quasi. La sua assenza era stata fin troppo pesante per non essere chiacchierata e romanzata, ha covato in silenzio la grande rivincita. Sembrava disperso, senza più arte né parte. Ha trasformato quel tiro in un proiettile dopo aver servito a Klose la palla che ha causato il rigore. Doppio passo e bolide, un’ardita miscela di precisione e velocità . Ha fatto parlare i piedi, il suo talento, non il nome, il Profeta. Sembrava un cigno superfluo, sembrava infinita la sua rincorsa contro il tempo, costellata di delusioni e sventure, di mire sbilenche, di porte ristrette e di palloni che gli rimbalzavano contro. E’ stato risarcito con gli interessi. Hernanes, come tutti i geni, è fatto così. Fa discutere anche nei momenti di stanca per l’attrazione che esercita e per la polvere di stelle che solleva. I suoi eccessi fanno godere e discutere, sognare e imprecare. Gli altri, lui mai. Il suo caos è calmo.