17 dicembre 2023 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XVI giornata - inizio ore 20.45
LAZIO: Provedel, Lazzari, Casale, Gila, Marusic, Guendouzi, Rovella (74' Cataldi), Kamada (65' Luis Alberto), Felipe Anderson (80' Castellanos), Immobile, Zaccagni (74' Pedro). A disposizione: Sepe, Mandas, Patric, Hysaj, Pellegrini, Ruggeri, Vecino, Basic. Allenatore: Sarri.
INTER: Sommer, Bisseck, Acerbi, Bastoni, Darmian, Barella (70` Frattesi), Calhanoglu (88' Asllani), Mkhitaryan, Dimarco (70' Carlos Augusto), Thuram (78' Arnautovic), Lautaro Martinez (88' Klaassen). A disposizione: Di Gennaro, Audero, Sensi, Pavard, Agoumè, Stabile. Allenatore: Inzaghi.
Arbitro: Sig. Maresca (Napoli) - Assistenti Sigg. Passeri e Garzelli - Quarto uomo Sig. Rapuano - V.A.R. Sig. Di Paolo - A.V.A.R. Sig. Gariglio.
Marcatori: 40' Lautaro Martinez, 66' Thuram
Note: ammonito al 26' Thuram, al 61' Barella), all'81' Casale. Espulso all'87' Lazzari. Angoli . Recuperi: 4' p.t., 6' s.t.
• Il Corriere dello Sport titola: "Le due stelle di Inzaghi. Marusic nel primo tempo regala il pallone a Lautaro, che non perdona. Nella ripresa raddoppia Thuram: l'Inter va in fuga con i suoi campioni. La Lazio crea tanto ma non concretizza. La capolista è spietata, ora è a +4 sulla Juve. Sembra il primo passo verso lo scudetto".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Missione compiuta all'Olimpico. Il progetto di fuga, appoggiato sui gol di Lautaro e Thuram, segnala lo strapotere dell'Inter. E una superiorità schiacciante, assai più marcata rispetto ai 4 punti di vantaggio sulla Juve. Simone Inzaghi, nel suo vecchio stadio, ha piantato il primo mattone verso lo scudetto. La capolista se ne va, come cantavano i tifosi della Beneamata, che forse il campionato può ucciderlo in fretta e nello stesso modo del Napoli nella passata stagione. L'Inter impressiona per solidità, consapevolezza e capacità di interpretare i momenti della partita. Ha rischiato pochissimo, ha vinto con un filo di gas quando ha deciso di spezzare l'apparente equilibrio. E tutto più facile e scontato quando hai due attaccanti così forti. Un gol per tempo. Ha aperto Lautaro e Thuram ha chiuso il conto, portando il totale a 22 reti in tandem nelle prime 16 giornate. Troppa differenza. La Lazio si è arresa dopo un`ora, di più non poteva combinare o forse sì, considerando il regalo di Marusic. Distrazione inconcepibile, da matita blu. Per tenere testa all'Inter sarebbe servita la notte perfetta, indovinare tutto davanti e non commettere errori in difesa. Ciro (sullo 0-0) e Rovella (sullo 0-1) hanno fallito le uniche due vere occasioni e dopo il raddoppio di Thuram si è scatenato l'Olimpico. Fischi sui biancocelesti, cori contro Lotito, non esentato dalla contestazione. Ora la Champions è lontanissirna. Non è bastato un avvio promettente per ribaltare il destino di un campionato tristissimo.
Occasione Ciro. Il palleggio della Lazio ha riempito la prima mezz'ora. Sarri ha sorpreso con l'esclusione di Luis Alberto, involuto da un paio di mesi, irritante (anche per lo spogliatoio) a Madrid. Kamada lo ha ripagato con l'ordine tattico e la precisione, non con l'inventiva di cui avrebbe bisogno Immobile, senza rifornimenti. Gli sono capitati due palloni buoni sul destro, ma il giapponese non è riuscito a tirare in modo pulito e pericoloso. La Lazio, però, era viva e comandava il gioco senza concedere ripartenze. Bravo Rovella nei recuperi, l'energia di Guendouzi e lo sprint di Lazzari trasmettevano impulsi. Segnali di Felipe, ispirato come al solito quando incontra Inzaghi. Alla resa dei conti, Sarri ha tirato fuori una sola vera palla gol, inventata da Zaccagni: Ciro di testa non ha inquadrato il bersaglio.
Gol del Toro. L'Inter era in attesa, sembrava volesse invitare i biancocelesti a scoprirsi per colpire in profondità, ma il giro palla arretrato, governato dal fischiatissitno Acerbi (per la prima volta da ex all'Olimpico) era lento e involuto. C'è stato un momento preciso, intorno al trentesimo, in cui è cambiata la partita. Inzaghi ha ordinato a Darmian e Dimarco di salire. Sino a quel momento i due esterni erano rimasti schiacciati sulla linea dei difensori. L'Inter di colpo ha alzato il baricentro ed è andata a pressare al limite dell'area, cercando la palla. Un diagonale di Thuram è stato l'avviso, al resto ci ha pensato la stessa Lazio, anzi Marusic, il cui retropassaggio si è trasformato in un assist per Lautaro. Un regalone. Il Toro si è avventato come un falco sulla preda, ha dribblato Provedel, è rientrato dalla linea di fondo e ha messo in rete. Quindicesimo gol in campionato.
Bis Thuram. La Lazio non si è arresa. Il raid di Rovella, in avvio di ripresa, ha fatto gridare al gol ma si è spento con un destro fiacco addosso a Sommer. Zaccagni spingeva, Kamada stava crescendo ma Sarri lo ha tolto per far entrare Luis Alberto e un attimo dopo l'Inter ha raddoppiato. La Lazio si è fatta sorprendere dal rilancio di Sommer. Thuram ha spizzato di testa e Barella è scappato in contropiede, ha ripreso di nuovo la palla sulla respinta di Marusic e ha servito il francese, salito a rimorchio. Il figlio di Lilian ha preso la mira e ha bucato Provedel. Sotto di due gol, la Lazio si è sgonfiata. Sono saltati anche i nervi. Lazzari espulso. L'Inter era in controllo. Mikhitaryan ha mancato due volte il 3-0. Simone ha richiamato Thuram e Lautaro, entrando in modalità turnover. Sarà dura, questa volta, sfilargli lo scudetto.
• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Avvelenato il clima dell'Olimpico. La Nord ha aperto la partita con il maxi-striscione "Le aspettative non si creano in base al passato ma su quello che un club rappresenta. Roma città e i Laziali meritano una squadra degna della loro storia. Responsabili e coscienti di ciò o via dalla Lazio". Era l'inizio della notte di Lazio-Inter, alla ?ne i fischi sono scoppiati fragorosamente, erano assordanti. "Fuori le p....", è stato il grido della Nord, uno schiaffo. "Ti?amo solo la Lazio", il coro intonato contro i giocatori, molti ?schiati ai cambi, neppure Sarri può sentirsi esentato dalla protesta, montata anche sui social. La faccia, alla fine, ce l'ha messa il capitano Immobile, ha parlato per primo, ancora prima del tecnico, arrivato tardi davanti alle telecamere e in conferenza stampa: "I fischi sono meritati. Questa scon?tta ti fa pensare a ritroso - ha detto Ciro a caldo - soprattutto ai punti persi in altre gare giocate senza la stessa carica. Accettiamo il risultato, l'Inter è forte. Abbiamo fatto una grande prestazione, da qui ripartiamo per guardare avanti". Ciro ha avuto l'unica vera occasione della partita, sul cross di Guendouzi ha incornato male, spedendo il pallone fuori. Non va per la Lazio, non va per lui. Le poche occasioni che gli capitano falliscono: "Solo i risultati aiutano il morale, a far girare l'episodio dalla tua parte. E' giusto ricompattarsi in questo momento difficile, dobbiamo farlo tutti".
L'umore. È un Ciro dimesso quello che si presenta ai microfoni della radio della società. Il tono di voce è basso, si sente che fatica a parlare, deve farlo per il ruolo che ricopre, se potesse rimarrebbe in silenzio: "Nel complesso la squadra ha fatto una partita equilibrata, giusta, cattiva. Gli episodi possono girare bene o male nel calcio. L'infortunìo di Marusic ha cambiato il corso della gara, ma è uno di quei giocatori che ha sempre dato tutto, non possiamo bersagliarlo". Sarri ha lasciato Ciro in campo, gli ha associato Castellanos. Aveva tentato l'esperimento "due punte" con il Genoa, alla seconda giornata, nel giorno del secondo ko di ?la. S'era ripromesso di non farlo più. Per mesi ha ricevuto critiche per quella scelta, ieri ha deciso di riprovarci lasciando la doppia punta in campo: "Sarri farà le sue scelte, stavolta ci ha fatto giocare insieme perché si poteva recuperare e con due attaccanti potevamo essere più pericolosi". Ciro e Taty non riescono a colpire. Immobile si era sbloccato contro il Celtic in Champions, tutti pensavano che sarebbe stato un nuovo inizio. E invece no. Castellanos è rimasto all'unico gol segnato contro l'Atalanta, non ha più colpito: "Per quanto si possa dire, io e Taty ci stiamo gestendo bene, abbiamo solo bisogno di continuità". L'alternanza non favorisce la continuità di gioco. Il modulo, il 4-3-3, non permette la doppia presenza dei centravanti. Sarri non ha mai pensato di cambiare, non lo farà adesso. Ciro ha concluso la sua breve apparizione chiedendo alla Lazio solo una cosa: "Voglio rivedere la stessa Lazio a Empoli, questo mi basta".