Domenica 3 maggio 2015 - Bergamo, stadio Atleti Azzurri d'Italia - Atalanta-Lazio 1-1 3 maggio 2015 - Campionato di Serie A - XXXIV giornata - inizio ore 15.00
ATALANTA: Sportiello, Bellini, Biava, Masiello, Del Grosso, Cigarini (79' Moralez), Migliaccio, Carmona, D'Alessandro (69' Zappacosta), Pinilla (69' Bianchi), Gomez. A disposizione: Avramov, Frezzolini, Cherubin, Dramé, Scaloni, Emanuelson, Grassi, Boakye, Rosseti. Allenatore: Reja.
LAZIO: Marchetti, Basta, Mauricio, Ciani, Radu (69' Braafheid), Cataldi, Parolo, Candreva, Mauri (64' Djordjevic), Felipe Anderson, Keita (76' Perea). A disposizione: Berisha, Strakosha, Konko, Gentiletti, Cavanda, Onazi, Ledesma, Lulic. Allenatore: Pioli.
Arbitro: Sig. Orsato (Schio - VI) - Assistenti Sigg. Crispo e Tonolini - Quarto uomo Sig. Padovan - Assistenti di porta Sigg. Rocchi e Ghersini.
Marcatori: 49' Biava, 78' Parolo.
Note: ammoniti Masiello, Cataldi, Ciani, Basta, Perea e Mauricio per gioco scorretto, Sportiello per comportamento non regolamentare, Felipe Anderson per proteste. Angoli: 9-5. Recuperi: 1' p.t., 5' s.t.
Spettatori: paganti 4.801 per un incasso di euro 36.121,80, abbonati 10.678 per una quota di euro 110.406,98.
La Gazzetta dello Sport titola: "È una Lazio al rallentatore. Con l'amico Reja solo pari. Parolo risponde a Biava, ma l'Atalanta dell'ex tecnico biancoceleste fa perdere il 2° posto a Pioli: per lui una vittoria nelle ultime 4 partite".
Continua la "rosea": In un quartiere frequentato a lungo si può girovagare anche bendati: magari si rischia di inciampare, ciò però non impedirà di arrivare nella piazza principale. Edy Reja ha appena vissuto per quasi tre anni nelle terre di Lotito, sapeva come evitare di venire respinto e quasi ha trovato piazza della vittoria. Si è fermato in via del pareggio non per mancanza di strategia, ma per affaticamento, scarso cinismo e anche perché un suo "ex compaesano" come il portiere Marchetti lo ha impedito. Questo è il settimo pari in nove uscite con l'allenatore che ha sostituito Colantuono e l'Atalanta non ha fatto altro che adeguarsi al campionato: nelle ultime due stagioni le terzultime sono sempre scese a 32, quindi la media di un punto per gara permette di centrare abbondantemente l'obiettivo salvezza. Ai bergamaschi manca soltanto la certezza aritmetica, ma se avessero sempre giocato così non sarebbero ancora impegnati con i conti. Forse la Lazio è stata sorpresa dalla miglior versione atalantina stagionale. Forse ha pensato di poter sorpassare subito la Roma, in una sorta di prosecuzione della partita giallorossa dell'Olimpico, finita dopo le 14; perché al via Keita ha stampato sul palo il possibile vantaggio. Ma poi la ex seconda in classifica è stata stirata a lungo dalla quart'ultima. Almeno un'ora in cui i nerazzurri hanno giocato rapidi, rasoterra e in anticipo, sempre. Reja ha formato un 4-3-3 scomposto, con Migliaccio vertice basso del triangolo di centrocampo, guardia del corpo per Mauri (i cui movimenti sono stranoti al suo ex tecnico), oppure buttafuori per le ipotetiche incursioni di Anderson, Candreva e Keita, nelle giravolte di Pioli.
Una sistemazione poi che attraverso la lucidità eccellente di Cigarini, il migliore, ha fatto sembrare lenta e scoperta la protezione difensiva altrui. Si sono visti sprint su cui già in partenza si poteva scommettere sul vincitore atalantino, Gomez o D'Alessandro, Del Grosso o Bellini. Oppure duelli in area su cui anche Biava, laziale fino a giugno scorso, sgraffignava il tempo ai suoi sostituti Ciani e Mauricio. Il difensore ha pure segnato, Gomez ha pigliato un palo, Marchetti ha respinto da re sempre su di loro. Eppure come occasioni è finita sei a sei, perché dopo un'ora la Lazio si è riaccesa con le discese di Basta, i lampi seppur a intermittenza di Anderson, la robustezza di Djordjevic e Perea, entrati per Mauri e Keita. L'acrobazia di Parolo ha salvato almeno un punto, non la sensazione di fatica. La Lazio ha vinto una sola volta nelle ultime quattro uscite. Senza Klose, Biglia, de Vrij, la banda di Pioli ha mostrato delle falle in ogni reparto, a lungo ha dovuto ricorrere ai lanci e non al ragionamento tecnico fisico. Keita ha avuto quattro occasioni senza mai colpire, Mauricio e Radu devono dimenticare la giornata, come Candreva e Mauri. La Lazio adesso è attesa da quattro scontri con avversarie da Europa: Inter, Samp, Roma e Napoli. Questo è il mese delle sentenze: pensava di imboccarlo lanciata, invece ha dovuto rincorrere Reja che imperversava nelle vie di un borgo che conosce troppo bene per perdersi.
Il Corriere dello Sport titola: "Reja e Biava fermano la Lazio sul più bello. Sblocca l'ex difensore laziale, Parolo salva Pioli con una prodezza".
Finito un campionato, anzi, il campionato, Lazio e Roma ne tengono aperto un altro, meno importante, ma più divertente. Come divertente, emozionante e ricca è stata la partita di Bergamo, per buona parte del tempo per merito dell'Atalanta, ma nella coda anche della Lazio. Gol, pali, occasioni da rete, 95 minuti senza una pausa, con errori evidenti soprattutto nella squadra di Pioli, con un calo vistoso in quella di Reja, ma soprattutto con un calcio generoso. Non è facile imbattersi in partite così piacevoli, pensate bene e giocate meglio. Il pareggio, alla fine, è stato giusto. Lo dice pure il conto finale delle occasioni: 5 più un palo per la Lazio, 4 più un palo per l'Atalanta, che è stata più continua nella costruzione del gioco per poco meno di un'ora, poi, mentre iniziava la sua flessione atletica si è scatenato Felipe Anderson e la partita, oltre che il risultato, si è rimessa in pari. Col ritmo, con l'intensità e con una eccellente idea di Reja, l'Atalanta ha comandato nel primo tempo, anche se la Lazio avrebbe potuto piegare la partia a suo favore nei primi minuti quando Keita, con un sinistro di quelli che girano come trottole ha centrato il palo. Reja aveva schierato Migliaccio davanti alla difesa per tagliare il cammino lento di Mauri e gli incroci più rapidi di Felipe Anderson e Candreva Antonio. L'interpretazione tattica del vecchio e solido centrocampista è stata efficacissima. Non solo, quando ne ha avuto la possibilità, si è fatto vedere in zona-gol e un suo colpo di testa ha dato il via al grande pomeriggio di Marchetti che nei primi 45' ha salvato il risultato con tre acrobazie su Migliaccio, Biava e Gomez.
L'Atalanta giocava un calcio tutto di prima, un tocco e via, e la sua guida era Cigarini, spostato sul centrodestra perché al centro toccava a Migliaccio. La differenza fra le sue squadre era proprio questa: l'Atalanta prendeva colore, qualità, velocità e pericolosità, con la regia di Cigarini, un tipo di giocatore che alla Lazio stava mancando pesantemente. Con Ledesma in panchina per una condizione scadente, senza Biglia, ma anche senza de Vrij, a Pioli mancavano i giocatori con cui iniziare la manovra. Mauricio e Ciani non erano (non sono) in grado di farlo, Parolo ha altre caratteristiche e Cataldi deve crescere ancora un po' per prendere la guida della squadra. La Lazio cercava le sue punte velocissime con i lancioni lunghi e spesso sballati che partivano da dietro e la difesa dell'Atalanta aveva sempre il tempo di schierarsi con ordine, puntando sugli anticipi. Come gioco, se si escludono i primi 5 minuti, il primo tempo è stato tutto dell'Atalanta che attaccava bene sugli esterni con D'Alessandro e soprattutto con Gomez. La Lazio resisteva a fatica e a inizio ripresa proprio Gomez ha centrato il palo con una sventola di destro. Dopo il palo la palla è finita in angolo e con quel corner, una traiettoria ancora esatta di Gomez, Biava ha segnato con uno stacco micidiale sull'incerto Mauricio. La Lazio è ripartita da lì, col carattere di una squadra che non aveva nessuna voglia di lasciare punti in questo stadio. Si è svegliato Felipe Anderson che, dopo aver recuperato un contropiede di Cigarini ha dato a Keita una palla d'oro. Il giovane spagnolo-senegalese l'ha toccata male e Sportiello l'ha parata. Keita ha sbagliato un altro gol, stavolta di testa, fin quando Pioli l'ha sostituito.
Era già entrato Djordjevic, al ritorno dopo oltre 3 mesi, per Mauri, poi Perea ha preso il posto di Keita. Adesso valeva solo uno schema: palla alta per i giganti. La palla di Cataldi dalla bandierina è arrivata invece a mezza altezza, ma Parolo è stato capace lo stesso di costruirci sopra un capolavoro, segnando un gol di rara bellezza, con una mezza rovesciata che ha incenerito Sportiello. Reja, che sull'1-0 si era difeso inserendo Zappacosta al posto di D'Alessandro, sull'1-1 ha provato a riprendersi la vittoria con Moralez per Cigarini che si era fatto male. La Lazio ha avuto un ultimo guizzo e Biava ha salvato su Djordjevic. Proprio gli ex, Biava e Reja, hanno meritato gli applausi più sinceri.
Il Messaggero titola: "La Lazio rallenta. Solo un punto in casa dell'Atalanta e addio secondo posto. Segna l'ex Biava, pari di Parolo. Reja dà una lezione tattica a Pioli costretto a pagare in maniera esagerata le tante assenze".
E' stata la giornata del vecchio nocchiero Edy Reja, uomo di mare e di pallone, del suo calcio croccante, aggressivo, senza fronzoli con il quale ha fermato la marcia della Lazio e condotto l'Atalanta fuori dalle secche. Istrione prima, durante e dopo la gara quando, in mezzo al campo, ha dispensato abbracci e sorrisi ai suoi ex calciatori. Il veterano di mille battaglie ha vinto il duello tattico con Stefano Pioli che ha dovuto accontentarsi di uno sbiadito pareggio, senza recriminazioni, che ha consentito alla Roma di mettere a segno il sorpasso. L'allenatore friulano non ha sbagliato una mossa, trasmettendo ai suoi una grinta e una determinazione con le quali sono riusciti ad annullare il divario tecnico. Conosceva i punti deboli degli avversari e vi ha costruito la sfida, dominandola per lunghi tratti, soprattutto nella prima frazione. Ha mandato Migliaccio in marcatura su Mauri e il capitano non ha beccato palla, sempre anticipato dal cerbero nerazzurro. Poi ha fatto presidiare bene le corsie esterne e limitato al minimo le incursioni di Candreva e Anderson. Con Parolo e Cataldi che giocavano troppo bassi, mancavano collegamenti tra centrocampo e attacco. Non è stata solo la gara di Reja ma un altro ex ha rubato la scena con classe ed eleganza: l'inossidabile Biava che, in avvio di ripresa, ha sbloccato di testa, senza esultare dopo il gol.
Se il primo tempo dei biancocelesti era stato morbido, l'inizio del secondo appariva ancora più accidioso. La squadra continuava: a soffrire a centrocampo, dove Mauri restava enucleato dal gioco, e dove Candreva e Anderson non trovavano mai né lo spazio, né il guizzo. Una squadra in costante sofferenza che Pioli cercava di correggere, ridisegnandone l'assetto con gli innesti del rientrante Djordjevic, Braafheid e Perea. Due centravanti con gli esterni chiamati a far spiovere qualche cross in più, quando Anderson usciva dal torpore, il rendimento dei compagni saliva di tono e di carattere. Una Lazio finalmente con personalità, in grado di coprire meglio il campo e di cambiaree passo. Il pari lo firmava Marco Parolo, al nono centro stagionale, un ragazzo che non tradisce mai. Un gol spettacolare, il primo arrivato sugli sviluppi di un corner nell'intero campionato, che rendeva meno amara la trasferta contro Reja. Un punto che ha fatto sorridere solo i nerazzurri, ormai vicini alla missione salvezza e che ha lasciato molte perplessità sulla prova della Lazio. Non è stata la solita formazione volitiva, in grado di tenere in mano il pallino del gioco, di attaccare e incidere. Raramente l'abbiamo vista soffrire così e impacciata nell'impostazione. Alcuni elementi sono andati in difficoltà atletica e hanno pesato parecchio le assenze di Klose, de Vrij, Biglia, Lulic. Nella volata conterà il fattore atletico e Pioli dovrà rivedere qualcosa anche nell'assetto tattico. All'Atalanta ha concesso troppe volte il vantaggio numerico in mezzo al campo: 3 attaccanti e Mauri hanno rappresentato un lusso che ha avuto un prezzo. Nelle ultime 4 giornate ogni azzardo o scelta sbagliata diventerà decisiva. La Lazio è scivolata al terzo posto, nessun problema perché la classifica potrà subire altri cambiamenti: la deciderà il derby. Almeno per quell'occasione Pioli riavrà tutti i titolari e sarà un'altra musica, un'altra storia. Il secondo posto è ancora tutto da giocare.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Delio Rossi si era tuffato al Fontanone del Gianicolo per festeggiare un derby. Quando dagli studi di Sky glielo hanno ricordato, chiedendo se accetterebbe un bagno alla Fontana di Trevi in cambio del secondo posto davanti a Garcia, Pioli ha abbozzato un sorriso e non ha dato per chiuso il duello con la Roma. "E' un giochino entusiasmante... Nessuno di noi pensava di fare tanto e neppure gli addetti ai lavori, perché io sono attento ai pareri, avevano previsto un campionato così per la Lazio. Ci giocheremo una partita alla volta, cercando di tirare fuori il massimo. Il campionato non era finito mercoledì e non è finito a Bergamo. La penso come Garcia, quando ha detto non è importante la posizione parziale, ma soltanto quella finale. Sono d'accordo. Sarà importante ritrovarsi nella posizione giusta il 31 maggio. Sogneremo sino alla fine del campionato". Pioli all'attacco, ferocemente determinato a difendere il suo lavoro e proteggere la squadra dal clima di inevitabile delusione da cui verrà circondata. Il tecnico emiliano s'è sforzato di pensare positivo. "Per la prestazione della squadra, che non era in grandi condizioni, penso sia un punto conquistato con carattere e volontà. Abbiamo rimesso in piedi la partita, creato tante occasioni ed è un punto che ci permette di stare lì e continuare a sognare. Prima del derby con la Roma ci saranno altre partite e pensiamo alla prossima con fiducia. Si deciderà tutto nel rush finale".
Reja aveva preparato benissimo la partita e conosceva ogni segreto della Lazio. Pioli ha provato a spiegare le difficoltà. "Eravamo partiti per provare a vincere, abbiamo avuto subito una palla gol con Keita. L'Atalanta era aggressiva, molto fisica, sapevamo ci avrebbe creato difficoltà. Dovevamo muoverci di più, ci stavano addosso. Non è stata la migliore prova dal punto di vista tecnico e fisico. Ma abbiamo dimostrato carattere e maturità. Il risultato è positivo". Ha girato e rigirato la squadra. "Eravamo statici davanti, non recuperavamo palla. Dovevamo muoverci di più, anche Felipe doveva farlo". Reja, dopo aver fermato la Lazio, tornerà a tifare per la sua vecchia squadra in chiave Champions: "Il calendario non favorisce la Lazio, nelle ultime due giornate ha la sfida con la Roma e deve andare al San Paolo. Dipenderà tutto dal derby e da cosa farà il Napoli in Europa League. Se la Lazio gioca da Lazio arriverà seconda. Lo merita. E' la squadra che sta facendo vedere il miglior calcio". Biava, un altro ex, non ha perdonato: "Mi spiace aver tolto due punti ai miei ex compagni nella corsa alla Champions. Sono certo, ce la faranno. Hanno tutto per classificarsi secondi. Noi abbiamo disputato la miglior partita della stagione".