Mercoledì 25 settembre 2013 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Catania 3-1 25 settembre 2013 - Campionato di Serie A - V giornata - inizio ore 20.45
LAZIO: Marchetti, Cavanda, Ciani, Cana, Pereirinha, Candreva (88' A. Gonzalez), Ledesma, Onazi, Ederson (75' Hernanes), Lulic, Floccari (70' Perea). A disposizione: Strakosha, Berisha, Elez, Vinicius, Crecco, Felipe Anderson, Keita. Allenatore: Petkovic.
CATANIA: Andujar, Alvarez, Bellusci, Spolli, Biraghi, Plasil, Almiron (75' Tachtsidis), Guarente (58' Boateng), Monzon, Barrientos, Petkovic (58' Leto). A disposizione: Frison, Legrottaglie, Ficara, Capuano, Castro, M. Lopez, Freire, Keko. Allenatore: Maran.
Arbitro: Sig. Irrati (Pistoia) - Assistenti Sigg. Iannello e Giachero - Quarto uomo Sig. Petrella - Assistenti di porta Sigg. Peruzzo e Di Paolo.
Marcatori: 4' Ederson, 6' Barrientos, 39' Lulic, 94' Hernanes.
Note: serata fresca, terreno in buone condizioni. Espulso al 59' Bellusci per doppia ammonizione. Ammoniti Cana, Barrientos, Onazi, Alvarez. Esordio in serie A per Brayan Perea. Angoli: 8-3. Recuperi: 0' p.t., 4' s.t.
Spettatori: 25.000 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "Rilancio Lazio. Il Catania sprofonda, Maran trema".
Continua la "rosea": Ci vuole il gol del "panchinaro" Hernanes, che polemicamente non esulta, nell’ultimo minuto di recupero per dare alla Lazio la certezza che il Catania è l’aspirina giusta per curare il mal di derby. Finisce 3-1, con le reti di Ederson, Barrientos e Lulic nel primo tempo e quella del brasiliano nel finale, quando la Lazio è già da mezzora in superiorità numerica (espulso Bellusci) ma non riesce a chiudere la partita, complice anche Andujar, autore dopo una papera iniziale di almeno otto parate decisive. Lazio convalescente e con l’alibi di un gran numero di assenze, Catania sempre più giù, generoso ma nemmeno lontano parente di quello made in Argentina che era tanto piaciuto nelle ultime stagioni. L’uomo del match, più decisivo dell’arbitro Irrati che danneggia Lazio e Catania con equità, è Lulic. Eroe del derby di coppa, più di ogni altro aveva patito la scoppola giallorossa di domenica. Un condensato di errori da matita blu, a cura di giocatori e arbitro. La storia dei gol comincia con la papera di Andujar sulla punizione di Candreva: presasaponetta, Pereirinha pronto a ributtarla in mezzo, Ederson a girarsi e metterla dentro. Prosegue appena 2’ dopo con quella ancora più clamorosa di Cana che libera l’area mettendola sui piedi di Barrientos che trotterella indisturbato fino a Marchetti, scavalcandolo di fino.
E si completa con l’errore più marchiano di tutti: Guarente che in piena ripartenza del Catania consegna palla e un’autostrada senza casello a Lulic, che spara un destro terrificante dal limite. Quelli dell’arbitro sono relativi alla mancata espulsione di Cana dopo 42 minuti, un secondo giallo mancato che pesa al pari del rigore negato alla Lazio a metà del secondo tempo (Spolli su Ederson) subito dopo l’espulsione (giusta) di Bellusci. Vladimir, quello della Lazio, deve fare a meno di Klose, Konko, Radu, Biava, Dias, Biglia, Novaretti e ci aggiunge fino al minuto 76 pure Hernanes, punito con la panchina dopo il flop del derby. Il 4-2-3-1 con Ledesma e Onazi davanti a una difesa nella quale a sinistra fa il suo esordio stagionale Pereirinha è speculare a quello di Maran, nel quale Almiron e Guarente dovrebbero fare filtro davanti alla difesa, mentre davanti, indisponibile Bergessio e disperso Maxi Lopez, fa il suo esordio da titolare l’altro Petkovic, Bruno, un croato di 19 anni che Maran sostituirà dopo un’ora con Leto, rimettendoci. Pochi minuti dopo, il Petkovic laziale farà esordire, al posto di Floccari, Perea, colombiano, 20 anni. Un tipo interessante, che potrebbe tornare utile a Klose.
Dal Corriere dello Sport:
La Lazio riprende a volare. Con qualche tentennamento ma con pieno merito. Il risultato, anzi, poteva essere molto più largo. Certo, mezz’ora di superiorità numerica avrebbe dovuto agevolare i ragazzi di Petkovic ma, sembrerà strano, in undici contro dieci la Lazio ha perduto un po’ di cattiveria, di determinazione ed è stata costretta ad attendere una capriola di Hernanes al 49’ della ripresa, cioè sul fischio finale di un confuso Irrati, per dare un senso più compiuto a una gara che il Catania non ha mai dato l’impressione di poter rimettere in equilibrio (a parte il gol casuale, nato da un regalo di Cana, realizzato subito dopo il vantaggio di Ederson). A Hernanes sono stati sufficienti diciotto minuti per chiudere la pratica con un tiro radente dal limite. Il Catania, espulsione (di Bellusci) a parte, ha dato l’impressione di essere la copia decisamente sfocata della squadra vista orgogliosamente all’opera nella scorsa stagione. A livello offensivo produce poco (lo confermano i quattro tiri verso la porta di Marchetti contro la ventina prodotti dai laziali); dal punto di vista del gioco sembra aver smarrito l’identità che l’ha fatto brillare prima con Montella e poi con Maran. Lo stesso possesso-palla è da questo punto di vista impietoso, largamente favorevole alla Lazio.
Quando le squadre sono preoccupate normalmente tendono a perder palla in maniera banale, semmai anche a consegnarla agli avversari che ringraziano e capitalizzano. Lazio e Catania per motivi diversi hanno dato vita, nei primi quarantacinque minuti, a una vera e propria sagra degli errori. La sconfitta del derby ha lasciato nei ragazzi di Petkovic qualche tossina, qualche insicurezza. Poi i troppi indisponibili quasi tutti nello stesso reparto (la difesa) e l’assenza di Klose, cioè il punto di riferimento in attacco, hanno aggiunto paure. Ben più fondati, comunque, i timori del Catania arrivato all’Olimpico avendo alle spalle un ruolino di marcia da vera e propria crisi: tre sconfitte e un pari. Maran è alla ricerca del suo Catania tanto è vero che sta cambiando con una certa frequenza modulo nel tentativo di trovare un equilibrio che continua a mancare. Ieri, dopo la divagazione della difesa a tre, i siciliani sono ritornati alla linea a quattro con un solo attaccante (l’omonimo dell’allenatore della Lazio, Bruno Petkovic), Plasil che gli girava attorno. Ha cambiato anche la Lazio rinunciando a Hernanes, puntando sul doppio mediano e su Ederson trequartista centrale con Candreva e Lulic ai lati. I ragazzi di Petkovic hanno sicuramente fatto la partita, fatto più possesso-palla, tirato di più ma alla resa dei conti tutto è nato dagli errori.
Il primo gol di Ederson propiziato da un pessimo intervento di Andujar che faceva rimbalzare la palla verso Pereirinha che trovava il compagno brasiliano a pochi metri dalla porta; il pari di Barrientos agevolato da un "assist" di Cana che avrebbe voluto (inspiegabilmente) allungare il pallone a Pereirinha evidentemente facendolo passare "attraverso" l’avversario che lo pressava; il raddoppio laziale di Lulic "lanciato" da un passaggio a metà campo di Guarente. La gara è stata condizionata dalle scelte arbitrali, molte delle quali sbagliate. Ma certo l’espulsione di Bellusci (il secondo giallo ineccepibile, il primo era stato generato da proteste non del tutto infondate) ha modificato gli equilibri. Il Catania che sembrava già sufficientemente domato, costretto a risistemarsi accentrando in difesa Biraghi, abbassando Monzon e tenendo comunque due punte (Barrientos e Leto subentrato a Bruno Petkovic, con il ripiegamento a centrocampo di Plasil) solo nel finale ha creato alla Lazio qualche preoccupazione. Per il resto, molto di più ha sprecato la squadra di Vladimir Petkovic che forse ha peccato di supponenza, ritenendo ormai la storia chiusa. La vittoria che rilancia la Lazio in classifica, è comunque un segnale confortante: le amarezze del derby, seppur con qualche difficoltà, sono state smaltite e adesso si può guardare al futuro. Semmai recuperando qualche difensore visto che anche ieri sera la coppia di centrali (soprattutto sul versante di Cana) ha mostrato molte lacune. Ha esordito il giovane Perea ed è sembrato più vitale di Floccari.
Dal Messaggero:
Ci voleva la brutta copia del Catania rivelazione dell'ultimo campionato per esorcizzare i fantasmi del derby alla Lazio, che vince 3-1. Senza Lodi e Gomez dell'anno scorso i siciliani sono diventati fragili e prevedibili e per Maran è impossibile fare altri miracoli. Contro questo Catania, con solo un punto in cinque giornate e ancora a secco di vittorie, basta una Lazio con tante assenze, tra infortuni (sei i giocatori indisponibili) e squalifiche (Dias e il capitano Mauri, fermo per squalifica e che ha assistito alla partita in tribuna seduto vicino al suo legale), e senza soprattutto il suo bomber Klose, volato in Germania per farsi curare il piede. Petkovic però trova Ederson in grande serata: il brasiliano sblocca il risultato con un gol da attaccante d'area ed è quasi sempre nelle azioni biancocelesti più importanti. Bravo anche Lulic, autore di un gran gol. Ma la novità è il gol di Hernanes: il brasiliano entra nel finale di gara e segna il primo gol della Lazio del secondo tempo di questo campionato.
È stata una brutta partita con tanti errori da una parte e dall'altra e qualche calcione e spintone di troppo, anche l'arbitraggio di Irrati non è stato all'altezza. Nel primo tempo qualche dubbio per un intervento in area di Alvarez con un braccio e nella ripresa per un atterramento di Candreva. A pesare sul Catania l'espulsione di Bellusci che nell'ultima mezz'ora ha lasciato la sua squadra in dieci per un doppio giallo dopo una prima ammonizione per proteste. La partita si è infiammata subito con uno-due iniziale in 6 minuti: al 4' vantaggio biancoceleste grazie al tap-in in giravolta di Ederson dopo una punizione di Candreva non trattenuta da Andujar e l'assist di Pereirinha. Dopo due minuti a sorpresa il pari del Catania favorito da uno svarione di Cana, Barrientos ne ha approfittato beffando Marchetti con un sinistro morbido. Al 39' Lulic ha firmato il terzo gol (ma che errore Guarente) e a tempo praticamente scaduto la squadra di Petkovic, che ha fatto esordire Perea, ha messo in cassaforte il risultato con un sinistro preciso da fuori sul quale Andujar nulla ha potuto.
Il portiere ha salvato a più riprese il risultato che senza le sue parate avrebbe potuto essere ben più severo per la sua squadra. Non è riuscito invece a Maran la mossa a sorpresa del giovane attaccante croato Bruno Petkovic per la prima volta dal primo minuto. Stasera dunque c'erano due Petkovic contro, e tra giocatore e allenatore ha vinto l'allenatore. "Lo dicevo dopo il derby: la squadra è viva e l'ha dimostrato stasera con il gioco e soprattutto con il carattere e la voglia di vincere la partita - dice il tecnico dei biancocelesti, Petkovic -. Dopo l'1-1 non era facile tenere la testa alta. Dobbiamo essere più calmi in certi momenti e chiudere subito la partita". Ma il 3-1 agli etnei dà fiducia al bosniaco: "Non vedo una fragilità mentale ma un po' di superficialità. Serve più testa quando si deve chiudere la partita. Stasera siamo stati bravi a fare meno errori dell'avversario. È la strada giusta, stiamo crescendo. Ora dobbiamo essere ancora più bravi per ottenere risultati fuori casa e la prima verifica l'abbiamo con il Sassuolo: non c'è nessuna squadra materasso in serie A. Vedendo le opportunità che ha avuto stasera dobbiamo prenderla con le pinze".
Lulic, in gol e protagonista nella Coppa Italia vinta con la Roma, torna sul derby perso per sottolineare che "abbiamo perso l'andata, ma per questa c'è la rivincita al ritorno e possiamo vincerlo, ma del 26 maggio non c'è rivincita". Dopo la sconfitta nel derby che fa sempre male dovevamo ripartire con una vittoria e con una buona prestazione e ci siamo riusciti - riconosce invece Candreva -. Siamo un gruppo forte e chi ha giocato oggi si è fatto trovare pronto, ha fatto una grande partita e quindi complimenti a tutti. Manca un po' di continuità, non dobbiamo più prendere schiaffi". "Era importantissimo vincere e tornare ad avere fiducia dopo il derby, siamo contenti - gli fa eco Ederson -. Aspettavo un'opportunità, è successo con il Chievo e anche stasera. Sono contento di aver giocato dall'inizio e aver dato il mio contribuito alla squadra. È stata una prestazione buona soprattutto a livello mentale, dopo il derby era difficile".
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Un’aquila in campo, un’aquila in gol, un’aquila in volo: "Siamo contenti, siamo felici, dobbiamo continuare così. Aspettavo le giuste opportunità, le occasioni per giocare dall’inizio e sono arrivate, contro il Chievo penso di aver fatto bene servendo l’assist a Candreva e credo che la prestazione col Catania sia stata buona". Vola e non plana, Ederson. Vola più in alto che può, era indiavolato ieri sera. Il gol, le cavalcate, i suggerimenti, le corse e le rincorse. Mai visto così in forma, così forte, così veloce, così continuo, così duraturo. E’ stata la miglior partita da quando è a Roma: "E’ un momento importante per la mia carriera, sono concentrato per fare bene, per aiutare questa squadra. Era fondamentale vincere per ritrovare fiducia dopo il derby". Petkovic brinda al suo ritorno. La rinascita di Ederson, se definitiva, può rappresentare un’arma in più. Ha doti tecniche innate, gli è sempre mancata la continuità. L’urlo gli era rimasto strozzato in gola domenica, l’aveva murato De Rossi al momento del tiro, sarebbe stato il gol del pareggio. Il gol se l’è preso qualche giorno dopo: "Dopo il derby eravamo molto giù, dovevamo rialzarci e ci siamo riusciti. Abbiamo avuto tante occasioni contro il Catania, ma non le abbiamo sfruttate, c’è ancora da migliorare".
Ederson e le sue facce. Può occupare più ruoli, sa essere goleador. Ha vissuto un ritiro sereno, non è stato penalizzato dagli infortuni. L’infermeria è piena, è un bene che il brasiliano non ne faccia parte, l’anno scorso ha passato troppo tempo ai box. Ederson vola e con lui deve volare la Lazio: "Ora pensiamo al Sassuolo, la partita in trasferta è sempre difficile da affrontare. E’ vero, loro nell’ultima gara in casa hanno preso sette gol dall’Inter, ma a Napoli hanno fatto bene, hanno strappato un punto. Dovremo preparare questo match con tanta attenzione". Non c’è Klose, non può bastare Floccari, non si possono chiedere miracoli a Perea. Petkovic ha bisogno di altri uomini-gol, Ederson è tra questi, volendo può giocare anche da centravanti, l’ha fatto da giovane. Il suo manager Caliendo ha sempre creduto in lui, Ederson l’ha ringraziato: "Lui mi conosce da quando avevo 17 anni, sa bene quello che posso dare. Ho avuto periodi di difficoltà anche perché a volte metto tutto me stesso in campo, do il 200%. E per questo motivo che in passato ho accusato certi infortuni. Ora guardo avanti, voglio solo pensare a giocare". Ederson e la Lazio, una storia infinita: "Sin da quando ero a Nizza il mio procuratore era in contatto con la Lazio e prima che andassi a Lione fui vicino all’arrivo in biancoceleste. Il trasferimento non andò in porto, oggi sono felice di essere qui a Roma. Ci ho messo un po' ad arrivare, ho aspettato, ne è valsa la pena. Voglio aiutare la Lazio a vincere sempre".
Un Ederson così è una manna dal cielo, che non si fermi mai, merita di esprimersi al massimo. Un Ederson così è una validissima alternativa ad Hernanes, è un uomo che può rendersi utile in tanti ruoli, in campionato e in Europa, lontano e vicino alla porta: "Dove può arrivare la Lazio? Se è da Champions? Questo lo dirà il tempo. Sappiamo quali sono le nostre capacità, abbiamo una buonissima rosa e anche se qualcuno è infortunato gli altri sono pronti a entrare, sono pronti per dare il massimo. Pereirinha è un esempio, ha fatto bene e non giocava da tempo. Dobbiamo pensare partita dopo partita, in futuro vedremo". Ederson crede nella Lazio, crede in se stesso, crede nel futuro: "E’ fondamentale la concentrazione, se saremo ben piazzati nella seconda parte del campionato avremo le forze per andare fino in fondo, ne sono sicuro". E lui vuole esserci.
Ha ribaltato la Lazio, rimescolando carte e gerarchie. Ha cancellato gli effetti negativi del derby, scuotendo e stimolando il suo gruppo attraverso il coraggio e una feroce determinazione. Petkovic voleva riprendere la strada maestra e non ha guardato in faccia nessuno. Fuori Hernanes per scelta tecnica, dentro Ederson. Largo alla sorpresa Pereirinha, che questa estate era stato sempre infortunato e non aveva giocato neppure le amichevoli. L’ultima volta da titolare per il portoghese risaliva al 17 marzo, in occasione della trasferta con il Torino. Ha risposto alla grande. Come il colombiano Perea, debuttante e lanciato con coraggio a più di venti minuti dalla fine, richiamando Floccari, un’altra volta deludente. La squadra biancoceleste ha rischiato e convinto, ha sudato e creato diverse occasioni, senza chiudere la partita sino al terzo minuto di recupero, quando è arrivato il sigillo del Profeta, entrato nell’ultimo quarto d’ora e forse scocciato per l’esclusione iniziale. Tre gol, una vittoria più larga di quanto non abbia dimostrato l’andamento della partita e il piacere di giocare, quel divertimento in campo che aveva chiesto Petkovic alla vigilia. "Lo dicevo dopo il derby e anche dopo la Juve. La squadra è viva, non sta attraversando un brutto momento. Lo ha dimostrato con il gioco, con il carattere e la voglia di vincere. Non era facile dopo l’1-1, invece abbiamo tenuto la testa alta. La Lazio ha risposto bene, dobbiamo restare più calmi e tenere meglio la palla in certi momenti. E poi bisognava chiudere prima la partita, ci sono state tante occasioni per farlo" ha spiegato il tecnico di Sarajevo, che non ha esitato a rilanciare Pereirinha.
"Vedo i giocatori tutti i giorni in allenamento, so cosa possono dare. Pereirinha è polivalente, ha buonissima tecnica e velocità. E’ un giocatore valido". La Lazio ha ripreso a correre. Deve eliminare certe amnesie in fase difensiva che possono costare caro. "Non vedo fragilità mentale. Vedo ingenuità. Serve di più la testa e la concentrazione nei momenti in cui si deve chiudere una partita. Gli errori possono succedere, questa volta siamo stati bravi a farne meno degli avversari". Ha optato per il 4-2-3-1 con Ederson vicino a Floccari. Sono fioccate le occasioni da gol. "Il modulo non c’entra, sono le caratteristiche dei giocatori. Se cambiano, cambiano anche i compiti e la disposizione. Nel primo tempo siamo stati troppo frenetici, si voleva andare in velocità e verticalizzare subito. Così diverse volte ci siamo sbilanciati. Abbiamo corretto questo atteggiamento nella ripresa. Tutto dipende dal movimento, dalla corsa e dagli incroci che riusciamo a fare. Questo dovrebbe essere lo standard. Avevo visto certi movimenti anche con Chievo e Udinese. Per la prima volta stasera siamo stati capaci di tenere lo stesso ritmo per novanta minuti, deve essere uno stimolo a proseguire. E’ la strada giusta, stiamo crescendo, abbiamo avuto più padronanza del campo. Ancora più bravi per ottenere risultati fuori casa". Sarebbe fondamentale vincere ancora. "La prima verifica domenica con il Sassuolo. Non ci sono squadre materasso. In Italia tutti sanno stare in campo e lottano. Dopo il 7-0 sembrava di un altro mondo, dovremo prenderla con le pinze, consapevoli che dipenderà da noi".
Petkovic ha lanciato il colombiano. "Perea è entrato bene. Ha dimostrato certe qualità. Non ho avuto tempo di pensare come impiegarlo, lo sto studiando, purtroppo anche in queste partite devo cominciare a conoscerlo, quando c’è pressione e competizione. Diamogli tempo". Forse presto impiegherà anche Ederson da centravanti. "Se migliorerà come condizione fisica, potrà giocare anche da prima punta che non concede riferimenti. Per adesso sta facendo bene. Mi aspetto da lui che continui e giochi su ritmo elevato come stasera reggendo per novanta minuti".