Sabato 2 marzo 2013 - Milano, stadio Giuseppe Meazza - Milan-Lazio 3-0 2 marzo 2013 - 3.514 - Campionato di Serie A 2012/13 - XXVII giornata - inizio ore 20.45
MILAN: Abbiati, Abate, Zapata (46' Zaccardo), Yepes, De Sciglio, Flamini, Ambrosini, Montolivo, Boateng (76' Robinho), Pazzini (67' Niang), El Shaarawy. A disposizione: Amelia, Gabriel, Muntari, Salamon, Nocerino, Traorè. Allenatore: Allegri.
LAZIO: Marchetti, Pereirinha (46' Cana), Biava, Dias, Radu, Candreva, A. Gonzalez, Hernanes (70' Ederson), Ledesma, Lulic, Floccari (78' Saha). A disposizione: Bizzarri, Strakosha, Ciani, Onazi, Kozak. Allenatore: Petkovic.
Arbitro: Sig. Rizzoli (Bologna) - Assistenti Sigg. Marzaloni e Padovan - Quarto uomo Sig. Nicoletti - Assistenti di porta Sigg. Damato e Giannoccaro.
Marcatori: 40' Pazzini, 44' Boateng, 60' Pazzini.
Note: espulso al 16' Candreva; ammoniti Yepes, Pazzini e Biava per gioco falloso, Boateng e Radu per reciproche scorrettezze. Calci d'angolo: 7-3. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 45.000 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "Milan-Lazio 3-0: doppietta di Pazzini e gol di Boateng. Lo spreggio Champions finisce 3-0 per i rossoneri a S. Siro: decisiva l'espulsione di Candreva al 16'. La squadra di Allegri sorpassa in classifica e ora è terza".
Continua la "rosea": Missione compiuta: il Milan batte la Lazio e la sorpassa in classifica. Un 3-0 che al fixing di oggi significa terzo posto Champions. Una vittoria che non fa una piega viste le occasione capitate ai rossoneri, ma quanto pesa sul conto l'espulsione di Candreva dopo soli 16 minuti di gara, per un fallo che interrompe una chiara occasione da rete su El Shaarawy. Mettiamola così: la Lazio regge all'assalto, poi buca una gomma, riesce a mantenere il controllo, ma alla fine subisce il sorpasso. Incidente di percorso che innesca le reti di Boateng e Pazzini, autore di una doppietta che vale quota 12 nella classifica dei cannonieri. Ma al di là della superiorità numerica, va dato atto ad Allegri di avere costruito una inarrestabile macchina perfetta che si presta a più soluzioni e una fruttuosa rivalità, soprattutto in attacco. Senza pezzi da novanta come Balotelli, Constant, Mauri e Klose, Milan e Lazio si mettono subito alla prova: 24 sono i secondi che i biancocelesti impiegano a conquistare il primo angolo; 2' e 52 secondi ci mette il Milan per sfiorare il vantaggio prima con El Shaarawy (palla ribattuta da Marchetti che chiude sul primo palo) e poi con Pazzini, con salvataggio sulla linea di porta di Biava, dopo un intervento osé di Marchetti sul Faraone. Non si fa attendere la risposta dei romani, che al 5’ vanno al tiro con Floccari che conclude centralmente. All'11' Pazzini difende caparbiamente la palla e poi la crossa in area, dove El Shaarawy di testa alza troppo la mira, confermando che il gesto tecnico è il limite dei rossoneri. Insomma, spettacolo a tutto campo. Al 15' l'evento-linea di confine: Candreva stende El Shaarawy sulla linea dell'area di rigore. Proteste infinite. Il Milan chiede il rigore, ma il fischietto bolognese indica la punizione al limite, spedendo però il laziale negli spogliatoi anche se Dias pareva in recupero in scivolata. Calcio piazzato di Montolivo che, per la cronaca, si perde a lato.
Pur penalizzata, la Lazio non si tira indietro. Indicazioni precise quelle di Petkovic: corsa e pressing. Col rischio però di sbilanciarsi troppo e spalancare scenari al Milan. Al 26' infatti la parabola carica di effetto di De Sciglio - straordinario sulla fascia -, mancata da Pazzini e Boateng, sfiora il palo alla sinistra di Marchetti. Il difensore si ripete al 38' servendo di barba e capelli Pazzini, la cui bella girata sorvola di poco la traversa. Ma il centravanti non può fallire al 40' quando con un tap-in infila la palla generata dal contrasto tra El Shaarawy e Pereirinha dopo una corta respinta di Marchetti. Il numero 1 della Lazio al 44' compie un miracolo scacciando dalla porta la palla deviata di testa dall'impagabile Pazzini, ma sui piedi di Boateng che, altro tap-in, ribadisce in rete per il 2-0. La ripresa ha volti nuovi: Zaccardo che rileva Zapata (problemi muscolari) e Cana che prende il posto di Pereirinha. Non c'è la tensione dei primi 45 minuti, e al Milan fa comodo tenere basso il ritmo, scatenando di tanto in tanto il contropiede. C'è la morbida punizione all'11' di Hernanes che Abbiati addomestica sul fondo. E al 14' c'è il 3-0 di Pazzini, scagliato alla sinistra di Marchetti dalla distanza, approfittando di un disimpegno scellerato di Radu. Al Pazzo viene concessa la standing ovation al 22' quando lascia a Niang, altro formidabile cavallo dell'attacco rossonero. Dal canto suo El Shaarawy prova in tutti i modi a firmare il poker, ma il suo diagonale al 25' accarezza solo il palo. Allegri lo tiene in campo, rinunciando a Boateng che lascia a Robinho; attestato di stima nei confronti del profeta rossonero, molto più incisivo di quello laziale, Hernanes, mai visto all'opera. Un esempio? La palla perfetta regalata a Niang al 41', col francesino che colpisce la parte alta della traversa. Ma il 3-0 basta e avanza. Utile e rotondo per proiettare il Milan verso nuovi orizzonti, sulla scia del Napoli. Ma non ditelo ad Allegri.
Il Corriere dello Sport titola: "Milan terzo, Lazio furiosa per le decisioni di Rizzoli. Finisce 3-0 a San Siro: Rizzoli condiziona la partita espellendo Candreva al 17' per fallo su El Shaarawy al limite dell'area considerandolo chiara occasione da gol anche se c'era Dias in chiusura. Pazzini sblocca al 40' ma c'era un fallo di El Shaarawy su Pereirinha, Boateng raddoppia al 44' poi ancora il Pazzo al 60'. I rossoneri scavalcano i biancocelesti al terzo posto".
Continua il quotidiano sportivo romano: Lazio battuta dal Milan e da Rizzoli nello scontro diretto per il terzo posto. Il Milan vince 3-0, e scavalca i biancocelesti al terzo posto in classifica, ma pesano molto alcune decisioni arbitrali nel primo tempo. Nonostante le numerose assenze importanti, Petkovic avrebbe voluto giocarsela, senza difendersi troppo, ma non ce n'è stata l'occasione perché al 17' il direttore di gara ha tagliato le gambe ai biancocelesti, lasciandoli in dieci. Candreva atterra El Shaarawy al limite dell'area. Il Milan reclama il rigore, Rizzoli assegna la punizione: fin qui tutto ok. Poi però, dopo una lunga consultazione con l'assistente di porta Giannoccaro, sventola il rosso in faccia al centrocampista biancoceleste per chiara occasione da rete anche se c'era Dias che stava recuperando la posizione, quindi il Faraone non era solo davanti a Marchetti. Con un uomo in meno a San Siro dopo poco più di un quarto d'ora la partita si complica tantissimo per la Lazio, che si chiude in difesa. Difficile però resistere a lungo, anche se la manovra del Milan non è così fluida e i passaggi sbagliati sono tanti. I rossoneri giocano troppo in scioltezza e sono poco cinici sotto porta, poi però chiudono la partita in quattro minuti, con i guizzi di Pazzini e Boateng al 40' e al 44'. Sul gol che sblocca il risultato però, pesa un fallo di El Shaarawy che sbilancia Pereirinha, altro errore di Rizzoli. La Lazio, che sperava di andare negli spogliatoi sullo 0-0 e ci stava quasi riuscendo, si ritrova improvvisamente sotto di due gol.
Rientrare in partita nella ripresa è una missione quasi impossibile. I biancocelesti provano ad accennare una reazione, e all'inizio del secondo tempo si affacciano dalle parti di Abbiati con Hernanes su punizione. Al 15' però arriva la mazzata finale, con Pazzini che sfrutta un errore in disimpegno di Radu e fulmina Marchetti con un gran destro da venti metri. È la rete che chiude definitivamente la partita. La Lazio accusa il colpo e sbanda pericolosamente, rischiando di prendere altri gol. Petkovic cerca di far mantenere la calma ai suoi e ci riesce. Finisce 3-0 per il Milan, un risultato comunque pesante per i biancocelesti che così sono in svantaggio anche negli scontri diretti. All'andata all'Olimpico è finita 3-2. Il Milan prosegue il suo cammino spedito verso la Champions, e ora insidia il secondo posto, a -5 dal Napoli. La Lazio invece, dopo la vittoria contro il Pescara che aveva ridato morale all'ambiente, incassa un'altra sconfitta e scende al quarto posto. Protagonista della serata Pazzini, che con una doppietta non ha fatto rimpiangere di certo Balotelli, il grande assente del match.
La Repubblica titola: "Milan-Lazio 3-0, i rossoneri al terzo posto. Gara senza storia al Meazza, e netta vittoria dei padroni di casa, che hanno vita facile anche per l'espulsione di Candreva nella parte iniziale. Doppietta di Pazzini e rete di Boateng, per la squadra di Allegri punti d'oro in chiave Champions".
L'articolo così prosegue: L'ennesima vittoria del Milan, che nel 2013 è imbattuto, è piena di significati. A uscire dal Meazza sotto il peso di tre gol, al di là della discussa espulsione di Candreva che ha accelerato il corso degli eventi e di un episodio non chiarissimo sull'1-0, è stata infatti la Lazio, che aveva a lungo occupato, non senza merito, il terzo posto in classifica e che all'andata all'Olimpico aveva battuto il Milan, sommergendolo nel primo tempo. Ora il terzo posto è della squadra di Allegri e nessuno si sogna di contestarne la legittimità, visto che il gioco è piacevole, l'identità tattica chiara e la statura internazionale acclarata, come è emerso dal recente duello col Barcellona. Tra gli aspetti collaterali di questo successo ce n'è uno, in particolare: il ritorno di Pazzini ai livelli che gli erano valsi il lancio in Nazionale da parte di Lippi. E' come se il centravanti, riemerso da tre anni complicati, durante i quali è sembrato che gli pesasse più del dovuto la concorrenza altrui, sia in maglia azzurra sia all'Inter, avesse deciso di dare una svolta alla propria carriera, accettando proprio la rivalità più pesante, quella con Balotelli. Sostenuto da una condizione fisica che gli permette finalmente di vincere i duelli in acrobazia e in anticipo con i suoi marcatori, Pazzini può essere il perfetto finalizzatore di una manovra che, fondandosi su un 4-3-3 autentico, nelle giornate o nelle serate buone fa spiovere in area un'infinità di palloni.
"Ci sarà spazio anche per me", disse Pazzini un paio di settimane fa. "La mia carriera è sempre stata una collana di conferme da dare", ha ribadito dopo essere arrivato a 12 gol in un campionato in cui non sempre è partito da titolare. Allegri gongola: El Shaarawy, Balotelli e Pazzini sono probabilmente i tre più forti attaccanti italiani attuali. E la rivalità tra i due centravanti, oltre a sottolineare come il vero indispensabile e insostituibile nel tridente sia El Shaarawy, diventa un'arma fondamentale. Soprattutto al Camp Nou, il 12 marzo. Perché a Barcellona non ci potrà essere Balotelli, che intende comunque riprendersi subito il posto in campionato, dopo la pausa forzata, a vedere la partita a Brescia, a casa dei genitori. Ma con un Pazzini del genere difendere il 2-0 dell'andata, segnando almeno un gol decisivo a un Barça in vistosa crisi difensiva, sembra davvero possibile. Sarebbe un trionfo impensabile, per una squadra che appena due mesi fa navigava nella mediocrità, senza un orizzonte nitido.
Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Marchetti abbassa i toni, dopo la sconfitta a San Siro col Milan: "L'intervento di Candreva sicuramente non era da espulsione. Ma peccato - così il portiere biancoceleste -: questo stop non ci deve abbattere, noi dobbiamo continuare a giocarcela fino alla fine per il terzo posto". E sottolinea: "Sapevamo che qui a San Siro sarebbe stato difficile. Peccato, perché mantenendo lo 0-0 a fine primo tempo, nella ripresa avremmo potuto gestirla diversamente". Ammette la superiorità del Milan, ma c'è un punto che proprio non gli va giù. Per Vladimir Petkovic l'espulsione in avvio di partita di Candreva è stata determinante e ingiusta. "Per me non c'era - ha detto a fine partita il tecnico biancoceleste - e a quel punto è cambiata la partita. Se rimanevamo undici contro undici potevamo giocarcela alla pari. E poteva succedere di tutto". Il tecnico laziale affonda sull'espulsione di Candreva. "Tutti gli episodi sono andati a favore del Milan, ma comunque faccio i miei complimenti ai rossoneri per l'ottimo gioco e l'ottimo momento che stanno attraversando. Ma, francamente, una volta che siamo rimasti in dieci il Milan è stato superiore". Fronte caldo, nel quale interviene anche Igli Tare, d.s. della Lazio: "Ci sono stati diversi errori di Rizzoli - ha sottolineato Tare -, tra i quali l'espulsione di Candreva che mi è sembrata eccessiva, un fallo di El Shaarawy su Pereirinha in occasione del primo gol, ma questo non toglie nulla alla vittoria del Milan che ha vinto meritatamente". Il pensiero di Petkovic è chiaro: "Per me, si vede Dias che sta recuperando, e io credo che su Candreva non c'era rosso. Dopo è stata una serata molto complessa. Noi abbiamo praticamente sempre sofferto dieci contro undici. Prima, quando eravamo in parità numerica, abbiamo provato ad aggredirli, ma dopo l'espulsione di Candreva la partita è cambiata. Invece dovevamo portare il risultato fino all'intervallo, e poi provare a cambiare la partita nella ripresa. Comunque, confermo i miei complimenti e spero di recuperare al più presto tutti gli uomini della rosa".
Da La Repubblica:
C'è molta delusione in casa biancoceleste. Il Milan vince 3-0, sorpassa la Lazio e si piazza al terzo posto, ultimo utile per una qualificazione in Champions. Sin dall'inizio i rossoneri sembrano avere qualcosa in più, rischiando in due occasioni di sbloccare la gara. L'episodio chiave però arriva al 17', quando Candreva viene espulso dopo un lungo conciliabolo (durato un minuto e mezzo circa) tra arbitro, guardalinee e giudice di porta, sul risultato ancora fermo sullo 0-0: "Candreva non è l'ultimo uomo - dice Petkovic - perché si vede Dias che sta recuperando. Non so quanto tempo sia passato per prendere questa decisione, forse in futuro sarà così anche per tutte le altre. Di certo se si è trattato di un suggerimento è stato sbagliato. Mi piacerebbe comunque ripetere questa partita giocandola 11 contro 11. Siamo entrati bene in campo, contro un avversario molto forte e in un gran momento di forma. Nei primi minuti ci sono state occasioni sia per noi che per loro, abbiamo provato ad aggredirli alti. Poi purtroppo c'è stato questo episodio e quello del primo gol, quando c'è prima un fuorigioco e poi un fallo di El Shaarawy su Pereirinha". Dello stesso avviso anche il direttore sportivo Igli Tare: "La premessa è che il Milan ha giocato benissimo e ha ottenuto una grande vittoria. Nonostante questo c'è grande rabbia, perché la partita è stata decisa da tanti errori degli arbitri. Ho grande stima di Rizzoli, lo ritengo uno dei migliori del mondo, ma far passare minuti per prendere una decisione così importante penso ci abbia dato il colpo di grazia".
A prescindere dagli episodi, sul campo bocciatura per Pereirinha nel ruolo di vice-Konko. Il terzino portoghese fatica, e molto, a contenere le avanzate di El Shaarawy. È proprio su quella fascia che nascono i principali pericoli, e non è un caso che Petkovic a fine primo tempo decida di sostituirlo: "Abbiamo avuto qualche difficoltà in quel settore. Hanno spinto tanto e ha fatto bene Gonzalez ad aiutare con i triangoli difensivi. Dopo 7-8 minuti abbiamo cominciato a fare bene. Si tratta comunque di errori di concentrazione individuale che poi, quando capitano certe cose (riferimento alle scelte arbitrali, ndr) sono anche perdonabili. Le decisioni degli arbitri fanno parte del gioco e oggi, come a Firenze, non sono stati a nostro favore. Ma dobbiamo tenere il morale alto per giovedì. Un reintegro di Cavanda? Si sta allenando, ma ora non è il momento di parlare di queste cose". Adesso i biancocelesti si preparano per un lungo tour de force di quattro partite in 11 giorni prima della sosta per le Nazionali: "Spero di recuperare presto i giocatori infortunati. Non solo Klose. Ci servono ricambi, perché abbiamo tantissime partite. Dobbiamo guardare avanti, non indietro. Tenere la testa alta, essere positivi e cercare partita dopo partita di ottenere punti e passare il turno in Europa".
Anche in campionato, il tecnico non ha assoluta intenzione di mollare la presa: "Le possibilità sono le stesse di prima. Ci abbiamo creduto fino al 93', tentando di giocare in avanti creandoci qualche opportunità. Sono sicuro che la squadra rimarrà attaccata a questo treno". Dello stesso parere anche il portiere della Lazio Federico Marchetti: "Normale essere delusi quando si perde, ma siamo consapevoli che mancano ancora 11 partite e che molte saranno in casa. Le affronteremo con il piglio giusto sapendo che tutto è ancora aperto. Il Milan è una grande squadra, è partita con qualche difficoltà ma sapevo che le qualità sarebbero uscite alla distanza. Speriamo che alla fine arrivino sotto di noi. L'espulsione di Candreva? Non guardo le polemiche. Sono dell'idea che anche gli arbitri sono esseri umani e che possono sbagliare come facciamo noi. Dobbiamo stare tranquilli e vedere le cose con più serenità. Oggi ci è andata male, ma l'azione era veloce e nessuno ha dato una mano all'arbitro per prendere la decisione migliore". Nel consueto siparietto pre-partita, Claudio Lotito aveva attaccato duramente chi ha osato criticare la decisione di lasciare ai margini Cavanda, ancora alle prese con il rinnovo contrattuale. "Non siamo ostaggio di nessuno, né dei tifosi, né dei calciatori. Se non eseguono i dettami della società, possono trovare anche altre soluzioni. Nelle gare senza Cavanda abbiamo ottenuto risultati, se adesso mi dite che è diventato indispensabile, siamo finiti. Abbiamo una rosa completa, in grado di dare soddisfazioni e ottenere risultati. La scelta è stata presa dalla società in simbiosi con il tecnico".
A fine gara, il direttore sportivo Igli Tare chiede più rispetto da parte degli arbitri. "La cosa importante è fare i complimenti al Milan, che ha meritato di vincere, ma gli errori arbitrali hanno condizionato la gara: dobbiamo difendere i nostri diritti. Sul gol dell'1-0 c'è fallo di El Shaarawy su Pereirinha. L'espulsione di Candreva oggi è stata eccessiva, sono episodi che incidono tanto". Il dirigente della Lazio, complici le dichiarazioni pre-partita di Lotito, è chiamato a chiarire la questione Cavanda. "Pereirinha è un terzino destro e lo abbiamo già valutato in maniera positiva quando lo abbiamo preso. Su Cavanda ci sono scelte tecniche e di linea di comportamento: non sapete alcune cose che sono successe. Siamo i primi a lavorare per il bene della Lazio e non vogliamo farci male da soli".