1 ottobre 2017 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, VII giornata - inizio ore 15.00
LAZIO: Strakosha, Patric, de Vrij (67' Luiz Felipe), Radu (86' Mauricio), Marusic, Parolo, Leiva, Milinkovic-Savic, Lulic, Luis Alberto (72' Nani), Immobile. A disposizione: Vargic, Guerrieri, Lukaku, Di Gennaro, Murgia, Jordao, Palombi, Caicedo. Allenatore: S. Inzaghi.
SASSUOLO: Consigli, Letschert (21' Peluso, 43' Mazzitelli), Cannavaro, Acerbi, Lirola, Missiroli (59' Politano), Sensi, Duncan, Adjapong, Berardi, Matri. A disposizione: Pegolo, Marson, Gazzola, Rogerio, Biondini, Cassata, Falcinelli, Scamacca, Ragusa. Allenatore: Bucchi.
Arbitro: Sig. Maresca (Napoli) - Assistenti Sigg. Bindoni e Prenna - Quarto uomo Sig. Sacchi - V.A.R. Sig. Guida - A.V.A.R. Sig. Saia.
Marcatori: 27' Berardi (rig), 45'+1' Luis Alberto, 56' de Vrij, 58' Luis Alberto, 64' Parolo, 69' Parolo, 81' Immobile (rig).
Note: esordio in serie A per Luìs Carlos Nani. Ammonito al 24’ Berardi, al 26’ De Vrij, al 31’ Adjapong, al 45’ Sensi per gioco falloso, al 53' Immobile per proteste. Angoli: 5-4. Recuperi: 3' p.t., 2' s.t.
Spettatori: 25.000 circa.
La Gazzetta dello Sport: "Dai brividi alla goleada. Sì Lazio, 6 tra le grandi. Il Sassuolo parte bene, ma poi si scioglie: ora Bucchi è in bilico. Inzaghi vola con super Luis Alberto. La curva ci ricasca: ancora buu".
Continua la "rosea": Certi risultati sono molto più significativi di quello che sembrano. La vittoria "tennistica" della Lazio sul Sassuolo fa parte di questa categoria. Una passeggiata, per chi legge solo il risultato finale. In realtà, un potenziale pomeriggio da incubo trasformato nell’ennesimo successo, l’ottavo su dieci gare, del trionfale inizio di stagione della banda Inzaghi. Che vince (e come vince) anche quando sembra stanca e distratta. Accade per quasi metà gara, nel corso della quale il Sassuolo gioca meglio, va meritamente in vantaggio, sfiora il raddoppio, e soprattutto fa ripiombare la squadra di casa nella sindrome di Peter Pan. Quella paura (involontaria, ovvio) di diventare grande, di crescere una volta per tutte. Spesso, negli anni scorsi, la Lazio targata Lotito era rimasta vittima di questo complesso. E i primi 45 del match col Sassuolo parevano il remake di film già visti. Ma basta un ciak, la punizione-gioiello di Luis Alberto in pieno recupero di primo tempo, per cambiare trama e finale. E trasformare quella che pareva una giornata-no nella vittoria più larga ottenuta finora. La squadra stanca e impacciata della prima frazione torna così inesorabile macchina da gol (27 reti in 10 partite ufficiali). Capace di segnare anche quando bomber Immobile lascia ad altri il proscenio.
Il centravanti si iscrive solo nel finale al festival del gol, con una trasformazione dagli 11 metri (14° gol stagionale per lui). Le doppiette, stavolta, sono di Parolo e soprattutto di Luis Alberto, che dopo la magistrale esecuzione dell’1-1, marca il 3-1 con uno slalom da stropicciarsi gli occhi. Tra i due gol dello spagnolo c’è quello del rientrante De Vrij, che così cancella l’errore (fallo su Matri) che aveva consentito agli ospiti di portarsi in vantaggio (dagli 11 metri trasformava Berardi, al primo gol stagionale). Lazio perfetta, dunque, dopo quel primo tempo un po’ così, nel quale anche i suoi tifosi finiscono dietro la lavagna (ancora buu razzisti, Duncan e Adjapong i bersagli, che per fortuna finiscono dopo l’invito dell’altoparlante; ma la curva, già diffidata, rischia la chiusura). Rischia invece un campionato di sofferenza il Sassuolo. Che all’Olimpico viene maltrattato oltre i propri demeriti. Che comunque ci sono, perché nella ripresa è come se la squadra di Bucchi non entrasse in campo. Certo il tecnico (la cui posizione ora è a rischio) non è fortunato. Perde prima Letchert (distorsione al ginocchio), poi anche il sostituto Peluso (frattura al naso) ed è costretto, non avendo più centrali, ad abbandonare il 3-5-2 per passare a un 4-3-3 che fa perdere la bussola ai suoi. Ma mollare così è troppo.
Il Corriere dello Sport titola: "Una Lazio esagerata da applausi. Corre e fa sognare, gioca bene e segna tanto: la squadra di Inzaghi non sembra avere limiti. Un primo tempo a marce basse e una ripresa sontuosa: 4 reti in 13 minuti. Le magie di Luis Alberto, la carica di Marusic e la solidità di Leiva, poi il debutto di Nani e il solito... Immobile".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: È senza limiti la Lazio, difficile immaginare dove potrà arrivare, oggi corre e fa sognare dentro una ricchezza inattesa, dipinta dalla diversità di Luis Alberto, vera sorpresa di questo campionato, la corsa di Marusic, la solidità di un top player come Leiva, capace di cancellare Biglia in poche settimane. Parliamo dei giocatori nuovi di Inzaghi nella domenica in cui è stato sganciato Nani per l’esordio a venti minuti dalla fine e Immobile ha segnato su rigore a partita finita. Era l’ultimo dei sei gol, il Sassuolo era stato rimontato da una perla di Luis Alberto a un sospiro dall’intervallo e sbriciolato nella ripresa con 4 gol nel giro di 13 minuti. Un diluvio di emozioni sotto la pioggia dell’Olimpico. Bucchi avrà la sosta per provare ad uscirne. Dopo il colloquio con Squinzi, ieri è arrivata la fiducia rinnovata dal ds Angelozzi. La società gli concederà altro tempo. Ci sono state due partite in una: nel primo tempo si è visto un gran bel Sassuolo, ma la resa incondizionata della ripresa fa paura nonostante il doppio infortunio di Letschert e Peluso abbia sconvolto i piani di Bucchi. Anche Inzaghi aveva pagato con il Napoli l’emergenza in difesa, figuriamoci il Sassuolo che aveva imbroccato qualsiasi mossa per imbrigliare la Lazio e passare in vantaggio.
La Lazio è partita con le marce basse, palleggiava senza ritmo, non riusciva a creare la superiorità sulle fasce, dove solo Marusic dava l’impressione di poter passare. Adjapong e Acerbi gli avevano preso bene le misure e l’equilibrio non era saltato con il ko di Letschert, sostituito da Peluso. La squadra di Inzaghi cercava l’imbucata centrale, ma il Sassuolo era chiuso bene, sporcava l’avvio della manovra con il pressing su Patric, De Vrij e Radu, ripartiva ancora meglio, soprattutto a sinistra, dove Adjapong e Duncan ribaltavano l’azione. L’uscita sbagliata di Patric ha creato i presupposti per lanciare Matri all’uno contro uno con De Vrij, troppo lento. Contatto e l’ex attaccante della Lazio ha accentuato la caduta. Rigore trasformato da Berardi, ma il Sassuolo già in precedenza avrebbe potuto segnare con Sensi. E poi ancora Berardi e Adjapong sono andati vicini al raddoppio, la Lazio è stata salvata da Strakosha prima di svegliarsi. Nelle partite sporche servono le magie dei fuoriclasse. Come quella trovata su punizione da Luis Alberto, recuperato in extremis. Un destro "alla Del Piero" da posizione quasi impossibile. Era il quarantacinquesimo e la Lazio aveva riequilibrato la partita. Per Bucchi, invece, l’inizio del naufragio. Si era fatto male anche Peluso, rimpiazzato da Mazzitelli: senza difensori di ruolo, passaggio dal 3-5-2 al 4-3-3, definitivo con l’ingresso di Politano.
La musica, però, era cambiata dopo la sfuriata di Inzaghi nell’intervallo. La Lazio aggrediva, arrivava per prima sulla palla, si era messa a correre e non si è più fermata, travolgendo il Sassuolo, stordito dal palleggio di Leiva e Milinkovic, incapace di resistere alle folate di Luis Alberto e Immobile, vulnerabile a sinistra dove Marusic stava asfaltando Adjapong. Il raddoppio di testa lo ha firmato De Vrij, su angolo di Luis Alberto. Lo spagnolo poi è andato a segnare il terzo gol: lancio di Leiva, tocco involontario di Immobile, l’ex Depo è arrivato di corsa, ha scartato Consigli e ha depositato in rete. Negli spazi la Lazio diventa irresistibile: altro raid di Immobile, Lulic stoppato e destro di Parolo per il 4-1. Al 24' la doppietta dell’azzurro, abile a raccogliere la respinta del palo sul tiro di Marusic. Alla fine il sigillo su rigore di Immobile, steso da Mazzitelli. Di solito preferisce i gol pesanti.
Il Messaggero titola: "Lazio, sei un vero spettacolo. I biancocelesti travolgono il Sassuolo in rimonta: doppiette di Luis Alberto e Parolo, a segno anche de Vrij e Immobile".
Prosegue il quotidiano romano: Niente e nessuno può fermare il mare quando si arrabbia. Travolge tutto con una potenza devastante. Lo scoglio Sassuolo ci ha provato. È durato un tempo, poi la Lazio ha iniziato a giocare e alla fine il tabellone luminoso segnava 6-1 per i biancocelesti. Sbriciolate le velleità dei neroverdi di Bucchi, sempre più in caduta libera. Quinta sconfitta in sette gare. Volano sempre più su i ragazzi di Inzaghi,che si confermano la quarta forza del campionato con 16 punti in classifica. Impossibile negarlo, la Lazio deve essere considerata di diritto una delle big della serie A. Ha un gruppo importante, solido, che sa compattarsi nelle difficoltà. E soprattutto si diverte e fa divertire. Sono tornati a casa con i palmi delle mani arrossati i tifosi laziali presenti ieri all’Olimpico. Sorrisi, applausi e cori per tutti. Un pomeriggio che ha confermato, se ancora ce ne fosse bisogno, che Simone allena una squadra forte. Merito di un mercato condotto con intelligenza in estate e di un tecnico che, giornata dopo giornata, sta dimostrando tutto il suo talento. A proposito di talento, Luis Alberto va premiato come miglior attore protagonista. È un gioiello dello spagnolo, un prodigio che supera le leggi della fisica, ad accendere la scintilla che ha infiammato la Lazio. Eh già, perché l’inizio dei biancocelesti non è stato affatto semplice. Merito di un Sassuolo che aveva preparato bene la partita. Bucchi aveva impostato il gioco sulle ripartenze, sfruttando la velocità di Duncan e di Adjapong. Dubbio il rigore concesso da Maresca e trasformato da Berardi.
Leggero il tocco di de Vrij, Matri fa una caduta da cinema. Restano tanti dubbi sulla decisione presa da Maresca. I biancocelesti giocano con il piedino e fraseggiano troppo, concedendo il contropiede ai neroverdi. Fortuna che Strakosha è specializzato in parate decisive e così salva il risultato. Poi, come detto, sale in cattedra il Mago Luis Alberto. E pensare che Inzaghi non voleva che la calciasse lui. Nella ripresa suona tutt’altra musica. La preferita da Inzaghi e dai suoi ragazzi, che ballano sulle ali dell’entusiasmo e in appena 15 minuti chiudono la partita. Una capocciata di de Vrij, un altro passo di danza del Mago e una doppietta di Parolo. Tripudio. All’appello mancava solo l’uomo sempre presente sui tabellini: Immobile. La squadra ha giocato il resto della gara provando a farlo segnare. Alla fine Ciro ha fatto tutto da solo: ha preso palla e si è procurato un rigore che ha trasformato sotto la curva Nord. Rete numero 13 con la maglia biancoceleste. Finiti gli aggettivi per descriverlo. Ride Inzaghi, che esulta con i suoi. Urla, corre in campo e li abbraccia. Più che un tecnico, un compagno di squadra. Nella festa dell’Olimpico Simone concede la standig ovation a Luis Alberto e fa entrare Nani. Tutti in piedi allora per il talento portoghese che sfiora il gol. Sarebbe venuto giù lo stadio, già ubriaco di felicità. In campo anche Mauricio. Bellissimo l’abbraccio con il tecnico prima del suo ingresso in campo.
È la conferma che la Lazio ha uno spogliatoio unito. La squadra è matura e cresce partita dopo partita. Ha saputo resistere nel primo tempo, dopo essere entrata in campo un po’ troppo a cuor leggero. Inzaghi ha usato la voce grossa nell’intervallo. Frasi che hanno colpito nel segno, tanto da scatenare una reazione importante, rabbiosa. Non c’è stata assolutamente storia nel secondo tempo. Tutti si sono sacrificati e hanno corso anche per il compagno. Un atteggiamento fondamentale, se i biancoclesti vorranno lottare fino alla fine del campionato per le zone alte della classifica. Un tour de force concluso in maniera brillante, la sosta arriva nel momento più opportuno. Soprattutto per recuperare uomini dall’infermeria. Alla ripresa la Lazio sarà chiamata all’esame di maturità con la Juventus.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Corre la Lazio, sembra una favola: otto vittorie, un pareggio e una sola sconfitta (subendo quattro infortuni e la rimonta del Napoli) dall’inizio della stagione. La squadra di Inzaghi segna, gioca bene, si diverte e fa sognare l’Olimpico. Una rimonta da paura. E ancora nel segno di Luis Alberto, il vero top player a sorpresa del campionato. "Siamo stati bravi a rimanere in partita nel primo tempo. Mi era piaciuto l’approccio ma sbagliavamo l’ultimo passaggio, poi siamo riusciti a pareggiare prima dell’intervallo. Grazie a Luis Alberto, è stato bravissimo a segnare su punizione e ci ha fatto giocare il secondo tempo in discesa" ha raccontato Inzaghi sorridendo, perché neppure voleva che lo spagnolo calciasse in porta. "Non volevo tirasse, perché avevamo preparato qualcosa in allenamento sui calci piazzati, ma quando c’è la qualità, c’è la qualità. Non avevo visto bene dove era la palla e la posizione mi sembrava defilata". Simone è stato bravo a scegliere Luis Alberto e De Vrij, recuperati in extremis: "Devo ringraziare lo staff medico e i fisioterapisti per come li hanno rimessi in piedi. Luis aveva un piede nero e gonfio per il trauma di giovedì, ma voleva esserci". Il posto ora è suo e non glielo toglierà nessuno: "E’ un ragazzo con tanta qualità ed unisce pure la quantità: corre, è intelligente, fa tutto quello che gli diciamo. In estate ha lavorato benissimo, lo avevo provato a centrocampo. Vicino alla porta però è di un altro livello: si è conquistato il posto e dovrà continuare a giocare così".
Inzaghi ha svegliato la Lazio nella ripresa: "Dovevamo fare meglio, ho detto questo ai ragazzi all’intervallo. Il Sassuolo ci stava creando dei problemi, poi abbiamo alzato il ritmo e finito in crescendo. La ripresa è stata strepitosa, onore ai ragazzi che hanno meritato questo successo. Il Sassuolo non meritava questo risultato. Ho fatto i complimenti a Bucchi". Si sogna tra le grandi: "Dobbiamo rimanere nella parte alta della classifica. Lo scudetto? Napoli e Juve hanno dimostrato di essere le due squadre migliori, senza dimenticare l’Inter, la Roma ed il Milan. Noi vogliamo dare fastidio, vogliamo farlo a lungo". Bene la difesa: "De Vrij è stato bravissimo. Anche Radu alla sesta partita di fila, ma per questa maglia dà sempre tutto. Patric in un ruolo non suo per me è un orgoglio. Marusic ha fatto una settimana perfetta: è un ragazzo serio che lavora nel migliore dei modi e si toglierà grandi soddisfazioni. Luiz Felipe ha fatto benissimo quando è entrato". La Lazio è preparata bene dal punto di vista fisico. "C’è grandissima soddisfazione, con gli infortuni che abbiamo avuto hanno giocato quasi sempre gli stessi uomini. Stiamo bene fisicamente. Sette partite in 21 giorni? Non tutti si aspettavano questi risultati, ma abbiamo dimostrato grandi qualità e prestazioni. Dopo la sosta, ma vogliamo farci trovare pronti".
Cercava gol alternativi Inzaghi. E’ arrivata la doppietta di Parolo, centrocampista-incursore, di solito abituato a bucare i portieri. E’ la quinta marcatura multipla del centrocampista azzurro in serie A. Era andato a segno in Europa League con il Vitesse, l’ultimo gol all’Olimpico risaliva al derby perso (1-4) nell’aprile 2016 che consegnò la panchina di Pioli a Simone. Ieri si è sbloccato. E’ stata la domenica dei senatori. Radu ha blindato la difesa con una prova mostruosa ed è salito a quota 283 presenze. "Io voglio entrare nella top ten dei più presenti con la maglia della Lazio. Nell’intervallo il mister ci ha messo il suo per svegliarci. I tifosi ci hanno ricaricato. Come è successo a noi contro il Napoli, loro hanno dovuto rinunciare a due difensori centrali e sono andati in difficoltà. Secondo tempo strepitoso, nel primo avevamo sofferto le ripartenze del Sassuolo. Il gol su punizione di Luis Alberto è stato decisivo. Sinceramente non me lo aspettavo così forte, ha stupito tutti, è un ragazzo che si è messo a posto, ha capito come funziona il calcio italiano ed ora è un elemento fondamentale per noi".
Lotito e Tare hanno allestito un gruppo da sogno. "Non so se questa è la Lazio più forte da quando sono qui, sono state sempre squadre forti, magari mancava il gruppo che ha fatto sempre la differenza qui. Si vede grazie alle riserve, quando mancano dei giocatori che si sono infortunati". Radu è tornato al suo rendimento top con Inzaghi: "Se è il mio miglior momento non lo so, senza infortuni è differente. Ho giocato tante volte quando non stavo bene, lavorando come ho fatto durante le vacanze ora mi sento molto bene. Obiettivi? Speriamo di arrivare dove sogniamo, cioè in Champions. Ogni anno lottiamo per arrivarci e poi non ci riusciamo. Questa sosta ci servirà, siamo un po’ stanchi. Magari torneranno alcuni dei ragazzi che erano infortunati, dopo questa pausa si giocherà di nuovo ogni tre partite e la rosa è un po’ corta".