5 dicembre 2020 – Cesena (FC), Orogel Stadium - Campionato di Serie A, X giornata - inizio ore 15.00
SPEZIA: Provedel, Ferrer, Terzi, Chabot, Bastoni (46' Marchizza), Estevez (90' Mastinu), Ricci, Maggiore (64' Deiola), Gyasi, Nzola (90' Piccoli), Farias (69' Agudelo). A disposizione: Krapikas, Rafael, Erlic, Sala, Bartolomei, Ismajli, Vignali. Allenatore: Italiano
LAZIO: Reina, Luiz Felipe (89' Hoedt), Acerbi, Radu, Lazzari, Milinkovic (74' Escalante), Leiva (74' Parolo), Luis Alberto (59' Akpa Akpro), Marusic, Andreas Pereira, Immobile (59' Caicedo). A disposizione: Strakosha, Armini, D. Anderson, Cataldi, Fares, Moro, Correa. Allenatore: S. Inzaghi
Arbitro: Sig. Chiffi (Padova) - Assistenti Sigg. Di Iorio e Muto - Quarto uomo Sig. Di Martino - V.A.R. Sig. Massa - A.V.A.R. Sig. Ranghetti.
Marcatori: 5' Immobile, 33' Milinkovic, 64' Nzola.
Note: ammonito al 24' Bastoni, al 32' Terzi, all'82' Ricci, all'84' Akpa Akpro. Angoli . Recuperi: 0' p.t., 4' s.t.
Spettatori: partita a porte chiuse per emergenza Covid 19.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio con il minimo sforzo. Allo Spezia solo gli elogi. Bastano Immobile e Milinkovic a fare la differenza. La squadra di casa gioca bene, ma non punge in avanti".
Continua la "rosea": Il cinismo è una corrente filosofica antica, che nell’epoca contemporanea ha assunto una connotazione negativa. Ma non è sempre da denigrare, se raggiunge lo scopo con lealtà . Se volete, la Lazio è spesso cinica, perché ha il gioco e gli uomini giusti per esserlo. Come in questa occasione contro uno Spezia ordinato, con un gioco maturo per una neo promossa, persino bello in molte fasi, ma tutt’altro che cinico. Beh, la Lazio ha fatto la sua partita d’attesa, quell’attesa da quiete prima della tempesta, che nel caso fa rima con ripartenza (alta) micidiale. Ha tirato appena due volte in porta e segnato due gol. Un’imbucata per l’implacabile Immobile e una punizione procurata dallo stesso Ciro in fuga per il piede fatato di Milinkovic. Gli uomini giusti, appunto. E ora la Lazio sta nella zona di classifica che gli competerebbe, in momentanea compagnia di Roma e Napoli al 5° posto. E ora lo Spezia si lecca le ferite, si chiederà dove ha sbagliato e tirerà i conti (in rosso) con la casa provvisoria di Cesena: 5 gare, 3 sconfitte e 2 pareggi. Meno male che c’erano le trasferte, meno male che si torna a casa dal prossimo giro. Campioni e sfortuna. Per prima cosa, lo Spezia ha "sbagliato" a non ingraziarsi la Dea fortuna. Nel primo round è stata molto alta, ha giocato meglio della Lazio, ha colpito subito un palo con Estevez che ha trovato Reina pronto a sfiorare il tiro quel tanto che basta per farlo respingere dalla porta. Ma, al primo errore, ha pagato. Perché sono entrati in gioco i campioni. Milinkovic ha capito che poteva rubare palla a Maggiore, l’ha fatto e ha subito lanciato Immobile che ha tirato tra le gambe di Provedel. Ritentaci ancora Spezia. Niente. Altro palo di Bastoni a portiere battuto e altra incursione della Lazio dove Terzi non ha potuto far altro che stendere Immobile ancora lanciato a rete, per il capolavoro di Milinkovic.
Cambi decisivi. Qualcuno potrebbe pensare che la Lazio abbia giocato al gatto col topo, ma nel primo round non è stato così. Lo Spezia meritava molto di più. Invece è quello che è successo nel secondo. La Lazio ha continuato a lasciare l’iniziativa allo Spezia, ma stringendo il campo e lasciando pochi varchi. Curioso che i liguri abbiano accorciato le distanze col solito Nzola nel loro momento forse peggiore, dove sembravano ingabbiati. Ma è stata una prodezza solitaria del francese che ha superato Acerbi e pescato l’angolo lontano di Reina. Lo Spezia doveva sempre far girare la palla e spesso passarla dietro senza trovare il modo di schiacciare la Lazio nella sua area. Italiano è un tecnico deb in A che va solo lodato per come fa giocare la squadra, ma i suoi cambi non ci sono piaciuti. Il primo è stato Bastoni nell’intervallo per il più difensivo Marchizza. A meno che non stesse bene, perché? L’esterno creava seri problemi in fascia. Poi ha tolto il frizzante Farias per Agudelo. Ok l’innesto, ma perché non fuori Gyasi in giornata no? Infine, due sostituzioni nel recupero di 4’ che hanno solo fatto perdere secondi preziosi. Glieli avrebbe suggeriti volentieri Inzaghi, che invece ha cambiato gli uomini per due motivi: farli rifiatare dalle fatiche di coppa (soprattutto Luis Alberto) e coprirsi anche se così ha abbassato ulteriormente la squadra rischiando di più. E poi l’ultimo lo ha speso appunto per spezzare il ritmo. Prassi non cinismo, ovvio. Come è ovvio che lo Spezia è la neo promossa più convincente e ora che torna a casa magari torna anche la fortuna.
? Il Corriere dello Sport titola: .
Prosegue il quotidiano sportivo romano:
? Il Messaggero titola: "Lazio tre punti speziali. I biancocelesti soffrono ma battono 2-1 i liguri grazie a Immobile e Milinkovic. Sergej da applausi: assist e punizione".
Prosegue il quotidiano romano: Missione compiuta ma a fatica. Forse troppa. La Lazio torna a vincere in campionato e lo fa grazie a quel pizzico di fortuna che non guasta mai. Di buono ci sono i 3 punti (17 in classif?ica). Immobile che fa segnare l’ennesimo record. Milinkovic f?inalmente decisivo e Reina formato Champions. Per il resto l’atteggiamento non è certo dei migliori. La testa era alla sfida decisiva di martedì contro il Bruges e così i biancocelesti hanno rischiato molto più del dovuto. Questione di centimetri. La differenza che c’è tra prendere un palo e fare gol. E di legni lo Spezia ne ha centrati ben due. Sul primo è stato miracoloso Reina, sul secondo decisiva la Dea bendata. Inzaghi aveva chiesto ben altro ma tra il dire e il fare... L'approccio è sembrato molto simile a quello visto contro l’Udinese: squadra molle e con la testa altrove. Un azzardo visto che di fronte c’era lo Spezia una delle squadre più coraggiose e in forma della serie A. E non a caso i liguri hanno subito messo sotto i biancocelesti rischiando di colpirli subito a freddo con un destro di Estevez. Alla fine però conta il risultato e quello promuove a pieni voti la Lazio, stavolta più cinica che mai: due tiri e due gol. E vince anche senza aspettare troppo visto che di solito lo fa sempre nel f?inale. Ieri ha chiuso la gara nel primo tempo. l'ha controllata e quando lo Spezia l'ha riaperta (gol di Nzola) ha sofferto da grande squadra. Fondamentale la prova di Milinkovic che f?inalmente torna ad essere decisivo. Prima strappa un pallone dai piedi di Maggiore e serve l'assist a Immobile, poi chiude i conti con una punizione al bacio (bellissimo l'abbraccio con lo "specialista" Cataldi). Inzaghi ritrova quel Sergente di ferro determinante per questo tour de force. Dopo la panchina punitiva contro l’Udinese Sergej ha ripreso in mano la squadra e si è visto.
Ciro fa 30. Soprattutto quando c'è stato da lottare in una giornata dove Leiva e Luis Alberto sono apparsi sotto tono. Probabilmente entrambi avevano bisogno di riposare. E poi c’è la costante Immobile che corre spedito verso il mito Piola. E segna sempre lui, coro dedicato al Re Signori, ormai è diventato il leit motiv delle domeniche di Ciro. Quello di ieri è l’ottavo centro consecutivo tra campionato e Champions League. L'anno scorso si era fermato a sette. Tra l'altro lo Spezia è la sua trentesima vittima in serie A. Migliorato anche il feeling con le neopromosse: 35 gol in 38 partite contro le squadre che arrivano dalla Serie B. Ennesimo messaggio della Scarpa d'Oro all'Italia calcistica. Tanto Pepe. Sul podio dei migliori c’è sicuramente Reina. Il portiere spagnolo è sempre più il titolare di Inzaghi. Stracciata la concorrenza con Strakosha. A Simone il compito di non perdere del tutto il giovane albanese. Oltre alle qualità tra i pali, ieri decisivo in almeno un paio di occasioni, quello che più colpisce è la personalità da leader di Pepe. Bravissimo nel gestire i momenti decisivi della partita infondendo tranquillità a tutta la squadra. Testa al Bruges. Archiviata la pratica Spezia, ora si che la testa può essere tutta alla Champions. Sarà un’altra partita complicata da non fallire, in palio c'è mezza stagione.