Domenica 4 novembre 2012 - Catania, stadio Angelo Massimino - Catania-Lazio 4-0 4 novembre 2012 - 3.489 - Campionato di Serie A 2012/13 - XI giornata - inizio ore 15.00
CATANIA: Andujar, Alvarez, Legrottaglie, Spolli, Marchese, Izco, Lodi, Almiron (64' Biagianti), Barrientos, Bergessio (26' Doukara), Gomez (70' Castro). A disposizione: Frison, Messina, Potenza, Rolin, Capuano, Salifu, Ricchiuti, Morimoto. Allenatore: Maran.
LAZIO: Bizzarri, Konko, Biava, Dias, Cavanda (46' Brocchi), Candreva, Hernanes (46' Floccari), Ledesma, Mauri, Lulic, Rocchi (70' Kozak). A disposizione: Carrizo, Guerrieri, Ciani, Radu, Onazi, Scaloni, Cana, A. Gonzalez, Zarate. Allenatore: Petkovic.
Arbitro: Sig. Mazzoleni (Bergamo) - Assistenti Sigg. Niccolai e Meli - Quarto uomo Sig. Grilli - Assistenti di porta Sigg. Guida e Irrati.
Marcatori: 9' Gomez, 25' Lodi (rig), 29' Gomez, 69' Barrientos.
Note: ammonito al 72' Alvarez per gioco scorretto. Calci d'angolo: 7-6. Recuperi: 2' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 11.000 con 2.211 paganti e 8.711 abbonati.
La Gazzetta dello Sport titola: "Catania, il poker è servito. Travolta una piccola Lazio. Gomez sugli scudi, protagonista nel 4-0 con due gol e una super prestazione contro i romani in giornata disastrosa. A segno anche Lodi e Barrientos".
Continua la "rosea": La Lazio si chiama fuori dai giochi e regala al Catania la più facile delle vittorie, ispirato da un Gomez in giornata di grazia e facilitato da una prestazione inguardabile del centrocampo e della difesa biancoceleste. Finisce 4-0, ma è grave l'errore di Petkovic, che rinuncia a un incontrista in più in mezzo al campo, lasciando nel primo tempo Cana e Brocchi in panchina e affidandosi a un quintetto che non fa nulla per bloccare le incursioni dei veloci rossazzurri: trascinati non solo da Gomez, ma anche da Izco e da un roccioso Almiron, primo su ogni pallone. Bene anche Alvarez e Marchese sulle fasce, agevolati da Konko e Cavanda, entrambi da bocciare. Male il rientrante Hernanes (con problemi a un polpaccio e non rientrato nel secondo tempo), malissimo Lulic, delude Mauri. Ma in difesa è un disastro Cavanda, schierato esterno basso e ripetutamente in affanno con Barrientos, fino alla sostituzione con Brocchi nella ripresa. In porta, poi, Bizzarri regala il gol dell'1-0 trasmettendo insicurezze a go go al reparto arretrato. Maran ritorna al 4-3-3, Petkovic alla fine ha scelto Rocchi come sostituto dello squalificato Klose. Prima del via pañolada dei tifosi rossazzurri dopo i disastri arbitrali della domenica precedente, che il caso ha voluto colpire soprattutto proprio Catania e Lazio. Gli ospiti durano appena 5 minuti: padrona del campo, chiude il Catania in difesa e arriva al tiro con Rocchi, che sbaglia la mira a porta vuota. Poi la Lazio sparisce. Il centrocampo è altissimo e non rientra allungando la squadra pericolosamente. Così al 9' un lancio lungo di Spolli pesca a sinistra Gomez, che se ne va e fa partire da sinistra un tiro che si insacca sotto la traversa, mentre Bizzarri osserva il tutto convinto che la palla finisca alta: 1-0.
Lazio in confusione totale e Catania che col passare dei minuti ci crede e fa 2-0 al 25': erroraccio di Cavanda che permette a Izco di entrare in area, dribbling su Dias che colpisce la palla con la mano. Rigore che Lodi insacca. E quattro minuti dopo, con Doukara entrato per l'infortunato Bergessio, arriva il 3-0: Marchese scappa a sinistra e crossa, un pessimo Cavanda si perde Gomez che arriva da dietro e calcia a botta sicura: Biava ribatte oltre la linea e dopo rapida consultazione con l'assistente di linea, Mazzoleni assegna il gol. Petkovic toglie Hernanes e Cavanda e passa al 4-3-1-2, con Lulic terzino, Brocchi a centrocampo e Floccari accanto a Rocchi supportati da Mauri, ma non cambia niente. Inutile per la Lazio occupare gli spazi se non ci sono accelerate. Accelerate che invece piazza il Catania con un Gomez in grande spolvero e capace di mettere in crisi sistematicamente i rivali. Dai e dai la Lazio (un punto nelle ultime tre partite) sbatte su un muro col Catania schierato tutto dietro la linea del pallone e capace di una fiammata dopo l'altra. Su una di queste, siamo al 24', ancora Gomez scappa a sinistra bevendosi un Konko disarmante, arriva al cross, dove Barrientos deve solo metter dentro il gol del 4-0. Gomez esce con la standing ovation del Massimino e Petkovic mette dentro Kozak per Rocchi per provare probabilmente la squadra che giovedì affronterà il Panathinaikos in Europa League. I pericoli, da qui (siamo alla mezzora) alla fine del match li crea però solo il Catania, con Doukara, Lodi, Castro e Barrientos vicini al 5-0. Giusto così: grande Catania e Lazio forse stanca, di sicuro piccola piccola.
Il Messaggero titola: "Catania-Lazio 4-0. Doppio Gomez, Lodi e Barrientos. Biancocelesti nella bufera. Comincia una settimana di fuoco: prima la coppa, domenica la Roma".
L'articolo prosegue: Prima la panolada, poi la (quasi) manita. Non è il Camp Nou, ma il Massimino. Uno stadio dove la vita è dura per tutti. La Lazio lo constata sulla propria pelle venendo travolta dal furore agonistico del Catania, smanioso di cancellare in un sol colpo la rabbia per i torti arbitrali subiti contro le big (Inter, Juventus) e il rammarico per una recente vittoria sfumata per una questione di secondi (Udine). Lo sventolio di fazzoletti bianchi sugli spalti, mutuato dalla tradizione spagnola, è il preludio di novanta minuti a senso unico, nel corso dei quali gli etnei approfittano con spietatezza delle mollezze di un avversario svagato e in chiara difficoltà, atletica e non solo, di fronte alle accelerazioni rossazzurre. L'uomo in più di Maran - che azzecca il ritorno al 4-3-3 accantonando la difesa a tre - è Alejandro Gomez. Il Papu spacca la partita dopo appena nove minuti con un sinistro folgorante sotto la traversa della porta di Bizzarri, che non accenna neppure la parata. Il primo gol è il lampo più spettacolare della prestazione dell'argentino, ma non l'unico. Al suo attivo c'è anche il raddoppio, giunto intervenendo in spaccata su un cross dalla sinistra di Marchese e seguito da qualche istante vissuto in apnea dai tifosi di casa: la palla varca la linea nonostante il tentativo di salvataggio di Biava, Mazzoleni e il guardalinee Niccolai hanno un attimo di esitazione prima di convalidare la rete, il pubblico etneo trattiene il fiato temendo il replay di quanto accaduto contro la Juventus, ma stavolta il direttore di gara e i suoi collaboratori (incluso l'arbitro di porta Guida, con il quale c'è forse una consultazione via auricolare) vedono bene e assegnano il 3-0.
È solo la mezz'ora eppure la partita è di fatto chiusa, visto che solo quattro minuti prima Lodi aveva trasformato impeccabilmente il primo rigore stagionale accordato al Catania a causa di un tocco di mano in area di Dias su uno spunto di Izco. In teoria la Lazio avrebbe il tempo per provare la risalita, ma i biancocelesti non girano. Il ritorno di Ledesma e di Hernanes, sostituito nell'intervallo dopo 45' di anonimato assoluto, non conferisce spigliatezza alla manovra di Petkovic. Se poi, in assenza di Klose, i gol delle altre punte, invocati dal tecnico serbo, non arrivano (Rocchi si mangia un'occasione colossale) la rimonta diventa impossibile. L'innesto di Brocchi e Floccari in apertura di secondo tempo e il cambio di modulo (4-3-1-2) non cambiano le cose. Nonostante abbia perso a metà della prima frazione Bergessio, uscito per infortunio e rimpiazzato da Doukara, il Catania controlla la situazione e in una delle ripartenze arriva il poker grazie al solito Gomez, che va via a Konko sulla sinistra e piazza l'assist in mezzo per il comodo tocco ravvicinato di Barrientos. Nel finale gli etnei hanno almeno due-tre occasioni per siglare la cinquina: Lodi e Castro non le sfruttano, ma a Maran e al pubblico rossazzurro va bene così.
La Repubblica titola: "Catania-Lazio 4-0, Gomez dà spettacolo. La squadra di Maran domina i capitolini, impresentabili dal punto di vista fisico e tattico: il 'Papu' segna due volte e firma l'assist per il poker di Barrientos, in mezzo il penalty realizzato da Lodi".
L'articolo prosegue: Venti minuti per festeggiare. Il Catania di Rolando Maran inizia a giocare all'8' e al 28' è già avanti di tre gol, contro una Lazio in caduta libera dal 49' del match con il Milan: si è fermata lì, sulla rete del momentaneo 3-0 di Klose, e non è più ripartita. Ne approfittano, e alla grande, gli etnei, autori di una prova di grande intensità: gara sublimata dal talento scintillante del "Papu" Gomez, vero e proprio mattatore contro una difesa, quella capitolina, più simile a un presepe fuori stagione che a una retroguardia di categoria. La squalifica di Klose regala a Tommaso Rocchi un'altra uscita da titolare, dopo quella con il Torino: il 9 biancoceleste conferma di non essere in condizione, sprecando al 5' l'unica vera chance della prima frazione ospite. Mauri per Candreva, pallone che si impenna, Andujar esce di pugno: sfera sul destro del capitano laziale che mette incredibilmente a lato. Tre giri d'orologio e il Catania passa. Konko lascia un buco sulla sua corsia, Spolli serve Gomez che ha spazio per avanzare e puntare Biava: sassata di sinistro sotto l'incrocio, Bizzarri è una statua di sale e il Massimino può esplodere. L'argentino si riscatta parzialmente al 17': ancora il "Papu" protagonista, imbucata per il taglio di Barrientos e diagonale mancino, l'ex di giornata mette in corner.
La Lazio è spaccata in due, complice un centrocampo votato solo all'attacco: Petkovic schiera la mediana che andò in tilt a Napoli, con Candreva-Hernanes-Mauri-Lulic proiettati in avanti e il solo Ledesma a tentare di ricucire. Il Catania si rende nuovamente pericoloso al 23': Lodi per Bergessio che scarica su Almiron, lesto nell'apertura verso Marchese, il cui mancino è respinto da un insolitamente puntuale Konko. È il preludio al 2-0. Cavanda si addormenta, Barrientos gli soffia la sfera, il terzino resta immobile e concede il backdoor a Izco: mani di Dias, penalty sacrosanto, Lodi incrocia e spiazza Bizzarri. Maran si può permettere di rinunciare al dolorante Bergessio, dentro Doukara. Al 28' è già 3-0: Marchese fa quel che vuole sulla sinistra, cross per Gomez, lasciato solissimo da un disastroso Cavanda. L'argentino calcia al volo in acrobazia, Biava tenta il recupero disperato oltre la linea: Guida e Mazzoleni vedono bene, il pallone è dentro, la partita è virtualmente finita.
Petkovic inserisce Floccari e Cavanda, schierando i suoi con due punte e il centrocampo a rombo: non cambia nulla, le idee latitano, il Catania sa come chiudersi a riccio e ripartire. Lo fa, da manuale, al 24': Gomez protegge palla su un lancio lungo, Konko va a vuoto e il "Papu" si invola sulla sinistra, regalando a Barrientos un pallone da spingere comodamente in rete per il 4-0. Tra i siciliani Doukara che non molla un millimetro: su un suo cross è fondamentale l'uscita bassa di Bizzarri ed è sempre lui, al 35', a mettere Lodi a tu per tu col portiere. Il numero 10, solitamente molto preciso, calcia alto. Fa peggio di lui Castro, innescato dall'inesauribile Izco: Konko se lo perde, sinistro clamorosamente fuori. Le conclusioni da lontano di Candreva e Floccari servono soltanto a sporcare i guanti di Andujar: erano bastati quei 20 minuti per schiantare una Lazio che entra nel ciclo Panathinaikos-Roma-Juventus nel peggiore dei modi.
Tratte da Il Messaggero, alcune dichiarazioni post-gara:
"Mi assumo la responsabilità per la sconfitta. Una squadra che vuole essere di vertice non può fare una prestazione così". Vladimir Petkovic, tecnico della Lazio, si è espresso così al termine della partita con il Catania. "Oggi erano tre punti molto importanti che abbiamo lasciato per strada. Complimenti al Catania che ha giocato molto bene, ma le responsabilità sono tutte mie". "La sfida con la Roma non è uguale alle altre, ma noi dobbiamo farci trovare pronti a tutte le gare". Ha aggiunto Petkovic. "Sono io il primo a fare autocritica, poi analizzo la prestazione della squadra: oggi è evidente che io non sia riuscito ad entrare nella testa dei giocatori, perché dopo lo svantaggio siamo crollati e non abbiamo reagito. È un problema di testa, perché sul piano fisico eravamo pronti. Spero e penso che la squadra non abbia perso un po' di concentrazione perché la prossima abbiamo il derby: prima c'è l'Europa League, poi il derby".
Da La Repubblica:
"Dopo il gol subito abbiamo mollato, sul secondo ci siamo arresi e non abbiamo più reagito, è una cosa inaccettabile per una squadra che vuole fare un campionato di vertice. Mi assumo tutte le colpe per questa sconfitta". Vladimir Petkovic non cerca alibi: il tecnico della Lazio si sente il responsabile principale del crollo di Catania. "Non so se la squadra stesse pensando troppo al derby, in ogni caso non dovrebbe accadere". L'allenatore biancoceleste chiede più attenzione ai suoi, non solo dal punto di vista tattico. "Così come non ci siamo esaltati dopo le vittorie, dopo queste quattro partite senza successi dobbiamo rimanere tranquilli e credere nel nostro lavoro, con un'altra umiltà e un'altra testa, altrimenti non andremo lontano. Dobbiamo lavorare sul campo, partita per partita. I tre punti di oggi erano molto importanti e li abbiamo lasciati per strada, faccio i complimenti al Catania per la grande partita".
Dalla Gazzetta dello Sport:
Dopo il 4-0 di Catania, Vladimir Petkovic fa mea culpa: "Tutta colpa mia. Mi assumo le responsabilità per questa sconfitta, sembra che non abbia preparato bene la squadra a livello mentale per reagire alle cose che erano successe. Avevamo iniziato bene, poi dopo il primo gol abbiamo cominciato a fare male, quindi dopo il secondo ci siamo arresi e non abbiamo mai reagito e per una squadra che vuole stare al vertice non può essere. Siamo professionisti, dobbiamo lavorare sul campo e dare tutto, oggi c'erano in palio tre punti molto importanti che abbiamo lasciato per strada, ma complimenti al Catania. Il derby? Come dopo tante vittorie, adesso dopo questa sconfitta e queste quattro gare senza vittoria dobbiamo restare con piedi per terra, credere in quello che abbiamo fatto finora. E' un problema di testa, perché sul piano fisico eravamo pronti. Spero e penso che la squadra non abbia perso concentrazione perché la prossima abbiamo il derby. Prima c'è l'Europa League, poi il derby. La sfida con la Roma non è uguale alle altre, ma noi dobbiamo farci trovare pronti a tutte le gare".