Domenica 19 ottobre 2014 - Firenze, stadio Artemio Franchi - Fiorentina-Lazio 0-2 Campionato di Serie A - VII giornata - inizio ore 12.30
FIORENTINA: Neto, Tomovic, G. Rodriguez, Savic, Alonso, Kurtic (46' Borja Valero), Pizarro, Aquilani (78' Bernardeschi), Mati Fernandez, Cuadrado, Babacar (68' Ilicic). A disposizione: Tatarusanu, Richards, Hegazi, Basanta, Pasqual, Badelj, Brillante, Vargas, Joaquin. Allenatore: Montella.
LAZIO: Marchetti, Cavanda, de Vrij, Ciani (68' Novaretti), Radu, Biglia, Candreva, Parolo, Mauri (58' Onazi), Lulic, Djordjevic (89' Klose). A disposizione: Berisha, Strakosha, Konko, Pereirinha, Braafheid, A. Gonzalez, Ledesma, Ederson, Felipe Anderson. Allenatore: Pioli.
Arbitro: Sig. Peruzzo (Schio - VI) - Assistenti Sigg. Padovan e Tasso - Quarto uomo Sig. Passeri - Assistenti di porta Sigg. Mazzoleni e Candussio.
Marcatori: 34' Djordjevic, 92' Lulic.
Note: ammoniti Pizarro, Djordjevic, Parolo, Cavanda e Radu per gioco scorretto, Marchetti per comportamento non regolamentare, Neto per proteste. Angoli: 6-4. Recuperi: 2' p.t, 8' s.t.
Spettatori: 31.000 circa di cui 7.807 paganti per un incasso di 214.480 euro e 23.160 abbonati per una quota di 385.150 euro.
La Gazzetta dello Sport titola: "La Fiorentina a pranzo. E Pioli se la mangia. Djordjevic e Lulic a segno: terza vittoria di fila e sesto posto. I viola non divertono più e la classifica ora è preoccupante".
Continua la "rosea": A inizio campionato era bella ma ingenua. Raccoglieva tanti elogi ma pochi punti. La Lazio di Stefano Pioli ha imparato velocemente la lezione. La terza vittoria consecutiva è un inno al cinismo. Quello che serve per trasformare una squadra importante in un progetto da zona Champions. Il 2-0 con il quale la creatura di patron Lotito liquida la Fiorentina è frutto della genialità di un esterno tutto classe come Candreva (autore dei due assist), del fiuto del gol della scommessa vinta Djordjevic (acquistato a zero euro e già autore di cinque reti) ma anche della capacità di addormentare la gara nei momenti più caldi con atteggiamenti ai limiti dell'ostruzionismo. Gli otto minuti decretati dall'arbitro Peruzzo di Schio, che ha anche ammonito il portiere Marchetti per perdita di tempo, sono il secondo recupero più lungo della Serie A (furono 9 in un Perugia-Fiorentina del 2002). Pioli a fine gara ha ribadito che il suo gruppo deve continuare a crescere. Il prossimo passaggio sarà imparare a gestire con più personalità certe fasi della partita.
Intanto la Lazio sale in classifica a quota 12. Solo Juve e Roma sono fuori tiro. Nella corsa al terzo posto, che è un torneo nel torneo, tutti dovranno fare i conti con i biancocelesti. Per un tempo la formazione di Pioli mette in mostra il meglio del suo repertorio. Difesa solida nonostante assenze importanti; centrocampo ispirato dalle aperture di Biglia e grande facilità ad arrivare nell'area di rigore avversaria grazie all'abilità nell'uno contro uno dei due esterni d'attacco Lulic e Candreva. Il gol che spacca la partita al 35' nasce da una geniale verticalizzazione di Biglia e da un assist al bacio di Candreva per la deviazione vincente del serbo Djordjevic. Uno schema da manuale del calcio. Nella ripresa la Lazio smette di giocare. Abbassa di una ventina di metri il suo baricentro e passa a un superdifensivo 5-3-1-1. Insomma, alza un fortino davanti al portiere Marchetti. Una scelta che rimette in gioco una Fiorentina fino a quel momento in stato confusionale. Di colpo, la squadra di Montella diventa padrona del campo. Un tempo intero all'assalto produce un palo di Aquiliani (rovesciata spettacolare) e un sinistro di Alonso respinto involontariamente da Babacar. Poco. Questa Fiorentina non è neppure lontana parente della formazione che prima della sosta aveva travolto sempre al Franchi l'Inter. Inutile ricordare le assenze di Pepito Rossi e Gomez. I due gioielli non c'erano neppure contro i nerazzurri.
Il problema è che quando Cuadrado non fa la differenza ma gioca da sei in pagella le manovre offensive dei viola raramente escono dalla banalità. A proposito, al 26' del secondo tempo il colombiano è stato vittima di un'entrata assassina da parte di Radu. Un fallo da cartellino rosso che l'arbitro Peruzzo ha trasformato in giallo. Con un uomo in più il tentativo di rimonta della Fiorentina poteva aver un epilogo diverso. Comunque, errori arbitrali a parte, la squadra viola sembra aver smarrito quell'idea di calcio che negli ultimi anni l'ha portata a essere una delle formazioni più divertenti del campionato. E non è un caso che Borja Valero, il simbolo di quel progetto tattico, ieri sia partito in panchina e non abbia convinto quando Montella l'ha lanciato nella mischia. In attesa di trovare un nuovo percorso la Fiorentina si specchia in una classifica che è lontana dalle ambizioni della proprietà e della piazza. Sorride invece la Lazio che ha segnato il 2-0 in pieno recupero: assist di Candreva e gol di Lulic. La qualità, alla fine, ha fatto la differenza.
Il Corriere dello Sport titola: "Djordjevic esalta la Lazio. Quinto gol del centravanti serbo, raddoppio di Lulic. Biancocelesti padroni per un'ora, Fiorentina sgonfia. Discussioni per gli 8 minuti finali di recupero decisi da Peruzzo: ma c'erano tutti".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Due a zero a Firenze, la Lazio ha avanzato in questo modo la propria candidatura al ruolo di terza forza del campionato, sottraendola, almeno per il momento, alla Fiorentina. Non ci sono stati errori nel suo primo tempo, se non quello di non aver chiuso subito col secondo gol (paratona di Neto su Candreva): eccellente produzione offensiva, affidabile organizzazione collettiva, forza e gamba, la Lazio ha tenuto palla nel centrocampo della Fiorentina, l'ha esclusa dalla partita mantenendo le distanze corte fra i reparti, giocando palla a terra con linearità ma anche con buona tecnica. E' calata nella ripresa, e in certi momenti anche in modo vistoso, permettendo alla Fiorentina di riprendersi se non il risultato quanto meno il gioco. In quella fase molto viola, la Lazio è stata fortunata: palo di Aquilani con una rovesciata e respinta quasi sulla linea di... Babacar su tiro di Alonso. Ma anche nei momenti di maggiore sofferenza, la squadra di Pioli non ha mai rinunciato al contropiede. Ne ha sbagliati due (uno clamoroso) prima di piazzare il colpo definitivo, quello del due a zero al secondo minuto di recupero.
Ieri, a Firenze, era estate piena. A mezzogiorno e mezzo picchiava forte il sole sul Franchi, ma solo le teste viola sembravano surriscaldate, quelle dei laziali erano belle fresche. La Lazio giocava a un bel ritmo mentre la Fiorentina passeggiava, incapace per questo di intercettare la manovra avversaria. Una squadra in ottime condizioni contro una squadra sgonfia, era questa la partita dei primi 45’. Il continuo movimento dei laziali rendeva instabile l'assetto difensivo dei viola. Era soprattutto lo spostamento di Mauri alle spalle di Djordjevic a creare i maggiori disagi: perfino un centrale dell'esperienza di Gonzalo Rodriguez era in difficoltà. Proprio Mauri, staccandosi dalla marcatura di Pizarro, si era avvicinato al gol dopo 9'. Era il primo segnale della pressione laziale, il gol ne è stato una logica conseguenza. Gol bello per la manovra (11 passaggi consecutivi a 10-15 metri dall'area viola, gli ultimi 3 fatti in un lampo) e la conclusione, ma sia nella prima che nella seconda parte dell'azione le disattenzioni della difesa sono state determinanti: tocco di Biglia per Candreva, che Alonso aveva sciaguratamente lasciato alla sua corsia, Savic è corso per chiudere quando il miglior crossatore del campionato ha messo la palla sul primo palo per Djordjevic il cui scatto ha incenerito Gonzalo. Anche nella terza occasione della Lazio, Gonzalo era fuori posizione: Neto ha salvato su Candreva.
Prima di sbagliare gli altri due cambi, Montella ne ha fatto uno giusto togliendo dalla scena l'appannatissimo Kurtic per far entrare il più lucido Borja Valero. Forse non è stata solo quella sostituzione a far riemergere la Fiorentina, ma di sicuro adesso si stava giocando un'altra partita, come dimostrerà pure la differenza di possesso palla dei viola: nel primo tempo 44.2%, nel secondo 74.3%. Anche a Marassi, contro il Genoa, la Lazio aveva fatto un primo tempo grandioso (ancora più bello e più ricco di occasioni di questo al Franchi) e aveva decisamente rallentato nel secondo, fino a perdere una partita che avrebbe strameritato di vincere. L'amministrazione delle risorse fisiche e atletiche è per Pioli un buon argomento su cui riflettere. I viola hanno preso possesso dell'iniziativa e hanno iniziato a spingere indietro la linea laziale. Ora era Biglia ad avere problemi nella costruzione, per questo Pioli gli ha affiancato presto il dinamico Onazi. Palo di Aquilani, due pericolose conclusioni di Marcos Alonso (compresa quella respinta da Babacar), poi la sostituzione di Babacar per Ilicic spiegata da Montella con l'attacco di vomito che aveva colpito il giovane senegalese ma ingiustificata dalle sue condizioni in campo (non stava male affatto, visto che poco prima aveva subìto anche un mezzo fallo da rigore da de Vrij) e ancor di più dall'ingresso in campo di Ilicic, la cui incidenza in attacco, a partita in corso, è pari allo zero.
La Fiorentina lasciava praterie davanti a Neto e la Lazio non ha mai rinunciato a sfruttarle. Anzi. Per evitare il raddoppio Mati Fernandez ha fatto un recupero straordinario su Candreva, che però non ha sbagliato al 47' quando sono ripartiti in tre (lui, Lulic e Onazi) contro uno (Pizarro, non certo il più veloce dei viola). Tocco per Lulic e partita finita. Sì, finita dopo 8' di recupero che, con i 2' del primo tempo, fanno un totale di 100': è stata una delle poche decisioni giuste di Peruzzo che così ha deciso di rispondere alle continue perdite di tempo dei laziali.
Il Messaggero titola: "La Lazio vede l'Europa. Da Firenze arriva la terza vittoria consecutiva, seconda di fila in trasferta. I biancocelesti salgono al quinto posto. Djordjevic, un altro gol pesante, poi chiude la gara Lulic. La Fiorentina ha spinto solo nella ripresa, colpendo il palo".
Prosegue il quotidiano romano: La terza vittoria consecutiva ha riportato la Lazio ad alta quota, dove volano le aquile e dove i sogni sono più caldi ed emozionanti. Adesso la classifica ha assunto un aspetto più consono alle qualità e alle ambizioni biancocelesti, soprattutto alla luce del difficile esame superato a Firenze contro un avversario che, nella ripresa, ha dimostrato di essere una formazione con discrete qualità, nonostante le manchino le due punte titolari infortunate. Ottima la squadra di Pioli nel primo tempo, arrembante quella di Montella nel secondo e gara chiusa nel recupero dal raddoppio di Lulic, in posizione molto sospetta, nel pieno forcing nei gigliati. Pioli ha presentato un 4-3-3 con Mauri esterno ma con il capitano libero di accentrare la posizione, di entrare nel vivo della manovra, di incidere sulla qualità delle giocate. Con Candreva sempre molto largo sulla destra e Djordjevic unica vera punta di ruolo. La Fiorentina ha sofferto il pressing alto degli avversari, bravi a recuperare subito palla e nell'interpretazione della fase di non possesso. I rientri di Radu e Biglia hanno conferito maggiore personalità alla squadra che ha attaccato su tutto il fronte offensivo, esibendo una buona circolazione della palla, anche se non rare conclusioni. Montella, che ha tenuto colpevolmente fuori Borja Valero, ha visto il centrocampo annaspare in diverse occasioni e la sua formazione doversi difendere troppo basso.
A mettere a nudo le pecche della retroguardia gigliata è stato Filip Djordjevic, che ha ribadito il suo brillante momento segnando la quinta rete in 3 giornate. Il serbo ha avuto una sola occasione e l'ha finalizzata, con la prontezza e la freddezza dell'attaccante di razza. Montella, nella ripresa, ha corretto alcune scelte tattiche, inserendo subito Borja Valero ed è stata un'altra Fiorentina: organizzata, aggressiva, decisamente più incisiva, con lo spagnolo che ha gestito con agio una quantità di palloni. La Lazio è stata costretta ad arretrare nella propria metà campo, portando anche 10 elementi sotto la linea della palla, ma si è difesa con ordine, anche se talvolta con affanno dimostrando una grande voglia di vincere. E' stata salvata dal palo, su una splendida rovesciata di Aquilani, ha stretto i denti chiedendo sia a Djordjevic che ai centrocampisti un supplemento di sacrificio tattico, ha preso ammonizioni, ha rischiato, e ha colpito in contropiede con Lulic, ancora su assist di Candreva, nel secondo degli 8 minuti di un recupero-record concesso da Peruzzo. Nove punti consecutivi, la certezza Djordjevic, recuperi importanti e una maggiore autostima del gruppo hanno riportato la Lazio tra le protagoniste. Problemi ci sono ancora, però i successi permettono di lavorare meglio e aiutano a crescere.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Eroica e infinita Lazio. Ha scollinato. Di più: è la svolta. Terza vittoria consecutiva, seconda in trasferta, primo spareggio vinto per l'Europa League. Pioli ha staccato Montella ed è ripartito alla grande dopo la sosta del campionato. Una lezione di calcio sino all'intervallo, la capacità di soffrire nella ripresa: crampi e infortuni, la Lazio stava per crollare e invece ha trovato la forza per chiuderla con un'azione classica di contropiede al primo degli otto minuti di un recupero lunghissimo, forse mai visto. Pioli in estasi. "Mi è piaciuto tutto. In questa vittoria c'è tanto del nostro lavoro, dello spirito dei ragazzi. C'è anche una lezione per la squadra e per me. Nel primo tempo abbiamo cercato di interpretare bene la partita, con piglio giusto e personalità. Nella ripresa l'abbiamo fatto meno, invece dobbiamo essere sempre la squadra che produce gioco, crea, cerca di provocare un risultato. Non si deve aspettare ed essere passivi. Faceva molto caldo, era complicato tenere quei ritmi alti. Credo fosse normale che la Fiorentina prendesse campo e spingesse alla ricerca del pareggio. La Lazio ha avuto un grande cuore, abbiamo dovuto fare uno sforzo straordinario per difendere il risultato". L'approccio dopo l'intervallo non ha convinto in pieno Pioli. La Lazio si è fatta troppo schiacciare dai viola. "Se aspetti, aumentano i rischi di prendere gol e non produci. Se continui a proporre, si riducono i rischi e aumentano le possibilità di segnare un altro gol. Nei primi venti minuti la squadra è rinculata troppo davanti a Marchetti, poi abbiamo ripreso a giocare".
La Lazio ha staccato la Fiorentina, infilando la terza vittoria consecutiva. "In ogni partita ci può essere la svolta. Da questa trasferta ricevo più segnali positivi che negativi. La squadra ora è più consapevole. Credo si possa ancora alzare il livello delle prestazioni. Ora pensiamo al Torino. Avremo un impegno difficile e complicato, dobbiamo prepararlo al meglio. Poi arriveranno Verona e Cagliari. Ci sono tante partite, avrò bisogno di tutti. Siamo tanti, sarebbe l'ideale se fossimo già in Europa. Ora cercheremo di arrivarci". Pioli ha mantenuto inalterato il traguardo stagionale. "La società mi ha messo a disposizione una rosa adeguata per l'Europa e sono sicuro che siamo da primi cinque o sei posti. Noi ci prendiamo le nostre responsabilità e sappiamo quali sono i nostri obiettivi". Da allenatore non aveva mai vinto al Franchi, dove era stato protagonista per sei anni da calciatore. Oggi potrà festeggiare ancora meglio il suo quarantanovesimo compleanno. Vittoria pesantissima. "Più l'avversario è forte, più il valore è alto. Cercavamo continuità. E' stata una bella lezione tattica. Era normale non riuscire a mantenere certi livelli nel secondo tempo. I ragazzi sono usciti stremati dal campo. Mi hanno fatto un grande regalo di compleanno senza saperlo".
Montella si è lamentato e ha parlato di ostruzionismo della Lazio. Gioco spezzettato. Pioli non ha raccolto. "I miei giocatori hanno interpretato la partita con generosità, siamo stati leali e molto determinati. La Fiorentina spesso cerca l'uno contro uno, qualche fallo ci sta per il tipo di caratteristiche degli avversari. Se siamo stati concreti, cinici e attenti per portare a casa il risultato trovo solo situazioni vantaggiose. Gli otto minuti di recupero sono stati eccessivi. L'assistente e il quarto uomo mi hanno spiegato che era entrata in campo più volte la barella e per le sostituzioni". Con Biglia ha ripristinato il 4-3-3 con il continuo scambio tra Mauri e Lulic. "Ho deciso di sistemarli molto vicini perché si alternassero, entrambi possono muoversi da interni o da esterni, hanno l'inserimento, così potevano creare imprevedibilità". Ciani è uscito per crampi. "Non giocava da mesi. E' vero, gli infortuni ci stanno penalizzando. Riguardano soprattutto il distretto muscolare del polpaccio, e in passato non ci era mai capitato. Stiamo cercando di capire perché". Nei giorni scorsi ha riunito la Lazio a Formello e prima dell'allenamento tutti insieme hanno cantato "So' già du ore". Nel ritiro tedesco di Marienfeld avevano cominciato con l'inno "Vola Lazio Vola". Pioli ha sorriso. "Mi piace cantare, anche se non sono intonato. I miei giocatori cantano spesso sotto la doccia. Gli inni della Lazio sono di una bellezza incredibile. Mi piace stare con la squadra. Non volevo si sapesse. "So' già du ore" fa capire cosa significa essere laziali, vogliamo stare bene insieme, ma siamo solo all'inizio. Quando si vince è più facile. Quando abbiamo perso qualche partita, il gruppo ha dimostrato senso di appartenenza anche nel momento negativo".
Sì, può essere la svolta: "Sarà una svolta vera se vinceremo anche domenica contro il Torino, ci serve continuità, la stiamo trovando. Abbiamo il potenziale per vincerle tutte, ma servono questa umiltà e questa voglia di lottare. Possiamo fare un percorso importante, possiamo dire la nostra, c'è il potenziale per vivere un grande campionato, ne siamo consapevoli. Abbiamo voglia di tornare in Europa". Marco Parolo tutto d'un fiato, parla come gioca. Dichiarazioni a raffica, un segnale di determinazione, di fame di vittorie. La svolta va certificata e per centrarla il tris di successi deve diventare un poker: "Volevamo dare continuità alle vittorie precedenti e ci siamo riusciti, era importante fornire una dimostrazione di forza a Firenze. Abbiamo dimostrato la nostra mentalità, l'atteggiamento è stato ottimo nel primo tempo, potevamo andare in vantaggio anche prima. Ci sta soffrire in casa della Fiorentina, abbiamo controllato bene la partita tranne che in qualche episodio. Questa Lazio ha un'identità chiara, chi ha giocato fin qui ha fatto sempre bene".
Parolo morde, così come tutta la Lazio. Piace l'atteggiamento, la grinta ritrovata, l'aggressività agonistica: "Volevamo impostare la partita secondo la nostra mentalità, volevamo essere aggressivi e non concedere occasioni. Abbiamo giocato un grande primo tempo, poi c'è stata la reazione della Fiorentina e ci siamo abbassati troppo. La Lazio è una squadra tosta, faccio i complimenti a chi è entrato, ad esempio Ciani e Novaretti. Questo deve essere il nostro spirito, così possiamo andare lontano". Pioli (oggi è il suo compleanno) è ben seguito, il pensiero di Parolo è chiaro: "Compie 49 anni? Se li porta bene (risata, ndi). E' una guida sicura, siamo i suoi uomini e per lui mettiamo in campo le nostre qualità, sappiamo cosa fare. Se dimostriamo questo spirito di unione, come dice anche l'inno laziale, possiamo dire la nostra. Abbiamo un campione del mondo come Klose che entra dalla panchina, abbiamo un vice campione del mondo come Biglia che è rientrato da un infortunio ed è un grandissimo giocatore. Se ognuno corre per il compagno siamo più di undici". L'unione fa la forza ed anche la differenza: "Se ci muoviamo da squadra le giocate le troviamo, in tanti nella Lazio possono fare la differenza. Abbiamo la percezione di essere un gruppo importante, vogliamo lottare per vincere, per centrare i risultati". Lo scontro con Aquilani? Solo qualche scintilla: "E' stata una partita maschia, nessuno è entrato con cattiveria e non credo nemmeno ci sia bisogno di chiarirsi. Sono solo scontri di gioco".
I gol di Djordjevic iniziano ad essere pesanti. Parolo s'è congratulato col serbo: "Lui è un valore aggiunto, da quando sono arrivato ho visto le sue caratteristiche importanti, è uno che corre tanto e aiuta la squadra, può fare la differenza con e senza possesso palla. E' un ragazzo umile e tranquillo, ha tanta voglia di fare, anche la squadra lo sta aiutando a crescere. Ha la cattiveria del calciatore vero, è convinto dei propri mezzi. Con Klose come alternativa in avanti siamo messi bene". I complimenti sono stati rivolti anche a Biglia: "Dà equilibrio e dinamicità, è una pedina fondamentale, quando manca si sente l'assenza". E Parolo come si giudica? Gioca sempre, non manca mai: "La Lazio non può fare a meno di nessuno, siamo tutti importanti in questa squadra, lo spirito deve essere sempre vincente, bisogna uscire dal campo esausti. Guardiamo partita dopo partita, ero sicuro che i risultati e i punti sarebbero arrivati anche dopo la sconfitta di Milano". Avanti così, è questa la nuova sfida.