1 ottobre 2016 - Udine, Dacia Arena - Campionato di Serie A, VII giornata - inizio ore 20.45
UDINESE: Karnezis, Heurtaux, Danilo, Felipe, Adnan, Kone, Kums, Badu (78' Jankto), De Paul (63' Peñaranda), Zapata, Perica. A disposizione: Scuffet, Perisan, Wague, Angella, Balic, Armero, Lodi, Fofana, Evangelista, Thereau, Matos. Allenatore: Iachini.
LAZIO: Strakosha, Patric, de Vrij, Hoedt, Lukaku, Parolo, Lulic (85' Leitner), Felipe Anderson, Milinkovic Savic, Keita (80' Djordjevic), Immobile (76' Lombardi). A disposizione: Vargic, Borrelli, Radu, Wallace, Prce, Cataldi, Murgia. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Russo (Nola - NA) - Assistenti Sigg. Carbone e De Pinto - Quarto uomo Sig. Gava - Assistenti di porta Sigg. Di Bello e Pinzani.
Marcatori: 28' Immobile, 54' Keita, 61' Immobile.
Note: esordio in Serie A per Moritz Leitner. Ammonito al 21' Heurtaux, al 40' Felipe, all'84' Patric. Angoli 4-9. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 16.648 di cui paganti 5.874 e abbonati 10.774 per un incasso totale di Euro 79.457,00.
La Gazzetta dello Sport titola: "E la Lazio non è da meno. Udinese, 3 sberle e fischi. Due gol di Immobile e uno di Keita proiettano anche la squadra di Inzaghi al 3° posto e schiantano Iachini, al quarto k.o. in 7 turni".
Continua la "rosea": Cara Lazio, quale modulo indossiamo stasera? Simone Inzaghi ha un vestito tattico per ogni occasione e gli piace cambiare adattandosi anche alle caratteristiche dell'avversario. La sua squadra lo segue probabilmente divertita e sicuramente conquistata dalla duttilità e all'imprevedibilità del giovane allenatore. Saper indossare bene allo stesso modo i jeans o un vestito elegante è sicuramente una qualità e Inzaghi sta dando alla sua Lazio un look cangiante e quasi sempre accattivante. Ieri a Udine per la quinta volta in sette giornate Simone ha cambiato modulo: dopo il 4-3-3, il 3-4-3, il 3-5-2 e il 3-4-1-2 ha presentato a sorpresa il 4-1-4-1. E ha dominato la partita. Una grossa mano gliel'hanno data l'impresentabile Udinese e Beppe Iachini, che invece ha insistito sul 4-3-1-2 che in questo momento i bianconeri non possono permettersi almeno contro avversari più forti. Vedremo quindi nelle prossime tappe quale sarà il vero volto della Lazio, che intanto ieri sera si è addormentata al terzo posto e in attesa delle partite di oggi si gode un inizio di campionato sicuramente confortante.
Nel modulo utilizzato ieri sera Parolo si piazza davanti alla difesa, Anderson e Keita si sobbarcano il doppio lavoro sulla fascia (di più il brasiliano, per la verità), Milinkovic Savic e Lulic vanno a caccia del pallone e Immobile corre dove lo portano la generosità e il senso del gol. Inzaghi chiede una pressione alta per far venire subito a galla la difficoltà dell'Udinese nella fase di impostazione. Una difficoltà che ha radici tattiche più che tecniche perché Kums è un regista di qualità, ma sembra che lui e i compagni siano sintonizzati su frequenze diverse. Non c'è fluidità di gioco anche perché non c'è movimento senza palla, Kone si vede troppo poco, i terzini non salgono mai e così tutto è affidato alle velleitarie iniziative di De Paul, i cui dribbling sono sempre privi di efficacia perché non producono mai passaggi o tiri. È un peccato perché Zapata conferma potenza e dinamismo, ma riceve palla solo quando è decentrato: gli riesce abbastanza difficile crossare e poi andare al centro per deviare lui stesso di testa. E lo stesso Perica, per quanto poco attivo nella prima parte della gara, è stato bravo a non mollare e ha avuto un paio di occasioni nella ripresa. Il potenziale offensivo dell'Udinese è buono (ieri mancava Thereau, in tribuna per una contrattura alla schiena), ma gli attaccanti vanno innescati in un certo modo altrimenti sono facilmente controllabili.
Il pubblico del Friuli ha espresso la propria delusione con fortissimi fischi a fine gara, la sosta arriva al momento giusto perché l'Udinese ha conquistato appena un punto nelle ultime quattro partite e dimostra grande confusione oltre a una preoccupante fragilità difensiva. La Lazio ha aggredito la partita fin dall'inizio, pur senza alzare particolarmente i ritmi. Il primo gol nasce da corner (batte Anderson, torre di Milinkovic Savic, colpo di testa vincente di Immobile mentre Adnan osserva la scena) ed è la sesta rete aerea in campionato della squadra biancoceleste: nessuno finora ha fatto meglio. A inizio ripresa è stata palese la ricerca del gol del k.o. e Inzaghi se l'è goduto al 9' (assist verticale di Anderson per Keita) mentre l'Udinese era già quasi rassegnata. Il resto è accademia, nobilitata dall'azione più bella della partita: la palla scorre veloce tra Parolo, Lulic e Immobile che inchioda Karnezis senza pietà. Il 4-1-4-1, reso incisivo dal grande movimento degli attaccanti, ha tolto ogni punto di riferimento all'Udinese e la Lazio ha giocato in scioltezza. Aveva ragione Inzaghi: per la serata del Friuli era l'abito giusto.
Il Corriere dello Sport titola: "Che Show. E' una Lazio grandi firme. Immobile: la sua prima doppietta. Keita da applausi. Strakosha si supera: i biancocelesti prendono il largo".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: E' la Lazio di Keita, Immobile e Felipe Anderson, il tridente dei sogni. Per la prima volta giocavano dall'inizio e con l'assetto giusto. Immarcabili, imprendibili, devastanti. Un incubo per la difesa dell'Udinese, asfaltata con tre gol e uscita tra i fischi e la contestazione (inusuale) del Friuli. Ma è anche e soprattutto la Lazio di Simone Inzaghi, bravo a tornare sui suoi passi dopo qualche esperimento oppure perché doveva solo aspettare il momento giusto per sganciarli. Prepara benissimo le partite. Non sbaglia una mossa e fa risultati. Gli serviva Keita in forma e poi sarebbe stato pronto dopo aver costruito in corsa un gruppo d'acciaio sostenuto dall'esperienza di Parolo, dalla corsa inesauribile di Lulic e da un difensore di classe mondiale come de Vrij. Già, perché la grande notizia è il ritorno dell'olandese a livelli d'eccellenza dopo un infortunio tremendo e un anno di inattività. Seconda vittoria consecutiva. Un colpo in trasferta per cominciare a pensare in grande o almeno all'Europa League, obiettivo dichiarato dalla società. Inzaghi, dopo tanta pretattica, alla fine è partito con il 4-1-4-1. Versione appena più prudente del 4-3-3 perché Felipe e Keita in fase di non possesso rientravano sulla linea di centrocampo. Simone ha perso Radu, sostituito da Lukaku, e non aveva Biglia, così ha sistemato Parolo davanti alla difesa con l'idea di marcare De Paul.
In realtà anche l'argentino controllava il centrocampista azzurro. La manovra della Lazio all'inizio era lenta e orizzontale. Senza play di ruolo il pallone lo facevano girare soprattutto i quattro difensori con l'appoggio a Felipe e Keita, uno a destra e l'altro a sinistra, piazzati lungo la linea laterale. L'Udinese soffre le palle laterali e quello era l'unico modo di cercare profondità nell'azione. La Lazio teneva palla (61,6% all'intervallo) ma non riusciva a sfondare. Lulic e Milinkovic avevano iniziato prendendo una posizione molto alta, poi si sono abbassati perché Kone e Badu gli scivolavano alle spalle e giocavano liberi tra le linee. Iachini teneva largo Perica a sinistra per mettere sotto pressione Patric e togliere riferimenti a de Vrij e Hoedt. La coppia olandese non si è mai scomposta e controllava Zapata. Un colpo di testa del colombiano e la girata da posizione impossibile di Kone sono stati gli unici squilli dell'Udinese nei primi dieci minuti. La Lazio ha controllato l'avvio e poi si è accesa lentamente, prendendo campo e controllo della partita. Ha avuto la pazienza e la forza di aspettare. E' stato ovviamente Keita a creare i presupposti del gol. Il senegalese ha prodotto la prima fiammata (Felipe anticipato di un soffio) con una delle sue serpentine e quasi alla mezz'ora con un tiro velenosissimo ha fatto venire i brividi a Karnezis. Sull'angolo calciato da Felipe, Milinkovic ha colpito di testa, il pallone è finito sulla fronte di Immobile, che è riuscito a piazzare il pallone nell'angolo. Sesto gol di testa della Lazio dall'inizio del campionato.
Un tempo per pilotare la partita, un quarto d'ora nella ripresa per chiuderla con un cinismo e uno strapotere impressionante. La Lazio dopo l'intervallo ha cambiato marcia in un modo semplice ma efficace: verticalizzando il gioco. Gli spazi si stavano aprendo e quando Keita ha lasciato la fascia per avvicinarsi a Immobile l'Udinese è crollata, devastata dalle ripartenze. Il raddoppio è arrivato dopo le occasioni fallite da Lulic e Felipe. De Vrij ha fermato in modo maestoso il blitz di Zapata e ha riavviato subito l'azione. Keita era sul filo del fuorigioco, si è aperto lo spazio con il corpo e ha dettato il passaggio in profondità di Felipe: era solo davanti a Karnezis, tocco morbido d'esterno per ingannare il greco in uscita e gol sotto il settore ospiti popolato dai tifosi della Lazio in festa. Era il nono. Quattro minuti dopo il tris calato da Immobile. Inserimento di Parolo e palla scaricata su Lulic, la sponda del bosniaco ha favorito Ciro, diagonale e doppietta. L'Udinese era alle corde, ha tentato la reazione: due prodezze di Strakosha su Perica e palo di Lombardi, appena entrato al posto di Immobile. Questa Lazio può diventare grandissima e ha risorse infinite.
Il Messaggero titola: "Ciro-Balde, avanti Lazio. I biancocelesti vincono a Udine con 2 gol di Immobile e uno dell'ottimo Keita e salgono al 3° posto in classifica. Successo strameritato per la bontà della prestazione e l'applicazione di tutti i giocatori in entrambe le fasi".
Prosegue il quotidiano romano: Che bella Lazio. La settimana passata sui libri di scuola ha permesso ai biancocelesti di arrivare all'esame Udinese molto preparati. I ragazzi d'Inzaghi fanno un'ottima figura meritandosi gli applausi dei circa 500 tifosi laziali presenti al Friuli. Netto il 3-0 con cui la Lazio supera i bianconeri regalandosi per una notte il terzo posto in classifica. Bella, compatta e cinica, questi gli aggettivi che ben descrivono la prova di Immobile e compagni. Ed è proprio Ciro ad aprire le marcature con un colpo di testa a fine primo tempo. Il raddoppio, quello che dà la mazzata definitiva agli uomini di Iachini, arriva ad inizio secondo tempo grazie ad una combinazione al bacio Anderson-Keita. Il tris finale è ancora d'Immobile che conclude un'azione stile tiki-taka. La Lazio inizia decisamente con un altro spirito la gara contro l'Udinese. I biancocelesti sono più aggressivi e giocano più da squadra. Il lavoro meticoloso fatto da Inzaghi in settimana sul possesso palla si vede, Parolo e compagni fanno girare molto il pallone non buttandolo quasi mai via. Ad essere puntigliosi si potrebbe dire che quella di Iachini è la squadra peggiore nelle statistiche relative al possesso. Però va detto che i lanci lunghi visti contro l'Empoli allo Stadio Friuli non ci sono stati e questo 4-3-3 va che è una meraviglia.
In campo tutti si cercano e sfruttano bene l'inserimento del compagno. Lulic ha il compito di attaccare e dare una mano a Parolo in fase difensiva. Partita di grande sacrificio per il bosniaco. In difesa però i biancocelesti ballano un po', normale per una linea a quattro inedita che Inzaghi è costretto a schierare per il forfait di Radu, alle prese con qualche linea di febbree costretto adaccomodarsi in tribuna. Lukaku spinge molto ma si perde De Paul nel primo brivido che i bianconeri creano a Strakosha. Alla fine però è la Lazio a passare in vantaggio con un colpo di testa d'Immobile. Lui, il più basso di tutti, è bravo a fruttare una palla piazzata da Milinkovic in area dopo un corner, indirizzandola sul palo più lontano di Karnezis. Sesto gol su undici fatto di testa. Peccato perché i primi 45 minuti potrebbero finire anche con un punteggio più rotondo ma Anderson serve con troppa sufficienza un pallone ad Immobile lanciato a rete sbagliando i giri. Errore che fa infuriare Inzaghi. Nella ripresa, punto debole di questa prima Lazio d'Inzaghi, il ritmo non cala. Il giocare da squadra dà i giusti risultati e così dopo nove minuti Anderson si riscatta servendo un assist al bacio a Keita che di esterno destro fa 2-0. Il terzo gol arriva al termine di una azione da vedere e rivedere. Si chiedeva una prestazione da Lazio e al Friuli è arrivata.
Partita bellissima dei biancocelesti che non sbagliano un colpo. Rispetto alla gara contro l'Empoli questa squadra è di un altro pianeta. Finalmente si è visto quel gioco di squadra che era mancato nelle prime giornate. Inzaghi ha lavorato molto bene in settimana sia sull'aspetto tattico che su quello mentale dei suoi ragazzi. In campo i risultati si sono visti eccome. Il tecnico biancoceleste ha saputo trasformare le critiche subite nelle settimane scorse in rabbia agonistica. È stato bravo a trasmetterla ai giocatori che in campo hanno recitato alla perfezione il copione. La notte da terza in classifica è il giusto premio.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Un capolavoro. Tre gol. Divertimento con Keita, Immobile e Felipe. L'Udinese asfaltata e pericolosa solo alla fine, quando la partita era chiusa e Strakosha si è esaltato sui colpi di testa di Perica. Colpo firmato da Simone Inzaghi. Non ha sbagliato una mossa. E' tornato alla difesa a quattro, ha ritrovato logica e movimenti offensivi con Keita e Felipe sulle corsie esterne. "Al di là dei moduli conta l'interpretazione - ha raccontato il tecnico della Lazio - Ho deciso di cambiare assetto quando ho visto l'Udinese contro la Fiorentina, che giocava a tre. I viola hanno sofferto un po' e ho deciso di mettermi a quattro. I miei giocatori sono maturi, sanno e possono cambiare. Da mercoledì abbiamo scelto di giocare a quattro". Questa volta ha funzionato anche la manovra offensiva. "L'avevamo preparata così, con Immobile sulla linea di passaggio di Kums e la nostra mezz'ala che si alzava sul loro centrale. Ho visto quello che abbiamo provato in settimana. Nonostante le assenze, ero molto tranquillo prima della gara. Abbiamo rischiato solo su un passaggio sbagliato".
E' stata la notte del tridente. "Keita e Felipe sono due crac. Sono giovanissimi, hanno un grandissimo futuro. Tutto dipenderà dalla loro voglia di migliorarsi". L'attacco ha girato in un altro modo rispetto alle precedenti partite. "Hanno fatto bene, a Roma se ne parla tanto, con qualsiasi modulo avremmo vinto questa partita. Siamo stati bravi e non abbiamo concesso nulla all'Udinese" Keita immarcabile. Devastante nella ripresa quando ha cominciato a tagliare il campo e si è avvicinato a Immobile. "Si è andato a cercare lo spazio, il suo minutaggio sta aumentando, si merita queste soddisfazioni. Stesso discorso per Immobile e Felipe, è stata una bellissima serata". Simone ha recuperato il ribelle senegalese. "Lui si è recuperato da solo, ci ha dato dentro allenandosi bene. Oggi ha giocato 70 minuti e poi ha chiesto il cambio perché aveva un principio di crampi, sono contento per lui e per tutta la squadra". E' stata anche la notte dei protagonisti inattesi. Mancavano cinque titolari, nelle ultime ore si è aggiunta l'assenza di Radu. Tutti hanno risposto alla grande. "E' stata una buona Lazio, ha meritato la vittoria. Sono soddisfatto, mancavano tanti giocatori e vedere in campo gente come Patric, Hoedt e Lukaku sinora poco impiegati è stato un motivo di grande orgoglio". Nel finale c'è stato spazio anche per Lombardi (ha colpito il palo) e ha debuttato Leitner. Bellissima la Lazio dei baby. "Non ho problemi a lanciarli quando lo meritano. Non regalo nulla, guardo come si allenano in settimana. Abbiamo forse la squadra più giovane della serie A. Tolti Lulic e Parolo, avevo in campo otto under 23 più Immobile che ne ha 26".
La Lazio è salita, almeno per poche ore, al terzo posto. "Siamo con una buona classifica, ma nel calcio si fa in fretta. Ora ci sono 15 giorni di sosta. Questa vittoria mi ha ricordato la notte di Palermo al mio esordio. L'abbiamo giocata nello stesso modo e con lo stesso risultato, ora ce la godiamo. Da martedì penseremo al Bologna". Senza Biglia, ha piazzato Parolo davanti alla difesa. Altra mossa decisiva. "Marco è stato bravissimo. Ottima prestazione, immaginate cosa sarebbe successo a Roma con un altro risultato... Ho tolto Cataldi che stava facendo bene. Ma gli allenamenti li faccio e li vedo io. Loro davanti erano forti di testa e avevano un trequartista come De Paul da marcare. Parolo ci aveva giocato con la nazionale, ha lavorato bene in quel ruolo in questi giorni e ha fatto un'ottima partita". Dietro era protetto dallo scudo de Vrij, pronto a tornare in nazionale. "Un fuoriclasse, ha delle letture difensive incredibili, è tra i più forti di Europa, gli faccio l'in bocca al lupo per l'impegno con la sua nazionale e lo riaspettiamo a braccia aperte a Formello".
Keita e Immobile, così sia. Fanno coppia, danno spettacolo, ballano con i tifosi che a fine partita li vogliono toccare da vicino, urlano i loro nomi. C'era voglia di Keita e Immobile, hanno scatenato un uragano di passione, hanno lanciato la Lazio al terzo posto aspettando i risultati di oggi. Incantano, non si negano nulla a palla lanciata. Keita ha disinnescato le rabbie, le sue progressioni sono tornate devastanti. Immobile aveva bisogno di un partner all'altezza e di rifornimenti assidui da parte di tutti, si è sbloccato. Keita gioca e la Lazio vince, ha segnato in due partite consecutive di campionato per la prima volta, sono arrivate due vittorie di fila. Keita non ci era mai riuscito in A e nelle sue cinque presenze stagionali ha firmato due gol e due assist: "Due gol di fila - ha detto il senegalese - non ricordo da quanto mancassero, sono contento di aver segnato nelle due partite da titolare. Sono importanti i tre punti, è importante il bel gioco, abbiamo fatto molto bene". Keita e Immobile, la coppia per una notte sogna la Champions e poi chissà: "La classifica? Non la guardiamo, dobbiamo migliorare ancora moltissimo. Il terzo posto? Vivo partita dopo partita, sono contento perché abbiamo vinto, adesso mi godo la Nazionale e la sosta". La storia di Keita è una storia di redenzione. Lo abbracciano tutti, ha ritrovato l'affetto dei compagni, di amici e nemici. La Lazio ora gli va dietro: "Ho abbracciato Djordjevic, l'ho visto mentre stava facendo riscaldamento. Ho abbracciato tutti, siamo un grande gruppo. Cosa fare di più? Si può migliorare ancora molto, abbiamo fatto una bella partita di squadra, nel campo si vedeva questa atmosfera, si capiva che stavamo bene. Sono contento per la vittoria, per lo spirito che ha messo in campo la squadra. Ringrazio Felipe per l'assist, è il secondo che mi fa".
Keita è carico, è convinto: "Devo mettere in difficoltà le difese, fare superiorità numerica, cercare assist e gol, è il mio lavoro. La fiducia di Inzaghi e dei compagni non è mai andata persa, io parlo sul campo, credo che lo stia facendo bene". Ora sta alla Lazio riuscire a strappare il suo sì, a fargli firmare il rinnovo: "Non ne parlo, preferisco parlare di prestazioni e di campo. Dopo la sosta torneremo ancora più forti". Keita e Immobile, è lo show del gol. Per Ciro quarta rete con la Lazio, prima doppietta biancoceleste, quarto gol nelle ultime tre gare giocate contro l'Udinese in A. E ancora: sette degli ultimi otto gol li ha firmati in trasferta, è alla quinta marcatura multipla in A (quattro doppiette e una tripletta). Il doppio colpo in 90 minuti non gli riusciva da marzo (contro il Genoa): "E' andata alla grande - ha esultato Ciro - grazie al lavoro della squadra abbiamo fatto bene. Finalmente abbiamo ottenuto due vittorie consecutive, siamo felici". Ieri non s'è arrabbiato, l'hanno servito bene: "Conosco le qualità dei miei compagni per questo a volte mi arrabbio, so quello che possono fare, lo vedo in allenamento, e mi dispiace se non accade. Ho detto a Patric che ha fatto una super partita. Il mister ha preparato bene questa gara, meritava la vittoria". Che festa con i tifosi: "Hanno fatto tanti chilometri, si sentivano solo loro nello stadio, abbiamo festeggiato tutti insieme, volevamo coronare così la bella vittoria. Quando la Lazio gioca bene ed è concentrata spaventa tutte le altre". Da Immobile complimenti per tutti: "Strakosha si è allenato benissimo, io ero tranquillo, è importante che il portiere ci trasmetta fiducia". Immobile, in campo, fa coppia con Keita. Nella vita è sposato con Jessica, i siparietti su Instagram ormai sono diventati celebri: "Quella sera volevo giocare, mia moglie ha provato in tutti i modi a dissuadermi, con i film, la tv. Ma non ce l'ha fatta!". Non lo ferma nessuno.