22 aprile 2018 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XXXIV giornata - inizio ore 15.00
LAZIO: Strakosha, Caceres, de Vrij, Radu, Marusic, Parolo (19' Lukaku), Leiva (87' Di Gennaro), Milinkovic-Savic, Lulic, Felipe Anderson (79' Nani), Immobile. A disposizione: Guerrieri, Vargic, Luiz Felipe, Wallace, Bastos, Basta, Crecco, Jordao, Caicedo. Allenatore: S. Inzaghi.
SAMPDORIA: Viviano, Bereszynski, Andersen, Ferrari, Strinic, Barreto, Torreira, Praet (53' Kownacki), Ramirez (66' Linetty), Caprari, Zapata (60' Quagliarella). A disposizione: Belec, Tozzo, Silvestre, Regini, Sala, Verre, Capezzi, Alvarez. Allenatore: Giampaolo.
Arbitro: Sig. Orsato (Schio - VI) - Assistenti Sigg. Di Fiore e Manganelli - Quarto uomo Sig. Manganiello - V.A.R. Sig. Pairetto - A.V.A.R. Sig. Ranghetti.
Marcatori: 32' Milinkovic-Savic, 43' de Vrij, 85' Immobile, 88' Immobile.
Note: ammonito al 24' Leiva, al 25' Praet, al 67' Torreira tutti per gioco falloso. Angoli: 8-4. Recuperi: 1' p.t., 0' s.t.
Spettatori: 40.000 circa.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio e Immobile. Lo show è servito. E per Inzaghi è già Europa. Biancocelesti a valanga sulla Samp: sicuro almeno il 6° posto, ma il sogno è la Champions".
Continua la "rosea": Altro giro, altra goleada. E altri tre punti che rendono sempre più realizzabile il sogno Champions. E che, nel frattempo, mettono già al sicuro la partecipazione (quantomeno) alla prossima Europa League. Un traguardo che, a inizio stagione, era considerato come un obiettivo (quasi) massimo e che ora invece viene tagliato nell’indifferenza. Perché la possibilità di approdare nell’Europa che conta è lì a portata di mano e ormai conta solo quello. Inzaghi non sa ancora se riuscirà a far sentire di nuovo alla sua gente la musichetta della Champions che nell’Olimpico laziale, per la fase a gironi, non si ascolta da oltre dieci anni. Ma intanto un grande risultato l’ha già ottenuto. Quello di aver riportato entusiasmo e orgoglio nell’ambiente laziale. Lo ha fatto, il tecnico, a suon di prestazioni come quella con la Samp. Con la Lazio che non si limita a vincere, ma prova (e spesso riesce) a stravincere. La dodicesima goleada stagionale (vittoria con quattro o più gol realizzati) matura con i consueti ingredienti che hanno reso la banda Inzaghi la squadra più prolifica della Serie A (83 reti all’attivo). I biancocelesti lavorano ai fianchi per una ventina di minuti una Samp che alla lunga risulterà inerme, ma che all’inizio pressa e raddoppia per spegnere le fonti di gioco.
Poi, terminata la fase di lento e inesorabile logoramento, ecco che emerge la solita Lazio schiacciasassi. I gol stavolta arrivano dall’alto. Le capocciate di Milinkovic e De Vrij prima dell’intervallo (18° e 19° gol stagionale di testa per i biancocelesti) rompono l'equilibrio della gara. Equilibrio che non si ricrea più perché, andata sotto, la Samp non riesce a cambiare spartito. Ci prova, per carità , specie a inizio ripresa. Ma i suoi tentativi vanno a sbattere contro una Lazio che, una volta tanto, si mostra inappuntabile pure nella fase difensiva (il trio Caceres-De Vrij-Radu pare quello meglio assortito dei tanti provati da Inzaghi). E così a nulla servono i cambi di Giampaolo che rimescola l’attacco inserendo uno alla volta Kownacki, Quagliarella e Linetty per Caprari, Zapata e Ramirez. A menare la danza è sempre la squadra di casa nonostante le assenze di Luis Alberto (squalificato) e Parolo (che si arrende subito per il riacutizzarsi del malanno muscolare che gli aveva già fatto saltare Firenze). Ma la forza di questa Lazio è nelle innumerevoli risorse del suo 3-5-2. Stavolta è Milinkovic (un po’ in ombra ultimamente) a tornare in cattedra. Con il gol dell’1-0 e poi con l’assist per il 3-0 di Immobile.
Un cioccolatino che il centravanti scarta volentieri come quello che qualche minuto dopo gli confeziona Nani (entrato per concedere la standing ovation a Felipe Anderson e invece pure lui decisivo). Un’altra doppietta, l’ennesima della incredibile stagione del centravanti napoletano. Il suo marchio non poteva mancare. Per aggiornare i record personali (41 reti stagionali, mai nessuno come lui in Italia) e quelli di squadra (117 gol stagionali, record aggiornato; 30° successo dell’annata, miglior score dell’era Lotito). Quarto k.o. di fila in trasferta (decimo in totale), la Samp lontano da Marassi resta sempre un’incompiuta. Il clima quasi estivo dell’Olimpico fiacca le idee dei doriani quasi quanto la forza della Lazio. E così alla fine resta il retrogusto amaro di una squadra che sembra stia cominciando a staccare la spina. Il traguardo dell’Europa League è però ancora lì alla portata dei blucerchiati e sarebbe un peccato non provarci fino in fondo. Giampaolo assicura che la sua Samp lo farà nelle ultime quattro gare. Servirà però una tenuta mentale più solida piuttosto che un atteggiamento tattico diverso. Anche se il 4-3-1-2 (poi diventato nel finale 4-3-2-1) è parso un po’ troppo scolastico per frenare una Lazio che, quando si mette in moto, è complicato fermare.
? Il Corriere dello Sport titola: "Lazio da sogno. Cala il poker. Schiaccia la Samp e punta verso la Champions. Bis di Immobile: adesso i gol stagionali sono 41. E’ troppa la squadra di Inzaghi, con il suo record di 83 gol, per quella di Giampaolo: una è già in Europa l’altra si allontana".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: All’alba del Risorgimento biancoceleste, dentro uno sventolio di sciarpe e bandiere, trascinata dai 40 mila dell’Olimpico, quattro gol per schiantare la Samp e continuare a correre verso la Champions. Sembra di vivere un sogno, ecco cos’è la Lazio di Inzaghi, divertente e compatta, capace di trasmettere un entusiasmo incontenibile. E’ finita con il figlio di Simone, le creature di Leiva e Immobile e tanti altri bambini a inseguire il pallone sul prato sotto la Nord che continuava ad accompagnare quei gol innocenti e pieni di passione. La festa si rinnova ogni volta, è una galoppata senza fine e sarebbe davvero una beffa se questa squadra, al traguardo del 20 maggio, si ritrovasse quinta e fuori dalla Champions. Per adesso tiene duro al terzo posto e dà la sensazione, se possibile, di aver aumentato fame, cattiveria e determinazione dentro la volata. Ieri, aumentando il suo vantaggio sul Milan, la Lazio ha messo al sicuro la qualificazione all’Europa League della prossima stagione, ma l’obiettivo si chiama Champions e nelle ultime quattro giornate dovrà riuscire a conservare almeno un punto di vantaggio sull’Inter o provare a staccare la Roma, avanti in caso di arrivo ex-aequo per un saldo positivo nel doppio derby. La Samp, invece, è più lontana dall’Europa. Decima sconfitta fuori casa, fragile e inconsistente lontano da Marassi, ma non era mai successo che producesse così poco: appena due tiri nello specchio, record negativo del campionato.
Come ha spiegato Giampaolo, troppo forte la Lazio, di una cilindrata superiore e con valori da podio della Serie A anche in alcune alternative ai titolari, sin troppo sottovalutate. Eppure sono meglio di diverse riserve dell’Inter e del Milan. E’ talmente forte la squadra di Inzaghi da bruciare ogni record: miglior attacco con 83 gol, ventesima vittoria di cui ben 12 (su 34 giornate di campionato) con almeno tre reti di scarto. Sono la testimonianza di un dominio assoluto e di una forza irresistibile in campo aperto sinora limitata solo dal Var (quanti punti persi a causa dei torti arbitrali?) e da una flessione tra febbraio e marzo in cui è mancata continuità di rendimento. Manca meno di un mese, s’è fatto male Parolo e Leiva è tornato in diffida, la Lazio dovrà stringere i denti ma sembra tornata ai livelli di inizio stagione. Ieri ha stritolato la Samp con 45 minuti ad altissima intensità in cui ha segnato due gol e creato almeno altre cinque occasioni limpide. Luis Alberto era squalificato e Felipe Anderson lo ha sostituito bene anche se tante volte ha promesso senza mantenere. Forse il brasiliano sentiva troppo la pressione, si è sacrificato e ha corso, ha vinto i contrasti e toccato 48 palloni nel primo tempo in cui ha cucito il gioco e sprecato l’ultimo passaggio. L’ingresso di Lukaku ha restituito ampiezza e profondità alla fascia sinistra, permettendo a Lulic di incidere di più come mezz’ala.
Era soprattutto Milinkovic a fare la differenza, lottava, rincorreva e ricamava. Un centrocampista completo e in grado di proiettarsi a rete, come ha fatto al 32’ quando ha portato in vantaggio la Lazio: inserimento e colpo di testa sul cross perfetto di Radu. Viviano ha parato su Immobile e Leiva ma non è riuscito a impedire a De Vrij il raddoppio, ancora di testa e su angolo di Felipe, a un sospiro dall’intervallo. Sesto centro in campionato dell’olandese, quasi perfetto su Zapata. Samp mai pericolosa perché la difesa a tre della Lazio, con Radu e Caceres giganteschi, non faceva passare un pallone. Sopra di due gol, la squadra biancoceleste nella ripresa ha gestito concedendo il possesso palla alla Samp, mai pericolosa. Giampaolo ha messo dentro Kownacki, Linetty e Quagliarella senza sovvertire l’inerzia della partita rimasta in bilico sino al quarantesimo, quando è arrivato il terzo gol, firmato da Immobile su assist di Milinkovic. Azione avviata da Nani (entrato con una vitalità sorprendente) che poi ha approfittato di un regalo di Ferrari per riconquistare palla e lanciare a rete il bomber della Lazio, 29 gol in campionato, 41 stagionali. Ciro ha di nuovo staccato Icardi, a cui contende Champions e titolo dei bomber. Chi segna di più, si prenderà tutto".
? Il Messaggero titola: "Lazio, poker da Champions. I biancocelesti travolgono la Sampdoria e restano agganciati alla Roma con un punto più dell’Inter. Doppio Immobile dopo Milinkovic e de Vrij".
Prosegue il quotidiano romano: La Lazio è un’onda che travolge tutto quello che trova sul suo cammino. Dopo i quattro gol alla Fiorentina di mercoledì i biancocelesti ne fanno quattro anche alla Sampdoria: Milinkovic, de Vrij e doppietta di Immobile. Partita decisamente diversa quella di ieri all’Olimpico. Orsato dirige senza sbavature e i ragazzi di Inzaghi sciorinano calcio annichilendo una Sampdoria senza troppo mordente. Finisce 4-0 in un Olimpico che ribolle di passione e d’amore per una squadra che merita la Champions. I tre punti conquistati ieri consentono l’aggancio alla Roma a quota 67. Quarto posto per via degli scontri diretti con i giallorossi. Respinto l’assalto dell’Inter che ha battuto il Chievo per 2-1 e resta a -1 dal podio del campionato. La corsa alla Champions è invece apertissima e in questo sprint finale la Lazio ha sicuramente il cammino più complicato: Torino, Atalanta, Crotone e Inter. Un successo facile quello dei biancocelesti che regala un posto matematico alla prossima Europa League. Non c’è mai stata partita, dal primo all’ultimo minuto: differenza evidente, tra le due squadre, per qualità , potenza, forma e motivazioni. Non era facile dopo la battaglia di mercoledì contro i Viola, ma i biancocelesti sono stati bravi a rimanere concentrati riversando in campo la rabbia.
La spinta di un pubblico bellissimo ha fatto il resto. Giampaolo torna a casa senza punti ma con la consapevolezza che battere questa Lazio è affare per pochi. Non certo per la sua Sampdoria troppo rinunciataria e meno forte dal punto di vista fisico. Senza Luis Alberto, la Lazio la mette subito sul palleggio stretto, andando a prendere alti i portatori di palla blucerchiati. Parolo, Leiva e Milinkovic ingabbiano Ramirez, liberando Lulic e Marusic sulle corsie esterne. Giampaolo si affida però alle qualità di Praet e all’equilibrio tattico di Torreira, bravo a interrompere la manovra biancoceleste e a impostare. I ragazzi di Inzaghi spingono subito sull’acceleratore chiudendo la Samp nella propria metà campo. Parolo si arrende per un problema muscolare, Inzaghi manda dentro Lukaku aumentando la spinta sulle corsie laterali costringendo così la Doria ad arretrare il proprio baricentro. Milinkovic sale in cattedra dominando in lungo e in largo a centrocampo. Non è un caso che sia lui a firmare la rete del vantaggio con un bel tuffo di testa. Il serbo non segnava addirittura dal 25 febbraio scorso: doppietta al Sassuolo. Il raddoppio, sempre di testa, è di de Vrij. Questo a conferma che la Lazio ha vinto la gara dominando a centrocampo e non sbagliando nulla in fase difensiva.
Nella ripresa i biancocelesti alzano il piede dall’acceleratore continuando a controllare la partita senza il minimo problema. Mai in affanno i ragazzi di Inzaghi. Il tecnico manda dentro Nani per un Felipe Anderson a corrente alternata. Il brasiliano è un anarchico e rispetto a Luis Alberto cuce meno il gioco. Quando ha palla al piede crea sempre pericolo, troppo spesso si perde nella bellezza delle sue giocate. Al festival non poteva mancare Immobile. Doppietta per il bomber laziale che sale a quota 29 centri in campionato. Senza la sua spalla preferita è Milinkovic a servirgli l’assist che lo fa sbloccare dopo due turni a digiuno. L’altro è merito di Nani, bravo nel dargli palla dopo il break a centrocampo. Ciro Uber alles. Con i quattro di ieri la Lazio sale a 83 reti in campionato, come lei nessuno in Italia. In Europa divide lo scettro con Barcellona e Bayern Monaco. Roba da Champions.
? Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
La festa dell’Olimpico, la corsa Champions da vivere sino al 20 maggio. E’ stata un’altra domenica di gloria per Inzaghi. S’è rivista la Lazio perfetta d’inizio stagione. "I ragazzi sono stati bravissimi. L’abbiamo interpretata bene da subito, nonostante l’uscita di Parolo ci ha costretto a cambiare. Lukaku è entrato bene, anche Lulic da interno ha tirato fuori la prestazione. Vittoria meritata davanti a un pubblico meraviglioso". C’è di nuovo simbiosi tra la Lazio e l’Olimpico. "Abbiamo la fortuna di avere dei tifosi straordinari, questa giornata è da mettere nel cassetto dei ricordi. Quando abbiamo uno stadio del genere per noi è tutto più semplice e ci auguriamo di vederlo spesso così". Dentro la volata, mai così compatta, si controlla il calendario. "Nessuno si ferma, tutti vogliono arrivare in Champions. Noi siamo lì dopo 34 partite e vogliamo cullare il nostro sogno, venivamo dalla prova difficile di Firenze ma i ragazzi mi hanno dato un’altra dimostrazione di forza. Non devo avere dimostrazioni dopo 51 partite, siamo tra il terzo e il quinto posto dal 13 agosto. Mancano quattro giornate, saranno le più difficili ma daremo il massimo, ci crediamo". Chissà se si risolverà negli ultimi 90 minuti. "Prima di Lazio-Inter ci sono altre tre partite e ognuna avrà delle insidie, 12 punti sono tanti". Inzaghi, però, si sta concentrando sulla sua squadra. "Sono tutte coinvolte, la Roma ha partite toste così come l’Inter. Speriamo di lasciarne indietro una. Sappiamo la difficoltà , ma daremo anima e corpo per restare tra le prime quattro. Fare tabelle è complesso, tutte hanno un obiettivo. Speriamo che le nostre rivali contro la Juve possano perdere qualche punto. Dobbiamo pensare a noi, ora il nostro scoglio si chiama Torino e non sarà semplice".
Senza Luis Alberto ha dato fiducia a Felipe Anderson e nel finale ha riscoperto Nani, motivatissimo. Il brasiliano aveva già dato tutto quello che aveva. "E’ normale, tutti vogliono giocare sempre, ma devo fare dei cambi. Felipe Anderson ha fatto bene e sono molto contento di Nani: è un esempio, in dieci minuti ci ha aiutato, ha fatto l’assist e ha tenuto su la squadra. Il suo atteggiamento è stato straordinario, è un campione, ma dimostra sempre grande umiltà . E’ entrato per aiutare i suoi compagni. Tutto questo mi fa ben sperare per il futuro". Il suo bomber si chiama Immobile, ha superato quota 40 gol dall’inizio della stagione. Impressionante. "Ci ha abituato a fare grandi cose, è fortunato ad avere una squadra che lo sostiene. E’ un nostro leader, ha giocato molto ma ci aiuterà anche nelle prossime uscite" ha specificato Simone, preoccupato che mantenga questa condizione sino al 20 maggio. Vuole la Champions, non lascerà la Lazio nonostante i corteggiamenti nei suoi confronti siano concreti e insistenti. "Il mio futuro? Sto bene qui, sono orgoglioso, ho un contratto per altri due anni e voglio rimanere qui ancora a lungo". Dovrà salutare De Vrij, pilastro della difesa, professionista impeccabile. "E’ un campione che mette tutto in campo, è un grandissimo professionista che si allena al 100% ogni giorno ed è stato molto bravo come i suoi compagni. A Firenze l’ho sostituito dopo 25 minuti perché ha sempre giocato ed era affaticato. Abbiamo limitato l’attacco della Samp che ha creato problemi a tante squadre".