Lunedì 15 aprile 2013 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Juventus 0-2 15 aprile 2013 - 3.523 - Campionato di Serie A 2012/13 - XXXII giornata - inizio ore 20.45
LAZIO: Marchetti, Gonzalez, Ciani, Cana, Stankevicius, Ledesma (67' Crecco), Candreva, Onazi, Hernanes (46' Ederson), Mauri (46' Kozak), Klose. A disposizione: Bizzarri, Strakosha, Serpieri, Antic, Cataldi, Saha, Floccari, Rozzi. Allenatore: Petkovic.
JUVENTUS: Buffon, Barzagli, Bonucci, Peluso, Lichtsteiner (67' Padoin), Vidal, Pirlo, Pogba, Asamoah, Marchisio (89' Giaccherini), Vucinic (86' Quagliarella). A disposizione: Storari, Rubinho, Caceres, Marrone, Isla, De Ceglie, Matri. Allenatore: Conte.
Arbitro: Sig. Giannoccaro (Lecce) - Assistenti Sigg. Posado e Padovan - Quarto uomo Sig. Viazzi - Assistenti di porta Sigg. Damato e Calvarese.
Marcatori: 8' Vidal (rig.), 28' Vidal.
Note: serata primaverile, terreno in buone condizioni. Ammoniti: Vidal, Peluso, Ciani, Cana. Esordio in serie A per Luca Crecco. Angoli: 9-3 per la Lazio. Recuperi: 2' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 40.000 circa con 12.928 paganti e 25.713 abbonati.
La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio-Juventus 0-2. Doppietta di Vidal. I bianconeri vedono già lo scudetto. All'Olimpico il cileno segna nel primo tempo prima su rigore guadagnato da Vucinic e poi raddoppia con un inserimento centrale. La squadra di Petkovic reagisce ad inizio ripresa, ma la Juve tiene e porta a 11 i punti di vantaggio sul Napoli primo inseguitore".
Continua la "rosea": La Juventus ha le mani sullo scudetto. Ora la questione sembra più quando lo vincerà piuttosto che se lo vincerà. Perché il successo sulla Lazio all'Olimpico porta a 11 i punti di vantaggio della capolista sul Napoli (più lo scontro diretto favorevole), a 6 giornate dalla fine. A Roma una doppietta di Vidal decide la sfida tra le ultime due squadre italiane respinte dall'Europa, intesa come coppe. Già nel primo tempo. La Juve così si vendica dell'eliminazione in Coppa Italia, in semifinale, proprio per mano della squadra di Petkovic. Ed è appunto implacabile con il Napoli primo inseguitore, che aveva rallentato, domenica a San Siro, pareggiando contro un avversario più che complicato come il Milan. La Juve vince sempre, in Italia. Stavolta funziona anche il modulo di serata, con il quale al centrocampo a 5 si aggiunge Marchisio in appoggio a Vucinic, versione unica punta. Schema che Conte aveva in mente per la (poi disastrosa) trasferta di Champions a Monaco con il Bayern, e che era invece saltato per l'indisponibilità dal 1' del montenegrino, reduce dall'influenza. Chissà come sarebbe andata... Di sicuro la Juve ha imperversato con questo schema all'Olimpico, con Vidal, Pogba e Marchisio a turno attaccanti aggiunti, scatenati negli spazi, partendo da lontano. La Lazio, lacerata dalle assenze tra infortuni e squalifiche e dalle fatiche di Europa League, stavolta non ha avuto il cinismo per approfittare delle poche occasioni create. E la sua difesa scricchiolante ha patito la mancanza di punti di riferimento. Troppo. La Champions si allontana sempre più.
Già all'8', con l'11° gol stagionale di Vidal. Il cileno segna su rigore guadagnato da Vucinic, falciato in area da Cana. Davvero un errore imperdonabile quello dell'albanese, che interviene in maniera evidente e scomposta sul montenegrino in area. La Juve insiste. Il suo centrocampo folto, con ben 4 centrali, Marchisio è più avanzato, scatena gli inserimenti continui del torinese, ma pure di Vidal e Pogba. Pirlo calcia una punizione in mezzo, tocca Vucinic, Marchetti si salva con un buon riflesso, e respinge. Una palla gol la crea anche la Lazio. In mischia, sugli sviluppi di un corner, Cana manca il sinistro al volo a pochi metri da Buffon. Ma la rete la trova ancora la Juve. Segna di nuovo Vidal, in condizioni fisiche strabordanti, stavolta con un inserimento centrale, sfruttando una rifinitura di Vucinic deviata da Cana. Il difensore centrale albanese vive una serata terribile: colpevole sui due gol, e sprecone nell'unica occasione nitida della Lazio, che poi si fa viva dalle parti di Buffon con un destro dalla grande distanza di Candreva, respinto con qualche impaccio dal capitano della Juve e della Nazionale. Ma la Juve ha una sicurezza dei propri mezzi, in serie A, che impressiona: Marchisio in contropiede sfiora il 3-0. Stavolta Cana azzecca la chiusura in extremis. All'intervallo comunque la capolista è avanti di due reti.
Dentro Ederson e Kozak, fuori Mauri ed Hernanes. Dopo l'intervallo. La Lazio ora gioca con la difesa a 3, 4 centrocampisti ed Ederson dietro a Klose e Kozak. Ed è più aggressiva. Ciani prova ad inventarsi attaccante, Buffon si salva bene, stavolta. La Juve è meno padrona del gioco, ma reagisce comunque al nuovo slancio dei padroni di casa. Punizione di Pirlo respinta da Marchetti, Marchisio si avventa sul pallone, ma calcia malissimo e sbaglia un gol comodissimo. Kozak colpisce male di testa sottomisura, non trova la porta sull'ottimo cross dalla destra di Ederson. Segna solo in coppa. La Juve dal 20' riprende in mano la gara. La addormenta. Fa possesso palla. Porta a casa i tre punti. Ora nei prossimi impegni (domenica sera allo Juventus Stadium arriverà il Milan) si potrà godere una passerella trionfale verso il secondo scudetto consecutivo.
Da Il Messaggero:
La Lazio era la "bestia nera" della Juve in questa stagione, ma la sfida all'Olimpico ha tolto anche tale macchia dal ruolino di marcia della capolista, che si è sbarazzata con un netto 2-0 dei biancocelesti incamminandosi sulla strada del secondo titolo consecutivo. Vidal, nomen omen, è stato con la sua doppietta l'arma in più della Juventus, che ha ora 11 punti di vantaggio sul Napoli e domenica prossima, con una vittoria sul Milan allo Juventus Stadium, potrà quasi festeggiare lo scudetto. La Lazio resta a quota 51, quinta a pari merito con la Roma, ma soprattutto a -8 alla zona Champions, che ormai appare un miraggio. La squadra di Petkovic, che non batte i bianconeri in campionato dal 2003, poteva vantare in in questa stagione una vittoria e un pareggio in Coppa Italia e un pari in campionato, ma stasera i 20 punti di distacco tra le due squadre, ora 23, sono emersi in maniera impietosa. Entrambe uscite dall'Europa, anche se prenderle dal Bayern è altro che farsi eliminare dal Fenerbahce, avevano gli stimoli giusti, ma i biancocelesti si sono presentati in formazione a dir poco abborracciata, senza difesa titolare e ricambi. Spazio allora a Ciani e Cana, rivelatisi argini troppo deboli, affiancati da Gonzalez e dal redivivo Stankevicius, entrambi inadeguati al compito. In avanti Klose, chiamato all'impresa da Petkovic non ha risposto a dovere, mentre Hernanes ha deluso. Conte, privo di Chiellini sostituito da un Peluso non brillante, ha potuto recuperare Lichtsteiner e Vidal, il secondo rivelatosi letale, e inserito Pogba insieme a Pirlo, Marchisio e Asamoha, un centrocampo che ha stroncato l'avversario. La Lazio ha affrontato la gara senza remore, provando subito ad andare a infastidire Buffon. Già all'8', però, nel primo vero affondo bianconero, Vucinic lanciato in area è stato falciato da Cana: rigore chiaro che Vidal ha trasformato con freddezza e altrettanto gelo ha portato tra i tifosi laziali, consci che il recupero sarebbe stato difficile. Il loro sostegno, mancato in coppa, non è mancato ma non è bastato e nemmeno ha aiutato il ritorno in tribuna di Sergio Cragnotti, invocato alla fine da parte del pubblico.
La Juve ha cominciato a controllare la partita, senza soffrire troppo le incursioni di Candreva e Onazi, i più attivi dei biancocelesti, e ogni volta che Pirlo, Pogba, Asamoha o Marchisio proponevano, la difesa ospite ballava. Inevitabile la seconda rete al 28', quando Vidal, "liberato" da un strafalcione di Ciani, ha superato per la seconda volta Marchetti. La folta curva dei tifosi bianconeri ha cominciato la festa e l'incontro, pur rimanendo vivo per le incursioni bianconere, ha preso una piega definitiva. Nella ripresa, Petkovic ha tolto Hernanes e Mauri inserendo Kozak e Ederson, che hanno dato una spinta più decisa e confezionando anche un'azione, cross del brasiliano e colpo di testa obbrobrioso dell'attaccante, che al 15' poteva valere il 2-1. Tre minuti prima, Marchisio aveva fatto anche peggio del ceco, sprecando un gol fatto a due metri da Marchetti che aveva respinto male una punizione battuta da Pirlo. La Lazio ha chiuso in avanti, sfiorando il gol nel recupero con Kozak e Klose, dimostrando comunque un gran cuore. La Juve, però, è un'altra cosa e ha raccolto senza fatica i tre punti che voleva per una finale di campionato sereno.
Il Corriere dello Sport titola: "Juve, mani sullo scudetto. Lazio ko, +11 sul Napoli. Una doppietta di Vidal stende i biancocelesti regalando altri tre punti pesantissimi ai bianconeri: può essere tricolore già nel derby contro il Torino".
Continua il quotidiano sportivo romano: Juve, le mani sullo scudetto. Archiviata ai quarti la meravigliosa cavalcata in Champions League i bianconeri superano 2-0 la Lazio a domicilio e allungano definitivamente sul Napoli, mettendo in cassaforte il secondo titolo consecutivo. All'Olimpico, riaperto ai tifosi biancocelesti dopo le porte chiuse in Europa League, decide una doppietta di Vidal in meno di mezz'ora: è solo l'8' quando Cana stende da dietro Vucinic con una scivolata in piena area, rigore solare trasformato dal cileno, ed è il 28' quando ancora Vidal sfrutta al meglio una verticalizzazione di Vucinic deviata da Hernanes, superando Marchetti in uscita disperata. Gli uomini di Conte volano a +11 sui partenopei, con lo scontro diretto a favore: potrebbero festeggiare il titolo già nel derby, alla quintultima giornata. Nel Monday Night della Serie A si affrontano le due reduci d'Europa, entrambe eliminate. Ma se la Juve si presenta in campo in formazione tipo, mostrandosi carica mentalmente e senza accusare troppo la fatica contro il Bayern, non così la Lazio: Petkovic deve inventarsi la formazione, con una difesa improvvisata e una panchina imbottita di giovani della Primavera, accusando in maniera fatale l'accelerazione immediata dei bianconeri alla gara. Dopo due conclusioni di Pogba e Hernanes arriva l'intervento ingenuo di Cana su Vucinic, lanciato in area ma comunque raddoppiato: fallo da dietro e rigore ineccepibile, Vidal la piazza a destra con Marchetti che vola dall'altra parte. Proprio l'albanese ha sul sinistro la palla per riaprire il match sugli sviluppi di un angolo ma fallisce la conclusione al volo a ridosso della porta di Buffon, ciccando clamorosamente la sfera.
E pochi minuti dopo arriva il raddoppio ospite, ancora con Vidal bravo a seguire l'azione fino in fondo e fortunato perché la deviazione di Hernanes sull'assist di Vucinic per Marchisio lo mette da solo davanti a Marchetti, ancora battuto senza colpe. 2-0 e partita chiusa dopo mezz'ora, con Buffon chiamato a guadagnarsi il voto da una punizione da trenta metri prima dell'intervallo. Ederson per Mauri e Kozak per Hernanes le mosse di Petkovic per ravvivare la gara e dare energia a una Lazio sulle gambe, forse più mentalmente che altro. Buffon, strepitoso in chiusura di tempo su Candreva, si ripete in apertura di ripresa su un colpo di testa di Ciani. Conte urla e chiama i suoi a chiuderla, ma Marchisio si divora il 3-0 sulla punizione di Pirlo respinta corta da Marchetti. D'altra parte anche Kozak sbaglia una buona occasione di testa per riaprire la partita, difetta la lucidità dopo le fatiche europee. Padoin per Lichtsteiner la scelta di Conte, mentre Petkovic spende l'ultimo cambio per richiamare Ledesma infortunato e inserire il baby Crecco, classe 1995. Onazi mette a lato una buona occasione dal limite dell'area, mancando lo specchio della porta. La Lazio cerca ma non trova il gol dell'orgoglio, abbandonando definitivamente l'idea di insidiare il terzo posto del Milan, la Juve chiude salutando i suoi ottomila tifosi e viaggia a vele spiegate verso la conferma del tricolore che già campeggia sulla sua maglia.
La Repubblica titola: "Lazio-Juventus 0-2, i bianconeri preparano la festa. La squadra di Conte passa all'Olimpico contro la Lazio e porta a 11 i punti di vantaggio sul Napoli. Ora per la conquista dello scudetto è solo una questione di matematica. Finisce 0-2, decide Vidal con una doppietta (il primo sul rigore) nella prima mezz'ora di gioco".
L'articolo così prosegue: Stesa anche la Lazio all'Olimpico con due gol di Vidal nel primo tempo, il Tir Juve corre a tutto gas verso lo scudetto. Undici i punti di vantaggio sul Napoli a sei giornate dalla fine, il titolo numero 29 (la società bianconera ne calcola 31) è ormai in cassaforte. Troppo forte la corazzata di Conte per la Lazio malconcia, stanca – questa sera ha giocato la cinquantesima partita stagionale – e con una retroguardia inguardabile. Prevedibile, peraltro, visto che a Petkovic mancavano sei difensori, tra squalifiche e infortuni: terza linea stravolta rispetto al bunker che aveva resistito all'andata a Torino (finì 0-0). A questi vanno aggiunti Cavanda e Diakite, fuori rosa: il pugno duro della società con i "ribelli" - non hanno voluto firmare il rinnovo - alla fine si è trasformato in un suicidio strategico, al quale Petkovic non si è ribellato. Al di là di questo, alla lunga le assenze per infortuni e squalifiche – out Konko, Dias, Lulic, Radu, Biava e Pereirinha - si pagano. Tanto più che Klose e Mauri, schierati dall'inizio, sono ancora in condizioni precarie.
In questa situazione, alla Lazio serviva la partita perfetta. E invece l'irruente Cana si esibisce subito nel più imperfetto degli interventi: al 7' stende in maniera scellerata Vucinic da dietro. Rigore e ammonizione. Vidal porta in vantaggio i bianconeri, che prendono in mano la partita: da quel momento è un recital della squadra di Conte, affamata come nelle serate migliori. C'era da riscattare la sconfitta interna con il Bayern: missione compiuta. Senza neanche faticare troppo. Il primo tempo è un massacro: due gol e almeno altre quattro nitide occasioni da gol, salvate da Ciani (due volte, su Marchisio e Vidal) e Marchetti. Straripante Pogba a centrocampo: neanche gli ululati razzisti di una parte della curva nord, peraltro coperti dai fischi del resto dello stadio, lo fermano e lui vince in scioltezza il duello con il coetaneo Onazi. Nella curva laziale anche un paio di striscioni contro Platini.
In campo, funziona l'idea tattica di Conte: un 3-5-1-1 con Lichtsteiner e Asamoah a spingere sulla fasce, Pogba, Pirlo e Vidal che dominano a centrocampo e Marchisio, imprendibile per Ledesma, schierato trequartista alle spalle di Vucinic. Se il montenegrino non fosse stato bloccato dalla febbre, è la formula che Conte avrebbe presentato a Monaco contro il Bayern: peccato, qualche problema in più a Ribery e soci avrebbe potuto crearlo. E' un'onda anomala che la Lazio non riesce ad arginare: l'unica occasione per l'1-1 capita a Cana, che cicca il pallone da due metri su azione di calcio d'angolo. Proprio una serataccia per l'albanese, tra i migliori nell'ultimo tremendo periodo: eliminata in Europa League, la Lazio ha racimolato la miseria di 12 punti su 13 partite nel girone di ritorno in campionato. E pensare che il 3 febbraio, quando si è infortunato Klose, i punti di svantaggio dalla Juve erano 6: ora sono addirittura 23. Archiviato il sogno Champions, la squadra di Petkovic è stata agganciata al quinto posto dalla Roma: sarà sfida con i rivali giallorossi per l'Europa League e forse anche nella finale di Coppa Italia, se gli uomini di Andreazzoli mercoledì elimineranno l'Inter.
Al 28' il raddoppio dello scatenato Vidal, che l'altra sua doppietta italiana l'aveva fatta alla Roma: il cileno sfrutta un altro pasticcio collettivo della difesa biancoceleste e da pochi passi fulmina Marchetti. Che a sinistra presenta il redivivo Stankevicius, alla prima partita da titolare dopo addirittura 14 mesi. A centrocampo, Pirlo detta i tempi senza problemi, mentre Hernanes arranca. A Conte il brasiliano della Lazio piace molto, ma il Profeta sembra ancora stordito da quell'errore dal dischetto nel derby. Così la difesa bianconera non fatica più di tanto a contenere la reazione dei padroni di casa, nonostante gli sforzi di Candreva, l'uomo più in forma di Petkovic. Nella ripresa restano giustamente negli spogliatoi Hernanes e Mauri, sostituiti da Ederson e Kozak: la Lazio si schiera con il 3-4-1-2 (proprio Ederson è il trequartista). In apertura Buffon si allunga per deviare un bel colpo di testa di Ciani. Poi Cana rischia il secondo giallo per un fallo su Pogba e Pirlo sulla successiva punizione impegna Marchetti: Marchisio spedisce in curva il facile tap-in del 3-0. Al 16' Kozak può riaprire la partita ma il suo non-colpo di testa su cross di Ederson è raccapricciante. Nel secondo tempo è una Lazio più vivace, non rinuncia a lottare, ma il risultato non è mai in discussione. La Juve sembra appagata, punge solo in contropiede. Al 23' si fa male anche Ledesma – non è fortunata, la Lazio - ed entra Crecco, giovane centrocampista della Primavera. A metà ripresa la nord contesta Lotito – non succedeva da qualche settimana - e dedica un coro all'ex presidente Cragnotti, presente in tribuna. L'ultima occasione, nel recupero, la spreca Klose, a secco dal 15 dicembre. Alla fine gli oltre settemila juventini festeggiano la vittoria e lo scudetto a un passo.
Tratte da La Repubblica, alcune dichiarazioni post-gara:
Vladimir Petkovic, pur ravvisando una qualche ingenuità nel comportamento dei suoi giocatori, non ha molto da rimproverare dopo la sconfitta interna della Lazio con la Juventus: "Non ho visto una differenza di approccio tra noi e loro, prima del rigore stavamo dominando. Poi però abbiamo regalato il penalty ed anche il secondo gol. Loro sono stati bravi ad approfittare delle occasioni, quindi bisogna complimentarsi con i bianconeri che hanno meritato, nel primo tempo, questa vittoria". Sulla prestazione della Lazio, inevitabile il peso avuto dalle assenze: "Oggi abbiamo giocato senza sette giocatori, spero di recuperare tutti al più presto per affrontare il resto del campionato. Oggi la squadra era anche un po' stanca dopo cinque partite in poco tempo: con il riposo ed il lavoro sul campo la squadra si riprenderà". Nel complesso comunque il tecnico bosniaco vede positivo: "Abbiamo messo in difficoltà il nostro avversario ma dopo gli choc subiti era difficile rientrare in partita. Nella ripresa ci abbiamo creduto e corso di più, facendo sacrifici, ma a questi livelli le 3-4 occasioni avute si dovevano concretizzare. Ci vuole più cinismo e davanti ci sono dei meccanismi da rivedere". A proposito di assenze, problemi per Udine: Lulic fuori per stiramento, Ledesma invece ha accusato una sublussazione articolare al ginocchio. Nella ripresa, drastico cambio tattico con l'inserimento di Kozak accanto a Klose: "Sono due attaccanti con caratteristiche diverse, nella ripresa tutti abbiamo corso di più ma purtroppo non siamo riusciti a sfruttare le occasioni. Entrambi hanno fatto bene, ma serve maggior cinismo. Bisogna rivedere alcuni automatismi". Infine al tecnico biancoceleste viene chiesto un commento sul debuttante Crecco. "E' un ragazzo che si allena da qualche settimana con noi, oggi è entrato in campo senza paura. È promettente, deve continuare a lavorare con serenità".