11 marzo 2018 – Cagliari, Sardegna Arena - Campionato di Serie A, XXVIII giornata - inizio ore 15.00
CAGLIARI: Cragno, Romagna, Ceppitelli, Castán, Faragò, Ioni?a (67' Deiola), Padoin, Barella (90' Dessena), Miangue, Han (80' Farias), Pavoletti. A disposizione: Crosta, Rafael, Andreolli, Pisacane, Caligara, Cossu, Céter, Giannetti. Allenatore: Lopez.
LAZIO: Strakosha, Luiz Felipe, de Vrij (76' Nani), Radu, Basta, Parolo (64' Milinkovic-Savic), Leiva, Lulic, Lukaku (65' Felipe Anderson), Luis Alberto, Immobile. A disposizione: Guerrieri, Vargic, Patric, Wallace, Bastos, Di Gennaro, Jordao, Murgia, Caicedo. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig Guida (Torre Annunziata - NA) - Assistenti Sigg. Carbone e Schenone - Quarto uomo Sig. Pezzuto - V.A.R. Sig. Gavillucci - A.V.A.R. Sig. Tegoni.
Marcatori: 25' Pavoletti, 35' Ceppitelli (aut), 74' Barella (rig), 90'+5' Immobile.
Note: ammonito al 28' Immobile per proteste, al 45'+3' Lulic, al 54' Leiva, al 62' Ionita, all'85' Deiola, tutti per gioco falloso. Angoli: 2-4. Recuperi: 3' p.t., 5' s.t.
Spettatori: 14.241 di cui paganti 5.781 per un incasso di euro 65.000 e 8.460 abbonati.
La Gazzetta dello Sport titola: "Immobile fa il mago. Pari Lazio al 94’. Cagliari, che beffa. Pavoletti e Barella lanciano i sardi, raggiunti proprio al fotofinish dalla squadra di Inzaghi".
Continua la "rosea": Un colpo da scorpione di Ciro Immobile, inevitabilmente nella coda di una partita cominciata nel dolce ricordo di Davide Astori che in Sardegna divenne adulto, inietta veleno nella classifica del Cagliari e non migliora di molto quella della Lazio. I sardi scoprono al 94’ quanto si sia pericolosamente accorciata la distanza dalla zona rossa, ora appena due punti sotto, mentre i biancocelesti proseguono nel momento altalenante, avendo vinto appena tre delle ultime dieci partite in tutte le competizioni. E l’Inter, con una partita da recuperare, è potenzialmente davanti nella corsa Champions. Partita bruttina e sporca, che Inzaghi – costretto a giocare a poco più di 60 ore di distanza dall’impegno di Europa League – deve affrontare cercando di amministrare le energie in riserva della sua rosa. Così decide di lasciare in panchina Milinkovic, di fatto disarmando la propria fascia sinistra, quella di maggiore efficacia. Lukaku sull’esterno nella sua ottusa fisicità non garantisce la stessa gestione dei tempi di gioco di Lulic, che invece spostato più interno non può avere la stessa forza di attrazione e la medesima tecnica di SMS (Sergej Milinkovic-Savic n.d.a.) nelle giocate sulla trequarti. Luis Alberto prova a rimediare giocando palloni sul centrosinistra, ma non è periodo per quell’area.
La Lazio produce solo frenesia e disordine, dunque. Il Cagliari fa estrema densitĂ con due linee da 5 piĂą 3 e accetta volentieri il "batti e corri", perchĂ© così può impostare la partita sulla semplice fisicitĂ e sui duelli individuali nei confronti di avversari non brillantissimi sul piano fisico. La prova? Miangue, a sorpresa a sinistra per l’assenza di Lykogiannis, svernicia Basta e disegna il cross: Han sovrasta Radu, Strakosha rimedia con l’aiuto della traversa, il rimpallo premia la fronte di Pavoletti. La Lazio sembra faticare a risalire il campo e dunque a occupare l’area, e qui si nota la stanchezza. Però rimedia con una punizione di Luis Alberto deviata nella propria porta da Ceppitelli, "costretto" da Leiva forte alle sue spalle. Non prima di aver alzato la voce per un contatto ImmobileÂ-Barella in area sul quale Guida a torto sorvola. Lo stesso arbitro fa ampi cenni di no anche quando nella ripresa Luiz Felipe, piĂą di altri colpito dalla sonnolenza della partita, atterra Pavoletti. Stavolta i Var richiamano Guida ed è rigore dopo 3’ di minuziosa analisi delle immagini.
E Inzaghi si infurierĂ per la diversa interpretazione degli episodi. Barella, giĂ eccellente nei pochi sprazzi di gioco del Cagliari, trasforma per il nuovo vantaggio sardo. Un regalo, visto che la squadra di Lopez non riesce a pensare molto di piĂą del lancio lungo verso Pavoletti (21 duelli) per poi accorciare sull’eventuale respinta. Inzaghi, che era giĂ ricorso a Felipe Anderson e Milinkovic senza riuscire a innestare una marcia superiore, cambia sistema mettendo anche Nani: 4Â-2Â-3Â-1, ma è piĂą semplicemente un "tutti avanti". Ancora frenesia e disordine, ma con piĂą qualitĂ . Il Cagliari non riesce ad amministrare il pallone – chiuderĂ con nemmeno il 70% di passaggi riusciti, troppo poco –, non sfrutta un altro regalo di Luiz Felipe (Farias fermato da Strakosha) e si consegna all’assedio. E col nemico in casa, la protezione finisce per non reggere: Nani grazia dopo una discesa di Anderson, Immobile all’ultimo no. Anche se serve una magia di tacco, chissĂ quanto volontaria. Ciro è sempre piĂą capocannoniere: 24 gol in A, 34 stagionali. Un solo retropensiero: ne avesse segnato almeno uno alla Svezia, anche meno bello di quello di ieri, l’attesa dell’estate avrebbe tutto un altro sapore.
Il Corriere dello Sport titola: "Immobile show con il tiki tacco. Dell’attaccante al 95’ il pari della Lazio con un gol strepitoso (24° in campionato). Cagliari rimontato. Partita condizionata dall’arbitro, non fischia niente e tollera interventi duri (rigore negato a Ciro), e dall’uso del Var. Si complica la rincorsa Champions dei biancocelesti".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Il calcio è così, ti sorprende e ti abbaglia per quanto produce emozioni e genera sentimenti. Basterebbe non rovinarlo con il Var. Le lacrime della Sardegna Arena per l’addio a Davide Astori e quel colpo di tacco di Immobile alla Mancini, all’ultimo respiro della partita, contrastano con lo scempio compiuto sul campo dall’arbitro Guida e davanti al monitor da Gavillucci. La Lazio, questa volta, si è salvata al novantacinquesimo con una prodezza del suo centravanti e chissà possa essere la svolta dopo una brutta prestazione e tanti episodi negativi. Per il Cagliari, dentro una prova orgogliosa e piena di contenuti tecnici, è stata una beffa. Tre partite in una da analizzare bene perché così, lo diciamo con chiarezza, non si può andare avanti. Il sistema sta perdendo credibilità , il mezzo televisivo usato o non usato sta facendo la differenza e condiziona le partite. Un rigore tolto alla Lazio per il sandwich di Barella e Ceppitelli su Immobile, ammonito per proteste ed entrato in diffda. Era il 27' e il Cagliari era passato in vantaggio due minuti prima con un gol di Pavoletti, nato da una discesa di Miangue e dal colpo di testa di Han respinto dalla traversa. Ciro s’è inflato in area ed è stato atterrato. Guida ha lasciato proseguire, il Var non è intervenuto e per questo motivo la Lazio s’è infuriata.
Quasi alla mezz’ora della ripresa, Gavillucci ha invece richiamato Guida dopo il contrasto tra Luiz Felipe e Pavoletti nato dal passaggio sbagliato di Basta. L’arbitro non aveva visto, anzi il suo gesto escludeva ci fossero gli estremi per il rigore. Il Var è intervenuto e ci sono voluti altri 3 minuti perché Barella andasse sul dischetto firmando il 2-1. La direzione di Guida ha colpito in negativo non solo per gli episodi incriminati. Non ha mai fischiato, ha tollerato interventi duri (da una parte e dall’altra), non ha in sostanza arbitrato. Lopez ha indovinato ogni mossa e anche senza produrre occasioni avrebbe meritato di vincere. Gli mancavano Joao Pedro e Cigarini. Romagna aiutava Barella nella costruzione della manovra. Il Cagliari era più fresco e aggressivo, lanciava lungo, mettendo sotto pressione i biancocelesti. Ionita saliva a rimorchio delle due punte, la posizione alta di Faragò e Miangue costringeva Lukaku e Basta a restare sulla linea difensiva. La Lazio, come sta succedendo da due mesi pieni, non ha mai sviluppato il solito gioco. La palla girava lentamente tra difensori e laterali, mancavano lo strappo e il cambio di marcia, Luis Alberto vive una fase di involuzione, Milinkovic e Felipe erano in panchina. Risultato? Neppure un tiro nello specchio per 75 minuti e sino al colpo di testa (centrale) di Immobile. L’1-1 era arrivato da un’autorete di Ceppitelli, pressato da Leiva sulla punizione di Luis Alberto: quattordicesimo gol preso dal Cagliari su palla inattiva. Ma Lopez e i suoi giocatori, conservando questo spirito, si salveranno in anticipo. Inzaghi rischia di non entrare tra le prime quattro.
Nelle ultime 12 partite, comprese le Coppe, appena 3 vittorie. La Lazio voleva ripartire in Sardegna, invece ha sofferto sino a 30 secondi dalla fine per portare a casa un punto. Per la quarta volta nelle ultime cinque trasferte di campionato ha incassato almeno due gol. Gli esterni faticano, i difensori (tolto Radu) fanno spavento. Simone dovrebbe realmente riflettere sul cambio di modulo per trovare nuovi temi offensivi. Prima ha aumentato la qualità del centrocampo con l’ingresso di Felipe e Milinkovic, ma non aveva più mediani ed equilibrio, a parte un monumentale Leiva. Alla mezz’ora ha tolto de Vrij e inserito Nani, passando al 4-2-3-1. Assetto più logico. Ha rischiato qualche ripartenza, ma è stato premiato dal pareggio. Il Cagliari era schiacciato nella propria area. Felipe, entrato in modo irritante, si è acceso e ha costruito una palla gol divorata da Nani. Al minuto 49 e 30 secondi il brasiliano ha scodellato il cross giusto e Immobile ha inventato un colpo di tacco alla Mancini. Ci voleva una magìa, figlia dell’istinto, per entrare nella storia. Ventiquattresimo gol in campionato come Chinaglia, sono 34 dall’inizio della stagione. Dove sarebbe oggi la Lazio senza Ciruzzo?
Il Messaggero titola: "Lazio, tacco e punto. A Cagliari un gol in acrobazia di Immobile al minuto 95 regala il pari ai biancocelesti per due volte in svantaggio. Autogol di Ceppitelli e la prodezza di Ciro per la doppia rimonta: rabbia per un rigore non dato e per quello subito".
Prosegue il quotidiano romano: Un tacco. Una magia. Immobile salva la Lazio all’ultimo secondo di una partita brutta e difficile. I biancocelesti escono da Cagliari con un punto minuscolo ma importante per il morale. Un ko avrebbe prodotto effetti devastanti sull’umore già nero degli uomini di Inzaghi. Un 2-2 che invece sa di beffa per i rossoblù che, per la prestazione, avrebbero meritato di più. Evidenti i segni di stanchezza mentale e fisica della Lazio penalizzata anche dall’arbitro. Momento di confusione per Inzaghi che alla fine manda in campo sempre gli stessi e si decide a cambiare modulo solo quando è lampante che i suoi non giocano più. Il 3-5-2 non è sostenibile se gli esterni non corrono avanti e indietro. Basta e Lukaku hanno il freno a mano tirato e vanno spesso in difficoltà sulla spinta delle ali cagliaritane. Male anche la difesa. C’è una maledizione che si è impossessata del centrale di destra. Ieri è toccato a Luiz Felipe sbagliare tutto. La gara, non poteva essere altrimenti, inizia con il commovente ricordo di Davide Astori. La maglia con il numero 13 è stata esposta davanti agli spogliatoi del Cagliari, accanto a quella di Gigi Riva. Brividi all’ingresso delle due squadre (i rossoblù tutti con la maglia di Astori): uno striscione con la scritta "Ciao Davide", un video commemorativo accompagnato dalla canzone "Ho messo via" di Luciano Ligabue. Lacrime in campo e sulle tribune.
Inzaghi alla fine non rinuncia a de Vrij. Straordinari per l’olandese, atteso oggi alla Nado Italia per chiarire la sua posizione in merito a qualcosa di anomalo dopo il controllo effettuato al termine della sfida con il Verona. Il tecnico lo ha mandato in campo proprio per allontanare ogni sospetto e maldicenza sul giocatore. Lopez, invece, nella rifinitura perde Sau e Lykogiannis. La gara è brutta e noiosa. Tanti, troppi errori dei biancocelesti. Basti pensare che il primo tiro in porta della Lazio è di Luis Alberto al minuto 23. Manca il gioco ma soprattutto la fortuna. Incredibile il gol del vantaggio del Cagliari: cross splendido di Miangue, Strakosha si supera su Han ma la palla sbatte prima sulla traversa e poi sulla testa di Pavoletti che stava imprecando per la sfortuna. Poco dopo Immobile protesta e si becca un giallo, voleva un rigore per un sandwich di Ceppitelli e Barella. Il fallo c’è ma non per Guida che lascia correre scatenando l’ira dei laziali. Questione di testa, quella che prova a metterci Leiva, rompendosela, sulla rete del pareggio. Autogol di Ceppitelli, in tentativo di anticipo sul brasiliano. Gioca solo il Cagliari.
Brutta la Lazio, a tratti annoia come quella di [[Petkovic Vladimir|Petkovic] o di Pioli. Inzaghi allora cambia sconfessando se stesso: dentro Milinkovic e Felipe Anderson e modulo che vira in un più offensivo 3-4-3. Ma i biancocelesti hanno la testa da un’altra parte e così Luiz Felipe ostacola ingenuamente Pavoletti. Rigore, ma ci vogliono almeno 3 minuti per concederlo. Guida, che inizialmente non vede irregolarità , richiamato dal Var, rimane a guardare il monitor un tempo infinito tra gli ohhh del pubblico. Barella trasforma e fa esplodere i tifosi rossoblù. Il tecnico cambia ancora modulo puntando su un 4-3-3. Ma serve il graffio di Immobile per prendere un punto insperato. Simone deve correre immediatamente ai ripari per ritrovare freschezza e serenità . Giovedì a Kiev lo aspetta un’altra sfida da dentro o fuori.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
E allora ditelo! La Var-gogna continua, la Lazio non ne può più di subire. Inzaghi ha perso la pazienza mesi fa, ora si sente preso in giro, ha perso le parole, le speranze, non sa più che dire, è avvilito, è sconvolto: "Così è troppo, così la corsa Champions diventa dura! Il Var, nei nostri confronti, non è stato utilizzato o è stato utilizzato male. Con i ragazzi è difficile parlare di calcio. Dobbiamo continuare a credere nel nostro sogno, lo culliamo da mesi, nessuno deve impedirci di continuare a sognare! I ragazzi mi chiedono spiegazioni e io non sono in grado di dargliene. A fine primo tempo bisognerebbe parlare di altro, si parlava del rigore non dato". Parolo, uno dei capitani della Lazio offesa e sfregiata, ha lanciato un’accusa pesantissima: "Per noi il Var è spento. Non vogliono utilizzarlo perché i rigori sono così clamorosi e devono darceli! L’arbitro Guida ci ha detto che per lui non era rigore e che il Var ha detto la stessa cosa. Forse gli addetti al Var stavano vedendo un’altra partita!". E’ una persecuzione, ormai alla Lazio pensano questo. Non sanno più cosa fare, come muoversi, come ribellarsi. Inzaghi s’era ripromesso di non parlare più degli errori-orrori arbitrali e del Var (da sempre si è detto contrario).
Ieri si è morso la lingua, poi non ce l’ha fatta e s’è scagliato contro l’arbitro Guida, contro il Var Gavillucci, gli ultimi della lista nera: "Siamo penalizzati, è sotto gli occhi di tutti. Con la Juventus, sullo 0-0, ci è stato negato un rigore, era nettissimo. L’arbitro Banti, con Irrati al Var, non l’ha rivisto. A Cagliari la stessa storia. L’arbitro ha detto che non era rigore, nessuno gli ha indicato di rivedere l’azione. Nel secondo tempo è successo l’esatto contrario e il gioco è stato fermato con Cragno in possesso di palla mentre ci hanno sempre detto che il Var può essere chiamato solo a gioco fermo. Sul rigore del Cagliari, che è indiscutibile, viene interrotto il gioco, che era in movimento. Questo ci fa pensare male. Ormai però siamo abituati. Per tutto il campionato siamo stati penalizzati. A Genova con la Samp, con la Fiorentina in casa, contro il Torino, con il Milan in campionato, con la Juve. Sono sempre state decisioni contro la Lazio, è una beffa". La Lazio si sente ostacolata nella corsa Champions, continuano a fermarla: "Tanti episodi non li ho voluti commentare, ma adesso non posso farne a meno. Immobile, inoltre, ha ricevuto l’ammonizione che lo ha mandato in diffida. I miei ragazzi devono dare di più, ma siamo fortemente danneggiati. Potrei continuare a parlare, non mi va. Siamo stati bravissimi a recuperare al 95'. Dobbiamo ripartire senza pensare al Var, dobbiamo continuare il percorso di sacrifici e lavoro che stiamo facendo", ha chiuso così la conferenza Inzaghi.
E’ amareggiato, non si arrende. Lo sfogo di Parolo è stato altrettanto duro: "Non capiamo alcune cose. C’è la possibilità di usare la tecnologia, la reputo importantissima, è il futuro del calcio. Ma non comprendo perché non si voglia usarla con noi. Bastava rivedere il contatto su Immobile così come si sono persi tre minuti per assegnare il rigore del Cagliari. Il penalty può esserci o no, ma trenta secondi o tre minuti si possono spendere per valutare un episodio che è al limite. Questi episodi ci danno fastidio!". Parolo ha difeso Immobile, è certo che non abbia simulato: "Ciro non avrebbe avuto nessun vantaggio a tuffarsi, le dinamiche vanno analizzate meglio dagli arbitri. La tecnologia va usata in maniera consapevole, lo è stato fatto nel secondo tempo a favore del Cagliari. Se gli episodi sfavorevoli creano sfiducia? Sicuramente non è facile affrontarli, dobbiamo cercare di essere lucidi e analizzare quello che stiamo facendo in campo. Giovedì abbiamo una partita importantissima, in Europa non c’è il Var, dovremo giocarcela sapendo che possiamo vincere contro la Dinamo". Gli errori-orrori arbitrali sono mastodontici e clamorosi. La Lazio deve anche interrogarsi su se stessa: "La Lazio, al di là di tutto, seppur in modo poco brillante avrebbe dovuto vincere. Non l’abbiamo fatto ed è un peccato. Abbiamo giocato male il pallone - ha proseguito Parolo - eppure abbiamo fatto due gol e non ci hanno dato un rigore. Dobbiamo capire che alcune partite vanno vinte anche se non si è brillanti al 100%. Noi, questo, non riusciamo a farlo. Quando non siamo belli non riusciamo a essere vincenti e questo forse è un limite, bisogna cercare di limarlo. Dobbiamo lavorare per tornare a essere brillanti. In un campionato ci può stare un periodo di appannamento. Lo ripeto, dobbiamo imparare a vincere le partite "sporche"". Meglio dimenticare Cagliari, meglio pensare alla Dinamo: "Il fatto che abbiamo solo un risultato, ossia la vittoria, ci può dare la carica e la voglia di andare lì e vincere anche se non sarà facile".