Domenica 12 maggio 2013 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Sampdoria 2-0 12 maggio 2013 - 3.528 - Campionato di Serie A 2012/13 - XXXVII giornata - inizio ore 15.00
LAZIO: Marchetti, A. Gonzalez, Biava, Cana, Radu (63' Dias), Candreva, Onazi, Hernanes (51' Ledesma), Lulic, Floccari (87' Kozak), Klose. A disposizione: Bizzarri, Guerrieri, Stankevicius, Crecco, Saha, Rozzi. Allenatore: Petkovic.
SAMPDORIA: Da Costa, Mustafi, Gastaldello, Rossini, Rodriguez, Munari (61' Renan), Maresca, Poli (71' Obiang) Poulsen (46' Berardi), Sansone, Icardi. A disposizione: Berni, Romero, Palombo, Castellini, De Silvestri, Estigarribia, Soriano, Eder, Maxi Lopez. Allenatore: D. Rossi.
Arbitro: Sig. Romeo (Verona) - Assistenti Sigg. Faverani e Vuoto - Quarto uomo Sig. Costanzo - Assistenti di porta Sigg. Russo e Merchiori.
Marcatori: 11' Floccari, 93' Candreva (rig.).
Note: espulso Renan al 46' s.t. per proteste. Ammoniti: 15' Rodriguez, 43' Maresca, 73' Floccari, 86' Mustafi tutti per gioco scorretto. Recuperi: 1' p.t., 4' s.t.
Spettatori: 33.000 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "La Lazio non si arrende. L'Europa è ancora lì".
Continua la "rosea": Un gol di Floccari sul filo del fuorigioco in avvio, un rigore col cucchiaio di Candreva nell'ultimo minuto di recupero. Contro la sazia e salva Sampdoria la Lazio chiude bene all'Olimpico tenendo accesa la speranza di Europa League senza passare dalle forche caudine della finale di Coppa Italia con la Roma. Una vittoria possibile domenica a Trieste col Cagliari, la ragionevole convinzione che l'Inter nell'accomiatarsi dal proprio pubblico non possa contro l'Udinese incassare la sedicesima sconfitta della propria sciagurata stagione, e i giochi sarebbero fatti. Perché anche chiudendo a pari punti con i friulani, i confronti diretti (3-0 e 0-1) darebbero ragione ai biancocelesti, dopo due stagioni consecutive in cui la qualificazione europea, in quei casi per la Champions League, è sfumata sempre per mano di Di Natale e compagni. Complice il gran caldo e la decisione di Delio Rossi di premiare le seconde linee, cambiando otto undicesimi della Samp che mercoledì pareggiando col Catania aveva raggiunto l'aritmetica salvezza, il match è vissuto sulle emozioni del solo primo tempo, salvo riaccendersi nei minuti conclusivi più per le fiscalità arbitrali (il rosso esibito da Romeo a Renan subito prima del rigore provocato da Gastaldello su Onazi), che per reale volontà dei protagonisti.
Confermata la coppia Klose-Floccari e dunque il 4-4-2 che aveva fruttato le goleade con Bologna e Inter, Petkovic ha varato la staffetta Hernanes-Ledesma dando spazio al sempre più solido Onazi. Ma il grosso del lavoro lo hanno fatto Candreva e Lulic, due laterali che quando sono in forma non temono confronti, almeno in Italia. La Lazio ha fatto centro sulla prima palla inattiva, il corner di Candreva spizzato da Klose e perfezionato da Floccari (tenuto in gioco da Gastaldello? Più sì che no) sul secondo palo. Poi ha tenuto botta alla reazione della Samp, che dopo il gol mangiato in apertura da Rodriguez si è concretizzata nella traversa colpita da Icardi, peraltro meno continuo e positivo di Sansone. La densità a metà campo provocata dal 3-5-2 dei blucerchiati non ha prodotto effetto alcuno, per la modesta inclinazione offensiva dei laterali Rodriguez e Poulsen e la scarsa vena di Maresca e Munari. Rossi ha cercato con i cambi di dare partner adeguati a Poli, l'unico davvero vivace della compagnia, ma a un certo punto i crampi hanno fermato anche lui, tant'è che alla fine il migliore della Samp è sembrato il portiere Da Costa, bravo su Candreva e soprattutto su Floccari, sciupone di suo. È stata anche la domenica del commiato di Brocchi, costretto all'addio al calcio da un brutto infortunio: l'Olimpico gli ha riservato una meritata ovazione.
Il match numero 55 della stagione (37 di campionato, 14 di Europa League e 4 di Coppa Italia) dice che quello della Lazio è stato un anno comunque assai positivo. Sempre in alto insieme al suo bravo allenatore e a una dirigenza attenta al bilancio, per i tifosi anche troppo. Quanto alla Samp, benvenuta sia la salvezza made in Delio Rossi, ma le ultime dieci giornate di campionato, 5 k.o. e 5 pari, sono state un incubo. Meglio non dimenticarlo.
Il Corriere dello Sport titola: "Candreva show. Assist e magie per l'Europa".
Continua il quotidiano sportivo romano: Candreva regala alla Lazio un'ultima giornata ad alta tensione. Si è illuso l'Olimpico quando sul maxi-schermo è apparso il risultato di Udine: Atalanta in vantaggio e, quasi contemporaneamente, Floccari in gol. La doppietta di Di Natale ha gelato i tifosi. Ma le speranze sono ancora vive: tutto si deciderà domenica prossima, con l'Udinese che dovrà fare visita all'Inter e la Lazio che affronterà il Cagliari a Trieste. Sulla carta, un turno più favorevole ai ragazzi di Petkovic che a quelli di Guidolin. La differenza reti negli scontri diretti vede in vantaggio la Lazio sui friulani. Insomma, l'aggancio che equivarrebbe a un sorpasso è ancora possibile. Una possibilità propiziata dalla straordinaria prestazione di Candreva, l'uomo in più della Lazio in questo finale di campionato. Ieri da un suo angolo è nato il gol di Floccari (conclusione di Klose); ed è stato lui a chiudere i conti trasformando quasi sul fischio finale il rigore concesso per l'atteramento di Onazi ("cucchiaio" con il povero Da Costa da tutt'altra parte). Candreva è stato il vero dominatore della gara. E lo è stato interpretando ruoli diversi perché quando Dias ha rilevato l'acciaccato Radu, la Lazio si è sistemata con tre difensori, Gonzalez sulla fascia destra e Lulic su quella sinistra. A quel punto Candreva ha abbandonato la posizione di ala (destra) per andare a ricoprire quella di mezz'ala (sinistra). Ma cambiando posizione il suo risultato non è cambiato: sempre il migliore in campo, sempre devastante con le sue accelerazioni improvvise. Delio Rossi per la disperazione è stato costretto a rinunciare allo stranito Simon Poulsen che nel confronto con il laziale sembrava correre con il freno a mano tirato. E' andata meglio a Berardi visto che solo per 18 minuti è stato obbligato a confrontarsi con Candreva. Non è un caso che il raddoppio finale sia arrivato grazie ai due migliori: Onazi (che si è procurato il rigore) e, appunto, Antonio.
Va detto chiaramente: non è stata la migliore partita della Lazio (e meno ancora della Samp). Troppi condizionamenti: meteo (faceva caldo) e sentimentali (il ritorno di Delio Rossi acclamato dalla Curva Nord come un vecchio amico; l'addio di Brocchi, calorosamente ringraziato per tutto quello che ha dato in questi cinque anni laziali). E ancora: doriani piuttosto scarichi visto che sono entrati sul terreno di gioco avendo la certezza della permanenza in serie A. Delio Rossi ha cambiato la squadra tenendo in panchina alcuni titolari, a cominciare dal portiere Romero, una vera sciagura nelle ultime partite. Ma a parte Sansone (che si è battuto con grande ardore) e Poli (che, però, dopo ventisei minuti della ripresa è stato costretto a lasciare il campo vittima dei crampi), tutti gli altri sono apparsi o poco motivati (Icardi, ad esempio, che comunque ha colpito una traversa) o distratti (Gastaldello, che ha tenuto in gioco Floccari in occasione del primo gol e abbattuto Onazi fornendo a Romeo l'occasione per fischiare il rigore del raddoppio). Rossi non è stato fortunato perché ha terminato praticamente in nove, con Rossini in campo a far numero (tutti i cambi erano stati già fatti) ma con un piede in meno e con Renan che si faceva cacciare dopo essersi evidentemente espresso con eloquio non proprio oxfordiano nei confronti dell'arbitro.
Qualche novità l'ha regalata anche Petkovic che da un lato ha confermato il modulo con due punte ma dall'altro ha deciso di rinunciare al doppio regista (Ledesma, più arretrato, Hernanes, più avanzato) per inserire un vero mediano, Onazi (a Milano il centrocampo era apparso un po' scoperto). Nonostante le fatiche di una stagione piena di appuntamenti, la Lazio non sembra eccessivamente stanca. Il nuovo modulo a due punte garantisce maggiore efficacia offensiva ma obbliga alla ricerca di nuovi equilibri soprattutto in vista della finale di Coppa Italia con la Roma.
La Repubblica titola: "Floccari & Candreva. La Lazio pensa al derby".
L'articolo così prosegue: Perfino l'aquila Olimpia è distratta: un giretto rapido e via, c'è altro da pensare. Si gioca con la Samp, ma la Lazio è concentrata sul derby. Gli striscioni della curva sono indirizzati solo alla finale di Coppa Italia e nella ripresa i cori partono in sintonia con la tribuna Tevere, che quel giorno — il fatidico 26 maggio — sarà tutta biancoceleste: un soundcheck mai visto per la sfida più attesa. E dopo la partita, sempre in quell'ottica lì, la preoccupazione è per l'infermeria: Radu operato al setto nasale, Hernanes alle prese con un affaticamento agli adduttori, Konko ancora dolorante. Sono in dubbio per l'ultima di campionato, a Trieste contro il Cagliari, ma il derby lo giocheranno. In una situazione del genere, non è stato facile per Petkovic — con lui continua a collaborare un mental coach — preparare la sfida con la Samp dell'amato ex Delio Rossi. Missione compiuta anche stavolta, comunque, senza faticare troppo: bastano un colpetto col ginocchio sinistro di Floccari al 10' e un cucchiaio di Candreva su rigore nel recupero. Così arriva la terza vittoria consecutiva e la Lazio resta in corsa per l'Europa League fino all'ultima giornata: "L'Inter può fermare l'Udinese", dice l'ottimista a oltranza Petkovic. Che sfoglia la margherita sul modulo da schierare nel derby: il 4-1-4-1 dei sedici risultati utili consecutivi o il 4-4-2 che ha fruttato 9 punti e 11 gol? "Con le due punte siamo un po' sbilanciati, dobbiamo lavorarci su", sottolinea.
Non può essere un test probante questo con la Samp, appagata dalla salvezza matematica e imbottita di riserve: Gastaldello (suo il fallo su Onazi punito con il rigore), Poli e Icardi (traversa al 42', poteva essere l'1-1) gli unici titolari nella formazione iniziale. Distratti pure i blucerchiati, a secco di vittorie da dieci partite (l'ultima il 3 marzo): "Ma abbiamo sette punti sulla zona retrocessione", fa notare il pragmatico Rossi, che in settimana discuterà il rinnovo. Da parte sua, Petkovic si coccola un Candreva in forma strepitosa. Il più applaudito però è Brocchi, commosso nel giro d'onore per l'addio al calcio. L'altra vibrazione, per i tifosi laziali, arriva quando Floccari segna pochi secondi dopo il gol dell'Atalanta a Udine. Solo un'illusione, ma il dispiacere è contenuto: i pensieri sono altrove.
Tratte da La Repubblica, alcune dichiarazioni post-gara:
Senza troppi patemi d'animo, la Lazio si sbarazza della Sampdoria dell'ex Delio Rossi. Finisce 2-0 (reti di Floccari, al decimo gol stagionale, e Candreva), Petkovic però è costretto a sostituire Hernanes e Radu per due infortuni. Affaticamento all'adduttore per il brasiliano (salterà il Cagliari a scopo precauzionale, ma per il derby ci sarà), frattura scomposta del setto nasale per il rumeno, sottoposto subito dopo l'incontro a un intervento chirurgico. "Ma non fa niente, giocherà la prossima", spiega un Klose in versione "Dr House" nel post-partita. Probabilmente lo farà con una mascherina protettiva. Infortuni a parte, la Biancoceleste centra la terza vittoria consecutiva di un finale di stagione in crescendo: "Stiamo migliorando sotto tutti i punti di vista — dice l'allenatore — e ora faremo di tutto per entrare in Europa". Servono tre punti nell'ultima giornata contro il Cagliari e sperare poi che l'Udinese impatti a Milano: "Dobbiamo vincere, perché l'Inter in casa può fare risultato". Poi una considerazione al veleno sull'impegno delle italiane in Europa League: "Non riesco a capire come mai tante squadre fatichino per qualificarsi e poi la snobbino. Se ce la facessimo noi, di certo la onoreremo come abbiamo fatto quest'anno".
Il tecnico vuole concentrarsi solo sul campionato, ma non è così semplice: "Siamo stati bravi a non pensare al derby. Abbiamo allontanato la pressione focalizzandoci su altro. Ora ci concentriamo sul Cagliari per arrivare carichi alla finale". L'interrogativo adesso è capire se sarà riproposto il "miracoloso" 4-4-2, che nelle ultime 3 partite ha portato 9 punti, 11 reti fatte e solo una subita: "Manca ancora il giusto equilibrio, ma questo modulo ci ha aiutato a ritrovare risultati e gol". L'ultimo lo ha segnato su rigore (calciato con il "cucchiaio") Antonio Candreva, al sesto gol stagionale e ancora una volta il migliore in campo: "Tutti — spiega l'esterno — stiamo vivendo un bel momento. Per noi il campionato non è ancora finito". Ma manca poco. Poi ci sarà il derby: "È una gara importantissima, alla quale dobbiamo arrivare pensando positivo". Un'Europa League già conquistata sarebbe un buon inizio.
Dalla Gazzetta dello Sport:
Il brivido vero, più che il gol di Floccari o il cucchiaio di Candreva, l'aveva dato De Luca, giovane attaccante dell'Atalanta che segnando all'Udinese aveva fatto immaginare all'Olimpico un pomeriggio ancor più dolce. E invece per il terzo anno di fila sarà battaglia al fotofinish con Guidolin: "Siamo ancora una volta incollati e ci resta sempre l'amaro in bocca — sussurra Claudio Lotito —. Non faccio previsioni, la qualificazione non dipende da noi. Però una cosa è sicura: Petkovic non è in discussione, le strategie sono pensate insieme a lui". Le strategie del tecnico, invece, devono tenere dentro l'ultima giornata col Cagliari e la finale di Coppa. E in questo senso un po' di preoccupazione l'hanno provocata Radu ed Hernanes: il primo dopo uno scontro con Marchetti ha riportato la frattura scomposta del setto nasale e nel tardo pomeriggio è stato operato alla Paideia. Oggi sarà dimesso, giovedì tornerà ad allenarsi con una mascherina protettiva. Cautela, invece, impongono le condizioni di Hernanes, uscito per un affaticamento muscolare: probabile che Petkovic decida di rinunciare domenica al Profeta, che ieri con 52 partite ha eguagliato Mancini per gare disputate in una stagione. "Ma per il derby avrò entrambi — dice Petkovic—. L'Europa League? Sono ottimista, vinciamo domenica e il quinto posto sarà nostro. La Lazio mi è piaciuta, siamo in crescita".
Detto che Pereirinha non ha giocato per un guaio muscolare alla coscia destra, il pepe ieri pomeriggio ce l'ha messo Antonio Candreva, calciando un rigore a cucchiaio, alla Totti, a due settimane dal derby. E festeggiando con una maglia ("Nino non mollare"), dedicata al padre del cognato che non sta bene. "Quello (il derby, ndr), deve essere un pensiero positivo, ma prima proviamo ad arrivare in Europa League. Non chiediamo favori a nessuno, dobbiamo fare la strada su noi stessi, poi se l'Europa arriverà diretta tanto meglio". Già, l'Europa, palcoscenico preferito di Sergio Floccari, tornato a segnare un gol tutto suo dopo oltre tre mesi (non accadeva dal 9 febbraio): "Potevamo chiuderla prima, ma va bene così. Siamo contenti perché l'atteggiamento è quello giusto, e solo così possiamo avvicinarci bene al derby. I moduli non contano". Ma intanto cresce la difesa, ben diretta da Lorik Cana: ""Era importante chiudere bene. Il derby? Non ci penseremo almeno fino a domenica. E il motivo per cui la squadra ha vinto tre partite di fila è proprio questo".
Dal Corriere dello Sport:
"Uno di noi, Delio uno di noi" ha cantato a lungo la Curva Nord e Rossi, prima che cominciasse la partita, s'è avvicinato sino alla linea di fondo per salutare i suoi vecchi tifosi, lasciati nel maggio 2009, quando avevano riempito in 70 mila l'Olimpico per la finale di Coppa Italia con la Sampdoria, di cui oggi è allenatore. "Fa piacere a distanza di tempo ricevere un'accoglienza del genere. Posso dire che qui ho dato e ricevuto tanto. Non tornerò mai da nemico. Da avversario sì, ma non da nemico" ha raccontato Rossi, che ha fatto soffrire la Lazio sin quasi all'ultimo minuto. "E' stata una partita equilibrata, l'abbiamo interpretata bene, anche se è stato commesso un errore marchiano sul gol di Floccari. Perché non può arrivare quel pallone in mezzo all'area da angolo facendolo cadere per terra. La Lazio, su quell'episodio, ha costruito il risultato e ha cercato di gestirlo. Forse avremmo meritato qualcosa di più. E' mancata convinzione in attacco". Rossi era arrabbiato con l'arbitro per il rosso a Renan. "Non l'ho capito. Bisognerebbe chiedere a Romeo che chiudeva la carriera con questa partita. Mi capitano sempre arbitri che chiudono la carriera...". Naturale chiedergli del derby di Coppa Italia. "Non c'è e non può esserci un favorito. Dipenderà da chi ci arriva con più energie. Un derby così è tanta roba. Chi vince, festeggia. Chi perde, avrà problemi". E' arrivato alla Sampdoria e ha centrato la salvezza. Nelle prossime ore incontrerà i dirigenti blucerchiati per prolungare. "Quando sono arrivato ho voluto firmare solo per 6 mesi perché c'erano già 4 allenatori sotto contratto. Abbiamo raggiunto l'obiettivo. Ora parleremo e valuteremo cosa è meglio per tutti".