13 marzo 2016 - Campionato di Serie A - XXIX giornata - inizio ore 20.45
LAZIO: Marchetti, Patric, Mauricio, Hoedt, Braafheid, Onazi (81' Parolo), Cataldi (73' Biglia), Felipe Anderson, Mauri, Kishna (58' Keita), Klose. A disposizione: Berisha, Guerrieri, Gentiletti, Lulic, Candreva, Morrison, Matri. Allenatore: Pioli.
ATALANTA: Sportiello, Masiello, Toloi, Paletta, Brivio, Cigarini (71' Gakpè), De Roon, Kurtic, D'Alessandro, Pinilla (58' Borriello), Gomez (71' Diamanti). A disposizione: Bassi, Conti, Stendardo, Cherubin, Dramè, Raimondi, Migliaccio, Freuler, Monachello. Allenatore: Reja.
Arbitro: Sig. Guida (Torre Annunziata - NA) - Assistenti Sigg. La Rocca e Lo Cicero - Quarto uomo Sig. Longo - Assistenti di porta Sigg. Di Bello e Chiffi.
Marcatori: 67' Klose, 94' Klose.
Note: ammoniti Cigarini, Cataldi, Sportiello, Patric, Toloi e Masiello tutti per gioco scorretto. Angoli: 4-8. Recuperi: 3' p.t., 4' s.t.
Spettatori: 5.000 circa (dato ufficiale: 16.553)
La Gazzetta dello Sport titola: "La prima volta di Klose lancia la Lazio di scorta ma inguaia l'Atalanta. Decide la doppietta del centravanti tedesco. Clamoroso palo di D'Alessandro sullo 0-0, la squadra di Reja resta nella zona calda".
Continua la "rosea": Reja lo manderà benevolmente a quel paese. Dopo averlo mollato (causa infortuni) in entrambe le volate Champions quando era sulla panchina della Lazio, Miro Klose ha aspettato la partita contro l'Atalanta per interrompere un digiuno che in campionato durava da nove mesi. Sconfitta pesante quella rimediata dall'ex tecnico biancoceleste, la cui serie senza vittorie si allunga a 14 gare (con 6 pareggi e 8 sconfitte). Buon per i bergamaschi che restano i 4 punti sulla terz'ultima. Ma l'involuzione della formazione nerazzurra non può non preoccupare. Reja al momento non sembra a rischio, ma oggi il club farà una riflessione. Non può non preoccupare perché pure contro una Lazio 2 con poca voglia di giocare la creatura di Reja non è stata capace di fare punti. Pioli, come promesso, ha fatto un turn over totale per preservare gli uomini migliori in vista del match di giovedì in Europa League con lo Sparta. Il risultato è stato quello di mettere in campo una squadra che, fino all'intervallo, non ne ha azzeccata una. Neppure un tiro in porta, molta sufficienza nelle giocate, scena muta da parte di chi (Kishna e Cataldi, per esempio) era chiamato a mandare segnali al tecnico. A Pioli è però bastato fare un paio di cambi nel corso della ripresa (Keita per Kishna e poi Biglia per Cataldi) per prendersi la partita e tornare a vincere dopo un mese in campionato.
La firma l'ha messa Klose, con i primi due gol di questo campionato. Giusto così perché il tedesco è stato uno dei pochi a non accettare i ritmi bassi iniziali e lottare su ogni pallone come fosse un debuttante. Il primo gol è arrivato a metà ripresa dopo una combinazione Keita-Mauri interrotta da Sportiello con un intervento che sarebbe stato da rigore se appunto Klose non l'avesse buttata dentro. Il raddoppio allo scadere con un tocco facile facile su appoggio di Anderson. Punizione forse troppo severa per un'Atalanta che aveva cominciato bene, tenuto discretamente il campo fino all'intervallo, ma poi si è squagliata nel finale, quando come sua consuetudine (27 gol su 37 realizzati negli ultimi 30') la Lazio dà il meglio. Certo, se D'Alessandro l'avesse messa dentro anziché centrare il palo dopo 15' (o se la manata di Mauricio a Pinilla fosse stato punita col rosso) la partita avrebbe preso tutt'altra piega. Ma la formazione di Reja (è questo è stato il suo grande torto) avrebbe dovuto insistere contro una Lazio in campo con le seconde linee anziché puntare allo 0-0. Quando i nerazzurri hanno provato a farlo era ormai troppo tardi. Non è ancora tardi per salvarsi, invece. Ma occorre una sterzata immediata.
Il Corriere dello Sport titola: "La Lazio ritrova Klose e si tuffa sull'Europa. Il tedesco (doppietta) si sblocca in A: Atalanta ko, testa allo Sparta".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: E' ancora la Lazio di Klose e chissà cosa avrà pensato zio Edy Reja quando il vecchio Miro, vicino ai 38 anni e sino a ieri a digiuno in campionato, ha depositato la prima palla in rete e poi ha condannato l'Atalanta con una doppietta. Ci voleva il suo vecchio maestro per rompere l'incantesimo. Il tedesco si sveglia quando sente aria di primavera, volava e correva come un ragazzino già nelle ultime partite e ieri ha meritato la standing ovation dell'Olimpico, perché ha sostenuto la Lazio nel momento più complicato della serata prima di risolvere con i suoi gol. Continua la serie negativa di Reja, a rischio panchina. L'Atalanta non vince da 14 giornate, è in piena zona retrocessione, avrebbe dovuto approfittare con più coraggio di circostanze favorevoli. Pioli è tornato al successo in campionato e si è portato a meno 7 dal Milan prima del confronto diretto di domenica prossima a San Siro. Sarà durissima riaprire il campionato in chiave europea, ma un piccolo spiraglio esiste. Si è rialzato nonostante un massiccio turnover, la Lazio ha dimostrato spirito di sacrificio e mestiere. Penalizzato dagli infortuni e pensando al ritorno con lo Sparta, Pioli ne aveva cambiati nove rispetto alla partita di Europa League. Squadra improvvisata, era proprio la Lazio 2 con Patric e Braafheid al debutto stagionale dal primo minuto e si è capito presto perché sinora non fossero mai stati considerati.
Difficoltà di gestione della palla dentro un reparto poco sicuro per costituzione genetica. Mauricio ha iniziato regalando il pallone a Gomez e Pinilla ha trovato il corridoio giusto per D'Alessandro. L'ex romanista, che aveva deciso con il suo ingresso la partita d'andata, ha colpito il palo con Marchetti in uscita. Era il quarto d'ora e in quel momento l'Atalanta doveva capire che sarebbe bastato metterci un briciolo di personalità per prendersi la partita, ma non l'ha fatto come avrebbe potuto e dovuto. Gomez con un tiro a giro ha costretto Marchetti alla deviazione in angolo. La Dea è cresciuta senza piazzare il colpo del ko, la Lazio è entrata in apprensione. Timori e paure, l'incapacità di costruire gioco. La squadra di Pioli era spaccata in due, sono emerse le fragilità di Cataldi e i limiti nel fraseggio di Onazi, che almeno lottava. Restituivano palla indietro ai balbettanti difensori, l'Atalanta era disposta bene, forse anche troppo per non prenderle e chiudere ogni spazio alle possibili ripartenze. Kishna faceva vedere il suo piede sinistro solo sui calci piazzati, Felipe si è acceso nell'ultima azione del primo tempo, Klose era costretto a rincorse pazzesche per toccare la palla. Zero tiri in porta all'intervallo e il 55% di possesso senza creare occasioni. De Roon aveva spento Mauri, Cigarini e Kurtic vincevano i duelli, D'Alessandro teneva sotto pressione Braafheid.
Il primo tempo si è chiuso con un colpo proibito di Mauricio a Pinilla e la Lazio è rientrata negli spogliatoi tra i fischi dell'Olimpico. L'inerzia della partita è cambiata nella ripresa perché la Lazio ha alzato il ritmo, Cataldi ha cominciato a giocare qualche palla in avanti e Pioli ha sganciato Keita. L'Atalanta, invece di osare, aspettava e così ha finito per prendere il gol al 22'. Verticalizzazione di Patric, tocco smarcante di Keita, Sportiello è uscito a valanga su Mauri e Klose ha depositato di piatto in rete. Solo in svantaggio, l'Atalanta si è messa a spingere. Cigarini fuori a colpo sicuro. D'Alessandro alto. Reja, che aveva già cambiato Pinilla con Borriello, ha inserito Diamanti e Gakpè. Pioli ha richiamato prima Cataldi per provare a congelare il gioco con Biglia e poi ha dovuto sostituire Onazi (crampi) con Parolo. L'Atalanta attaccava, ha conquistato cinque angoli da cui sono venute fuori solo mischie. La Lazio ripartiva in campo aperto con Felipe. Al primo contropiede il brasiliano ha graziato Sportiello, al quarto di recupero dopo settanta metri di corsa ha passato indietro a Klose, abilissimo a prendere il tempo giusto per non finire in fuorigioco e chiudere in trionfo la partita. Ora speriamo che il tedesco abbia altre energie per schienare lo Sparta.
Il Messaggero titola: "Lazio, ci pensa il mito Klose. Il tedesco firma le reti della vittoria con i brividi ai danni dell'Atalanta. La doppietta arriva nel finale dopo una prova a tratti molto negativa".
Prosegue il quotidiano romano: Il guizzo di Klose, a metà della ripresa, con il quale ha spento le velleità dei volenterosi bergamaschi, ha rappresentato un atto di feroce ingiustizia perché l'Atalanta non ha meritato la sconfitta che la inguaia ancora di più in classifica. Meglio archiviare in fretta questa brutta partita e pensare a giovedì, quando ci sarà in palio la qualificazione ai "quarti" di Europa League. Il 2-0, infatti, non ha rispecchiato l'andamento della sfida e ha premiato oltre i meriti i biancocelesti, apparsi sbiaditi e deludenti. La Lazio delle seconde linee, impreziosita da qualche titolare, infatti, ha steccato offrendo un primo tempo calcisticamente osceno. Una squadra senza testa, né cuore, né orgoglio, che ha giocato soltanto per onor di firma, offendendo l'affetto della sparuta platea dell'Olimpico e di quelli che hanno visto la partita alla televisione. Inguardabile e irritante, spesso in balìa della modesta Atalanta che sta vivendo un periodo di crisi nera e in piena bagarre per non retrocedere. Un piattume assoluto, con calciatori spaesati, che hanno passeggiato per il campo, sbagliando tutto quello che era possibile e non tirando mai verso la porta dell'inoperoso Sportiello. Difesa di burro salvata prima dal palo sul tiro, a colpo sicuro, di D'Alessandro che ha fatto vedere le streghe a Braafheid, e quindi da una parata in angolo di Marchetti, su conclusione di Cigarini.
Calcio ruminato, stucchevole e prevedibile con un centrocampo senza qualità nel quale Cataldi ha provato a organizzare qualcosa, dove Onazi vagava per il campo senza meta, e dove Mauri si muoveva con eccessivo sussiego regalando una quantità di facili palloni ai nerazzurri. Anderson ha giocato da solito egoista, perdendo tutti i duelli, tranne uno nel finale di tempo, l'impalpabile Kishna, sempre enucleato dalla manovra, facilmente ammansito dagli avversari. Soltanto Klose ha tentato di imprimere gli input giusti, sacrificandosi e dando l'esempio sul piano dell'impegno, della motivazione e della voglia di uscire dal marasma: ha lottato con classe e preso botte. Nel complesso una prima frazione di una pochezza tecnica da rabbrividire, che ha suscitato il malcontento e qualche giustificato fischio. Nel secondo tempo la situazione non è migliorata di molto, per la formazione biancoceleste, ma c'è stato il colpo vincente dell'inesauribile e monumentale Klose a ridare speranze e un pizzico di entusiasmo. Una rete scaturita dopo un intervento falloso di Sportiello su Mauri con palla finita al panzer che ha segnato con freddezza. Nemmeno il vantaggio, però, restituiva alla Lazio fiducia e gioco tanto che l'Atalanta sfiorava il pareggio in un paio d'occasioni. Reja, subito il gol, ha cercato di ridisegnare l'assetto conferendo maggiore incisività alla squadra, con gli innesti di Borriello e Diamanti, mentre Pioli ha affidato a Biglia e Parolo il compito di gestire la delicata situazione.
L'ingresso di Keita, infatti, non ha prodotto gli effetti sperati perché lo spagnolo appariva piuttosto fumoso. Nonostante la prova incolore la Lazio tornava alla vittoria dopo 3 giornate, battendo per 2-0 un'Atalanta sempre più in difficoltà e mettendo nei guai l'ex Reja, a rischio di esonero dopo l'ennesimo risultato negativo che ne aggrava la posizione. Stavolta il tecnico goriziano è stato anche sfortunato ma la squadra ha faticato ancora terribilmente a segnare e questa anemia offensiva rischia di complicare ulteriormente il finale di campionato. In casa Lazio l'affermazione, arrotondata dal raddoppio di Klose, servito dal cresciuto Anderson, all'ultimo giro di orologio, non ha cancellato la delusione sul piano del gioco, né le sofferenze patite nel tenere a bada un avversario tecnicamente scarso, che ha comunque rimediato un figurone. Giovedì sera (inizio ore 19), per eliminare lo Sparta Praga dalla scena europea, ci vorrà una Lazio ben diversa, in grado di fornire una prova di ben altro spessore e contenuti tecnici. La partita sulla quale puntare tutto, perché potrà dare un senso concreto a questo scorcio finale di stagione.
Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Ci voleva Miro Klose per tirare fuori da una partita che per la Lazio ristagnava. Due reti per battere l'Atalanta. Ma anche per rivedersi goleador in campionato. Il 37enne tedesco non segnava in Serie A (in Europa League gol al Galatasaray il 25 febbraio) dal 31 maggio scorso, a Napoli. Lesto a capitalizzare gli spunti di Mauri (300 gare in biancoceleste, traguardo di appena altri 7 nomi doc) e Felipe Anderson. "Mi sono tolto un peso facendo gol - ha detto al termine Klose, ora a 58 reti con la Lazio, secondo nella graduatoria dei bomber stranieri a sei lunghezze da Pandev -. Importante aver dimostrato di essere una squadra, lottando tutti insieme. Hanno giocato diversi giocatori che non avevano avuto tanto spazio. Sono contento. Europa League? Vogliamo ottenere i quarti. Lotteremo sino alla fine". Avanti così. Sorride anche Stefano Pioli che prima della gara ha salutato con un abbraccio l'ex Edy Reja. "Ho avuto buone risposte dai ragazzi. Grande spirito e grande volontà. Nel primo tempo si poteva osare di più. Nel secondo abbiamo creato maggiori difficoltà all'Atalanta. Ora dobbiamo recuperare per giovedì, per la sfida contro lo Sparta". E per la gara di ritorno degli ottavi si avverte anche l'eco con le relative preoccupazioni degli ululati razzisti dei tifosi laziali a Praga.
Prima della partita, il d.s Igli Tare è tornato sull'argomento: "Dobbiamo stare attenti, non è la prima volta che succedono episodi di questo tipo. Siamo totalmente contrari a questi atteggiamenti perché danneggiano tantissimo l'immagine della società e della tifoseria: ci sono 20-30 persone che ti fanno fare brutta figura in giro per l'Europa". Soddisfatto della prestazione anche Hoedt: "Abbiamo fatto il nostro lavoro, non abbiamo preso gol e di questo sono molto contento. Mi sto inserendo bene ora, dopo aver avuto qualche problema a inizio stagione". Il difensore olandese smentisce chi afferma che ormai la Lazio è concentrata solo sull'Europa: "Noi vogliamo arrivare il più in alto possibile, e per farlo dobbiamo vincere e giocare come abbiamo fatto contro l'Atalanta. Dispiace essere lontani dalla zona europea, abbiamo pareggiato troppe partite che avremmo dovuto vincere". La testa ora però va indubbiamente allo Sparta Praga: "Dobbiamo assolutamente superare il turno, sappiamo che è una partita importantissima. In campo internazionale siamo ancora imbattuti, e vogliamo confermarci anche con lo Sparta. Sarà una battaglia, siamo pronti". I tifosi non vogliono essere delusi.