6 gennaio 2021 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XVI giornata - inizio ore 15.00
LAZIO: Strakosha, Luiz Felipe (46' Patric), Hoedt, Acerbi, Lazzari (77' Cataldi), Milinkovic, Escalante (77' Radu), Luis Alberto, Marusic, Caicedo (58' Akpa Akpro), Immobile (89' Muriqi). A disposizione: Reina, Furlanetto, Patric, Armini, Franco, D. Anderson, Parolo, Andreas Pereira. Allenatore: S. Inzaghi
FIORENTINA: Dragowski, Venuti (60' Callejon), Quarta (73' Lirola), Pezzella, Igor, Biraghi, Amrabat, Bonaventura (73' Kouamè), Castrovilli; Ribery (38' Eysseric), Vlahovic. A disposizione: . Allenatore: Prandelli
Arbitro: Sig. Abisso (Palermo) - Assistenti Sigg. Liberti e Fiore - Quarto uomo Sig. Manganiello - V.A.R. Sig. Maresca - A.V.A.R. Sig. Carbone.
Marcatori: 6' Caicedo, 75' Immobile, 88' Vlahovic (rig.).
Note: ammonito al 43' Luiz Felipe, al 45' Escalante, all'82' Castrovilli, all'87' Hoedt. Angoli . Recuperi: 2' p.t., 5' s.t.
Spettatori: partita a porte chiuse per emergenza Covid 19.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Decide sempre Immobile. Fiorentina, mancano i gol. La Lazio ritrova i tre punti: apre Caicedo richiesto dalla Viola che fatica a segnare. Infortunio per Ribery".
Continua la "rosea": Come a scuola, una voleva evitare il 5. L’altra, invece, lo inseguiva, per completare quell’evoluzione che il numero simbolicamente rappresenta. Alla fine ha goduto la Lazio, tornata alla vittoria che mancava, appunto, da quattro giornate. Un numero d’alta scuola di Caicedo all’alba le regala il vantaggio, l’infinito Ciro chiude la partita. Era in dubbio, non sta benissimo, ma alla fine segna sempre lui. In questa stagione, Immobile è il primo giocatore dei top 5 campionati europei ad andare in buca in 11 gare. Inzaghi si tiene stretto lui e i tre punti, che gli fanno riprendere la marcia. Cesare Prandelli invece, dopo 4 risultati utili di fila (la bella vittoria con la Juve e tre ics), riassaggia il gusto amaro della sconfitta, reso più indigesto per come è arrivata. A livello di gioco la Viola non è stata inferiore ai rivali, in più ha perso presto Ribery per infortunio quando sarebbe servito eccome per cercare la rimonta. Le chiavi. Eh sì, perché la Lazio è sempre molto lontana dalla bella squadra che prima del lockdown metteva paura alla Juve. E che anche all’inizio del campionato prometteva bene. Dopo 6 minuti era già in vantaggio con la mezza rovesciata di Caicedo servito dalla torre di Lazzari e dunque poteva gestire la sfida come le piace: contenimento e ripartenze brucianti.
Così ha cercato di fare e nel primo round avrebbe anche raddoppiato grazie a uno splendido contropiede di Luis Alberto che ha servito Immobile per il gol, annullato però per giusto fuorigioco. Ma sono stati sprazzi via via sempre più rari. La Fiorentina ha giocato di più, si è portata spesso dalle parti del rientrante Strakosha, ma ha avuto due problemi: troppi errori nei passaggi finali e una catena di destra debole in tutti i suoi elementi (Quarta, Venuti e anche Bonaventura, che a destra non si trova bene) dove la Lazio riusciva a infilarsi. Prandelli nel secondo round l’ha giustamente cambiata in toto. Al minuto 15 dentro Callejon per Venuti, dieci minuti più tardi fuori Quarta e Bonaventura per Lirola e Kouamè, entrato benissimo. E la Fiorentina è cresciuta, insieme con Castrovilli, al quale Milinkovic ha negato il gol respingendo di testa il suo tiro a porta vuota. Inzaghi l’ha pure aiutata cambiando Caicedo con Akpa Akpro col risultato di abbassare troppo il baricentro. Ma la Viola ha collezionato più angoli che occasioni e alla mezzora, forse nel suo momento migliore, ha subito su corner il 2-0 da una Lazio che si affacciava in attacco per la prima volta dopo l’intervallo. Il rigore firmato di Vlahovic è arrivato quando ormai si stavano spegnendo le luci della partita.
La differenza davanti. Alla fine, si torna sempre lì: per vincere devi segnare. Immobile non perdona, ha avuto un’occasione e l’ha sfruttata (per tacere del gol annullato). Vlahovic invece perdona parecchio. In questa sfida ha avuto almeno tre chance per far gol, ha dovuto aspettare un rigore per riuscirci. E’ vero, è un talento puro ed è comunque uno dei quattro classe 2000 che in Europa hanno segnato almeno 5 gol (gli altri sono un certo Haaland, Kean e Gouiri del Nizza) ma non ha ancora maturato il killer instinct e si capisce perché la Fiorentina insegua Caicedo. Le servirebbe eccome, ma fossimo nella Lazio ci penseremmo un bel po’ prima di cederlo.