Mercoledì 8 maggio 2013 - Milano, stadio Giuseppe Meazza - Inter-Lazio 1-3 8 maggio 2013 - 3.527 - Campionato di Serie A 2012/13 - XXXVI giornata - inizio ore 20.45
INTER: Handanovic, Jonathan (30' Benassi), Ranocchia (53' Pasa), Juan Jesus, Pereira, Kuzmanovic (80' Garritano), Kovacic, Cambiasso, Guarin, Alvarez, Rocchi. A disposizione: Belec, Carrizo, Chivu, Ferrara, Spendlhofer, Schelotto, Forte, Colombi. Allenatore: Stramaccioni.
LAZIO: Marchetti, Konko, Cana, Dias (46' Ciani), Radu, Candreva, Ledesma (60' Onazi), Hernanes, Lulic, Floccari (60' A. Gonzalez), Klose. A disposizione: Bizzarri, Guerrieri, Biava, Stankevicius, Pereirinha, Kozak, Rozzi, Saha. Allenatore: Petkovic.
Arbitro: Sig. Bergonzi (Genova) - Assistenti Sigg. Maggiani e Giordano - Quarto uomo Sig. Romeo - Assistenti di porta Sigg. Iannello e De Marco.
Marcatori: 22' Handanovic (aut.), 33' Alvarez, 45+3' Hernanes (rig.), 77' Onazi.
Note: osservato un minuto di silenzio in memoria del Senatore Giulio Andreotti deceduto in settimana. La Lazio ha giocato con il lutto al braccio per la scomparsa dell'ex calciatore biancoceleste Ferruccio Mazzola. Ammonito al 33' Ledesma, al 47' Ranocchia, al 75' Juan Jesus, all'84' Pereira. Al 70' Alvarez ha calciato fuori un calcio di rigore. Calci d'angolo: 11-6. Recuperi: 3' p.t., 4' s.t..
Spettatori: 40.000 circa con 4.302 paganti e 35.226 abbonati per un incasso di euro 880.710.
La Gazzetta dello Sport titola: "Inter-Lazio 1-3, Strama addio all'Europa. Petkovic raggiunge la Roma. Nerazzurri precipitosi e sfortunati: incredibile errore di Alvarez per il rigore del possibile 2-2. Papera di Handanovic e gol di Floccari al 22', poi l'1-1 di Alvarez. Al 32' della ripresa Onazi chiude la pratica con un bolide".
Continua la "rosea": Prendete l'immagine di Alvarez sul dischetto. Guardatelo preparare la rincorsa per piazzare il 2-2, osservatelo mentre scivola e cade, spedendo il pallone alto, altissimo. Poi guardatelo rialzarsi, un po' sporco di terra. Ecco, lì c'è l'immagine del momento attuale dell'Inter, a terra per la 15esima volta, costretta ad affidarsi a uomini che normalmente sarebbero rimasti ai margini. La caduta di Ricky (che fu "Maravilla") è in tutto e per tutto simile a quella di Terry in finale di Champions a Mosca, ma lì era epicamente tragica, qui è dolorosamente ridicola. Anche la Lazio passa a San Siro (3-1), eliminando dalla corsa europea una rivale diretta (la si poteva ancora definire così?). Lo fa segnando tre gol e creando poche altre occasioni, lo fa coprendosi in difesa e aspettando quasi che l'Inter si faccia male da sola. Lo fa condendo la vittoria con un eurogol di Onazi, una botta da fuori che finisce nel sette. La rincorsa di Petkovic all'Europa League continua, l'Inter dopo 15 anni sarà unicamente "nazionale". Sentenza ora aritmetica: addio Europa. Il primo gol della Lazio è un nuovo genere cinematografico, il giallo-comico. Giallo perché ci vuole "Csi" per capire chi fra Floccari e Ranocchia tocchi involontariamente la palla e la spinga in rete, su cross di Candreva. Comico perché l'uscita di Handanovic, uno che spesso ha retto la baracca, è tutta da ridere. Ride poco l'Inter sotto 1-0 dopo 20 minuti, quando la Lazio non aveva ancora tirato in porta. Un minuto dopo, su palla persa a centrocampo, Candreva solo in contropiede potrebbe chiuderla, ma tira fuori, al 33' Alvarez stacca di testa su un raro cross di Pereira e fa 1-1. L'Inter va vicina al 2-1, invece passa la Lazio, nel recupero del primo tempo. Candreva, sempre solo, crossa basso per Floccari, Ranocchia lo tocca, Hernanes, alla 100esima presenza in A, trasforma il rigore (25° gol in biancoceleste). Alvarez non farà lo stesso, Onazi piazza l'ultimo chiodo sulla bara nerazzurra.
Buchi in difesa, un infortunio nuovo di zecca, una ricaduta e qualche polemica per un rigore contro. Gli ingredienti della triste primavera dell'Inter ci sono tutti, anche contro la Lazio. Stramaccioni torna alla difesa a quattro, davanti c'è Rocchi supportato da Guarin e Alvarez. Dopo 20' si mette in coda per l'infermeria anche Jonathan (lussazione alla spalla destra), Benassi entra per fare il terzino. Nella ripresa si ripresenta dai dottori anche Ranocchia, entra Pasa. I nerazzurri si muovono poco, a lungo ci prova solo Kovacic, palla al piede. Anche a ritmo ridotto, le occasioni non mancano, ma ci si arriva sempre con un secondo di ritardo, oppure c'è il palo a dire di no (a Cambiasso, con paratona di Marchetti). Nella ripresa Guarin ci prova praticamente da solo, ma i suoi tiri - da ovunque - non trovano mai il fondo della rete. Il peggio è che non è finita: ci sono altre due gare da giocare, e a Genova, con Ranocchia out, Jesus e Pereira squalificati, la difesa semplicemente non c'è. Se col Bologna era stato Klose-show, qui il tedesco può limitarsi anche a guardare. Tocca pochi palloni, ma non serve. C'è Candreva che sfrutta le praterie sulla sinistra, c'è Hernanes che va a nozze con i ritmi da "piccolo trotto", c'è una difesa che si affida sempre all'ultima chiusura, o alle parate di Marchetti. Non è che impressioni, la Lazio. Ma non serve impressionare, per battere l'Inter.
La Repubblica titola: "Inter-Lazio 1-3, nerazzurri fuori dall'Europa dopo 14 anni. I biancocelesti agganciano la Roma ritrovando il successo in trasferta che mancava da dicembre. Autorete di Handanovic e gol di Hernanes (su rigore) e Onazi per gli ospiti, per i padroni di casa provvisorio e inutile pari di Alvarez che fallisce clamorosamente un tiro dal dischetto sull'1-2".
L'articolo così prosegue: La Lazio di Petkovic riassapora la vittoria esterna (che in campionato le mancava da dicembre), aggancia la Roma e riaccende le sue ambizioni europee, spegnendo invece definitivamente quelle dell'Inter. Quindici sconfitte finora in campionato, otto nelle ultime dieci partite (Coppa Italia compresa) sono i numeri impietosi con cui deve fare i conti l'Inter di Stramaccioni, sempre alle prese con l'emergenza infortuni: stasera deve portare in panchina sette componenti della Primavera, e a partita in corso deve anche assistere ad altri due infortuni (Jonathan e Ranocchia). Si comincia, e dopo un paio di schermaglie iniziali l'Inter va vicina al gol con Rocchi, ben servito dal vivace Kovacic: destro potente dell'attaccante e Marchetti devia in angolo. L'Inter spinge ma non trova spazi, e al 22' fa harakiri: cross di Candreva dalla destra, Handanovic sbaglia totalmente il tempo dell'uscita e sfiora solamente il pallone, che rimbalza su Ranocchia e poi ancora sul portiere nerazzurro prima di finire lenta e beffarda in rete. L'Inter un minuto dopo rischia ancora di capitolare, ma Candreva, solo davanti ad Handanovic, grazia il portiere calciando di poco a lato. I nerazzurri ringraziano e al 33' pareggiano: Alvaro Pereira va sul fondo e crossa al centro, Alvarez svetta su Radu e batte l'incolpevole Marchetti con un gran colpo di testa, mettendo a segno la sua quinta rete in campionato. Il pareggio rivitalizza l'Inter, che deve rinunciare a Jonathan (un guaio alla spalla per l'esterno, sostituito da Benassi), ma al 36' va vicinissima al vantaggio: Guarin serve Cambiasso, che dal limite dell'area fa partire un gran destro, Marchetti è prodigioso nella deviazione e il pallone finisce sul palo e poi sul fondo.
L'Inter sale di tono, ma all'ultimo minuto del primo tempo arriva l'ennesima conferma dei problemi difensivi nerazzurri: Candreva sfonda ancora sulla destra e serve Floccari davanti ad Handanovic, Ranocchia (ancora non al meglio) lo atterra ed è rigore. Hernanes non sbaglia (11esimo gol in campionato) e riporta la Lazio in vantaggio. Nella ripresa l'Inter appare determinata e volenterosa ma non molto lucida: al 4' Guarin ci prova da fuori area, ma senza fortuna, all'8' Kovacic, ancora dalla distanza, impegna Marchetti. Al quarto d'ora bella iniziativa di Alvarez, che salta che va sul fondo e crossa al centro, dove Guarin stoppa bene ma spara a salve con il destro. Petkovic vede la Lazio soffrire e corre ai ripari passando al 4-5-1, sostituendo Floccari con Gonzalez. L'Inter continua a provare un orgoglioso forcing, e al 25' Guarin (tra i più positivi) si guadagna un rigore (lo sgambetta Cana in area). La stagione dell'Inter però non smette di stupire in negativo, e Alvarez scivola sul dischetto calciando altissimo. Piove sul bagnato per l'Inter, che alza bandiera bianca alla mezz'ora, quando il neo entrato Onazi da oltre trenta metri fa partire un missile che si insacca nel sette non lasciando scampo a Handanovic. Nel finale i nerazzurri sfiorano il secondo gol, ma finisce 1-3, risultato che sorride alla Lazio e punisce forse eccessivamente l'Inter, all'ennesima serata storta della stagione.
Il Corriere dello Sport titola: "La Lazio gode e vede l'Europa".
Continua il quotidiano sportivo romano: Dopo quindici anni la Lazio espugna San Siro e aggancia di nuovo in classifica la Roma. Ma il risultato non inganni perché sino al gol di Onazi (un siluro da una trentina di metri), l'Inter aveva messo in difficoltà la squadra di Petkovic e avuto anche a disposizione l'occasione per pareggiare (Alvarez, emulo di Terry, scivolando sul dischetto, sbagliava il rigore concesso per un atterramento di Guarin provocato da Cana). Stramaccioni ha necessità dell'intervento di un esorcista perché la sua squadra, già ai minimi termini, ieri ha perso altri due pedine a questo punto fondamentali per mancanza di alternative, Ranocchia e Jonathan. E' stato un confronto tra due squadre oggettivamente stremate tanto è vero che alla fine ha vinto quella che può mettere in campo un giocatore ancora capace di percorrere in velocità molti chilometri, cioè Candreva (anche ieri il migliore in campo). Bissando il successo di domenica scorsa, la Lazio si è rilanciata, affossando in maniera definitiva l'Inter alla sesta sconfitta nelle ultime sei gare (Coppa Italia compresa).
Gli interisti Gino e Michele sostengono che la sfiga ci veda benissimo: evidentemente i suoi occhi si sono posati sull'Inter perché anche la partita di ieri è stata una occasione per allungare l'incredbile catena di infortuni che ha decimato la "rosa" di Stramaccioni. Alla mezz'ora Jonathan dopo aver contrastato un avversario si è accasciato al suolo senza essere nemmeno sfiorato. Un movimento particolare gli aveva fatto uscire la spalla. Fuori in barella e dentro il giovane Benassi. Per giunta sino a quel momento Jonathan era stato tra i migliori della sua squadra forse perché davanti trovava opposizione veramente timida in Lulic e, soprattutto, in Radu, decisamente lontano dalla condizione migliore. Stramaccioni ha provato a dare alla sua squadra una sistemazione offensiva e avendo recuperato Ranocchia (ma in condizioni imperfette visto che ha combinato dei veri disastri per poi alzare bandiera bianca dopo otto minuti della ripresa), ha spostato Cambiasso in mezzo al campo mettendolo alla destra di un talento cristallino di nome Kovacic. Petkovic ha confermato il modulo con le due punte, soffrendo un po' in mezzo al campo e sulla fascia sinistra dove Radu (peraltro sovrastato in occasione del pari in elevazione da Alvarez) mostrava di essere in affanno. Gara divertente ma segnata dagli errori. Il primo gol laziale (cross di Candreva) è stato propiziato da una clamorosa uscita a vuoto di Handanovic con conseguente tocco di Ranocchia; il pari interista è arrivato da una bella rifinitura di Pereira ma Radu, come già sottolineato, ha facilitato il compito di Alvarez; il raddoppio laziale (Hernanes) è venuto da un fallo da rigore (segnalato da Romeo) di Ranocchia (che avrebbe dovuto essere espulso essendo indiscutibilmente ultimo uomo) su Floccari.
Un dato è emerso con chiarezza: Inter e Lazio in questo momento si tengono in piedi con i cerotti. E se da un lato Stramaccioni ha perso nella ripresa pure Ranocchia (ha pagato il recupero affrettato), dall'altro Petkovic ha concluso praticamente in dieci perché avendo esaurito i cambi è stato costretto a tenere in campo Konko con una gamba sola. L'Inter pur decimata ci ha provato e Marchetti alla fine è stato determinante ai fini del risultato. Al pari di Onazi, al suo primo (euro) gol in serie A. Ma la gara di ieri sera da un punto di vista tattico fornisce pochissime chiavi di lettura perché caratterizzata da troppi infortuni, da troppi elementi puramente casuali. Ad esempio, se Alvarez sul dischetto del rigore non fosse scivolato probabilmente la gara avrebbe preso una strada diversa anche perché la rete "definitiva" di Onazi è arrivata appena sette minuti dopo quell'errore. E se all'Inter non resta che stringere i denti, la Lazio ora, in centottanta minuti, è tornata a rivedere l'Europa.
Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Petkovic come Eriksson. Erano quindici anni che la Lazio non sbancava il San Siro interista. L'ultima volta ci era riuscita il 18 ottobre del 1998, con il mago svedese in panchina. Un punteggio rotondo, 5-3, non come quello di ieri sera, ma comunque simile. Le analogie, però, finiscono lì. Perché quella Lazio di fine anni 90 si accingeva ad aprire un ciclo che l'avrebbe portata a primeggiare in Italia e in Europa, questa attuale invece deve barcamenarsi tra un'Europa League che resta difficile da conquistare in campionato ed una finale di Coppa Italia con la Roma che segnerà il confine della stagione: da una parte il trionfo, dall'altra il fallimento. I segnali che arrivano da Milano sono incoraggianti. Dopo il rotondo 6-0 col Bologna ecco questo 3-1 sull'Inter che, oltre ad interrompere il digiuno di vittorie a San Siro che durava da tre lustri, pone fine ad altre due serie negative, queste però stagionali. Era da metà gennaio, ormai, che la Lazio non vinceva due partite di fila in campionato. Ed era vecchio di quasi 5 mesi l'ultimo successo esterno dei biancocelesti (1-0 a Genova con la Samp il 22 dicembre). La cosa che più conforta il tecnico di Sarajevo, però, è che la sua squadra stia finalmente dando segnali di risveglio dopo il lungo letargo invernale. Forse è tardi per agguantare il quinto posto in campionato (l'Udinese continua a vincere), ma non è tardi per arrivare alla finale di Coppa Italia in condizioni psicologiche accettabili. "Non era facile venire a San Siro e vincere – commenta l'allenatore -. La squadra è stata brava a soffrire nei momenti di difficoltà, poi ha colpito quando ha avuto l'occasione. Bene così: è stato il successo della maturità. Dobbiamo anche ringraziare Marchetti, che ci ha salvato in più occasioni, e riconoscere che l'Inter avrebbe meritato qualcosa di più. Io però sono soddisfatto della squadra. Dopo il 6-0 sul Bologna ci serviva una conferma e questa vittoria sull'Inter sicuramente lo è. L'obiettivo Europa League resta possibile già attraverso il campionato. Cercheremo di centrarlo, poi penseremo alla Coppa Italia".
Sul podio dei migliori ancora una volta (ormai è un'abitudine) Antonio Candreva. "Grande partita e grande vittoria – commenta il laterale romano -. Non era facile contro un'Inter che ha messo in campo tutto il suo orgoglio per non soccombere. Ma noi siamo stati bravi a restare sempre concentrati. Ho sbagliato un gol clamoroso, vuol dire che l'ho tenuto per la partita con la Roma. La vittoria dell'Udinese rende tutto inutile? Non direi proprio. Viviamo alla giornata, poi faremo i conti alla fine. Noi intanto cerchiamo di chiudere con due vittorie nelle partite con Sampdoria e Cagliari, poi vedremo cosa faranno gli altri. I rimpianti per i tanti punti persi per strada nelle settimane scorse ci sono, ma vogliamo pensare solo alle prossime due partite. E poi all'altra, quella con la Roma in Coppa Italia".
Dal Corriere dello Sport:
Ora Vlado sorride: la sua Lazio, pur incerottata, pur affaticata, pur sofferente, è tornata. In trasferta, per giunta. Perché lontano dall'Olimpico la Lazio si era fermata: da quattro mesi e mezzo non riusciva a vincere. Ieri sera l'incantesimo si è finalmente rotto, nel momento decisivo visto che c'era la possibilità di agganciare la Roma in classifica e di reggere il passo dell'Udinese. Due partite ancora per una corsa europea che diventa sempre più avvincente ed equilibrata. Saranno decisivi gli ultimi 180 minuti ecco perché dal punto di vista degli infortuni la serata non è stata fortunatissima: Dias è rimasto negli spogliatoi alla fine del primo tempo, Konko ha terminato la partita trascinando una gamba. Ma la soddisfazione del tecnico è evidente: "Era importante ritrovare una certa continuità di risultati. Abbiamo avuto la possibilità di lavorare con serenità e la squadra sta meglio. Non abbiamo giocato la nostra partita migliore, ma ci siamo trovati di fronte una buona Inter che ha giocato con grande determinazione, con grande orgoglio, dobbiamo ringraziare il nostro portiere che ci ha salvato in diverse occasioni. Però, siamo stati cinici, abbiamo colpito quando abbiamo avuto l'occasione. E' evidente che con i risultati positivi aumenta la consapevolezza. Il nostro obiettivo è chiaro: vogliamo rimanere nella zona che garantisce l'accesso all'Europa".
Di fronte la sua squadra aveva una vecchia conoscenza, Tommaso Rocchi, uomo-simbolo e capitano fino a qualche tempo fa, volato a Milano per cercare nuova fortuna. E ieri sera Rocchi ha provato a regalare un dispiacere alla squadra. Inevitabile un accenno al futuro dell'attaccante, al suo possibile ritorno a Roma, a uno spazio all'interno della squadra di Vlado: "Rocchi è un grande giocatore e non deve dimostrare nulla a nessuno, ha segnato più di cento gol nel campionato italiano, è uno tra i migliori attaccanti. E anche questa sera ha dimostrato queste sue qualità: ha avuto due, tre occasioni, non è stato fortunato e in un caso la soddisfazione della rete gliel'ha tolta il suo amico Marchetti. Futuro? Rocchi al momento ha un contratto con l'Inter e penso possa dare una mano a questa squadra". Ma l'aspetto più importante della serata è il ritorno alla vittoria in trasferta. E' stato il tallone d'Achille della Lazio, si è parlato di un suo limite caratteriale. Racconta il tecnico: "Ai ragazzi prima di entrare in campo non ho chiesto tre punti, ho chiesto soltanto di tenere un atteggiamento simile a quello che abbiamo in casa. Stasera siamo entrati in campo con una determinazione maggiore, con la voglia di fare la partita, di diventare padroni del campo. Non abbiamo fatto la nostra migliore partita ma risultati fatti in queste condizioni possono solo aggiungere convinzione".
Ora ci sono tre partite: due di campionato e la finale. In 270 minuti la sua Lazio si gioca il futuro, soprattutto si gioca un pezzo della prossima stagione. Vlado non ha dubbi: vuole tutto, l'accesso all'Europa League e la Coppa Italia. Insomma, non molla nulla: "Se dovessi scegliere? Scelgo tutto, l'Europa League e la Coppa Italia. D'altro canto, la vittoria in Coppa porta direttamente in quella competizione". Ora che le cose marciano di nuovo nel verso giusto, affiorano i rimpianti per i punti buttati via e per l'Udinese che è davanti: "Il latte versato lasciamolo perdere, lasciamolo dov'è. Per arrivare in Europa dobbiamo vincere le prossime due partite, a parità di punti siamo in vantaggio sia nei confronti dell'Udinese che della Roma. Io sono ottimista".