24 gennaio 2016 - Campionato di Serie A - XXI giornata - inizio ore 15.00
LAZIO: Berisha, Konko (69' Felipe Anderson), Bisevac, Radu, Lulic, Milinkovic (60' Klose), Cataldi, Parolo, Candreva, Djordjevic (46' Matri), Keita. A disposizione: Guerrieri, Matosevic, Braafheid, Patric, Basta, Onazi, Mauri. Allenatore: Pioli.
CHIEVO VR: Bizzarri, Cacciatore, Dainelli, Cesar, Gobbi, Castro, Radovanovic, Pinzi (74' Mpoku), Birsa (65' Frey), Inglese (49' Sardo), Paloschi. A disposizione: Bressan, Seculin, Costa, Spolli, Pellissier. Allenatore: Maran.
Arbitro: Sig. Calvarese (Teramo) - Assistenti Sigg. Passeri e Alassio - Quarto uomo Sig. Longo - Assistenti di porta Sigg. Celi e Manganiello.
Marcatori: 5' Cesar, 66' Candreva (rig), 72' Cataldi, 81' Candreva, 96' Keita.
Note: espulso al 47' Cesar per doppia ammonizione (entrambe per gioco scorretto) e all'82' Radu per gioco scorretto. Ammoniti Lulic per gioco scorretto e Cataldi per comportamento non regolamentare. All'83' Berisha ha neutralizzato un calcio di rigore tirato da Paloschi. Angoli: 8-5. Recuperi: 1' p.t., 6' s.t.
Spettatori: 17.118 di cui 2.897 paganti e 14.221 abbonati.
La Gazzetta dello Sport titola: "Il sogno-Chievo diventa incubo. In mezz'ora è poker Lazio. Veneti in 10 al 47', Candreva firma la rimonta. Per Pioli, 22 gol su 29 negli ultimi trenta minuti".
Continua la "rosea": Parte distratta. Ci mette un po' a carburare, poi diventa letale nell'ultima mezzora. E torna alla vittoria, che all'Olimpico - in campionato - mancava da tre mesi. È la solita Lazio bipolare. Che anche contro un Chievo concentratissimo, nonostante una classifica più che rassicurante, sbaglia completamente l'approccio alla gara per poi scatenarsi nella ripresa. Un film già visto tante volte (l'ultima domenica a Bologna). La rete con cui Cesar sblocca il risultato dopo cinque minuti è infatti l'ottava subita dalla banda di Pioli nel primo quarto d'ora. Il problema è solo psicologico. Perché la squadra romana corre e dà l'impressione di stare bene fisicamente. Solo che fa una fatica tremenda a calarsi nella parte. E paga dazio. Specie contro squadre come il Chievo, programmate per non distrarsi neppure per sbaglio. Su quel gol di Cesar (lo sloveno sfrutta una pennellata di Birsa, con Berisha non impeccabile) la squadra di Maran costruisce una partita perfetta fino all'intervallo. I veronesi sono dappertutto e impediscono alla Lazio di ragionare e giocare, tanto che, a parte una doppia opportunità Djordjevic-Parolo, Bizzarri è inoperoso. Ma poi, a inizio ripresa, il vento cambia. Ancora con Cesar protagonista. Stavolta in negativo, però. Perché il difensore ferma Keita lanciato a rete e si becca il secondo giallo.
Grazie all'uomo in più (non solo per il Dna di squadra che esce alla distanza) la Lazio ribalta tutto. Ma con calma, perché le serve un altro fischio determinate di Calvarese (rigore molto dubbio per fallo di Gobbi su Candreva) per avviare la rimonta. E perché è nella mezzora finale che i biancocelesti si scatenano: con i 4 di ieri sono 22 (su 29 totali) i gol realizzati negli ultimi 30 minuti di gioco dai biancocelesti. La rimonta si concretizza grazie alla ritrovata vena di Candreva che, dopo essersi procurato e aver trasformato il rigore, segna il gol del 3-1 (assist al bacio di Anderson) e consegna a Keita la palla del 4-1. L'altro protagonista è Cataldi che segna il gol più importante, quello del sorpasso, il suo primo in A. Ma il merito è tutto di Pioli che non esita a rischiare, trasformando il 4-3-3 iniziale prima in un 4-2-3-1 (con l'ingresso di Klose) e poi, sull'1-1, in un 3-5-2 che sembra quasi un 5-5, con tre difensori, due centrocampisti bloccati e altri tre che giocano all'attacco quasi quanto le due punte. Un modulo spregiudicato che alla fine per poco non si trasforma in un boomerang. Perché a 6 dalla fine ecco l'episodio che potrebbe nuovamente ribaltare la situazione. Radu atterra Paloschi in area: rosso e rigore, che Paloschi si fa parare da Berisha. E così, dal possibile 3-2 (con più di dieci minuti da giocare recupero compreso), si passa al 4-1 finale. Vittoria giusta per la Lazio, ma passivo troppo pesante per un Chievo che per un'ora aveva retto benissimo.
Il Corriere dello Sport titola: "Lazio show, ora rivede l'Europa. Sotto col Chievo, poi cala il poker. Vince all'Olimpico dopo tre mesi".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: E' finita come al parco nelle partite tra bambini con i più grandi a improvvisare e dare tranquillità agli altri. Niente tattica, non esisteva più, erano finiti cambi e difensori centrali. Dieci contro dieci, il rosso a Radu a pareggiare quello di Cesar in avvio di ripresa. Parolo sulla linea arretrata accanto a Bisevac, Klose mediano vicino a Cataldi, Candreva chiudeva da terzino destro. Sono stati i senatori, Berisha e un cuore infinito a salvare Pioli, cancellando la maledizione dell'Olimpico dopo tre mesi in campionato e ribaltando il Chievo con quattro gol nell'ultima mezz'ora. La Lazio in campo aveva solo attaccanti e giocatori fuori ruolo, tolti Bisevac e Berisha ed è stato proprio il portiere albanese a metterci una pezza parando il rigore di Paloschi che avrebbe potuto rimettere in discussione il risultato (3-1 al 39' st), considerando l'ampio e inevitabile recupero concesso dall'arbitro Calvarese, forse il migliore in campo. Due rigori, due cartellini rossi, un gol (regolare) sul filo del fuorigioco: non ha sbagliato niente il fischietto di Teramo. Il Chievo, invece, avrebbe potuto e dovuto gestire in modo diverso il gol realizzato da Cesar in avvio. Stava bene in campo, correva meno e meglio della Lazio, uscendo con facilità nel fraseggio, ma la squadra di Maran non ne ha mai approfittato per cercare con convinzione il raddoppio. Pensava a perdere tempo e alla fine ha pagato la tattica ostruzionistica.
Falsa partenza, come al solito, per la Lazio. Un altro gol preso dopo cinque minuti e ancora su palla inattiva (dodicesimo dall'inizio del campionato). Calcio piazzato di Birsa, scarsa attenzione. Tutti piazzati a zona sul limite: guardavano la palla. Cesar è partito un paio di metri fuori dall'area, s'è infilato in un corridoio, ed è arrivato solo all'appuntamento, colpendo di testa e in anticipo su Berisha. La Lazio ha reagito con fatica, cercava l'aggiramento, ma è diventata pericolosa solo nell'ultimo quarto d'ora del primo tempo. Doppia prodezza di Bizzarri su Djordjevic e Parolo, un colpo di testa alto di Keita, troppe volte davanti alla porta del Chievo (ben 24 cross, alla fine saranno 37 con 53 palloni giocati dentro l'area) senza trovare la zampata giusta. Dopo l'intervallo Pioli ha sostituito Djordjevic con Matri, ma la partita è cambiata per l'ennesima scossa di Keita. E' partito dritto e Cesar lo ha murato sulla trequarti, buttandolo giù: ostruzione chiara e voluta, secondo giallo, espulsione. Era il primo minuto, ne sono passati quattro prima di riprendere il gioco, ma era troppa la frenesia ad accompagnare la manovra della Lazio. Pioli ha inserito anche Klose per Milinkovic, passando al 4-2-4. Maran era stato costretto a togliere Inglese per sistemare la difesa (a tre) con Sardo. Al 21' è arrivato il pareggio, provocato e firmato da Candreva, steso da Gobbi, su rigore. Voleva solo vincere Pioli, così ha messo in campo un altro attaccante esterno (Felipe Anderson) al posto di un terzino (Konko). Era il 24' e sull'assalto successivo, dopo tre minuti, la Lazio ha trovato il raddoppio.
Angolo di Candreva, mischia in area, Sardo ha respinto, Cataldi ha battuto di destro al volo dai venti metri. Gol da urlo, il suo primo in serie A, e corsa sotto la Nord. La Lazio, a quel punto, si è ritirata indietro, forse ha lasciato troppo campo al Chievo, nonostante la superiorità, pescando il 3-1 quasi in contropiede. Percussione di Konko e Candreva, passaggio filtrante di Felipe, diagonale vincente dell'azzurro. Dieci minuti al novantesimo, ma non era finita oppure la Lazio ha pensato di averla già vinta. La squadra biancoceleste, invece, doveva ancora soffrire. Chiara occasione da gol, rigore provocato da Radu per l'intervento su Paloschi, ed espulsione. Mancavano sei minuti allo scadere del tempo regolamentare più altri sei di recupero. Bravissimo Berisha ad allungarsi sul destro angolato del centravanti del Chievo. La squadra di Maran ha continuato ad attaccare, collezionando quattro angoli di fila. Sull'ultimo della serie Lulic è partito in contropiede, cinque contro due, il pallone è finito sul destro di Candreva, cross e colpo di testa in rete di Keita: 4-1 e cappotto del Bentegodi (0-4 il 31 agosto) vendicato.
Il Messaggero titola: "Lazio da rimonta. Europa più vicina. I biancocelesti battono il Chievo e dopo tre mesi tornano a vincere all'Olimpico. Doppietta di Candreva, gol di Cataldi e Keita, ma il gioco ancora non c'è".
Prosegue il quotidiano romano: Il film che la Lazio manda in scena all'Olimpico non è certo uno di quelli candidati all'oscar, scarso il successo al botteghino ma alla fine i presenti hanno gradito eccome. Il copione recitato dai biancocelesti ricalca un po' quello visto a Bologna, stavolta però cambia il finale. E così da Riso Amaro il titolo si trasforma in Pane, Amore e Fantasia. L'inizio è il solito dramma con la squadra che subisce ancora una volta gol in apertura di partita. Inevitabilmente il morale va in frantumi e così tutto diventa in salita. La regia di Cataldi è lenta e il film risulta noioso come pochi. Ecco poi gli episodi che svoltano la partita e rendono più intensa la trama. Calvarese espelle Cesar per doppia ammonizione e poi concede un rigore che Candreva è molto furbo a procurarsi. La partita subisce un'accelerazione. Il bell'Antonio segna ed esulta in modo polemico verso i critici che nei scorsi mesi avevano espresso giudizi negativi sulle sue performance. La recita a questo punto diventa corale e non vive più dei primi piani dei singoli come Keita, che si dannano l'anima per catturare applausi e cercare di dare la giusta svolta. Cataldi, il regista, si ritaglia una parte da protagonista firmando il raddoppio. Primo gol in serie A e dedica speciale ad un maestro di lazialità come Chinaglia nell'anniversario del suo compleanno. L'inerzia cambia e la pellicola vira dal seppia al biancoceleste. Quei bravi ragazzi di Pioli tirano fuori quella grinta e quel carattere che tante volte era stato chiesto loro.
Un cambio di passo importante in vista della rimonta che i biancocelesti sono chiamati a fare se vogliono giocare in Europa anche la prossima stagione. Certo, da solo non può bastare a supplire alle carenze e alle amnesie costanti della Lazio che nel finale di gara rischia di buttare tutto al vento. E' disattento Radu, che deve stendere Paloschi in area beccandosi anche il cartellino rosso. Ma i migliori thriller sanno sempre regalare emozioni a ripetizione e così Berisha s'immola salvando i suoi. E allora ecco lo sfrontato Keita che al tavolo verde cala il poker vendicando quello incassato all'andata e mettendo in cassaforte tre punti d'oro. Il film alla fine strappa applausi convinti dopo i tanti mugugni sentiti all'intervallo. Per più di un'ora i biancocelesti si sono trovati in balìa di un Chievo ben messo in campo che ha saputo gestire bene il gioco e rendersi pericoloso in diverse occasioni. E anche con l'uomo in meno i ragazzi di Maran hanno tenuto il campo in lungo e in largo mettendo la Lazio in seria difficoltà nelle ripartenze. Pioli può godersi il successo, il carattere messo in campo dai suoi ma deve trovare immediatamente una soluzione al pochissimo gioco espresso. Non ci si deve far ingannare dalle continue discese sugli esterni perché alla fine sono risultate quasi tutte fini a se stesse. I tanti cross a Keita e Candreva erano costantemente preda dei difensori gialloblu. E deve far riflettere il fatto che Djordjevic, Matri e Klose non abbiamo firmato nemmeno un gol. Cataldi in regia è ancora acerbo, deve trovare il passo ed il giusto carattere. Per larghi tratti della gara si è nascosto tra le maglie del Chievo non dettando mai il passaggio e verticalizzando pochissimo. La manovra è risultata così lenta e poco pericolosa.
L'assenza di Biglia è un macigno lì in mezzo. Danilo ha bisogno di fiducia e il gol segnato ieri è una buona iniezione per il futuro. Parolo continua a faticare da morire. Il ruolo di recupera palloni lo ha spompato troppo presto rispetto alla passata stagione, quando sembrava avere quattro polmoni. La difesa, in emergenza, alla fine ha retto bene. Lo sbaglio iniziale è da polli e il fallo di Radu poteva costare tanto ma alla fine è andata bene. Ora per domenica senza il rumeno e Lulic Pioli dovrà tirare fuori il coniglio dal cilindro per schierare quattro difensori di ruolo. Gli applausi e i tre punti sono arrivati. Ora servono gioco e continuità per rientrare nelle nomination per l'Europa.
Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
La Lazio vince e risale in classifica, ma Stefano Pioli resta cauto. "Troppe volte ci facciamo male da soli, recuperare non è semplice, dobbiamo approcciare meglio le partite. Anche perché in classifica dobbiamo pedalare e allungare la striscia positiva. Oggi ci è mancato solo l'ultimo passaggio". Il tecnico pensa al prossimo avversario: "L'Udinese viene da due sconfitte, teniamo alta la guardia perché saranno arrabbiati". Il presidente Claudio Lotito gongola e, visibilmente soddisfatto, affida le proprie parole a un comunicato. "Tenacia e determinazione ci hanno premiato - si legge -, sono qualità imprescindibili. Quando lavoriamo da squadra, quando prevale lo spirito di gruppo, dimostriamo di poter fare grandi cose". Il d.s. Tare ha spiegato la posizione del club tra acquisti e cessioni: "Solo se vendiamo possiamo acquistare. Anderson? Non è sul mercato".
Il ritorno della Lazio alla vittoria interna in campionato non poteva non passare dal cuore. Dai suoi battiti più romani, quelli di Antonio Candreva e Danilo Cataldi. I loro gol hanno ribaltato il destino della gara col Chievo (poi colpito anche da Keita). Sono reti che scatenano emozioni in più. Affascinanti e avvincenti. I due gol all'Inter, quello di Bologna: una carica in più a spingere Antonio Candreva. Che si procura il rigore per rialzare la Lazio. Firma il pareggio e la sua festa sembra rabbiosa. "Nessuna polemica nell'esultanza", spiega poi il 28enne esterno di Tor de' Cenci. Ma col Chievo non poteva bastare il pareggio. Sei minuti dopo, al 27' della ripresa, Danilo Cataldi salta nel suo futuro, che diventa presente in un attimo. Un pallone rimbalzato dall'area veneta, davanti a lui lo spiraglio atteso da quando, da bambino, ha indossato la maglia biancoceleste. Il primo gol in A è di una bellezza impetuosa. Il 21enne di Ottavia schizza sotto la Nord: tutto più bello anche del sogno fatto mille volte. Si toglie la maglietta, il cuore gli scoppia. "L'istinto mi ha portato sotto la Curva anche se non era piena. Mi aveva dato fastidio qualche mugugno arrivato dal pubblico: non lo meritavamo. Sentiamo la mancanza dei tifosi e questo non ci aiuta".
Era la sua prima domenica da grande. In regia al posto di Biglia, la cabina del suo domani che è già arrivato. Nel volto dopo il gol si è trasfigurato il salto compiuto nella maturità. "Io regista? Non è semplice e Biglia è insostituibile. Cerco di imparare da lui". Aveva già segnato all'Olimpico, un mese fa: 17 dicembre, il primo gol in assoluto con la Lazio: in Coppa Italia, all'Udinese. Ora è diverso. E la dedica è una fiammata. "Al 69esimo compleanno di Giorgio Chinaglia e alle persone che mi vogliono bene". Chinaglia, il mito eterno della Lazio ricordato nel giorno della sua nascita anche dopo la morte: stupendo che lo abbia fatto un ragazzo nella propria felicità biancoceleste. "La vittoria è di tutti. Puntiamo all'Europa. Cercheremo di fare un girone di ritorno importante: questo sarà il punto di partenza", aggiunge Antonio Candreva che è andato a segnare il terzo gol ed è salito in vetta ai marcatori laziali in campionato: 6 reti. Più 2 centri in Europa League. Ora sono 4 i gol in carriera al Chievo, sua vittima privilegiata. "Ci manca la curva con i tifosi. Non siamo a teatro, senza tifo diventa difficile". Candreva ha pennellato il pallone per il quarto gol, quello di Keita. "Siamo la Lazio e dobbiamo arrivare più in alto possibile", avvisa lo spagnolo. Tra le perle di giornata l'assist di Felipe Anderson per il secondo gol di Candreva, oltre al palo colpito dal brasiliano. "Bello segnare 4 gol. Stiamo crescendo".