27 ottobre 2019 – Firenze, stadio Artemio Franchi - Campionato di Serie A, IX giornata - inizio ore 20.45
FIORENTINA: Dragowski, Milenkovic, Pezzella, Caceres (39' Ranieri), Lirola (61' Sottil), Pulgar, Badelj, Castrovilli, Dalbert, Chiesa, Ribery (74' Boateng). A disposizione: Terracciano, Pedro, Cristoforo, Ceccherini, Ghezzal, Venuti, Benassi, Zurkowski, Vlahovic. Allenatore: Montella.
LAZIO: Strakosha, Patric, Acerbi, Radu, Lazzari, Milinkovic (54' Parolo), Leiva, Luis Alberto, Lulic (61' Lukaku), Correa (79' Caicedo), Immobile. A disposizione: Guerrieri, Luiz Felipe, Berisha, Bastos, Jony, Cataldi, Adekanye, Marusic, Vavro. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Guida (Torre Annunziata - NA) - Assitenti Sigg. Mondin e Passeri - Quarto uomo Sig. Piccinini - V.A.R. Sig. Mazzoleni - A.V.A.R. Sig. Lo Cicero.
Marcatori: 23' Correa, 29' Chiesa, 89' Immobile.
Note: espulso al 90'+5' Ranieri per somma di ammonizioni. Al 90'+2' Dragowski ha parato un calcio di rigore a Caicedo. Ammonito al 41' Ranieri, al 43' Luis Alberto, al 46' Lulic, al 65' Castrovilli ed al 73' Pulgar tutti per gioco falloso, al 90'+1' G. Pezzella ed al 90'+3' Patric entrambi per proteste. Angoli: 7-3. Recuperi: 3' p.t., 5' s.t.
Spettatori: 33.281 di cui 5.255 paganti e 28.026 abbonati per un incasso totale di Euro 543.091.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Colpo Lazio. L'arbitro sbaglia tutto. Immobile-gol all'89'. La Fiorentina è una furia. L'attaccante decisivo dopo il botta e risposta Correa-Chiesa. Il 2-1 da annullare per un fallo precedente di Lukaku".
Continua la "rosea": Simone Inzaghi non è più a rischio. La sua Lazio conquista tre punti d’oro contro la Fiorentina e risale in classifica in zona Europa. Una vittoria condizionata da due gravi errori arbitrali. Nel primo tempo doveva essere punito con un rigore a favore dei biancocelesti un contatto in area Caceres-Lazzari e, nel finale di gara, doveva essere annullato il gol-partita di Immobile per un precedente fallo di Lukaku su Sottil. La Var nel primo caso non è intervenuta e nel secondo ha "visto" male. La Lazio esce da un momento grigio con un risultato importante. Decisivo Immobile che oltre a servire l’assist a Correa per la rete del momentaneo vantaggio ha realizzato di testa il gol decisivo. Per Ciro è il decimo gol in campionato (raggiunge Giorgio Chinaglia al quarto posto nella classifica dei goleador di tutti i tempi della Lazio). Finisce male invece la domenica del presidente Rocco Commisso che dopo aver visto perdere le ragazze viola nella Supercoppa contro la Juventus assiste anche alla sconfitta della squadra di Montella. Non è bastata una bella rete di Chiesa (assist di Ribery) ad allungare la striscia positiva. La Fiorentina è apparsa meno lucida del solito, con poche idee. In più è esplosa la stizza di Ribery verso Montella al rientro in panchina dopo la sostituzione. Il tutto riporta un tema: è tornato il momento di riproporre una punta vera?
Var. Molto possesso palla della Fiorentina in avvio di gara con Castrovilli che pressa alto nel tentativo di "isolare" Lucas. Ma nel cuore del primo tempo sono le ripartenze della Lazio a spaccare la partita. Inizia Lazzari con un’accelerazione esplosiva sulla corsia di destra, che meriterebbe il rigore. Al 18’, invece, la Var entra in scena per confermare la segnalazione di fuorigioco che cancella il gol di Immobile. La bandierina si alza anche una manciata di minuti dopo quando Correa, lanciato da Immobile, dopo una brutta palla persa da Badelj, parte sul filo del fuorigioco, supera in dribbling Dragowski e appoggia in rete. Guida raccogliendo la segnalazione del suo assistente annulla ma la Var smentisce arbitro e guardalinee e convalida la rete. Per l’argentino è il terzo gol in campionato. La Fiorentina vacilla. E rischia il k.o. quando, al 25’, Luis Alberto consegna ancora a Correa un pallone da appoggiare in rete. Il tocco dell’argentino è troppo morbido e Dragowski respinge. Simone Inzaghi si dispera. Giustamente. Due minuti dopo arriva il pareggio. Assist di Ribery e girata in corsa da dentro l’area di Chiesa. Un siluro imparabile.
Equilibrio. Anche a inizio ripresa domina l’equilibrio. Al 9’ Inzaghi richiama in panchina un deludente Milinkovic e inserisce l’esperto Parolo. Anche Montella cerca qualcosa di nuovo pescando dalla sua panchina. Dopo il cambio obbligato del primo tempo Ranieri-Caceres (per il difensore uruguaiano un problema muscolare) stavolta entra Sottil al posto di Lirola. Non cambia il modulo ma la Fiorentina lo propone in una versione più aggressiva. La squadra di Montella guadagna un po’ di campo ma le conclusioni di Ribery e di Chiesa sono carezze. Montella si gioca anche la carta Boateng. Il tecnico viola richiama in panchina un FR7 che non gradisce il cambio. È la Lazio però a cercare di più la vittoria. Un coraggio che viene premiato. Al 43’ Lukaku mette un pallone in area che Immobile di testa trasforma in un gol imparabile. Che doveva essere annullato per un precedente contatto Sottil-Lukaku. La Var valuta l’episodio ma non chiama il direttore di gara al video. In pieno recupero la Lazio potrebbe arrotondare il risultato ma Dragowski neutralizza un rigore di Caicedo dopo un fallo di mano che costa l’espulsione a Ranieri.
? Il Corriere dello Sport titola: "Gran salto Lazio. Ribery va fuori Immobile decide. Correa-Chiesa tengono in bilico il match. Esce Franck infuriato. Allo scadere l’1-2 contestato: colpo di testa del bomber che poi lascia a Caicedo il rigore, fallito. Al Franchi altalena di emozioni con finale ricco di episodi al veleno. Decide Ciro gol che rilancia Inzaghi in classifica".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Dieci e lode. Immobile come Long John. Un colpo di testa per piazzare l’allungo all’ultimo respiro consentendo alla Lazio di staccare la Fiorentina, agganciare il Cagliari al sesto posto e restare a contatto con Roma e Napoli. Gol pesantissimo, non solo perché gli ha consentito di entrare ancora di più nella storia biancoceleste raggiungendo Chinaglia (77 reti in A) e compiendo un altro passo verso quota 100 (97 totali). Era un bivio al Franchi dopo il ko di Glasgow e il ritardo accumulato prima della sosta. La Lazio si è rialzata, dimostrando fame, voglia di vincere e il carattere reclamato da Lotito. E’ finita tra le polemiche e le contestazioni viola a Guida per il fallo (non sanzionato) di Lukaku su Sottil nell’avvio dell’azione decisiva, ma il fischietto di Torre Annunziata nel primo tempo aveva negato un rigore evidentissimo a Lazzari, atterrato da Caceres. Così ha risolto Ciro, capocannoniere della Serie A, sempre più determinante.
Un trascinatore vero, come Long John. Prima di firmare il decimo gol del suo campionato, aveva servito l’assist per Correa (il quarto stagionale), a dimostrazione di come la Lazio dipenda dalla sua vena. Generoso perché alla fine ha lasciato a Caicedo il rigore che gli avrebbe permesso di segnare una doppietta. L’ecuadoriano si è imposto per andare sul dischetto e ha fallito il possibile 3-1 rendendo ancora più elettrici gli ultimi sospiri del recupero. La Fiorentina, mai vincente sotto gli occhi di Commisso, si è arresa dopo sei risultati utili consecutivi e sempre con lo stesso undici. La formula del 3-7-0 ha pagato sino a quando il gioco si è appoggiato su Ribery, fantastico tuttocampista. Il francese non ha gradito il cambio con Boateng ordinato da Montella a un quarto d’ora dalla fine. Non è un caso che, in quel momento, la Lazio sia uscita di nuovo a caccia del raddoppio e la Fiorentina si sia spenta. Era uscito il suo faro, mancava il riferimento. Profondità. In avvio di partita la Fiorentina si era rintanata accettando in modo troppo passivo il palleggio della squadra di Inzaghi. Venticinque minuti di fraseggio governato da Leiva e da Luis Alberto. Il tema preferito era la ricerca della profondità dietro ai tre centrali viola, Immobile andava incontro ai centrocampisti e Correa cercava di sorprendere il suo amico German Pezzella. La Lazio aveva preso campo e controllava senza difficoltà. Su un errore in uscita di Badelj, è arrivato il gol. Palla consegnata a Luis Alberto, Immobile con i tempi giusti ha servito Correa, scattato sul filo del fuorigioco prima di scartare Dragowski in uscita e depositare in rete. Subito pari. Il Tucu ha avuto subito la palla buona del raddoppio, murato da Dragowski. Troppo morbida e leziosa la Lazio, il solito difetto di specchiarsi.
E’ bastata una fiammata di Ribery alla Fiorentina per trovare il pareggio dopo due minuti. Il francese ha portato palla per cinquanta metri senza che Patric lo affrontasse. Inzaghi aveva preferito un brevilineo come lo spagnolo a Bastos (inaffidabile) e Luiz Felipe (in pessima forma) per contrastarlo. Lenta anche la marcatura di Radu e Chiesa ha castigato Strakosha. Tutto da rifare. Equilibrio. La Fiorentina ha ritrovato entusiasmo, vigore, forza nei contrasti. Castrovilli arrivava sulla palla prima di Milinkovic, poco brillante, e avanzava sino a disturbare Acerbi. Badelj saliva sino a prendere Leiva, Luis Alberto avvertiva la pressione di Pulgar, Lulic e Radu soffrivano i duelli con Lirola e Chiesa. La Lazio non si è più distesa come nella prima mezz’ora, ha rallentato il suo ritmo, ma non si è fatta mettere sotto. Montella ha perso per infortunio Caceres, rimpiazzato da Ranieri e al quarto d’ora della ripresa ha sostituito Lirola con Sottil. Da quella parte Inzaghi aveva messo Lukaku. Era già uscito Milinkovic per Parolo. Partita bloccata e sul filo dell’equilibrio sino a quando Montella non ha tolto Ribery. E’ entrato Caicedo per Correa e la Lazio è tornata all’assalto, trovando l’allungo decisivo con lo scatto di Lukaku (che bel rientro) e il cross al bacio per Immobile.
? Il Messaggero titola: "Immobile, un salto Champions. La Lazio passa a Firenze, con una rete di Ciro nei minuti finali. Chiesa ha risposto al vantaggio di Correa: il quarto posto è vicino".
Prosegue il quotidiano romano: Sempre e solo Ciro Immobile. Ci pensa ancora una volta lui a trascinare la Lazio. A tenerla viva per la lotta al quarto posto. Un colpo di testa all’ultimo minuto per battere una Fiorentina dura a morire. Una capocciata da tre punti che porta i biancocelesti al sesto posto a meno due dalla Champions, posizione occupata ora dal Napoli. Finisce 2-1. Poteva essere più rotondo il punteggio se Caicedo non avesse sbagliato il rigore nel recupero. Undicesimo centro per l’attaccante della Lazio e dell’Italia. Otto punti portati dal Ciro Nazionale. Praticamente più della metà. Partita difficilissima. soprattutto per l’arbitro Guida che ne azzecca decisamente poche a cominciare da un rigore negato a Lazzari in avvio. Stavolta è bravo Inzaghi a pescare il jolly giusto dalla panchina: Lukaku. Il belga che non giocava da 9 mesi, entra e decide la gara con il cross che Immobile trasforma in oro. Rigore negato. La sconf?itta di giovedì in Europa League ha lasciato qualche tossina sia nella mente sia nelle gambe. Non è un caso che sia Luis Alberto, assente a Glasgow, ad essere tra i migliori in campo. La Fiorentina ha gli uomini di corsa più freschi ed è normale che arrivi quasi sempre prima sulle seconde palle. Montella in avanti non dà riferimenti. Castrovilli, Chiesa e Ribery (straordinario da vedere, arrabbiatissimo per il cambio) partono sempre da dietro e si cambiano spesso di posizione. La difesa biancoceleste fatica molto a contenere le loro sfuriate. A destra c'è Patric spesso impiegato quando ci sono punte rapide e quando la Lazio ha bisogno di far girare la palla da dietro. E non è un caso che gli uomini di Inzaghi attacchino quasi sempre da quel lato dove c’è anche Lazzari che ha f?inalmente preso f?iducia. L’esterno ex Spal parte dieci metri dietro rispetto alle prime uscite con la Lazio, spazio in più che gli consente di poter sfruttare la velocità: la sua arma in più.
Da quel lato il tecnico viola schiera l'ex Caceres per contenerlo. L’uruguaiano fatica da morire. Tanto che deve usare le maniere dure come in occasione del rigore netto non concesso dall’arbitro Guida. La spallata che dà a Lazzari non lascia spazio ad interpretazioni. La Lazio gioca in contropiede. E proprio una ripartenza fulmiena vale il vantaggio. La provvidenza. Palla recuperata in mediana, Immobile versione assist serve Correa che salta Dragowski e segna. Ma deve aspettare due minuti in più per esultare, giusto il tempo del controllo Var. Esultanza a intermittenza. Emozioni a gettito continuo. Poco dopo Correa ha la palla per "chiudere i giochi" ma come capita ormai troppo spesso spreca calciando addosso al portiere della Fiorentina. E come nella più classica tradizione della Lazio di Inzaghi ad ogni errore corrisponde una punizione. Segna Chiesa dimenticato in area di rigore da Radu che non fa la diagonale. E’ perfetto invece, ad inizio ripresa, Lulic a chiudere in scivolata su un cross basso destinato a Lirola. Dal quel lato la Fiorentina spinge molto e Inzaghi, complici un colpo in testa e l’ammonizione, toglie proprio uno stanco Senad per Lukaku. Il belga non giocava dal primo tempo di Napoli-Lazio del 20 gennaio. Esattamente dieci mesi fa. Entra per dare la scossa, fa molto di più: serve il cross per il gol della vittoria di Immobile. E poi propizia il rigore di Luis Alberto poi sbagliato da Caicedo. La Lazio torna a vincere in trasferta. Non accadeva dalla prima di campionato contro la Sampdoria.
? Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
E’ scatenato come Giorgione. E’ il Chinaglia moderno, è Long Ciro. Ultrabomber da piedistallo, categoria recordman. Sovrano del gol in serie A, sovrano del suo regno. Segna per lui, per la Lazio, per la storia, per tutto e tutti. Long Ciro è Immobile, sale di rango, sale di classifica, entra nella storia in fretta. Ha passato la partita a passare il pallone a Correa, quando è tornato al centro dell’area, saltando come un grillo, ha centrato il gol vittoria incornando al millimetro, all’ultimo giro, sull’orlo del 90' è emerso lui, chi altrimenti? Trovatene un altro così, non c’è nella Lazio. Campione infinito, dallo spirito furente e olimpico, recordman del gol. I suoi colpi tagliano traguardi. Con un gol pigliatutto (vittoria e primati), il 77º in A, il 97º con la Lazio, Long Ciro ha raggiunto Chinaglia al quarto posto dei marcatori all time biancocelesti, davanti ha Rocchi (82 reti), Signori (107) e Piola (143): "Sono contento, a Formello è pieno delle foto di Chinaglia, è un onore per me". Dieci gol in nove partite di campionato, nel XXI secolo solo quattro volte è stata raggiunta la doppia cifra in A nelle prime nove giornate: Toni nel 2005-06, Dybala nel 2017-18, Immobile nel 2017-18 e sempre Immobile oggi. Sfida e rincorre anche se stesso. Gloria e sudore: Ciro, sempre Ciro, ha partecipato a 14 delle 18 reti segnate dalla Lazio in campionato, incluse le ultime otto (sei gol e due assist).
Con Immobile non è mai finita, non esiste il mal di gol, s’è concesso pure il lusso di rinunciare alla doppietta lasciando il rigore ai compagni (ma perché?): "Vittoria meritata, avevamo sempre raccolto meno di quanto meritato. Il rigore? L’ho lasciato a Luis e Caicedo, hanno deciso loro. Mi dà fastidio quando si dice che la Lazio è una squadra imprevedibile". Con lui si può molto, si può quasi tutto. A Firenze si è lanciato all’inseguimento, si è messo a disposizione di Correa, giocandogli alle spalle. Il suo modo di sacrificarsi, quel non piegarsi mai, quell’insistere, sono il suo segreto, il suo grande cuore. Ciro Immobile va avanti sempre, anche con il fiatone. Con lui i sogni non scadono a fine partita. E’ abituato a scalare classifiche all time di ogni tipo, anche quelle che sembrano l’Everest. E’ a meno tre gol dai 100 con la Lazio, dimostra che non esistono vette impossibili, che i record possono essere reinventati, anche quelli dei miti. Gli tocca correre e rincorrere, non se ne cura. Anche gli ultimi metri, ieri, li ha fatti quasi da solo. Ha colpito e ha liberato la sua gioia, saltellando sotto la Curva biancoceleste, riempita da 1.000 tifosi. Ciro sembrava un bimbo che si divertiva nel girotondo. Con lui non esiste il tempo scaduto, non c’è destino che scappi, non c’è saracinesca che si abbassi. Ci mette la testa, ci mette i piedi, li blocca i minuti, li dilata, li allunga, ti rialza da terra, ti spinge oltre. Segna in ogni modo, segna di voglia. Dentro il gol di Firenze ci sta tutto: la partita, le possibilità di risalita, il record di Chinaglia, i prossimi da centrare, il futuro della Lazio. Ciro Immobile fa quello che vuole, fa quello che deve, rifà la storia.
Estratto da un articolo della Gazzetta dello Sport:
Di finale in finale. Dal k.o. nel finale a Glasgow alla vittoria del Franchi col colpo di testa da tre punti di Immobile. "Sono felice - dice Inzaghi - abbiamo sempre condotto la partita ed abbiamo vinto meritatamente. Siamo stati bravissimi, nonostante il poco recupero dopo il Celtic la gara è stata ottima. Potevamo forse gestire meglio il vantaggio, ma ero tranquillo. Quando vedo la Lazio giocare così non ho dubbi sul risultato finale. Meritiamo più dei 15 punti in classifica. Il rigore? Doveva tirarlo Immobile, ma Caicedo è un buon rigorista. Comunque Immobile lo ha lasciato volentieri perché conosce i sacrifici del compagno, ha deciso Ciro". Chiusura sul Var. "Abbiamo fatto scuola due anni fa, non commento gli episodi. La squadra arbitrale è una garanzia: mi avevano detto del rigore su Lazzari del primo tempo, ma non avevo tempo di pensarci. Sono solo felice per la vittoria".