17 aprile 2016 - Campionato di Serie A - XXXIII giornata - inizio ore 18.00
LAZIO: Marchetti, Patric (84' Basta), Hoedt, Gentiletti, Lulic, Onazi, Biglia, Parolo, Candreva, Klose (71' Djordjevic), Keita (63' Felipe Anderson). A disposizione: Guerrieri, Matosevic, Matri, Milinkovic, Morrison, Cataldi, Mattia, Mauricio, Germoni. Allenatore: S. Inzaghi.
EMPOLI: Pelagotti, Laurini (19' Bittante), Cosic, Costa, Mario Rui, Buchel, Paredes (68' Diousse), Croce, Saponara, Pucciarelli, Piu (59' Mchedlidze). A disposizione: Pugliesi, Meli, Zambelli, Camporese, Ariaudo, Maiello, Krunic, Maccarone. Allenatore: Giampaolo.
Arbitro: sig Cervellera (Taranto) - Assistenti sigg. Marzaloni e Fiorito - Quarto uomo sig. Posado - Assistenti di porta sigg. Massa e Ghersini.
Marcatori: 7' Candreva (rig), 44' Onazi.
Note: ammonito al 6' Cosic per fallo di mano, al 27' Keita per scorrettezze, al 28' Biglia per proteste, al 30' Parolo e al 90' Mchedlidze per gioco falloso. Angoli 5-2. Recuperi: 1' p.t., 4' s.t.
Spettatori: 13.000 circa di cui 3.000 circa paganti.
La Gazzetta dello Sport titola: "Con la formula Inzaghi è tutta un'altra Lazio. Passeggiata sull'Empoli. L'ex bomber, davanti al fratello Pippo, chiude la gara in un tempo con Candreva e Onazi: seconda vittoria di fila, Lotito sogna l'Europa".
Continua la "rosea": Ah, se lo avessi fatto prima. Cosa? Il cambio in panchina, ovviamente. Claudio Lotito comincia a pensarlo seriamente. Sì, perché con Simone Inzaghi al posto di Pioli la Lazio è tornata. A vincere, a divertire e a divertirsi. Dopo l'ottimo debutto di Palermo, ecco la conferma contro l'Empoli. Vittoria netta, con un punteggio che poteva essere più largo. Sei punti in due gare e zona Europa che torna a portata di mano. Per Simone non poteva esserci debutto migliore da tecnico nel suo Olimpico, dove ha vissuto le gioie più grandi da calciatore (lo scudetto del 2000) e da allenatore della Primavera (la Coppa Italia vinta sulla Roma un anno fa). A completare la giornata perfetta, la presenza in tribuna del fratello Pippo, dei figli Tommaso e Lorenzo e della compagna Gaia. Con Pippo, in particolare, che soffre e partecipa quasi fosse lui l'allenatore. Sofferenza relativa, peraltro, perché la vittoria della Lazio non è mai in discussione. Come a Palermo, i biancocelesti la sbloccano subito (rigore trasformato da Candreva e concesso per mani di Cosic) e non la mollano più. Rispetto alla trasferta siciliana ci mettono solo un po' di più a raddoppiare (il 2-0 di Onazi arriva poco prima dell'intervallo) e non riescono a triplicare. Ma tanto per il ritardo nel bis quanto per il mancato tris, la colpa è di Pelagotti, che salva alla grande su Candreva due volte ed una su Keita. Rispetto all'ultima versione di Pioli è una Lazio che pare aver riscoperto il piacere di giocare. Collettivamente e, soprattutto, in alcuni singoli.
Gli esterni Candreva e Keita, in particolare, sembrano rifioriti. Merito di motivazioni diverse che il nuovo tecnico è riuscito a trasmettere loro, ma anche di correttivi tattici. Con Inzaghi le due ali agiscono sulla stessa linea di Klose e partono molto larghi, in modo da sfruttare i cambi di gioco e i lanci dalle retrovie. È lì, sulle fasce, che la Lazio annichilisce l'Empoli. Ma la musica è diversa pure in mezzo al campo dove il recupero di Onazi (migliore in campo) dà nuovi e più funzionali equilibri alla manovra. L'Empoli si arrende quasi prima di cominciare. La Giampaolo-band paga, forse, la pancia piena per la storica vittoria con la Fiorentina e, più in generale, per un campionato vissuto (meritatamente) al di sopra delle aspettative. Senza contare poi le assenze (a Skorupski e Zielinski si aggiungono Tonelli, che si blocca nel riscaldamento, e Laurini, che si ferma dopo un quarto d'ora). Gli ospiti subiscono per tutta la gara e si fanno vivi solo nel quarto d'ora finale quando la Lazio rallenta (Saponara fallisce il gol che potrebbe riaprire la gara). Troppo poco per rovinare il debutto perfetto di Inzaghino all'Olimpico.
Il Corriere dello Sport titola: "La Lazio entra nell'Eurozona. Candreva (rigore) e Onazi liquidano l'Empoli. Inzaghi piomba sul Sassuolo e insegue il 6° posto".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Gioca bene, segna e si diverte. Vola la Lazio di Simone Inzaghi, di nuovo in corsa per l'Europa. Anche suo fratello Pippo, in tribuna Monte Mario lo ha applaudito. Dopo il Palermo, ha piegato l'Empoli con altri due gol e lo scarto poteva essere più largo. Mai stata in discussione la partita. Sessanta minuti a tutto gas e ultima mezzora a gestire il risultato. Un pieno di sorrisi per l'ex centravanti dello scudetto, accolto bene dall'Olimpico, popolato da poca gente e con un'atmosfera più serena dopo la contestazione post-derby. La Lazio ha agganciato il Sassuolo a quota 48 punti e resta a quattro lunghezze dal Milan di Brocchi: calendario difficile, ma giocando così la rimonta è possibile. Ha ritrovato lo spirito e i colpi dei giorni migliori. Hanno risolto un rigore di Candreva e il tocco morbido di Onazi, a lungo ignorato da Pioli. Inzaghino lo ha rilanciato e il nigeriano ha risposto alla grande, restituendo equilibrio al centrocampo. Un'altra prova sontuosa di Klose, più regista offensivo che finalizzatore. Tulla la manovra si sviluppava sulle aperture intelligenti del tedesco. Bene la difesa, una sola occasione concessa e sprecata da Saponara nel finale.
Poco, pochissimo Empoli. Giampaolo ha dovuto rinunciare a Tonelli, Skorupski e Zielinski e ha lasciato in panchina Maccarone. Mancavano alcuni big, ma neppure s'è vista la solita organizzazione tattica. L'Empoli non riusciva a fraseggiare. Mai pericolosi Pucciarelli e Piu. Produzione offensiva vicina allo zero nonostante il 50 per cento di possesso palla. La Lazio pressava, costruiva le linee di passaggio si chiudeva bene quando necessario. E soprattutto era pericolosa ribaltando ad alta velocità l'azione. La Lazio di Pioli beccava gol con regolarità nel primo quano d'ora. Inzaghi è riuscito a invertire la tendenza. Altra corsa, diversa convinzione, nitide le soluzioni di gioco. E' come se la squadra si fosse liberata da complessi mentali difficilmente spiegabili. Ora si diverte, respira, è tornata devastante sulle corsie laterali. Keita e Candreva sono il valore aggiunto della Lazio e Simone ha puntato subito sull'estro di due tra i migliori esterni del campionato. Cambi di gioco per guadagnare spazio, palla lunga, uno sviluppo verticale del 4-3-3 sulle due catene con puntuali sovrapposizioni di Lulic e Patric oppure l'uno contro uno dei solisti. Nel primo tempo si sono contati 14 cross, 4 occasioni nitide e due gol della Lazio, capace di dominare il campo. Al primo affondo ci ha provato Keita da posizione defilata, al secondo Cosic ha provocato l'inevitabile rigore. L'azione si era sviluppata a destra, cross di Candreva, sponda di Klose, tiro volante di Parolo "parato" dal sostituto di Tonelli. Candreva dagli undici metri ha spiazzato Pelagotti. Lazio in vantaggio dopo appena sei minuti.
Candreva ha avuto altre due occasioni per segnare. Klose di testa ha messo fuori ma sul finire del primo tempo ha mandato in porta Onazi Break del nigeriano, inserimento, triangolo con il tedesco, palla nell'angolo. L'unico rischio la Lazio lo aveva corso alla mezz'ora per un... colpo di testa di Keita. Reazione scomposta su Paredes, Cervellera lo ha ammonito. L'ispano-senegalese ha rischiato l'espulsione. L'arbitro, per una strana e tardiva compensazione, ha poi esagerato con i cartellini gialli a Biglia e Parolo nei successivi tre minuti. La Lazio non si è scomposta, l'Empoli non ha mai iniziato a giocare. Era in ritardo su ogni pallone, ha sbandato, rischiando più volte di prendere il terzo gol. L'Olimpico applaudiva come non è quasi mai successo quest'anno. La Lazio voleva forse lo spettacolo, ha cercato il colpo a effetto, divorando (con Keita, Candreva e Klose troppo altruista) una lunga serie di occasioni per il tris nel primo quarto d'ora della ripresa. Giampaolo ha inserito Dioussè e ha aggiunto peso in attacco con Mchedlidze. Inzaghi ha inserito Djordjevic, Felipe e alla fine anche Basta per Patric, as-salito dai crampi. Ultimi venti minuti di palleggio. E' finita in festa con il piccolo Lorenzo in campo tra le braccia di Simone.
Il Messaggero titola: "Inzaghi, un bis per sognare. La nuova Lazio batte anche l'Empoli e torna a sperare nell'Europa League. A segno Candreva su rigore e Onazi il tecnico applaudito dal fratello Pippo".
Prosegue il quotidiano romano: Un altro passo verso il Paradiso. La Lazio batte l'Empoli per 2-0 grazie ad un rigore di Candrevae a una rete di Onazie conquista 3 punti per restare aggrappati a quel sogno impossibile che si chiama Europa. Un successo che permette a Simone Inzaghi di rosicchiare percentuali preziose nell'indice di gradimento della società per una sua eventuale riconferma in panchina il prossimo anno. E' una squadra completamente rinata dalle sue stesse ceneri con una voglia e una sicurezza che le consentono di giocare con una testa più libera. Le frizioni del passato restano ma ora sono accantonate in favore della maglia, cosa che prima non accadeva. Basti pensare che due successi di fila mancavano dal lontano ottobre, 25 partite fa. La Lazio vince 2-0 ma nella ripresa avrebbe potuto dilagare. Solo la mira sballata e le prodezze di Pelagotti non le consentono uno score maggiore. Gioca bene e in modo semplice la Lazio, sono bastate poche mosse ad Inzaghi per far riemergere quello spirito che sembrava ormai svanito tra polemiche e litigi. Fondamentale il recupero di Onazi. Il mediano nigeriano gioca una gara di corsa e sacri?cio che permette ai biancocelesti di avere una maggiore copertura in mediana e più libertà d'azione a Biglia e Parolo con meno compiti di copertura. Lucas imposta, Marco s'inserisce e Eddy fa il lavoro sporco. Ma non solo perché è proprio il nigeriano a siglare il gol del 2-0 al termine di una triangolazione da applausi con Klose. Alla luce delle ottime prestazioni di Onazi viene da chiedersi come mai Pioli lo abbia tenuto per tutto quel tempo in panchina.
La Lazio torna a volare sulle ali dell'entusiasmo. Una ritrovata voglia che non si vedeva da tempo e così anche i pochi tifosi presenti all'Olimpico hanno iniziato ad applaudire e a tifare. Cori anche per Simone Inzaghi, ultimo reduce dello scudetto del 2000. Sintomo che qualcosa è davvero cambiato nell'ambiente, i giocatori avevano abbandonato Pioli ormai da tempo e il suo esonero ha ridato quell'ossigeno che mancava e quella ventata d'aria fresca che serviva per tornare a correre. Poche mosse e piccoli accorgimenti quelli di Simone che ha lavorato prima di tutto sul morale e sulla testa dei suoi e poi sulle gambe. Eh già, perché i biancocelesti sono tornati a correre. Nuova linfa per muscoli che si erano bloccati. In panchina Simone è tarantolato. Butta via la giacca prima ancora del fischio d'inizio, si sbraccia urlando a destra e manca perché non vuole lasciare nulla al caso. Tutto deve girare come un orologio svizzero e non consente nemmeno il piccolo intoppo. In tribuna c'e il fratello Pippo a guardarlo che sorride compiaciuto. La rinascita della Lazio passa dalle mosse di Inzaghi che si è limitato ad osservare, valutare e mettere in campo il meglio che ha a disposizione. Klose è il suo attaccante. Miro sembra ringiovanito di 10 anni, corre in lungo ed in largo sacri?candosi anche in fase di ripiegamento. Torna a centrocampo a recuperare palloni e a far ripartire l'azione. In avanti tiene alta la squadra e smista palloni al bacio per i suoi compagni. Ieri gli è mancato solo il gol.
Keita ha finalmente la fiducia che chiedeva e in campo dà tutto quello che ha. Alle volte la voglia di dimostrare di essere uno dei migliori lo tradisce, un peccato di gioventù perdonabile. Anche la difesa ha ritrovato uno smalto perso da tempo. Seconda gara senza subire gol. Gentiletti dirige bene, il giovane Hoedt lo segue e Patric sull'out di destra si fa apprezzare per voglia e continuità. Al triplice fischio finale i tifosi biancocelesti applaudono in modo convinto. E' ormai tanto tempo che non si sentivano i nomi dei giocatori scanditi a gran voce e cori per tutti. Lotito in tribuna gongola. E ora la pazza idea di inseguire una Europa, che solo l5 giorni fa sembrava una chimera, appare sempre meno pazza. La strada è lunga e ripida ma Inzaghi non ha la minima intenzione di mollare. Lo vuole per la Lazio che sente dentro come una seconda pelle e lo vuole per lui che cerca in tutti i modi una riconferma sulla panchina dei grandi. Il cielo è tornato a tinte biancocelesti e non certo solo per merito della Primavera.
Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Quei cori con applausi per Simone Inzaghi già dopo venti minuti hanno segnalato un vento di fiducia tornato a soffiare verso la Lazio. Dalla Curva Nord ad altri settori, un tam-tam immediato, avvertito a pelle ed espresso dal cuore. Il nuovo tecnico ha già conquistato la Lazio. E con lui sono arrivati sei punti in due gare. Per ripartire, per inseguire il filo che porta in Europa League. Mai seduto per tutta la gara, vissuta in maniche di camicia. Solo al fischio finale, la sua maschera di tensione si è sciolta nella gioia per la vittoria contro l'Empoli, seguita a quella di Palermo. E lo sguardo di Simone Inzaghi si è illuminato uscendo dal campo con i figli, Lorenzo e Tommaso. "Volevamo vincere queste due partite, che non erano semplici, ma noi siamo stati bravi a farle diventare semplici". Il segreto? "Ho trovato la massima disponibilità nei ragazzi. C'è spirito di coesione. Sono molto contento. Partire così è importante. Ma ora bisogna subito pensare alla gara di mercoledì con la Juventus. Ci aspettano due trasferte di fila (domenica contro la Sampdoria, ndr ), bisogna recuperare forze ed energie". Sono rinate le ambizioni di Europa League. "Ci dobbiamo credere, abbiamo un calendario peggiore delle altre. La squadra vuole raggiungere l'obiettivo". Inzaghi si sta costruendo un futuro nella Lazio. "Sento spesso Tare. Sabato ho parlato con Lotito". E il patron biancoceleste in un comunicato ha aggiunto: "Questa vittoria dà morale e costituisce uno stimolo per proseguire lungo un percorso nuovo e ambizioso". È tornato al gol Antonio Candreva, bomber biancoceleste con otto reti in campionato. "Gli applausi fanno piacere, ma non siamo contenti. Chiediamo scusa ai tifosi per questo brutto campionato: cerchiamo di raggiungere l'Europa League, ma non salverebbe la nostra stagione. Inzaghi? Ci ha dato entusiasmo e voglia di crederci". Primo gol in questo campionato per Eddy Onazi, rilanciato da Inzaghi. "Con lui chi si allena bene, gioca. Prima era diverso". Rigenerato anche Gentiletti. "Ora c'è un maggiore possesso palla, con Pioli facevamo più pressing". La mente è già alla Juve. "Dobbiamo fare un'altra grande partita".