22 dicembre 2018 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XVII giornata - inizio ore 12.30
LAZIO: Strakosha, Luiz Felipe, Acerbi, Radu (80' Bastos), Marusic, Milinkovic (69' Leiva), Parolo, Lulic, Luis Alberto (77' Lukaku), Correa, Immobile. A disposizione: Proto, Guerrieri, Wallace, Patric, Durmisi, Cataldi, Murgia, Badelj, Berisha, Caicedo. Allenatore: S. Inzaghi.
Cagliari: Cragno, Pisacane, Romagna, Klavan (46' Pajac), Padoin, Faragò, Bradaric, Ionita, Barella (73' Dessena), Joao Pedro, Cerri (46' Farias). A disposizione: Rafael, Aresti, Andreolli, Cigarini, Doratiotto, Lella, Sau. Allenatore: Maran.
Arbitro: Sig. Manganiello (Pinerolo - TO) - Assistenti Sigg. Vivenzi e Gori - Quarto uomo Sig. Minelli - V.A.R. Sig. Guida - A.V.A.R. Sig. Di Vuolo.
Marcatori: 12' Milinkovic, 23' Acerbi, 67' Lulic, 90'+3' Joao Pedro (rig).
Note: osservato un minuto di raccoglimento in memoria di Felice Pulici. Ammonito al 59' Faragò ed al 90'+2' Bastos entrambi per gioco falloso, al 90'+5' Immobile per proteste. Angoli 7-5. Recuperi: 1' p.t., 5' s.t.
Spettatori: 30.000 circa.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio, scatto da 4° posto. Cagliari non pervenuto. Si svegliano Milinkovic e Luis Alberto e i biancocelesti tornano a vincere con la formula fantasia. Resa senza condizioni per i sardi".
Continua la "rosea": Digiuno finito. Proprio alla vigilia del periodo dell'anno in cui si concentrano cenoni e scorpacciate varie. L’astinenza della Lazio era calcistica, d’accordo, ma l’aria natalizia contribuisce comunque a sbloccare la banda Inzaghi. Che torna a vincere un mese e mezzo dopo l’ultimo acuto (l’8 novembre col Marsiglia in Europa League). Successo limpido, frutto di una prova che, specie nel primo tempo (7 tiri nello specchio, record in una frazione di gioco per questo campionato), ricorda quelle sfavillanti della scorsa stagione. Per dire che la Lazio sia davvero uscita dal tunnel serviranno altre prestazioni e avversari più tosti del Cagliari poco reattivo visto all’Olimpico. Ma intanto Inzaghi si riprende il 4° posto solitario in attesa di sfidare il fratello Pippo. Alla Lazio bastano una ventina di minuti per stordire la squadra di Maran e prendersi la partita. I biancocelesti segnano due gol, colpiscono una traversa, creano altre tre palle-gol. Un vero e proprio arrembaggio, favorito dalla formula fantasia escogitata da Inzaghi.
Dopo aver provato in settimana tutto e il contrario di tutto il tecnico conferma l’abituale 3-5-2, ma con due mezzali offensive (Milinkovic e Luis Alberto) e Parolo frangiflutti centrale. Un sistema che consente alla squadra di casa di tracimare nella metà campo avversaria senza perdere l’equilibrio grazie all’intelligenza tattica dello spagnolo e del serbo e al "movimentismo" della seconda punta Correa. Forse Maran aveva previsto contromisure per un altro tipo di Lazio. Fatto sta che i suoi si consegnano quasi senza combattere allo strapotere degli inzaghiani. Che, non a caso, brillano di nuovo proprio nel giorno in cui i "grandi malati" tornano a sorridere. Milinkovic si sblocca col gol che apre le danze (il serbo non segnava da tre mesi), Luis Alberto danza da una parte all’altra del campo, divertendo e divertendosi come non accadeva da tempo. E dando il via all’azione del secondo gol, realizzato da un Acerbi in formato universale. Al festival biancoceleste manca solo Immobile. Ciro viene fermato ancora una volta (la quinta) da un legno, si riscatta fornendo a Lulic l’assist per il terzo gol.
E il Cagliari? Assente ingiustificato. Come spesso gli capita in trasferta (settima consecutiva con almeno un gol al passivo). Dopo l’avvio choc, Maran rimescola le carte nella ripresa inserendo Farias e Pajac. Ma la musica non cambia. Non è questione di uomini (gliene mancano comunque quattro, tutti di peso) o di modulo. Bensì di personalità che, lontano dalla Sardegna Arena, si eclissa. Discorso che vale anche e soprattutto per Barella che peraltro non sembra trovarsi a proprio agio da trequartista. Il rigore (assegnato tramite Var) che Joao Pedro realizza in pieno recupero serve solo a rendere meno amaro il punteggio. Non il giudizio sulla prestazione.
? Il Corriere dello Sport titola: "Lazio sorpasso da Champions. Tre gol a Maran, Milan scavalcato. Premiato il coraggio di Inzaghi. Il Cagliari frana, Simone è di nuovo quarto".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Le lacrime di Milinkovic, i ricami di Luis Alberto, la corsa di Lulic. Tre gol per riprendersi l’Olimpico, il quarto posto Champions e affondare il Cagliari, a segno su rigore con Joao Pedro, gentile omaggio di Bastos in pieno recupero. Le buone notizie sono proseguite nel pomeriggio. Sorpasso sul Milan, grazie al colpo del predecessore Pioli a San Siro. Simone Inzaghi, in attesa di sfidare suo fratello Pippo, si è regalato un dolcissimo Natale. Riecco la vecchia Lazio, anzi nuova per concezione e interpreti. Leggeri ritocchi nell’assetto, difesa a tre, ma due trequartisti (Luis Alberto e Milinkovic) con Parolo unico mediano e due punte, Correa largo a destra e Immobile in partenza da sinistra. La Lazio versione coraggio ha vinto e dominato nell’occasione giusta. Ha colpito la fragilità del Cagliari. Quattro pareggi e tre sconfitte nelle ultime sette giornate, è la squadra che ha concesso più gol (ben 7) nel quarto d’ora iniziale. Anche ieri è andata subito sotto, travolta dalla fame e dalle motivazioni dei padroni di casa, decisi a uscire dalla crisi. Inzaghi, da quando guida la Lazio, non era mai stato per cinque giornate di fila senza vincere. Dopo lunghe riflessioni, un po’ di pretattica e un paio di minuti appena in cui era sembrato potesse sposare la difesa a quattro con Marusic terzino, si è capito l’assetto della Lazio. Milinkovic era più vicino a Parolo, Luis Alberto copriva Bradaric, Lulic si stringeva in fase di non possesso (3-4-1-2) ma la costruzione, come disegno, non cambiava.
Solito 3-5-2, totalmente nuovo per interpretazione. Perché Correa partiva largo a destra, offrendo la sponda a Marusic. Perché Luis Alberto si è subito acceso, disegnando una manovra avvolgente in cui finalmente si vedevano i corridoi centrali e si sfondava sulle corsie esterne. Luiz Felipe, Acerbi e Radu montavano la guardia su Cerri e Joao Pedro, mai in grado di ripartire e senza rifornimenti. Il Cagliari è rimasto sorpreso. Ritmi altissimi, pressing, palleggio. Un assalto di Lulic, un assaggio di Correa e la Lazio è passata in vantaggio con Milinkovic dopo appena 12 minuti. L’azione ha fatto capire come e perché la Lazio, ritrovando qualità e aumentando il peso offensivo, è tornata imprevedibile. Luis Alberto ha aperto il gioco per Correa. Malissimo la difesa del Cagliari, troppo passiva. Padoin indietreggiava invece di contrastare e ha concesso il sinistro all’argentino. Cragno ha schiaffeggiato la palla, Pisacane in ritardo, Romagna e Klavan due statue, Milinkovic ha appoggiato in rete di destro. Non segnava da tre mesi, è scoppiato a piangere. Una liberazione per Sergej e per Inzaghi. Sfumatura decisiva: nell’azione del gol, la Lazio aveva portato sei uomini in area di rigore. Atteggiamento offensivo e aggressivo. Mezz’ora da incubo per Maran, costretto dopo mezz’ora a ritoccare il modulo. Dal 4-3-1-2 è passato al 3-5-2, si è messo a specchio, traslocando Padoin sulla corsia sinistra e accentrando Pisacane, ma era già sotto di due gol.
La traversa aveva salvato Cragno sulla bomba di Immobile, Acerbi aveva firmato il raddoppio, nato dagli sviluppi di un angolo. Altre gravi incertezze della difesa sarda. Pochi lampi. Strakosha ha respinto il destro di Faragò, Cerri ha alzato la mira da due passi, all’intervallo il passivo poteva essere più pesante. Anche le cifre premiavano le scelte di Inzaghi: 12 tiri (di cui 7 nello specchio) all’interno dell’area di rigore del Cagliari. Alla fine se ne conteranno 19 sui 24 totali: indice di pericolosità altissimo. Dentro Farias e Pajac, fuori Cerri e Klavan dopo l’intervallo. Maran ha provato a rianimare il Cagliari con il doppio cambio, ma risposte concrete sono arrivate solo dall’esterno croato. La Lazio aveva abbassato i ritmi, ma gestiva bene e ripartiva ancora meglio. Da un rimpallo tra Correa e Romagna, è nato il contropiede finalizzato in corsa da Lulic sfruttando l’assist di Immobile. Ciro non è riuscito a sfruttare il favore ricambiato dal suo capitano tirando fuori da buona posizione. Inzaghi ha messo dentro Leiva (rodaggio verso Bologna) e Bastos ha sostituito Radu, provocando con la solita irruenza il rigore trasformato da Joao Pedro a tempo scaduto. Dodicesima partita di fila, compresa l’Europa League, prendendo almeno un gol. La Lazio, anche nelle giornate più belle, concede. Un vizio di natura.
? Il Messaggero titola: .
Prosegue il quotidiano romano:
? Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Mio fratello è figlio unico, per una partita. Una famiglia nella storia della serie A. E’ un romanzo, il Natale degli Inzaghi. Simone è tornato quarto a tre giorni dal 25 dicembre, a quattro dalla sfida al Bologna di fratello Pippo. Sarà la più bizzarra delle partite, la vivrà contro il più amabile dei nemici, in un giorno memorabile. Simone ieri, dopo Lazio-Cagliari, ha visto in tv Parma-Bologna. Ha studiato i prossimi avversari, ha tifato per Pippo, seduto in bilico in panchina. Emozioni diverse, per Simone. Sensazioni intrecciate, paradossali, contradditorie, bellissime: "La preparazione della partita contro il Bologna sarà identica alle altre - ha dichiarato Inzaghi - però mi avvicinerò a questo appuntamento con un’emozione particolare, grandissima, dovendo sfidare mio fratello Filippo. La vivranno in modo particolare anche i nostri genitori, hanno vissuto una cosa simile quando giocavamo e durante i primi anni da tecnici delle giovanili. I loro figli si affronteranno in panchina, in serie A, sarà un giorno speciale. Sono orgoglioso, siamo stati fortunati. Siamo stati calciatori, abbiamo giocato in Nazionale insieme e adesso ci sfideremo da tecnici, dopo aver cambiato carriera". Sarà un Natale diverso da tutti gli altri. La preparazione della partita non cambierà, cambieranno le parole, le telefonate con Pippo, i messaggi, le battute, è inevitabile: "Se bloccherò il numero di telefono di Pippo per tre giorni? No, questo no. Magari parleremo meno di calcio" (risata, ndr).
L’analisi. Simone ha sospirato di sollievo. Doveva vincere contro il Cagliari, ha vinto: "I ragazzi hanno interpretato bene la gara e abbiamo strameritato di vincere un appuntamento importante. Al di là dei moduli conta sempre l’interpretazione dei calciatori, i miei uomini si sono aiutati e hanno meritato di raccogliere i tre punti, sono pesanti per la nostra classifica. Ora la nostra testa è rivolta al Bologna". A Inzaghi non piace parlare di moduli, di numeri. Alla fine s’è rimangiato gli allenamenti di giovedì e venerdì, è ripartito dalla difesa a tre impostando solo alcune variazioni tra la fase di possesso e di non possesso. C’è una nuova interpretazione del 3-5-2, può essere usata per il futuro, senza distinzione di avversari: "Penso che queste modifiche si potranno vedere anche contro le big. La squadra ha collaborato, anche gli attaccanti sono stati encomiabili per l’impegno profuso in campo, per la dedizione e per l’attenzione che hanno messo in fase di ripiego. Luis Alberto, Immobile e Correa sono stati i primi ad attaccare gli avversari, anche la loro interpretazione ha fatto la differenza. Nel primo tempo avremmo meritato anche qualche gol in più. Ci godiamo una vittoria che mancava da troppe partite".
Il gioco. Simone ha spiegato alcuni dettagli tattici, s’è soffermato sulle sfumature: "Quando il Cagliari aveva palla c’erano Parolo e Milinkovic davanti alla difesa, con Luis Alberto trequartista. Quando, viceversa, avevamo palla noi, Milinkovic avanzava e insieme a Luis facevano le mezzali. I ragazzi sono stati bravi a mettere in campo lo spirito giusto. La vittoria è arrivata per il modo in cui la squadra è entrata in campo nei primi minuti, facendo capire le sue intuizioni al Cagliari. Siamo stati uniti, determinati, la partita è stata perfetta". Nessuna preoccupazione per Luis Alberto, ha chiesto il cambio per precauzione: "Luis Alberto ha avuto un principio di crampi, nulla di particolare". Inzaghi ha tremato quando ha visto Milinkovic in "spaccata", colpa di uno scivolone, ha fatto temere un infortunio muscolare: "Nessun problema nemmeno per Milinkovic. Scivolando aveva aperto un po’ l’adduttore, ha continuato a giocare e a fine partita non ha lamentato fastidi. Adesso ci concentriamo sul Bologna".
Fratelli di qualità. Sergej, Luis e Ciro: tutti insieme al "Tucu". Una famiglia allargata lì davanti, un uomo offensivo in più e tante preoccupazioni in meno. Il sorriso di Joaquin Correa esprime la soddisfazione per la prestazione corale: "Abbiamo giocato bene, soprattutto il primo tempo è stato tutto da vedere. Quando siamo in campo io e Luis Alberto contemporaneamente dobbiamo correre il doppio! E lo abbiamo fatto, come se fossimo tutti fratelli. Credo si sia visto...". Non c’è dubbio. Correa ora ha la piena fiducia di Inzaghi, contro il Cagliari ha disputato la terza partita consecutiva dal primo minuto (dopo Eintracht Francoforte e Atalanta). Il suo impiego dall’inizio, stavolta, non ha escluso l’utilizzo dello spagnolo, schierato in una posizione più arretrata: "Mi sono trovato benissimo in campo, c’è stato uno sforzo incredibile da parte di ognuno. Lo spogliatoio è sempre stato compatto e carico, cerchiamo di raggiungere uniti gli obiettivi prefissati a inizio stagione".
Dribbling, finte, giocate, filtranti, fiondate. Non c’è mai troppo talento in campo quando lo spirito di sacrificio fa da collante. "Abbiamo dato il cento per cento, attaccato e difeso tutti insieme. Non ha importanza chi segna, la cosa che conta è aver ritrovato la vittoria. Mi fa piacere che la squadra sia così in alto, lotteremo contro ogni avversario fino alla fine. Già stiamo pensando alla prossima gara, passo dopo passo guarderemo la classifica". Il successo mancava da più un mese, il 3-1 sa di liberazione: "Ci volevano questi tre punti, era troppo tempo che non ci riuscivamo. Non meritavamo di perdere alcune delle ultime partite, potevamo ottenere qualcosa di più. Però contro il Cagliari abbiamo dimostrato di essere una grande squadra. Ho cercato di aiutare i compagni con il mio sacrificio, sono sempre stato a disposizione del mister, lui lo sa. Provo a dare il massimo, se gioco titolare sono contento, soprattutto se poi si riesce a vincere".
Da un guizzo di Correa è nato il gol di Milinkovic, da una sua spizzata di testa è arrivato il raddoppio firmato da Acerbi. L’argentino è stato decisivo senza entrare nel tabellino dei marcatori. Si è inserito in punta di piedi, si sta imponendo con il passare delle settimane: "Alla Lazio sono stato accolto benissimo, è chiaro che giocando con maggiore continuità mi sento meglio anche dal punto di vista fisico. Il ruolo? Posso agire sia da punta, sia come esterno. Non ho problemi, mi trovo bene in ogni formazione e con qualsiasi altro attaccante. La rosa è lunghissima e piena di giocatori forti". Ándale ándale. Di questo passo, fa meno paura il ritorno in Andalusia per i sedicesimi di Europa League: "Ci tengo tanto ad affrontare il Siviglia, sarà una sfida difficile. Lì ho giocato tanti match importanti, è stata la mia casa. Per noi sarà dura, ma lo sarà anche per loro. Hanno grandi capacità di palleggio, lo stanno dimostrando in Liga e in Europa, ma la Lazio è una squadra che può fare male a qualsiasi avversaria". Con tutta quella qualità davanti poi...