20 ottobre 2020 - Roma, stadio Olimpico - Champions League – Fase a gironi gruppo F, gara 1 - inizio ore 21.00
LAZIO: Strakosha, Patric, Luiz Felipe (51' Hoedt), Acerbi, Marusic, Milinkovic (67' Akpa Akpro), Leiva, Luis Alberto (80' Parolo), Fares, Correa (67' Muriqi), Immobile (80' Caicedo). A disposizione: Alia, Reina, D. Anderson, Armini, Escalante, Czyz. Allenatore: S. Inzaghi.
BORUSSIA DORTMUND: Hitz, Piszczek (65' Brandt), Hummels, Delaney, Meunier, Bellingham (46' Reyna), Witsel, Guerreiro, Reus (78' Reinier), Sancho, Haaland. A disposizione: Burki, Morey, Dahoud, Passlack, Knauff, Raschl. Allenatore: Favre.
Arbitro: Sig. Turpin (Germania) - Assistenti Sigg. Danos e Gringore - Quarto uomo Sig. Schneider. - V.A.R. Sig. Letexier. - A.V.A.R. Sig. Brisard - Delegato UEFA Sig. Richt (Svezia) - Osservatore arbitro Sig. Pedersen (Norvegia).
Marcatori: 6' Immobile, 23' Luiz Felipe, 71' Haaland, 76' Akpa Akpro.
Note: ammonito al 62' Delaney per gioco falloso, al 62' Reyna per proteste, al 42' Luis Alberto ed all'84' Strakosha per comportamento non regolamentare. Angoli: 7-5. Recuperi: 1' p.t., 4' s.t.
Spettatori: 1.000 circa in ragione delle vigenti norme anti-Covid 19.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio, una notte stellare. Magico Immobile. Gol più assist: che rivincita sul Dortmund. E Inzaghi fa festa. I biancocelesti giocano dopo 13 anni in Champions e danno spettacolo. Non basta la rete del talento Haaland".
Continua la "rosea": La Lazio mancava da tredici anni dalla Champions, nel ripresentarsi in questa maniera sembra voler legittimare la sua presenza nell’elite, nella coppa che tutto il mondo vede. L’inaugurazione è anche uno scontro diretto, subito contro l’altra favorita del girone. Successo che rende, per la situazione attuale e per i conti del gruppo. E poi per aver ritrovato il suo profilo migliore e i suoi leader. Nella storia che dura una sera, una partita, Ciro Immobile si sceglie il posto migliore. Perché nel sistemare i conti con il passato dopo soli sei minuti, e nel fornire l’assist del 3-1 a Akpa Akpro, il capitano ha infilato un triplo colpo: per se stesso, per la squadra e per gli indirizzi strategici della partita. Partiamo da lui. Immobile al confronto con Haaland, la Scarpa d’oro e il miglior attaccante della sua età, è anche uno scontro generazionale, non soltanto il duello fra chi a Dortmund fallì (Ciro, 5 anni fa) e chi invece sfila con il Borussia come su una passerella per la gloria, prima di lasciarla. Immobile criticato in Nazionale ha sentito di nuovo ciò che di lui dicevano in Germania, quindi ha più voglia di spaccare il mondo. Segnando subito conferma (e zittisce) anche le ironie di Hummels, che lunedì aveva detto: "Negli ultimi tempi è diventato più freddo sotto porta", sottolineando che a Dortmund non lo era. Ma l’1-0 di Ciro sveglia la Lazio dalla tripla stangata di Genova. Haaland comunque si dimostra futuro e anche presente. E’ il migliore dei suoi, regge tutto l’attacco da solo. E centra la rete della speranza, la dodicesima nelle 12 partite stagionali.
I motivi. Da tempo la Lazio non riusciva a imporre la sua idea di calcio. Le mancavano giocatori, condizione e anche tranquillità tecnico-tattica, che significa saper sempre che ciò che fai avrà un buon esito. Sono queste sicurezze che portano entusiasmo, oltre ai risultati; se mancano, lo smarrimento è totale. Ma se la reazione arriva subito, se immediatamente si tenta di opporsi a una tendenza negativa con modifiche improvvise ed emotive, ecco che si ritrova il cosiddetto temperamento di squadra. Nelle reti ci sono gli errori del Borussia, ma pure l’aggressione alta per la riconquista, il passaggio immediato in area, la freddezza di Ciro, oppure come nel raddoppio (che per la Uefa è autogol del portiere Hitz), entrano anche la determinazione di Luiz Felipe, e uno dei tanti angoli taglienti di Luis Alberto, un altro che si ritrova senza più nascondersi o demoralizzarsi. L’esterno raffinato dello spagnolo per fare sgorgare il terzo centro poi è il segnale che le bellezze non sono state dimenticate, vanno soltanto riproposte con più frequenza e fiducia.
Lazio accorta. Mettere la partita subito in discesa e sul 2-0 dopo 23’ consente anche di restare bassi, di poter sfruttare il contropiede, di togliere spazio al Borussia. Perché la Lazio ha anche l’immensa preoccupazione di tenere lontani dall’area i passi leggeri (troppo) di Sancho e Reus, la falcata potente di Haaland. Quando si muove il ragazzone norvegese provoca l’effetto turbina eolica, ha gambe e braccia che sembrano pale, il suo vento sposta gli avversari. Il Borussia ha il difetto che le risorse della fase offensiva non riescono a bilanciare le chiusure distratte di parecchi difensori. A Favre rimane soltanto Hummels come esperto di ruolo, ma dietro si fa infilare con troppa semplicità soprattutto con le verticalizzazioni rasoterra. Resistere e segnare. Quando il tecnico immette altri due uomini offensivi, Brandt e Reyna, passando al 4-2-3-1, la Lazio ha uno sbandamento e anche alcuni infortuni (Luiz Felipe, Milinkovic). Seppur sbagliando con Patric sulla scena del 2-1 del norvegese, la banda di Inzaghi ha ancora la forza di colpire i difetti altrui e anziché la rimonta arriva la festa di Akpa Akpro, passato dalla Salernitana alla Champions. Anche lui si è presentato bene al mondo.
? Il Corriere dello Sport titola: "Lazio che spettacolo. Ciro, un autogol e Akpa Akpro: che tris al Borussia Dortmund! Dopo 13 anni, biancocelesti protagonisti di un grande ritorno in Champions: Haaland spaventa ma non c'è storia".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Sinfonia Champions. Tredici anni di attesa per riascoltare la musica più bella e dipingere una notte da sogno, in cui sono mancati soltanto i sessantamila dell’Olimpico. E’ tornata la Lazio, bellissima e accecante, trascinata dalla Scarpa d’Oro. Un gol e un assist per mandare al tappeto il Borussia Dortmund del fenomeno Haaland, dando un altro messaggio al ct azzurro Mancini. Immobile ha vinto il duello con il ventenne norvegese, uno dei pochi in grado di orientare le partite da solo. Ci ha provato invano ieri sera e non c’è riuscito, perché l’orchestra di Inzaghi era tornata al top. Leiva da sballo, Luis Alberto in versione mago, Milinkovic di nuovo straripante. Dietro un super Acerbi e una difesa attenta, in grado di disinnescare Reus, Sancho e gli altri gioielli gialloneri. Forse era destino, tredici anni dopo Vignaroli, che Lotito potesse festeggiare con il terzo e ultimo gol, quello decisivo, firmato da Akpa Akpro, l’ivoriano amico di Drogba, promosso dalla Salernitana. Un’altra favola. Subito Ciro. La Lazio è apparsa subito trasformata rispetto a Marassi ed è entrata in campo come se aspettasse da una vita questa occasione. Perché, ecco la vera differenza rispetto al campionato italiano, la Champions offre spazi larghissimi in cui inf?ilarsi ed esalta le qualità tecniche. Dimensione ideale per la squadra di Inzaghi, irresistibile in profondità nelle serate in cui viene assistita da una solida organizzazione difensiva e dallo spirito giusto. II Borussia, se tiene palla e sale verso l’area, fa paura. Ma dietro concede tanto, forse troppo, e non solo perché mancavano Emre Can, Akanji e Sdrmelzen. Due mediani, neppure votati al contrasto, come Witsel e Bellingham. Erano in inferiorità. Leiva, senza alcun disturbo in costruzione, è stato abilissimo ad alzare subito il pressing. Da un suo recupero è nato il gol firmato in avvio da Immobile. Palla rubata a Bellingham, passaggio f?iltrante di Correa, Ciro ha toccato quanto bastava per inf?ilare Hitz in uscita ed evitare il tackle di Delaney.
Raddoppio. Bellissima e accecante la Lazio dei primi venti minuti a pieni giri e con benzina nel motore. Sopra di un gol, non si è fermata e ha continuato a giocare, stordendo i gialloneri con i?l palleggio di Milinkovic e Luis Alberto, più la spinta a sinistra di Acerbi e Fares. Triangoli, combinazioni, tocchi di prima. Uno spettacolo. Correa si è divorato il raddoppio, arrivato sull’angolo successivo, calciato pieno di effetto da Luis Alberto. Stacco di Luiz Felipe e palla in rete: l'Uefa lo ha considerato auto gol, valutando la traiettoria fuori dallo specchio e decisiva la deviazione di Hitz. La Lazio ha costruito anche altre opportunità, si è chiusa di più ed è ripartita meno nell’ultimo quarto, mancando troppe volte l’ultimo passaggio. Solo Haaland. Pallino in mano al Borussia e due sole occasioni concesse perché il mostro norvegese sa anche vedere il gioco, non solo f?inalizzare. Non lo sposti, è velocissimo, va di sponda. La prima è stata fallita da Guerreiro, la seconda da Meunier con la porta spalancata. La terza volta ci ha provato da solo, Strakosha ha respinto e Luiz Felipe (appena recuperato) si è arreso. Dentro Hoedt. Il secondo infortunio è stato ancora più pesante da assorbire perché è uscito Milinkovic e Inzaghi ha scelto Akpa Akpro per sostituirlo. Mano fatata. Il Borussia continuava a spingere e sul cross di Reyna (subentrato a Bellingham), Haaland non ha perdonato l’esitazione di Patric. Se gli lasci un metro, ti fulmina. Partita riaperta. La Lazio sembrava impaurita, sulle gambe, ma è riuscita a rispondere, pescando la palla geniale di Luis Alberto in profondità per Immobile. Akpa Akpro era salito a rimorchio, i tre difensori gialloneri fermi come statue di sale, e la palla in rete per disegnare la notte perfetta.
? Il Messaggero online titola: "Lazio, la meraviglia Champions e l'orgoglio della storia".
Prosegue il quotidiano romano: Quando sogno e realtà si fondono non resta che ammirare la bellezza del momento. Godere dell’emozione unica che ne scaturisce. Una palpitazione al cuore. Potente. La vittoria della Lazio sul Borussia Dortmund (3-1) ha generato proprio tutto questo. Probabilmente, a scriverlo un copione così non ci sarebbe mai riusciti a priori. Segna Immobile, tornato Ciro il Grande. Un tocco da Scarpa d’Oro. Una vendetta gelata per la sua ex squadra e per chi l’aveva definito il peggior acquisto dei tedeschi. Rete numero 127 con la Lazio: raggiunto Signori al secondo posto della classifica all time. Il raddoppio è un autogol del portiere Hitz propiziato da un angolo beffardo di Luis Alberto e una spizzata di Luiz Felipe (rientrato dopo 40 giorni e arresosi ad inizio del secondo tempo). Al grande ballo c’è spazio anche per il debuttante Akpa Akpro che segna proprio nel momento più difficile della partita. Una notte da sogno. Le note della Champions, riascoltate dopo troppi anni, a ridestare l’ardore sopito. A risvegliare l’orgoglio di indossare una maglia ultracentenaria. E pensare che l’ultimo gol in Champions l’aveva segnato Pandev nel 2007 al Bernabeu (quello di Keita nel 2015 era nei preliminari) nella sconfitta per 3-1 contro il Real Madrid. Una vita fa.
L'orgoglio della storia. E così d’improvviso, in una notte d’autunno, i biancocelesti si riprendono la storia. Annullano tutte le differenze con i tedeschi (tra le otto migliori d’Europa) e vendicano Signori e compagni eliminati dalla Coppa Uefa nella stagione 1995 proprio dai gialloneri. Ritorno migliore la Lazio non lo poteva immaginare. Una partita perfetta quella giocata dai ragazzi di Inzaghi che non sbagliano nulla. E dimostrano a Genova contro la Sampdoria è stato solo un incidente. O meglio che nei 12/13 elementi i biancocelesti sono sempre una delle migliori squadre in circolazione. C’è anche un pizzico di fortuna ad aiutare l’audacia. Lo stesso non si può dire del Dortmund. Le assenze non sono però una scusante. Inzaghi l’ha incartata a Favre. I tedeschi hanno puntato sulla gestione della palla per costruire le azioni con calma partendo dai tre difensori. Il tecnico laziale ha imposto pressione costante anche nella metà campo avversaria per non dare troppa fiducia ai tedeschi. Piano perfetto perché il primo gol è arrivato proprio da un recupero palla su pressing, così come l’angolo da cui è scaturito il 2-0. Continua il tabù per il Dortmund, invece, ha perso le ultime tre gare giocate in Italia e non ottiene un successo in casa di una italiana dal 2003, quando vinse contro il Milan per 0-1 con gol di Koller. Ad onor di cronaca va detto che la squadra di Favre sbaglia tantissimo. Ma quando azzecca la mira trova un Champions Strakosha.
Notte da brividi. Nella ripresa il Borussia alza il ritmo e complice la stanchezza dei laziali crea molte più occasioni da rete. Alla fine Haaland timbra il cartellino pareggiando la sfida a distanza con Immobile ma perdendo nettamente il confronto. La Lazio soffre, Inzaghi cambia gli uomini e azzecca tutto. Dentro Akpa Akpro che da Salerno fa un triplo carpiato. Nove minuti dopo il suo ingresso in campo segna il 3-1 nel momento più difficile. Un destro per concretizzare l’assist di Immobile dopo una galoppata di metà campo. Primo posto nel girone. Un tripudio. Un trionfo. Una notte da rivivere cento volte. Peccato solo che non ci fossero i tifosi. Avrebbero meritato di viverla allo stadio.
? Il sito web "Uefa.com" commenta così la gara:
Una Lazio da sogno affonda il Dortmund. All'Olimpico, nella sera del loro ritorno in UEFA Champions League dopo 13 anni, i Biancocelesti battono 3-1 il Borussia e partono alla grande: sblocca l'ex Immobile, prima dell'autorete del portiere Hitz e del tris di Akpa Akpro dopo il guizzo di Haaland.
Quella del ritorno in UEFA Champions League, per la Lazio, è una notte da ricordare. Allo Stadio Olimpico, nella prima giornata del Gruppo F, i Biancocelesti giocano una partita splendida e battono con un secco 3-1 il Borussia Dortmund: decidono i gol dell’ex Ciro Immobile e dell’ivoriano Jean-Daniel Akpa Akpro, oltre all’autorete del portiere Giallonero Marwin Hitz. Non basta, ai tedeschi, il guizzo del “solito” Erling Haaland. La sfida inizia come meglio non potrebbe per i Biancocelesti. Un passaggio “pigro” di Thomas Meunier favorisce il recupero di Lucas Leiva, Joaquín Correa inventa un super assist per Immobile che da distanza ravvicinata fa centro di sinistro e realizza il classico gol dell’ex. Sono trascorsi appena sei minuti. Il vantaggio galvanizza gli uomini di Inzaghi, anche se Thomas Strakosha è costretto a una grande parata sul tentativo da distanza ravvicinata del portoghese Raphaël Guerreiro. Immobile esalta i riflessi dello svizzero Hitz, preferito al connazionale Roman Bürki, poi Correa - liberato dal grave errore di Mats Hummels - si trova a tu per tu con il portiere avversario che però lo “ipnotizza”. Sul successivo tiro dalla bandierina, comunque, arriva il raddoppio. Angolo di Luis Alberto e perfetto colpo di testa del rientrante Luiz Felipe, che mette nel sacco: al brasiliano viene però tolta la gioia delle rete all’esordio, perché la deviazione decisiva è del portiere Hitz.
Il Borussia Dortmund potrebbe tornare, il temutissimo Haaland ha un grande spunto e serve un pallone invitante a Meunier: il difensore belga ex Paris Saint-Germain, però, calcia incredibilmente a lato. I padroni di casa sfiorano il tris direttamente su corner con Luis Alberto, Haaland ha poi un grande spunto ma la difesa Biancoceleste si salva in corner. Nella ripresa, Lucien Favre cambia: fuori Jude Bellingham, 17enne centrocampista inglese, dentro Giovanni Reyna, americano di un anno più grande. Dopo un ottimo salvataggio di Strakosha su Haaland, anche Inzaghi è costretto a una sostituzione: Luiz Felipe, sfortunatissimo, è costretto a lasciare il posto a Wesley Hoedt. Il difensore era proprio al rientro. Il Borussia Dortmund cambia ancora, togliendo Lukasz Piszczek e inserendo Julian Brandt. La squadra di Favre costruisce una bellissima azione al minuto 66’, ma il sinistro di Guerreiro termina alto di un soffio. Sergej Milinkovic-Savic si fa male e deve lasciare il posto all’ivoriano Akpa Akpro, mentre Vedat Muriqi rileva Correa. A diciannove minuti dalla fine i tedeschi tornano in partita. Il gol, neanche a dirlo, porta la firma di Haaland, che di sinistro butta giù la porta sullo scarico di Reyna. Ma dopo cinque minuti la Lazio chiude la partita. Grande sprint di Immobile e assist al bacio per Akpa Akpro, il 28enne centrocampista arrivato dalla Salernitana ringrazia e fa centro. Per i Biancocelesti di Simone Inzaghi è una notte fantastica.
? Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Ci voleva un colpo alla Ciro Immobile per rimettere in moto la Lazio. Il suo gol al 6' ha indicato la rotta per la vittoria contro il Borussia Dortmund. "La partita è stata giocata alla perfezione e siamo soddisfatti di quello che abbiamo fatto. Era una gara difficile ma ci serviva proprio questo dopo la prestazione di sabato con la Sampdoria. Era necessario vincere per la svolta mentale e per poter dire anche quest’anno la nostra tra le grandi d’Europa e in campionato. Qualificazione? Girone equilibrato, ci sono altre 5 battaglie e dobbiamo dare tutto". È salito a quota 127 ed ha raggiunto Beppe Signori al secondo posto tra i goleador nella storia biancoceleste: ora ha davanti solo il primato di Silvio Piola (159 gol). Ha segnato a quel Borussia Dortmund con cui ha vissuto il suo battesimo da goleador in Champions. "Hanno detto che sono stato il peggior acquisto del Dortmund? A volte bisogna aspettare i giocatori, capire le situazioni. Sono arrivato al Dortmund nel momento sbagliato, di cambio generazionale. C’erano state delle difficoltà". Non ha sciupato il pallone che gli ha smistato Correa per segnare. "Le critiche per il gol sbagliato con l’Italia? Ne sbaglierò tanti, speriamo pochi in Nazionale e pochi con la Lazio. Il prossimo step è proseguire così, la continuità ci ha fatto fare il passo in più lo scorso anno". Dopo il 3-1 alla prima di Champions Ciro Immobile coltiva una certezza: "Se continuiamo così, torneremo a essere quella squadra che faceva brillare gli occhi a tutti". Ha ritrovato la sua Lazio nella serata più impegnativa di questo avvio di stagione. Simone Inzaghi può finalmente sorridere. "Abbiamo fatto una gara di sacrificio, siamo stati bravi. Per riprenderci bastava questo, umiltà e qualche giocatore recuperato. È un girone aperto, nonostante la sconfitta il Borussia rimane la favorita. Anche il Bruges e lo Zenit possono fare bene. Correa e Immobile hanno fatto un lavoro incredibile, di sacrificio per la squadra. Potevano fare un gol in più, ma sono stati bravissimi tutti. Dobbiamo recuperare giocatori importanti. Ci mancano Lulic, Radu, Lazzari, Cataldi e quando li recupereremo saremo competitivi, come sempre, in Champions, in campionato e in Coppa Italia". Il tecnico e il tema del rinnovo del contratto in scadenza. "Con il presidente Lotito ci siamo sentiti come facciamo sempre, con grande tranquillità - conclude Inzaghi -. Dopo una sconfitta è normale che si parli. Da 15 anni sto con Lotito, è normale che vuole sapere quali siano i problemi. Le voci sugli allenatori corrono sempre...".