Domenica 16 febbraio 2014 - Catania, stadio Angelo Massimino - Catania-Lazio 3-1 16 febbraio 2014 - Campionato di Serie A - XXIV giornata - inizio ore 12.30
CATANIA: Andujar, Peruzzi, Spolli, Bellusci, Alvarez, Izco, Lodi (83' Plasil), Rinaudo, Castro (78' Rolin), Bergessio, Barrientos (14' Keko). A disposizione: Ficara, Legrottaglie, Monzon, Capuano, Gyomber, Biraghi, Fedato, Boateng, Petkovic. Allenatore: Maran.
LAZIO: Berisha, Konko, Biava (71' Keita), Dias, Radu, Biglia (46' A. Gonzalez), Ledesma, Candreva, Mauri (71' Perea), Lulic, Klose. A disposizione: Marchetti, Strakosha, Ciani, Cana, Novaretti, Cavanda, Onazi, Felipe Anderson, Kakuta. Allenatore: Reja.
Arbitro: Sig. Mazzoleni (Bergamo) - Assistenti Sigg. De Luca e Petrella - Quarto uomo Sig. Di Liberatore - Assistenti di porta Sigg. Russo e Pinzani.
Marcatori: 1' Izco, 46' Mauri, 48' Spolli, 58' Peruzzi.
Note: ammonito al 27' Lulic per simulazione, al 41' Biglia per gioco scorretto, al 56' Keko per comportamento non regolamentare, al 76' Konko per proteste, all'81' Radu e all'84' Bergessio per gioco scorretto. Angoli: 2-1. Recuperi: 2' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 12.487 compresi gli abbonati per un incasso di 39.070.00 euri.
La Gazzetta dello Sport titola: "Catania, aria di svolta: addio all’ultimo posto. Ma che brutta Lazio".
Continua la "rosea:" Se svolta doveva essere, con chi se non contro la Lazio? E’ la sesta volta infatti che in questi primi 8 anni di A il Catania supera i biancocelesti al Cibali. Per la squadra di Maran seconda tripletta consecutiva davanti al proprio pubblico, ma a differenza del Livorno, stavolta ne becca uno solo. Il punteggio rispecchia fedelmente l’andamento della gara e sottolinea il netto predominio dei padroni di casa. Possiamo definirla la partita delle prime volte: prima sconfitta della gestione Reja (per altro un ex, anche se di epoche diverse) in campionato dopo quella di Coppa Italia contro il Napoli. Prima rete in questa stagione per tutti e 4 i goleador (per Peruzzi anche primo gol italiano). Prima vittoria della seconda gestione di Maran. Per la prima volta nel 2014 il Catania abbandona l’ultimo posto. Prima da titolare e primo gol di Mauri in stagione. E come sottolinea Maran: "Il Catania potrà trarre nuovo coraggio da questi 3 punti". Mentre il suo dirimpettaio striglia i suoi. I siciliani confermano la stessa formazione di Parma, con la sola variante di Alvarez rientrato sulla destra della difesa al posto di Rolin. Ma perde Barrientos dopo appena un quarto d’ora per uno stiramento: poco male perché entra Keko che, sarà anche meno fantasioso del Pitu, ma ha un passo molto più agile e spedito, l’unico rossazzurro in grado di rinverdire le gesta spumeggianti di Papu Gomez.
Il Catania che risale 2 posizioni, ricorda quello spregiudicato e arrembante dello scorso anno. Ma strada tutta in discesa con il gol più rapido dell’era Pulvirenti. 43 secondi e il Catania è già avanti: Bergessio per Rinaudo il quale smista a Castro sulla destra, cross e tiro di controbalzo di Izco che segna con l’aiuto del palo. Barrientos e Lodi sfiorano il raddoppio: bravo Berisha a opporsi. La Lazio inesistente per 45’, pareggia nel primo minuto di recupero: cross di Konko e testa di Mauri che ritrova il gol dopo un anno di forzata astinenza (3 febbraio 2013, Genoa-Lazio 3-2). Ma i siciliani richiudono la gara in meno di un quarto d’ora con 2 difensori. Il raddoppio giunge con un altro gol rapido (2’ e 50”): punizione di Lodi e testa vincente di Spolli. E dopo 10 minuti Peruzzi s’inventa centravanti e con una serpentina ubriacante arriva in area, triangola con Keko e infila in scivolata. Non basta la rivoluzione di Reja che arretra Lulic largo in difesa, cambia Biglia con Gonzalez e sistema il trio Candreva-Klose-Keita dietro Perea. E’ sempre il Catania a dettar legge e a fissare il quarto risultato utile consecutivo.
Il Corriere dello Sport titola: "Lazio senza testa. Catania, tris d’oro. La squadra di Reja è apparsa piatta, priva soprattutto di idee. Maran conquista il quarto risultato utile di fila: non è più ultimo".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Nel giorno in cui doveva prendere la rincorsa per l’Europa League, la Lazio è crollata e Reja ha perso l’imbattibilità che durava da quando era stato richiamato per sostituire Petkovic. Tre schiaffoni firmati Izco, Spolli e Peruzzi. Il sole caldissimo della Sicilia ha invece rilanciato Maran: quarto risultato utile consecutivo e successo che mancava dal 6 gennaio. Il Catania non è più ultimo in classifica e corre verso la salvezza. Ha vinto con merito e ha messo tutto sul campo: ritmo, intensità , voglia di catturare ogni pallone e anche un bel gioco. Già , perché alla Lazio non sono mancate solo le gambe e le idee, ma anche un modo preciso di affrontare la partita e le motivazioni giuste quando serviva combattere. Effetto derby o primi segnali di cedimento di un gruppo logoro e ormai arrivato al capolinea? Può darsi che la verità stia nel mezzo, tenendo in considerazione un altro aspetto. Ceduto Hernanes, l’unico centrocampista geniale e in grado di alzare la qualità , Keita è stato lasciato in panchina e Mauri, a segno dopo un anno e tanti mesi di inattività , è appena rientrato. Ieri si è vista una squadra piatta, ordinaria, senza lampi. Esprimeva il suo reale valore di centro-classifica.
Alla sintesi bisogna aggiungere la partenza molle e ingiustificabile su un campo così difficile. Quando il Catania è passato in vantaggio, la Lazio era ancora dentro gli spogliatoi. Sono bastati 41 secondi per sbloccare il risultato. Radu, con un fallo laterale a favore, è riuscito a consegnare la palla ai rossoblù. Loro erano indemoniati, gli avversari guardavano. Peruzzi è riuscito a riconquistare palla, è uscito dal traffico e ha tagliato in diagonale il campo con una veemenza irresistibile. Cambio gioco per Castro. Stop e cross sul secondo palo. Izco è sbucato come una furia dietro a Radu e ha colpito al volo di destro, fulminando Berisha. La Lazio è stata stordita da quel colpo da ko. L’albanese ha sventato un tiro a giro di Barrientos, subito dopo costretto a uscire per uno stiramento, e poi ha tolto dall’incrocio dei pali la punizione di Lodi. Il raddoppio del Catania non è arrivato solo perché Keko era in fuorigioco quando ha raccolto la respinta di Berisha sul tiro di Rinaudo. C’è stata reazione solo nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo, quando il centrocampo di Maran ha allentato la pressione su Ledesma e Biglia, che hanno cominciato a ragionare, allargando la manovra sulle corsie esterne. Diverse azioni non rifinite, un destro da posizione defilata di Ledesma, due tentativi da fuori di Biglia e Candreva. La Lazio è salita, ha preso campo, ha spinto con insistenza, ma vere e proprie occasioni non è riuscita a costruirne. Il pareggio è arrivato in pieno recupero. Konko si è sovrapposto a Candreva e ha disegnato un cross in piena area. Mauri di testa ha castigato Andujar, festeggiando il suo ritorno al gol dopo poco più di un anno. Poteva essere l’episodio su cui la Lazio ricostruiva la sua partita, invece è stato solo l’ultimo respiro. Dopo l’intervallo Reja ha inserito Gonzalez per Biglia nel tentativo di restituire dinamismo al centrocampo.
L’effetto è stato opposto. La squadra biancoceleste non ha acquistato corsa sufficienza per contrastare il Catania e ha perso fraseggio, dando la sensazione di aver speso tutto (già , proprio così) nel primo tempo. Dopo appena tre minuti il Catania è tornato in vantaggio. Fallo inutile di Konko su Castro, calcio piazzato di Lodi, colpo di testa ravvicinato di Spolli, abile a saltare su Dias. La Lazio non c’era più. Inguardabile e sovrastata dal passo superiore del Catania, a tratti apparso irresistibile come nella passata stagione. Un altro errore ha favorito il terzo gol, nato da un appoggio sbagliato di Klose (mai dare la palla in orizzontale). Peruzzi s’è infilato nella terra di nessuno e ha puntato dritto verso la linea difensiva della Lazio senza trovare opposizioni. Erano tutti fermi come statue, nessuno è uscito, zero contrasti. Peruzzi ha scaricato il pallone allo spagnolo Keko, che ha superato Radu in velocità e ha chiuso il triangolo eludendo anche l’uscita bassa di Berisha. Peruzzi è arrivato puntuale all’appuntamento. Gol a porta vuota e partita chiusa a mezz’ora dalla fine. Catania in festa, Lazio in ginocchio. Con tanti interrogativi e un futuro da ricostruire.
Il Messaggero titola: "Lazio clamorosa al Cibali".
Continua il quotidiano romano: Gli spaghetti a colazione restano sullo stomaco ai biancocelesti, che rimediano una figuraccia con l’ultima in classifica. Il tonfo del Cibali ha del clamoroso perché il Catania (16 reti in 23 giornate), ne realizza addirittura 3 in una partita, vince nettamente, restando al terz’ultimo posto, in piena corsa salvezza. Una posizione impensabile fino a un mese fa. Merito dell’ottima prova dei vivaci e aggressivi siciliani ma anche frutto dell’opaca prova della Lazio, spenta, senza idee, e frolla soprattutto nella ripresa quando non riescono a raddrizzare, per la seconda volta, la gara. Il Cibali, soltanto 2 vittorie in 60 anni, si conferma campo avaro di soddisfazioni e di troppi viaggi nella delusione. Bastano pochi secondi per capire che sarà una mattinata difficile per la formazione di Reja: nemmeno un minuto e il Catania è già in vantaggio con Izco. Dopo ci pensa l’ottimo Berisha, protagonista assoluto, a tenere a galla una squadra vicina al naufragio. I rossoblu, infatti, prendono subito al guinzaglio la sfida e la agitano con veloci azioni. I biancocelesti accusano il colpo a freddo e rischiano il tracollo però il portiere albanese vola sulle conclusioni di Barrientos e Lodi. La Lazio, come da copione, cerca di fare la partita ma riesce a fronteggiare con fatica le veloci ripartenze degli etnei, messi molto bene sotto il profilo tattico. Il Catania si difende, portando anche tutti gli effettivi sotto la linea del pallone, e questo complica il lavoro dei centrocampisti della Lazio, buoni palleggiatori ma con scarsa fantasia e spesso in sofferenza sul ritmo.
Le incursioni di Lulic, sulla sinistra, quelle di Konko e Candreva sulla destra, producono effetti positivi, non occasioni da gol. Mauri parte a centro per svariare su tutto il fronte offensivo: non dà riferimenti agli avversari ma nemmeno ai suoi compagni. E, quando entra in possesso di palla, deve riaprire il gioco, perché nessuno attacca la profondità . La Lazio stenta parecchio nello sviluppo della manovra, Klose è troppo solo, non riceve neppure un pallone giocabile, ed è costretto ad arretrare per rendersi utile. Il modulo, con una sola punta scricchiola, e mostra limiti d’incisività . Ad ogni modo gli sforzi dei biancocelesti vengono premiati nel recupero quando Mauri gira un cross di Konko e, grazie alla complicità di Andujar, inadeguato e goffo nella circostanza, trova il pareggio. Se l’avvio del primo tempo è da brividi, quello della ripresa addirittura da incubi, con il Catania in grado di impadronirsi del match con agio e padronanza assolute. Spolli anticipa Dias di testa per il 2-1 e Peruzzi firma il terzo gol al termine si un’azione da manuale del calcio, tutta in velocità , che stordisce l’imbalsamata difesa biancoceleste. Tutto in soli 13 minuti. Il centrocampo della Lazio, con Gonzalez al posto di Biglia, soffre nell’imbastire qualche azione, sia perché manca di qualità e di movimento, sia perché Candreva sparisce da radar, sia perché Mauri non entra mai nel cuore della sfida, galleggiando tra le linee senza costrutto. Alla mezzora Reja, con ritardo, ridisegna l’assetto tattico, passando alla difesa a 3 con l’inserimento di 2 attaccanti.
Una mossa disperata, per forzare il destino di una gara, che sembra segnata anche a causa di quel coraggio che l’allenatore goriziano non dimostra nel varare la formazione di partenza. La squadra, però, è ferma sulle gambe, sempre in ritardo anche sulle seconde palle, patisce la rapidità di Izco, Castro, Bergessio, a conferma di un secondo tempo davvero impalpabile, con un solo tito (fuori) di Klose, nel contesto di una pochezza sorprendente, che costringe lo stesso tedesco a dare una mano ai difensori. Per Reja, dopo 6 risultati utili, arriva la prima sconfitta in campionato e il ritorno a una realtà che richiede tanto lavoro e la capacità di dare fiducia anche a qualche giovane, come Keita, che ha l’argentino vivo addosso e la personalità dei grandi. E forse è anche il momento di garantire a Klose un partner più offensivo. La corsa per l’Europa segna un pesante passo indietro, tutti devono tornare con i piedi per terra e fare un salutare bagno d’umiltà .
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Un gol per liberarsi di un peso, per lanciare un urlo, per correre incontro ai tifosi, per non sentirsi prigioniero degli incubi, per sbloccarsi. Un gol dopo più di un anno dall’ultima volta (era il 3 febbraio 2013, Genoa-Lazio 3-2), un gol che Stefano Mauri ha dovuto festeggiare a metà , forse meno. La festa è finita presto, troppo presto: "Sono contento per il gol, ma avremmo dovuto giocare diversamente. Ci abbiamo messo del nostro, eravamo troppo lenti. Purtroppo è andata male, siamo andati subito in svantaggio e nel secondo tempo eravamo troppo bassi, non riuscivamo a giocare, facevamo troppi tocchi, eravamo prevedibili, loro si chiudevano e ripartivano in contropiede. Abbiamo giocato come volevano...". Un favore al Catania, ecco cosa ha fatto la Lazio. E le controindicazioni si conoscevano bene: "Sapevamo che sarebbero partiti in modo forte e alla prima vera azione hanno fatto gol. Sono bravi a chiudere i varchi centrali, questo ci ha creato dei problemi". La trappola catanese ha funzionato, gli errori sono stati evidenti e capitan Mauri non li ha nascosti: "E’ andata male. Nel primo tempo abbiamo fatto un buon possesso palla, ma non abbiamo creato tanto, dopo l’intervallo siamo calati, abbiamo aperto troppi spazi. Quando tieni palla fatichi di meno, è vero, ma se gli avversari partono in contropiede fai molta più fatica perché devi correre all’indietro, questo ti toglie parecchie energie". Non cerca scuse Mauri e non ha molte spiegazioni da fornire: "Cosa è successo? Non lo so, vedremo in settimana. Il Catania ha caratteristiche particolari, se deve fare la partita va in difficoltà perché lascia tanti spazi, se può chiudersi e ripartire si trova a suo agio, così è stato". Si pensa all’Europa, non c’è altro da fare: "Voltiamo pagina, giovedì c’è l’Europa, è una competizione importante, ci teniamo, speriamo di andare il più avanti possibile. Lavoriamo tutto l’anno per raggiungere la qualificazione, siamo ancora in corsa, c’è tempo per recuperare, possiamo riuscirci, ci proveremo. La Lazio merita di giocare sempre in determinate competizioni, non può starne fuori".
Il ritorno in campo nel derby, entrando in corsa. Il ritorno in campo da titolare ieri a Catania (dopo un anno e passa, era sempre il 3 febbraio 2013), quante emozioni per Mauri, una dietro l’altra: "Quella che ha preceduto il derby è stata una settimana particolare per me, rientrare in una partita del genere ti provoca una grande emozione. In questa settimana, invece, tutto è stato più tranquillo, sono tornato a fare quello che facevo". Non è facile tornare dopo mesi di inattività , gli sforzi sono multipli, il fiato è corto: "Sto abbastanza bene fisicamente, dopo tanto tempo ci vogliono varie partite per riprendere il ritmo, soprattutto sul breve, questo è normale. Ho solo bisogno di giocare". Il derby ha tolto energie, può essere una delle cause del crollo. Mauri però non ci crede molto, la sua versione è diversa, eccola: "Il derby conta relativamente, c’è stata una settimana intera per recuperare, prendere gol dopo pochi secondi ti complica la vita, la partita è cambiata subito, uno dei problemi è stato certamente questo. E’ un peccato, avevamo recuperato ed è arrivato il loro raddoppio". Un colpo preso al volto ad inizio partita, un altro colpo beccato ad inizio secondo tempo. La Lazio è andata in tilt, capita spesso, è anche una questione mentale: "Secondo me non è una questione di approccio sbagliato, trovarsi sotto a Catania mette tutto in salita. Ci servivano punti in classifica, è questo il rammarico. Il morale va tenuto alto".
E’ crollata la Lazio, molle e senza aggressività nella domenica della possibile svolta. S’è fatta subito prendere alla gola dal Catania e s’è arresa dopo aver prodotto il massimo sforzo per partorire il pareggio a un soffio dall’intervallo. Gli ultimi in classifica sembravano diventati marziani. Irriconoscibile la squadra di Reja, alla prima sconfitta in campionato dopo il suo ritorno sulla panchina biancoceleste. "Non abbiamo sottovalutato la partita, ma siamo stati timidi in partenza. E’ stato sbagliato l’approccio mentale, eppure sapevamo che il Catania ci avrebbe aggredito e quale tipo di partita avrebbe giocato, ne avevamo parlato in settimana. Non abbiamo avuto il piglio giusto" ha raccontato il tecnico friulano. Era deluso, non arrabbiato. "Nel primo tempo eravamo riusciti a riquilibrare la partita, il gioco mi ha soddisfatto, Mauri rientrava e sino a quando ha tenuto c’era equilibrio, perché eravamo tre contro tre a centrocampo. Nella ripresa siamo mancati totalmente. Sul piano mentale non abbiamo dato ciò che mi aspettavo. Quando siamo andati sotto la prima volta, siamo riusciti a reagire, creando alcune opportunità . Nella ripresa invece non ho visto un tiro in porta. Forse ci ha condizionato il gol del raddoppio".
Poteva essere l’occasione giusta per inserirsi nella corsa all’Europa League. "Ci sono ancora delle possibilità . Questa doveva essere una partenza, tornare da Catania con un bel successo ci avrebbe giovato per il morale e per la classifica. Invece la partita dimostra quanto ancora dobbiamo migliorare. Ma ci saranno altre gare da giocare. Il campionato non è finito. Ora pensiamo ai bulgari del Ludogorets e poi al Sassuolo" ha risposto il tecnico friulano, nero per il modo in cui sono stati presi tre gol. Due regalando il pallone al Catania e un altro commettendo un fallo inutile in fase di possesso. "Il gol di Izco era evitabile, non si possono concedere certe occasioni. Ci sono stati tre rimpalli e sono arrivati sino in area di rigore. Loro avevano sana cattiveria e voglia di vincere, noi no. L’approccio è da condannare. Il Catania ha meritato la vittoria. La voleva più di noi, che li abbiamo favoriti". Sono nati in circostanze discutibili (per la Lazio) gli altri due gol. "Konko ha commesso un fallo evitabile, quando non c’è concentrazione o condizione fisica si fanno certi errori" ha raccontato Reja a proposito del raddoppio di Spolli. Poi la frittata servita da Klose con tutta la difesa infilata da Peruzzi e Keko. "Anche il terzo gol lo abbiamo beccato per una nostra disattenzione, ma loro si sono fatti quaranta-cinquanta metri con la palla al piede prima di entrare in area" l’analisi di zio Edy.
Sembrava un film dell’orrore, così serve a poco l’analisi di come era stata impostata la partita. Reja ha escluso l’ex talento del Barcellona perché al vecchio Cibali si aspettava una battaglia. "Keita può darci tanto, ma è giovane e in partite come queste bisogna saper gestire la situazione". Almeno sta ritrovando Mauri. "Ha fatto una prestazione di livello, ora deve trovare il ritmo, sono contento per come si è mosso". Ha deluso il tedesco. Edy lo ha difeso. "Klose sul piano della corsa e dell’impegno ci sta dando molto, manca ancora di intensità , ma è un giocatore importante e mi auguro che tutta la squadra possa dare di più per aiutarlo. Lulic e Candreva devono creare e concretizzare". Reja ha fatto autocritica a proposito della sostituzione decisa nell’intervallo. "L’ho fatta per scelta tattica. Biglia aveva preso una botta ed era stato ammonito. Ho messo Gonzalez perché speravo che portasse un passo superiore a centrocampo. Invece con l’uscita di Lucas abbiamo perso molto nel palleggio". E’ tornato nel derby alla difesa a quattro dopo le buone prestazioni con il 3-4-3, provato anche in settimana. Edy non voleva giocare con tre marcatori. "Non posso far arretrare tutta la squadra e difendere con cinque. Mi sembrava uno spreco per marcare solo Bergessio. La mia idea prevedeva Lulic, Candreva e Mauri più alti per sostenere Klose. La verità è che abbiamo subito la rapidità del Catania. Se avessimo giocato con la giusta mentalità avremmo retto. C’è stato qualche problema di reparto e anche a livello individuale. Non ho visto anticipi". E neppure recuperi. Era proprio una domenica sbagliata per la Lazio.